SchedarioCRS

sec. XIII-XVI (anni 1282-1599)

1 01 1282 === "1282. A contrastare i Visconti, appare ora una importante famiglia, di enigmatica origine, i Benalio, forse non di cosi' recente arrivo, ma gia' detentrice di piccoli feudi. Secondo D. Calvi (Campidoglio di guerrieri ed altri illustri di Bergamo. Bergamo 1678, p. 134) essi venivano dall' Angio', e dal Milanese passarono nel sec. XIII in Calolzio e Vercurago, rimanendo sempre ostili ai Visconti. Dell'improvviso signoratico di Filippo (che nel 1282 guidava la riscossa dei Guelfi contro Ottone prendendo Lecco; cf. T. Calco, Historiae patriae libri viginti. Milano 1627, p. 378; cf. Annales Mediol., R.I.S., t. XVI, col. 679) il Calchi ammette che, pur non nobile, si era fatto una certa fortuna nella zona di Incino. Filippo, dai Castelli di Somasca e Vercurago, attacca Lecco e il palazzo Visconteo, tiene il borgo finche' Matteo Visconti lo cattura nel 1296" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 70). "Verso la fine del secolo XIII abbiamo visto la famiglia Benalio, originaria - pare - di Somasca, entrare direttamente nel controllo di Lecco e di zone politicamente delicatissime" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 71).. NOTE:

1 01 1299 === "Alla fine del Duecento, il 'Liber notitiae Sanctorum Mediolani' di Goffredo da Bussero registrava che il prevosto di Garlate aveva 42 chiese, che complessivamente contenevano 52 altari. Tra queste figura 'Sumasca, S. Bartolomeo' alla colonna 50A del Liber suddetto. Cf. Magistretti M. - Monneret De Villard U. (edd.), Liber notitiae Sanctorum Mediolani. Milano 1917, col. 410; cf. anche Vigotti G., La diocesi di Milano alla fine del sec. XIII. Roma 1974, pp. 217-218" (cit. in: AdL 4/1981, 598-601).. NOTE:

1.01.1335 === Adriani G. B. crs., Statuti e monumenti del Comune di Vercelli dal 1243 al 1335 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 201-136]. NOTE:

21 02 1339 === Il 21 febbraio 1339 avviene la Battaglia di Parabiago per la conquista di Milano, nell'ambito della lotta tra Ludovico il Barbaro e il vescovo Visconti di Milano. Ne fa notizia il Muratori nei suoi Annali: "In somma non v'era memoria di una battaglia si' fiera e pertinace, fatta in mezzo alla grossa neve, come fu questa. Corse voce, nata probabilmente dall'immaginazione della buona gente, che s'era veduto in aria Santo Ambrosio (S. Ambrogio, ndr.) col flagello percuotere i nemici, e percio' da li' innanzi si comincio' a dipignere quel santo Arcivescovo, ed anche a coniarlo nelle Monete, col flagello in mano, e non gia' per qualche vittoria riportata contro i Franzesi, come crede il volgo" (Muratori L.A., Annali d' Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1500, Milano 1744, tomo VIII, p. 127). Questa notizia ha qualche attinenza con la presenza di un oratorio dedicato a S. Ambrogio sulla Rocca di Vercurago (cf. Tentorio, Topografia 1966, 10).. NOTE:

1 01 1363 === "Nel sec. XIV a Solaro (Pieve di Seveso, MI) si erige anche l'oratorio dedicato ai SS. Ambrogio e Caterina, la cui costruzione (da atto rogato in Milano) risale al 1363. Infatti Ambrogio Birago da Milano, nobile cittadino milanese, da' licenza ai preti Guglielmo (priore della Casa o della Cura di S. Maria di Predalasca, diocesi di Milano), Giovanni Vismara (rettore di Limabiate) e fra Martino da Senago (eremitano di S. Ambrogio ad Nemus in Milano) di porre la prima pietra dell'edificio sacro. Questo oratorio, che Ambrogio Birago volle dedicare al suo Santo e a S. Caterina, di cui sua moglie (appartenente alla famiglia Amizzone) portava il nome, costituisce il gioiello artistico di Solaro" (www.login.it/cultura/solaro.htm).. NOTE:

1 01 1373 === Anno di costruzione di Castelnuovo di Quero (1373).. NOTE:

1 01 1392 === Marchetti Vincenzo (a cura), Confini dei Comuni del territorio di Bergamo (1392-1395) (Collana: Fonti per lo studio del territorio bergamasco, XIII). Ed. Provincia di Bergamo, Bergamo 1996, pp. 465 (raccoglie lo studio e la trascrizione del Codice Patetta n. 1387 proveniente dalla Biblioteca Apostolica Vaticana; tale pubblicazione raccoglie innumerevoli informazioni sul territorio bergamasco; infatti nel 1391 Gian Galeazzo Visconti comando' di definire i confini dei vari territori rientrati nei suoi domini bergamaschi e gli atti notarili pubblicati nel presente studio sono la realizzazione in termini giuridici concreti di quell'ordine; il Codice Patetta dimostra anche che ben 126 Comuni intrapresero tale operazione).. NOTE:

2 05 1395 === "Il 2 maggio 1395 l'imperatore Venceslao investe con diploma Gian Galeazzo Visconti come duca del Ducato di Milano (il ducato si restringeva allora alla sola citta' e diocesi di Milano)" (cit. da: Orlandi A., Memorie di Pasturo e Bajedo in Valsassina. in: AdL 2/1991, 261 n. 31).. NOTE:

1 01 1426 === "La Repubblica di Venezia, nella sua espansione in terraferma, erose lentamente il territorio milanese fino a giungere, nel 1426, ad occupare la Valle S. Martino fino al ponte di Lecco" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 63).. NOTE:

1 01 1426 === Tra i mss. della Biblioteca Alessandrina di Roma ve n'e' uno che riguarda un certo Miani Vitale, datato 1426, di cui si da' la scheda:



Ms. n. 408. Composito di 3 elementi cartacei, di varie eta' e dimensioni

[Postille manoscritte a:]

I. cc. 1-72v [a stampa]

Constitutiones patrie Forijulii cum additionibus

Venetiis, B. De Vitalibus, 1524

II. cc. 73-75 [a stampa]

FOSCARI, FRANCESCO, doge di Venezia

[Editti ai luogotenenti di Forum Julii, 1425-1429, s.n.t.]

II. cc. 76-101

[fascicolo aggiunto con annotazioni del sec. XV-XVI]



Questo Vitale (Vidal) Miani risulta essere il fratello di Marco (che era il bisnonno di SGM: papa' di Luca, a sua volta papa' di Angelo). Vitale, nato nel 1368, viene presentato per la Balla d'Oro o barbarela a vent'anni nel 1388, e nel 1426 si trova provveditore (luogotenente) a Cividale del Friuli (cf. l'albero genealogico dei Miani in Landini 1947, 261).

. NOTE:

1 01 1428 === "L'intervento di papa Martino V, preoccupato delle sorti della Valle S. Martino, fece si' che si arrivasse ad una tragua tra i contendenti, stipulata nel 1428 a Ferrara. Con essa la Valle S. Martino ritorno' in possesso del Ducato di Milano" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 63).. NOTE:

1 01 1429 === Miani Pietro: cf. Girgensohn Dieter, Il testamento di Pietro Miani ("Emilianus") vescovo di Vicenza (+ 1433). in: Archivio Veneto 132 (1989) 5-60.

[Will printed. Vicenza, 1429. Clergy.] . NOTE:

1 01 1430 === Lettera esortatoria (hortatoria) di p. Paolo Maffei veronese (+ 1453) canonico lateranense di Venezia a Girolamo Miani (fratello del nonno di S. Girolamo, Luca Miani, +1426) datata al 1430 ca.. NOTE: il cod. ms. fu usato da S. Girolamo o era conservato in famiglia, ora alla Bibl. Ambrosiana di Milano - RC 1936 p. 206 (Castiglioni, cf. La Scuola Catt. 1937) - RC 1936 p. 218 (p. Pigato) - RC 1940 p. 65 (N.N., ma p. Pigato) - RC 1943 p. 25 n. 29 (P.B.) - RC 1958 p. 142 (Castiglioni) - Landini 1947, 116-119 - Somascha 2000, 51 n. 34 (Tesi Pellegrini, in cui attribuisce la lettera proprio al nostro San Girolamo!).

26 05 1432 === Il 26 maggio 1432 appare la Madonna a Caravaggio (BG).. NOTE:

1 01 1433 === "La pace di Ferrara del 1433 portava il confine tra Venezia e Milano proprio a Vercurago" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 74).. NOTE:

1 01 1433 === "La terza pace di Ferrara, nel 1433, impose di nuovo il ritorno alla Repubblica di Venezia di tutta la Valle S. Martino sino a Vercurago" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 63).. NOTE:

30 04 1433 === (Confini) Lettera del Senato Veneto al March. d' Este (30 aprile 1433). [ASPSG So 1980, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1435 === Zonca (Della) Beltramo, Statuta Municipalia Vallis S. Martini per Beltramum de la Zonca primum latine manuscripta anno MCCCCXXXV post auctore Carolo Sutio expurgata et italice reddita. Bergomi MDCCLVI (1756).. NOTE:

1 01 1437 === Ignoto, Carta della Lombardia (dipinta su pelle ed eseguita per scopi militari tra il 1437-1441; originale a Parigi, Bibl. Nation.). Foto in: Pini Zelioli Federica, Economia e societa' a Lecco nel tardo medioevo. La famiglia de Molzio tra XIV e XV secolo. in: AdL 4/1992, 24-25.. NOTE:

1 01 1438 === "Atto notarile, che e' forse la testimonianza piu' importante per ricostruire la storia religiosa della Valle S. Martino (Arch. Parr. Olgin.: P-8F/VII, cart. 1 n° 1840): e' datato 1438 e raccoglie la deposizione di 13 persone chiamate dal prevosto della chiesa plebana dei SS. Stefano e Agnese di Garlate a testimoniare nella controversia che lo opponeva ai suoi parrocchiani delle chiese e cappelle di S. Martino di Calolzio, San Bartolomeo di Somasca, San Michele del Monasterio di Foppenico, San Damiano di Sala e Santa Maria del Lavello (rappresentati dal loro procuratore Cristoforo da Calolzio), durante il processo canonico discusso davanti a Francesco della Croce, Vicario Generale dell'arcivescovo di Milano Francesco Piccolpasso. Agli abitanti di questi luoghi che esigevano che queste chiese fossero staccate da Garlate ed unite in un'unica parrocchia retta da un Rettore o Curato, il Prevosto Bartolomeo Riva ribatteva, attraverso le testimonianze raccolte dal notaio Giovanni de Rocchi di Olginate, che tutte queste chiese e cappelle appartenevano alla Parrocchia di Garlate e da tempo immemorabile erano officiate dal Prevosto pro tempore o dai suoi Canonici. Queste testimonianze sono interessanti perche' ritornano all'indietro per quasi 60 anni, fino al 1380 circa. Veniamo cosi' a sapere che a Vercurago (parrocchia autonoma gia' dalla fine del 1300 pur continuando ad appartenere alla Pieve) nel 1438 era rettore prete Danilo de Auraria (Averara?, ndr.) e prima di lui Ambrogio da Curte, Percivalis de Benalis e un certo frate Pietro, i quali officiavano anche le chiese di Calolzio e Somasca su incarico del Prevosto. Ser Perutus de Benalis, abitante a Somasca, dichiara che suo padre Guido, detto Corigioni, era stato battezzato nella chiesa di S. Agnese di Garlate, e, descrivendo il percorso fatto dai suoi avi per portarlo a Garlate, dice che dapprima si recarono al Cornello poi a Rossino e di li' a Garlate. Solo 5 anni piu' tardi, nell'ottobre 1443, veniva concesso che le chiese sopra nominate fossero officiate da un Rettore, istituendo di fatto la Parrocchia di Calolzio, atto che pero' ebbe piena applicazione solo nel 1452" (Riva G. - Aldeghi G., Antiche carte: la Valle di S. Martino nei documenti dell' Archivio della Pieve di Garlate-Olginate. in: AdL 3/1993, 92).. NOTE:

2 08 1438 === (Confini) Terre conquistate dal Duca di Milano (2 agosto 1438). [ASPSG So 1982, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1440 === Pisato Giovanni (incisore), Carta del lago di Como del 1440 (incisione conservata a Treviso, Bibl. Com., ms. 1497): al centro il ponte, Lecco e la rocca della Chiusa (in: Pini Zelioli Federica, Economia e societa' a Lecco nel tardo medioevo. La famiglia de Molzio tra XIV e XV secolo. in: AdL 4/1992, 8-9).. NOTE:

1 01 1441 === (ACM 5-1-2, 1) Altra copia pubblicata pero' dopo la morte del notaio, come 5-1-1 (Istromento di separazione di Calolzio, Somasca e Lavello dalla prepositurale di Garlate), pero' redatta nel 1441.. NOTE:

1 01 1443 === Fu staccata nel 1443 la chiesa di Calolzio dalla chiesa prepositurale e curata di Garlate. Cosi' si legge negli atti della visita del card. Federico Borromeo del 1615: "sicut per instrumentum dismembrationis confectum per Bartholomeum Spirafigum procuratorem q. R. Presb. Victoris de Ripa praeposito Garlati. Presbytero Io. Petro. Issachi parocho Calolcij de anno 1549" (Olginate, Archivio Plebano, visita card. Fed. Borromeo, 1615, p. 28).. NOTE:

1 01 1443 === "La Valle S. Martino nel 1443 ritorno' ancora ai Milanesi" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 63).. NOTE:

1 01 1443 === Nel 1443 c'e' la sanzione arcivescovile che stacca Calolzio dalla chiesa plebana di Garlate e la rende "ecclesia parrochialis" autonoma (Arch. Par. Olgin., Visita del card. Federico Borromeo del 1615, p. 28: si legge che la chiesa di Calolzio fu staccata nel 1443 dalla prepositurale di Garlate).. NOTE:

30 10 1443 === "Dal 1438 a Calolzio e dintorni si instaura una controversia veneta di politica con la plebana di Garlate, risolta il 30 ottobre 1443, quando la Curia milanese si accorda con 'consules et Homines locorum de Caloltio, de Somasca, et de Lavello, de Monasterio, et de Salla ... ultra flumen Abduae', per un rettore, formando un beneficio con un chierico per la chiesa di S. Martino, S. Bartolomeo, S. Maria, S. Michele e SS. Damiano e Cosma (Arch. Diocesano di Milano, Visite, Olginate, vol. 11 q. 5. L'atto e' copia tratta da una pergamena di Olginate, e datato mercoledi 20 ottobre 1443, per quanto quell'anno mercoledi cadesse il 30, cioe' significativamente il giorno prima della definizione del Vicariato di Caprino, ossia Val S. Martino)" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 75).. NOTE:

6 02 1447 === (Confini) Lettera del Senato Veneto ai Rettori di Bergamo (6 febbraio 1447). [ASPSG So 1991, 'fotocopia'].. NOTE:

24 02 1448 === (Confini) Rocca di Baiedo (Bajedo): trattato (24 febbraio 1448). [ASPSG So 1993, 'fotocopia'].. NOTE:

26 02 1448 === (Confini) Lettera del Senato Veneto ai Rettori di Bergamo (26 febbraio 1448). [ASPSG So 1994, 'fotocopia'].. NOTE:

8 03 1448 === (Confini) Lettera del Senato Veneto ai Provisori di Bergamo (8 marzo 1448). [ASPSG So 1996, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1450 === Pensa Pietro, Pagine di storia lecchese. La guerra fra Francesco I Sforza e Venezia 1450-1454. Contributo alla storia di Lecco, della sua Riviera e della Valsassina. Estratto da "Pagine di vita lecchese" 1957. Lecco, ed. Bortolozzi 1957, pp. 80.. NOTE:

1 11 1451 === "Bartolomeo Colleoni nel 1450-1451 riconquisto' tutta la Valle S. Martino per conto dei Veneziani, possesso che venne confermato nel novembre 1451 con la firma della pace di Cremona. La pace di Cremona stabili' che il fiume Adda appartenesse al ducato di Milano, mentre ai Bergamaschi restava la facolta' di poter utilizzare l'acqua per usi personali e per il bestiame, ma con divieto di deviare dei canali e costruire mulini sulle sue sponde" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 64).. NOTE:

1 01 1452 === (ACM 5-1-1, ) Istromento di separazione di Calolzio, Somasca e Lavello dalla prepositurale di Garlate, 1452.. NOTE:

1 01 1454 === (Confini) ASM, Confini, parte antica - Catalogo dei documenti con sommario anche di documenti perduti (1454-1673). [ASPSG So 2006, 'fotocopia'].. NOTE:

13 03 1454 === (Confini) Ordini de la Rocha (Rocca) de Vercurago cum Pagnone de Locadello (13 marzo 1454). [ASPSG So 1999, 'fotocopia'].. NOTE:

9 04 1454 === (Confini) Articolo XIII della pace di Lodi (9 aprile 1454). [ASPSG So 2000, 'fotocopia'].. NOTE:

9 04 1454 === "La delimitazione definitiva del confine della Valle S. Martino avvenne con la pace di Lodi il 9 aprile 1454; la Valle S. Martino passo' definitivamente a Venezia e rimarra' sotto il suo dominio sino al 1797. Anche la pace di Lodi riconobbe che il letto del fiume Adda, fino alla sponda orientale, apparteneva al ducato di Milano" Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 64).. NOTE:

17 04 1454 === (Confini) Confini stabiliti nella pace di Lodi (17 aprile 1454). [ASPSG So 2002, 'fotocopia'].. NOTE:

17 04 1454 === (Confini) Definizione dei confini (17 aprile 1454). [ASPSG So 2001, 'fotocopia'].. NOTE:

21 06 1454 === (Confini) Lettere del Duca di Milano per la restituzione di terre erroneamente date a Venezia in seguito alla pace di Lodi (21 giugno 1454). [ASPSG So 2004, 'fotocopia'].. NOTE:

1 12 1457 === "Nel dicembre del 1457 fu sufficiente sentire sparare due colpi di 'bombardelle et de molti colpi di zarbotane' dalla Rocca di Vercurago per metter sul chi va la' il Podesta' di Lecco Giovanni Mainero che stava andando, su una barca, verso Olginate. Appena sbarcato, mando' subito un suo informatore al di la' dell'Adda per scoprire cosa stava accadendo e gli fu riferito che '... il Capitanio de Pergamo era venuto heri in la ditta Valle et era andato in la rocha de Verchurago per scambiare quattro fanti quali stavano in ditta rocha cum lo Castellano, et dice chel fece trare queli colpi de bombardelle et de zerbotane per aprovare et le bombardelle et la munitione tutta era in ditta rocha, et dice esso Capitanio ha fatto provisione de mandarli dentro de molta altra monitionz, ultra quella gli ha trovato dentro, et fatto questa se partiti quelo di' proprio et ando' a Caprino et fece quele medesime provisione, per le torre sono in essa Valle, poy l'altro di' retornoe a Pergamo ...' (originale in: Arch. St. Milano, Fondo Sforzesco, carteggio interno, cart. 667-1457, 1 dicembre, Giovanni Mainerio a Francesco Sforza)" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 69-70). . NOTE:

5 12 1457 === "Prima del 1459 esistevano in Bergamo, creati dalla sola carita' dei fedeli, ben 12 piccoli ospedali (Ospedale di S. Grata inter vites, di S. Lorenzo, di S. Lazzaro dei lebbrosi, di S. Bartolomeo in Prato dei lebbrosi, di S. Spirito, di S. Tommaso, di S. Gottardo, di Astino, di S. Caterina, di S. Cassiano, di S. Antonio in Prato, di S. Antonio de Foris o La Rocchetta). Non e' che questi ospedali fossero retti in modo impeccabile e nel rispetto di tutte le norme igieniche, per cui il 5 dicembre 1457 il vescovo di Bergamo Giovanni Barozzi decreto' l'unione di tutti i piccoli ospedali in un unico ospedale, ne formulo' lo statuto e lo doto' di beni che ne garantissero la funzionalita'. La decisione fu approvata dal papa Pio II con bolla del 30 giugno 1459 e dal Doge di Venezia dalla quale Bergamo dipendeva. Dalla unificazione e conseguente soppressione si salvo' solo l' ospedale della Maddalena per le sue peculiari caratteristiche di ospedale specialistico per pazzi e motolesi. Il nuovo Ospedale, detto 'Ospedale Grande di S. Maria e S. Marco' fu costruito nel prato di S. Alessandro" (cit. da: Lumina Mario, Bergamo nelle chiese di un Borgo. Bergamo 1993, 115).. NOTE:

1 01 1459 === "A Bergamo nel 1459 vien fondato l' Ospedale Maggiore: questa nuova struttura incorporo' ben 11 ospedali piu' piccoli" (in: L'ecodi Bergamo, 8 febbraio 2003, p. 49, Cultura, Il fatto /2, a firma di M.C., in recensione a studi compiuti sulla assistenza in Bergamo, MIA, nel corso del medioevo dalla medievista Brolis Maria Teresa).. NOTE:

1 01 1459 === "Nel 1459 a Bergamo si stabilisce che i bambini siano alloggiati nell'Ospedale di S. Maria Maggiore (mentre prima stavano anche nella Domus hospitalis annessa a S. Leonardo dei Crociferi)" (dott. Maria Mencaroni Zoppetti, dell'Ateneo di Bergamo, nella conferenza a S. Leonardo del 21.11.2003).. NOTE: (notizia da verificare)

1 01 1466 === Sanudo Marin (1466-1536), Diari. Pubblicati a cura della Deputazione veneta per la storia patria (a cura di Barozzi N., Berchet G., Fulin R., Stefani F.). Venezia 1879-1903 - i Diari comprendono il periodo 1496-1536. - il Sanudo era membro del Maggior Consiglio.. NOTE:

1 01 1466 === Erasmo Desiderio (Geer Geertsz, nato a Rotterdam in Olanda il 27 ottobre 1469 e morto il 12 luglio 1536 a Basilea):



1480 - a 11 anni, orfano, entra nei Canonici Regolari di S. Agostino.

1492 - ordinato prete.

1500 - "Adagiorum collectanea".

1502 - "Enchiridion militis christiani" (Manuale del cavaliere cristiano).

1506 - si laurea in teologia a Torino, e insegnera' a Cambridge (Inghilterra).

1511 - "Encomium moriae" (dedicato a Tommaso Moro).

1516 - "Institutio principi christiani" (scritta per Carlo V, di cui fu consigliere).

1517 - Paolo II lo dispensa dai voti.

1517 - "Querela pacis".

1518 - "Colloquia".

1521 - si stabilisce a Basilea.

1524 - "Diatriba de libero arbitrio" (rottura con Lutero).

1527 - "Ciceronianus" (sogna un umanesimo cristiano).

1536 - "Sopra la pienezza della Chiesa Cristiana" (in latino).



Risiedette in Roma facendo amicizia con molti umanisti.

A Venezia fu in stretta relazione con Aldo Manuzio.. NOTE:

9 07 1467 === Pergamena Miani: acquisto di campi a Fanzuolo (Fanzolo) fatto da Angelo Miani. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 9 - RC 1962 p. 88. NOTE:

30 10 1467 === Pergamena Miani: parla di Angelo Miani. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. III, 3 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1469 === Una famiglia Benaglio, bergamasca, tuttora fiorente, con diploma del 1469 di Federico III imperatore, fu nobilitata con titolo di conte. L'arma e' sempre: di rosso, allo scaglione d'argento, sostenente due galli affrontati dello stesso, membrati d'oro, imbeccati, crestati e bargigliati di rosso (cit. in: Scotti Gianfranco, I cognomi dei lecchesi. in: AdL 1-2/1990, 18). Lo stemma "De Benalis" e' preso da: Como, Museo Civico, codice Carpani, Stemmario, sec. XV, carta 13r (cf. AdL 4/1992, 101).. NOTE:

30 03 1469 === (Confini) Lettere del Duca di Milano al Doge di Venezia sulle novita' fatte in questo Dominio da Bartolomeo Colleoni ( 30 marzo 1469). [ASPSG So 2010, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1470 === Pergamena Miani: acquisto di Angelo Miani a Fanzuolo (Fanzolo) - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. III, 4 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1472 === Angelo Miani (1440-1496) sposa in seconde nozze Dionora Morosini, essendo rimasto vedovo con una bambina di un anno avuta dalla prima moglie (una figlia di Eustachio Tron) - Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, reg. Matrimoni di nobili veneti, pag. 211 v. - Somascha 2000, 48 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1473 === "Chiesetta di S. Ambrogio in Ronco (della parrocchia di S. Vigilio in Calco, decanato di Brivio): ritenuta addirittura anteriore al mille, questa chiesetta, proprieta' della famiglia Calchi, pare fosse la parrocchiale di Calco in tempi antichi (almeno questa e' l'opinione dello storico Carlo Erba anche se non sappiamo da quale fonte abbia tratto le notizie). Citata in un documento del XII sec., la piu' concreta testimonianza e' del 1473 dove in un documento si dice: 'Estabat Oratorium sub invocatione S. Ambrosi'. La comunita' di Calco ristrutturo' la chiesetta nel 1526, come ci ricorda la lapide di marmo posta nella parete sud (DMO / DIVIAMBROSII / SAC.AMPLIUS RESTITUAD / COMODITA.FRE / QUENTIE HOMI / A.MDXXVI.M.AAB. = DMO / Divi Ambrosii / sacellus amplius restitutus ad / comoditatem / frequentiae hominum / anno 1526) ... Agli inizi dell' '800 fu venduta e spari' come edificio religioso dalla scena della parrocchia di Calco" (cit. da: AA.VV., Fides per millenium. Il Decanato di Brivio storico erede dell'antica pieve. Brivio 2000, p. 130-131).



"Ronco = dal lat. mediev. RUNCUS che significava: vigneto a ripiano, colle inciglionato. Si riferisce ai lavori di terrazzamento della zona per la coltivazione della vite. RONCA' significa: dissodare i terreni per coltivarli. RUNCH in lombardo significa: terreno da dissodare, ma anche: vigna e colle terrazzato. Dal lat. RUNCARE = sarchiare" (AdL 3/1989, 503).. NOTE:

1 01 1475 === Nasce Luca Miani.. NOTE:

1 01 1475 === "Pare che il Messale ambrosiano si stampasse per la prima volta nel 1475 a Milano" (cit. da: Orlandi A., Memorie di Pasturo e Bajedo in Valsassina. in: AdL 2/1991, 264 n. 70).. NOTE:

24 11 1475 === Pergamena Miani: parla di Miani e pare una procura; nomina Angelo Miani q. Luca. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 7 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1476 === Polizze di membri della famiglia Benaglio: Bibl. Civ. Mai Bergamo, Archivio storico Comunale di Bergamo, sezione antico regime, Estimi (1378-1807), 350.0. Polizze di membri della famiglia Benaglio, 1476, Polizze di beni siti in Calolziocorte, Rossino e Somasca appartenenti a membri della famiglia Benaglio, filza cart. di cc. 28, num. rec., Segnatura: s. 30, 43, scheda: 374.. NOTE:

1 01 1477 === Nasce Carlo Miani: l'agostiniano Giacomo Battista Alovisius di Ravenna, dedicando la sua edizione del 1497 del Commentario di Alberto di Sassonia sopra la logica di Aristotele (Alberti de Saxonia Commentaria in libros Posteriorum Aristotelis. Venetiis per Bonnetum Locatellum Bergomensem Anno MCDXCVII, "Jacobus Baptista Alovisius Ravennas Augustinianus Carolo Aemiliano Adolescenti erudito Patritio Veneto" cf. Santinelli 1767, 4 n. a) "all'erudito adolescente" Carlo Miani, ricorda gli "eximia clarissimi genitoris tui erga me merita collata" e "cumque in liberalibus disciplinis (prout haec tua primordia prae se ferre videntur) superiorem neminem habebis tuo aevo judicio ... Vale, venturae Aemilianorum familiae ornamentum" - Somascha 2000, 48 (Tesi Pellegrini) - da giovane Carlo fu avviato all'avvocatura.. NOTE:

2 02 1479 === Manzolo Michele tipografo, Miracoli della Vergine Maria. Stampato a Treviso il 2 febbraio 1479, cc. 51, in 4°: che riporta tutti i miracoli della "nostra dona" (Bibl. Com. Treviso, Cass. E; Bibl. Querini Stampalia Venezia, Incunabolo n. 64; IGI 6498); e' unico nel suo genere e forse pesca da uno dei libri dei miracoli esistenti a S. M. Maggiore.. NOTE:

1 01 1481 === Nasce Marco Miani.. NOTE:

1 01 1483 === Sanudo Marin (1466-1536), Itinerari per la terraferma veneziana nell' anno 1483 (pubblicato per la prima volta pubblicato da Rawdon Brown, Padova 1847) - Landini 28 - riporta il disegnino di "Castrum Novum Queri" (foto in Netto 1981, 78) - passando per Treviso ricorda "S. Maria Mazor overo chiamata dei miracoli" - il Sanudo era membro del Maggior Consiglio - definisce il Borgo S. Leonardo di Bergamo "bello, tutto cinto di mura, lambito da acque derivate dal Serio ... le porte di Broxeta (Broseta, ndr.), Auxo (Osio, ndr.), Cologniolla (Colognola, ndr.) e Collogno (Cologno, ndr.), protette da torresini e con ponte levatoio, permettevano l'accesso al borgo che, per il gran numero di case e di strade, sembrava una citta', essere come la citta' di Crema ..." (cf. Bonacina 1989, 35).. NOTE:

1 01 1486 === Angelo Miani (1440-1496) viene destinato nel 1486 alla podestaria di Feltre (Arch. St. Venezia, Consiglio dei Dieci, Liber juramenti rettorum et officialium de extra 1485 e segg., p. 79) - Dalla Santa 51 n. 1. NOTE:

1 01 1486 === Girolamo nasce a Venezia nella parrocchia di S. Vidal dal secondo matrimonio di Angelo di Luca con Dionora Morosini, ultimogenito di quattro fratelli: Luca (1475), Carlo (1477) e Marco (1481). Quando Girolamo nasce il papa' Angelo e' podesta' e capitano a Feltre. Sulla casa natale, presso il ponte Vitturi, viene posta nel 1881 (sic!) una lapide commemorativa. Girolamo ha come primi maestri la mamma e i Canonici Lateranensi di S. Maria della Carita'. - Fabris 1987 - cf. in testo orig. il testo della lapide (presa da: L'Ordine dei Ch. Reg. Som. nel centenario 1928, p. 35, foto e testo).



"Vitturi (Ponte) a S. Vitale. D' antica origine romana, la famiglia Vitturi produsse, al dir dei cronisti, tribuni «molto ingegnosi, sagaci, superbi, e piccoli delle persone». Troviamo Giovanni, Marino, Orlando e Silvestro Vitturi fra i nobili che nel 1151 sottoscrissero l' atto di quitanza, fatto dal doge Morosini ai nobili di ca' Basegio. Un Daniele Vitturi sconfisse nel 1260 la flotta unita dei Genovesi e dei Pisani, predando ai primi otto navi, e cinque ai secondi. Un Lampridio fu vescovo di Trau' nel 1315. Un Giovanni, eletto nel 1510 provveditore in Friuli, ruppe in quell' anno i nemici presso Cormons; nel 1513 venne spedito ad assistere la citta' d' Udine minacciata dai Tedeschi; nel 1514 prese in certo incontro il generale Cristoforo Frangipane; nel 1527 ando' al soccorso di papa Clemente, assediato in Castel S. Angelo; nel 1528 fu posto a guardia di Barletta, ed altri luoghi marittimi della Puglia, conquistati dall' armata veneta a favore dei Francesi; nel 1531, sotto una accusa «de peculatu», fuggi' presso Ferdinando re dei Romani, che lo creo' cavaliere e capitano in Ungheria, ove sconfisse i Turchi; nel 1537 essendo stato richiamato, venne fatto generale d' armata in Golfo; nel 1539 provveditore generale in Candia; nel 1542 finalmente morte colpillo, e ritrovo' tomba in chiesa di S. Canciano. La famiglia Vitturi si gloria pure di un Lorenzo arcivescovo di Candia nel 1595, il quale in tempo di fame e di peste sovvenne con esemplare carita' ai proprii soggetti. Essa ha tuttora scolpito il proprio stemma sul pozzo interno del palazzo che a S. Vitale appartenevale, e che, per matrimonio, passo' nei patrizi Veronese. Il «Ponte Vitturi» chiamasi anche volgarmente «dello Scutelio» da un Girolamo Scutelio, chirurgo, che vi domiciliava appresso nel 1781" (Tassini 1887).



Lapide

posta nel 1881

dal Municipio di Venezia

sulla casa natale

di Girolamo Miani

a Venezia

___________________________________________________________



A

GIROLAMO EMILIANI

SANTO PATRIZIO VENETO

PRODE GUERRIERO E APOSTOLO DI CARITA'

CREATORE DEGLI ORFANOTROFI

FONDATORE DI SPEDALI

QUI NATO NEL MCDLXXXI

IL POPOLO VENEZIANO

NEL QUARTO CENTENARIO

SOLLENEMENTE CELEBRO'

Q. L. M. P.

1881. NOTE:

1 01 1486 === Tabella di Angelo Miani (Feltre): Angelo Miani (1440-1496), podesta' e capitano a Feltre, dal 1486 ,per conto della repubblica di Venezia, inizio' la costruzione delle fontane lombardesche, cosi' chiamate perche' opera di Pietro o Tullio Lombardo, architetti che diffusero nel nord Italia la nuova arte dell' umanesimo toscano. Quarta iscrizione sulle fontane, scalpellata come tante altre, durante il periodo della campagna napoleonica in Italia ci e' nota dai testi delle storie di Feltre che l'hanno riportata. Cosi' viene ricostruita dall' insigne epigrafista dott. Pietro Rugo (cf. testo orig.). Nei recenti scavi in Piazza maggiore, e' emerso un grande pozzo medievale che raccoglieva le acque piovane. Con la nuova stagione rinascimentale si tornava alla costruzione degli acquedotti. Le fontane lombardesche venivano rifornite da condutture di " cannoni" di abete che portavano a Feltre, l'acqua captata sopra Pedavena. Secondo studi recenti San Girolamo Miani (cf. Netto) sarebbe nato a Feltre, durante la reggenza del padre Angelo.



Tabella Angelo Miani



Feltre, fontana lombardesca



1486



(testo) (testo integrato)



DURATURA SEGES. DURATURA SEGES.

FELTRIS AQUA LABOR FELTRIS AQUA LABOR

ANG .AEMIL. PRAET. ANGELUS AEMILIUS PRAETOR

OB AFFECTIONEM OB AFFECTIONEM

ET PIETATEM ET PIETATEM

EXIMIAM EXIMIAM

FONTEM P. FONTEM POSUIT

UTILITATI ET ORNAMENTO UTILITATI ET ORNAMENTO



(traduzione it.)



Duraturo frutto.

Acqua e lavoro ai Feltrini.

Il pretore Angelo Miani,

per affetto

e bonta'

somma

costrui' la fontana

per l'utilita' (comune) e per l'ornamento.. NOTE:

1 01 1487 === "Misure per procurare l'uccisione dei lupi. Nel Comasco, in generale, gia' nel 1487 il duca di Milano inviava una squadra di cacciatori per sterminare un branco di lupi" (Comincini Mario, La bestia feroce: quando i lupi mangiavano i bambini nell'Italia padana. Ed. Diakronia, ottobre 1991, pp. 192. Recensione in: AdL 1/1992, 86).. NOTE:

1 01 1489 === Cristina Miani, figlia di Angelo, va a nozze con Tommaso Molin Murlon di San Samuele - Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, Registro Matrimoni, pag. 231 - Somascha 2000, 49 n. 21 (Tesi Pellegrini). NOTE:

16 06 1490 === Pergamena Miani: testamento (?), prati (?), Fanzuolo (Fanzolo ?). - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 8 - RC 1962 p. 88. NOTE:

2 10 1490 === "E' conservato un testamento, fatto 'in ipsa arce' (la Rocca di Somasca, ndr.) dal castellano Bono de Pievani il 2 ottobre 1490" (Pellegrini in: Somascha 1077, 44).. NOTE:

1 01 1491 === Ampliato il monastero di S. M. Maggiore in Treviso dal priore Antonio Contarini e comoda sacristia situata accanto all'abside settentrionale (Guerra 30; Abiti 44; Netto 1981, 35 con disegno). NOTE:

1 01 1491 === "Nel 1491 il sacerdote Pietro de Benaglio del fu Petrolo rassegna le dimissioni da Rettore della chiesa di Vercurago. A sostituirlo vien proposto, da parte della parentela dei Benaglio, a cui spettava la scelta del Rettore della chiesa di Vercurago, il sacerdote Martino de Bolis 'de nobili genere procreatum' e gia' Rettore della chiesa di Fuipiano in Valle Imagna. Il 4 agosto il Bolis viene ufficialmente presentato, nella chiesa di S. Margherita di Olginate, al prevosto di Garlate Giovanni de Bassi, al quale spettava da antichissimo tempo di dare il suo assenso alle nomine. In questi atti sono elencati tutti i componenti l'antica e potente famiglia dei Benagli a partire dal Conti Marco del fu Guidoto a Bernardino Sozzi del fu Giacomo ed altri residenti in Bergamo, oltre a quelli abitanti in Calolzio, Vercurago e Somasca (Arch. Parr. Olgin.: P-P/II, cart. 1 n° 296-297)" (Riva G. - Aldeghi G., Antiche carte: la Valle di S. Martino nei documenti dell' Archivio della Pieve di Garlate-Olginate. in: AdL 3/1993, 98-99).. NOTE:

1 01 1492 === Luca Miani, ormai diciottenne, viene presentato dal padre Angelo all'Avogaria di Comun per il sorteggio della Balla d'oro nel giorno di S. Barbara e per poter iniziare subito, qualora la sorte l'avesse favorito, la sua partecipazione alla vita pubblica entrando a far parte del Maggio Consiglio - Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, Balla d'oro, reg. III, c. 272 - Somascha 2000, 48 (Tesi Pellegrini). NOTE:

22 07 1492 === "L' Archivio Parrocchiale di Olginate possiede un registro contabile compilato a partire dal 22 luglio 1492 dal Rettore o Curato Bartolomeo Guarinoni (ma Guarignoni in Arch. Parr. Olg., ndr), originario di Averara, che resse la parrocchia fino al 1508. In esso, con bella e ordinata scrittura gotica, sono elencati, oltre ai legati e ai fitti spettanti alla Parrocchia, i nomi dei capifamiglia che versavano la demica o primizia per il mantenimento del Curato, suddivisi per contrada o per frazione. Le contrade sono elencate a partire dal 'Portico' di Sala per finire all'estremo opposto con la Fola, posta sul torrente Galavesa. Stranamente manca in questo elenco la localita' di Somasca, che pure apparteneva alla parrocchia di Calolzio (Arch. Parr. Olgin.: 1, P-P/III, 349, Registro)" (Riva G. - Aldeghi G., Antiche carte: la Valle di S. Martino nei documenti dell' Archivio della Pieve di Garlate-Olginate. in: AdL 3/1993, 104-105; cf. l' Arch. Parr. Olg.: "Registro di amministrazione della chiesa di S. Martino redatto dal curato Bartolomeo Guarignoni di Averara, con annotazione saltuarie di vari curati fino al 1611 circa.; trascritto in parte; Calolzio - atti notarili - elenchi; vari; Calolzio; italiano latino; Parrocchia di Calolzio; Le Parrocchie della Pieve; 27/11/96; Arch. Parr. Olg.// 1 P-P/III 349; 1494").. NOTE:

1 01 1493 === Angelo Miani (1440-1496) si trasferisce a Lepanto per assumere il posto di provveditore della Repubblica - Somascha 2000, 48 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1494 === Ignoto, Tarvisium: visione della citta' medioevale (1494) - Netto 1981, 14. NOTE:

1 01 1494 === Angelo Miani (1440-1496), padre di Girolamo, diventa senatore ed entra a far parte del Minor Consiglio, il Senato della Serenissima - Netto 1993, 18 - fu anche provveditore a Zante e in ultimo divenne a far parte dei Pregadi (Somascha 2000, 47). NOTE:

1 01 1495 === "A Calolzio sul colle presso le fortificazioni dei Benalio e Solza fu ricostruita la 2° parrocchiale S. Martino nel 1495. Questa struttura fu vista da S. Carlo Borromeo. La vecchia chiesa (la 1° parrocchiale) era ancora presente nel 1564, quando vi si celebrava una volta la settimana e nelle feste degli Apostoli; nel 1566 era in rovina e fu del tutto demolita. I resti emersero piu' volte, a meta' dell' '800, poi anche nel '900 negli anni '60, alla Gerra o al Cariggio (= palude, ndr.), presso il torrente Buliga: questo e il lago forse furono i responsabili del suo degrado. G. Rosa (La Valle di S. Martino. Brescia 1888, p. 22) accenna alla consacrazione di S. Martino al 1495; della chiesa vecchia accenna la Visita pastorale del 1546, oltre quella voluta da S. Carlo (Marcora C., Ippolito II Arcivescovo di Milano. in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VI, Milano 1959, p. 515; Mastelli A., Chiese della antica pieve di Garlate. in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. V, Milano 1958, p. 302)" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 75). (i nobili Solza sono citati in latino Soltia, in italiano Solzia, poi Solza).. NOTE:

1 01 1495 === Il vescovo Nascimbeni consacra il 5 aprile 1495 la ristrutturata chiesa di S. M. Maggiore di Treviso (cf. lapide a dx. entrando in chiesa, prima di accedere all'atrio della sacristia). NOTE:

29 11 1495 === Angelo Miani (1440-1496) presenta alla Balla d'oro il secondo figlio Carlo - Arch. St. Ven., Avogaria di COmun, Balla d'oro, reg. III, c. 272 - Somascha 2000, 50 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1496 === Angelo Miani (1440-1496, podesta' a Feltre dal 1486), papa' di Girolamo, viene trovato morto (suicida?) impiccato a una scala nei pressi di Rialto - Fabris 1987 - la notizia ci e' riferita dal genealogista Barbaro nei suoi "Arbori"; il Santinelli dissente e erra scambiandolo con un Angiolo di Luca di Angelo di Marco (fratello di Girolamo) ucciso nel 1604 nel padovano; ma il Barbaro era morto gia' dal 1570! - Somascha 2000, 50 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1497 === Alberti de Saxonia Commentaria in libros Posteriorum Aristotelis. Venetiis per Bonnetum Locatellum Bergomensem Anno MCDXCVII (1497) (IGI 253) - cf. Santinelli 1767, 4 n. a (dedica a Carlo Miani da parte dell'agostiniano Giacomo Battista Alovisius di Ravenna: "Jacobus Baptista Alovisius Ravennas Augustinianus Carolo Aemiliano Adolescenti erudito Patritio Veneto"; dice: "eximia Clarissimi genitoris tui erga me merita collata ... cumque in liberalibus disciplinis (prout haec tua primordia prae se ferre videntur) superiorem neminem habebis tuo aevo judicio ... Vale, venturae Aemilianorum familiae ornamentum").



Albertus de Saxonia, Questiones subtilissime in libros Aristotelis de celo et mundo ; Questiones subtilissime super libros posteriorum. Hildesheim, Zurich, New York, 1986. (168) p. ; 29 cm. Ristampa anastatica dell' ed. di Venezia del 1492 e 1497 (Universitatsbibliothek Heidelberg D 2818 Inc. e J.t.f. 927) ISBN - 34-87076-7 -X

Localizzazioni: BO0445 - Biblioteca del Dipart. di Filosofia dell' Univ. degli Studi di Bologna

MC0168 - Biblioteca del Dipart. di Filos. e sc. umane dell' Univ. di Macerata



Bibliothek: Bayerische Staatsbibliothek München - Katalog-Nr. A-137

Albertus 'de Saxonia':

Quaestiones in libros Analyticorum posteriorum Aristotelis. Hrsg. von

Johannes Baptista de Tolentino und Jacobus Baptista Alovisius. Mit

Widmungsbrief an Carolus Aemilianus von Jacobus Baptista Alovisius und

Gedicht von Domitius Palladius.

Venedig: Bonetus Locatellus für Octavianus Scotus, 1497.03.09. 2o.

GW 798. H 580. Pell-Pol 389. IGI (+ Suppl.) 253. BMC V, 447 (IB. 22958).

Goff A 349. CIH 109. Husung, Druckerzeichen 198.

Bl. 30 (E6) a hs. Kaufeintrag: comparavi pro 13 solidis. - Provenienz:

Amberg, St. Bernhard, Franziskanerkloster. - Neuer Pappband mit

Pergamentrücken und -ecken.

Signatur: 2o Inc.c.a. 3417



Bibliothek: Bayerische Staatsbibliothek München - Katalog-Nr. m A-137,2

Albertus 'de Saxonia':

Quaestiones in libros Analyticorum posteriorum Aristotelis. Hrsg. von

Johannes Baptista de Tolentino und Jacobus Baptista Alovisius. Mit

Widmungsbrief an Carolus Aemilianus von Jacobus Baptista Alovisius und

Gedicht von Domitius Palladius.

Venedig: Bonetus Locatellus für Octavianus Scotus, 1497.03.09. 2o.

GW 798. H 580. Pell-Pol 389. IGI (+ Suppl.) 253. BMC V, 447 (IB. 22958).

Goff A 349. CIH 109. Husung, Druckerzeichen 198. - Provenienz: Johann

Albrecht Widmanstetter. - Neuer Pappband.

Signatur: 2o Inc.c.a. 3418



Bibliothek: Bayerische Staatsbibliothek München - Katalog-Nr. m A-137,3

Albertus 'de Saxonia':

Quaestiones in libros Analyticorum posteriorum Aristotelis. Hrsg. von

Johannes Baptista de Tolentino und Jacobus Baptista Alovisius. Mit

Widmungsbrief an Carolus Aemilianus von Jacobus Baptista Alovisius und

Gedicht von Domitius Palladius.

Venedig: Bonetus Locatellus für Octavianus Scotus, 1497.03.09. 2o.

GW 798. H 580. Pell-Pol 389. IGI (+ Suppl.) 253. BMC V, 447 (IB. 22958).

Goff A 349. CIH 109. Husung, Druckerzeichen 198.

Bl. 30 (E6) a hs. Kaufeintrag: 9 libras dedi. - Provenienz: Obermedlingen,

Dominikanerkloster. - Neuburg/D., Provinzialbibliothek. Vgl. Hubay,

Neuburg/D. 25.

Signatur: 2o Inc.c.a. 3090p/1. NOTE:

1 01 1497 === Vernazza Ettore, consigliato da Caterina Fieschi Adornato (alias S. Caterina da Genova), costituisce la prima confraternita di sacerdoti e laici, l'Oratorio del Divino Amore; scopo: offrire una adeguata formazione cristiana agli aderenti, e lanciarli nelle opere di misericordia.. NOTE:

1 01 1498 === Papa Alessandro VI concede a S. M. Maggiore di Treviso il privilegio per la messa di Natale il 13 dicembre 1498 (originale della pergamena in Arch. St. Venezia, Convento S. Salvatore, busta 5, doc. 47). NOTE:

4 10 1498 === Carlo Miani, ventunenne, e' avvocato della corte del proprio (Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, Balla d'oro, registro III c. 272) - Somascha 2000, 48 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1499 === Descrive del "cocchio": "Tornate ben agibili le strade sotto i duchi Sforza, verso la fine del secolo XV apparvero nel milanese i COCCHI, costruiti in Ungheria a Kotze, localita' che diede loro il nome. A quattro ruote, veri carri pendenti in cui la cassa del veicolo era collegata con cinghioni agli assi delle ruote, i carrozzieri italiani applicarono razionalmente delle molle di sospensione e il nuovo veicolo si diffuse largamente nelle classi agiate, abbellito di decorazioni" (Pensa Pietro, Le comunicazioni nel bacino dell' Adda. in: AdL 3/1988, 383).. NOTE:

1 01 1499 === "Nel 1499 il ducato di Milano cade in mano francese" (Riva G.L. - Aldeghi G., Adda fiume di confine: contrabbando e spionaggio tra Olginate e la valle S. Martino nella seconda meta' del Quattrocento. in: AdL 4/1994, 70).. NOTE:

1 01 1500 === Mater Orphanorum - riproduzione dal libro d'ore della Trivulziana (Libro d'orazioni di Isabella d'Aragona vedova di Gian Galeazzo Sforza duca di Milano. Bibl. Trivulziana di Milano, B-93, epoca: 1494-1518 circa) - Tentorio, Per la storia V 1982, 74. NOTE:

1 01 1500 === Carpaccio Vittore (Venezia 1465 ca.-1526), Arrivo degli ambasciatori, 1495/1500, tempera su tela, cm. 275x589; immagine scaricata da internet: (http://web.tiscali.it/wwwart/accademia/images/03_img.jpg).



"In questo grande telero vengono descritte le prime tre scene della leggenda di sant' Orsola. Per poter suddividere gli episodi narrati Carpaccio si e' servito dell' architettura, impostandola con precise regole prospettiche. Il punto di fuga e' spostato verso sinistra, e, proprio da questo lato, inizia il racconto. Sotto ad un porticato sostenuto da colonne che si affaccia ad un angolo di laguna, vi e' l' arrivo degli ambasciatori. Questi sono probabilmente sbarcati dall' imbarcazione ancorata al molo della citta' che si scorge al centro. E' una Venezia interpretata dal pittore con, al centro, una splendida costruzione a cupola. In una sala delimitata da transenne, vi e' l' incontro fra gli ambasciatori e il re di Bretagna seduto sul trono ed affiancato da dignitari. Dietro, in un piccolo interno, Orsola e il padre discutono le condizioni delle nozze. La camera fa intravedere il letto, a baldacchino, e una parete con una icona, mentre, sulle scale d' accesso, e' seduta la nutrice. Sembra che uno studioso, Ludovico Zorzi, abbia scoperto che il racconto vada letto al contrario perche' al centro vi e' la scena del congedo degli ambasciatori ai quali il re pone il foglio aperto delle condizione matrimoniali. Comunque letto in un verso o nell' altro il contenuto non cambia molto. Negli abiti predomina un alternarsi di rossi e di neri, mentre nello sfondo il colore si fa piu' chiaro e luminoso".. NOTE:

1 01 1500 === Luca Miani viene eletto podesta' di Marostica nel vicentino - Netto 1993, 24 - Sanudo Diari 3, 250. NOTE:

30 10 1500 === Barbari (De') Iacopo (Venezia 1450-1516), Veduta di Venezia (silografia del 1500).. NOTE: (www.tin.it/veniva/venetie/map)



I legni originali si trovano a Venezia, Museo Correr (Inv. n. XXXIII - 1535).



Sanudo Diari 3, 1006: "Noto, a di 30 di questo mese (ottobre 1500), per la Signoria fu fato una termination, che, havendo Antonio Colb (Kolb, ndr.), merchadante todesco, fato con gran spexa far stampar Veniexia, qual si vende ducati 3 l'una, che possi trarle di questa cita', et portarle senza pagar dacio" (il Kolb fu l'editore).

17 10 1501 === Dionora Morosini presenta alla Balla d'oro il figlio Marco - Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, reg. Balla d'oro, IV, c. 301 - Somascha 2000, 50 (Tesi Pellegrini) . NOTE:

1 11 1501 === Marco Miani succede al fratello Luca nella podesteria di Marostica - Netto 1993, 25. NOTE:

1 01 1503 === Solario Andrea di Bartolo (Milano 1460-1524), Crocifissione (olio su tela, datato e firmato 1503, entrato nel 1845 al Museo del Louvre). Particolare della Rocca di Vercurago o Chiuso sullo sfondo a sx.. NOTE: Moschini G. Antonio crs., Memorie della vita di Antonio De Solario detto il Zingaro, pittore veneziano, Firenze 1831 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 52-16].



AA. VV., Le fortificazioni di Lecco origini di una citta'. Electa, Milano 2001, pag. 19 (riproduzione a colori del particolare della Rocca).

1 01 1503 === Viene costruito il chiostro quadrato addossato al lato meridionale della chiesa di S. M. Maggiore di Treviso (Abiti 43). NOTE:

22 09 1503 === Ducale di destinazione di un castellano nella Rocca sopra Vercurago in data 22 settembre 1503 (Bergamo, Bibl. Civ. Mai, Camera dei Confini, Confin di monte: Vercurago; segn. nuova: 96 R 12; segn. antica: XII, 9). Durera' sino al 1509, quando i francesi atterrarono la Rocca.. NOTE:

1 01 1504 === Luca Miani eletto podesta' di Brisighella in Romagna (Sanudo Diari 5, 715s); Marco Miani sposa Elena Spandolin di Costantinopoli: nasce Angelo - Arch. St. Ven., Avogaria di Comun, reg. Matrimoni di nobili veneti, pag. 211v. - Netto 1993, 28. NOTE:

1 01 1504 === "Somasca ebbe progressivamente legati specifici dal 1504" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 75).. NOTE:

1 01 1504 === (ACM 5-1-2, 2) Testamenti, legati, istrumenti per la parrocchia: indici tra 1504 e 1623.. NOTE:

17 01 1504 === Michele Ghislieri, futuro Pio V, (nato ad Alessandria nel 17 gennaio 1504) divenne anche inquisitore a Como. Perche' li' l'Italia aveva occasione principalmente di scherno contro il protestantesimo, il quale col favore di frequenti relazioni mercantili, ogni giorno dalla Svizzera vi si andava riversando. Da quel punto il carattere del Ghieslieri non cesso' di manifestarsi in tutta la sua imparziale e pacata inflessibilita'.. NOTE:

2 04 1504 === Pergamena Miani: vendita di beni a Fanzuolo (Fanzolo). - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 18 - RC 1962 p. 88. NOTE:

7 09 1504 === (So (segr.) 20) Legato Borelli per il cappellano di S. Bartolomeo (7 settembre 1504). [ASPSG So 20, 'originale'].. NOTE:

1 01 1505 === "Ricorderemo pure col Sanudo che nel gennaio 1505 M. V. facendo gran freddo in Venezia, e morendo molti poveri per istrada, si eresse, affine di ricoverarli, presso il Bersaglio dei SS. Giovanni e Paolo, un fabbricato di tavole colla somministrazione gratuita di paglia e di legna" (Tassini 1887). . NOTE:

1 01 1506 === "Da Rossino fu staccata nel 1506 la porzione settentrionale facente capo a S. Maria di Erve" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 76).. NOTE:

1 01 1506 === La "Scola della Dottrina Cristiana" aveva nella diocesi di Milano vita gia' lunga. L' aveva fondata nel 1506 Albertino da Busto sotto il nome di "Scola Ambrosiana" presso la Chiesa di S. Giovanni in Guggirolo. Essa ebbe il grande impulso dal prete Castellino da Castello (1476-1566) il quale con l' aiuto di laici diede inizio il 28 settembre 1536 alla "Compagnia della Reformazione Christiana" chiamata poi "Compagnia della Dottrina Christiana" (Cazzani, Storia di Olginate 1979, 360).. NOTE:

1 01 1506 === Pergamena Miani: si parla di Girolamo Miani, Fanzuolo (Fanzolo) (1506): - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. III, 5 - RC 1962 p. 87. NOTE:

1 01 1506 === Priore a Treviso S. Maria Maggiore: Girolamo Corbelli veneziano (1506-1510). NOTE:

17 06 1506 === La Biblioteca Nazionale di Parigi conserva un originale manoscritto (ms. 26110 - 704) che in italiano suona cosi': "Noi Mercurio Bua, capitano di 100 cavalieri albanesi, dichiariamo di aver riscosso da messe Nicola di Nouville, consigliere del re nostro signore (re Luigi XII di Francia, ndr.), e tesoriere dell'armata in guerra contro Milano, la somma di 200 lire tornesi, versate dal detto tesoriere per il nostro stipendio, come comandante dei 100 cavalieri albanesi, riferentesi ai mesi di gennaio, febbraio e marzo. Ci dichiariamo soddisfatti di tale importo, e ringraziamo il tesoriere. In fede di che, abbiamo sottoscritto di nostro pugno questa quietanza, e apposto il nostro sigillo, oggi 17 giugno 1506" (cf. Netto 1981, 43).. NOTE:

4 09 1506 === "L'Universita' di Torino ebbe nondimeno l'onore al principio di questo secolo di conferire la Laurea Teologica al celebre Erasmo, che venendo in Italia nel 1506 volle ivi prendere quell'onorevol grado (nota: in documenti trovati nell'Archivio di Torino, il Sig. Baron Vernazza trovo' la nota de' laureati nella Universita' di Torino dal 1497 al 1512 e dal 1543 al 1564, e da questa siamo accertati che Erasmo ivi ebbe l'onor della laurea, trovandosi in essa inserito il suo nome: 'R.D. Erasmus Roterodamus Ord. S. Augustini Monasterii vulgo dicti de Stazen in Dioc. Trajectens. in Hollandia in Sacra Theologia 4 Septembri 1506')" (cit. da: Tiraboschi G., VII, I, 120s).. NOTE:

1 12 1506 === Girolamo, di vent'anni compiuti, e' presentato dalla mamma per la grazia della "Barbarella". Non si conosce l'esito del ballottaggio. - Fabris 1987 - Arch. St. Venezia, Avogaria di Comun. Balla d'Oro, Registro IV, c. 301. cf. SSGE 418, 15-16 (testo lat. e trad.).. NOTE:

8 12 1507 === (Confini) Lettera del Rettore di Bergamo al Consiglio dei X (8 dicembre 1507). [ASPSG So 2011, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1508 === Brescia in una incisione del sec. XVI (vi fu castellano nel 1508 il fratello di Girolamo, Carlo Miani).. NOTE:

1 01 1508 === Cambrai: "Celebre Lega sottoscritta l'anno 1508 in Cambrai nella Fiandra contro la Repubblica di Venezia da tutte le potenze d'Europa" (Santinelli 1767, 7). NOTE:

1 01 1508 === Carlo Miani nominato castellano a Brescia - Netto 1993, 32. NOTE:

1 01 1508 === Gilino Gian Giacomo, Relazione dell' Ospedale di Milano dedicato alla Vergine Nunziata (ms. del 1508; edito da Salvatore Spinelli a Milano nel 1937) - in questa relazione abbiamo questa informazione circa l'assistenza dei bambini, e questo serve a capire come tra pochi anni si impostera' la riforma organizzata da Girolamo Miani in favore dei fanciulli, creando per essi luoghi appositi di educazione e formazione, separati dagli ospedali: "Essendo el numero de essi expositi quasi incredibile, peroche' quasi sempre excede, piu' de mille, e adunca primieramente proveduto de una pratica obstetrice ben salariata, con alcune nutrice qual sta continuamente a tali bisogni preparata nel hospitale propinquo de Brolio. Ad esso sono consignati gli expositi subito che sono presentati all'hospitale grande, et lo primo succurso quale li e' dato e' quello del Sacro Fonte per regenerarle ne la Fede catholica ... et poso questo se li provede de nutrimento per le nutrice li' preparate". Venivano poi affidati a famiglie e nutrici di campagna; all'eta' di quattro anni erano accolti nell'ospedale di S. Celso dove un precettore insegnava loro la "oratione dominica, la salutatione de la Virgine con li articoli de la catholica fede" e li iniziava ad altre cognizioni "de migliori littere, se li fossero disposti". Erano chiamati e considerati "fioli del hospitale". Fra gli otto e i dieci anni i maschi venivano collocati negli altri ospedali dove i rettori procuravano di avviarli a qualche arte o lavoro a servizio dell'ente. Le femmine venivano distribuite fra l'ospedale di S. Caterina al ponte dei Fabbri e quello di Buona Donna (nota tratta da: Tentorio, Per la storia V 1982, 184 nota 8).. NOTE:

1 01 1508 === inizia in quest'anno la serie di notizie fornite da: Pellegrini F. (a cura), Giampiccoli Giampaolo, Fragmenta chronica de bellis in territorio bellunensi gestis ab anno 1508 ad 1516, excerpta e Libro Sacristarum. Belluno 1880 (e': Il libro dei sacristi, cronachetta bellunese degli anni 1508-1516).. NOTE:

25 05 1508 === Muore il 25 maggio 1508 Ludovico il Moro e il Ducato di Milano passa in potere di Francesco I Sforza, poi di Massimiliano Sforza, poi di Carlo V, poi di Francesco II Sforza.. NOTE:

1 01 1509 === I Francesi smantellarono la Rocca di Somasca nel 1509.



"La Rocchetta era stata abitata fino al 1509, cioe' fino a quando non venne coinvolta nelle vicende della guerra della lega di Cambrai. Serviva per difesa della popolazione di quelle ville: il capitano di Bergamo vi teneva un castellano e qualche soldato. Nella Rocca si nasceva anche e si facevano testamenti. E' ricordato infatti un certo Bartolomeo, morto di circa 60 anni nel 1560, il quale vi era nato essendo figlio del castellano ... Nel 1509 la Rocca era affidata al padovano Pietro Santo, che tradi' Venezia e la cedette ad un certo Martino, capitano dei Francesi, i quali la distrussero e misero a fuoco i paesini sottostanti ... Dopo i fatti del 1509 i Veneziani non tennero piu' soldati e guardie nella rocca semidistrutta. La strada che vi giungeva era percorsa ormai quasi unicamente dal bestiame e dai garzoni che lo conducevano a pascolare sui rari prati erbosi sottostanti. Le chiavi furono custodite dalla gente di somasca. Da essi vennero consegnate al Miani, quando vi giunse nel 1534, pensando di stabilirvisi con la sua Compagnia ..." (Pellegrini in: Somascha 1977, 44).. NOTE:

1 01 1509 === Treviso antica. Compertium operum bastioni factum per collegium notarile tempore belli Gallorum 1509 (Treviso 1880) (Treviso, S. Maria Maggiore, AP 29, 22; AP = Archivio Parrocchiale).. NOTE:

14 05 1509 === Battaglia di Agnadello (14 maggio 1509), cui secondo alcuni biografi partecipo' anche il giovane Girolamo Miani.. NOTE: Sulla battaglia di Agnadello cf.: Mazzi A., Leonardo da Vinci nella guerra di Luigi XII contro la Repubblica Veneta. Nota cronologica. Bergamo, tip. Bolis 1914, pp. 18 (sulla battaglia di Agnadello del 14 maggio 1509). Copia in ASPSG D 13.

1 09 1509 === Luca Miani e Marco Miani partecipano alla difesa di Padova; secondo alcuni biografi Girolamo inizierebbe qui la carriera militare "equestre". - Fabris 1987. NOTE:

15 12 1509 === Luca Miani viene eletto comandante del Castello della Scala (accetta il 17 dicembre), ultimo bastione che impedisce l'accesso dalla Valsugana alla valle di Feltre. - Fabris 1987 - ci va il 20 dicembre insieme con il connestabile Sebastiano da Venezia a capo di 50 fanti (Sanudo Diari 9, 387, 397, 399; Arch. St. Ven., Segretariato alle voci, reg. 16, c. 81, anni 1503-1525) - Somascha 2000, 54 n. 40 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1510 === Carella (fraz. di Eupilio, CO): edicola con ciclo di affreschi del Cinquecento (data scritta del 1510); tale edicola fu poi inglobata nella chiesetta di S. Martino che ancora oggi si vede. Primo de Conti di Carella (o Mariaga), proveniva da queste parti.. NOTE:

4 02 1510 === Concessione di poter celebrare la S. Messa alla Cornabusa (almeno al sabato di ciascuna settimana, e nella domenica fra l' ottava della Nativita' della B.V.M.), fatta dal vicario gen. della diocesi di Bergamo il 4 febbraio 1510, come risulta da un rescritto autentico presentato durante la visita pastorale fatta alla parrocchia di Cepino da mons. Luigi Ruzzini nel 1702 (Decreto del 21 giugno 1702).. NOTE:

9 03 1510 === Il 9 marzo 1510 appare la Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza (Treviso, diocesi di Vittorio Veneto).. NOTE:

5 07 1510 === Il Castello della Scala e' preso dagli Imperiali. Luca Miani ferito al braccio destro viene condotto prigioniero in Germania. - Fabris 1987. NOTE:

7 11 1510 === In seguito ad uno scambio di prigionieri con un certo Cristoforo Calepino (capitano dell'esercito tedesco), Luca torna a casa, inabile ad un braccio. - Fabris 1987 - Sanudo Diari 11, 589. NOTE:

17 11 1510 === Luca Miani chiede il privilegio della castellania di Quero per la durata "in vita sua" a favore di suo fratello; la richiesta non viene accolta. - Fabris 1987 - Arch. St. Venezia, Maggior Consiglio, Deliberazioni, filza 1, documento dopo il mese di novembre e con a tergo un atto in data 8 dicembre 1510. - Dalla Santa 38-40

Supplica di Luca Miani

per ottenere la castellania

di Castelnovo di Quer



[17] novembre1510

(Arch. St. Venezia, Maggior Consiglio, Deliberazioni, filza 1, documento dopo il mese di novembre e con a tergo un atto in data 8 dicembre 1510)

"... Humilmente supplica ali piedi di V. Sr.ta' el fidelissimo servitor di quella Luca Miani fo de ser Anzolo, el qual per V. Ser.ta' a tempi periculosissimi fu mandato castellan cum fanti 50 in la forteza de la Scalla, dove per mexi sie e mezo che li stete, sempre hebbe gran vigilantia e fatica di continuo in fortificarsi de reppari, bastioni, casemate et altre fortificationi, come a V. Cel.ne per sue lettere e noto. Successe che ultimamente, toltole la via di Bassan, Covolo et Enego, fu assaltato dali inimici di V. Ser.ta', i quali, prima brusato tuto tuto Feltre, erano circa 7 millia Alemani et mille Spagnoli, et poi tuti li paesani de Valsugana e Tesin, da circa 5 millia, che anchor loro venuti erano per far sue vendete de la tayata li fu facto per avanti in dicta Scalla; dali quali essendoli rechiesto dic(t)a forteza, non solum non volse ascoltarli, ma piu' volte fece trazer ali trombeti. Tandem de dicto numero de inimici adi' 5 luio passato li fu dato una bataglia zeneral dal levar del sol fin hore vintido continuamente, dandosi tre volte el cambio, et dicto castellan cum dicti fanti 50 di continuo vigilando ale defese et combatendo, senza haver alcun spattio de riposso, per non haver el cambio de mudadsi, respecto la deficientia del numero se li rechiedeva, como per molte lettere de dicto castellan la Ser.ta' V. fu avisata, le qual anchora che quella del tuto sia memore, pur, a mazor sua chiareza, le potra' far lezer. Ale fin in dicta expugnation molti de la forteza morti et feriti da schiopeta', et lui castellan, oltra le altre ferite, fu percosso de un schiopeto de una botta mortal nel braxo destro, che li porto' via i nodi del comedo frantumandoli i nervi et ossi, ita che riman strupiato de dicto brazo. Li inimici, non possendo quelli de la forteza resister, in gran numero per forza intorno dentro, et quelli pochi restanti forno tagliati a pezi, salvo el dicto castellan, contestabile e do caporali, i quali,per lo mezo de Spagnoli, camporno la vita, et dicto castellan, miracolosamente campando de man de Todeschi, capito' neli capitanei loro, i quali, donandoli la vita, lo feron preson; nela qual captura, oltra la roba et arme el si retrovava, li fu tolto ducati 200 havea avanza' cum V. Ser.ta' del suo salario, li qual salvava solum per dar una paga a soldati, in caso che per altra via non potesse esser subvenuto da V. Ser.ta', como a quella per sue lettere fu dato aviso. Et essendo menato captivo in Alemagna, fo rescosso per gratia di V. Cel.ne cum un preson (1) ben e' ver ha convenuto spender et indebitarsi ducati 250, prima in pagar la taglia de Ser Beneto Marin, perche' cussi' per V. Cel.ne fo deliberado, poi de li' in spexe, presenti e manzarie, ita che si trova haver di danno, de ducati 450 de contadi, oltra la roba persa de li'; sed, quod peius est, riman strupiato al tuto del brazo dextro. Tamen, Serenissimo Principe, lui e' disposto non solum, s'el accadesse, per la sua patria perder l'altro brazo, ma etiam la vita propria e de suo fratelli offerisse per V. Cel.ne. Ma perche' lui, povero supplicante, retrovandosi per el caso predicto in summa calamita', non ha el modo del viver, se V. Ser.ta' per sua innata clementia non li soccorre, come la sol far verso ognuno di calamita' oppresso, nonche' a lui povero supplicante, el qual, prostrato ali piedi di V. Cel.ne, de gratia spetial supplica che per sua clementia la se degni conciederli (2) 8 rezimenti tantum la castellania de Castelnuovo di Quer, la qual al presente se trova nele man de due villani, cum el medesimo salario de ducati 5 al mexe de provision et altre utilita', regalie et emolumenti hanno hauto li altri castellani (3), offerendosi star li' uno de loro quattro fratelli a tempo di guerra e di pace, intendendo pero' che quello deli dicti fratelli fara' la residentia, non possi esser electo ad alcun altro offitio. Et facendoli V. Ser.ta' a dicto supplicante tal gratia, dara' causa a lui et altri servir bene e fidelmente in ogni altra impresa como ha facto dicto supplicante, el qual etiam potra' viver a l'ombra di V. Cel.ne a la qual humelmente se recommanda et offerisse sempre per servo ...".



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(1) che fu un "Christoforo Calepim, qual fu lassato di prexom qui, e contracambiato con sier Lucha Miani, fo castelan in la Scalla", cf. Sanudo, Diari, t. XI, c. 589, alla data 9 nov. 1510.



(2) dopo "conciederli" sono cancellate le parole "in vita sua"; "8 rezimenti" sta sopra nell'interlinea (Nota dello stesso Dalla Santa).



(3) qui seguono, con segno di cancellatura, le parole: "non essendo oligato ad alcuna contribution de tanse, graveze, over altre angarie, sia como se voglia chiamade, si' poste, como che per el tempo ha vegnir se ponesso". L'indicazione del salario del castellano, che qui e' detto essere stato, anche peei rappresentanti precedenti, di ducati 5 al mese, modifica, e crediamo corregge, il Sanudo (Itinerario 1847 pag. 120), ripetuto dal Vecellio (I Castelli... pag. 355), dove gli sono assegnati, almeno nel 1483, ducati mensili 30 (Nota dello stesso Dalla Santa).. NOTE:

27 11 1510 === "1510, 27 novembre. Fu posto, per i consieri, la parte di dar a sier Luca Miani, quondam sier Anzolo, fo preso castelan a la Scalla, et fo ferito e rimasto strupiato di uno brazo, la castelanaria di Castel Nuovo di Quer, in vita sua, con ducati 5 di salario al mexe e non piu', et altre regalie etc. Et leto la parte dil 1450, non vol si dagi gli officii di castelaniarie, via; item la parte, quando fo da' il castello di la Saracinescha di Padoa ai Malipieri, quel di Mestre a un Michiel, quel di Este a un Mosto, amazati a la guerra dil turcho etc. Or ando' la parte, qual etiam la messe i cai di XL: 2 non sinceri, 579 di no, 817 di si'; vol i do terzi. Iterum: 3 non sinceri, 687 di no, 772 di si' et non fo preso alcuna cossa. A un altro conseio; et fo ben fato. Fo riscata' senza pagar taia" (Sanudo Diari 11, 614). NOTE:

8 12 1510 === "1510, 8 dicembre. Fu posto la parte di sier Luca Miani e fradelli, qual habi la castelanaria di Castel Nuovo di Quer per 5 rezimenti; la qual parte a di' 17 novembrio fo balota' do volte e non fo presa. Hor ozi ave 4 non sinceri, 413 di no, 731 di si'. Iterum balotata: 2 non sinceri, 468 di no, 777 di si'. Non fu presa" (Sanudo Diari).. NOTE:

8 12 1510 === Luca Miani richiede il privilegio della castellania di Quero per la durata ora di 8 reggimenti a favore di suo fratello; anche questa richiesta non viene accolta. - Fabris 1987. NOTE:

22 12 1510 === "1510, 22 dicembre. Et poi fu posto, per i consieri, la gratia di sier Luca Miani, fo castelan a la Scala, di aver per 5 rezimenti la castelanaria di Quer, non obstante la parte dil 1450, 6 octubrio, che li savii possino in pregadi venir con le lhoro oppinion sircha questo e poi si baloti iterum in questo conseio. Ando' la parte: ave una non sincera, 508 di no, 1170 de si', et fu presa. La qual do altre volte fu posta e non presa" (Sanudo Diari 11, 672).. NOTE:

22 12 1510 === La richiesta di Luca, ridotta a 5 reggimenti ("quinque tantum regimina") fu accolta in Maggior Consiglio (Arch. St. Venezia, Maggior Consiglio, Deliberazioni, reg. Deda, c. 58 a tergo).. NOTE:

23 12 1510 === "1510, 23 dicembre. Fu posto, per li savii, la parte di sier Luca Miani, darli la castelanaria di Quer per 5 rezimenti, iuxta petita. E fu presa ... Fu posto, per li savii, dar a sier Luca Miani, quondam sier Anzolo, e fradelli, la castellanaria di quer, per cinque rezimenti, atento li soi meriti, fo preso da' todeschi castelan a la Scala et ferito etc. La qual parte si habi a meter a gran conseio. Ave 70 di no, 117 di si'; fo presa. Eta di' 24 fo posta in gran conseio: ave 435 di no, 1078 de si'" (Sanudo Diari 11, 691s).. NOTE:

23 12 1510 === Decreto di concessione della castellania per 5 reggimenti a Luca Miani fatto dal Pregadi (23.12.1510).



. NOTE: orig. in: Arch. St. Venezia, Senato, Deliberazioni, Terra, reg. 17, carta 53 a tergo.



Landini 471.

BCS 1916, dic., fasc. 3, pp. 10-11, n. 3.

Dalla Santa 41.

24 12 1510 === Il Maggior Consiglio conferma l'istanza di Luca Miani: la castellania di Quero viene affidata a uno dei fratelli per la durata di 5 reggimenti (= 13 anni e 4 mesi); la famiglia sceglie Girolamo (Arch. St. Venezia, Maggior Consiglio, Deliberazioni, reg. Deda, c. 60, sotto il di' 24 dicembre 1510) - Landini 1947, 287 - Fabris 1987 - Dalla Santa 41 n. 3.. NOTE:

31 12 1510 === Girolamo si reca a Quero negli ultimi giorni di dicembre 1510 e nei primi di gennaio 1511 - Somascha 2000, 58 (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1511 === Ignoto, SGM liberato dalla Madonna (Treviso, Madonna Grande, del 1511) - SSGE 43 (agosto 1918, pp. 2-3) - Stoppiglia 1934, 525 - Netto 1981, 173. NOTE:

1 01 1511 === Suso Henrich op. (Enrico Suso, da Susa, Susone, 1295-1366, di Costanza, beato), Horologio della Sapienza, stampato in Venezia per Simon de Luere (De Lovere) a cura di Girolamo Regino, MDXI (1511).

Localizzazione: Museo Correr, Venezia, Opuscoli Cicogna, 342, 1-4

- Somascha 1999 (riedizione del testo a cura di Brunelli S. crs., con notizie anche sul Regino) - a Somasca ne esiste copia del 1539 con firma autografa del p. Trotti (BCM 28-38-43).. NOTE: Girolamo Regino eremita, morto a Venezia il 23 gennaio 1524 (giorno della sepoltura, cf. alla data).

1 01 1511 === In gennaio del 1511 muore Cristina Miani Murlon, sorellastra di Girolamo - Netto 1993, 35. NOTE:

1 01 1511 === Priore a Treviso S. Maria Maggiore (senza poterne esercitare il servizio causa guerra): Alberto Maria degli Alberti veneziano e frate Girolamo Bono (1511-1516). NOTE:

1 03 1511 === Girolamo si reca in marzo a Quero con 300 fanti. Capitano della fortezza e' Andrea Rimondi. Girolamo ottiene rinforzi dal podesta' di Belluno agli ordini di Paolo Boglioni e Cristoforo Colle, poi seguiti da Ludovico Battaglia detto il "Battaglino". - Fabris 1987. NOTE:

12 04 1511 === Girolamo si lamenta con il Consiglio dei Dieci di essere stato oggetto di insulti da parte di sottoposti ribelli; inoltre richiama l'attenzione del Consiglio sull'esistenza di un passaggio segreto nel vicino paese di Scalon, che puo' nuocere ai pubblici dazi e alla sicurezza dello stato. In seguito a questa istanza, il Consiglio dei Dieci incarica il podesta' di Treviso di istruire il processo contro i sottoposti e di provvedere alla "via di Scalon". - Fabris 1987. NOTE:

24 04 1511 === Prima di tre lettere dei Capi del Consiglio dei Dieci al Podesta' di Treviso Andrea Dona' (24.04.1511; 30.05.1511; 11.06.1511): - Landini 1947, 472 - Dalla Santa 42



Prima di tre lettere

dei Capi del Consiglio dei Dieci

al Podesta' di Treviso Andrea Dona'



24 aprile1511



(Arch. St. Venezia, Consiglio dei Dieci, Lettere dei Capi, b. 13, doc. 61)



"Reperietis his inclusas litteras viri nobilis ser Hieronimi Emiliani, castellani Castri novi, diei XII instantis Capitibus Consilii nostri Decem. Quid contineant, ex earum lectura planius intelligetis. Volumus igitur, et cum Capitibus Consilii nostri X prefatis mandamus vobis, ut in caso ipso formare debeatis processum diligentem et secretum tam ad probationem facti, quam pro intelligendis et sciendis nominibus culpabilium; quem processum, sic formatum, mittetis postea ad Capita Consilii nostri X sub vestris litteris et sigillo, et pariter litteras predicti castellani de quibus supra. Insuper per personas practichas et aptas huic servitio, supravideri et bene consyderari faciatis passum Scaloni de quo in litteris, et in quibus terminis nunc reperiatur, et subsequenter per litteras vestras nobis et Capitibus Consilii nostri X praefatis significare quantum pro opinione vestra sentiretis fore providendum et faciendum circa illum, ut providere opportune valeamus, sicut noverimus expedire".

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Aggiunge il Dalla Santa a p. 42: "Deploro di non essere riuscito a trovare la ricordata lettera del Miani".. NOTE:

30 05 1511 === Seconda di tre lettere dei Capi del Consiglio dei Dieci al Podesta' di Treviso Andrea Dona' (24.04.1511; 30.05.1511; 11.06.1511): - Landini 1947, 472 - Dalla Santa 42



Seconda di tre lettere

dei Capi del Consiglio dei Dieci

al Podesta' di Treviso Andrea Dona'



30 maggio 1511



(Arch. St. Venezia, Consiglio dei Dieci, Lettere dei Capi, b. 13, doc. 117)



"Respondentes litteris vestris diei 9 instantis (1) responsivas ad illas quas cum Capitibus Consilii nostri Decem ad vos dedimus aub die XXIIII mensis aprilis proxime praeteriti, tam circa causam insultus asserti facti contra castellanum nostrum Casti novi de Quer, quam circa passum Schaloni, vobis cum Capitibus Consilii nostri Decem praefatis dicimus, ordinamus et imponimus quod, completo per vos processu contra culpabiles insultus facti contra personam dicti nostri castellani, facere et administrare debeatis illam justiciam quam, omnibus bene consyderatis, cognoveritis convenire.

Pro quanto vero spectat ad passum Schaloni de quo supra, vobis dicimus et mandamus quod, ta respectu datiorum, quam quia reputari potest impraesentiarum esse suspectum inimicorum, de quo in vestris litteris praedictis facitis mentionem, debeatis propterea, intelligendo vos cum dicto castellano nostro Castelli novi, passum ipsum Scaloni destrui et removeri facere, tam pro indemnitate daciorum, quam pro maiori securitate in illa parte, faciendi fieri hanc executionem per illum bonum modum et formam et cum illa bona dexteritate qui e que vobis videbitur convenire. Et de executione presentium dabitis per litteras vestras noticiam Capitibus Consilii nostri X praefatis. Bene vobis subiungimus et dicimus quod, si fortasse vobis videretur quod dictus passus Scaloni non foret nocivus daciis seu rebus Status nostri, permittatis illum stare sicut stat".



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(1) Questa lettera non e' conservata nella serie di quelle del rappresentante di Treviso ai Capi dei Dieci, sua sede naturale.. NOTE:

1 06 1511 === Nel giugno del 1511 Girolamo in collaborazione col podesta' di Feltre e Belluno mette in atto opere di consolidamento e provvede alla costruzione di una terza torre sulla sinistra Piave - Netto 1993, 35. NOTE:

9 06 1511 === Belluno e Feltre il 9 giugno 1511 comunicano al governo veneziano l'accordo per meglio organizzare la difesa dei loro terrritori potenziando anche la fortezza di Castelnuovo - Pellegrini F., Il libro dei sacristi ..., Belluno 1880, pp. 47-49 (cf. testo orig.)

Belluno e Feltre

comunicano al governo veneziano

l'accordo per meglio organizzare

la difesa dei loro terrritori

potenziando anche

la fortezza di Castelnuovo



9 giugno 1511



(Pellegrini F., Il libro dei sacristi ..., Belluno 1880, pp. 47-49; riprodotto anche da: Beda Bona Paze' 1990, 678-679)

"Serenissimo Principi, et illustrissimo suo dominio.

Considerando le fidelissime comunita' vostre de Feltre et Cividal quanti et quali siano sta li loro danni et iacture incorse per le presente due guerre; dubitando, quod Deus avertat, in futurum maiora subire; desiderosi conservar la cita' de Cividal, et li ambidui territorii, et viver sotto l'umbra de la iusticia de Vostra Sublimita', supplicarono a quella li piaqua concieder li infrascripti capituli.

Et primo piaqua a Vostra Sublimita' che le dicte do comunitate se unissano insieme, et fiat unum corpus unitum donec durera' le presente guerre, ita che venendo inimici a danni de Cividal per qualunque passo o via venissero, che feltrini cusi' citadini come contadini, siano obbligati sumptibus suis andar cum le arme et lor poter a soccorso et deffensione de quel loco, et li' star et perseverar si' come rechiedera' el bisogno; et similiter venendo li inimici a danni del territorio feltrin per qualunque passo, li dicti citadini et contadini de Cividal siano obligadi ala deffension toto eorum posse, similiter a le loro spese, et perseverar ut supra.

Item perche' nel passo de la Schalla et Castelnuovo sonno li piu' pericolosi, et sonno antemurale de quella valle; che quelli do passi siano fortificati et vardati per le dicte comunita' comuniter et insieme cum li altri passi.

Item che Vostra Sublimita' se degni mandar de li' uno perito inzegnier che habia a veder tuti li passi circum circa per luno et laltro territorio, et quelli faza fortificar, et praecipue la schalla et Castelnuovo piu' propinqui.

Item che a dicti passi dove piu' sera' di bisogno quella mandi qualche artigliarie et monitione, azo' al bisogno se possano conservar et adiutar, si' come refferira' dicto inzegnier esser bisogno.

Item che a Vostra Signori se degni concieder et donar a luna et laltra comunita' qualche numero de freze per esser arme apte a li homini et luogi de que paese.

Item occorrendo el bisogno, quod Deus avertat, Vostra Serenita' se degna mandar qualche cavallo, et piu' quantita' et mancho segondo per zornata occorera' el bisogno, considerata la potentia de li inimici; et similiter qualche comestabile pratico cum quelli fanti usi che parera' a Vostra Serenita' per governo de l'ordenanza.

Item che li contadi de Mel et Cesana siano compresi ne le suprascripte comunita' pro eorum posse in omnibus et per omnia, quia agitur similiter de re eorum, attento che za hanno consentito alla presentia di magnifici signori proveditori.

Item che Vostra Signoria se degni nunc far asaper a li magnifici signori retori de Triviso, Seravalle, Oderzo et Conegian, occurendo el bisogno mandino li finitimi loro subditi a dicto loco de Feltre o Cividal, in soccorso; et non expectino altro comandamento, siando occurente el bisogno per zornata.

Item che tute le zente che se troverano stando le occurentie nel teritorio de Cividal, et cusi' feltrini como altri forastieri, et e converso se troverano a Feltre o sul teritorio feltrino, siano in totum sottoposti al proveditor del loco dove se troverano che per nome de Vostra Signoria li sara' deputado; et cum piena liberta' de la obedientia.

Die 9 iunii 1511, in collegio".. NOTE:

11 06 1511 === Terza di tre lettere dei Capi del Consiglio dei Dieci al Podesta' di Treviso Andrea Dona' (24.04.1511; 30.05.1511; 11.06.1511): - Landini 1947, 472 - Dalla Santa 44.



Terza di tre lettere

dei Capi del Consiglio dei Dieci

al Podesta' di Treviso Andrea Dona'



11 giugno 1511



(Arch. St. Venezia, Consiglio dei Dieci, Lettere dei Capi, b. 13, doc. 144)



"Intelleximus quantum per mitteras vestras diei 7 instantis Capitibus Cpnsilii nostri Decem inscripta scripsistis et per illos factas legi in Collegio Dominii nostri, responsivas ad eas, quas Capita Consilii nostri superiori mense ad vos dederunt, tam circa demolitionem fiendam de praesenti passus Schaloni, quam circa punitionem delinquentium insultus facti castellano Castelli novi de Quer, et, auditis sapientibus respectibus, quibus moti visum vobis fuit supersedendum ab utraque executione, pro condictione temporum, nisi habeatis ab nobis, post auditos ipsos vestros respectus, replicatum mandatum nostrae intenctionis in praedictis, eapropter cum Capitibus Consilii nostri X vobis dicimus respondentes et mandamus ut tenere sic debeatis omnia in suspenso et non procedere ad aliquam executionem in utraque re nisi aliud mandatum habebitis ab Consilio nostro Decem".. NOTE:

1 08 1511 === All'avvicinarsi del nemico (3000 fanti con artiglierie e 200 cavalli agli ordini del capitano Mercurio Bua o Buas, inviati da La Palisse) il Battaglino e il Rimondi fuggono e Girolamo rimane con i due capitani bellunesi Paolo Boglioni e Cristoforo Colle. - Fabris 1987 - Mercurio Bua era uno stradiotto; gli "stradiotti" erano soldati a cavallo armati alla leggera e assoldati tra gli albanesi, bulgari, greci e dalmati. Formavano la "Stratio'ta".



"Ci sono indicazioni che gli "Stradioti" (Stradiotti) sono stati denominati sia albanesi che Greci in varie fonti per un buon motivo. Mentre la massa della truppa di stradioti albanesi era di origine dalla Grecia, dalla meta' del sec. XVI vi e' evidenza che molti si sono ellenizzati o persino italianizzati. Gli esempi piu' visibili di questo fenomeno sono nell' opera di Tzanes Koronaios. Il suo lavoro e' un lungo poema epico in dialetto greco sulle imprese di una dei piu' famosi stradioti, Merkourios Bouas (Mercurio Bua), negli eserciti di Venezia, della Francia e del Sacro Romano Impero. L' autore, Koronaios, sembra essere uno stradiotto-troubadour (cantastorie degli stradiotti), originario di Zante, e compagno di Merkourios Bouas. Nel suo poema, che e' un peana a Merkourios Bouas, Koronaios fornisce il pedigre'e mitologico del Bouas, che include Achille, Alessandro Magno e Pirro. La lingua del poema, del pedigre'e e di altre allusioni, danno una indicazione del processo di ellenizzazione degli Stratioti albanesi" (cit. da: Pappas Nicholas C.J., Stratioti: Balkan mercenaries in fifteenth and sixteenth century Italy. Articolo online in: http://www.shsu.edu/~his_ncp/Stradioti.html).. NOTE:

1 08 1511 === I canonici di S. M. Maggiore qualche mese prima di settembre del 1511 si ritirano a Venezia lasciando abbandonato quel poco che restava del Monastero, dopo gli spianamenti e gli abbattimenti per preparare i bastioni in difesa su piano di Fra Giocondo - Netto 1981, 146. NOTE:

26 08 1511 === Dal 26 agosto 1511 a Treviso si butta giu' il campanile, la parte a levante della chiesa di S. M. Maggiore e parte del monastero (Sanudo Diari 12, 449). NOTE:

27 08 1511 === Inizia l'assalto. Il castello di Quero e' preso, i difensori tutti uccisi, tranne il Boglioni, il Colle, un popolano e Girolamo; sono pero' tutti feriti. I primi due vengono riscattati, mentre Girolamo rimane prigioniero, in quanto ne' la famiglia ne' il governo intervengono. Girolamo e' in prigione con ceppi ai piedi, manette ai polsi e una palla di marmo legata con una catena al collo. - Fabris 1987 - cf. il racconto in greco del contemporaneo poeta Coronaios (Koronaios), pubblicato dal Sa'thas (Sathas) nel 1867.



TZANE (Giovanni) CORONAIOS (Koronaios)

poeta contemporaneo al Bua

(compose un poema di 19 canti)

scoperto nel 1867 e pubblicato da

Sa'thas Kostantinos. N.,

Ellenika' Ane'kdota

tomos protos



Athe'nesi 1867

"... Padova, occupata dai tedeschi, mal tollerando il giogo straniero, cercava di trovare il momento opportuno per la sua liberazione. Andrea Gritti, doge di Venezia, aiutato dai cittadini, insegui' i tedeschi e occupo' la citta'. Massimiliano, avendo dalla sua parte i Francesi sotto lo stratega La Palice, i Ferraresi sotto il cardinal Ippolito d'Este, l'esercito pontificio sotto Ludovico Pico, quattrocento greci sotto Bua, e altri alleati, si presento' sotto Padova, ponendo il campo a tre miglia, per assediare la citta'. Intanto gli fu annunciato che Feltre si era arresa ai Veneziani. Immediatamente mando' il duca Rodolfo di Anhalt, e il Bua con l'esercito greco. Questi, giunto nelle vicinanze di Caltelnuovo, videro che, senza la conquista del castello, non sarebbero riusciti ad avanzare. Era un castello fortificato, con una guarnigione capace di sostenere il combattimento. Il fiume Piave che vi scorreva accanto lo rendeva ancor piu' difficile da conquistare. Appostate le artiglierie, iniziarono a bombardare notte e giorno le mura. Il duca tedesco, sdegnato per la perdita di molto tempo, e per l'inutile bombardamento di un castello troppo forte, non sapeva quale risoluzione prendere. Tanto piu' che il corcirese Pierotos, al servizio dei Veneziani, era attestato con duemila fanti e cavalieri, sulla riva opposta del fiume, davanti al castello, rendendo molto pericoloso il guado. Rodolfo di Anhalt aveva comunicato le sue apprensioni a Mercurio Bua, il quale gli rispose che avrebbe attraversato a nuoto il Piave, per attaccare gli avversari di fronte. Il duca gli obietto' che non sarebbe servito a nulla, perche' i Tedeschi non avevano imbarcazioni da mettere in acqua. Poi assiste' allo spettacolo di Mercurio che, gettandosi per primo nel fiume, ordino' ai suoi soldati di seguirlo. Giunti sulla opposta parte assalirono e dispersero i nemici. I fanti, bloccati in quel luogo stretto, si buttarono nel fiume e affogarono. Pochi riuscirono a fuggire sui monti vicini. I cavalieri furono inseguiti fino a Feltre dal Bua, parte uccisi e parte fatti prigionieri. Due bandiere furono conquistate. Tornato dall'inseguimento, Mercurio si scaglio' contro la guarnigione del castello, i cui soldati, impauriti dal suo apparire, si diedero alla fuga. Il Bua, inseguendoli, fece prigioniero il comandante del forte, il conte di Ca' Miani, e il connestabile. I Tedeschi, occupata la fortezza, non cessavano di ammirare Mercurio Bua. Poi Greci e Tedeschi si avviarono in fretta verso Feltre. Gli abitanti terrorizzati mandarono un ambasciatore con l'assicurazione di pagare 20.000 fiorini al capo, perche' la citta' fosse risparmiata. Accolta la proposta, l'esercito entro' a Feltre e la sottopose al saccheggio".



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Questa trad. it., compiuta da p. Tentorio Marco crs., si trova pubblicata in: Netto 1981, 120-121.. NOTE:

27 08 1511 === Tra i bellunesi e i feltrini che lasciarono la vita nella difesa di Castelnuovo, sono ricordati i nobili Michele e Benedetto Pagani, Vittore Crocecalle, Giovanni Maresio, Alessandro Salce, Girolamo Vezzuti, Vettore Braganza - Somascha 2000, 62 n. 76. NOTE:

28 08 1511 === "1511, 28 agosto. Exemplum. ... data a di' 27 de l'instante ... el campo dei nimici al presente si trova a Montebelluna, la' dove el va in suso, e si dice, 3 milia in suso (= si estende in su per 3 miglia, ndr.). Per quanto posso intender loro diceno, esser da 12 milia fanti, parte da l'imperio (tedeschi, ndr.) et parte di Franza, che non credo, per quelli li ha visti qua, circha mile cavali tra l'uno et l'altro, 36 pezi de artellarie da campo ... De lo imperator (Massimiliano, ndr.) diceno venir per i canali di Feltre, loro dicono, ma io so, per zattieri di quelli canali, che non si sente cosa alcuna (Chi scrive afferma di essere informato da un famejo ...)" (Sanudo Diari 12, 414).. NOTE:

29 08 1511 === "1511, 29 agosto. Di sier Lunardo Zustignan, quondam sier Unfre', di Treviso, di 28, hore 2 di note. Avisa, li nostri stratioti, ussiti, tornorono, perche' i nimici andono alozamento avanti li stratioti zonzesseno; e zercha X cavali di essi stratioti, dicono, andono fino al Montelo e preso uno francese, per el qual si ha che nemici, questa matina venuti di qui, erano da cavali 40, venuti per far, nostri venissero fuora, per aver fato uno arguaito (agguato, ndr.) da zercha 1000 cavali per darne una streta. Et dize, esser el campo alozato al barcho e a la volta del Montello, e che erano intrati dentro el boscho per aver quelli villani, erano li'; non si sa quello habino fato. Dize, sono da fanti X milia tra todeschi e francesi, e da lanze 500 francese et 300 todesche e cavali lizieri 800, e aspetano gran presidio di Franza, etiam l'imperador (Massimiliano, ndr.), che dia vegnir con gran numero de zente, e che se dize per il campo, non venendo l'imperador non torano impresa alguna, ma ben farano corane (scorribande, ndr.), e voleno corer per tuto el Friul ... Item scrive, dito prexon disse, esser in campo artelarie do grosse e do mezane, et e', tra falconeti e quelli di ferro, da 25 in 30" (Sanudo Diari 12, 423).



"1511, 29 agosto. Fu San Zuan digolado ... Di Treviso, di questa matina. Come i nimici a' 'uto Castel Nuovo di Quer, et a' mandato uno trombeta a Coneian a dimandar il loco, et aspetano li pressidij vien etc. ut in litteris. Et hanno fato certi danni a li villani dil bosco dil Montello come diro'" (Sanudo Diari 12, 423).



"1511, 29 agosto. Di sier Lunardo Zustignan, di Treviso, di 29, hore 16. Scrive questa matina e' venuto 3 villani dil Montello, dicono, en campo nimicho esser tutto ritornato al Parcho, e hanno fatto un puocho di danno al cao (= fondo, fine, ndr.) del bosco, ma villani hanno morto assai de inimici, e non hanno paura; e si havessero qualche poco di zente, fariano assai cosse, e almen qualche capo, come li fu promesso. E si tien, si prevalerano, e si spiera, per ste pioze, non potrano passar la Piave, perche' minazano andar di la' e in Friul a far corarie ... et e' avisi di la Signoria, il campo non vera' soto Treviso si l'imperador non vera' in campo, o almen habi tante zente, come e' francesi, e che non sono per star, salvo tuto sto mexe, in campagna, poi levarsi e andar con Dio. Item, e' sta' dito, per certi villani, che l'e' passa' la Piave da zercha cavali 200 con el signor Pandolfo per far corarie, e dicono, sono in compagnia de quelli da Colalto. El provedador a' scrito a tutti li rectori, lo avisi, perche' subito spazera' li stratioti per veder de averli in le man, perche' per sta pioza la Piave sara' cresuta" (Sanudo Diari 12, 424).



"1511, 29 agosto. Dil provedador Gradenigo, di 28, hore 15 ... Come il podesta' di Feltre vol 200 fanti in soccorso. Non sa come governarsi, non a' il modo; ha solum provisionati 2500, in tutto 3000 con li 500 venuti di qui, di qualli uno quarto e' amalati" (Sanudo Diari 12, 424).



"1511, 29 agosto. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 28, hore 5 ... si dicea, li inimici aspetano de di' in di' esso Maximian (l'imperatore); el campo esser in governo di monsignor de la Peliza (Palice, ndr.), e si dicea, venir li' a Treviso a campo, e chi a la volta di Friul; e che non venendo Maximian, haveano mandato di levarsi e tornar in la ducea (ducato, ndr.) di Milan ... Et per una altra letera, a parte, ditto provedador scrive aver modo di desviar stratioti dil campo nemicho, dove li fa promission, a quelli hanno ducati 3, darne 4 ... si' che aspeta hordine di la Signoria, quanto habi a far" (Sanudo Diari 12, 424).



"1511, 29 agosto. Dil dito Gradenigo, date a di' 29, horre 3 di note, ozi ricevute. Come a' ricevuto letere di la Signoria, di 28, e' contenta si pratichi di haver li stratioti, dummodo siano fedeli et boni homeni e ben a cavallo. Dice, questi sono parenti di nostri capi, di quali zercha 40 cavalli sono con alemanni, nome Bua (= il Bua era capo quindi di 40 stratioti a cavallo, ndr.), l'altro capo e' con Franza, nome Remesi, ha gran fama e conduta di piu' di 150 cavalli ... Li inimici sono pur alozati a Monte Beliuna (Montebelluna, ndr.) fino al Barcho ... Si divulga, aspetarsi bon numero di fanti con le artelarie che vengono, e si aspetta il re di romani (l'imperatore, ndr.) qual, si dice, e' per venir per la via di canali di Feltre et Cividal etc." (Sanudo Diari 12, 425-426).. NOTE:

30 08 1511 === "1511, 30 (agosto). De matina fo letere di sier Lunardo Zustignan, sopra nominato, vidi letere, di 29, horre 1 e mezzo di note ... Item scrive, questa sera e' zonto a Treviso, Batagin Bataia con li soi cavalli lizieri, el qual dize, nostri hanno abandonato la Scala e il Feltrin ... Dize etiam esser preso Castel Nuovo, et ha inteso, e' preso sier Carlo Miani, era castelan ivi, ma non sa certo; e questo li ha dito Domenego da Modon, contestabele, etc. ... Di sier Zuam Dolfim (Dolfin, ndr.), olim podesta' a Feltre, date a Seravale, a di' 27. Come dubitando de' inimici, qual a' 'uto Castel Novo di Quer, non havendo forteza, si era levato e venuto a Cividal di Belun, dove trovo' sier Nicolo' Balbi, provedador, erasi partito e venuto a Seravale" (Sanudo Diari 12, 428-429).. NOTE:

30 08 1511 === "1511, 30 agosto. Fo letere; di Padoa, di provedadori ... e' sta' preso una stafeta, vien di Milan, con letere di monsignor di Foys, gran maistro di Milan, di 25, scrive in campo a monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), per le guai li avisa, mandarli pezi 3 di artelarie, lanze ... et fanti ... con hordine non vengino avanti senza sue letere; et, venendo l'imperador in campo, toy l'impresa vorano, di Padoa o Treviso, oferendoli tute le zente etc., et debi andar incontra a dito imperador verso Castel Nuovo, accio' non si scusi non aver scorta di poter venir in campo" (Sanudo Diari 12, 428).



"1511, 30 agosto. Di sier Lunardo Zustignan, di 29, horre 1 e mezo di note. Come hano in quela sera, per uno trombeta del signor Vitello, vien di campo nimico, dove fu manda' per i stratioti, fono presi, per riscatarli, el qual e' sta' do zorni in dito campo con guardie e non l'hano voluto lasar venir, e dize, trovo' il campo a Santa + alozato, e che ozi, terza sera, il campo tuto si levo', a horre 3 di note, e vene alozar a Montebelluna, dove sono; et e' aloza' todeschi e francesi a la volta di la Piave, e che Mercurio Bua con 1000 cavali e' passa' la Piave. E, secondo il suo giudizio, poi esser dito campo da lanze 1000, da fanti X milia, cavalli lizieri da 800; e per quello ha inteso, non hanno artelaria grossa, ma aspettavano 12 boche grosse, le qual erano zonte a Marostega, et che li cavali lizieri nostri di Padoa li dava impazo, e che convenivano mandar scorta. Item scrive, questa sera e' zonto li', a Treviso, Batagin Bataia con li soi cavali lizieri, el qual dize, nostri hanno abandonato la Scala e il feltrin, e sier Zuan Dolfin, provedador (podesta' di Feltre, ndr.), era intra' in Cividal di Belun con li fanti havea e alguni cavali, et lui era venuto con il resto di qui. Dize etiam, esser preso Castel Nuovo, et ha inteso, e' preso sier Carlo Miani, era castelan ivi, ma non sa certo; e questo li ha dito Domenego da Modon, contestabele, etc. Etiam e' venuto qui el canzelier di Conejan, e quel loco aversi reso, e zudega anche Seravale" (Sanudo Diari 12, 428).



"1511, 30 agosto. Di sier Zuan Dolfin, olim podesta' a Feltre, date a Seravale, a di' 27. Come dubitando dei inimici, qual a' avuto Castel Novo di Quer, non havendo forteza, si era levato e venuto a Cividal di Belun, dove trovo' sier Nicolo' Balbi, provedador, erasi partito e venuto a Seravale; tamen Cividal si tien per la Signoria nostra anchora. Item, dito provedador Dolfin, con alcuni cavali lizieri l'ha, havia preso uno canzelier di monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), veniva in Arsea (Arsie', ndr.) a dimandar il castello a nome di l'imperador, et examinato, manda la sua depositione, che e' che il campo voi venir a Treviso e l'imperador vera', et hanno intelligentia in Trevixo con certo bombardier, e voleno far tre ponti e da tre bande far uno assalto, e altre particularita', siccome in dite lettere si contiene" (Sanudo Diari 12, 429).. NOTE:

31 08 1511 === "1511, 31 agosto (domenica) Di sier Lunardo Zustignan, di 30, a horre 13. Sumario di letere di Treviso ... Questa matina e' zonto un fantazin di campo nimico; dize, partirsi eri, a horre 20, il campo e' a Monte Beluna, et za' 4 di' e' partito di campo 300 fanti todeschi, e dicono, esser andati contra a Maximian e non e' ritornati. Dubitavano non fusse anda' con Dio, e sono quei hano tolto la Scala, Feltre e Castel Novo ... Dize, comme el sol e' levado, in campo tutti vanno a far botini, e non resta in campo 3000 persone ..." (Sanudo Diari 12, 435).



"1511, 31 agosto. Dil dito (Zustignan, ndr.), pur di 13 horre ... (In Treviso) I balestrieri son quelli di le compagnie di huomini d'arme, exeto Batagin, che vene heri sera ... Promesse al castelan di Castel Novo di non l'abandonar, e venendo nemici grossi, lo veniria a levar con li soi cavalli, e non vene da li 3000 todeschi e 200 cavali di Mercurio Bua, preso. Sier Zuan Dolfin provedador di Feltre abandono' ogni cossa, e si tiro' con 50 cavali e li fanti, l'haveva in Cividal, qual loco non si pol tegnir" (Sanudo Diari 12, 436).



"1511, 31 agosto, horre 20 ... Sumario di letere dil provedador Gradenigo date in Trevixo. Letera dada a di' 30, horre 20 ... Item, eri sera azonze Batagino con li soi balestrieri per esser perso Castel Novo e' venuto ... Di novo lo exercito inimicho e' pur a Monte Belluna e in quelle circumstantie, ch'e' mija 8 lontan di qui. Dicono aspetar Maximian, poi vegnirano acamparsi ..." (Sanudo Diari 12, 437).



"1511, 31 agosto. Dil provedador Gradenigo, date in Trevixo, a hore 2 di note, del 30. I nimici sono pur a Monte Beluna. Non e' tornato ancora li fanti, andati a tuor Castel Novo, et hanno pigliato uno di Cividal, ch'e' grandissimo rebello ... E nel campo hanno gran carestia di pan, e ogni giorno vanno pezorando" (Sanudo Diari 12, 438).. NOTE:

1 09 1511 === "1511, 1 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, quondam sier Unfre', date a Treviso a di' ultimo lujo (sic, ma per agosto, ndr.), horre 3 di note, drizate a' soi fradeli vidi letere ... Scrive, di Trevixo non e' da dubitar, e si e' zente, e' li', vorano far el suo dover, per aver tuti capi volenterosi di farsi honor, si' che e' da star di buon animo ... Da novo, el campo e' dove l'era, e vanno fazando man in qua e in la' ... Etiam si ha, per el contestabele di la Scala, che quando i nimici ave per forza Castel Novo, e fo morti tutti, eceto el castelan, nota, era sier Hironimo Miani quondam sier Anzolo, qual l'ha per gratia, el qual castelan e do altri e' prezoni de' francesi, e che da poi che i fono a Feltre, sono andati a la volta di Cividal di Belun. Scrive, nostri li' a Treviso, si atendeno a fortificharsi, e sti alozamenti, dati a quartier, da' gran fastidio al provedador, e questi soldati sono forte licentiosi, e sto nostro capetanio, domino Lorenzo di Zere, non li vol castigar, digando, ben faremo, e mai non si compie, ma a' gran cuor et si fatiga, e hora con la spada bastona e ferize e minaza de apichar al provedaro nostro, e fa tutto per non tuor l'honor al dito capitanio; il signor Troylo Orsini e' puto, e' una bestia" (Sanudo Diari 12, 443).



"1511, 1 settembre. Di Trevixo, di questa matina, vene letere dil provedador et podesta' unidi. Come per do francesi di monsignor de la Flota, presi questa matina da stratioti et examinati, dicono, il campo esser fra Montebelluna et la Piave. Dimandati se li fanti alemani, andati verso Feltre, erano tornati, dicono di no, et che potevano eser da 2000 soto 4 bandiere. Dimandati, quante bandiere sono de' alemani, diseno non saper et fanti francesi da 3 in 4000, e lanze francese 600, et che erano poche artellarie. Dimandati se si voleno levarsi, dicono che heri diceano di levarsi questa matina, perche', non venendo lo imperador, voleno mandar via la artelaria, et che non hanno possuto mai intrar nel bosco del Montello, et che heri sera fu fato una crida, che in pena de la forcha alcun non passasse la Piave, et che si alcun a' passato la Piave, son sta' guidati da Franceschin, Hironimo Barbo et Vetor da Martignago et Zuan da la Vedoa, tuti trivisani. Item scrive, in questa hora l'e' zonto di qui uno fameglio di Mercurio Bua, capo di stratioti nel campo nimico; riporta, nimici haver fato la cria, che fin do di si voleno levar et andar verso Castelfranco et Bassan" (Sanudo Diari 12, 444).



"1511, 2 settembre. Dil provedador Gradenigo, date a Trevixo, a di primo septembrio, hore 19. Item, in quella hora e' zonto uno, vien di campo, qual e' sta' famejo di Mercurio Bua, qual referisse, esser sta' fato un proclama in campo, soto pena di la forcha niun non passi di la' di la Piave, e voleno doman o l'altro levarse e tornar verso Castelfranco e Bassan" (Sanudo Diari 12, 445).. NOTE:

2 09 1511 === " 1511, 2 settembre. Dil provedador Gradenigo, di 2, a horre 18, in Treviso ... Per lettere del provedador de Feltre molto imputa (el Batagino, ndr.) di la perdeda de Castel Novo. Li disse esso provedador, l'andasse a Conejan; mai a' voluto ubedir etc. Il socorso doveva venir di Udene in Conejan, fin eri sera, hore 3 di note, non e' zonto. Item hano, che monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) ha facto stretissima proclama, soto pena di la forcha niuno ardischa di passar di la' di la Piave, e li nostri exploratori dicono, ozi doversi levar dito campo e andarsene a la volta di Santa +, apresso Citadela, et li 800 cavali, veneno questa note qui apresso cercha tre mia, a cercha hore 3 di note se ritirorno al suo campo" (Sanudo Diari 12, 446).



"1511, 2 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di primo, horre 3 di note ... Questa matina il provedador ha voluto mandar Batagin a Conejan, e andera' a Seravale per visitar quelli lochi, non a' voluto andar con mile scuse etc. ... Il campo (dei nemici, ndr.) e' dove era, e Mercurio Bua e' ritornato (da Feltre, ndr.), e quelli di campo non voleno che 'l passi la Piave. Se dize che fanno questo, perche' l'imperador non vol si tocha quel paese, perche' lo vol per lui ... Item si ha, sier Hironimo Miani, era castelan in Castel Nuovo, era preson di Mercurio Bua; il campo e' pur a Monte Beluna e non se move etc." (Sanudo Diari 12, 448).



Il Sanudo ricorda pure come un prigioniero, fuggito dal campo nemico, racconti di essere stato otto giorni senza pane e che nel campo francese si moriva di fame (Sanudo Diari 12, 577).. NOTE:

3 09 1511 === "1511, 3 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, da Treviso, di 2, horre 2 di note. Chome erano tornati li stratioti andati a soraveder eri da matina; non hanno preso altro cha do stratioti, a li quali hano tolto le arme e i cavali. Per esser soi parenti, li hano lasati andar, da li quali hano avuto, el campo francese voler al tuto levarsi fra do, over 3 di', perche' si trovano beffati da l'imperador, che ogni zorno dize de vegnir et mai non vien, e al tutto non voleno star in sto pericolo, perche' hano inteso, vien di Friul zente assai, e ogni zorno s'ingrossa la zente de qui" (Sanudo Diari 12, 454).. NOTE:

4 09 1511 === "1511, 4 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 3, horre 3 di note ... Item hanno, Mercurio Bua esser stato mia 3 di Treviso lontan con cavali 300 per achiapar nostri stratioti; non si sa l'habi fato mal niun" (Sanudo Diari 12, 456).



"1511, 4 settembre. Dil provedador Gradenigo, da Trevixo, di 3, horre 19, zonte questa matina, a di' 4 ... Hora volendo dito Batagn (Ludovico Batagin, ndr.) vadi, non ha voluto andar, dicendo e' do mexi non a' avuto danari, si' che avisa etc. ..." (Sanudo Diari 12, 457).



"1511, 4 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 3, hore 5. ... dito Ludovico Batagin vene a trovarlo, qual era a disnar con alcuni zentilhomeni, e uso' stranie parole, vituperando li zentilhomeni, et uno di quelli zentilhomeni li rispose, et li fo leto una letera, come lui era sta' causa di la perdeda di Castel Novo, unde el dito Bataglin se infugo' molto, dicendo, non vol esser servitor di niun venetian, e partito, ussi' di le porte di la terra per forza, et e' venuto a Venecia. Per tanto avisa, accio' la Signoria sappia il tutto. Scrive, i nimici e' pur a Monte Beluna ..." (Sanudo Diari 12, 458).



"1511; 4 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di 4, hore 18 ... Etiam, per una spia, zonta questa matina, si ha, esser poche zente (nal campo nemico, ndr.) et se rasona de volerse levar, ma non sa per donde, e che i se aparechiava in campo barche, ponti et scale, e che questa note hanno li', in campo, avuto gran pioza, e che sarano stati molto mal; e se il piovesse do zorni, li fari amutar pensier" (Sanudo Diari 12, 460).. NOTE:

5 09 1511 === "1511, 5 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 4, horre 2 di note ... El nostro trombeta dize, per quel l'ha inteso (nel campo nemico, ndr.), sono per levarsi, e che in campo si manzava pan negro come el carbon e che haveano mandato a far pan a Castel Franco, e si non fosse Colalto i stariano mal; et che hanno avuto gran danno de la rota soto Marostega, avuta per li nostri di Padoa" (Sanudo Diari 12, 461-462).



"1511, 5 settembre. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignan, di 5, hore 15 vidi letere ... hanno preso 6 in 8 stratioti di Mercurio Bua, da li qual se a' che il campo nimico e' per levarse e andar over a Bassan, o la volta di Conejan ... tamen non li credeno, salvo poria esser, il campo si levasse, ma lhoro ampliano le cosse accio' vadino in bocha di qualche nostro explorator" (Sanudo Diari 12, 464).



1511, 5 settembre. Dil provedador Gradenigo, di Trevixo, di 5, hore 17 ... el vene uno dicendo, 500 cavali de inimici esser andati verso la Scala; altri dicea, sono andati contra l'imperador, qual era calato in uno castello li' intorno solum con la sua corte. Et con li diti 500 cavali era andato monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) per saper l'opinion sua, si il vol venir zoso a tuor l'impresa di Trevixo o no, e che in campo si dice, si per tutto luni non termenera' et mandera' dito imperador gente assai, hanno orfine di Franza, di levarsi e retrarsi a li soi alozamenti. Et questo aviso li a' mandato a dir uno stratioto, partezan di la Signoria nostra, dicendoli, se mandi qualche volta in campo noncij a lui, chi avisera' il tutto, et che zonse 14 boche di artelarie, sono a Soave, et 300 lanze e quelli vasconi, che e' numero 4000, venirano poi a la vonta di Bassan per tuor questa impresa" (Sanudo Diari 12, 465).. NOTE:

6 09 1511 === Netto G., Pianta del Santuario di S. M. Maggiore (1. fino al 1511; 2. situazione al 6 settembre 1511) - Netto 1981, 145. NOTE:

6 09 1511 === "1511, 6 settembre. Di Treviso, di 6, hore 17. Come e' venuto li' Thodaro Madalo, stratioto, di la compagnia di domino Manoli Ciada fuzito dil campo, dice, che eri matina, a di' 5, cavalcho' monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) con la sua compagnia e quella dei gran scudier e quella del Fontaglia, e con altri condutieri, i nomi di qualli non sa, et se diceva che andavano incontra le artelarie et vituarie et li danari di le page et vestimenti lhoro, e ancor per ruinar quelli contadini e brusar quelle ville, dove l'altro zorno li fu data quella rota, per averli manchato di fede; e che le zente, che sono rimaste in campo dopo el partire di monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), se hano restrete, ma ben dicevano, che, ritornato che fusse esso monsignor, veneriano ad alozar doi, over tre, mia piu' apresso la terra, et che Mercurio Bua se atrova malato, et havea visto che haveano fato le sbare per condurlo diedro el campo. Dice anchora che l'havea inteso, da homeni da ben, che l'imperator non veniria, ma l'era per mandar, in so locho, un vescovo" (Sanudo Diari 12, 469).



"1511, 6 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di Treviso, di 6, vidi letere ... che Maximian per niente non e' per venir in Italia, e che el sa certo, per aver inteso di bocha de un signor, che monsignore de la Peliza (Palice, ndr.) spazo' zuoba, a di' 4, in Franza avisando il roy che si trovavano agabati da l'imperador, e che li par de non proseguir piu' oltra, ma ritornar in driedo, perche' si queste zente avesse qualche sinistro, se poria sperar di perder la Lombardia; tamen che sua majesta' li avisa quello l'ha a far, perche' tanto e' per far, e che'l non e' per mover el campo si non vien la risposta dil roy" (Sanudo Diari 12, 470).. NOTE:

7 09 1511 === "1511, 7 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di Trevixo, di 7, di horre 18. ... il provedador ha, per una spia mandata in Alemagna, che fo presa a Castel Novo e fo condota in campo nemico, che lavoravano gassoni, ponti e scale, e dizeno, voler venir a campo a sto locho ..." (Sanudo Diario 12, 472-473). Chi era questa spia trevigiana catturata a Castelnuovo?. NOTE:

8 09 1511 === "1511, 8 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 7, a horre 3 di note ... Item hanno, la Piave esser grossissima e non esser piu' dubito i nimici la passano; si' che quelle si pol dir segurre" (Sanudo Diari 12, 474).



"1511, 8 settembre. Di Cadore, di Filippo Salomon capetanio. Item, che l'imperador non vien in campo, ma e' andato in suso, et a' manda' in campo, a la impresa di Trevixo, el vescovo di Lubiana, qual insieme con monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), toglino la impresa di Trevixo" (Sanudo Diari 12, 476).. NOTE:

9 09 1511 === "1511, 9 settembre. In questa matina fu conduto di Padoa qui (a Venezia, ndr.) do presoni, videlicet uno capo di stratioti, preso a Marostega, chiamato Zuan Zafa, lepantino, qual scampo' da Mercurio Bua, et fu posto in la prexon forte, et uno altro francese, qual fu posto ... era ferito ... Di Trevixo, do horre 13, vidi letere di sier Alexandro da Cha' da Pexaro e sier Alexandro Michiel. Come per do francesi presi e conduti de li', hanno, aspetarsi in campo l'artelarie con monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) e zonto che sarano mercore o zuoba, a di' ..., si leverano col campo ... e dicono in tre zorni voleno aver Trevixo ..." (Sanudo Diari 12, 478).



"1511, 9 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di Treviso, di 9, horre 17, vidi letere. De campo non e' venuto ni trombeta, ni spia, ni altri, salvo alguni villani scampati dal bosco di Montello, i qual dicono, franzosi et todeschi erano venuti a le man, et erano li', dove erano sti zorni alozati" (Sanudo Diari 12, 478-479).. NOTE:

10 09 1511 === "1511, 10 settembre. Di Trevixo, di eri sera, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, do horre 4 e meza di note ... Item, di campo inimico hanno, come stanno con gran spavento, da do stratioti, erano presoni, et relassati, e questo dapoi el partir di monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) de campo, e hanno paura di nostri, che non li vadano ad assaltar, e non osano mandar a sacoman; e dize che da 50 cavali de' stratioti, sono in dito campo, voriano scampar de qui, e che i diceva, dicesseno al suo capo che non havesseno paura, perche' tute le zente sono in campo, sono descalzi e mal in ordine e pur assai amaladi, e che non sono zente da prender terre; e chi dize, venirano a campo, e chi dize di non, e che non era zonto ancora monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) in campo" (Sanudo Diari 12, 480).. NOTE:

11 09 1511 === "1511, 11 settembre. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di eri sera, horre 3 e mezza ... Item, e' venute do spie di campo, una dice che venere, a di' 12, si doveano levar tutto il campo (da Monte Beluna, ndr.). L'altro explorator dize, monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) eser zonto in campo con 3000 guasconi e 300 lanze e pezi 22 di artellarie, e che venere, a di' 12, si levera' il campo e vegnira' alozar mia 3 lontan di qui (da Treviso, ndr.), e chi dize 4; poi sabato, venirano a piantar le artelarie e voleno far do batarie, si' che si ha, certissimo verano acamparsi li', e nostri stanno con bon animo, e si vedera', si saperano defendersi etc. e sono disposti piu' presto morir tutti o far dei lhoro corpi repari, che mai perder quella terra; si' che semo per haver gramissima vitoria ... Di Trevixo, di eri, di hore 17, di sier Lunardo Zustignan ... Item, si conferma la nova, per alcuni venuti di campo, che doman i nimici si dieno levar di Monte Beluna, dove e' alozati, e venir mia 3 lontan di qui, e poi, la note, vegnir a campar, e che zonzete monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) con 300 lanze, 2000 frisoni, 1000 guasconi e pzei 20 di ertelarie. Item, per alguni villani dil Montello venuti dize, che tuta la note tajavano legnami e intrezavano le strade da venir qui, si' che si varia tanto il parlar che non e' posibile piu'. E' sta' dito, l'imperador esser di sora la Scala, e come l'artelarie zonzeva in campo, subito era per venir in campo ... Scrive, i nostri stratioti hanno taja' in pezi tute le barche azio' i nemici non possa passar la Piave, e che la Piave era grossissima e non era possibele passarla a guazo. Conclude, si stagi di bono animo che' venendo i nemici, come e' zerti vegnirano, sarano i mal venuti, e tutti de li' stanno di bona voja" (Sanudo Diari 12, 486-489 passim).. NOTE:

12 09 1511 === "1511, 12 settembre. Di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di XI, horre 4 e mezza ... Item, (in campo, ndr.) e' zente mal in hordine, e che al tuto doman (cioe' il 12, ndr.) si doveano levar, over, a la piu' longa, sabato, e venir alozar in cao (= fondo, fine, ndr.) de la Boteniga, overo al ponte del Teveron; che si feseno quella volta si potra' creder, voleseno tuor la volta di Noal e tirar a Padoa" (Sanudo Diari 12, 491-492).



"1511, 12 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di ozi, horre 17, vidi letere ... E' sta' dito, el campo e' levato e va a la volta di la Piave per andar in Friul, et il provedador a' mandato fuora da 100 cavali di stratioti per sopraveder ... " (Sanudo Diari 12, 495).



"1511, 12 settembre. Di Trevixo, dil podesta' e provedador, di hore 21, ozi. Come a circha a hore 3 e mezo veneno alcuni fochi nel campo nimicho, e lhoro tutti judicano, nemici esser levati, et a hore 14 zonse soi exploratori e li feno intender, i nemici esser levati, et li cavali lizieri, che erano fuora, nostri, riporto', li cavali lizieri di inimici atender a queste bande verso la porta di Santi 40. Subito deteno a l'arme, et con bon cuore tuti li zentilhomeni e soldati se messeno in ordine, ogniuno a la sua posta" (Sanudo Diari 12, 495).



"1511, 12 settembre. Dil dito (podesta' e provveditore di Treviso, ndr.), di horre 5, zonte la matina. Come in quella sera hano, i nimici esser alozati mia 5 in 6 lontan di qui; doman alozerano in Villa Orba, perche' ozi hanno prento un squadron di cavali lizieri, et, per quello si judica, domenega si presenterano, ch'e' a di' ..., e pianterano le sue artelarie soto questa terra. Nostri stano con bon cuor et animo, e spera, i nimici si partirano con vergogna etc." (Sanudo Diari 12, 496).



"1511, 12 settembre. Dil dito (podesta' di Treviso, ndr.), a horre 5. I nimici, alozati mia 6 lontan de li', doman alozerano a Villa Orba, mia 4 lontan de qui. Hano spento ozi de li uno grosso squadron e cavali lizieri; tien domenica si apresenterano soto la terra e pianterano l'artellarie. Tutti nostri stano aliegri etc." (Sanudo Diari 12, 498).. NOTE:

12 09 1511 === Il 12 settembre 1511 (venerdi) l'esercito si levo' da Montebelluna e, costeggiando il Montello, scese verso il Piave e si accampo' a Nervesa (Narvesa), nella cui abbazia prese alloggio il La Palisse (Sanudo Diari 12, 505).. NOTE:

13 09 1511 === "1511, 13 settembre. Di sier Lunardo Zustignan di 13, horre 17, et in la Signoria dil podesta' e provedador. Come in questa matina si ha, el campo nemicho esser in su le rive di la Piave e segnava voler passar e andar in Friul, e che uno castelo, e' di la' di la Piave, si havia reso, non sa la nome ... Item, l'e' sta' dito, esser corso i nemici questa matina fino a Spinea, mia uno lontan di Trevixo, tamen e' sta' fuora piu' di 80 cavali di stratioti piu' di mia 5, e non a' visto niente, e parte sono venuti in la terra, parte e' andati avanti fino apresso il campo per veder di haver qualcheuno in le man per saper qualcossa, et e' sta' preso 4 villani, che schandagiava la Boteniga, e andati a darli la corda, horra quello dira' avisera' il tutto" (Sanudo Diari 12, 502).



"1511, 13 settembre. Di Trevixo, vene letere dil podesta' e provedador, di hore 19 e mezo. Come hanno, per relation di uno explorator et di uno prexon fugito di inimici, li quali confermano, che il campo questa matina se levo' dil loco dove ei sera era, et aviosi pur costizando el monte, verso Narvesa (Nervesa, ndr.), ch'e' appresso la Piave, e che el senti' dir da alguni, che i volevano passar la Piave per andar a robar e per altri effetti, e che hessendo tra loro a parlamento uno disse, che in Trevixo dimostrano gajardamente volersi difender, tal che i stevano molto suspesi, e che uno di quelli gran maistri scorio' (scrollo', ndr.) la testa e non disse altro" (Sanudo Diari 12, 505).



"1511, 13 settembre. Di Trevixo, dil provedador et podesta', di horre 5 di note, a di 13, zonte questa note e lete la matina in Colegio. Come il campo nemicho e' alozato questa sera a Narvesa, apresso la Piave, dove dicono, voler butar el ponte su le burchiele, hanno menato consi su li cari, e voleno passarin la Patria, e quella guastar e depredar; e voleno alozarli' per questa invernata, e poi, a tempo nuovo, tuor questa impresa de Trevixo. E questo aviso si ha per alcuni presoni fati per nostri stratioti" (Sanudo Diari 12, 506).. NOTE:

14 09 1511 === "1511, 14 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di horre 2 e mezo di note. Item, ozi stratioti ussiti hanno preso parechij presoni de' inimici, dai quali si ha, el campo esser levato, venere, zercha mia 5, e poi questa matina sono venuti a Narvesa (Nervesa, ndr.), e li', in la Badia, esser alozato monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), et che haveano gita' 5 barche in la Piave e aparechiavano di le latre et el ponte per gitarlo, e che lui era partito a mezo zorno di campo per far sacoman e che si trova pezi 8 de artelarie grosse francese, e che todeschi ne haveano 4 e assai menude ... e che voleano andar in Friul per vituarie per aver gran necessita' ... e che ogni di' se ne amalera' piu' ... vorano tuor quelli castelli sono di la' di la Piave fina a la Livenza, per aver uberta' de viver, e poi vegnirano de qui" (Sanudo Diari 12, 516).



"1511, 14 settembre. Di Trevixo vene letere, a gran Consejo, dil podesta' et provedador, di hore 16. Come i nimici, erano li' a Narvesa, sopra la Piave, stentano a butar el ponte, et e' zorni do manzavano carne solamente per non aver pan, e bevevano mosto" (Sanudo Diari 12, 517).



"1511, 14 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di Trevixo, vidi letere, di ozi, horre 21. Come i nimici erano a Nervesa, e si feva il ponte per passar la Piave e andar in Friul, et in quella hora, 21, era zonto uno lhoro explorator di campo, qual si parti' questa matina, dize, era fato il ponte et era passato todeschi, si fanti como cavali, exceto Mercurio Bua, et erano pasati con lhoro da 4 pezi d'artelarie grosse, e che doman dovea tutto il campo francese passar la Piave, et voleno tuor tutto el Friul e poi venir a campo a Trevixo, perche' come havessero fatto una bataria e dato una bataia, sariano andati a far i fati soi, e hora poria esser, si volesseno invernar in questi lochi, e far che tutti inverno la Signoria stia su spexa, benche' ne e' opinion non passeranno se non 2000 fanti et 1000 cavali, e torano tutti li lochi di la Piave, fino a la Livenza, senza bota di spada, et de li' averano vituarie per il campo, e poi vegnirano acamparsi a Trevixo. Scrive, voria fusseno za' venuti, perche' arebeno auto vergogna ... e in campo erano pur assai de amaladi et assai carestia dil viver; questo e' quanto hanno auto" (Sanudo Diari 12, 518).. NOTE:

15 09 1511 === "1511, 15 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di 14, horre 2 e mezo di note. Scrive che per uno explorator hanno, esser fato il ponte, e tutta la fanteria todesca e parte di cavali erano passati, er passa' da 4 pezi d'artelaria menuda e non grossa, come per uno altro si ave; e questo e' sta' per dubito che il ponte non possi portar quel cargo. Se dize de farne un altro, e che todeschi volea che francesi passasse, e che francesi mormorava che non voleano passar, perche', come fosseno in Friul, todeschi andaria a caxa sua, e lhoro romagneria in le petole e sariano tajati a pezi, con molte parole, dicendo, todeschi li ha conduti fino qui con zanze di haver Trevixo senza contrasto, e si lamentava de li foraussiti che prometeva cose grande, e di vituarie, e de darli il loco, e par habbino inteso, sto loco esser forte e zente assai dentro per defenderlo, e che non havemo una paura al mondo, dove essi si trovavano confusi, e non si parlava ... di venir piu' a Trevixo ... Item, hanno auto zerti avisi di villani, che non hanno ancora passato la Piave, ma haveano ben fato el ponte et erano per passar, e alguni dize, l'era roto per la piovana, che havea fato cresser la Piave; unum est che si passeranno, volendo far da valenti homeni, mai piu' niun tornerano a caxa lhoro, et maxime francesi; ma judica, si fara' questa volta come hanno fato le altre" (Sanudo Diari 12, 519).. NOTE:

16 09 1511 === "1511, 16 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 15, hore 5. Come lo exercito inimico e' pur a Narvesa (Nervesa, ndr.); alemani hano passato la Piave con li cavali lizieri e sono alozati di la', e qualche volta passano de qua. E' certificato, patiscono extrema fame ... Francesi se ne anderano, et partiti conoscerano lo eror nostro, et diremo, se havessemo fato etc." (Sanudo Diari 12, 529).. NOTE:

16 09 1511 === Il 16 settembre 1511 il Provveditor di Treviso G. Paolo Gradenigo fa sospendere la demolizione di S. M. Maggiore (Sanudo Diari 12, 449). Disegno di questa situazione in Pigato 1944, 20. Questa sospensione capita in concomitanza col fatto che i tedeschi hanno passato la Piave a Nervesa, e i francesi si vorrebbero quasi ritirare, e pare che dell'impresa di "tuor Trevixo" (conquistare Treviso) non importi per ora a nessuno. Sembra che il grosso esercito si stia preparando a passare l'inverno dalle parti di Nervesa.. NOTE:

17 09 1511 === "1511, 17 settembre. Di Trevixo, dil provedador, di 16, hore 20, venute eri, vidi letere. Facendossi fama che il campo tutto se lieva di Padoa stariano streti et non sparsi ita che da fame se ne moriano, et za' hanno comenzato, perche' non hanno victuarie di alcun loco salvo che da San Salvador et Colalto, et ben pocho. E francesi hanno proclamato, soto pena di la forcha alcuno non passi oltra la Piave. Scrive aver tanto scrito che stentano di fame, et se ne fazi tal provisione che mediante lo auxilio divino havessamo victoria etc. I nimici sono pur a la volta di Nervesa et la Piave, e todeschi sono passati di la' et alloggiati su quelle rive circumvicine. Francesi hanno fato apichar de' lhoro, per esser andati di la' di la Piave; et nostri stratioti ozi hanno preso zercha 30 cavali di lhoro et ogni zorno ne prendeno assai" (Sanudo Diari 12, 530).



"1511, 17 settembre. Di Trevixo, sier Zuan Paulo Gradenigo, provedador, vidi letere, di 16, horre 4. Manda una deposition di tutto, vien dal campo nimico, nominato ut in litteris, et dice, todeschi esser pasati di la' di la Piave, benche' qualcheuno sia remasto di qua, et che li francesi sono alozati a Nervesa, comenzando a l'Abazia fino su la Piave. Judica, tutte fanterie li', a Nervesa, esser zercha fanti 8000, malissimo in hordine, guasconi 1500, sguizari 1200, qualli sono benissimo in ordine. Ancor esser gran numero di cavali et ben in hordine, et le artellarie tutte esser numero 30, videlicet do da 200 in cercha, 14 da 40 in 50, et resto falconeti, ma grandissima munitione hanno. Item, che di la' di la Piave, per quanto li ha dito alcuni suoi amici, sono passati todeschi zercha 4000, perche' morivano de fame, ma adesso ne portano qualche pocha, et vengono spesso a le mani per vituarie; et etiam li e' sta' dito che, fata munitione di vituarie, voleno venir ad ogni modo a questa impresa; ma che i tremano de' stratioti; et che ozi nel lozamento di monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) non li era quasi niente di pan et pochissimo vino, et che de' vinturini et canaglia ne e' grandissimo numero, et che francesi dicono, non se fidar de alemanni" (Sanudo Diari 12, 531).



"1511, 17 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 17, horre 17. Come ha inteso, i nimici passati di la' di la Piave troverano poche vituarie, per letere venute di qui,, ma lhoro de li judicano il contrario, et ne hanno trova' assai quantita' ... Item, l'e' venuto ozi X cavali di stratioti et hanno mena' 13 cavali di sacomani e do presoni, i qual dize, il campo trovarsi ancora a Narvesa (Nervesa, ndr.), e che todeschi quasi tutti erano pasati la Piave per aver vituarie, et che lui era 8 di' che non havea manza' pan, e che in campo si mori'a da fame, et si spetava l'imperator; e se non vegnira' tra 4 di', francesi si voi levar e tornar indriedo, e che per il passar hoanno fatto i todeschi, il campo steva in gran paura di nostri, et che l'era zonto alcuna zente in campo si' cavali, come fanti; tamen di questo e' di dar che fede si voi, perche' un fameglio poi mal saver la volonta' dil patron. Unum est i nimici sono a Nervesa con gran penuria di vittuarie, e todeschi sono quasi pasati tutti, e se dize, forniti sarano de vituarie i vegnirano poi a campo li', a Trevixo" (Sanudo Diari 12, 533-534).. NOTE:

18 09 1511 === "1511, 18 settembre. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di 17, hore 2 di note. Come per uno trombeta dil governator, vien di campo nemico, qual dize, monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) averli dito che dir dovesse a Treviso al capetanio e provedador che tra XV zorni voi venir a trovarli, et che altri di campo laboravano molto di venir a campo de li', e sapevano non si potra' durar a le lhoro batarie" (Sanudo Diari 12, 535).



"1511, 18 settembre. Di Trevixo, dil provedador, di horre 21. Manda una relatione, la copia di la qual e' questa: uno compagno del cuogo de monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), questa matina preso et per stratioti menato de qui, e' sta' examinato, dice, che monsignor de la Peliza (Palice, ndr.) era passato la Piave per andar a disnar con li conti da Colalto, e francesi alozano soto Nervesa, sopra la Piave, e la persona di la Peliza (Palice, ndr.) aloza ne la Badia ... Dice che fanno preparamenti di vitualie, et alcuni dicono che voglino venir a questa impresa. Afferma, li todeschi volevano far questa volta per abrusar el tutto, et che monsignor de la Peliza (Palice, ndr.) diceva, non voler acompagnarli per abrusar, perche' tornando un'altra volta non troveriano cossa alcuna, et che sono stati tre zorni senza pan ... et qualche volta non se haveria trovato pur un pan chi havesse voluto pagarlo un ducato, ma che heri sera furon portati molti carri de pan in campo, mandato da le parte de la' de la Piave ... et che non heri l'altro monsignor de la Peliza (Palice, ndr.) ha scrito al re di Franza et a l'imperadore, et che per questo crede, per la dimora che fano, che l'aspetta la risposta" (Sanudo Diari 12, 539-540).. NOTE:

19 09 1511 === "1511, 19 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di 18, hore 4 di note. Come in quella sera hanno i nimici esser sta' mia 2 lontan di li' ... etiam preso uno trombeta, andava a sacomando, e tre altri, tra i quali uno e' cremonese, che dize, aver inteso parlar a quelli baroni che per tuto doman aspetava todeschi venisse di qua di la Piave, e poi levarse e andar a la volta di Vicenza, e se rasonava per campo, non per venir qui, perche' haveano inteso, la terra (di Treviso, ndr.) esser forte e ben fornita di zente ... e che l'era gran carestia in campo ..." (Sanudo Diari 12, 546-547).



"1511, 19 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di eri, hore 7, venute questa matina. Come i nimici sono pur al loco solito, e alemanni sono andati a quelli castelli abandonati dai nostri, e dieno ritornar per sabato; e, dicesi nel campo di francesi, gionti sarano, sono per levarsi; chi dice, se ritirerano per la piu' curta, chi aferma se dimostrerano di qui, predando e ruinando il paese. Item, per presoni et exploratori hano, certo luni o marti si leverano, e nostri starano oculati e andando a la volta di Vicenza li sequiteranno con li cavali lizieri, pizegandoli sempre, con quella segurta' che in simil cosse si rizerca" (Sanudo Diari 12, 548).



"1511, 19 settembre. Dil provedador Gradenigo, date in Trevixo, a di' 19, hore 20. I nemici sono al loco solito; francesi aspetano il ritorno de' alemani, qual ancora non e' ritornati. Li exploratori e cavali lizieri non e' zonti di sopra; l'imperador si ha, andava verso Bolzan, e va una hora in un locho, una hora in un altro" (Sanudo Diari 12, 550).. NOTE:

20 09 1511 === "1511, 20 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 19, hore 4 di note ... Item, inver sera, ozi, e' venuto uno trombeta di campo di monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), li' propinquo a la terra, a dir, si fazi bona guerra: piando sacomani e fameglii, si vogliano lassar andar, poi i sarano sta' spogliati, e piando arzieri e homeni d'arme, si scambia un per l'altro, che si hanno a scambiar, si paga el quartiron, zoe' farli pagar, e poi lassarli andar, perche' anche lhoro fariano el simile" (Sanudo Diari 12, 552).



"1511, 20 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di 20 septembrio, horre 20 ... et hano dal campo nimico, certo, si Sazil non li perdeva, i morivano da fame, e francesi, si non li zonzeva eri alcune vituarie, erano per levarsi e tornar indriedo. Item hanno ozi, che todeschi dieno vegnir di qua di la Piave per unirse con francesi, over doman, infallanter, e che hanno grande abondantia de vituarie da eri in qua, e che omnino sono per venir a campo li', a Trevixo, e sbravizano assai, chome e' lhoro usanza" (Sanudo Diari 12, 553).. NOTE:

21 09 1511 === "1511, 21 settembre. Di Treviso, dil podesta' e provedador, di horre 19. Come fin horra i nimici non son levati da Nervesa, perche' continuamente le sue spie entrano nel suo campo, e non ponno far un passo che non lo sapiano. Sono ben per levarsi, e questo e' certo; solum uno squadron se ne e' andato verso il Barcho. Item, i nimici non mandano piu' scorta verso Treviso per le speluzate li hano date volte, et venendo, spera, li tornerano malcontenti etc." (Sanudo Diari 12, 560).. NOTE:

22 09 1511 === "1511, 22 settembre. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignan ... date eri sera, una di hore 19. Alcuni dubita, si voglano invernar in queste bande, e ne fara' stentar sto inverno con spesa grandissima. I nimici sono ancora a Nervesa e aspetano, li todeschi vegnino" (Sanudo Diari 12, 563).



"1511, 22 settembre. Dil provedador Gradenigo, di 21, hore 5 di note ... gli alemani, per i lochi tolti in la Patria (in Friuli, ndr.) sono molto insuperbiti. Item, hanno spojato i frati di la Certosa dil boscho, qualli ozi sono venuti li', a Trevixo, et vieneno a Veniexia, e dicono, zonti alemanni, verano col campo qui, ma esso provedador non lo crede" (Sanudo Diari 12, 564).



"1511, 22 settembre. Noto. Ozi gionse in questa terra (a Venezia, ndr.) fra Thomaxo Padavim, di l'ordine di certosini, vien dil boscho dil Montello ... etiam monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) era amalato. Item, che Mercurio Bua, capo di stratioti, a' gran poder: va vestio d'oro, il chiamano conte. L'imperador li ha donato 3 castelli, zoe' Soave e do altri, e lo ha fato suo consier, el qual sta con grande reputatione ... Lui ordino' il ponte. El qual voria che sua mojier, che e' qui a Venecia, venisse da lui, e la vegneria a tuor con gran scorta, ma esso frate disse, non voler portar tal imbasata ... che quelli conti di Colalto li dava vituarie per li soi danari" (Sanudo Diari 12, 566).. NOTE: Sul frate certosino Tomaso Padavin, citato dal Sanudo, cf. Somascha 2000, 64.

23 09 1511 === "1511, 23 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 22, horre 4 di notte. Item scrive, quelli 8 cavali andono zercha uno mio lontan dil campo e trovono uno caro con i buoi e uno caretier brexan, e l'hanno preso e menato di qui, el qual dize, che questa matina monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) con tutti cavali e fanti e tre boche de artelarie erano partiti di campo di Nervesa e venuti a la volta di le basse, e in campo non era rimaso salvo le tende e putane e amalati; e se li fosse andati 60 cavali, metea tuto quel campo in derota. Item dice, e' desasio de pan, e che non havevano vin si non andavano a vendemar l'uva lhoro medemi ... e che in campo era brigata assai, la piu' parte canaja, e che i dicevano di venir qui acamparsi e chi diceva di no, e che suo patron havia dito za ' over 4 zorni, si in termine di 7, over 8 di' non tornava li todeschi, che essi francesi si partiria e anderia a soi alozamenti, perche' per niente non voleano piu' star in quel locho a morir di fame" (Sanudo Diari 12, 568-569).



"1511, 23 settembre. Dil provedador Gradenigo, di Trevixo, di horre 6 ... scrive, aver, per uno explorator nostro venuto questa sera, che in campo e' gran carestia, e si non fusse el pan che li vien di la' de la Piave moreriano da fame. Di amalati, dize etiam, esserne gran numero..." (Sanudo Diari 12, 570).



"1511, 23 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan ... di 23, horre 20. Come questa matina e' venuti do dil campo nemico, tra li altri uno frate, era in la badia di Nervesa, dove e' alozato monsignor di la Peliza (Palice, ndr.), el qual e' partito perche' el moria da fame e havea mala compagnia, dize, francesi sono di qua di la Piave e todeschi di la', e che il ponte era in man di todeschi e pur haveano comenza' a vegnir vituarie in campo, e ogni zorno piu', e pur ancora haveano carestia ... e che francesi diceva, venuti li todeschi sono per venir acamparsi li', a Treviso, e alcuni diceva, si fra do zorni todeschi non vegniva, i se leveria, et era assai canaja, mal in hordine e assai amalati, e ne moria bonamente ..." (Sanudo Diari 12, 573).



"1511, 23 settembre. Dil provedador Gradenigo, da Trevixo, di 23 septembrio, hore 19. Come nemici si atrovava al loco solito de Nervesa, tamen bon numero di lhoro cavali sono andati zoso acosto la Piave verso le basse ... I nimici ozi non hanno fato cavalchata da conto; sono dove erano, e certo numero di cavali lizieri lhoro hanno cavalchato driedo la Piave verso le basse" (Sanudo Diario 12, 574-575).. NOTE:

24 09 1511 === "1511, 24 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di eri sera, horre 6 di note. Come per soi exploratori e' avisato, i nemici esser ritirati molti al monte et alozati in su la costa molto stretti, et a' visto, stanno con quarde al bisogno, si' che anche lhoro stanno con qualche timor, non azonzando altre zente de quelle sono. Di vituaria al presente ne hanno, che li vieneno portate di la' di la Piave, e valeno uno marcheto uno paneto, che in Treviso val un bezo" (Sanudo Diari 12, 578).



"1511, 24 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di eri sera, horre 2 di note. Come per uno trombeta nostro et uno altro che era prexon, venuti, dize, il campo esser dove l'era, zoe' francesi e todeschi di la' di la Piave, e diceano, aver avuto tutto el Friul, e che, come tornasse i todeschi, erano per levarsi e venir qui col campo, e che eri tutto il campo era levato, ... di qual la meta' era amalati e tutti disarmati, e che ogni poche zente che fusse anda' de li', hariano sachiza' quel campo, e che tornorono la sera a mezza hora de note, e che haveano pur ancora carestia in campo ma ogni zorno mancho" (Sanudo Diari 12, 578-579).



"1511, 24 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di ozi, horre 18. Scrive dil campo, e' dove l'era pur con carestia, e questo aviso lo hanno per alcuni ragazzi fuziti, che si diceva in campo aver avuto tuto il Friul" (Sanudo Diari 12, 579).



"1511, 24 settembre. Dil provedador Gradenigo, di 24, hore 19. Item scrive, i nimici sono al locho solito, et questa matina hano nostri mandato bon numero di cavali lizieri a quella volta et aspeta soi exploratori. Item, a' ricevuto letere, e' bon ruinar il ponte a' fato i nimici su la Piave, risponde faranno il tutto quando la Piave sia grossa etc. ...Item, i nimici e' pur a Nervesa, et per exploratori hano, patiscono molto di vituarie di pan et vino, e che ogni volta che vanno a sacomano, vanno con il forzo dil suo exercito e con l'artellaria" (Sanudo Diari 12, 580).. NOTE:

25 09 1511 === "1511, 25 settembre. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignan, di eri sera, horre 4 di note ... avisa, saria bon asaltar il campo francese, qual sta disordinatamente, et non sono tropo numero e mal conditionati, e sono assai amalati. Etiam scrive, dito sier Lunardo per aver relatione di do altre persone, che omnino sono per levarse e andarsene via, e che todeschi sono per invernar in Friul, e che in campo se diceva, aspetar la licentia di levarse e haveano penuria di vituarie, di pan ... Item hano, che 500 cavali de francesi erano andati a le basse, ma non haveano fato gran danno, e che ozi erano tornati in campo" (Sanudo Diari 12, 582).



"1511, 25 settembre. Dil provedador Gradenigo, da Trevixo, di 24, horre 5 di note. Chome ozi li inimici hanno fatto una grossa cavalchata, e in persona e' andato monsignor de la Peliza (Palice, ndr.) con artellarie e fanti e gran numero di cavali, et e' andati verso le basse, non perho' in locho che habino posuto far alcun danno, solo a' mena' 6 animali grossi ... Item scrive, aver, per li nostri exploratori, che i nimici nel levar i farano per andar via, hanno deliberato de sachizar et depredar tuto el paexe ..." (Sanudo Diari 12, 582-583).



"1511, 25 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, di 25, horre 17. Di campo si ha, como sono tra do over tre zorni francesi a levarsi e andar con Dio non vegnando todeschi di qua di la Piave" (Sanudo Diari 12, 584).



"1511, 25 settembre. Dil provedador Gradenigo, di 25, horre 20 e mezo. Come nimici sono fuora al solito, lontan di qui zercha mia 3 ..." (Sanudo Diari 12, 585).. NOTE:

26 09 1511 === "1511, 26 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di eri, hore 5 di note. Come scrisse, li nemici venuti sono molto grossi et passano ordinatamente apresso a zercha mia 2 di la terra ... e, stati un pezo, se retirono verso el loco usato di Nervesa ... Item, per exploratori hanno, i nimici francesi ponno esser zercha 8.000 persone, e di questo e' confirmato per molti; e molti dicono, stanno de li' con qualche dubio de ritornar, ma ogniuno dice con gran desiderio aspetono el ritorno de alemani de Friul, et si non vegnirano, di volersi partir, et vegnendo etiam si leverano; e uniti molti dice, verano a far una experientia a la terra ..." (Sanudo Diari 12, 585-586).



"1511, 26 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di eri, hore 2 di note ... et francesi sono corsi mia 1 lontan di li' ... hanno menato dentro X cavali e do francesi arzieri, dai quali si ha, che presto sono per andar con Dio, e che ancora ne e' carestia in campo e assai amalati ..." (Sanudo Diari 12, 586).



"1511, 26 settembre. Dil provedador Gradenigo, da Trevixo, di 26, horre 18 e mezo ... I nimici sono al locho solito di Nervesa" (Sanudo Diari 12, 590).. NOTE:

27 09 1511 === "1511, 27 settembre. Di Treviso, dil provedador, di 26, hore 6 di note ... scrive, il campo nemico, levato di Nervesa, era venuto mia 2 propinquo a Treviso, et per presoni hanno, esser venuti tutti li cavali e homeni dil campo per scorta de li lhoro sacomani, et quelli dil campo si doleno non aver licentia da alemanni di levarsi e andar con Dio,e una horra li par mille. Scrive quelli compagni, veneno con li zentilhomeni, li dimandano danari etc. ..." (Sanudo Diari 12, 590-591).



"1511, 27 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di eri sera, horre 2 di note, vidi letere. Come per li stratioti venuti in quella sera dentro hanno, i nimici stati in tre squadroni, uno a la volta di la Porta di Santo 40, l'altro a la Porta di S. Thomas, et uno ando' piu' basso, dove nostri stratioti sono stati a le mancon lhoro, e in una bota haveano preso da 98 homeni d'arme et 12 cavali, e sorazonse uno altro squadron e sono a le man con essi, qualli haveano li ditti presoni, et recuperarono, et hanno morto Andrea Pera, cavalier, capo di stratioti; tamen stratioti, cussi' ferito a morte, el recuperorono e l'hanno onduto di qui, poi si e' morto; et e' sta' pechato, perche' era un gran valente homo. Etiam e' sta' presi 3 nostri stratioti, che mancha, e uno e' venuto dispogia' di diti stradioti, in camisa, e par manchi etiam domino Thodaro Rali, el qual e' un gran valente homo: non si sa si e' morto o vivo. Tutto e' sta' causa per averli fati andar a schasafasso, senza ordine, che il signor Vitello era anche lui con li soi balestrieri, et il capetanio etiam lui andoe fuora senza arme alguna; e' sa' mal, e' bon stagi in la terra, il provedador li dice, lui non resta. Item si ha, per tre scampati ozi dil campo, come ozi diti inimici e' cavalchati e monsignor di la Peliza (Palice, ndr.) con tutti cavali, sono in campo, e sono venuti per veder il sito di la terra etc. ..." (Sanudo Diari 12, 591).



"1511, 27 settembre. Di Trevixo vene letere, tardi, dil podesta' et provedatore, di ozi, horre 11. Come hano, per soi exploratori, el campo de francesi a horre X levarsi di Nervesa e par tengi la volta di Bassan, e si vede chiaramente che brusano li lhoro alozamenti. Ai' scrito esso provedador di questo a Cittadella et a Padoa, accio' stiano vigilanti. Scriveno, voria zonzesse li' 200 cavali, dieno venir di Padoa, lizieri per andar con sier Zuam Vituri (Giovanni Vitturi, ndr.) di la' di la Piave, qualli ancor non e' zonti" (Sanudo Diari 12, 591-592).



"1511, 27 settembre. Da poi disnar fo pregadi e vene le infrascripte letere: di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di ozi hore 13. Come erano zonti li nostri stratioti stati fuora, quali dicono, i nimici esser levati di Nervesa et brusato li alozamenti, et hanno finto di andar verso il Barcho et sono poi venuti et voltati a le basse, acostati do mia lontan de qui; e dicono, aver visto li lhoro cariazi et artellarie. Subito, scrive, aver mandato a far retirar li burchii et farine, erano a li molini in Sil, in lochi securi. Scrive etiam, ancor dito exercito non e' arivato ne' firmato; stanno vigilanti, et questo venir lo fa star admirativo, vedendo tal andamenti di essi inimici etc., li qualli sono a Chalalta, come per altra via intisi" (Sanudo Diari 12, 592).



"1511, 27 settembre. Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan, de ozi, a horre 21. Item, di novo hanno in quella matina, per do exploratori, qualli non si doveano partir di campo fina el non si levasse, uno di qual si parti' horre 2 avanti il zorno, dize, in quello el campo si levava, e l'altro dize che tutto era levato in el far dil zorno, et a' piato la volta de le basse, e a' fato andar el ponte zoso per la Piave a segonda, non sa dove si afermera'. Etiam hanno, per uno stratioto era prexon, che certi stratioti li hano dito che vanno ad alozar al Ponte di la Piave, e questo per dar spale ai tedeschi posino aquistar quelli lochi dil Friul ... El qual stratioto, che era prexon, e' de quelli di Padoa. Etiam dize, non esser piu' di 4000 fanti pagati, et altri 4000 venturieri e pur assai amalati, et hano carestia de pan.. El qual e' venuto etiam per alcuni stratioti, e' con i nimici, qualli voleno venir in Treviso, et tornar con la Signoria, de sercha 60 cavali, et e' sta' avisato a li ditti, che, venendo, li azeterano ben e volentieri; el qual stratioto e' venuto con uno trombeta di campo, al qual questa matina, lui e' sta' a parlargli insieme con el signor Vitello et steteno fino hore 20, el qual trombeta a' dito al prefato signor Vitello, che il campo si e' levato et andera' alozar mia 8 lontan dal primo alozamento, verso el ponte di la Piave, e li' farano il ponte per averlo fato vegnir a segonda, e che crede piu' tosto i siano per non passar che per passar di la', e che il campo si afermera' dove ze una torre, e che l'e' sta' gran contrasto tra lhoro zercha el levarse, tamen mal volentiera sono levati. Et dice, sono per andar verso ..., cegnando (segnando, ndr.) con la testa questa terra, et non ha voluto dir altro. El signor Vitello li disse, che i vegnirano a 'sta terra? Non si pensano, rispose. Se zudega non vogli gitar ponte sul Sil e tuor la via di Mestre; e' sta' provisto a tutto e fato a saper a Melma, et manda a tuor tutti i drezegnoni e manda tutti i burchii zoso, e fato a saper a le ville, ogniuno vadio a la volta di Mestre; e li' a Treviso, e' sta' tira' tute le opere, lavoravano altrove, et fano lavorar sta banda inver Veniexia. Non dubitano nulla, salvo che non fazino butini e grandi, perche' mai, per gride e' sta' fato, quelli vilani hano voluto portar via el suo. Si ha rimandato via quel stratioto con grandissimo rebuffo per veder si per quel mezo si pol intender qualcossa, el qual davanti el trombeta feva el gaton gajardamente e par bufalo et e' schaltrito, et li e' sta' promesso provision ducati 4 al mexe. El doman sara' di qui con qualche zerteza dil campo come de li stratioti e altro" (Sanudo Diari 12, 594-596).



"1511, 27 settembre. Di Trevixo , dil provedador Gradenigo, di 27, hore 18. Come li andamenti, fano li nimici, li fa star admirativi, et questa note starano vigilanti, e lui provedador torniara' a la terra e fara' star in arme bon numero di ballestrieri al continuo" (Sanudo Diari 12, 596-597).. NOTE:

27 09 1511 === A. Il 27 settembre 1511 l'esercito francese si muove da Nervesa (Narvesa): alle quattro del mattino danno fuoco agli alloggiamenti e, dopo aver finto di tornare indietro, incominciano a scendere lungo il Piave, tirandosi dietro il ponte che vi avevano costruito (Sanudo Diari 12, 595). Dopo aver vagato tutta la giornata, si accampano la sera vicino a S. Giorgio, in un luogo dove sorgeva una torre detta Maserada, fra Nervesa e Ponte di Piave "appresso la Piave zercha mia 4, lontan di Treviso mia 6" (Sanudo Diari 12, 597). - Somascha 2000, 64. NOTE:

27 09 1511 === B. Girolamo alle due di notte, presso la torre di Maserada (dove forse era stato rinchiuso con catene e ceppi per precauzione), riesce a fuggire verso Treviso, dove viene accolto nel pomeriggio dal fratello Marco. Giunto in citta' deposita i ceppi, le manette, la palla con catena e le chiavi nella chiesa di S. Maria Maggiore. Continua la vita di soldato al servizio della Serenissima. - Fabris 1987 - Netto 1993, 35. Girolamo si fermera' a Treviso partecipando col fratello Marco (presente "con cinque uomini da lui provvisionati" alla custodia del castello, sic Sanudo Diari 12, 23-64 - Somascha 2000, 66 n. 93) alla difesa della citta' assediata, fino al ritiro degli imperiali a meta' ottobre. Per dare maggior impulso alla difesa e tenere a bada le milizie mercenarie a Treviso assieme al provveditore generale vi erano alcuni gentiluomini volontari (tra cui il Giustiniani), i quali erano stati distribuiti due a due perche' esercitassero la vigilanza ne luoghi piu' importanti della citta'.. NOTE:

28 09 1511 === "1511, 28 settembre. A di' 28 setembrio, domenega, damatina ... Di Treviso, di provedador Gradenigo, di eri horre 5 e mezo di note. Come da poi ritornati li cavali lizieri mandati a sopraveder li andamenti dei nimici, e dove fariano el suo alozamento, e' ritornate le due mude mandati a tal effetto, zoe' stratioti per una man, e per l'altra alcune lanze spezate dil sognor capetanio. Referiscono conforme, che lo exercito nemico, alquanto ozi apresentato a la terra, se ritirorno poi et hano vagato a uno locho chiamato San Zorzi, arente una torre ditta Maserata, el qual locho e' fra Nervesa e il ponte di la Piave, apresso la Piave zercha mia do, lontan di Treviso mia 6. La voce e' che dicono voler andar al ponte di la Piave, e li burchieli dil ponte fato su la Piave haveano calati zoso con dir di refar il ponte in altro locho, et sono horra i nimici mia 5 lontan dil ponte di la Piave. Scrive, star vigilante a la custodia de la terra, et hanno radopia' le guardie, e lui, provedador, visitera' le poste si' de porte, sostegni, bastioni e ogni altro locho, et manda ogni zorno cavalli a comandar quelli ostinati contadini, a tirar il lhoro bestiame et biade a lochi securi, ma non voleno, et le hanno soterato soto terra, et voleno i nimici le habino. Item, hanno fato retirar li burchii di le biave, erano in Sil, zoso" (Sanudo Diari 12, 597-598).



"1511, 28 settembre. Di sier Lunardo Zustignan vidi letere di eri, horre 4 di note. Come per alcuni nostri cavali andati fuora, qualli hanno menato do ronzini et 3 fanti nemici, de li qual si ha, e per altri, come il campo e' alozato a Maserada, mia 5 lontan di qui, e tira fina a San Zorzi, che poleno esser uno mio lontan dil ponte di la Piave. Non haveano anchora ferma' il ponte de le burchiele, quale haveano el punte suso; ma in do hore lo afermerano. Sono venuti 8 mia piu' verso le basse di quello erano prima; si sta con qualche suspeto voglino far qualcosa sul Sil. Si ha aviso, tutti li contadini con el bestiame e robe sono passati el Sil, e che questi traditori de contadini hanno lasato gran quantita' di grano, tanto che i nimici ne dano a li cavali, si' che non li val cride, ni altro, e questo e' sta' che il campo e' venuto volentiera a le basse per far botini, e la fama granda dil vadagno li hanno fato venir volonta'. Si lavora a furia a la porta Altinia, che e' inver Venecia, zoe' abassar la torre, e' a li fossi arente la porta verso el Sil, dentro via" (Sanudo Diari 12, 598-599).



"1511, 28 settembre. Dil provedador Gradenigo, di eri, hore 6. Come ha fato retirar li burchii di le biade piu' in zoso, li', in Treviso, e alcuni burchii di formento, qualli fanno masenar, e li mandera' zoso. Scrive, aver fato le mostre al capetanio e homeni d'arme 47, balestrieri 112 ben in hordine di homeni e cavali. Li 200 stratioti non e' zonti; dimanda orzi. Ha ricevuto letere di la Signoria con una instrution di luogi non e' provisti li', in la terra. Scrive, tutto e' sta' consulta' etc." (Sanudo Diari 12, 599).



"1511, 28 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 28, horre 18. Come i nimici questa matina, a l'alba, erano levati di la torre de Maxerata et venuti verso la Colalta, do miglia piu' propinquo a Trevixo, in uno loco chiamato Breda, e quello, riporta tal avixo, dice, al partir suo i nimici non erano ancora smontati, ma pensano, alozeranno li' per esser locho molto abele ad alozar, e' appresso la campagna et villa, che ha assai coperti. Scrive, aver mandato fuora 25 cavali, tutti boni coradori, per veder ocultamente qual camino essi inimici fano e sono per far. Etiam hanno mandato exploratori nel campo, et questa sera sperano intender el tutto, si' di l'alozar, come di quello se divulga per el campo. Item scrive, dil zonzer li', in Trevixo, sier Hironimo Miani, quondam sier Anzolo, fo castelan in Castel Nuovo, era prexom in campo, e' fuzito, di Mercurio Bua dal qual a' inteso, etiam questa levata de'inimici" (Sanudo Diari 12, 602).



"1511, 28 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 28, hore 18. Item, hanno rivecuto una altra letera, come la Signoria li scrive, aver aviso, per letere particular, che uno capo di stratioti ussite e fo ferito a morte, dove il capetanio ussi' fuora e conuse dito capo in la terra, et e' morto, et tamen di questo la Signoria non fu avisata per le letere publice, risponde, non e' vero, ma ben venere mandono zercha XV boni cavali coradori fuora per la porta di San Thomaso, et il capetanio non ussi' lui, ma fu in cao (= fondo, fine, ndr.) dil borgo ruinato sopra uno ronzin disarmato per soraveder, e li stratioti altri ussiteno fuora per la porta di Santi 40, hessendo lui andato a la porta di l'Altinia; i quali stratioti, andati per l'avadagno, fonno a le man con i nimici, di qual fo ferito uno stratioto. E questo e' quanto e' stato. Item scrive, del zonzer li' sier Hironimo Miani, quondam sier Luca, scampato da le man de' inimici, et caminato tuta questa note; dice, nel pavion di Mercurio Bua aver inteso che, poi zonti sarano li todeschi in campo, quali e' in la Patria, voleno venir a questa impresa di Trevixo" (Sanudo Diari 12, 603-604).. NOTE:

28 09 1511 === A. Il 28 settembre 1511 all'alba dalla torre di Maserada l'esercito muove verso Breda (Sanudo Diari 12, 602), ma Girolamo e' gia' fuggito ... - Somascha 2000 65. NOTE:

28 09 1511 === B. "1511, 28 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 28, horre 18. Item scrive dil zonzer li', in Trevixo, sier Hironimo Miani, quondam sier Anzolo, fo castelan in Castel Nuovo, era prexom in campo; e' fuzito, di Mercurio Bua dal qual a' inteso etiam questa levata de' inimici" (Sanudo Diari 12, 602).



"1511, 28 settembre. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di 28, hore 18. Scrive dil zonzer li' sier Hironimo Miani, quondam sier Luca, scampato da le man de' inimici, et ha caminato tuta questa note, dice, nel pavion di Mercurio Bua aver inteso che, poi zonti sarano li todeschi in campo, quali e' in la Patria, voleno venir a questa impresa di Trevixo" (Sanudo Diari 12, 603).



"1511, 28 settembre. Lettera di Lunardo Zustignan da Trevixo scrive che sier Hironimo Miani scampo' di man di Mercurio Bua adi' ... a hore 8 di note et e' zonto questa matina qui a hore nove in diexe solo; el qual fo averto e camino tutta la note fino el zonse qui" (Sanudo Diari 12, 609).. NOTE:

29 09 1511 === "1511, 29 settembre. a di' 29. Di Trevixo, dil provedador Gradenigo, di ozi, hore 18 e mezo. Come in quella matina si ha, lo exercito inimico pur atrovarsi alozato al ponte di la Piave; e, per quel dizevano, voler passar per andar ad expugnar la Mota (Motta, ndr.) e facevano il ponte fortificandolo, azio' possino condur l'artellarie di la', et per quanto hanno, li lhoro capetani feno intender si passasse di la' di la Piave, ita che questa matina molti erano montati a cavalo per passar, tuttavia fortifichavano il ponte lentamente, et che quelli, erano montati a cavalo, dismontavano, et ase, fano molte minaze di venir Treviso. Poi, scrive, de l'atendeno a fortificarsi e star provisti et oculati a la segurta' de quella terra. Scrive a la Signoria, si mandi fanti da 1000 in suso, perche' n'e' piu' 1700 de li amaladi. Item, danari e danari per dar le paghe a la zente. Item, si mandi zentilhomeni suso, perche' e' pochi quelli sono, et quella note el capetanio vene colico" (Sanudo Diari 12, 607).



"1511, 29 settembre. Di sier Lunardo Zustignan, di 28, hore 4 di note, venute questa matina. Come hanno, i nimici eser alozati al ponte di la Piave, a Monastier, a Bre (Breda, ndr.) e tute quelle ville li' in contorno, et hanno afermato il ponte di la' di la Piave verso le basse e sono tirati a la volta de la Colalta, et dize el cavalaro, andava a la Mota, che sono fina a la Fosseta, , e che li' sono da 00 fanti a Foson, e voleno passar in quelli paludi per tuor el bestiame, benche' dicono villani che si pono tirar verso la Granza e segurar dito bestiame. Se dize in campo, voleno andar a tuor la Mota ... Tutti e' d'opinion stano per vegnir de li' a campo e far una experientia con grandissimo forzo, hora che hanno tuto el Friul al suo comando e podrano far venir le vituarie; perho' doman comenzerano da la Dona (S. Maria Maggiore, o Madonna Granda, o Nostra Dona di Treviso, ndr.) fino a la porta de Altinia e fortificherasi si' di fossi slargati, come di cavalieri alzati, e taiar il ponte per meter la porta fa' forteza, e abasar la torre di la dita porta, e si provedera' a tutti, si' terieri, come soldati e done per far un bon principio e meter quel lavorier in do giorni a bon porto, perche' si intende, vorano gitar ponte sul Sil e acamparsi da la banda di Venezia, benche' ogni raxon non vol; tamen non dubita di cosa alcuna. El capitanio a' dito, esser li amalati da 1500 fanti, e questo li ha fato pura a intender; voria fosse de li' 1000 fanti, almen 500 per i amalati, sono; etiam qualche zentilhomo, e pagar quelli veneno con li zentilhomeni. Scrive, lui fa le spexe a li soi homeni, e questo e' causa i stanno e lo servirano fino a 40 di'. Il provedador a scrito do man di letere di questo a la Signoria; non e' avuto risposta. Scrive, si dimenticho' avisar che sier Hironimo Miani scampo' di man di Mercurio Bua, a di' ..., a horre 8 di note, et e' zonto questa matina qui, a horre nove in diexe, solo, el qual fo averto e camino' tuta la note fino el zonze di qui etc." (Sanudo Diari 12, 608-609).. NOTE:

8 10 1511 === Dall' 8 al 15 ottobre 1511 la citta' di Treviso viene cinta d'assedio; Girolamo partecipa "ala custodia di Treviso" - Dalla Santa 46 n. 2 - Santalena 1896, 23. NOTE:

28 10 1511 === Girolamo partecipa, senza riuscirvi (nonostante potesse avanzare il merito di essere stato alla custodia di Treviso "Sier Hironimo Miani, quondam sier Anzolo, fo a la custodia di Treviso"), al concorso della carica di Provveditore (Procuratore) a Romano nel vicentino; 98 voti favorevoli e 71 contrari (Sanudo Diari 15, 278) - Fabris 1987 - Dalla Santa 46 n. 2. NOTE:

9 12 1511 === Nel Registro dei battezzati della Pieve di san Giovanni Battista del Dom (Duomo) di Treviso, conservato nella Biblioteca Capitolare di Treviso, si legge in data 9 dicembre 1511: "baptizatus fuit Hieronimus Joseph filuis ser Donati Cimavin molendinarii. Compatres fuerunt dominus magnificus Hieronimus Aemilianus q. d.ni Angeli patritius venetus et castelanus Castri Novi de Quero ... " (Bibl. Capitol. Treviso, Registro 8 - G. 1509-1514 - c. 98/v) - Netto 1981, 143, n. 18. NOTE:

1 01 1512 === Carlo Miani nel 1512 diventa capitano di ventura in Lombardia, poi Camerlengo (pubblico tesoriere) a Bergamo - Netto 1993, 37. NOTE:

1 01 1512 === "Il Priorato della Trinita' acquisto' nel 1512 un tesoro di Priore nel patrizio Veneziano Andrea Lippomano, bella figura di 'uomo nelle cose dell'anima e di Dio molto innanzi', la quale ci richiama alla mente quelle luminosissime di S. Girolamo Miani e di S. Ignazio di Loyola. Il primo e' ospite solo per qualche tempo del Lippomano, e lo delizia in santi conversari; l'altro invece sigilla la sua dimora alla Trinita' (nella cui chiesa, si dice, e' probabile sia stato ordinato sacerdote), con quel Collegio dei suoi Gesuiti nei luoghi dell' Umilta', concessigli per interessamento del Lippomano stesso nel 1549 dalla Repubblica. Mons. Vittorio Piva, nelle sue recenti memorie sulla Salute, ci fa sapere della chiesa della Trinita' che era di stile sestoacuto a quattro altari con l'abside verso oriente. Il Priorato della Trinita', dopo la morte del Lippomano (+ 1574, ndr.) entra in un periodo di anni inquieti per controverse sorte in causa della elezione a priore di un conte Sforza da Porcia, contraria alle leggi dello Stato Veneto. Di questo approfitta il Patriarca Lorenzo Priuli per sistemare nei luoghi della Trinita' quel suo Seminario, da pochi anni istituito nella abbazia dei SS. Cornelio e Cipriano in Murano" (cit. da: I Santuari Illustrati, La Salute di Venezia, Novembre 1930, pag. 164-165).. NOTE:

1 01 1512 === Lippomano Andrea (notizie tratte in parte da: Stoppiglia 1917, 9-10):



- figlio di Girolamo (e non di Bortolo, come dice il Cappellari).

- 1512: ebbe il Priorato Equestre Teutonico della Trinita' in Venezia da Giulio II.

- e' ricordato dal Sanudo (Diari XV, XIX, XX, XXI, XLIII, XLV).

- 1526: Clemente VII gli concede il beneficio di S. Maria Maddalena di Padova.

- 1548: cede il beneficio di S. Maria Maddalena di Padova a S. Ignazio di Lojola ed alla sua Compagnia con tutte le rendite (come dice il Maffei: "Cum Patavii, nostris ad gymnasium, et reliqua Societatis munera, Sanctae Mariae Magdalenae templum, et eius templi vectigalia tribuisset Andreas Lipomanus egregia pietate vir cuius mentionem antea fecimus ..."; cf. Maffei G.P., De vita et moribus Ignatii Loiolae etc. auctore Ioan. Petro Maffeio etc., Mediolani 1732, lib. 3, cap. 14 a pag. 352; ma la prima edizione e': Maffei Giovanni Pietro sj., De vita et moribus Ignatii Loiolae, qui Societatem Iesu fundavit, libri 3. Auctore Ioanne Petro Maffeio. Excudebat Ioannes Bogardus, Duaci 1585).

- 1549: ai Gesuiti dono' la chiesa di S. Maria dell'Umilta' in Venezia.

- e' presente al Concilio di Trento.

- 1560: il Cappellari ricorda che nel 1560 Andrea fu uno dei quattro soggetti proposti dal Senato al Pontefice per il vescovado di Verona.

- 1570: ai Gesuiti dono' la chiesa di S. Nicolo' di Palude.

- 1574: muore ed e' sepolto nella chiesa dei Gesuiti in Padova, dove e' la sua effigie e l'elogio riportato dal Salomonio (Inscriptiones Patavinae, pag. 292).

- parlano di lui: Cappellari Girolamo Alessandro (storico), Bartoli, Orlandini (in: Storia della Compagnia di Gesu'), Cornaro Flaminio (in: Eccl. Venet., tomo V, pag. 10 e 81, e tom. XIV, pag. 273), Cicogna (Inscrip., vol. V).. NOTE: Andrea Lippomano appoggio' i primi Cappuccini (tra cui fra Giovanni Pili da Fano) e i primi Gesuiti ("grande elemosiniero", cf. Profilo delle soprannaturali virtu' del priore don Andrea Lippomano, Arch. Stor. Soc. Jes., Ven. 105, I, cc. 4-5).

8 06 1512 === n.n., Diario con racconto delle cose accadute in Bergomo al tempo della Lega di Cambrai (ms. nella Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, collocazione MMB 404, ff. 5r-34r.); parla di Carlo Miani alle date 8 giugno 1512 e 26 ottobre 1512 (cf. alle date).. NOTE:

8 06 1512 === "1512 alli 8 giugno. Verso sera venne in Bergamo Carlo Miani Venetiano senza alcun ordine de Venitiani con Cagnolo et fece far proclama che non fusse fatto alcun torto et che tutte le cose che erano state tolte fussero restituite, il Castellano di Capella Francese (Castello di S. Vigilio a Bergamo, ndr.)) usci' a saccheggiar nelli monti di Fontana, et andava et ritornava come gli pareva, perche' niuno poteva ne' ardiva resistergli" (Ignoto, Diario con racconto delle cose accadute in Bergomo al tempo della Lega di Cambrai (ms. in Bergamo, Bibl. Civ. Mai, collocazione MMB 404, ff. 5r-34r.); parla di Carlo Miani alle date 8 giugno 1512 e 26 ottobre 1512 (cf. alle date). Sulla Cappella della Citta' di Bergamo cf. Colleoni Celestino, Historia quadripartita, vol I, pag. 484: 'la fortezza detta Cappella, da una chiesuola in onore di S. Maria Maddalena quivi anticamente eretta'; ove ora sono le rovine del Castello di S. Vigilio.. NOTE:

21 06 1512 === Lettera del 21 giugno 1512 scritta dalla Procuratoria di S. Marco in Venezia da Antonio Grimani e Andrea Venier, Procuratori di san Marco, a Carlo Miani, Provveditore di Bergamo e successori: "Viene Giovan Antonio da Cantu' per far residenza nell' abbazia di sant' Egidio di Fontanella, dove e' stato per quindici anni. Pregano di prestargli ogni favore perche' possa officiare e curare l' abbazia" (da: Lettere, S.3.1.187, serie dell' Archivio dei Rettori, in Biblioteca Civica Angelo Mai, Bergamo. La busta contiene quasi duecento lettere inedite, la massima parte delle quali fu indirizzata da diverse persone o magistrature al provveditore di Bergamo Bartolomeo da Mosto tra il giugno ed il novembre 1512).. NOTE:

6 10 1512 === Testamento di Dionora Morosini (06.10.1512) - Vitone 317 - Fonti Somasche 26 - Landini 1947, 473 - Arch. St. Venezia, Sezione Notarile, Testamenti, b. 873, doc. n. 147, notaio Antonio Spitti - pubblicato dal Dalla Santa - vuole essere sepolta presso il Monastero di S. Stefano a Venezia nell'arca dove era stato riposto il marito.



Testamento di Dionora Morosini

(† 1514)

mamma di San Girolamo



6 ottobre 1512



(brani riferiti a SGM)



(Arch. St. Venezia, Sezione Notarile, Testamenti, b. 873, doc. n. 147, notaio Antonio Spitti)



"... Item dimitto Hyeronimo filio meo duas domos a segentibus, videlicet unam magnam et alteram parvam ad pedem planum cum omnibus suis habentiis et pertinentiis, situatas et positas in confinio S. Angeli iuxta elibanum, que solvunt de affitu in ratione anni ducatos XXIIII auri, quas volo quod dictus Hyeronimus filius meus non possit vendere neque aliquo modo alienare nec per corpus aut animam judicare, et declaro, et expresse ordino quod affitus ditarum domorum, videlicet XXIIII ducati, dentur et deputentur pro uno mansionario qui celebrare debeat pro anima mea in dicta ecclesia S. Stephani, et hoc per spatium quinque annorum et non ultra, quibus completis, dicte domus cum suis affitibus tunc remaneant dicte d. Hyeronimo filio meo; et casu quo Mons. Novus solveret, tunc dictus Hyeronimus filius meus celebrari faciat ex affitibus supradictarum demorum tantummodo per tres annos et non ultra, cum hoc etiam quod teneatur solvere decimas et alia onera imponenda per dictum tempus quinque vel trium annorum in quo et per quod celebrabitur pro me, sine dispendio et damno dicti mansionarii ... Item dimitto unum rubinum ligatum in auro et unum saphilum ligatum in auro et unum pendentem cum numero novem perlarum d. Hyeronimo Miani filio meo. Item dimitto quatuor pateras argenti dictis filiis meis, videlicet unam pro quolibet. Item dimitto eisdem filiis meis veto coclearia et octo pironos argenti, quo volo dividi debere inter eos equaliter. Item dimitto eisdem filiis meis unum saculum tenute decem ducatorum plenum perlis, quas volo dividi debere inter eos equaliter. Item dimitto quadraginta perlas grossas d. Hyeronimo Miani filio meo ... Item dimitto d. Hyeronimo unum alium rotulum de dimito albo de serico et eidem Hyeronimo filio meo dimitto unam culcitram de dimitto albo cum suis listis viridibus. Item eidem dimitti unum papilionem trisve (?) capelle cum perlis, et unum par linteaminum a cariola, et tria paria intimellarum, partim de serico, partim de filo, et unam culcitram de bocasino viridem scuram cum suis cortinis ... Item dimitto meam vestem de saia novam d. Hyeronimo filio meo suprascripto. Residuum vero omnium et singulorum aliorum meorum honorum mobilium et imobilium, presentium et futurorum et omne caducum, inordinatum et prononscriptum, quod mihi aut huic mee comissarie spectare et attinere posset, dimitto prefatis filiis meis equaliter inter eos, quibus comendo animam meam".. NOTE:

26 10 1512 === "Alli 26 ottobre 1512. Guascone Castellano per il Re di Francia nella Capella (Castello di S. Vigilio a Bergamo, ndr.), sapendo che Francesco suo fratello Castellano di Lecco s' era reso a Bartolomeo Ferrerio a nome de Milanesi, et vedendosi in pericolo, mise in liberta' Francesco Bellafin, Federico Rivola, Steffano Vianova per trattar la resa et li patti con il Provveditore della citta'. Et finalmente furono aggiustate le conditioni che detto Castellano, suoi compagni et famiglia et cose sue restassero salve et partissero securi, quali furno confermati dal Proveditor Generale dell' essercito de Venitiani, quali dimoravano vicino a Brescia, onde fu fatto proclama che niuno dovesse offendere li francesi predetti, accompagnandoli Lucca Brembate e Troilo Lupo il Castella o con la sua famiglia consegnata la Capella (castello di S. Vigilio a Bergamo, ndr.) a Carlo Miani venne nella citta' dove si fermo' alquanti giorni, et poi accompagnato da Lucca Brembate, Francesco Bellafin e Troilo Lupo parti' con li suoi fanti verso Lecco con salvo condotto di Mattio Cardinale Legato Apostolico et di Sforza Vescovo di Lodi Governatore di Milano" (Ignoto, Diario con racconto delle cose accadute in Bergomo al tempo della Lega di Cambrai (ms. nella Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, collocazione MMB 404, ff. 5r-34r.); parla di Carlo Miani alle date 8 giugno 1512 e 26 ottobre 1512 (cf. alle date).. NOTE:

1 01 1513 === Nel 1513 si consacra la chiesa della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza (Treviso, diocesi di Vittorio Veneto).. NOTE:

8 10 1513 === "1513, 8 ottobre. Lista di zentilhomeni e popolari andorno a Padoa con sier Cristofal Moro provedador zeneral, et da pari loro, et sono li' al presente (a Treviso?) ... Sier Hironimo Miani, quondam sier Anzolo ..." (Sanudo Diari 17, 161).. NOTE:

1 01 1514 === Retta Pietro crl. (da Lucca, + 1530, si ispiro' al confratello Paolo Maffei da Verona), Regule de la vita spirituale et secreta theologia, compilata per el R.do Patre Dom Pietro da Luca. Venetiis per Simone de Luere (De Lovere) MCCCCCXIIII (1514) - Somascha 2001, 105. NOTE:

1 01 1514 === Concilio Lateranense V del 1514: nella IX Sessione si rcorda ai maestri e ai precettori il dovere di educare i ragazzi e gli adolescenti circa "ea, quae ad religionem pertinent, ut sunt praecepta divina, articula fidei, sacri himni et psalmi ac sanctorum vitae: diebus festivis nihil aliud eos docere possint, quam in rebus ad religionem et bonos mores pertinentibus, eosque in illis instruere, hortari et cogere in quantum possint, teneantur: ut nedum ad missas, sed etiam ad vesperas, divinaque officia audienda, ad ecclesias accedant et similiter ad praedicationes et sermones audiendos impellant, nihilque contra bonos mores, aut quod ad impietatem inducat, eis legere possint" (COD = Conciliorum Oecomenicorum Decreta, a cura di G. Alberigo, J.A. Dossetti, P.P. Ioannou, C. Leonardi, P. Prodi. Bologna 1973, 3° ed., p. 621). (cit. da Guglielmoni 1983, 51).. NOTE:

1 01 1514 === Luca Miani, (eletto nel 1514 senatore: sic Santinelli 1767, 14) sposa Cecilia di Vittore Bragadin Cimese, vedova di Vincenzo Minotto.. NOTE:

1 01 1514 === Muore la mamma di Girolamo, Dionora Morosini, che viene sepolta accanto al marito nella chiesa di S. Stefano; con testamento del 6 ottobre 1512 lascia a Girolamo 2 case a Sant'Angelo, il cui affitto deve essere devoluto per 5 anni al convento di S. Stefano in cambio di messe per la sua anima.. NOTE:

11 02 1514 === "1514, 11 febbraio. Di Feltre, di sier Hironimo Barbarigo podesta' e capitanio fo letere, date a Castelnuovo, di 10, ore 18. Come, avendo inteso i nemici erano venuti al ponte d'Arsie', mia 5 lontan di Feltre, vedendo non potersi difender, et era sta' dito Lorenzin da Basan esser sta' preso da inimici, per piu' securta' sua vene li' a Castelnuovo, dove e' castelan sier Luca Miani quondam sier Anzolo, qual ha per gratia etc." (Sanudo Diari 17?).. NOTE:

14 02 1514 === "1514, 14 febbraio. Di Seravale, di sier Hironimo da ca' da Pexaro provedador zeneral, di 14, hore ...di note. Nostri par abino recuperato Castelnovo di Quer, zoe' sier Luca Miani castelan, et li mandava 50 fanti per poter tenir quel castello" (Sanudo Diari 17?).. NOTE:

3 06 1514 === In Venezia in ognuna delle 89 parrocchie fu istituita una "fraterna" o aggregazione di cittadini preposti ad amministrare la pubblica beneficenza; ebbero un primo ordinameno legale il 3 giugno 1514 - Tentorio 1976, 14. NOTE:

20 06 1514 === Girolamo il 20 giugno del 1514 e' presente alla guerra in Friuli seguendo Giovanni Vitturi (Vettori, Vittori), Provveditore Generale della Patria del Friuli: il Vittori scrive al Savorgnan invitandolo a non mollare la postazione, a meno che gli venga ordinato di ritirarsi, nel qual caso gli avrebbe mandato come nunzio "sier Hieronimo Miani, qu. sier Anzolo" (Sanudo Diari 18, 284, alla data del 20 giugno) - Somascha 2000, 67 (Tesi Pellegrini) - "Nel 1514 a Porpetto (vicino a Marano, UD) Girolamo era alle dipendenze di Giovanni Vitturi" (Brunelli in: SSGE 423, 20) - "Il 20 giugno 1514 Girolamo si trova in Friuli, precisamente nel Castello di Porpade o Porpede (oggi Porpetto, UD), che dominava le due vie di accesso a Marano Lagunare, al seguito del Provveditore Generale Giovanni Vittori, accorso in aiuto di Gerolamo Savorgnann che aveva posto sotto assedio la localita' costiera" (in: Arzaretti Walter (a cura), Santi e Martiri nel Friuli e nella Venezia Giulia. Padova 2001, pag. 399, ove cita il Sanudo).



"Del Castello di Porpetto (UD), gia' dimora dei Frangipane, sopravvivono solo le strutture esterne; interessanti nel soffitto di una stanza, un rovinatissimo affresco con il dio Pan attribuibile ad Andrea Urbani (seconda meta' del Settecento)" in: (http://www.regionefvg.com/cittaepaesi/UD/porpetto/porpetto%20storia.htm).



Vedi il disegno antico del Castello di Porpetto (Propeto) in:

http://www.comune.porpetto.ud.it/. NOTE:

29.11.1514 === Denuncia autografa di Girolamo dei beni per la redecima (29.11.1514): - autografo: Landini 1947, 474 - Dalla Santa 49 - la Redecima era la regolazione del debito derivante dalle imposizioni della decima, operazioni eseguite in base alle "condizioni" o denunce di stabili fatte dai proprietari.



Denuncia dei beni stabili di Girolamo

fatta da lui stesso

in occasione della prima Redecima

fatta in Venezia



29 novembre 1514



(autografa)

(Arch. St. Venezia, Dieci Savi sopra le decime in Rialto, f. 74, 75, Condizioni S. Vidal, n° 52)

"Nottifico io Jeronimo Miani fo de messer Anzolo a le Vostre Magnificentie como mi trovo haver nela podestaria de Castelfrancho, in la vila de Fanzuol, tere de chanpagna, caze do, in una sta Menego Stortti, de la qual non mi paga niente, ma io ho de graeia el sttia per governar, et tien zertti pradi de canpagna inzercha canpi 10 ala partte ett me suol dar da cara 2 in 3 de fen.

In l'alttra caza stta Miorotto (?), el qual tien inzercha canpi 25 arattivi et 11 prattivi in piu' pezi, li quali, per la magra condizion del luogo, se chava pocho gran et el vin ala partte, de i quali in questto ano che e' stta abundanzia de vin, ho abudo cara 2 de vin, ett paga de fitto, formetto et segala sottoscrita.

formento stara 4 - segala stara 3 - biava da cavalo stara 5 - sorgo stara 3 - megio stara 1/2.

Itten uno livelo tien Matio de Bonin in ditta vila, paga de livelo formentto stara 1 - segala stara 1 - biava da caval stara 3 - sorgo stara 1.

Iten uno livelo tien li Bochali in dita vila, paga

formanto stara 1/2, segala stara 1/2.

Abia mente Vostre Magnificentie che quele tere non se pol afitar se non se da' a queli vilani una inprestanza de quanto val la mita' de le tere.

Anchora sapia quelle che per ducati 3 el chanpo se vende et chonpra quele ttere, le qual non valeno se non sono videgade, et pocho valeno li vini per le gran speze de carizi.

Itten do chaze ne la chontrada de Sant'Anzolo, ne la cala del forno, le qual e a'no a fitto sier Andrea di Anselmi, le qual e pagava ducati 21, da poi l'e' sta fato al ditto ser Andrea comodita' de un zertto achordo, et al prezentte si contenta pagar ducati 24, ma, parttido lui, la non se afitera' piu' del solitto, zoe' ducati 21.

Ma el fitto de ani 5 si e' obligadi ali fratti se San Stefano, et io non tochero' in questi 5 ani chosa alcuna de ditto fitto, ett e' per ttantte mese.

1514 adi 7 fevrer - Recevuda per mi Francescho da Cha da Pexaro ai X Savii et zurada per el dito Jeronimo Trivisan a i X Savii subscripsi".



(a tergo) "1514. Chondizion de ser Gierolimo Miani fo de ser Anzolo sta in San Vidal fo de ser Lucha n° 52 San Vidal



per le chaxe in Santanzolo ducati 24 grossi --

per le possession " 15 " 16

per la chaxa tien per suo

uxo fo stimada per i Signori,

par in libero de le termenazion

per ducato 1 de fitto g.......... ducati 1 grossi --

-----------------------------

summa duc. 40 gr. 16



per X.ma l.re 0, s.di 8, den. 1, picc. 19

in fia vechia " 0, " 7, " 4, " 14

------------------------------------------

365 chresse = = 9 5



per le chaxe da Santanzolo fo ttermena' che, chalando de fito, le chala da la X.ma, non pero' de piu' de quele sono a la X.ma per el vechio apar nel dito libero".. NOTE:

1 01 1515 === Retta Pietro crl. (da Lucca, + 1530, si ispiro' al confratello Paolo Maffei da Verona), Doctrina del ben morire. Venetia per Simone de Luere (De Lovere) MDXV (1515) - Somascha 2001, 61 - Museo Correr, Opuscoli Cicogna, 347, 4.. NOTE:

1 01 1515 === Nasce Zuan (Giovan) Alvise figlio di Luca e Cecilia Bragadin.. NOTE:

7 02 1515 === Girolamo presenta ai Dieci Savi la sua condizione di decima: risulta possedere, oltre alle case lasciategli dalla madre, due case con 56 campi e due livelli a Fanzolo, podesteria di Castelfranco.. NOTE:

3 10 1515 === Sirino Girolamo crl., Libro de gratia. In Venetiis per Simone Luere (De Lovere) adi' III ottubrio MCCCCCXV (1515) - (can. reg. lat. del monastero della Carita', dove S. Girolamo frequentera' in questi anni il suo padre spirituale) - Somascha 1981 (ed. del testo a cura di Brunelli S.).. NOTE:

1 01 1516 === Contarini Gaspare scrive nel 1516 (ancora da laico) ed indirizza al neo vescovo di Bergamo Pietro Lippomano l' opera "De officio episcopi": e' un trattato sui doveri del pastore d' anime, arrivando a tracciarne persino il programma della giornata.. NOTE:

1 01 1516 === Dal 1516 al 1519 Girolamo e' castellano a Quero, in seguito alla concessione del Maggio Consiglio del 1510, per 5 ducati al mese.. NOTE:

1 01 1516 === Dopo la pace di Noyon vennero richiamati a Treviso i Canonici, sollecitati da autorita' e cittadini a ripristinare subito il culto della loro Signora, desiderosi di mostrarsi grati alla "Devotissima" che li aveva preservati dalle violenze e crudelta' della guerra (Netto 1981, 146); il priore di S. M. Maggiore Gabriele da Vettor (Vitturi), veneto (fu priore 1516-1533), amplio' il sito del monastero e fece amplio il monastero ( ms. Zangrando); si ricostruisce la sacristia, che solo ora viene ad avere l'ubicazione attuale sul lato meridionale della chiesa (Pigato 1944, 101); costruzione del nuovo campanile su sito di proprieta' del Comune (cf. iscrizione sullo stesso); si amplio' largamente il sito del monastero e restaurare vigorosamente la sacristia e la cappella maggiore, con un ampio cenacolo o refettorio per piu' comodo delli padri Canonici (Guerra 39-40). NOTE:

1 01 1516 === Marco Miani eletto procuratore a Cividale.. NOTE:

1 01 1516 === Nasce a Pistoia la "Confraternita della Purita'", una compagnia secolare di fanciulli organizzata nel 1516 ed affidata ai PP. Domenicani; questi sono incaricati di "confessarli et corregerli et dirizarli con ogni diligentia et charita'". Oltre alla regola della confessione mensile, e' prevista una revisione di vita interna al gruppo stesso (cf. l' "audienza" del Miani), con l' accusa delle proprie colpe e l' assegnazione della penitenza adeguata. Su questa confraternita di Pistoia cf.: Zambrini F., Una confraternita di giovinetti pistoiesi. Bologna 1887. (cit. da Guglielmoni 1983, 66, nota 60).. NOTE:

1 01 1516 === Nasce Elena figlia di Luca e Cecilia Bragadin.. NOTE:

1 01 1516 === Pace di Noyon. Secondo il Netto (Netto 1981, 149) in questo periodo, tra il 1516 e il 1528 anno dell'incendio del Santuario di S. Maria Maggiore di Treviso, Girolamo Miani fece la sua deposizione sul miracolo occorsogli. Vi e' Priore il concittadino frate Gabriele di Vettore, presente anche successivamente quando il sacrista (frate Severino da Udine, sacrista del 1532 al 1535) lavora dopo l'incendio alla ricostruzione del Quarto Libro dei Miracoli raccogliendo testimonianze.. NOTE:

1 01 1516 === Pergamena Miani: Luca Miani - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. III, 7 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1516 === Priore a Treviso S. Maria Maggiore: frate Gabriele di Vettore veneziano (1516-1527). NOTE:

11 02 1516 === Luca Miani acquista a Quero un terreno a S. Maria (Arch. St. Vicenza, arch. notai di Quero e Fener, q. gennaio-aprile 1516, 11 febbraio 1516) - Bona Beda Paze' 1990. NOTE:

1 06 1516 === Luca Miani acquista a Quero la quarta parte di un mulino e di una casa a Campo (Arch. St. Vicenza, arch. notai di Quero e Fener, q. 1/6/1516 - 30/6/1516, ff. 11v-12r) - Bona Beda Paze' 1990. NOTE:

8 06 1516 === In data 8 giugno 1516 Girolamo si presenta per partecipare al Consiglio di XL Civil (Sanudo Diari 22, 280).. NOTE:

6 10 1516 === "Marcantonio Michiel, ne' suoi «Diarii» manoscritti, cosi' racconta alcuni disordini successi nel convento dei SS. Giovanni e Paolo: «A di' 6 detto» (ottobre 1516) «era venuto el general delli frati conventuali di S. Domenico, mandato a chiamar, ovver sollicitato, dalli sig. Capi del cons. di X, pero' che li frati di S. Zane Polo erano in gran risse tra loro, et haveano date diverse querele un contra l' altro alli Capi, et massime fra Francesco Colonna havea querelato contro 4 o 5 de li primarii, et accusavali, inter cetera, de sodomia, suppresso tamen nomine. Il general, il Caietano, venne, et comincio' ad inquisir. Fra Francesco Colonna, o ch' el dubitasse non esser scoperto, et che fusse conosciuta la mano sua, essendo venuta la querela in le man del General, o per conscientia, essendo essi accusati innocenti, ando' a confessar, et scoprir la calunnia, facendosi reo, et chiedendo perdono al General, el qual volse ch' el dimandasse perdono al Capitolo. Li frati accusati, intendendo l' autor della loro accusatione, fulminarono diverse querele contra di lui, et massime ch' el avesse sverginata una putta, et provorno il tutto, per il che il Generale el bandi' de Venetia, et lo confino' a Treviso in vita, e ch' el non potesse piu' dir messa, ne' confessar, et bandi' molti altri, chi per anni 5, chi per 10; fra gli altri fra' Zanfior, et fra' Martin dal Naso». Facendo riflesso alle date, non sembra che il protagonista di questo racconto sia il domenicano fra' Francesco Colonna, detto il Polifilo, celebre pe' suoi studi d' architettura. Ne' va dimenticato che in que' tempi, anche un altro frate, chiamato Giovanni Francesco Colonna, viveva nel convento dei SS. Giovanni e Paolo. Vedi «Le Memorie dei piu' insigni Pittori, Scultori ed Architetti Domenicani» del p. Vincenzo Marchese" (Tassini 1887).. NOTE:

25 10 1516 === Pozzo del 1516 sito a Riese Pio X (foto ottocentesca con sottoscritta: "Il Pozzo di Tuzzio Costanzi a Riese"). La colonnina riporta la scritta 'MDXVI / ADI XXV / OTVBR / IO', cioe' "25 ottobre 1516". (http://www.museosanpiox.it/piox/sulleorme/a07.jpg). NOTE:

12 12 1516 === Finisce in quest'anno la serie di notizie fornite da: Pellegrini F. (a cura), Giampiccoli Giampaolo, Fragmenta chronica de bellis in territorio bellunensi gestis ab anno 1508 ad 1516, excerpta e Libro Sacristarum. Belluno 1880 (e': Il libro dei sacristi, cronachetta bellunese degli anni 1508-1516).. NOTE:

1 01 1517 === Progetto di ristrutturazione della "Cappella" di Bergamo in un disegno cinquecentesco dove risulta evidente il disegno antico della fortezza (Venezia, ASV; riprod. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 63).. NOTE:

1 01 1517 === n.n., Copia delle stupende e horribile cose che ne boschi di Bergamo sono a questi giorni apparse. S. n. 1517. (S. n. = senza note tipografiche?).. NOTE:

1 01 1517 === Bergamo, chiesa di S. Vigilio: "Posta poco sotto del Castello, detto la Cappella, e rinnovata ed ampliata nel 1517 nella forma che e' di presente, con tre altari ..." (cit. da: Pasta 1775, 69).. NOTE:

1 01 1517 === Carlo Miani diventa Capitano in Valcamonica; nasce Dionora figlia di Luca e Cecilia Bragadin.. NOTE:

1 01 1517 === Marco Miani va al reggimento di Belluno (Arch. St. Venezia, Consiglio dei Dieci, Liber juramenti rettorum et offitialium de extra 1507 e segg., p. 85) - Dalla Santa 51 n. 1. NOTE:

26 03 1517 === "Ambasciatori di Bergamo a Venezia (Sanudo 24, 116, 26 marzo 1517): "In Collegio venero 6 oratori bergamaschi li do primi cavalieri, et il primo era vestito di panno d' oro a la francese con una grossissima coladena d' oro al collo, e l' altro damaschin cremesin, lista' d' oro, con una cadena etiam al collo assa' grossa fata a un altro modo. Il terzo era vestito di veludo negro a la longa, manege dogal, fodra' di lovi, qual fo quello fe' l' oratione, et quarto e quinto di scarlato da dotori, et il sesto, dal Bremba', con una capa da negro. Nome di oratori: Francesco dal Ben cavalier, Domenego dal Cornelo (Domenito Tasso del Cornello, ndr.) cavalier, domino Lorenzo Rota dotor, domino Lionello dal Bremba' fato cavalier, et veneno con bella compagnia. Qual intrati in Colegio, io era andato per udirli, e tochato la man al Principe tutti, e postisialli piedi del tribunal, senza apresentar altra letera di credenza, il terzo in ordene, nominato domino Hieronimo Ponzin dotor, fece una oratione la-tina belissima, la copia di la qual sara' qui avanti posta. Et poi il Principe li rispose sapientissimamente, dolendosi di ogni adversita' et danni patite quella nostra fidelissima cita' in questi tempi turbolenti, qual il nostro Signor Dio ha fato per i pechati erano; et al presente che si ha auto l' optato desiderio, questo Stado li vedeva voluntieri, ralegrandosi con loro del bon esito de le cosse; et che quella comunita' fidelissima ne sara' ricomandata et in confirmar i soi privilegi e tutto quello se li potra' far etc. Et cussi' iterum tocho' la man a tutti, et cussi' li Consieri et Savii. E il sesto orator, nominato domino Lion dal Bremba', fo diMissier Lucha, fu fato cavalier, e li do soi colegi oratori li messeno i spironi. Et perche' la croseta non era fatta, non lif u posta, ma ben con le trombe fo acompagnato zoso" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 123).. NOTE:

5 05 1517 === "1517, 5 maggio. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e tutti li Savii ... et quella di Quer a li Miani ..." (Sanudo Diari).. NOTE:

1 07 1517 === "Pietro Lippomano (nato nel 1504) fu nominato vescovo di Bergamo il primo luglio 1517, e non 1516, come si e' fin qui scritto. G. FRAGNITO, Cultura umanistica e riforma religiosa: il De off-cio viri boni ac probi episcopi di Gasparo Contarini, "Studi Veneziani" 1969, ha documentato la data primo luglio 1517, giorno in cui Nicolo' Lippomano rinuncio' alla sede di Bergamo: mori' pochi giorni dopo. La sede fu subito attribuita al nipote Pietro. Tale circostanza e' confermata dalle Azioni del Consiglio comunale di Bergamo, che il 10 luglio stabili' di scrivere al nuovo vescovo condoglianze per la morte dello zio e congratulazioni per la nomina a vescovo, colla stessa lettera (cfr. Azioni alla data, 15, 227). Pietro Lippomano nel 1517 aveva 13 anni: mando' il fratello Zaccaria a prendere il possesso giuridico della sua chiesa il 21 aprile 1518. Giunse personalmente a Bergamo nel giugno 1519, ma si fermo' prima nel possesso di Morengo fino ad agosto e poi nella villa di Gorle. Entro' in citta' il 6 gennaio 1520 e comincio' quasi subito la visita pastorale, che e' il suo gran vanto: aveva pero' solo 16 anni e non era nonche' vescovo, neanche prete: fu consacrato soltanto nel 1530. Senza nulla togliere alle sue zelanti intenzioni (3 sono le visite pastorali, 1520, 1536, 1540), resta il fatto che trascuro' la residenza e la citta' se ne lamentava fieramente, tanto piu' che egli non volle neanche farsi sostituire da un suffraganeo: il primo giunse soltanto nel marzo 1526, per allontanarsene dopo pochi giorni propter subortam discordiam intereum et R.mum ellectum episcopum (Azioni, 17, 122 v., 228 v.). La fama al Lippomano venne in gran parte dal De officio episcopi, scritto per la sua nomina a vescovo da Gasparo Contarini (riedito da S. TRAMONTIN, "Studia Patavina" 12, 292-303), e dall' asserito, ma non dimostrato, discepo-lato col Giberti, al quale successe nel 1544 sulla cattedra di Verona.

E' interessante notare che nel trattato del Contarini l' unico vescovo citato a edificazione del Lippomano e' Pietro Barozzi, vescovo di Padova dal 1487 al 1507. Pietro Barozzi era stato mantenuto agli studi dallo zio, Giovanni Barozzi, vescovo di Bergamo. Egli veniva a Bergamo durante le vacanze e doveva conoscere abbastanza bene l' ambiente bergamasco, se pote' scrivere, su richiesta del podesta' di Bergamo Bernardo Bembo (padre del cardinale), il De factionibus extinguendis et civibus in gratiam pristinam revocandis continendisque, pubblicato per la prima volta da F. GAETA, "Civilta' veneziana, Saggi" 3, 1958" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 124).. NOTE:

31 10 1517 === "31 ottobre 1517: le Novantacinque tesi di Lutero (la tradizione le dice affisse sul portale della Schlosskirche di Wittenberg, ma la realta' e' diversa). Inizia per Lutero un periodo molto agitato: e' in forse la sopravvivenza stessa del riformatore. Divorato dallo zelo per la diffusione dell' Evangelo (cosi' chiamava il complesso delle idee che andava predicando, incentrandole sulla scoperta della giustificazione per la sola fede e rimproverando a Roma e ai papisti di averne annullata l'importanza), Lutero si era dato fin dal 1518 ad una attivita' frenetica. Dal 1518 al 1521 nacquero in pratica i testi piu' significativi della sua sfida a Roma e della conseguente Riforma. Concentro' il suo sistema teologico nella Kreutztheologie, sostenne confronti e dispute faticosissime (con Gaetano ad Augsburg nel 1518 e con J. Eck a Lipsia nel 1519), parlo' incessantemente e scrisse per giustificare il suo attacco antipapista e dare un assetto nuovo alla Chiesa. Questo e' il tempo in cui Lutero riconobbe ormai trascorso il tempo del tacere e sopraggiunto quello del parlare" (cit. da: Gherardini Brunero, Maria nel commento di Lutero al 'Magnificat'. in: Rivista Liturgica, LXXXV, 1998, pag. 316).. NOTE:

1 01 1518 === Treviso, Leone di S. Marco (1518, "Urbem tibi dicatam conserva") su una porta della citta' di Treviso (facilmente proviene da Venezia, perche' Treviso era dedicata a S. Liberale, non a S. Marco) - Netto 1981, 49. NOTE:

1 01 1518 === Carlo Miani diventa Castellano a Breno in Valcamonica.. NOTE:

1 01 1518 === Fondazione in Vicenza dell' Ospedale degli Incurabili (cf. RC 1957, 29).. NOTE:

30 03 1518 === Pergamena Miani: Girolamo Miani q. Angelo vende campi di Fanzuolo (Fanzolo) al fratello Luca (30.03.1518): - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 17 - RC 1962 p. 88. NOTE:

24 06 1518 === Carlo Miani da Breno in Valcamonica scrive al dottor Marino Zorzi (sier Marin Zorzi el dotor): "... et ho voluto veder qualche autor, perche' de qui non ho altra mior conversatione che con i libri passar la vita mia; dinotandoli, se non fusse che dubito di esser ripreso de presuntion" (Sanudo, Diari 25, 547-548, alla data del 24 giugno 1518).. NOTE:

1 01 1519 === Pauperum Somaschae: Figure biblie - figure biblie edite per eximium theologum fratrem Antonium de Rampegolis: ... 1519 - il libro e' in pessimo stato; rilegatura originale; in mezzo alle due parti del titolo "Pauper. Somaschi" - Pigato in RC 1939, 301 - Bibl. Somasca 28.46.25. NOTE:

1 01 1519 === Canonizzazione nel 1519 di S. Francesco da Paola; il suo culto e' diffuso soprattutto nel sud d'Italia, e forse e' dovuto nel nord a qualche abitante reduce da una emigrazione in quelle regioni.. NOTE:

1 01 1519 === Fondazione in Verona dell' Ospedale degli Incurabili (cf. RC 1957, 29).. NOTE:

1 01 1519 === Muore Elena, moglie di Marco Miani.. NOTE:

21 07 1519 === "1519, 21 luglio. Morite in questa note passada sier Luca Miani quondam sier Anzolo, qual ave per gratia in Gran Conseio per 5 rezimenti la castellanaria di Quer apresso Feltre, perche' 'l fu castelan in la Scala fu fato preson di todeschi et ferido et si porto' virilmente. E' stato in ditta castellanaria rezimenti do, era di eta' di anni ... e lassa do fiole, et e' morto da febre in zorni 5" (Sanudo Diari).. NOTE:

21 07 1519 === Muore improvvisamente il fratello Luca Miani, senatore dal 1514, lasciando la moglie e i figli Zuan Alvise, Dionora e Elena e il figlio naturale Gaspare Minotto, tutti in tenera eta'. viene affidata a Girolamo la tutela dei nipoti assieme all'amministrazione del commercio familiare della lana - Sanudo, Diarii 27, 508 (Ma il Santinelli 1767, 16 lo dice morto nel 1524 a 45 anni!). NOTE:

24 07 1519 === "1519, 24 luglio. Vene sier Marco Miani quondam sier Anzolo e fradelli di quel sier Luca Miani, qual e' morto, suplichando per do pute rimaste dil dito sier Luca, iusta la parte presa in gran Conseio, li sia concesso la castellanaria di Quer per il resto di quanto vol la parte preditta, offerendosi di meter per castelan sier Hironimo olim fradello dil defunto fino al compir di rezimenti, qual sempre si ha exercita' in ditto castello per castelan. Et cussi' per 4 consieri fo' termina' conciederli: ut patet in Notatorio" (Sanudo Diari).. NOTE:

24 07 1519 === A. Supplica dei fratelli del defunto Luca Miani alla Signoria, per poter mettere a Castelnuovo di Quero Girolamo a compiere la parte dei reggimenti che mancava (Sanudo Diarii 27, 510) - Dalla Santa 45



Supplica dei fratelli

del defunto Luca Miani

alla Signoria



24 luglio 1519



(Sanudo Diarii 27, 510)



"... suplichando per do pute rimaste del dito sier Luca, justa la parte presa in Gran Consejo, li sia concesso la castellanaria di Quer per il resto di quanto vol la parte preditta, offrendosi di meter per castelan sier Hironimo olim fratelo dil defunto fino al compir di rezimenti, qual sempre si ha exercita' in ditto castello per castellan".



________________



N.B. La durata di un REGGIMENTO era di 32 mesi (cf. Arch. St. Venezia, Segretariato alle Voci, Elezioni di Maggior Consiglio, reg. I, c. 99 t.; in: Dalla Santa 46 n. 1).. NOTE:

24 07 1519 === B. Viene concesso dal Collegio di Venezia che Girolamo continui la reggenza a Quero in sostituzione del fratello, nonostante questi sia defunto; rimarra' sin quasi al sett./dic. del 1527 - Landini 1947, 475 - Dalla Santa 45



Concessione fatta a Girolamo Miani dopo la morte di Luca suo fratello di continuare a tenere la reggenza di Castelnuovo di Quero, 23 luglio 1519 (Arch. St. Venezia, Notatorio 1510-1520, Collegio I, 26) - Landni 1947, 475-476) - pubblicato in RC 1916, 3, pp. 11-12.



Concessione fatta a Girolamo Miani

dal Collegio di Venezia

dopo la morte di Luca suo fratello

di continuare a tenere la reggenza

di Castelnuovo di Quero



24 luglio 1519



(Arch. St. Venezia, Notatorio 1510-1520, Collegio I, reg. 26, c. 127 t.) (1)



"MDXIX. DIE XXIII IULII.

Cum p. partem Majoris Consilii diei XXIII ms. xbris 1510: in remunerationem meritor. viri nobilis q.s. Lucae Emiliani q.s. Angeli qui qdem in expugnatione Scallae exixtens Castellanus eius loci viriliter dimicando ab hostibus brachio dextero debilitatus in captivitatem ductus fuit, Concessa fuerit eidem S. Lucae Castellania Queri p. quinque regimina pxima cum facultate sustituendi ad dictam Castellaniam unum ex fratribus suis, qui ibidem resideret, ac pro tempore residentiae huiusmodi eligi non posset ad aliquod regimen aut officium tam inus q. ex. ut in parte ipsa continetur. Ex qua facultate substituendi ut supra pfatus q.s. Luchas substituit in dicta castellania virum nobilem Hier.mum Emilianum fratrem suum pro tempore concessionis et gratiae suae ut constat fide de hoc facta p. viru nobilem Franc.um Mocenico Potestatem Tarvisij sub die 23 instantis, supp.no. pfacto s. Lucha defuncto nû lû finita gratia quinq. regiminum pdictor., relicta uxore et pluribus filiis paterno subsidio, ac omni prorsus facultate destitutis, infrascripti D. Consiliariis non immemores meritor, pfacti q.s. Luchae ac multo minus elementiae et gratiae qua uti semper Ill.mi Domni conuseverint erga posteritates meritorum, suorum, attenta numerositate et paupertate familiae antedictae, nec non substitutione iam facta de pfacto s. Hieronimo protempore concessionis et gratiae antedictae, terminaverunt et terminant, pdictus s. Hier.mus continuer in Castellania pdicta Queri cum omnibus modis et conditionibus quibus in ipsa fuit et est praesens uspue ad complementum quinq. regiminum pdictor, suor, obstante morte pfati q.s. Luchae eius fris. Hoc expresso declarato pr. utilitates omnes inde pvenientes sint et esse debeant pro alimento et substentatione filior. ac totius familiae pfacti q.s. Luchae. Et ita mandarunt ubi fuerit annotari.

Consiliarii

S. Michael Salamono

S. Aloysius Cont.

S. Petrus Quirinus

S. Andreas Trivis. Eqs.

memorata fuit omnibus Consiliariis lex in contrarium disponens".



______________________



(1) Questa deliberazione fu vista anche dal Cicogna, che la diede in riassunto (Inscrizioni, vol. V, p. 364).



La durata di un REGGIMENTO era di 32 mesi (cf. Arch. St. Venezia, Segretariato alle Voci, Elezioni di Maggior Consiglio, reg. I, c. 99 t.; in: Dalla Santa 46 n. 1).. NOTE:

1 01 1520 === Agostino di Vimercate, L' Adda nel disegno stampato da Agostino di Vimercate nel 1520 nel libro "Pagnanus Carolus, Decretum super flumine Abduae. Milano 1520" (incisioni in b/n e col. in: AdL 1/1997 in copertina e nell'articolo di Tentori Paolo (Tentori Paolo, Pagnanus Carolus: Decretum super flumine Abduae. Un progetto di navigabilita' dell'Adda da Leco a Milano nei primi del '500. in: AdL 1/1997, 5-16).. NOTE:

1 01 1520 === Incisione del 1520 che riproduce il corso dell' Adda da Lecco a Olginate (foto b/n in: AdL 2/1988, 339; tratta dall'articolo: Pensa Pietro, Le comunicazioni nel bacino dell' Adda [continua al prossimo numero]. in: AdL 2/1988, 311-376).. NOTE:

1 01 1520 === Fondazione in Brescia dell' Ospedale degli Incurabili (cf. RC 1957, 29).. NOTE:

1 01 1520 === Il fratello Marco Miani si sposa in seconde nozze con Maria, figlia di Alvise Basadonna.. NOTE:

1 01 1520 === Munito di Breve Pontificio, il patriarca di Venezia fa sequestrare le opere di Lutero esposte per essere vendute in negozi pubblici; Gaetano Thiene (1480-1547) inizia una missione cittadina per il rinnovamento della vita cristiana, potenzia la locale compagnia del Divino Amore e pubblica l'operetta "De la santa comunione". In campo santo Stefano predica il frate agostiniano Andrea da Ferrara a favore di Lutero contro il papa.. NOTE:

1 01 1520 === Sulla storia di Lecco durante la dominazione francese e gli anni 1500-1520 circa, cf.: Pensa Pietro, Francesco Morone in Lecco avventuriero o patriota? in: AdL 4/1982, 577-631.. NOTE:

25 02 1520 === "Venendo al «Campo S. Stefano» a Venezia, non possiamo tacere d' una solenne predica fattavi da un frate in senso della riforma, poiche' leggesi nel Sanudo, sotto la data 25 febbraio 1520 M. V.: 'Et sul campo S. Stefano fo predicato per m. Andrea da Ferrara, qual ha gran concorso. Era il campo pien, e lui stava sul pozuolo della casa del Pontremolo, scrivan all' oficio dei dieci uffizii. El disse mal del papa et della corte Romana. Questo seguita la dottrina de fra Martin Luther, e' in Alemagna homo doctissimo, qual seguita S. Paolo, et e' contrario al papa molto, il quale e' sta' per il papa scomunicato'" (Tassini 1887).. NOTE:

11 05 1520 === "A Treviolo la messa solenne in onore del patrono S. Giorgio veniva celebrata dal rettore della chiesa di Borgo S. Leonardo (facente parte della parrocchia di S. Alessandro in Colonna) in Bergamo; questa antica tradizione viene citata anche nel verbale della prima Visita del vescovo Pietro Lippomani o Lippomano il 11 maggio 1520 (VP [= Arch. Vescov. Bergamo, Visite Pastorali], v. 1, ff. 7-8; e nella seconda visita del 19 maggio 1535: VP, v. 2, f. 34v.). Il legame esistente tra la comunita' di Treviolo e quella di S. Alessandro e' documentato anche da alcuni atti notarili con i quali sono stati lasciati ai canonici di questo borgo cittadino dei beni consistenti in terreni e case site in Treviolo" (Pesenti 1998, 150 e 206). Si spiega cosi' forse perche' nel 1844 il parroco don Domenico Caroli fa dipingere dal Querena la bella tela che ancora oggi si ammira nel presbiterio della parrocchiale di Treviolo! I Somaschi arrivarono a S. Leonardo nel settembre del 1659 (cf. le notizie che il Calvi D. da' alla data).. NOTE:

9 07 1520 === "1520, 9 luglio. Castelan a Quer, fioli di sier Luca Miani" (Sanudo Diari 29, 35): la castellania di Quero e' data per grazia ai figli di Luca Miani.. NOTE:

25 12 1520 === Frate Andrea da Ferrara dell' Ordine di S. Agostino parlo' il 25 dicembre 1520 e il 18 gennaio 1521 per primo di Lutero in Venezia e precisamente in Campo S. Stefano (Sanudo Diari 29, 492.552) vicino alla casa di Girolamo Miani. Su questo frate cf. "Cronica Milanese di Gianmarco Burigozzo Merzaro dal 1500 al 1544", Milano 1851 a pag. 41. Ne parla anche Cappella Galeazzo Flavio, Commentarii, Venezia 1539 (Marciana 96.D.148.3), alla fine del 1° libro.. NOTE:

1 01 1521 === Carlo Miani provveditore ad Asolo nel trevigiano.. NOTE:

1 01 1521 === Gaetano Thiene nel 1521 si adopera nella fondazione dello Ospedale degli Incurabili. Dieci anni dopo, nel 1531, dato il buon ordine e la disciplina decaduti, verra' chiamato agli Incurabili il Miani.. NOTE:

1 01 1521 === Nasce Luca Amadio, figlio di Marco Miani e Maria Basadonna.. NOTE:

18 01 1521 === Frate Andrea da Ferrara dell' Ordine di S. Agostino parlo' il 25 dicembre 1520 e il 18 gennaio 1521 per primo di Lutero in Venezia e precisamente in Campo S. Stefano (Sanudo Diari 29, 492.552) vicino alla casa di Girolamo Miani. Su questo frate cf. "Cronica Milanese di Gianmarco Burigozzo Merzaro dal 1500 al 1544", Milano 1851 a pag. 41. Ne parla anche Cappella Galeazzo Flavio, Commentarii, Venezia 1539 (Marciana 96.D.148.3), alla fine del 1° libro.. NOTE:

25 02 1521 === n.n., Qui incomincia el libro del Maestro e del Discipulo. Impresso in Milano per Augustino de vicomercato. Ad instantia de Io. Iacobo et fratelli de Legnano. Nel anno del nostro Signore Iesu Christo MDXXI (1521) a di XXIIIII de Febraro - Marcora, Ippolito II 1959, 427 nota 173.. NOTE:

1 05 1521 === Racconta il Sanudo nei suoi "Diari" un atroce misfatto commesso a Venezia nelle case dei Cocco a S. Antonino. Una Bernardina cola' domiciliata, moglie gia' da 22 anni di un "Luca da Montenegro, dito zudio", lo stese morto a terra il dopo pranzo del 1° maggio 1521 con replicate ferite sulla testa, e, minacciata la figlia primogenita, piangente pell'avvenuto, seppelli' il cadavere sotto una scala coll'aiuto d'un Tommaso suo cugino. Poscia, per dileguare i sospetti, fece capo da un parente dell'ucciso, fingendo d'aver ricevuto da Loreto una lettera che avvisavala, essersi cola' recato il marito in pellegrinaggio. Il parente, avendo scritto a Loreto, e conosciuta la falsa lettera, corse a partecipare i proprii sospetti alla giustizia. Tosto dopo Vincenzo Zarla, ospite in casa di Bernardina, a cui essa aveva svelato il proponimento di disotterrare il cadavere del morto per riseppellirlo in luogo piu' sicuro, denunzio' il fatto, che venne confermato dalla figlia, e confessato in seguito dalla donna, la quale ai 3 agosto dell'anno medesimo 1521, fu condotta sopra una "peata" pel "Canal Grande" a S. Croce, gridando un banditore il di lei delitto, tratta poscia a S. Antonino, ove pati' il taglio della mano destra, e quella appiccata al collo, posta frammezzo le due colonne della "Piazzetta", ove venne uccisa, e messa a quarti, destinati ad affiggersi nei soliti luoghi. Nota il Sanudo che essa mori' "con stento, datoli del cortello nel cuor e nella gola, et tamen si moveva". Nota pure che questo fu il primo esempio di donna squartata in Venezia (cit. da Tassini).. NOTE:

2 08 1521 === Girolamo acquista al Faghe'r un terreno di tre campi (Arch. St. Vicenza, arch. notai di Quero e Fener, b. 1, q. 20/5/1521 - 26/8/1521, f. 44r) - Bona Beda Paze' 1990. NOTE:

1 01 1522 === Gallo Agostino '1499-1570', Le vinti giornate dell' agricoltura et de' piaceri della villa ... In Venetia appresso Ghirardo, et Iseppo Imberti fratelli, 1522. [14] p. ; 4¡



Localizzazioni: Biblioteca della Facolta' di agraria - Portici (Napoli). NOTE:

1 01 1522 === Fondazione in Venezia dell' Ospedale degli Incurabili, diretta fondazione di quello di Roma in cui operarono S. Gaetano Thiene, B. Stella da Salo', Ettore Vernazza da Genova (cf. RC 1957, 29).. NOTE: Nell' Ospedale degli Incurabili si celebrava, nelle funzioni della Settimana Santa, la lavanda dei piedi ai ricoverati, compiuta rispettivamente da 12 gentiluomoni, fra i quali e' probabile partecipasse anche Girolamo Miani, e 12 gentildonne. Girolamo, che aveva gia' aperto l'orfanotrofio presso S. Basilio, venne poi dal Carafa chiamato a lavorare agli Incurabili nella scuola degli Orfani, e a respirarvi lo spirito del Divino Amore. Una lettera di S. Gaetano a Bartolomeo Stella (nella quale si fa cenno dell'impianto di una tipografia in un istituto di Venezia in cui stavano i primi Teatini) e' stata interpretata come allusiva alle iniziative di Girolamo Miani.

15 06 1522 === "1522, 15 giugno. A di' 15, fo San Vido ... E nota. Il Principe dovea andar de poi la messa de San Vido a veder l'hospedal nuovo al Spirito Santo di poveri di mal incurabeli (ospedale degli Incurabili, ndr.), ateso pei zentilhomeni e zentildone, che e' cossa meravigliosa. Sono poveri ... e povere ... et e' serviti per zentilhomeni, tra li quali sier Vincenzo Grimani fiol dil Serenissimo e' uno, e questi e' li procuratori: sier Sebastian Contarin el cavalier, sier Nicolo' Michiel dotor, sier Beneto Gabriel e sier Antonio Venier qu. sier Marin procurator, e molte done de conto. Et e' sta' principal auctor di questo uno missier Gaietan visentin prothonotario. Qual fu principiato questa quaresima, et ogni festa ha tanto corso et helemisoni che e' una cossa stupenda; e li amalati benissimo atesi e medegati, opera molto piatosa" (Sanudo Diari 33, alla data).. NOTE:

16 08 1522 === "1522, 16 agosto. (Il vescovo di Scardona, legato del Papa in Croazia e ai principi cristiani in materia turchesca). E' da saper: dito episcopo in questa matina fo a l' hospedal nuovo di infermi al Spirito Santo (Incurabili, ndr.), et disse messa, e volse far una predica, che fece tuti lacrimar. Volse servir ditti infermi con li altri, e fe' si' che sier Zacaria Semitecolo qu. sier Alessandro, avi'a per dota certo teren li' apresso, qual mai l'ha voluto dar per manco di ducati 700 a li Procuratori di ditto hospedal, si comosse tanto, che fu contento darlo per ducati 530; che li voleano dar 700, tanto era necessario averlo per sgrandir l'ospedal" (Sanudo Diari 33, alla data).. NOTE:

16 10 1522 === Testamento di Marco Miani, redatto il 16 ottobre 1522, con aggiunte del 1 luglio 1523 e del 6 gennaio 1526 (Dalla Santa 52-53)



Testamento di Marco Miani



16 ottobre 1522



(Arch. St. Venezia, Sezione Notarile, Testamenti, b. 1184, doc. 332 e b. 1185 c. 95 t. del protocollo, notaio Giacomo Grasolario)



"... Ite, laso a Hjeronimo mio caro fratelo, che sempre l'o' abuto per fiol, come lui sa, tanto oro li sia fato uno anelo de bola tuto d'oro, con la M. intagiado da le bande, e l'arma in mezo, de quanta valuta a lui parera', et questo per amor fraternal, et mi perdona se piu' non li laso; l'abi respeto ala condicion mia et faculta', et li ricomando miei fioli et li fioli de nostro fratelo messer Lucha, et ordeno ad Anzolo lo abi non solun da barba ma etian in loco de padre, e li ricomando l'anima etian mia ...

... Laso a mio compare ms. Lunardo Bondimier per signal d'amor do libri vulgar qual a lui piacera', che li vegni a cernir tra tuti le mie ...".. NOTE:

19 11 1522 === "Il laico Bernardino Frankopan (Frangipani o Frangipane), ottantaduenne, nel settembre del 1522 arriva a Venezia dalla Croazia (da Veglia, Krk), e il 19 novembre e' gia' alla Dieta tedesca di Norimberga dove in latino descrive i gravi disagi del suo popolo: 'Io venni innanzi a Voi, o splendidi principi e illustri signori, per annunciarvi a viva voce quale pericolo minaccia da parte del Turco, anzitutto la Croazia, quindi, attraverso questa, anche i vostri paesi vicini ad essa, e per ricordarvi in modo particolare che la Croazia e' scudo e confine della cristianita'. Percio' vi prego in nome della Croazia intera, e piu' in nome di tutta la cristianita', di porgere finalmente aiuto a questa terra che, unico esempio, da sola in quelle parti respinge gli assalti del Turco sin dalla caduta di Costantinopoli. Il nostro eccelso sovrano Ludovico, da quando ha perduto la sua piu' forte citta' Belgrado, non ci puo' aiutare ne' difendere. Il Turco poi bisogna temerlo perche' ha acquistato terribilmente in forza e potere. Con le lacrime agli occhi vi rammento come questo nostro crudele nemico passando per un centinaio delle nostre citta', ha in parte distrutto, in parte conquistato, e come nel nostro paese ha fatto indicibili crudelta' che io, infelice, ho visto con i miei occhi. Pensate quanti guai succederebbero nel mondo cristiano se la Croazia cadesse. Si tratta anche di te quando la casa del tuo vicino brucia. Se il Turco per disgrazia riuscisse ad impossessarsi della Croazia, difficilmente lo ricaccerebbero di la' tutti gli eserciti cristiani, poiche' la Croazia e' tale per sua natura e tali sono le sue citta'. Noi non vogliamo chiedere elemosina a quel modo come io ho veduto a Roma fare da molti uomini ragguardevoli della Grecia, della Serbia e della Albania. Se ci lasciate senza aiuto succedera' che i Croati o accetteranno le offerte dei Turchi e si sottometteranno, oppure, abbandoneranno la loro patria e andranno vagando per il mondo di casa in casa preferendo questo alla schiavitu' del Turco'" (cit. da: Guberina Ivan, La formazione cattolica della Croazia. in: Draganovich Krunoslav Stjepan (a cura), Croazia Sacra. Un popolo lotta per i suoi ideali sul confine tra l'oriente e l'occidente. Roma, Officium Libri Catholici 1943, pag. 19).. NOTE:

1 01 1523 === A Venezia nel 1523 il domenicano p. Battista Carioni da Crema (1460-1534) tiene impressionanti corsi di predicazione. Il Carioni fu il padre spirituale di Gaetano Thiene. Cf. la sua operetta "Opera utilissima de la cognitione, & vittoria di se stesso" stampata a Milano nel 1531.. NOTE:

1 01 1523 === Angelo Miani (nato dal primo matrimonio di Marco Miani) si sposa con Caterina Molin.. NOTE:

1 01 1523 === Il fratello Carlo Miani sposa una nobildonna di Ca' Zorzi, vedova Sagredo.. NOTE:

1 01 1523 === Lettera di Gaetano Thiene a Paolo Giustiniani eremita camaldolese datata "Venetiis, 1523, die Circumcisionis" contenente la sua lamentela su Venezia (lettera in: Le lettere di S. Gaetano Thiene, 1988, pp. 65-71; il passo a pag. 68); "Purtroppo questo autografo e' andato perduto; secondo il P. Benzi teatino si conserva nella chiesa di S. Clemente di Venezia; secondo il P. Magenis insigne scrittore ed anch'egli teatino, nel monastero dei Camaldolesi di Rua presso Padova. Le ricerche sono state fino ad oggi senza effetto" (idem, pag. 71).



Lamentela di Gaetano Thiene su Venezia



(1523)



(1523, anno in cui vi giunse mandatovi dal domenicano p. Battista Carioni da Crema (1450-1534) che sara' poi priore del monastero dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia proprio negli anni in cui Girolamo vi dimora)



"... Questa magnifica citta', heu heu, flendum est super illam. Certo non li e' chi cerche Cristo crucifisso. Gran cosa che in tal citta', non ho trovato, forse per miei peccati, uno nobile che disprezzi l'onor per amor di Cristo. Uno, uno! Ohime'! Cristo aspetta, niun se move. Non dico che non li' sian de persone de bona mente, sed omnes stant propter metum Judaeorum, et si vergognan esser veduti confessare o comunicare. Pater mi, mai sero' contento finche' io non vedo li cristiani andar dal Sacerdote come famelici a cibarse con gran gloria et non con erubescenza. Sat est. ...".. NOTE:

1 01 1523 === Nasce Cristina, secondogenita di Marco Miani e Maria Basadonna.. NOTE:

21 03 1523 === "1523, 21 marzo. A di' 21 ... Hozi poi vespero comenzo' il perdon di colpe e di pene, auto da questo Papa, a l' Ospedal novo di mali incurabili al Spirito Santo. Vi fu assai persone, e cussi' il di' seguente e trovo'no ducati ... E' procuratori di ditto, sier Vincenzo Grimani dil Serenissimo, sier Zuan Antonio Dandolo, sier Sebastian Contarini el cavalier, sier Beneto Gabriel, sier Antonio Venier qu. sier Marin procurator, Francesco di la Seda e Zuan di Jacomo Toscan et altre done. Il qual ospedal fu comenza' ora uno anno di quaresima, et e' cosa mirabile in l'agumento e' pervenuto, autor domino Caietano da Vicenza protonotario" (Sanudo Diari 34, 38).. NOTE:

14 05 1523 === Girolamo figura tra i 30 elettori in Gran Consiglio (14.05.1523) per la fase finale di nomina del nuovo Doge:



Sanudo Diari 34, 141-142: "A di' 14. La matina zorno di la Sensa, fo chiama' Gran Consejo, et con bellissimo ordine il tutto passoe, et primo, tolto per balotin per sier Francesco da cha' da Pexaro piu' zovene Consier uno ... Bontempo, nepote di Stefano atende ai X Savii in Rialto, di eta' di anni ... bonae indolis, et mandati fuora quelli haveano meno di anni 30 (Girolamo ne aveva 37, ndr.), fo numera' il Consejo 1337, et posto in el capello 1307 bianche et 30 d'oro, et chiamati a bancho a bancho ugnolo, fono electi li 30. Ando' adeo la mita' dil bancho di sora, et li do banchi terzi, e pareva la sorte tutta fusse di sier Antonio Trun, perche' molti ne haveva dentro; ma al romanir di 30 non ne restoe solo uno; e cussi' va il mondo. Fo buta' le tessere di 9 restanti davanti la Signoria, e letoli il Capitolar, tutti andono a disnar. Li 30 Eletionatii: ... Sier Hironimo Miani, qu. sier Anzolo = Trun ...".. NOTE: cf. Brunelli Secondo crs., Girolamo Miani electionario (dattil., 1990?) (ACM 2-2-541; ASPSG S.G. 757).

10 11 1523 === "1523, 10 novembre. In questo zorno fu sepulto a San Francesco de la Vigna sier Beneto Gabriel qu. sier Alvise, qual e' morto senza heriedi. Ha lassato faculta' di ducati 20 milia, tra i qual legati ducati 150 di intrada a l'anno da poi anni 5 a l' Ospedal di infermi di mali incurabelli (Incurabili, ndr.) dil qual e' procurator e protector ... driedo il cadele'to ... etiam andono drio a la sepoltura li colega procuratori del ditto ospedal con mantelli, videlicet sier Vincenzo Grimani fo del Serenissimo con mantello berretin, sier Sebastian Contarini el cavalier, sier Piero Badoer el governator di le intrade, sier Antonio Venier fo consier, sier Agustin da Mula fo proveditor in armada, sier Piero Contarini qu. sier Zaccaria el cavalier, Francesco di Zuane Tosca et alcuni altri, sier Zuan Antonio Dandolo etiam procurator dil ditto ospedal e podesta' di Chioza. Andono etiam le donne procuratrice dil ditto ospedal; si' che fo bel veder. E' morto con fama de o'mo da ben, catolico e religioso" (Sanudo Diari 35, 184).. NOTE: Agostino da Mula, veneziano, nel 1525 luogotenente d'Udine, nel 1526 provveditore generale dell'armata di qua del Mincio, indi provveditore in Friuli (sic Tassini).

1 01 1524 === Erasmo da Rotterdam, Pitoccheria. in: I colloqui. Milano 1967, pp. 165-170 (dialogo scritto nel 1524 in cui Erasmo mette in scena in qualche parte del nord europa due personaggi, un mendicante e un ex mendicante, che si scambiano considerazioni sul mestiere del pitocco e disputano sulle leggi che alcune citta' stavano preparando per togliere la liberta' di vagabondare e di mendicare, per organizzare l'assistenza dei veri invalidi e per obbligare tutti gli oziosi non invalidi a lavorare) - Scarabello 1987, 7. NOTE: Excerpta: [un povero vero parla con uno falso, con piaghe contraffatte]: "Temo che fra poco perderete gran parte della vostra felicita' [...] Alcune citta' vogliono proibire ai mendicanti di vagabondare a loro piacere; ogni citta' avra' cura dei suoi poveri e quelli che non sono invalidi dovranno mettersi a lavorare [...] perche' si sono accorti che col pretesto del mendicare si commettono delitti".

1 01 1524 === n.n., Regole degli orfani stampate in Milano nel 1524 (sic Caimo 1865, 177 nota i al cap. XXVIII!). Forse confonde con quelle stampate nel 1624 a Milano sotto il p. De Domis.. NOTE:

1 01 1524 === n.n., Regula de la Confraternitate de li Disciplinati de tutto el Diocesi de Bergamo sotto el confalone de la beata maria Magdalena (S. M. Maddalena, ndr.). Opera datata dall'anno 1236 e ristampata a Milano nel 1524. Copia esistente alla Bibl. Civ. Mai di Bergamo (frontespizio riprod. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 243).. NOTE:

1 01 1524 === Alla scadenza del suo mandato Girolamo, castellano reggente a Castelnuovo di Quero rinuncia alla carriera politica, si limita agli affari di famiglia, dedicandosi intensamente agli esercizi della pieta' cristiana - Netto 1993, 52. NOTE:

1 01 1524 === "Celebrandosi nel 1524 le nozze di Vienna, nipote al doge Andrea Gritti, con Paolo Contarini, gli sposi, dopo la cerimonia ecclesiastica nella basilica di S. Marco, e dopo solenne banchetto in Palazzo Ducale, montarono, con numerosa comitiva di dame e cavalieri, sul bucintoro, ove s'intrecciarono liete danze, e fra il suono delle musiche, e lo sparo delle artiglierie, arrivarono al palazzo dai Scrigni ai SS. Gervasio e Protasio, adorno dall'alto al basso da tappeti ed arazzi, nelle sale del quale, splendenti per molti lumi, si diede principio ad una splendida festa di ballo" (cit. da Tassini).. NOTE:

1 01 1524 === "La peste infesto' il territorio milanese nel 1524, portata dalle truppe francesi" (Losa Angelo (a cura), Appunti per la storia della parrocchia di Maggianico. in: AdL 3/1994, 117. Il testo che viene qui presentato e' la trascrizione di alcuni mss. lasciati da un sacerdote del quale non e' stato possibile trovare il nome, ospite della parrocchia di Maggianico intorno al 1950).. NOTE:

1 01 1524 === Muore Luca Miani, "per la ferita tanti anni prima rilevata nel braccio, e finalmente infistolita, in eta' assai immatura di anni 45" (Santinelli 1767, 16) - il Sanudo lo dice morto nel 1519!. NOTE:

23 01 1524 === "1524, 23 gennaio. In questo zorno fo sepulto don Jironimo eremita (Girolamo Regino, ndr.) , stava a la Trinita' in una casa sua posta, morto eri a mezodi' ... fece testamento, lasso' commessarii li procuratori di l' ospedal di infermi incurabili, e lasso' ducati 10 al ditto ospedal per far dir una messa per uno anno e per legati ducato uno ... Questo eremita avia anni 65, di nazion di Castelzufre', ma bon servo di Dio a' institui' molti romitori in Italia, Gonzaga, Mantoa, Cesena etc. ai quali de'te la regola e per papa Leone fu aprobata; ma stava in questa terra e confessava assai donne de conto, tutta la casa di sier Zorzi Corner procurator, e di done altre assai, de le qual avea di gran presenti, et altre fiole spiritual: e si trova per uno suo memorial lui aver dil suo dato zerca ducati 1000 e piu' per maritar donzele, e monacarle a l'onor de Dio. Questo compose alcune devote operete vulgar per le soe fiole spiritual etc." (Sanudo Diari 35, 367).. NOTE:

24 03 1524 === "1524, 24 marzo. Fu etiam il perdon il luni Santo fino el marti, ma fo come le Station di Roma a l' ospedal di mal incurabili, e trovo'no de contadi ducati 130 in zerca. Et e' da saper. Ozi in ditto ospedal, poi disnar, fu fatto il Mandato molto devoto, peroche' li zentilhomeni, Procuratori et altri, quali sono 12 in tutto dil ditto ospedal, con grande umilta' lavoron li piedi a li poveri infermi infranzosati, e le done zentildone lavo'no i piedi a le done overo femine inferme dil ditto mal; che fu assai persone a veder; e mosse molti a devuziun vedendo questi di primi de la terra far opera cussi' pia. Il nome di qual scrivero' qui sotto, e li absenti erano ara'no un non, avanti. Questo ospedal, e' cossa meravigliosa in do anni sia venuto in tanto agumento, pero' che il 1522 de quaresima fu principiato per do done, una nominata Maria Malipiera fo di sier Antonio de S. Maria Zubenigo et una dona Marina Grimana, quale tolseno tre povere erano a San Roco impiagate di franzoso, per farle varir, e le condusseno in una casa li' dove e' l'ospedal appresso il Spirito Santo, et intervenendo uno domino Caietan ... protonotario apostolico vicentino, docto e bon servo di Dio, e' venuto in questo augumento, et al presente sono boche 80, videlicet o'mini malati numero ... et femene malate numero ..., poi medico et spicial et altri che serve; et femene, e tutto si fa con elemosine, qual sono grandissime. E intesi voleno di spesa ducati 10 al zorno. Hanno comprato assai case, e fato fabriche per ducati 1000, e non e' nulla de intrada, solum 60 cara de legna li lasso' sier Lorenzo Capello qu. sier Michiel a l'anno; e fin 5 anni avera' ducati ... a l'anno li a' lassa' sier Beneto Gabriel, qual era uno di ditti procuratori dil loco. Il nome di procuratori dil ditto ospedal:



Sier Vincenzo Grimani fo (figlio, ndr.) dil Serenissimo.

Sier Sebastiano Iustiniani el cavalier.

(non) Sier Zuan Antonio Dandolo, e' podesta' a Chioza.

Sier Piero Badoer qu. sier Albertin, dotor.

Sier Nicolo' Michiel el dotor.

Sier Agustin de Mula qu. sier Polo.

Sier Antonio Venier qu. sier Marin procurator.

Sier Piero Contarini qu. sier Zacaria el cavalier.

Francesco di Zuane da la Seda.Domenego Onoradi telaruol" (Sanudo Diari 36, 102).. NOTE: Agostino da Mula, veneziano, nel 1525 luogotenente d'Udine, nel 1526 provveditore generale dell'armata di qua del Mincio, indi provveditore in Friuli (sic Tassini).

25 03 1524 === "1524, 25 marzo. Da poi disnar, iusta il solito, predico' a san Marco fra Bonaventura di Veniexia di l'ordine di san Francesco Observante, predica la festa a l'hospedal novo de li mali Incurabeli" e' persona molto bona e fruttifera a l'anime" (Sanudo Diari 36, 104).. NOTE: Si tratta di fra Bonaventura Centi; sua madre, Lucia Centi, e' da considerare fondatrice dell'ospedale degli Incurabili. Fra Bonaventura Centi fu in relazione con fra Giovanni Pili da Fano quando nel 1531 venne a predicare a Venezia. Non e' impossibile che Girolamo Miani abbia conosciuto anche entrambi.

21 06 1524 === Il Santinelli (Vita 1749 p. 19 n. a) cita esistente nella Procura Generale dei Somaschi una supplica degli orfani di Luca Miani in data 21 giugno 1524, diretta ad ottenere la successione al beneficio gia' concesso al padre, fino al termine della sua durata, e la dice esaudita con liberta' di amministrare la reggenza di Castelnuovo a mezzo di alcuno della loro famiglia quale piu' fosse piaciuto; aggiunge poi che, sostituita a Girolamo altra persona della famiglia a Castelnuovo, il santo assunse invece la tutela dei nipoti. Ma queste notizie del Santinelli sono da verificare... (cf. Dalla Santa 47 n. 2).. NOTE:

28 06 1524 === "Parrochi di Pasturo, in Valsassina: 7. Giorgio Conti (parente di Primo de Conti?, ndr.); il documento lo dice di Mairaga, nome non esistente fra i luoghi della Diocesi di Milano, ne' in tutta Italia. E' certamente Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.] del nostro tempo, in parrocchia di Cornero. Fu eletto il 28 giugno 1524, e ne rogo' l'atto Gio. Giacomo quond. Nicolo' Arrigoni da Cremeno. Fra i testimoni c'era il sacerdote Marco Mauri quond. sig. Francesco, dimorante a Cremeno. Avvenuta la nomina, una deputazione si reco' nella casa parrocchiale, dove egli risiedeva, forse come vicario spirituale, per dargliene partecipazione. Rispose voler prima interrogare Dio, per fare poi secondo l'ispirazione. Tra i vicini partecipanti al comizio per l'elezione c'e' il nome di Alberto Santi, figlio di quel Gio. Giuliano che da vivo era stato castellano della Rocca di Bajedo" (Orlandi Andrea, Memorie di Pasturo e Bajedo in Valsa'ssina. in: AdL 2/1991, 198-200).. NOTE:

1 10 1524 === In ottobre del 1524 muore consunto dalla tisi il patriarca di Venezia Contarini; il Senato chiama a succedergli il domenicano Gerolamo Querini (1524-1554). Crolla il ponte di Rialto! - Netto 1993, 52. NOTE:

2 11 1524 === Pergamena Miani: acquisto di Girolamo Miani (02.11.1524): - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, Famiglia Miani, fasc. III, 9 - RC 1962 p. 87. NOTE:

1 01 1525 === Episodio della cintura data al povero: "Vestono di un abito uniforme in Venezia tutti i nobili del governo. E' questo una roba lunga assai modesta, di panno lano, e di color nero, che chiamano col nome generico "vesta", la quale portano sciolta d'estate, e cingono in inverno con cintura di velluto pur nero, ornata di alcune borchie d'argento. In questa freedda stagione occorse che mentre il Miani era in una chiesa applicato ad udire la santa Messa, fu richiesto da un povero di limosina. Nulla avendo egli con che sovvenirlo, si sciolse prontamente la vesta e porse con eroica carita' al mendico la cintura, perche' ne facesse danari. Al disprezzo dell'oro ando' unito in tale occasione anche il disprezzo di se medesimo, che ritornando alla casa coll'abito contra il costume con indecenza sciolto, non bado' alle derisioni e motteggi della plebe, ne' tento' di scansare i rimproveri dei domestici" (Santinelli 1767, 23s; Ex proc. Ven. test. I. III.).. NOTE:

1 01 1525 === Il Patriarca Girolamo Querini approva nel 1525 l' ospedale degli Incurabili a Venezia - Tentorio 1976, 16 4scuole Professionali). NOTE:

6 03 1525 === "A Brescia la Compagnia del Divino Amore fu istituita con Breve di Clemente VII il 6 marzo 1525 (cf. Paschini P., La beneficienza etc., cap. VI, p. 59)" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 7). Agostino Gallo (1499-1570) aveva allora 26 anni.. NOTE:

13 05 1525 === "(Lettere di Erasmo a Celio Calcagnini, 13 maggio 1525 e a Pio Alberto del 10 ottobre 1525). Al primo sorgere dell'Eresia di Lutero, e al cominciar della guerra da lui mossa alla Chiesa, gli occhi di tutti stavan rivolti ad Erasmo, avuto a que' tempi in fama d'uomo dottissimo, per vedere a qual partito egli piegasse. Erasmo uomo di molto ingegno, e di erudizione assai vasta, ma piu' versato negli studi della Letteratura che in quelli della Religione, avea gia' allor pubblicate piu' opere, in alcuna delle quali parlava con gran disprezzo de' Preti, de' Monaci, di alcuni riti Ecclesiastici, e di altre cose spettanti al pubblico culto. A Lutero e a' seguaci di esso parve gran sorte l'aver loro favorevole un si' grand'uomo, e valeansi percio' sovente dell'autorita' di Erasmo, come se egli seguisse le lor medesime opinioni. Egli protestava continuamente d'esser ben lungi da cio', e si dichiarava fermamente congiunto alla Chiesa Romana. Ma richiesto a impugnar la penna contro Lutero, per qualche tempo se ne astenne; benche' poscia vi si condusse, pubblicando piu' opere contro di esso. Io credo, adir vero, che Erasmo fosse sinceramente Cattolico, ma che la troppa sua liberta' di scrivere e di pensare, congiunta al suo non troppo profondo sapere in Teologia, il facesse cadere piu' volte in errori, de' quali al certo vi ha gran numero nelle sue opere: errori pero' men gravi allora, e in certa maniera degni di scusa, perche' e grandi erano veramente gli abusi, ed era difficile il discernere i giusti confini, e molte cose non erano state ancor dalla Chiesa ultimamente decise, come poi si fece nel Concilio di Trento. Ma checchessia dell'animo di Erasmo, e' certo che le opere di esso diedero qualche ansa alle sorgenti Eresie, e che percio' gli uomini pii ne rimasero scandalizzati. Molti nondimeno pensavano, che con un uomo di tal valore convenisse usare moderazione e dolcezza; e percio' vediamo, che Leone X, Clemente VII e il Cardinal Sadoleto, e piu' altri gli scrisser lettere piene di elogi, affine di tenerlo fermo nella sua Fede, e di condurlo destramente a deporre quelle opinioni, che il rendevan sospetto. Altri al contrario credevano, che convenisse levarsi apertamente contro di esso, confutarne gli errori, ed additare ai Fedeli gli scogli, a cui seguendolo avrebbero urtato. Fra questi fu Alberto (Pio Alberto, ndr.), di cui venne detto ad Erasmo, che in Roma andava palesemente sparlando di lui in tutte le adunanze, e dicendo, ch'ei non era ne' Teologo, ne' Filosofo, ne' uomo profondo in veruna sorta di scienze. Erasmo ne fece doglianze scrivendo a Celio Calcagnini al 13 maggio del 1515 ed il Calcagnini risposegli con lettera in cui gli scrive che il carattere a se' ben noto di Alberto non gli permette di creder cio', che ad Erasmo era stato narrato. Erasmo volle pero' scriverne allo stesso Alberto, cui aveva gia' veduto in Venezia al principio del secolo; e con sua lettera del 10 ottobre 1515 amichevolmente gli espose cio' che veniagli riferito, chiedendogli se cio' fosse vero, ed adducendo insieme cio' che poteva in sua difesa" (cit. da: Tiraboschi G., VII, I, 300s).. NOTE:

21 06 1525 === Pergamena Miani: piccolo acquisto a Fanzuolo (Fanzolo) degli eredi di Luca Miani. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 4 - RC 1962 p. 87. NOTE:

1 01 1526 === In piazza S. Marco a Venezia episodio della barba! "Era Girolamo nella piazza di S. Marco, luogo il piu' ragguardevole, ed il piu' frequentato della citta', dove concorre ogni ordine di persone per motivo del traffico o d'altri loro interessi. Quivi occorse a Girolamo di trattare certo affare dei suoi nipoti con un uomo di ignobile condizione, ardito per altro e temerario. Procurava esso con maniere dolci e cortesi di far conoscere a costui la verita', che l'altro o per errore d'intelletto o per malizia di volonta' villanamente impugnava. Proseguendo il discorso, si lascio' colui cosi' trasportar dalla collera, che senza rispetto al luogo ove si trovava, al personaggio con cui trattava, ai circostanti, tra i quali soggetti d'alto affare, e vien nominato come tra gli altri di merito distinto Paolo Giustiniani, che tutti stavano ammiratori della lunga pazienza del Miani, il minaccio' di strappargli a pelo a pelo la barba. Ad ingiuria si' grave non perde' punto della sua serenita' Girolamo, anzi senza cangiar neppur di colore, porgendo il mento disse: "Eccomi, quando a Dio cosi' piaccia, fa' pur di me cio' che ti aggrada". Parti' allora confuso l'ingiuriatore" (Santinelli 1767, 24s; Anonimo; proc. Tarvis. test. I; proc. Mediolanen. test. IV, XXI, XXVII).. NOTE:

1 01 1526 === Omobono degli Asperti: episodio del 1526, raccontato dal sacerdote cremonese Omobono degli Asperti mentre depone al processo veronese (1550) che lo vede imputato di eresia: rivela di essere stato ospite in casa Miani, dopo che gli erano andate fallite altre esperienze di vita monastica presso i Canonici regolari di Roma; deciso a farsi ordinare sacerdote, a 22 anni giunge a Venezia; non ci fa sapere chi l'abbia introdotto a Ca' Miani, ma racconta che Girolamo si era preso cura di lui, lo aveva aiutato a prepararsi, rettificando le sue intenzioni; avendogli confidato che cercava gli ordini sacri per guadagnarsi da vivere, Girolamo gli aveva fatto comprendere che l'unico scopo da prefiggersi era il servizio di Dio, non il guadagno materiale; Omobono aggiunge poi che Girolamo aveva interposto i suoi buoni uffici presso il Legato pontificio, ottenendogli la facolta' di farsi ordinarein qualunque periodo dell'anno, da qualunque vescovo, nonostante non avesse raggiunto l'eta' canonica prescritta; finalmente dice di essere stato ordinato sacerdote da mons.. Dionisio Zanettini, vescovo di Milopotamo a Creta - Arch. St. Venezia, Sant'Uffizio b. 8, fasc. 30, ff. 74-75; riportato in Tacchella 1979, pp. 162-165, nota 215 - curiose coincidenze: Gaetano Thiene aveva chiesto egli pure di poter essere ordinato da qualunque vescovo, in qualunque domenica dell'anno (fu ordinato da Francesco Bertolai, anche egli vescovo di Milopotamo a Creta). -Netto 1985, 37. NOTE:

6 01 1526 === Vives Juan Luis (Ludovico, Valencia 1492 - Bruges 1540), De subventione pauperum, 1526, V, a cura di A. Saitta. Firenze 1973 - Scarabello 1987, 8 (cf. traduzione italiana nel 1545)



Vives Ludovico

(1492-1540)



(umanista ed economista spagnolo, di Valenza)



"De subventione pauperum"



1526



c. 51-B: "... Cura puerorum: i trovatelli e gli orfani imparino a leggere e a scrivere, ma soprattutto la pieta' cristiana. All' entrare poi nell' adolescenza quelli che addimostrano piu' di attitudine alle lettere rimangano a scuola per divenire anch' essi alla loro volta maestri e seminario di sacerdoti; gli altri passino alle arti, secondo l' inclinazione di ognuno...".



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citazione tratta da Tentorio 1976, 13 (sulle scuole professionali).

L' operetta apparve in traduzione italiana nel 1545, cf. alla data.. NOTE: Nato a Valencia (Spagna), Vives (di famiglia ebrea) nel 1509 va a studiare alla Sorbona di Parigi; nel 1519 e' ad insegnare a Lovanio (Paesi Bassi) e risiede a Bruges (citta' fiamminga) sino al 1540. Amico di Erasmo e Tommaso Moro. Scrive nel 1526 il "De subventione pauperum sive de humanis necessitatibus" dedicandolo il 6 gennaio 1526 ai borgomastri di Bruges. Lo dara' poi alle stampe nel 1528. La domanda fondamentale dell'operetta e': "Come aiutare i poveri senza incoraggiarli a restare in questo stato?". Vives offre alla citta' di Bruges, dove regna una miseria difficile da risolvere un piano di lotta contro questa situazione, offre una analisi razionale della poverta', tenendo conto delle risorse disponibili e del numero dei poveri. Si sforza di trovare criteri obbiettivi per distinguere coloro che meritano di essere sostenuti e coloro che conviene di far rientrare nel diritto cammino. La sua scelta si portera' sulla salute, in funzione della quale si fara' la distinzione. Secondo lui l'assistenza pubblica (strutturata da una presa in carico da parte dei poteri municipali) continuerebbe certamente a procedere dall'obbligo giudeocristiano della carita' (sarebbe del resto alimentata dalle elemosine liberamente offerte); ma sarebbe piu' efficace della assistenza privata: potrebbe essere piu' mirata ed esigere la prestazione di una controparte in lavoro da parte degli aiutati. "Elemosina in grco significa misericordia. La quale non consiste esclusivamente nella sola distribuzione del denaro, come pensa il volgo, ma in ogni opera con cui si allevia la insufficienza umana ... La necessita' che tutti coloro che non ne sono assolutamente impossibilitati compiano un lavoro appropriato ... Quelli che se ne stanno sani negli ospedali e li' si fanno mantenere come zingari dai sudori altrui, escano e vadano a lavorare ... Come possono i poveri reclamarsi di Gesu' Cristo se sono lontani dalla moralita' e dalla santita' cristiana? Se questi individui sono poveri, e' perche' sono puniti dei loro peccati e non perche' Dio li punisce per l'insieme delle infrazioni alla sua Legge! Non e' dunque il caso di avere commiserazione verso di loro ... Quanto ai ricchi essi dovrebbero essere caritatevoli, rispondere al comandamento dell'amore del prossimo, attendere una ricompensa divina, e soprattutto (poiche' tutto appartiene a Dio) ciascuno dovrebbe essere dispensatore di tutte le cose". Stabilita cosi' la necessita' della assistenza, Vives consiglia di razionalizzare l'amministrazione. Bisogna vietare l'accattonaggio e dispensare i soccorsi ai poveri invalidi. Le persone abili devono esere messe a lavorare in fabbriche create a questo scopo. Si tratta allora di tenere dei registri dei poveri, separare i validi dagli invalidi, controllare l'uso dell'aiuto dato e la moralita' delle persone aiutate, punire i recalcitranti.

7 01 1526 === Muore il fratello Marco Miani (tra il 6 gennaio, data dell'ultimo ritocco al testamento, e il 10 dicembre, apertura del testamento), che nel testamento (del 16 ottobre 1522) raccomandava a Girolamo sia i suoi figli (Angelo 22 anni, Luca Amadio 5 anni e Cristina 4 anni) che quelli del gia' defunto fratello Luca (+ 1519).. NOTE:

24 02 1526 === "Il 24 febbraio 1526, nella battaglia di Pavia, che libera finalmente Milano dai francesi e dagli spagnoli, sono usati per la prima volta gli Archibugi 'che vomitan lo foco e fa cader li ommini come mosche'. Alcuni artigiani infatti hanno messo a punto seguendo una tecnica miniaturizzata molto simile alle bocche da fuoco dei cannoni. Ponendo della polvere da sparo in un alloggiamento all' inizio della canna, con una particolare pietra focaia, e con lo sfregamento di una linguetta di ferro temprato (simile all' acciaio) si provocava una scintilla che andava a incendiare la polvere e produceva una violenta fuoriuscita del materiale introdotto dentro la canna" (dal sito: cronologia.it, alla data).. NOTE:

15 05 1526 === "Alberto Pio rispose da Roma alla lettera di Erasmo con una lunga lettera, o anzi con un ampio trattato segnato ai 15 di maggio del 1526, in cui dopo averlo assicurato, che egli lungi dal morderlo avea sempre di lui parlato con gran rispetto, lodandone l'ingegno ed il sapere, confessa d'aver detto, e di credere, che egli abbia data qualche occasione alle recenti Eresie, e prende percio' ad esaminare molte delle opinioni di Erasmo, mostrando quanto esse siano somiglianti o forse anche le stesse con quelle di Lutero, nel che pero' egli si astiene dal pungere, o dall'assalir con ingiurie il suo avversario. Ambedue queste lettere (quella di Erasmo e quella di Alberto) si leggono innanzi all'opera di Alberto stampata a Parigi nel 1531. Ricevette Erasmo la lettera di Alberto e si apparecchiava a rispondergli; quando udita la nuova del sacco di Roma, ne' sapendo che avvenuto fosse di Alberto, stette per qualche tempo sospeso" (cit. da: Tiraboschi G., VII, I, 301s).. NOTE:

1 10 1526 === Girolamo Miani nell'ottobre del 1526 e' esecutore testamentario della cugina Morosini Angela q. Federico (Arch. St. Venezia, Notarile, Testamenti, Falcon Alessandro, b. 410, c. 28).. NOTE:

31 10 1526 === Relazione al Senato veneziano del podesta' e capitano di Feltre Bernardo Balbi il 31 ottobre 1526 (Arch. St. Venezia, Relazioni, b. 41; cf. Vecellio, I castelli p. 369) - Dalla Santa 43-44 n. 1 - Tagliaferri A. (a cura), Relazioni dei rettori veneti in terraferma - Podestaria e capitanato di Feltre. Milano 1974 (a p. 202 riporta la relazione del podesta' di Feltre del 31 ottobre 1526 che parla di Castelnuovo di Quero) - Beda Bona Paze' 1990, 682 (testo, ripreso dalla copia del Tagliaferri).



Relazione al Senato veneziano

del podesta' e capitano di Feltre

Bernardo Balbi



31 ottobre 1526



(Arch. St. Venezia, Relazioni, b. 41)



"Questi sono li passi, Serenissimo Prencipi, importanti ad obviar, et a proveder de obviar contra li todeschi in li tempi de guerra, quando volessero venir per ditti passi, ad damno di vostri subditti; ma in queste guerre proxime scorse, par che sijno venuti dale parte inferiore, zoe' dil Trivisano, dove solevano descendere per le parte superiore predicte, et sono semper venuti per il passo vostro di Castel Novo di Quer ad la ruina, et danni dela ditta povera, et tunc infelice citta' nostra di Feltro. Unde reverenter mi pareria di ricordar, non errando, che se facesse qualche provision circa il fortificar de ditto passo di Castel Novo, il che facilmente si potrebbe far piacendo a quella, perche' etiam antiquamente era fatto di la' dala Piave, suso le rive dela qual e' ditto castello, ex opposito, una certa torre, da la qualle li erano cadente (sic per cadene, ndr.) che erano sopra ditto fiume dela Piave, stendendosi sino al ditto castello per traverso per impedir che nemici non potessero passando ditto fiume dela Piave, come hanno fatto li tempi passati, passar verso Feltre, lassando ditto castello de dreto, et potriasse per fortificar ditto passo buttar zoso un loco si dimanda il Scalone, qual ex opposito del ditto castello, acio' non lassando quello, non andasseno verso il contado di Cesana, et da li' intrar suso il Feltrino, come e' stato fatto altre volte, per esser ditto contado distante dala citta' di Feltre miglia tre, mediante la Piave, tutavia mi riporto humiliter al sapientissimo discorso di Vostra Celsitudine".

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Questo testo completo e' in Bona Beda Paze' 1990, 682.. NOTE:

1 01 1527 === I primi Teatini con Gaetano Thiene, Giampietro Carafa e pochi Cappuccini, scampati al sacco di Roma, sbarcano a Venezia. Il patriarca Querini organizza in Rialto un grandioso falo' dove vengono bruciati i libri di Lutero e dei suoi seguaci, mentre predicatori francescani e domenicano, passati all'eresia, diffondono pubblicamente le dottrine luterane. La carestia, causata dalle invasioni militari e aggravata da eccezionali inondazioni, raggiunge livelli critici - Netto 1993, 57. NOTE:

1 01 1527 === La Bibl. Civ. Mai di Bergamo conserva lettere di Giambattista Solza (sec. XV-XVI), nobile bergamasco, poeta. In un faldone (Specola Epistolari 1184) nono conservati due fascicoli di "Lettere a diversi": si tratta di 323 carte di carattere familiare e di affari (1506-1527). Ha qualcosa a che fare con i Solza di Treviolo, o di Calolzio? (i nobili Solza sono citati in latino Soltia, in italiano Solzia, poi Solza).. NOTE:

1 01 1527 === Priore a Treviso S. Maria Maggiore: frate Leonardo veneziano (1527-1532). NOTE:

21 01 1527 === Pergamena Miani: si parla di Girolamo Miani, Fanzuolo (Fanzolo) (21.01.1527): - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, Famiglia Miani, fasc. III, 6 - RC 1962 p. 87. NOTE:

1 02 1527 === Venezia - SS. Giovanni e Paolo (Derelitti, Ospedaletto): anno di fondazione febbraio 1527 (Girolamo Miani); la data si ricava da un documento (ASPGS, Ven. 2838) emesso dai Provveditori l' anno 1537 per affermare la pretesa "laica", salve le competenze vescovili, dell' ospedale, ed intitolato "Ordini e statuti per i poveri dell' ospital Derelitti" - Tentorio 1976, 28



"SS. Giovanni e Paolo (Parrocchia, Campo, Rio, Salizzada). Ottenuta la palude, i domenicani si misero tosto all' opera, ed il nuovo convento era gia' compiuto intieramente nel 1293, epoca nella quale pote' albergare tutti i religiosi dell' ordine, raccolti a celebrarvi un capitolo generale. Il tempio pero', a quanto sembra, incominciossi soltanto nel 1246, e, procedendo i lavori con lentezza, ebbe perfezionamento soltanto verso il 1430, in cui ricevette consecrazione sotto il titolo dei SS. Giovanni e Paolo (volgarmente «S. Zanipolo»). Se ne attribuisce il disegno a Nicolo' da Pisa, oppure a fra' Ristoro e fra' Sisto domenicani. Questo tempio serviva ai funerali dei dogi, e visitavasi ogni anno dal Principe e dalla Signoria il giorno 26 giugno sacro ai santi titolari, a ricordo della famosa vittoria riportata in tal giorno nel 1656 sopra i Turchi ai Dardanelli. Havvi memoria che vi fu tempo in cui si voleva ridurlo a cattedrale. Nel 1810 divenne sede d' una nuova parrocchia formata con parte dei circondarii di S. Giustina, S. Maria Nuova, S. Marina, e S. Maria Formosa, parrocchie tutte, meno l' ultima, soppresse. Nel 1858 fu incominciato a restaurare a spese del governo austriaco. Nel 1867 ebbe incendiata e distrutta la cappella del Rosario. Vedi Rosario (Sottoportico e Corte del). Nel 1869 se ne isolo' l' abside tracciandovisi dietro una via, che mette in comunicazione la «Salizzada dei SS. Giovanni e Paolo» col «Campiello dell' Ospedaletto». E' tuttora uffiziato dai Domenicani. Quanto al convento, esso nel 1809 destinossi, coll' ospizio dei Mendicanti, colla scuola di S. Marco e colla Cappella della Pace, ad Ospitale Militare, e quindi nel 1819 ad Ospitale Civile ... Dietro la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, verso la «Barbari'a delle Tole», eravi un tempo, per testimonianza del Sabellico, un bersaglio ove si tirava d' arco e di balestra, come altri bersagli esistevano allo scopo medesimo in altri punti della citta'. Essendo alcuni di essi in mal ordine, si diede licenza nel 1440, 5 novembre, dal C. dei X, «ut possint fieri reparationes necessariae pro bersaliis Venetiarum... incipiendo a bersaliis SS. Johannis et Pauli, S. Vitalis, Canaregli, S. Pauli, et S. Thomae»" (Tassini 1887). . NOTE:

17 06 1527 === Il 17 giugno 1527, dopo il sacco di Roma, i teatini Gaetano da Thiene e Giampietro Carafa riescono a scappare da Roma a Venezia su una galea messa a disposizione dall'amico Agostino da Mula che l'aveva ancorata a Civitavecchia (costui aveva precedentemante gia' aiutato Gaetano agli Incurabili). Girolamo si presenta a questi teatini giunti a Venezia. - Giampietro Carafa (1476-1559) vescovo di Chieti (1505), commendatario dell'Archidiocesi di Brindisi, nunzio pontificio presso Enrico VIII d'Inghilterra, aderente all'Oratorio del Divino Amore (1520), associato a Gaetano Thiene nella fondazione dei Chierici Regolari Teatini (1524), amico del Miani dal 1527; autore di un "memoriale" (1532) inviato a papa Clemente VII, per denunciare i mali della cristianita' e suggerire drastici rimedi; nominato cardinale (1536) da papa Paolo III; eletto pontefice (1555) col nome di Paolo IV.. NOTE: Agostino da Mula, veneziano, nel 1525 luogotenente d'Udine, nel 1526 provveditore generale dell'armata di qua del Mincio, indi provveditore in Friuli (sic Tassini).

18 06 1527 === "1527, 18 giugno. Item zonze venuti di Civitavecchia lo Episcopo di Chieti olim et domino Caietano con 12 altri remiti in compagnia, stati in Roma, et liberati miracolosamente. Tamen do' di loro fo presi, ebbeno taja. Et quelli di l'Ospedal di Incurabili procuradori li ando'no contra, e con volunta' di frati di la Caritade fu posti pro nunc tutti 14 ad alozar a San Chimento. Li prove'deno dil viver etiam l'Ospedal, come a quel Cajetano principio dil ditto Ospedal; li mando'no ...: et lo episcopo di Bajus orator di Franza de'te 20 scudi a li frati della Carita' per sovenir li ditti" (Sanudo Diari 45, 343).. NOTE:

21 09 1527 === Il Sanudo registra la nomina di un Giovanni Manolesso a castellano di Quero (Sanudo Diari 46, 85-86); aggiunge poi: "Noto ... item, fu fatto castelan a Quer, vol dir Castelnovo di Quer, ch'e' una castellanaria fo data per gratia di Gran Conseio a sier Luca Miani q.m sier Anzolo per ... (sic!), el qual morite, e fo per anni 10 e poi confirmata a so' fiol per altri anni ... (sic!) hora ha compito e si fa in loco suo".. NOTE:

1 10 1527 === Tra settembre e dicembre del 1527 Girolamo lascia la castellania di Quero e torna a Venezia; in questo anno la carestia infierisce nella regione, ben presto accompagnata anche dalla peste che durera' sino al 1530. Girolamo inizia a distribuire i suoi pochi averi ai bisognosi, tanto da subire i rimproveri della cognata vedova di Luca ("Principio' allora a vendere le suppellettili della casa senza badare alle contraddizioni dei domestici, e distraendo le cose di minore e di maggio prezzo, e finalmente cio' ancora che era per uso della propria persona, andava ritrovando ogni giorno coll'impoverire se stesso con che soccorrere all'altrui necessita'": Santinelli 1767, 29). In questo periodo Girolamo si avvicina ai "Fratelli del Divino Amore" ospitati presso la Scuola di S. Nicola ai Tolentini. "Risolse Girolamo di porsi sotto l'ubbidienza del p. Carafa, e sceltolo per sua guida spirituale, da lui prendere ciecamente le regole del suo vivere e del suo operare" (Santinelli 1767, 27).. NOTE:

1 11 1527 === Carestia a Venezia: "S'affollavano alla casa di Girolamo schiere di poverelli, ai quali tutti si soccorreva con proporzionate limosine di pane, di vestimenta, di danaro. Ogni notte aveva egli comandato ai suoi di lavorare quantita' di pane nella propria casa, che la mattina non si tardava a distribuire ai poveri, godendo esso medesimo di dispensarlo colle sue mani" (Santinelli 1767, 28; Ex proc. Ven. test. III).. NOTE:

1 12 1527 === Girolamo fonda con altri verso la fine del 1527 l'Ospedale del Bersaglio (o dei Derelitti, a SS. Giovanni e Paolo in Venezia), sorto in questo anno di terribile carestia perche' vi potessero trovare asilo "quelli poveri che non haveano recetto in hospitale alcuno". Inizia a ricoverare a casa sua gli orfani che affollano Venezia; ben presto, crescendo il loro numero, deve cercare altri locali e prende in affitto un magazzino a S. Basilio. E' questa la "prima casa". "Principio' poscia a girare per la citta' "accompagnato da alcuno de' suoi di casa o servitore o familiare" (Ex proc. Ven. test. III)" (Santinelli 1767, 22).. NOTE:

31 12 1527 === Nella notte del 31 dicembre 1527 incendio di gran parte del monastero di S. M. Maggiore col nuovo campanile e annichilita la nuova sacristia, l'organo e parte della chiesa (Guerra 41-42).. NOTE:

1 01 1528 === Pastor Ludvig, Storia dei Papi, vol. IV, p. 2, pag. 585:



"Cio' che l' Emiliani compi' nel 1528, anno di peste e di fame, gli assicuro' l'ammirazione di tutti, avendo egli venduto tutte le suppellettili di casa sua. Di notte seppelliva i morti che in seguito alla grande mortalita' spesso rimanevano sulle pubbliche vie. Un tifo petecchiale contratto nella sua azione disinteressata lo porto' ad un gradino ancora piu' alto della perfezione. Risanato egli nel febbraio 1531, rinuncio' a tutti i suoi averi per dedicarsi in abito di mendicante alla cura dei poveri. Toccavangli l'anima in ispecie gli orfanelli che a schiere andavano vagando completamente abbandonati. Egli raccoglievali in una casa presso San Rocco dove ricevevano trattamento semplice, istruzione religiosa e avviamento ad un mestiere: a quest'ultimo punto egli teneva in modo speciale. Affinche' i fanciulli non si abituassero in tenera eta' all'infingardaggine dei mendicanti, ripeteva del continuo ai medesimi: 'Chi non lavora non mangi'".. NOTE:

1 01 1528 === Verri Martino, Relazione delle cose successe in Pavia dal 1524 al 1528, a cura di Giuseppe Müller in: Raccolta di cronisti e documenti storici inediti, vol. II, Colombo, Milano 1856.. NOTE:

1 01 1528 === Acta Congregationis (1528-1602): - ASPSG B.59- Vitone 161ss (solo Acta Congregationis 1528-1571) - Fonti Somasche 161-206 (solo Acta Congregationis 1528-1571). NOTE:

1 01 1528 === "Chiesa di S. Apollonia, Vicenza (= S. Maria della Misericordia, ndr.): circa gli anni di N. Signore 1528 non si potrebbe raccontare senza lacrime le gravissime afflizioni per quanto dimostrano le scritture di quei tempi a quali furono sottoposti i viventi, cagionati non solo per le lunghe e crudeli guerre che afflissero l' Italia; et spetialmente la citta' di Vicenza, ma etiandio per la gran mortalita' che segui' caudata da pestiferi infirmitadi accompagnata da carestia et penuria delle cose, dei viver si' acerba e fiera che vedevansi le strade piene di poveri che tutti affamati andavano vagando, di fanciulli che estinti i loro padri e madri erano privi come impotenti di ogni humano agiuto de quali anco molti ne perivano; le donne erano per poverta' costrette ad esporsi per mangiare alli peccati et ridursi ad luoghi pubblici, altri macchiar la loro verginita', altri il loro stato di matrimonio, et altri il stato vedovile, onde insomma il tutto era posto in somma angustia, et in stato degno di misericordia. Queste tante calamita' considerando tanti huomini pii, et dolendogli tanto infortunio, altri col soccorrerli con le sue facolta', altri col ricercar elemosine per la citta' alle case, et altri in altri modi cercavano pur di mitigar in parte a tanta miseria, tra quei che in simili opere di pieta' con le sue proprie entrate s'espose a soccorrer quella conditione di persone che portavano peggior pericolo si' del corpo come dell'anima fu Girolamo Emiliano nobile veneto il qual con altri compagni andando per le citta' del dominio veneto si pose a raccoglier li poveri orfanelli, che per le strade fatti stanchi andavani ramenghi, et quelli con le sue proprie entrate provedeva. Venuto egli adunque nella citta' di Vicenza et cominciando si' pia et santa opera con l'esempio suo venne anco ad incitar altri li quali riducendo insieme questi poveri orfanelli, supplicavano con l'elemosina che per la citta' andavano accattando a quello che non portava il Padre Emiliano. Tale opera di pieta' pervenuta all'orecchie de governatori vicentini et vedendo quanto fosse grata a Dio et utile alla patria a persuasione di detto Padre ridottisi a consiglio riceverono quest'opera sotto la protettione pubblica, et de comun consenso statuirono, che fosse eletto un luogo nella citta' dove perpetuamente fosse la habitatione di questi poveri orfanelli; elessero adunque alcuni cittadini, che di cio' dovessero aver la cura, li quali havuto tal carico gli parve conveniente sito quello ove hora si vede fondato questo ospedale. Fu talmente questa cosa grata e ciascuno, che molti offerendo larghissime elemosine, con quelle fu bastante non solo a provedere di vito, et vestito a questi orfanelli, ma etiandio di far la chiesa et luoghi per starvi ogni gran numero di fanciulli. Fu adunque questo hospitale diviso in due parti nell'una delle quali dovessero habitar li putti, et nell'altra le femine, a quali non solo e' proveduto di quello che fa bisogno per sostentation della vita, ma etiandio sia cura di farli imparar alcun essercitio col quale possino, passati li anni della pueritia usciti del luogo provedersi da se stessi. La cura dell' hospitale l'hanno li RR. Preti regolari detti Somaschi, in questo istesso tempo et a fine di attendere a tale opera di pieta' instituiti dal poco fa nominato Padre Girolamo Emiliano et il governo dell'intrate k'ha un sindico eletto dalli Governatori dell'hospedale, che sono anchor essi eletti nel Consiglio della citta'. La chiesa e' nel mezzo di questi due luoghi, et comodo per udir la messa, et dir gli officii cosi' agli orfani come alle orfane, avendo queste il loro choro posto in alto sopra la porta maggiore, sostenuto da colonne, et quelli nella cappella maggiore. Fu restaurato nel modo che si vede al presente l'anno 1594, essendo la vecchia poco ben ordinata et la dedicarono sotto il titolo di S. Maria di Misericordia et vi si fa la solennita' il giorno di S. Apollonia per esservi un altar consacrato a questa Santa posto in una delle quattro cappelle che vi sono in questa chiesa il quale e' di grande devotione" (Arch. St. Venezia, busta 51 - processo n. 315: documento S. Apollonia - Vicenza 1528; trascr. dattil. in ASPSG S.G. 683).. NOTE: Il documento e' stato steso dopo il 1594, anno dei restauri della chiesa di S. Maria della Misericordia (o S. Apollonia).



cf. Tentorio Marco crs., L' orfanotrofio di S. Maria della Misericordia di Vicenza. Dalle origini al 1810 sotto il governo dei PP. Somaschi (Archivio Storico dei PP. Somaschi, 1) Roma 1965 (ma non cita questo documento!).

1 01 1528 === Curia Patriarcale di Venezia, Atti del Patriarca Girolamo Querini: "Dal 1527 fu principiato l' ospedal de poveri appresso SS. Zane Polo, nel loco del Bresaglio (Bersaglio, ndr.) a tempo della carestia granda, et per li SS. Provveditor all' Arsenal mr. Giacomo Dolfin e mr. Sebasiano Capello fu fatto un tezon per recetaculo delli poveri in ditto loco de ordine dell' Ill.mo Dominio. El se fa fede per l' officio nostro della Sanita' come del 1528 dalli 18 marzo fin tutto zugno fo dato per l' officio nostro de cassa del magn. mr. Zan Senudo alli Governatori dell' Ospedal appresso S. Zane Polo duc. 780 in circa per fabricar al detto ospedal, et per alimento de poveri, come nel zornal tenuto per il ditto mr. Zuan Sanu nell' officio appar" - Tentorio 1976, 26 (Scuole Professionali).. NOTE:

1 01 1528 === Giberti Gianmatteo (1495-1543) vescovo di Verona, raggiunge nel 1528 gli amici sfuggiti al sacco di Roma, poi fa l'ingresso ufficiale nella sua diocesi, alla presenza di mons. Carafa - Netto 1993, 58. NOTE:

1 01 1528 === "Hanc Congregationem (i Somaschi, ndr.) summopere fovebant etiam Iohannes (ma: Iosephus, ndr.) a Ferno, Matthias a Salo', aliique non pauci (En verba Matthiae a Salo': 'l'anno 1528 furono i Somaschini da un signor Girolamo Miani ... cominciati ... il quale meno' la vita sua molto santamente. Et poi venuto a Bergamo et ivi erette queste tre opere degli orfanelli, delle orfanelle femine e delle convertite, seguito da altri buoni spiriti, die' principio a questa religione, alla quale diedero grande aiuto i predicatori capuccini esortando i popoli a questa opera della misericordia di sovenire i poveri orfani, i quali questi buoni padri pigliavano in governo; onde in alcune citta' quegli orfani sono chiamati i Capuccinelli'). Insuper Hieronimus Aemiliani suis sodalibus praescripsit ut quotidie 'Patres Capuccinos' in suis orationibus commendarent Deo" (Pobladura, Historia, pars prima, pag. 357).. NOTE: Anche fra Bernardino Ochino fondo' nel 1539 i Cappuccinelli a Perugia (cf. alla data).



Su fra I. da Ferno (Piantanida) ofmcapp. (1485-1556) cf. DSpir VIII, 1340-1341 e DHGE XXVIII, 203-204.

1 01 1528 === "Si sa che fin dall'anno 1528 (Memorie dello Spedale della Misericordia nell'archivio del Colleg. di S. Jacopo in Vicenza) d'ordine pubblico della citta' di Vicenza si era ordinato che si accogliessero nello spedale della Misericordia fanciulli orfani, come si era principiato in Venezia a far dal Miani, e come ad esempio di lui aveva fatto in Verona il Giberti" (Santinelli 1767, 171).. NOTE:

1 01 1528 === "Tolentini (Parrocchia, Fondamenta, Campo, Rio, Ponte dei). In occasione del famoso sacco che pati' Roma dalle armi di Carlo V, i chierici Regolari Teatini, la congregazione dei quali era stata fondata in quella citta' nel 1524 da Giovanni Pietro Caraffa, poscia Paolo IV, e da S. Gaetano da Thiene, cercarono un rifugio in Venezia. Abitarono dapprima nell' ospitale degli Incurabili, poi alla Giudecca, poi nell' Abazia di S. Gregorio, e finalmente, ottenuto nel 1528 un oratorio, che una divota confraternita aveva fabbricato fino dal 1505 in onore di S. Nicolo' da Tolentino nella parrocchia di S. Pantaleone, presso al medesimo si stabilirono. Essi nel 1591 s' accinsero ad ampliarlo, ed innalzarvi appresso un convento, affidando ambedue le opere all' architetto Scamozzi. Il tempio, che sorse bello e grandioso, fu consecrato il 20 ottobre 1602 da Matteo Zane patriarca di Venezia, sotto l' antico titolo di S. Nicolo' da Tolentino, onde poscia corrottamente si disse dei «Tolentini». Il magnifico vestibolo venne aggiunto da Andrea Tirali sul modello del tempio di Antonino e Faustina in Roma. Giunto l' anno 1810, il convento si ridusse a caserma, e la chiesa si dichiaro' parrocchiale, assegnandovisi per circondario la massima parte della soppressa parrocchia di S. Croce, ed alcune frazioni di quelle di S. Margarita, e di S. Pantaleone" (Tassini 1887).. NOTE:

1 01 1528 === "Treviso 1528, Podesta' Stefano Muggio. Fu gran pestilenza e carestia, per modo che un padre vendete el fiol a la giustitia per brama de pan et fo ritrovati molti morti di fame ..." (Anonimo Foscariniano, in: Pigato, La Madonna Grande 1944, pag. 134).. NOTE:

1 01 1528 === VENEZIA, Ospitaletto: opera iniziata nel 1528 e finita nel 1807 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1528 === GIBERTI Gianmatteo (vescovo di Verona), F5,4 - Descrizione del disegno del Cignaroli del Giberti:

ND Cat. No.: 3014

Giambettino Cignaroli, Portrait of Giovanni Matteo Giberti, Bishop of Verona

Image: thumbnail (~50 KB)

Accession No.: Cod F 256 Inf n 109

Size: 17.3 x 13.8 cm

Media: Gray and black washes on white paper. Pasted to page 65.

Provenance: See Cod F 256 Inf n 1.

Description: Within an oval is the bishop, frontal view, half length. Inscribed on a plaque beneath the frame, "GIO: MATHEO / GIBERTI VES: V:".

Reason:

Bibliography: Pesenti, p. 128.

Subject Keys: Veronese Venetian North Italian 1700-2 1700-3 Ecclesiastics Portraits

Last Update: 9/10/1997. NOTE:

1 01 1528 === MIANI GIROLAMO, fondatore, veneziano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

1 01 1528 === 001 "In Nomine Domini a nativitate Iesu Christi Domini Nostri 1528.

Il Venerabile nostro fondatore Girolamo Emiliani aveva in Venezia ed altre citta' di terra ferma raccolto figlioli orfani di padre e di madre, e fatto lo stesso in Bergamo nel 1528 (S. Martino di Bergamo) vivendo allora Clemente Ottavo (corretto: Settimo), l'aiutarono in cio' molte persone divote, che si congiunsero a lui in quest'opera e lui partendo da Bergamo, la continuarono; da principio furono raccolti nello spedale della Maddalena soprastando alla cura loro mons. Lippomani (Lippomano, ndr.) vescovo di gran zelo. Nel 1547 da mons. vescovo Soranzo fu istituita una Congregazione di alcuni Canonici, cavalieri, dottori, e mercanti: e come che aggravandosi detto spedale, conveniva portar l'opera ora in un luogo ed ora in un altro; finalmente nel 1614 si fisso' nella parrocchialita' di S. Alessandro della Croce in vicinanza all' Ospital grande. Solevano stare per servizio de figlioli due nostri sacerdoti, e 4 laici; ora decaduto il pio luogo per calamita' de' tempi dal 1644 sin qui non vi e' che il Padre Rettore e due laici, i quali sono provveduti d'ogni cosa. Il Pio luogo si chiama S. Martino di presente" (ACS, p. 1).. NOTE:

1 01 1528 === 002 "Il Pio luogo detto l' Ospitaletto de Santi Giovanni e Paolo di Venezia governato nel temporale da soggetti primari dell'ordine patrizio, e de mercanti, nello spirituale e' assistito dalla nostra Congregazione (Venezia Ospitale). Fu egli fondato dalla beata memoria del nostro Padre Fondatore, e vi si alimentano d'ordinario 120 Cittelle (zitelle, ndr.), e 50 filioletti applicati a diversi esercizi. Le figlie non escono dal luogo, che maritate, o per farsi monache provveduti da Signori Governatori di dote sufficiente. Vi sono ancora due infermerie d'uomini, e donne per li febricitanti della citta', ricevuti senza eccezione e sono provveduti di medicamenti letto camicie e servitu' sinche' si sanano, o muoiono. Ogni giorno ascoltano la messa, e loro vengono ministrati li SS.mi Sagramenti. Ha chiesa ragguardevole frequentata anche per la musica ed altre devozioni. Vi stanno de' nostri tre sacerdoti e tre laici ad esercitarsi nella pieta'. Erano altre volte provveduti li Religiosi di tutto il bisognevole; ma nel 1632 furono assegnati 43 scudi romani per ciascun religioso, ed inoltre pane, vino, oglio, legna, sale, utensili, abitazione, letti, lenzuoli, camicie, medico e medicinali, oltre 100 scudi incirca di elemosina. Scudi 20 per messe cantate ed altre funzioni; e per altre messe avventizie circa altri scudi 60. Celebrano 8 messe la settimana gratis. Piu' una messa cantata ogni mese; ed un'altra per ogni Governatore, che muore il tutto gratis" (ACS, p. 1-2).. NOTE:

1 01 1528 === 003 "Il Pio luogo degli Incurabili di Venezia conspicuo per le persone dalle quali il suo cominciamento e progressi riconosce fu fondato da San Gaetano Tiene Vicentino con l'aiuto di S. Ignazio di Loiola e di S. Francesco Saverio. Fu poi restaurato e notabilmente accresciuto dal nostro Beato Fondatore Girolamo Emiliani, che personalmente impiegovvi la fatica e la carita', introducendo due infermerie distine di uomini e donne impiagate numerandosi ordinariamente cento infermi denominati incurabili provveduti dalle cose necessarie; benche' in certi tempi dell'anno ne quali fannosi le purghe col decotto, sino ad 800 poveri ivi stanno per 40 giorni. Tiene inoltre 63 Cittelle, che si maritano con dote di 100 scudi oltre i propri guadagni; ed alimenta 33 orfanelli applicati a diverse arti. La chiesa e' ragguardevole anche per le prediche fra l'anno, e per le diurne nella quaresima. Tre dei nostri sacerdoti e tre laici vi affaticano con patimento piu' che ordinario, e ricevono pane, vino, olio, legna, sale, utensili, lenzuoli, camicie, medico, medicinali, e 43 scudi romani per testa, oltre 50 per elemosina di messe. Sotto questo anno ho collocata codesta fondazione narrata nella Visita del 1650 perche' vi si adopro' il nostro Venerabile Fondatore in tal anno. Ma quando sieno stati introdotti li nostri Padri non ho veduta scrittura che mi accerti. Nelle Opere che si veggono stabilite nel 1557 si leggono gli Orfani di Venezia. Nel Capitolo del 1573 si e' trattato di mandar persone al governo degli Incurabili di Venezia. E finalmente nel 1590 trovo il decreto che si accetti codesto pio luogo. Segno che la nostra Congregazione ne ha avuta in vari tempi la direzione ma non sempre continuata. S. Ignazio e S. Francesco Saverio non hanno altrimenti fondato il detto Ospitale, bensi' vi fussero per tre giorni alloggiati" (ACS, p. 2-4).. NOTE:

25 01 1528 === Dal 25 gennaio 1528 al 1566 fu parroco di S. Gregorio in Val S. Martino il prete Francesco Mangili (tagliabue 1931, 48).. NOTE:

20 02 1528 === Sanudo scrive in data 20 febbraio 1528 (giorno di Carnevale) nei suoi Diari: "Per non omettere di notare cio' che merita, voglio resti ad eterna memoria la grande carestia che e' in questa citta'; oltre i poveri cittadini che gridano per le strade ce ne sono venuti per mare da Burano con i figli in braccio chiedendo elemosina; poi villani in numero grandissimo e villane stanno sul ponte di Rialto coi bambini in braccio chiedendo l'elemosina; e dal vicentino e dal bresciano ne sono venuti assai, si' che e' spettacolo pietoso. Non si puo' ascoltare messa senza che vengano dieci poveri a chiedere elemosina; non si puo' aprire la borsa per comprare quanto bisogna, che non vengano poveri a domandare un bezzo. Anzi la sera tardi si va battendo alle porte e gridando per le strade: moro di fame. Eppure la pubblica autorita' non provvede a questo in alcun modo. Stasera nella procuratia del procuratore Grimani fu fatto un bel banchetto; e vi parteciparono il Cardinale di Trani, il Cardinal Grimani, l'oratore d'Inghilterra, l'oratore di Milano; il Corner arcivescovo di Spalato, il Podocataro arcivescovo di Nicosia, il Pesaro vescovo di Pafo, il Grimani vescovo di Ceneda, il primicerio di S. Marco ed alcuni altri, che mangiarono in camera un pranzo solenne. Poi donne bellissime ed altri giovani e mariti in numero di ottanta, e si ballo' ed altro non si fece sino alle ore undici (cioe' sin verso il mattino, ndr.). Ogni sera in quella procuratia, dacche' il Grimani (Marino, ndr.) fu fatto Cardinale, si balla, e ci va chi vuol andare; pero' era meglio fare elemosine" (Sanudo Diari 46, 611).. NOTE:

1 03 1528 === Venezia, Ospedale del Bersaglio (1528, forse ai primi di marzo). Poiche' il numero dei poveri cresceva, e il primo stanzone non bastava piu', ne fu costruito accanto un secondo: "Et cussi' tolto via la quantita' grande de scovaze, che erano in ditto bersaglio et spianato il terreno, fu fabbricato un tezon de legname coperto di coppi, nel quale furono collocati quelli poveri che non havevano recetto in ospicio alcuno" (Copia tratta dal processo II delle scritture contro l' Ospedaletto, segnato 42.F.2° del 1542, in Cicogna E.A., Delle inscrizioni venez., t. V, pag. 368; cit. da: Pellegrini Carlo crs., San Girolamo Miani istitutore della cura degli orfani e confondatore dell'Ospedale dei Derelitti. in: San Girolamo Miani e Venezia. Nel V° centenario della nascita. (Atti delle Celebrazioni tenutesi nella chiesa di S. Maria dei Derelitti 8-15 febbraio 1986). IRE, Venezia 1986, pag. 21 e nota 18).. NOTE:

13 03 1528 === Intervento a Venezia della autorita' pubblica per arginare il fenomeno dei troppi poveri arrivati in citta': "13 marzo 1528. Cum sit che niuna operatione che far se possi in questo modo sia piu' grata al nostro Signor Dio che aver cura et carico di provvedere alle miserabili creature, ecc. Si ricorda la creazione di due, tre o piu' luoghi, dove possano stare i poveri; e siano lor fatte le stanze di tavole con assai paglia ed altro per dormire; che sieno obbligati tutti gli abitanti di Venetia a pagare per una volta sola per elemosine soldi tre per ducato a ragion del fitto delle case e botteghe, dove abitano ... Questi denari scossi di giorno in giorno sieno portati alla sanita' e dispensati dai provveditori a detti poveri con un bollettino sottoscritto di mano di tutti e tre i provveditori, e cio' sia a tutto giugno 1528, nel qual tempo i detti poveri sian posti tutti sopra barche e mandati in terraferma, con la minaccia che tornando alcuno di loro a mendicare, saranno frustrati da S. Marco a Rialto" (cit. da: Pellegrini Carlo crs., San Girolamo Miani istitutore della cura degli orfani e confondatore dell'Ospedale dei Derelitti. in: San Girolamo Miani e Venezia. Nel V° centenario della nascita. (Atti delle Celebrazioni tenutesi nella chiesa di S. Maria dei Derelitti 8-15 febbraio 1986). IRE, Venezia 1986, pag. 35-36 nota 7).. NOTE:

2 04 1528 === "Adi' 2 avril 1528: in quattro luogi sonno hospedali a San Zuanepollo a san zane bragola et a santo Antonio et alla zuecha in cha' Donado ... e sopra l'ospedal de San Zanepollo sier Hironimo di Cavalli quondam sier Corado e sier Hironimo Miani quondam sier Anzolo e su quel di la zuecha sier piero Capello quondam sier francesco el cavaliere e altri su altri ..." (Sanudo Diari 47, 178): era l'ospedale del Bersaglio e Girolamo risulta essere uno dei sovrintendenti.. NOTE:

10 04 1528 === "1528, 10 aprile. Da poi disnar, fo predicato a san Marco per fra Bonaventura da Venexia di l'ordine di san Francesco observante, che predica a san Polo" (Sanudo Diari 47, 213). Si tratta di fra Bonaventura Centi, predicatore anche all'ospedaletto (a SS. Giovanni e Paolo, o Zani Polo). Il 26 agosto 1528 verra' autorizzato a predicare agli Incurabili di Venezia, su richiesta dei procuratori dell'ospedale presso papa Clemente VII.. NOTE: In RC 1957, 29ss Tentorio equivoca sul fra Bonaventura Centi, presentandolo come un cappuccino ed affermando che "accanto agli Incurabili sorse la prima casa dei Cappuccini a Venezia per opera del medesimo fr. Bonaventura". Egli era infatti minore osservante, non cappuccino.

1 05 1528 === Tra gli ospedali di Venezia, quello del Bersaglio aveva il maggior numero di decessi: 115 in marzo, 136 in aprile 1528 (cf. Pellegrini C., I morti nell' Ospedale del Bersaglio di Venezia nei mesi di marzo, aprile e maggio 1528. in: Somascha 1984, 84-85).. NOTE:

27 05 1528 === (So (segr.) 30) Testamento di Simone Giorgio Airoldi per messe (27 maggio 1528). [ASPSG So 30, 'originale'].. NOTE:

3 06 1528 === Clemente VII approva la riforma dei Cappuccini con la Bolla "Religionis zelus" del 3 giugno 1528.. NOTE:

21 06 1528 === Un documento inedito del 21 giugno 1528 ci informa "de beni de' poveri de Iesu' Christo reduti nel Bresagio a San Zuane e Polo" (Venezia, Arch. St., Ospedali e Luoghi Pii, b. 921): materassi, lenzuola, camicie, camicioni, guardacuori, sottane ... la cui varieta' di foggia e di tipi di stoffe tradiscono le piu' diverse provenienze; e poi il dono di 95 camicie nuove, che vanno ad aumentare i beni degli oltre cento poveri, nei quali Girolamo riconobbe e servi' Gesu' Cristo - Il Santuario di San Girolamo Emiliani 444(ott.-dic. 2000)22-23. NOTE: Somascha 1976, 87 (artic. di Pellegrini C.).

27 06 1528 === Il Patriarca di Venezia Girolamo Querini concede il 27 giugno 1528 la facolta' di celebrare la messa e di amministrare i sacramenti nel luogo del Bersaglio al sac. Pellegrino d' Asti da Vicenza e successori - Tentorio 1976, 27s (Scuole Professionali). "Piu' sollecito pero' della salute dell'anima che della salute del corpo, scelse tosto il nostro Girolamo per l'assistenza spirituale degli infermi un idoneo sacerdote, a cui l'istesso anno benignamente concedette il Patriarca Girolamo Querini libera facolta' d'amministrare la penitenza e la santissima eucaristia. Fu questi Pellegrino d' Asti da Vicenza, che io posso chiamare il primo doscepolo del Miani, poiche' fin da allora dichiaratosi di voler in tutto dipendere dalla di lui volonta', fondata poco dopo la Congregazione, perseverando nel santo proponimento, visse in essa e mori' da esemplarissimo religioso" (Santinelli 1767, 31; Carte nell'arch. dello Spedale).. NOTE: Prima del Prete Pellegrino, un altro prete aveva condiviso la sua vita con i poveri del Bersaglio: e' nominato al primo posto nella lista del 3 luglio (prete Santo da Venezia).

1 07 1528 === "Dopo i primi mesi del 1528, i piu' tragici e convulsi, causa la carestia e l'epidemia di peste, rimanevano le dolorose cicatrici e conseguenze. Benche' Girolamo prestasse la sua assistenza a tutti i poveri ricoverati al Bersaglio, la sua attenzione fu presto attratta in modo particolare dai fanciulli orfani e derelitti. Egli stesso comincio' ad andare a raccoglierli per le strade: 'Si mise andare per la citta' ... e ritrovati di questi poveri orfanelli, li andava lui medesimo accompagnando in questo luogo ... e perche' non restassero negletti in quel luogo senza imparare una qualche arte de potersi a suo tempo agiutare, trovo' uno o due di questi agucchiatori e gli faceva insegnar questa arte e lavorar di quella' (Processi Apostolici, Processo Veneto, f. 100v-101, teste Giovanni Francesco Basadonna)" (Pellegrini Carlo crs., San Girolamo Miani istitutore della cura degli orfani e confondatore dell'Ospedale dei Derelitti. in: San Girolamo Miani e Venezia. Nel V° centenario della nascita. (Atti delle Celebrazioni tenutesi nella chiesa di S. Maria dei Derelitti 8-15 febbraio 1986). IRE, Venezia 1986, pag. 24 nota 24).. NOTE: Il primo maestro degli orfani del Bersaglio fu forse "Bernardino fu Luca teser di panni", nome che segue immediatamente quello del prete Santo nella lista del 3 luglio 1528?

3 07 1528 === Elenco dei 103 poveri di Gesu' Cristo dell'Ospedale del Bersaglio (SS. Giovanni e Paolo, o Derelitti) del 3 luglio 1528 (Venezia, Arch. St., Ospedali e Luoghi Pii, b. 921).

. NOTE: Il Santuario di San Girolamo Emiliani 444(ott.-dic. 2000)22-23.

Somascha 1976, 87-88 (artic. di Pellegrini C.).

1 10 1528 === "A San Giovanni di Casarza nel Friuli in una sola casa perirono di fame 18 persone; ad Arbe, un piccolo villaggio presso Spilimbergo, dal novembre 1527 all' ottobre 1528 morirono circa 200 persone, quasi tutte per fame" (Degani, La Diocesi di Concordia. Udine 1924, pagg. 417 e 429).. NOTE:

1 12 1528 === Verso la fine del 1528 (o ai primi del 1529) S. Girolamo rilevo' anche una bottega in contrada di S. Basilio a Venezia, per poterci far lavorare i suoi ragazzi raccolti al Bersaglio.. NOTE: Nell'atto in cui Girolamo il 6 febbraio 1531 donava ai nipoti quella parte di beni immobili che non era stata consumata per i poveri, sono esplicitamente riservati "ogni debito e credito et ogni ragione et azione, che quovismodo ho per conto della bottega, sive opera pia, esercitata al presente nella contrada di San Basilio a comodo delli poveri orfani derelitti" (Strumento di donazione del notaio Alvise Zorzi, in: De Rossi, Vita del b. Girolamo 1641, pag. 90). Si doveva trattare soltanto di un luogo per lavorare.

1 12 1528 === VENEZIA, San Basilio: opera iniziata verso la fine del 1528 (o i primi del 1529) e chiusa ad aprile del 1531 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

23 12 1528 === "Erasmo rispose ad Alberto Pio a Parigi con la sua del 23 dicembre del 1528, scusandosi del lungo indugio nel rispondere, e pregandolo insieme a non pubblicare (come aveva udito che Alberto pensava di fare) la lunga lettera scrittagli, finche' egli non gli avesse mandata la risposta che andava stendendo. Ma Alberto, giunto a Parigi, fece ivi pubblicare colle stampe e la prima lettera di Erasmo e la sua voluminosa risposta" (cit. da: Tiraboschi G., VII, I, 302). Alberto rispondera' con l'opera stampata a Parigi nel 1531: e proprio durante la stampa venne a morte.. NOTE:

30 12 1528 === Incendio (30.12.1528) a S. Maria Maggiore di Treviso: bruciata la chiave dei ceppi e il secondo e terzo libro dei miracoli; poco dopo, nel 1531 circa, il canonico regolare Giulio Clovio sacrista del Santuario decora il coddetto "Quarto Libro dei miracoli" (ms. 646). Cf. Netto 1981, 170s.. NOTE:

1 01 1529 === Holbein Hans il giovane, Ritratto di Erasmo da Rotterdam (olio del 1529).. NOTE:

1 01 1529 === "1529. Sara' sempre famoso e degno d'immortal rimembranza l'anno presente alla nostra citta' di Como per l'accidente miracoloso del Santissimo Crocifisso, cognominato della Nunziata, perche' lo conservano i Confratelli, che hanno la lor residenza nella Chiesa, ora Parrocchiale, consacrata al Sacrosanto Mistero dell' Annunciazione di Maria ... (segue il racconto del Miracolo, ndr.)" (Tatti, Annali di Como, deca terza, 579.56).. NOTE:

1 01 1529 === A Bologna nel 1529 si ristabiliva la pace, Carlo V era incoronato imperatore e Francesco Sforza, riconosciuto di nuovo duca di Milano con tutto il territorio. Il Gian Giacomo Medici pertanto (detto il Medeghino) era spogliato di tutti i suoi beni e tornava ad essere un "bandito". Si vide arrivare addosso dodicimila grigionesi da nord, le truppe imperiali da sud e quelle ducali da ovest; nel giugno del 1531 perdeva Monguzzo, era respinto dalla Valtellina, salpo' con le sue navi ma fu sconfitto dalle navi ducali. Gli restavano i castelli di Musso e Lecco, e li' resiste per dieci mesi ma alla fine dovette arrendersi, accettando onorevoli condizioni il 13 febbraio 1532.. NOTE:

1 01 1529 === Girolamo e' colpito dalla peste ("E quell'ardentissimo vaso di carita' Girolamo Miani, il quale non pur per li vivi Cristiani, ma per li morti corpi spendeva la vita sua, di cui non che la memoria, ma i vestigi son recentissimi, e fresca la sepoltura": Santinelli 1767, 32; cita l'Orazione in morte del Doge Marcantonio Trevisan fatta da Bartolomeo Spatafora nel 1554 a Venezia; cf. SSGE 1946, 363-366); allora "manda ad avvisare il Carafa per aggiustare le cose della sua anima; crescea frattanto il male e disperato dai medici domando' e ricevette gli ultimi sacramenti disponendosi con tutta rassegnazione a morire" (De Rossi, Vita, l. I, cap. XII), ma guarisce. Torna alla sua attivita' in aiuto dei bisognosi in generale, ma soprattutto degli orfani. Apre una scuola a San Rocco per ragazzi orfani e vagabondi.. NOTE:

1 01 1529 === Nel 1529, in seguito a una grave carestia fu disposto che a Venezia i poveri fossero distribuiti "per contrade in modo che ognuna ne avesse in proporzione alla qualita' ed opulentia". I Pievani giovani ed eletti della contrada occupavano i poveri in qualche arte o mestiere e, nel caso che rifiutassero di applicarvisi, li facevano bandire dalla citta'. A questo fatto si collega l' inizio dell' attivita' assistenziale di Girolamo a Venezia: i bambini mendicanti non potevano essere "sbanditi" dalla citta', ma raccolti, e questo per ovvie ragioni. Girolamo, dopo le private sue iniziative in S. Rocco e in S. Basilio, trovo' buona cosa appoggiarsi alla "fraterna" che aveva istituito il luogo pubblico del Bersaglio (composta dai cittadini Bartolomeo di Marco causidico, Luigi Marzari, Bartolomeo Bonimparte mercante di legname e il chirurgo Gualtieri, l' anno 1527. L' intervento e la presenza dell' opera di Girolamo al Bersaglio fece in modo che il modestissimo asilo iniziale (tratto di terreno pubblico coperto di tavole, nella parrocchia di S. Maria Formosa vicino alla chiesa dei SS. Giovanni e Paolo e che si diceva il Bersaglio) risultasse insufficiente, e porto' alla trasformazione dell' antica tettoia in un locale adatto ad accogliere l' opera di Girolamo - Tentorio 1976, 14 (Scuole Professionali). Accennano a questo due testi del processo Apostolico Veneto (Giovanfrancesco Basadonna, senatore, e Luca Molino, patrizio, marito di una sorella di Giovanfrancesco: entrambi narrano per il racconto che loro faceva Dianora Miani, figlia di Luca Miani e nipote di Girolamo, zia paterna del Basadonna e della moglie del Molino): "Prese ad affitto un magazzino overo un certo terreno vacuo, e questo coperse di tavole" (Basadonna), "essendo questo stato causa e principio della fondazione dell' Hospedale di SS. Giovanni e Paolo, che a quel tempo era tutto terreno vacuo, dove adesso si ritrovano quelle grandi fabbriche, e comodita' per i poveri di tutte le sorti, e figlioli e figliole ammalati: a quel tempo tutto era terreno vacuo; Girolamo nell'istesso luogo serro' di tavole un pezzo di questo terreno" (Molino) (Santinelli 1767, 30s).. NOTE:

1 01 1529 === "Parroci di Vercurago:



1425 - Percivallo Benaglia (di Vercurago?).

1436 - Ambrogio de Curte (di Corte?).

1459 - Gaspare Santambrogio.

1485 - Baldassarre de Ciseris.

- Antonio de la Zonca.

1490 - 1529 Martino de Bolis.

1529 - Paolo Zilioli (nel 1532 arrivera' SGM a Somasca).

1559 - 1564(?) Giovanni Antonio Bonomi (o Bonanomi).

1564(?) - 1567 Ludovico de' Dolci (di Bergamo).

1568 - 1570(?) Francesco Claudurino (o Clauduno) (forse: Francesco Chiuduno di Caleppio? di Chiuduno?)

1570 - 1590 il beneficio e' vacante; reggono linterinalmente la parrocchia i parroci di Chiuso o di Somasca o di Calolzio.

1590 - 1594 Francesco Frigerio.

1594 - 1605 Antonio Maria Rigio (o Rigerio, di Bergamo).

1605 - 1613 Luca Belino.

1613 - 1617 Nicolo' Bolzoni.

1617 - 1632 Giovanni Andrea Ghislanzoni.

1632 - 1640 Antonio Biffi.

1640 - 1642 Probabilmente la parrocchia fu retta interinalmente dal curato di Chiuso.

1642 - 1645 Giuseppe Tartari (di Acquate).

1646 - 1650 Carlo Spreafico (di Monte Brianza).

1650 - 1652 Camerone (?).

1652 - 1688 Martino Grassi.

1688 - 1712 Giuseppe Bonfanti.

1713 - 1718 Pietro Ruggieri.

1719 - 1729 Francesco Mussita.

1729 - 1736 Giuseppe Rota.

1736 - 1746 Carl'antonio Volpe.

1746 - 1757 Giacomo Brontini.

1758 - 1796 Carl'antonio Corti (di Bergamo).

1796 - 1826 Domenico Manzoni (di S. Michele Torre de' Busi).

1827 - 1853 Giacomo Manzoni (di S. Michele Torre de' Busi).

1854 - 1859 Cristoforo Zambetti (di Piangaiano).

1859 - 1874 Giovanni Cominelli (nato a Parre nel 1826).

1875 - 1879 Luigi Isacchi (di Sforzatica d' Oleno).

1879 - 1919 Antonio Moroni (di Ponte S. Pietro).

1919 - 1953 Tomaso Valsecchi (di Cisano Bergamasco).

1953 - 1973 Sala Giovanni (di Mornico al Serio).

1973 - 1976 Gaetano Rota (di Nese).

1976 - Paiocchi Andrea (di Vertova)" (elenco tratto da: Paiocchi Andrea sac., Pescatore di uomini sul lago manzoniano. Profilo biografico di don Tomaso Valsecchi (1872-1953) parroco di Vercurago dal 1919 al 1953. Bergamo, ed. Grafital, 1979, pag. 110).. NOTE:

1 01 1529 === S. ANGELA MERICI (1474-1540)

Nel 1529, temendo che l' esercito di Carlo V si porti verso Brescia, Angela si ritira a Cremona, ospite di Agostino Gallo e della sorella di lui, Ippolita. Anche a Cremona e' visitata da molte persone che vogliono conoscerla. Al ritorno a Brescia e' ancora ospite del Gallo, poi si trasferisce dapprima presso San Barnaba infine fissa la sua dimora in una casa vicino alla chiesa di Sant' Afra. Agostino Gallo conosce la Santa attraverso la sorella lppolita che le e' divenuta amica. Egli nel 1568 dichiarera' al notaio Giovanni Battista Nazari che Angela ha piu' tosto del divino che dell' umano (...) e' da credere che la maggior parte della notte facesse orationi, contemplando speculando quelle cose divine che a pochissime persone sono concesse". Giacomo Chizzola, con Agostino Gallo risulta impegnato nel 1535 nell' Ospedale degli Incurabili. Da Angela morente raccoglie l' insegnamento rivolto a Tommaso Gavardo che l' aveva accompagnato nella visita all' inferma: "Fate in vita quello che voresti haver fatto al tempo della morte".

(http://www.onde.net/desenzano/citta/santangela/mostra-ita.htm). NOTE:

1 01 1529 === "Un diritto particolare dei Benalio su Somasca e' attestato dal 1529" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 75).. NOTE:

25 03 1529 === "Il giovedi santo del 1529, che cadeva il 25 marzo, festa della Annunciazione, avvenne il miracolo del Crocifisso a Como. San Girolamo arrivera' in citta' sei anni dopo, nel 1535: e' facile immaginare come il racconto di questo miracolo possa averlo commosso. Il Crocifisso che spezza le catene, gli richiamo' alla mente il miracolo compiuto dalla Madonna in suo favore a Castelnuovo di Quero, quando lo libero' dalla prigionia. E' probabile, quindi, che il Santo, devotissimo del Crocifisso, si sia recato a pregare con i suoi orfani davanti al miracoloso Crocifisso di Como" (cit. da: Molteni 2003, f. 5-6).. NOTE:

23 05 1529 === (Confini) Relazione del Podesta' Sanudo di Bergamo al Senato Veneto (23 maggio 1529). [ASPSG So 2012, 'fotocopia'].. NOTE:

1 09 1529 === "Nel settembre del 1529 apparvero affissi alle porte del Duomo di Bergamo, in Cittadella, in Borgo Pignolo e in Borgo S. Leonardo fogli ereticali contro la fede, il Papa, il Purgatorio, le immagini e le invocazioni dei Santi; il vescovo Pietro Lippomano si sforzo' con ogni mezzo di impedirne la diffusione" (cit. da: Dentella Lorenzo, I vescovi di Bergamo. Notizie storiche. Bergamo 1939, pag. 310, nota 8).. NOTE:

1 01 1530 === Aleandro Girolamo:

(http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/mottachiese/illustri.htm)



"Ritratto di Girolamo Aleandro (A. Veneziano).

Cardinale e umanista, nato a Motta di Livenza il 13 febbraio 1480, fin da bambino dimostro' una promettente inclinazione verso gli studi, in particolar modo per la teologia, la filosofia, e i classici antichi. La sua erudizione lo porto' alla nomina di magnifico Rettore dell' Universita' di Parigi, a soli 33 anni di eta'.

Lasciata la Francia, L' Aleandro giunse alla corte papale di Roma dove fu nominato, da Papa Leone X, Prefetto della Biblioteca Vaticana, carica di enorme prestigio e dignita' nell' ambiente della cultura umanistica romana.

A quell' epoca, intanto, il monaco agostiniano germanico Martin Lutero imperversava con le sue Eresie contro la Chiesa di Roma e i suoi Vescovi. Tali fatti portarono il Papa ad emanare la famosa Bolla del 1520 contenente la sentenza di condanna per gli errori di Lutero. Ad eseguire un mandato cosi' importante e delicato, Leone X incarico' Girolamo Aleandro, quale ambasciatore della Chiesa Romana. Dopo molte peripezie diplomatiche, Aleandro arrivo' nel febbraio del 1521 a partecipare alla Dieta di Worms presieduta da Carlo V, che mise Lutero al bando dai territori imperiali. Per l' arguta e la saggia diplomazia dimostrata dall' Aleandro, egli ebbe solenni encomi, non solo dalla Corte papale, ma anche da molti illustri personaggi del tempo.

Nel 1524, Girolamo Aleandro venne proclamato Arcivescovo di Brindisi e di Oria, dove successivamente stabili' la sua residenza riportando all' ordine i costumi di vita del Clero e delle genti locali.

Ritorno' a Venezia, poi a Roma e di nuovo nella citta' lagunare come Nunzio Apostolico di Sua Santita' Clemente VII per dirimere la spinosa controversia fra il Papato e il Senato Veneto. Quando nel 1534 sali' al trono pontificio Paolo III, l' Aleandro fu richiamato a Roma dove, trascorse alcune spiacevoli vicissitudini, il 13 marzo 1538 fu finalmente nominato Cardinale, per le sue eccellenti ed alte qualita' morali e culturali. Dopo aver condotto, in giro per l' Europa, importanti missioni papali, alla fine del 1539 torno' a Motta ma, richiamato da Roma, dovette ripartire per la preparazione del Concilio di Trento che valse a ridare al minacciato Cattolicesimo unita' e saldezza.

L' illustre Girolamo Aleandro, Vescovo di Brindisi e di Oria, Cardinale della Chiesa di San Crisogono in Roma, dottore in filosofia e teologia, mori' il 30 gennaio 1542 non riuscendo a gioire, assieme al mondo cattolico, della grande vittoria del Concilio, tenutosi solo qualche anno piu' tardi nel 1545 e sul quale egli spese le sue ultime illuminanti risorse vitali".. NOTE:

1 01 1530 === Crispoldi Tullio, Sommario de messer Tullio Crispoldi de le prediche fatte ne la visita di Verona del MDXXX (1530). Questo ms. sta in: Bologna, Biblioteca Arcivescovile, ms. G. VIII, 33. Cit. da Guglielmoni 1983, 87, nota 56.. NOTE:

1 01 1530 === Giberti G. Matteo (vescovo di Verona), Breve ricordo. Verona 1530 (in quest' opera delinea il tipo ideale di sacerdote). Cit. da Guglielmoni 1983, 83, nota 33.. NOTE:

1 01 1530 === 1530: priora del monastero di Matris Domini e' suor Deodata Vertova (1530-1532) (Galati Roberto, Cronotassi delle priore del monastero dalle origini alla soppressione. in: AA.VV., Il monastero Matris Domini in Bergamo, vol. II (Monumenta Bergomensia - LVI), Bergamo 1980, pag. 414).. NOTE:

1 01 1530 === Cavalli Girolamo, uno dei governatori dell' ospedale del Bersaglio, nel 1530 lo fece ingrandire con nuove fabbriche per essere capace di maggior numero di infermi (Santinelli 1767, 41; Carte nell'arch. dello Spedale). Si passa dai baracconi di legname eretti per ripiego, a una costruzione di pietra che possa durare nel tempo.. NOTE:

1 01 1530 === Il Patriarca Girolamo Querini approva nel 1530 l' istituto del Bersaglio a Venezia - Tentorio 1976, 15 (Scuole Professionali). NOTE:

1 01 1530 === Oltre alla scuola di San Rocco, Girolamo si occupa di portare o far pervenire aiuti alle popolazioni rurali ancora rifugiate nelle isole della Laguna di Venezia, Torcello, Mazzorbo, Burano, Malamocco, Pellestrina ecc. - Netto 1993, 61. "I fanciulli derelitti raccolti, in piu' barchette condusse pien d'allegrezza, in Venezia, e distribuiti tosto nelle due case, insegno' loro a vivere colla stessa disciplina degli altri" (Santinelli 1767, 39).. NOTE:

1 01 1530 === "Stando a un altro documento l'opera delle Convertite comincio' in Brescia l'anno 1530 per iniziativa di Laura Gambara; e troviamo gia' fin da quest'anno citato come uno dei personaggi piu' influenti nel sostenere queste opere di carita' il famoso Agostino Gallo (nota: Bre.I.C., ASPSG), che fu poi per molti anni 'Massaro della carita'' e che molte testimonianze poi ci indicano come uno dei principali collaboratori e compagni di S. Girolamo in Brescia" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 9s).. NOTE:

1 01 1530 === VENEZIA, San Rocco: opera iniziata nel 1530 e chiusa nell'aprile del 1531 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE: Mentre a Venezia S. Basilio era solo un luogo di lavoro, e poi gli orfani che provenivano dal Bersaglio alla sera vi ritornavano, invece in S. Rocco Girolamo diede vita alla sua prima famiglia di orfani. Sottratti dalla mescolanza con gli altri poveri, malati, mendicanti di ogni eta', essi avevano finalmente una casa tutta per loro. L' Anonimo, che andava spesso a visitare Girolamo, ci descrive la vita che si faceva a S. Rocco (cf. F1, 11: la scola di S. Rocco).

6 01 1530 === Girolamo e' presente a uno dei tanti incontri tenuti nella casa ai Tolentini (Tentorio 1976, 35); ce ne parla l'Aleandro, vescovo di Brindisi, nunzio apostolico, arrivato a Venezia sin dalla fine di ottobre, nei suoi Diari (Aleandro Girolamo, Giornale. in: Omont, Notices et extraits des manuscrits de la Bibliothe'que nationale, Parigi 1896, t. XXV (o XXXV?), pp. 86ss; il Santinelli 1767, 40 ricava la notizia dai Diari ms. di mano dell'Aleandro conservati in Uderzo presso i Sig. Amaltei), quando giunse il 6 gennaio 1530, giovedi e giorno dell'Epifania, assieme al vescovo Gian Matteo Giberti ai Tolentini proprio mentre si svolgeva uno di questi incontri: "Visitai il vescovo di Verona (Giberti, ndr.) e, presolo meco a mezza strada, andai dal Carafa vescovo (rinunciatario, ndr.) Teatino e vi rimanemmo fino a notte. V'erano Vincenzo Grimani (uno dei primi amici di Gaetano e uno dei primi fratelli del Divino Amore, fratello di quel Marino Grimani cardinale che faceva festa nel febbraio del 1528 secondo il Sanudo!, ndr.), figlio del defunto doge Antonio Grimani, Agostino da Mula e Antonio Venier (Governatori dell'ospedale degli Incurabili, ndr.), Girolamo Miani, Girolamo Cavalli (Governatore dell'ospedale del Bersaglio, ndr.), patrizi veneti, e Giacomo di Giovanni cittadino, tutte persone probe e consecratesi ad accrescere la pieta' e la religione con le buone opere (patricii veneti, omnes viri probi, et sancti, augendaeque religionis, et pietatis operibus intensissimi)". - Pellegrini 1987, 63 - Giberti Giovanni Maria (1495-1543): vescovo di Verona, propone una riforma della Chiesa dal suo interno; amico e sostenitore di Girolamo, conosciuto a Venezia nel 1527; chiamato a Roma (1536) da papa Paolo III, assieme al Carafa, al Cortese, al Pole (Polo), Aleandro, per la redazione di quel "Consilium de emendanda ecclesia" che risulto' poi utilissimo per la preparazione del Concilio di Trento.. NOTE: Agostino da Mula, veneziano, nel 1525 luogotenente d'Udine, nel 1526 provveditore generale dell'armata di qua del Mincio, indi provveditore in Friuli (sic Tassini).



Al gruppo degli amici del Divino Amore, oltre i presenti a questo incontro, appartenevano anche: i patrizi Pietro e Sebastiano Contarini, Pietro Badoer, Antonio Dandolo, Francesco Capello (Verona), i cittadini Francesco Locatelli, Matteo Cagnolo e Diego Onoradi.

20 06 1530 === Debiti da pagare che Girolamo Cavalli ha nei confronti dei Provveditori all' Arsenale riguardo al luogo del Bersaglio (Curia Patriarcale di Venezia, Atti del Patriarca Girolamo Quirino, 20 giugno 1530 - Tentorio 1976, 35 (Scuole Professionali)



Debiti da pagare

che Girolamo Cavalli ha

nei confronti dei Provveditori all' Arsenale

riguardo al luogo del Bersaglio



20 giugno 1530



(Curia Patriarcale di Venezia, Atti del Patriarca Girolamo Quirino)



"20 zugno 1530.

Messer Girolamo de Cavalli fu de mr. Corado come Governatore dei poveri dell' ospedale di S. Zuane Polo die' dar adi' 20 zugno che li fo concesso per li m.ci SS. Pieveghi mr. Bernardo Querini, e Compagni al luogo che tiene al presente Greguol Tagliapietra come appar in queste carte 13 e die' pagar de fitto all' ano ducati uno a questo officio, et die' pagar al presente avanti tratto per anni dodeci principiando l' anno a primo agosto prossimo che vien quando avera' compito detto Greguol el suo tempo".



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Su Girolamo Cavalli cf. Landini (1947, 144-145; riporta i testi del Sanudo, ricavati a quanto pare da questi documenti o da una fonte comune). Il Cavalli era presente alla riunione del 6 gennaio 1530 di cui parla l' Aleandro nel suo diario (cf.).. NOTE:

1 01 1531 === Clovio Giulio, Miniatura (del 1531 ca.) del Ms. 646: il monaco Clovio inginocchiato davanti alla S. Vergine (Treviso, Bibl. Com.) - Netto, Da Castelnuovo 1981, 167 (foto b/n) e 180 (descrizione: "Et questa madona. '... In lo principio del libro nuovamente fatto ...'. Si tratta della miniatura eseguita sul primo foglio del Quarto Libro dei Miracoli. Il sacrista di S. Maria Maggiore, al termine della narrazione della guarigione prodigiosa ottenuta da Giulio Clovio alla gamba destra assicura che 'questa Madonna all'inizio del libro rifatto' e' di sua mano. Si potrebbe pensare che il giovane monaco ritratto ai piedi della Vergine sia l'autore stesso della miniatura, ma il vestito bianco del religioso ha tutte le caratteristiche dell'abito dei monaci benedettini nonantolani. Giustamente il Clovio volle ritrarne una figura ideale, a titolo di gratitudine per quei religiosi che avevano tanto onorato il Santuario mariano prima dell'ingresso dei Canonici Regolari di S. Salvatore").. NOTE:

1 01 1531 === Clovio Giulio, Ritratto di don Giulio Clovio Miniator (prima del 1535) - Netto, Da Castelnuovo 1981, 169 (foto b/n) e 180 (descrizione: "Don Giulio clovio miniator. Autoritratto eseguito dall'artista prima del 1535, quando ancora apparteneva alla Congregazione dei Canonici Regolari di S. Salvatore. La delicata miniatura viene conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze. L'artista l'ha contrassegnata con doppia firma, stilizzata una 'D. Giulio Miniator', naturale l'altra 'Don Julio Clovio'").. NOTE:

1 01 1531 === Inizio del miracolo n. 61 "Ritrovandosi messer Hieronymo ..." (Treviso, Bibl. Com., Ms. 646, del 1531) - Netto, Da Castelnuovo 1981, 170. NOTE:

1 01 1531 === Carioni Battista op. (da Crema, 1460-1534), Opera utilissima de la cognitione, & vittoria de si stesso. Milano, per Gotardo da Ponte 1531. [6], CLXVII, [1] c. ; 4¡ - il Netto (Netto 1993, 61) scrive che Gaetano Thiene scrive nel 1530 "Della cognitione et victoria di se stessi"; ma di quest'opera non ho trovato nulla!

Localizzazioni: Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia. NOTE:

1 01 1531 === Fedeli Giuseppe, Opera spirituali in versi, intitolata Fonti del Messia, novamente composta per Giuseppe Fedeli di Luca detto Catonello, in Venezia per Giovanni Antonio e i fratelli da Sabbio 1531 (contiene una sua poesia dedicata all' Ospedale degli Incurabili di Venezia) - Marciana 88.C.316. NOTE:

1 01 1531 === Pauperum Somaschae: Ioannes Climacus (Climaco) 'santo', Climax Ioannis Scholastici ab Ambrosio monacho camaldulensi e graeco in latinum conuersus, et nunc primum editus. [Venezia : Giovanni Antonio Nicolini da Sabbio e fratelli] (Venetijs : per Io. Antonium & fratres de Sabio, 1531). [8] p., 9-191, [1] c. ; 8¡ - l'Ambrosio monacho camaldulensi e' il famoso Ambrogio Traversari, fautore dell'unione tra chiesa greca e latina al Concilio di Firenze - Pigato in RC 1940, 26-27 - Somasca, Bibl. Casa Madre (8.38.42).. NOTE:

1 01 1531 === Pio Alberto, Alberti Pii Carporum Comitis Illustrissimi & viri longe doctissimi, praeter praefationem & operis conclusionem, tres & viginti libri in locos lucubrationum variarum D. Erasmi Roterodami, quos censet ab eo recognoscendos & retractandos. Impressi prelo Ascensiano, concessis gratia & priuilegio a tergo huius explicandis (In clarissima Parrhisiorum academia ... : imprimebat autem haec Iodocus Badius Ascensius, 1531 septimo Idus Martias, sub pascha), [8], CCXLII c. ; in fol.. NOTE:

1 01 1531 === Girolamo, pressato dall'aumentare della sua comunita', prende anche una casa a San Rocco in Venezia. "Un'altra casa prese Girolamo a pigione nei confini di S. Rocco, aprendo ivi un nuovo luogo di rifugio a quell'eta' innocente. Soprintendea egli all'una e all'altra (S. Basilio), e ora nell'una ora nell'altra trattenendosi si era fatto maestro padre e servo di tutti. Al mantenimento delle due numerose famiglie provvedeva con quanto aveva ancora del suo, aggiungendosi qualche loro tenue guadagno nei lavori dell'arte, che facea secondo l'eta' insegnare a tutti, e le limosine spontaneamente offerite dai divoti suoi amici. Non permetteva ai fanciulli uscire ad accattarsi il vitto, che volea piu' tosto che apprendessero in quegli anni teneri la necessita' di guadagnarselo colle proprie mani, onde esortandoli al lavoro solea valersi di quel detto, fatto poscia a lui famigliarissimo, qui non laborat non manducat. Cosi' mentre e per gli bisogni presenti, e per antevedimento dei futuri facea loro insegnare opere manuali, ed egli stesso insegnava loro nell'ore determinate leggere e scrivere; avea ancora l'intento di avvezzargli a fuggir l'ozio, e di impedire ogni svagamento, cosi' distogliendo quegli ostacoli, che impediscono ai fanciulli l'acquisto delle virtu' cristiane e l'imbeversi delle verita' eterne. Queste pero' con tutta la premura procurava egli medesimo istillare nei loro animi, due volte al giorno spiegando loro la dottrina cristiana, ed ingegnandosi colla pratica di fargli innamorar della divozione, che nutria in essi con l'orazione e colla frequenza dei sacramenti. In compagnia loro, e la mattina alzati che eran dal letto, e la sera prima di coricarvisi, si dava all'orazione con alcune sante preghiere da lui prescritte: uscivano a coppia a coppia i fanciulli ogni mattina ad udire la santa Messa nella chiesa piu' vicina, seguitandogli appresso il Miani: ritornati alla casa si davano al lavoro, unendo ad esso la recitazione di qualche salmo, del rosario di Maria Vergine e di altre orazioni. Per non togliere il tempo all'esercizio dell'arte, intanto Girolamo ripuliva dall'immondezze la casa, rifacea il letticciuolo, che era un sacconcino, ai piu' teneri, e si impiegava in ogni piu' vile ministero in servigio della sua cara famiglia. I giorni di festa andavano a processione per la citta', ed alla visita di qualche chiesa, cantando in tuono divoto le litanie della Vergine, e camminando ordinatamente a due a due con tale composizione della persona, che movea divozione in chi si soffermava a vedergli. Precedea a tutti uno dei piu' grandicelli con Crocifisso inalberato, ed a tutti seguiva Girolamo, divenuto gia' di ragguardevole gentiluomo, povero e padre dei poverelli. Per adempiere a tutte le parti, che richiedeva la custodia e l'educazione di tanti poveri fanciullini, avea il Miani ritrovati ministri a proposito, quali stipendiati, quali volontari per ispirito di particolar vocazione. Con questi dividendo le tanto varie cure ed occupazioni, era egli capo e padre di due famiglie, l'una a S. Basilio e l'altra a S. Rocco, in qualche distanza l'una dall'altra, introdotta in ambedue l'istessa disciplina, che sempre piu' si stabiliva, animata, dove egli non era presente, dalla presenza di ministri e coadiutori, che tutti dipendeano dalla sua direzione" (Santinelli 1767, 36s; De Rossi, II, cap. III).. NOTE:

1 01 1531 === "Il caso di Jurai Glovichich (Giulio Clovio). Il notissimo miniaturista del '500 era nato a Grizane, in Croazia, nel 1498. A 18 anni (1516) si mette a servizio della nobile famiglia veneziana di Ca' Grimani facendosi notare per il suo particolare ingegno. Marino Grimani lo fa studiare disegno, inducendolo anche a italianizzare il nome in Giorgio Clovio. Nel giro di pochi anni la sua fama di disegnatore miniaturista varca i confini della Serenissima. Passa prima alla corte di Luigi II re di Ungheria (1524), poi davanti all'invasione dei Turchi ripara a Roma (1526). Riprende i suoi studi, attirato dagli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina, e da quelli di Raffaello nelle Stanze Vaticane. Conosce e frequenta Giulio Romano, discepolo e continuatore di Raffaello Sanzio morto nel 1520. Colto di sorpresa dal sacco di Roma compiuto dai Lanzichenecchi di Carlo V, perde tutti i suoi beni (1527), fugge rifugiandosi presso il monastero di S. Rufina, ospite dei Canonici Regolari di S. Salvatore. Chiede ed ottiene (1528) di far parte di questa Congregazione, assumendo il nome religioso di Giulio in onore dell'amico artista Giulio Romano, anch'egli rifugiatosi a Mantova. Durante i tre anni di residenza mantovana, esegue il famoso 'Noli me tangere' e l' 'Ubi sunt qui te accusabant', i due dipinti di Cristo con la Maddalena e l'adultera. Trasferito nel 1531 nel Monastero di S. Salvatore a Venezia, contrasse una infezione alla gamba destra, tanto grave che i medici propendevano per la amputazione dell'arto. Clovio, al corrente dei prodigi operati a Treviso dalla Madonna, chiese di essere trasportato nel Monastero di S. Maria Maggiore proprio a Treviso. Li' ricevette la grazia della guarigione, che fece trascrivere nel Quarto Libro dei miracoli, allora in fase di composizione. Pregato dai confratelli Canonici Regolari di S. Salvatore che ufficiavano il Santuario, impreziosi' il ms. del Quarto Libro con due miniature, una all'inizio del volume, l'altra nello stesso foglio dove e' esposta la relazione della sua grazia ricevuta (miracolo n. 31). Nel 1535 il suo antico amico e protettore, Marino Grimani, divenuto cardinale, lo chiamo' a Perugia, dove si trovava presente in qualita' di Legato Pontificio. Per facilitargli il trasferimento gli ottenne da papa Paolo III la dispensa dai voti religiosi. Qualche anno dopo l'artista ritorno' a Roma, al servizio del cardinale Alessandro Farnese. Qui mori' nel 1578, ammirato dai contemporanei per la sua straordinaria abilita' a combinare insieme in miniatura la potenza drammatica di Michelangelo e l'armoniosa delicatezza di Raffaello" (cit. da: Netto 1981, 170s).. NOTE:

1 01 1531 === "Il miniaturista croato Giulio Clovio (Klovich), nato nel 1498 a Grizani vicino a Vinodol, morto nel 1578 a Roma dopo avervi trascorso quasi tutta la vita. Il Clovio lavorava (1524-1526) nell'officina reale di Buda. E' un artista di importanza europea, e' stato chiamato il Raffaello e il Michelangelo della miniatura, perche' le sue miniature, eseguite con precisione in ristrettissimo spazio, sembravano dipinti veri e propri. I contemporanei ammiravano la sua arte. Noi riteniamo che con la sua virtuosita' la miniatura abbia raggiunto le sue piu' alte vette, ma anche che con esso si sia iniziata la decadenza di quest'arte, poiche' da allora essa acquisto' le caratteristiche della pittura" (cit. da: Kniewald Dragutin, L'arte sacra in Croazia. in: Draganovich Krunoslav Stjepan (a cura), Croazia Sacra. Un popolo lotta per i suoi ideali sul confine tra l'oriente e l'occidente. Roma, Officium Libri Catholici 1943, pag. 177).. NOTE:

1 01 1531 === Memorie della Chiesa di S. Maria Maggiore di Treviso (Bibl. Com. Treviso, ms. 646): il IV Libro dei Miracoli, scritto dal 1531 al 1590, dopo che l'incendio del 1528 aveva distrutto i precedenti. Il miracolo riguardante Girolamo e' il n. 61. - Manuel 1973 - furono analizzati: Fonti 9 (Processo di Treviso 8 gennaio 1613)



Quarto Libro dei Miracoli

(ms. 646, f. 35v)



1531



"Come uno patricio veneto fu liberato, 1511. Ritrovandosi messer Girolamo Miani, ginthilomo veneto, provededor in Castel Novo de Friulo con 300 fanti, fo circundato da uno grande exercito della armata cesarea. Non si volendo render, dappoi dato molte bataglie, fu preso lo castello, et tagliati tutti gli homini a pezi, lo provededor fu posto in cepi in uno fondi di torre. Facendo la sua vita in pan et aqua, essendo tuto afflito, et mesto, per la mala compagnia li venia fatta, et tormenti dati, havendo sentito nominar questa Madona di Treviso, con humil cor a lei se aricomanda, prometendo visitar questo suo loco miraculoso, venendo discalzo, in camisa, et far dir messe. Statim li apparve una donna vestita de bianco, havendo in man certe chiave, et li dixi: tolli queste chiave, apri li cepi et torre, et fuge via. Et bisognando pasar per mezo lo esercito de soi inimici, et no sapendo la via di Treviso, si ritrovava molto di mala voglia. Iterum si ricomando' alla Madonna, et la prego' che gli desse aiuto a insire dallo exercito con la vita, et gli insegnasse la via di venir qui. Et statim la Madonna lo piglio' per man, et lo meno' per mezzo gli inimici che niuno vide niente: et lo meno' alla via di Treviso, et come puote veder le mura della terra disparve. Et lui proprio conto' questo stupendo miraculo".. NOTE:

1 01 1531 === Probabilmente in questi anni (dopo l'incendio del 1528) venne fatta di nuovo la Tavoletta ex voto di Girolamo (presentata poi ai giudici nel Processo Apostolico di Treviso del 1624), ma non si sa da chi.



Sulla Tavoletta cf.:



- De Rossi, Vita, 1630, p. 38-40;

- De Ferrari, Vita, 1676, p. 16-18;

- Santinelli, Vita, 1767, p. 13-15;

- Cicogna, Iscrizioni, 1852, coll. 366-367.. NOTE:

1 01 1531 === Solenne inaugurazione a Treviso della chiesa di S. Maria Maggiore, dopo i restauri in seguito all'incendio che l'aveva devastata due anni prima; i Canonici Regolari Lateranensi che la ufficiano danno il via alla composizione del "Quarto Libro dei Miracoli". Il capitolo della comunita' accetta di sistemare il monumento funerario di Mercurio Bua nella ricostruita cappella, a fianco del tempietto di nostra Signora - Netto 1993, 63. NOTE:

1 01 1531 === Venezia - Incurabili: anno di fondazione (Gaetano Thiene), arrivo di Girolamo 1531. NOTE:

1 01 1531 === Vicenza - Misericordia: anno di fondazione 1531 (fondato da?). NOTE:

6.02.1531 === Testamento di Girolamo a favore del nipote Zuan Alvise o Giovanni Luigi (06.02.1531) in atti del notaio Alvise Zorzi: - RC 1960 p.27 e n.2 (questo testamento e' a tutt'oggi introvabile; pare l'abbia esaminato solo p. Costantino De Rossi crs. autore nel 1630 di una Vita su Girolamo, che ne parla nel Lib. II, Cap. I, pag. 89-90; cf. Giullino 1987, 55 - Somascha 2-3, 1993, 89) - vedi la registrazione di questo passaggio di beni alla data 30 aprile 1538 (Dalla Santa 52 n. 2) - Cicogna 1852, 370 col. 2.. NOTE: L'istromento notarile era in Atti di Luigi de Zorzi notaio, alla presenza di Gianfrancesco Miani q. Girolamo q. Marco, e di Giovanni Fanzago q. Antonio "habitanti nella parrocchia di S. Vitale dove i signori Miani haveano il loro palagio" (sic De Rossi 1630, 89)



cf. Somascha 1993, 89

La prima parte del testo e' riportata da Cicogna 1852, 370 col. 2



Santinelli 1767, 18 dice che "Girolamo cosi' attesto' in rogito di pubblico notaio: "In coscienza mia io sono pienamente sicuro di tutte tali amministrazioni (quelle dei nipoti, ndr.), per averle fatte con tutta integrita', e fedelta', come quelle de' miei propri beni ... non volendo esser in alcun tempo tirato a litigi, ne' in altro modo inquietato nel servizio di Dio ..." (Copia di stromento di donazione, in Roma, nell'archivio della Proc. Gen. de' Somaschi)".

24 03 1531 === I soprastanti all'ospedale dei Derelitti dichiarano di aver consegnati a Giovanni Antonio Milanese da Legnano ("che lavora de broche nello spital de abandonnati a s. Zuane e Paulo") il 24 marzo 1531 13 putti dell'ospedale; per altri quindici giorni egli non era tenuto a dare ad essi alcun pagamento "per eser grezi (inesperti, ndr.) et ano bisogno de istruirsi"; ma erano rimasti d'accordo che col 19 di giugno avrebbe cominciato a dar loro equa mercede (Paschini in RC 1929, 196, che cita contratti esistenti in: Venezia, Arch. St., Ospedali e luoghi pii, busta 921, f.5). Lo Zuan Antonio milanese da Lignan (Legnano), e' lo stesso Zuan Antonio da Milan della lettera scritta da Girolamo da Venezia al p. Barili il 5 luglio 1535 (1° Lettera); lo troviamo poi fra i membri della Compagnia col nome di Giannantonio Verghezzi e Verghettino (in Acta congr. anno 1556) e con tale cognome anche nel Ms. 30 del 4 giugno 1536. Verghettini o verghezini erano coloro che lavoravano la lana disfandola con verghette di cornale.. NOTE:

4 04 1531 === Parte presa dai Governatori dell'Ospedale degli Incurabili il 4 aprile 1531 per cooptare Girolamo (vista la decadenza in cui versava questo Ospedale dopo dieci anni da che era stato fondato) - testo in Landini 1945, 352 - Notatorio primo dell'Ospedale degli Incurabili, c. 76, Mediolanensis canonizationis beati Hieronymi Aemiliani, Processo Veneto, f. 118 - Pellegrini 1987, 66.. NOTE:

10 04 1531 === Pergamena Miani: parla di Cecilia Minotto. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 3 - RC 1962 p. 87. NOTE:

15 04 1531 === Nell' aprile del 1531 Girolamo, obbedendo al Carafa, chiude S. Basilio e S. Rocco e si trasferisce con i suoi orfani all'ospedale degli Incurabili (i cui governatori si aspettavano una rinascita dell'ordine e della disciplina, scaduta dal 1521, anno di fondazione, ad oggi) godendo cosi' dei benefici di una struttura un po' piu' consolidata.. NOTE:

1 05 1531 === "Condusse a proprie spese un certo Maestro Arcangelo Romitani, che loro insegnava lavori di un'arte manuale" (Santinelli 1767, 23). Arcanzolo Romitan di Vicenza.. NOTE:

1 05 1531 === "En Mai 1531, le clerge' informe les conseillers de la Ville qu'il ne pourra soulager le grand nombre de pauvres si " le corps de la ville n'y prend part ". 1531 est en effet l'anne'e de la" grande che'rete'", crise e'conomique ne'e de proble'mes agricoles, en particulier de la re'colte de ble'.

L'ide'e d'une intervention laïque se faisait de plus en plus jour. L'humaniste espagnol VIVES qui l'encourageait avait publie' son " De subventione pauperum" en 1525.

Ansi mis en garde, les bourgeois de Lyon prennent les choses en main. L' Aumône nait d'abord de façon temporaire en Mai 1531 pour re'soudre le proble'me urgent de la crise agricole. Plus de 5000 pauvres sont nourris du 19 Mai au 9 Juillet 1531. 250000 livres de pain sont distribue'es. De'penses: plus de 10.000 Livres. L'allemand KLEBERGER a' lui seul donne 500 Livres. Petit a' petit, cette forme d'aide s'institutionnalise".. NOTE: (http://perso.wanadoo.fr/cascade.sarl/rabelais/pages/lyon1.html)

6 05 1531 === "1531, 6 maggio. Da poi disnar fo Pregadi. Fu posto per li savii ai Ordeni una gratia a uno vol garzar panni con aqua mediante un suo inzegno che per 20 anni ..., qual e' mastro archanzolo romitan visentin maestro di puti derelicti et vol lutilita' partir per mita' con li puti pertanto li sia concesso tal gratia a requisitione di sier Hironimo Miani quondam sier Anzolo qual ha fato levar una botega di carti et altri exercitii a obedientia sua per sustentation di ditti poveri puti derelicti. Fu presa. Ave: 131-13-12" (Sanudo Diari 54, 419 o 466).



La proposta, richiesta e' passata con 131 voti a favore; 13 voti contrari; 12 astenuti. . NOTE:

6 05 1531 === Brevetto di Arcanzolo (Arcangelo) Romitan di Vicenza (06.05.1531): - RC 1960 p. 30-32 - Somascha 1988, 187 - Fonti Somasche 27 - Tentorio Marco crs., S. Girolamo Emiliani primo fondatore delle scuole professionali in Italia. Genova 1976 pag. 29 - Mandich Giulio, Venetian Patents (1450-1550). in: Journal of the Patent Office Society (JPOS), marzo 1948, pagg. 166-224.. NOTE:

6 05 1531 === Richiesta al Doge e al suo consiglio, e relativa concessione, del brevetto di una nuova macchina per la garzatura dei panni di lana (Arch. St. Ven., Senato, Terra, rog. 26, c. 131v-132r) - Tentorio 1976, 29 (Scuole Professionali)



Richiesta al Doge e al suo consiglio

e relativa concessione

del brevetto di una nuova macchina

per la garzatura dei panni di lana



6 maggio 1531



(Arch. St. Ven., Senato, Terra, rog. 26, c. 131v-132r)



"Cum ogni debita reverentia humiliter se expone alli piedi di vostra serenita' serenissimo principe excellentissimo et illustrissimo conseglio. Cum sit che essendo levata cum lo ediuto de Dio in questa inclita citta' una bottega de carti et altri exercitij sotto lacura et obedientia del nob. homo Hieronimo Miani et alcuni altri maestri per sustentation delli poveri orphani derelicti, quali sono exercitati et se instruiscono si nelle ditte opere, come nel obediente et christiano vivere cum honor de Dio et utilita' de questa sublime citta', havendosi cominciato ad introdur questo novo exercitio et arte de carti et altre industrie, che si spera di introdur alla zornata par serenissimo principe che il signor Dio ha fatto trovar novamente al maestro Arcanzolo Romiten vicentin, qual e' uno delli maestri delli poveri preditti, uno secreto et industria di garzar panni, di ogni sorte, a uno novo modo non piu' usato, che garza cum grande perfectione, talche stano ad ogni parangone delli panni garzati al modo consueto et la utilita' se cavera' si ha a divider tra essi poveri, et lo inventor preditto per mita', iuxta il loro accordii. Pertanto se supplica a vostra serenita' per il prenominati che li sii concesso gratia che niuna altra persona sia di che condicione si voglia, possi far ne' adoperar simile o conforme edificio, ne' ligar garzi di modo preditto per lui Dei gratia nuovamente attrovato ne' in questa citta', ne' in alcun altro loco del vostro inclito dominio, salvo li prefati supplicanti et chi havera' causa da loro sotto pena di ducati cento per cadauno contrafaciente et per cadauna fiata, la mit sii del accusator, qual sii tento secreto et l' altra mita' sia deputata all' officio vostro sopra le acque, o como parera' a vostra serenita' et di perder lo edificio, qual sii di essi supplicanti et per recognitione di tal concessione et gratia se offeriscono essi supplicanti de tutti li panni che serano garzati per loro pagar soldi quatro de pizoli per cadauna panno alto, et soldi doi per panno basso si' in questa terra come furi in cadauno loco dal dominio vostro, nel qual farano tal' opera. I quali danari siano deputati al prefato officio vostro sopra le acque a beneficio di queste lacune, non intendendo pero' che alcun sii astratto a garzar li panni piu' a questo modo che al modo usato acioche' per questo non se faci iniura o preiudicio ad alcuno, anzi avantazo a tutti li mercadanti, expeditione et miglioramento alli panni cum augumento del modo da sustentar li prefati poveri orphani putti et putte derelicte quali humiliter se racommandano.

Die VI maii.

Quod suprascriptis supplicantibus fiat gratia quam petutn pro hac urbe et pro annis XX tantum.

s. Jac. Daduar

s. Hir. Trivisan

s. Dominicus Capellus

s. Ant. Marcellus

s. Franc. Donatus eques

Consiliarii

De parte 131

De non 13

Non sinc. 12

Lecta fuit consilio ultra supplicationem responsio facta supra simili supplicantione alias per magnificos dominos provisores communis excellentissimis capitibus consilii X".. NOTE:

2 06 1531 === Accordo del 2 giugno 1531 con i lavoranti di broche Ambrogio milanese di Mariano e Giovanni Negri all' ospedale del Bersaglio (ASPSG, Ven. 2606) - Tentorio 1976, 36s (Scuole Professionali)



Accordo con i lavoranti di broche

Ambrogio milanese di Mariano e Giovanni Negri

all' ospedale del Bersaglio



(scritto da Bartolomeo Bonimparte)



2 giugno 1531

(ASPSG, Ven. 2606; Tentorio 1976, 36s (Scuole Professionali))

"In Xti Domine 1531 a di 2 zugno in V.

El se dichiara per la presente scritura come in questo zorno m.o ambrosio milanese da marian et m.o iuan de nigri tuti do lavora de broche siamo acordati con m.o ianant. milanese da lignan a lavorare per lavoranti per unano continuo in lospedal de arbandonati a s. iuane paulo con li soto scriti pati et condicion vd. zoe chel dito m.o ianantonio li da s. 2-1/2 del mier de broche a liurarle zoe s. do e mezo dogandoli i chioder consi et consandoli i chioder lor lavoranti abino tre zoe 3 del mier et adrisar p. do dechiarando che uno puto del dito m. ambroso da marian a nome francesco posi lavorar e dresar a s. do ut supra el suo pagamento aver debi in questo modo zoe chel sabado et le vigilie debano eser pagati quanto li averano lavorato et a questo siano obligati luno alatro fino uno ano comenzado a di sopra dito dechiarando ancora che sel preditto m.o ianant. non li averano satisfatti ogni setemana in sto caso i prediti lavoranti abiano a farlo intender a uno over piu' deli gubernatori de dito ospital et dopo zorni tre se li prediti non li averano fato pagar in questo caso ognuno siano in soa liberta' alo qual chose fu presente al R.do mr. pre franc. ogniben capelan de ditto ospital et mr. benetto taialime en botega a rialto in cale del figer tien s. marco per insegna et mi bor tt.to boninparte (Bartolomeo Bonimparte, ndr.) dal legname o scritto per volunta' de la parte presente qualle per chiareza de la verita'.

Notto come s. ambroso de marian resta debittor de m.o ianant. milanese per conto fato tra loro da milan in qua avi zugno 1531 L. 7,5 e de scontarli s. 5 la setemana;

item m.o iuan de negri a fato conto con el dito m.o ianant. sono saldo de tuti i soi conti da milan in qua sin a di detto".



_______________________________________



Il Landini (1947, 129 n. 18) cita il presente documento come esistente in copia in: Arch. St. Ven., Cornaro-Corner III, 74.



Lo Zuan Antonio milanese da Lignan (Legnano) che fa questo accordo, e' lo stesso Zuan Antonio da Milan della lettera scritta da Girolamo da Venezia al p. Barili il 5 luglio 1535 (1° Lettera); lo troviamo poi fra i membri della Compagnia col nome di Giannantonio Verghezzi e Verghettino (in Acta congr. anno 1556) e con tale cognome anche nel Ms. 30 del 4 giugno 1536. Verghettini o verghezini erano coloro che lavoravano la lana disfandola con verghette di cornale.



Le "broche" erano per il vicino Arsenale: lavoro assicurato.. NOTE:

3 06 1531 === Accordo con i lavoranti di broche al Bersaglio del 3 giugno 1531 (ASPSG, Ven. 2607) - Tentorio 1976, 40 (Scuole Professionali). NOTE:

10 06 1531 === Accordo con i lavoranti di broche al Bersaglio del 10 giugno 1531 (ASPSG, Ven. 2608) - Tentorio 1976, 42 (Scuole Professionali). NOTE:

1 07 1531 === "luglio 1531. In questo e ne' susseguenti giorni cominciarono gli atti di carita' verso la nostra Patria (di Bergamo, ndr.) del ven. Girolamo Miani nob. Veneto, poscia che entrato in Bergamasca & vedendo per le passate penurie, guerre & contagi desolato il paese, vuote d'habitatori le case, deserte le ville, & le biade troppo mature per terra cadenti, senza che niuno le mietesse, coraggioso fatta la raccolta d'alcuni pochi Contadini, s'accinse per beneficio della misera patria a tagliare i fromenti, esposto a' piu' cocenti raggi, sempre cantando spirituali canzoni, & cosi' eccitando le genti al publico bene. August. Turtura in vita Emil. cap. 8" (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 2, pag. 445).. NOTE:

10 07 1531 === Accordo con i lavoranti di broche al Bersaglio del 10 luglio 1531 (ASPSG, Ven. 2609) - Tentorio 1976, 45 (Scuole Professionali). NOTE:

22 07 1531 === "1531, 22 luglio. Da poi disnar fu Pregadi. Fo posto per li consieri una gratia a uno maestro Archanzolo, heremitan, visentin, vol far uno secreto di garzar panni di ogni sorte, li sia concesso la gratia ut in parte. Ave: 134, 7, 13" (Sanudo Diari 54, 505) - Tentorio 1976, 33 (Scuole Professionali). NOTE:

22 07 1531 === Ampliamento dei limiti della concessione per il brevetto di Archanzolo romitan del nuovo garzar la lana dalla sola citta' di Venezia a tutto il dominio veneto (Arch. St. Ven., Senato, Terra, rog. 26, c. 153v-154r) - Tentorio 1976, 32 (Scuole Professionali)



Ampliamento dei limiti della concessione

per il brevetto di Archanzolo romitan

del nuovo garzar la lana

dalla sola citta' di Venezia

a tutto il dominio veneto



22 luglio 1531



(Arch. St. Ven., Senato, Terra, rog. 26, c. 153v-154r)



"Die XXII iulii (1531).

Havendo il fidel nostro maestro Archanzolo romitani visentin maestro delli poveri orphani derelicti trovato uno secreto ed industria di garzar panni di ogni sorte cum grande facilita' et perfectione supplico' li superiori giorni alla serenita' vostra li fusse concesso che altri che lui non potesse garzar panni nel modo per lui trovato aut cum simile edificio al suo, ne' in questa citta' ne' in alcun altro loco del dominio vostro, sotto certe pene come in la sua supplica et cum condition che la utilita' se trazese de tal sua invention se partisse tra lui inventor et li poveri preditti, itel de pagar soldi quatro de pizoli per cadauno panno alto, et soldi doi per panno basso al officio nostro sopra le acque, et havendosi habuto sopra ditta supplica il parer delli proveditori nostri de commun fu posta et presa parte in questo conseglio a di' 6 mazo proximo preterito che al supplicante fusse concessa la gratia richiesta per anni XX et per questa citta' solamente, ma da poi se ha doluto el dito suplicante de tal restritione de ditta sua gratia per questa citta' solamente, havendosi etiam richiesto lui per tutti li altri lochi del dominio vostro in li quali venendo medesimamente a proposito che se usi questo novo modo di garzar, ne' essendo minus ragionevole che il ditto supplicante et non altro coglia il frutto dela innovatione sua in ditti loci che in questa citta' vostra, pero' e' conveniente ampliar ditta gratia secondo la prima ragionevole richiesta di esso supplicante et pero'...

L' andera' parte che cusi' come e' sta preso che altri che ditto supplicante over chi havera' causa da lui non possi garzar panni in questa citta' cum lo edificio et modo per lui trovato, cusi' etiam non possino garzar in tutti li altri lochi del dominio nostro altri che loro cum tal novo modo per spacio tamen de anni vinti solamente sotto le pene et cum tutti li altri modi et condition, che in la ditta supplication loro se contien.

s. Iac. Baduar

s. Hir. Trivisan

s. Dom. Contarini

s. Dom. Capellus

s. Ant. Marcellus

s. Franc. Donatus eques

Consiliarii

De parte 134

De non 7

non sinc 13".. NOTE:

1 08 1531 === "agosto 1531. Da gli atti di Charita' essercitati dal ven. Girolamo Miani nel territorio di Bergamo, come sotto il 17 luglio, passo' hoggi il buon servo di Dio alla Citta', ove raccolti gli orfani fanciulli e fanciulle, procuro' loro vitto & ricovero, che dalla pieta' dei fedeli li fu somministrato. Cosi' ergendosi due luoghi pii nella nostra Patria de gli orfanelli maschi, che or habitano a S. Martino & delle citelle che hanno luogo in Borgo S. Antonio nella contrada di S. Giovanni. August. Turtura in vita Hieron. Aemil. p. 2 cap. 8" (Donato Calvi, effemeridi 1676, vol. 2, pag. 522).. NOTE:

12 08 1531 === Inventario del m.o Zuan Antonio da Milan de feri de lavorer broche del Bersaglio del 12 agosto 1531 (ASPSG, Ven. 2610) - Tentorio 1976, 46 (Scuole Professionali). NOTE:

1 11 1531 === Averoldo Averoldi, vescovo di Pola e nunzio papale a Venezia, morendo il 1 novembre 1531, lascio' un cospicuo legato di 1800 scudi in favore dei tre ospedali della Pieta' (esposti), SS. Giovanni e Paolo e Incurabili; ai suoi funerali tre giorni dopo parteciparono gli orfani di SS. Giovanni e Paolo e Incurabili vestiti di bianco e di biavo (ceruleo) a due a due cantando le litanie e rispondendo "ora pro eo". L'Averoldo aveva voluto favorire le opere che facevano capo a Gaetano Thiene e al Carafa, e questo dimostra quale credito si fossero acquistate nella citta' di Venezia le nuove iniziative caritatevoli - Paschini in RC 1929, 197. NOTE:

4 11 1531 === "1531, 4 novembre (dopo aver descritto la morte il 2 novembre del R.do don Altobello di Averoldi brexano episcopo di puola e nunzio papale a Venezia, e descrittene le esequie) ... Et nota veneno li puti di l'ospedal di Incurabili e di san Zanepolo che una man vano vestiti di biavo l'altra di biancho a do a do a dite exequie cantando le litanie et dicendo tuti ora pro eo che fu bel veder" (Sanudo Diari 55, 90ss.)

Quindi gli orfani erano in due file, di cui una vestita di biavo (turchino chiaro), l'altra di bianco.. NOTE:

4 11 1531 === La permanenza di fra Giovanni Pili da Fano a Venezia (dove predico' nell'autunno del 1531) e' riferita dal Sanudo sotto il giorno 4 novembre 1531; il Senato di Venezia, alla fine di ottobre, aveva scritto a Roma per "... far restare a predichare qui Fra Zuan di Fano, che predica a San Francesco di la Vigna, per questo avento et la quaresima ...". L'ambasciatore esegui' fedelmente la commissione e ne ebbe in risposta che "... bisognava parlar al cardinal di la Valle, protetor di quella Religione ..." (Sanudo Diari 55, 126). Probabilmente il Senato fu accontentato, perche' il fra Giovanni promesso alla citta' di Ragusa (in Dalmazia) non vi ando'. Si fermo' a Venezia fino a febbraio 1532, poi parti' alla volta di Brescia per predicarvi la Quaresima. . NOTE: Mentre fra Giovanni era a Venezia, non pote' non conoscere la realta' degli Incurabili (e quindi Girolamo Miani), dove almeno dal 1524 (cf. Sanudo Diari 36, 104: "1524, 25 marzo. Da poi disnar, iusta il solito, predico' a san Marco fra Bonaventura di Veniexia di l'ordine di san Francesco Observante, predica la festa a l'hospedal novo de li mali Incurabeli, e' persona molto bona e fruttifera a l'anime"; sua madre, Lucia Centi, e' da considerare fondatrice dell'ospedale) predicava un suo confratello, il fra Bonaventura Centi residente nel convento di S. Francesco alla Vigna.

1 01 1532 === Ignoto, Ritratto di mons. Pietro Lippomano (di Pietro Lippomano esiste forse un ritratto nell'affresco di un medaglione sulle pareti del salone d'onore nella seicentesca Villa Lippomano in localita' Monticella, ai margini settentrionali del comune di S. Vendemiano, al confine con quello di Conegliano, progettata dal Longhena: "raffigurano personaggi illustri della famiglia Lippomano: due prelati sulla parete nord ..."; forse Pietro e Luigi Lippomano, vescovi di Bergamo e di Verona? Da verificare in loco; notizia tratta dal sito internet del comune di S. Vendemiano).. NOTE:

1 01 1532 === Bergamo, foto aerea del complesso dell' Ospedale di S. Maria Maddalena (ora di proprieta' del Comune e adibito a palestra, ma in via di restauro; sulla dx S. Alessandro in Colonna, la Maddalena spunta col suo piccolo campaniletto sulla sx) ove nel 1532 prese stanza SGM (riprod. da: Ravanelli Renato, Bergamo ieri & oggi, vol. III, ed. SESAAB, Bergamo 1992, pag. 171).. NOTE:

1 01 1532 === Palazzo di Domenico Tasso (ora Lanfranchi) in Bergamo, via Pignolo, foto b/n (riprod. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 210). SGM lo vide nel 1532 giunto a Bergamo.. NOTE:

1 01 1532 === Portale della chiesa di S. Maria Maddalena dei Disciplini a Bergamo, situata accanto a S. Alessandro in Colonna (attualmente con ingresso in via S. Alessandro 39d; proprieta' del Comune; in via S. Alessandro 39 [sull'architrave del cui ingresso vi e' inciso 'Extructum A. MCCCLII Auctum A. MDCCLXXV'], che doveva essere l'ingresso dell' Ospedale, vi e' ora l' Associazione Nazionale Centri Storici, Salvaguardia Centri Storici). La foto b/n e' riprodotta da: Lumina 1993, 60 (riproduce anche una foto dell'interno della chiesa, ora adibita da anni a palestra per ragazzi, con affreschi del Baschenis).. NOTE:

1 01 1532 === Ignoto, Domenico Tasso ritratto, olio su tela, Bergamo Bibl. Civ. Mai (riprod. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 210).. NOTE:

1 01 1532 === Ignoto, ritratto di Zane mons. Paolo (veneziano), vescovo di Brescia fino al 1532 (Brescia, Museo Mericiano). Gli seguira' il card. Francesco Cornaro (Corner).. NOTE:

1 01 1532 === Ignoto, Rota Elisabetta (moglie di Domenico Tasso) ritratto, olio su tela, Bergamo Bibl. Civ. Mai (riprod. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 210).. NOTE:

1 01 1532 === Bellafino Francesco, De origine et temporibus urbis Bergomi. Venezia, G.A. e F.lli da Sabio, 1532.. NOTE:

1 01 1532 === Giovanni da Fano ofmcapp. (1469-1539), Opera utilissima vulgare contra le pernitiosissime heresie Lutherane per li simplici. In 8°, ff. 104. Bologna 1532. Altra ed.: Antwerp 1589.. NOTE: Esemplare dell' ed. del 1532 in: Venezia, Bibl. Marciana, 79.D.103.



Al f. 1, sopra il Prologo, vi e' quest'altre intestazione: "Opera utilissima vulgare, chiamata incendio de zizanie Lutherane, cioe' contra la pernitiosissima heresia di Martin Luthero.



L' eresia che il Pili (Giovanni da Fano) confuta con ardore con la sua opera e' quella "pernitiosissima di Martin Luthero", e nessun' altra; e questo intento lo manifesta chiaramente nella lettera dedicatoria al Ministro Generale Paolo Pisotti e nel Prologo. L'autore conosce pienamente che le eresie luterane sono state gia' "da molti homini litteratissimi, et del honor de la imaculata fede del nostro Signor Jesu Cristo zelatissimi ... non chiare, aperte, et insuperabil confutatione ... totalmente deiecte et prostrate. In modo che a le loro vittoriosissime confutationi, con verita' replicar non si possa". Pero' questo non basta al suo zelo di apostolo. Egli, che si chiama "operario ne la vigna del Signore, benche' indegno", sa che con "l' alto stilo de ditte confutatione, li literati siano optimamente satisfati", non lo sono pero' "i simplici, li idioti illiterati che hanno bisogno di cibi ali soi gusti proportionati". Ed e' per questi semplici, cioe' per la gente meno colta che egli scrive. Per riuscir meglio al fine che si era prefisso usa la lingua volgare, quella allora parlata dal popolo; ad usar questa lingua e' spinto ancora dal fatto che Lutero "per meglio satisfar al suo padrone (Satana, ndr.) et piu' copiosa zizania nel buon frumento seminare possa et magior copia de anime seco tirar nel sempiterno interito, ha fatto componere in lingua vuolgare libri de la soa diabolica heresia, accioche' li idioti, le donne et putti con lui insieme in tanto perverso dogma, et aperta dannatione siano illaqueati (legati, ndr.)". Qui si allude con certezza alle traduzioni dei "Loci" di Melantone e di "Alla Nobilta'" di Lutero stesso. Giovanni da Fano non vuole pero' confutare tutta l' eresia luterana, ma solamente quegli errori che sono piu' divulgati tra il popolo e dove piu' chiaramente puo' dimostrare "la ceca ignorantia, et bestial temerita' de questo perfido heretico et de soi complici". Da tale dichiarazione si puo' comprendere anche l'importanza della sua opera per la storia del luteranesimo in italia. Da essa si puo' con sicurezza conoscere quali erano gli errori che preferibilmente spargevano i luterani, almeno all' inizio della loro propaganda in Italia. Non possiamo dire se Girolamo Miani si sia lasciato influenzare da questi interessi del frate cappuccino, ma sappiamo bene che erano anche i suoi obiettivi. Girolamo vanterebbe anzi un primato cronologico su fra Giovanni da Fano su questo fronte catechistico: basti pensare a quanto ci riferisce l' Anonimo quando palra della istruzione religiosa nella scuola di S. Rocco a Venezia (cf. Brunelli Secondo crs., San Girolamo Miani ha utilizzato, meglio di chiunque altro, un catechismo di Lutero, scritto dal Riformatore ... ancora cattolico. Dattiloscritto, Corbetta 14.3.1999; vi si dimostra che il Catechismo di fra Reginaldo Nerli op. dipende in moltissime, quasi intere pagine, da un Catechismo di Lutero giunto a Venezia nel 1525. Cf. anche: Brunelli Secondo crs., Due catechisti entusiasti dell'opera di San Girolamo: Fra Reginaldo Nerli, Fra Girolamo da Molfetta. Dattiloscritto, Corbetta 8.12.1999).

1 01 1532 === Pauperum Somaschae: Theophylacti in omnes D. Pauli Epistolas etc. Coloniae MDXXXII (1532) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 15.10.1. NOTE:

1 01 1532 === 1532: priora del monastero di Matris Domini e' suor Barbara Cazzani (1532-1552) (Galati Roberto, Cronotassi delle priore del monastero dalle origini alla soppressione. in: AA.VV., Il monastero Matris Domini in Bergamo, vol. II (Monumenta Bergomensia - LVI), Bergamo 1980, pag. 414).. NOTE:

1 01 1532 === A Bergamo, la chiesa di S. Maria Maddalena in Borgo S. Leonardo (attuale via S. Alessandro n. 39) costruita nel 1363, un patrimonio di storia ed arte, con foto del portale d'ingresso della chiesa, dell'interno affrescato; a pag. 63: "L'Ospedale aperto per raccogliervi mentecatti e invalidi, 'mentecaptos ac corpore invalidos', estese poi la sua assistenza agli anziani soli, e accolse provissoriamente nel 1532 Gerolamo Miani con i suoi fanciulli abbandonati" (cit. da: Lumina Mario, Bergamo nelle chiese di un Borgo. Bergamo 1993, 60ss). L'interno della chiesa fu affrescato con scene della vita della Santa da Giovanni Battista Baschenis (Guerinoni?) di Averara nel 1544. Sempre il Lumina (cit. pag. 122) continua: "Gerolamo fu colpito dallo spettacolo desolante di gran numero di ragazzi e ragazze orfani che vagavano per la citta', senza che nessuno si occupasse di loro. Li raccolse in buon numero e poi per trovar loro un ricovero conveniente si rivolse al vescovo Pietro Lippomano che, entusiasta del progetto 'opera graditissima a Dio', invito' i reggenti dello Ospedale della Maddalena a concedere al Miani qualche locale, cosa che essi fecero ben volentieri ... Dopo la sistemazione degli orfani presso l'ospedale della Maddalena il Miani raccolse le ragazze orfane in una casa vicina a S. Michele al Pozzo Bianco. Tra i collaboratori si distinsero il conte palatino e cavaliere apostolico Domenico Tasso del Cornello, ed in Borgo S. Leonardo i fratelli Viscardi (Vavassori, ndr.) 'mercanti di lana e drappi e panni'". Immagine tratta da incisione di Scolari Stefano del 1680 (Bergamo, Bibl. Civ. Mai).. NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.

1 01 1532 === Bergamo (Citta' alta), "Chiesa di S. Pancrazio: ... quadro all'ultima cappella che serve al Battistero, dove vi si vede figurato un bellissimo Redentore in aria con sotto alcuni Angioletti, uno de' quali riceve entro un calice il prezioso sangue ... ai piedi dell'affresco vi si legge 'Christophorus Ored ...' coll'anno 1532" (cit. da Pasta 1775, 53).. NOTE:

1 01 1532 === "Bergamo, Convertite. Fondato esso Pio Luogo dall'instancabile Servo di Dio, oggi venerato fra i Santi, Girolamo Miani, Padre degli Orfanelli, assistito in questa santa opera dall'aiuto di persone religiose, e di limosine de' cittadini, l'anno 1532 dopo ottenuta la concessione del sito da' SS. Pighetti e Ottolino Rota" (cit. da: Pasta 1775, 125).. NOTE:

1 01 1532 === Bergamo - Orfanelli: anno di fondazione 1532 (Girolamo Miani). NOTE:

1 01 1532 === Brescia - Misericordia: anno di fondazione 1532 (Girolamo Miani). NOTE:

1 01 1532 === "Durante l'episcopato di Pietro Lippomani (Lippomano 1517-1544, ndr.), cioe' nel 1532 secondo il Pellegrino, giunse a Bergamo il veneto Patrizio Girolamo Miani, il Santo che si consacro' alla redenzione delle donne traviate, ed al ricovero degli orfani e dei fanciulli abbandonati, ai quali procuro' asilo nell' Ospedale di S. Maria Maddalena (attuale via S. Alessandro 39, ndr.). Il Vescovo Lippomani ebbe la consolazione di veder il Santo patrizio gettar le fondamenta della sua religiosa famiglia, detta dei Chierici Regolari, a Somasca, piccolo villaggio della Diocesi bergamasca; Paolo III nel 1540 approvo' la Congregazione dei Chierici Regolari, da cui uscirono uomini insigni per pieta' e dottrina (nota: Pastor, IV, part. I, 187)" (cit. da: Dentella Lorenzo, I vescovi di Bergamo. Notizie storiche. Bergamo 1939, pag. 312s).. NOTE:

1 01 1532 === Gian Giacomo de' Medici (detto il Medeghino), che gli spagnoli fecero marchese di Musso e conte di Lecco nel 1528, nel 1532 dopo una serie di lotte e assedi rinunciava a Musso, Lecco e la Valsassina per accontentarsi del feudo di Melegnano. Cosi' il territorio lecchese per circa un secolo (1532-1629 circa) rimase relativamente tranquillo fino al famoso passaggio dei Lanzichenecchi.. NOTE:

1 01 1532 === "Intanto nell'eremo del monte di Somasca, in Val S. Martino, conduceva gli ultimi anni della sua santa vita Girolamo Miani, che infatti mori' l' 8 febraio 1537, dopo insigni opere di pieta' cristiana per gli orfani, gli abbandonati, i convertiti. In particolare a Somasca, Girolamo Miani fondo' la prima casa della congregazione che fu poi chiamata dei Padri Somaschi (nota: M. Tagliabue, Il Seminario di Somasca. in: Humilitas, novembre 1930 - febbraio 1931. La figura di S. Girolamo Miani e' legata anche al movimento di riforma cattolico pretridentino: in particolare qui ci riferiremo all' Oratorio del Divino amore, romano e veneziano, del quale esistono documenti nell' Archivio Stella, conservato presso la Bibl. Civ. Mai di Bergamo, utilizzati da A. Cistellini nel libro 'Figure della riforma pretridentina'. Per tale organizzazione vedi inoltre S. Tramontin 'Lo spirito, le attivita', gli sviluppi dell' Oratorio del Divino Amore nelle Venezie del Cinquecento', in: Studi Veneziani, 1972, 111-136): e si vuole che in relazione appunto al luogo d'origine di questi religiosi, e cioe' all Val S. Martino, al nostro orfanotrofio (di Bergamo, ndr.) sia rimasto il nome di San Martino, e agli orfanelli di Milano il nome di Martinitt per quanto appaia piu' ricevuta l'opinione che tanto a Milano quanto a Bergamo gli orfanotrofi del Miani essendo sorti accanto a una chiesa di S. Martino (nota: Vedi il discorso commemorativo del 4° centenario deli Orfanotrofi bergamaschi, tenuto dal vescovo A. Bernareggi il 20 luglio 1933, Bergamo 1933) da qui sia derivata la loro denominazione popolare. A Bergamo poi il Miani aperse tre case di assistenza: una per gli orfani alla Maddalena, che era appunto vicina ad una chiesetta, la quale in una pianta di Bergamo anteriore al 1561 e' designata come S. Martino degli orfani; una per le orfane in via S. Giovanni, dove e' oggi la Caserma Montelungo; e l'ultima per le zitelle pericolanti, poi chiamata Casa delle donne in ritiro ... L'orfanotrofio maschile, beneficato da Gerolamo Sabbiano nel 1564, si provvide una sede a S. Giacomo, abbattuta piu' tardi per lavori di completamento delle mura; quindi ancora peregrino' in altre sedi, finche' l'eredita' Piazzoni gli consenti' di avere l'attuale sede in S. Lucia. L'orfanotrofio femminile resto' invece in via S. Giovanni fino verso la fine del Settecento, quando coll' Istituto Madaschi e coll' Albergo dei Poveri passo' al Conventino" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 134).. NOTE:

1 01 1532 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 58): pane moltiplicato in Bergamo.. NOTE:

1 01 1532 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 59): pane provveduto in Bergamo con carne e vino squisito.. NOTE:

1 01 1532 === Nel 1532 l'italiano Girolamo Fracastoro e il tedesco Peter Apian, studiando una cometa apparsa in quel periodo, fecero un'importantissima osservazione: la coda puntava sempre in direzione opposta al sole; ma non ne seppero dare la spiegazione.. NOTE:

1 01 1532 === "(pag. 13) Pagine di storia dell' Orfanotrofio (dei Martinitt di Milano, ndr.). Dal 1532 alla Nuova sede. ... Vedreste subito camminare per le vie di una dolente Milano del secolo decimosesto un patrizio veneto, Gerolamo Emiliani (o Miani), gia' rivestito dell'umile saio dei frati della carita'. Lo scorgereste accorrere la', dove un fanciullo smarrito, tremante (solo in mezzo ad una folla che sis sbanda, perche' nessuno lo difende, nessuno lo protegge), mentre una soldataglia straniera spara all'impazzata da ogni parte colpi di archibugio, piange e si dispera. Ecco il frate, che un giorno sara' elevato agli onori della santita', si fa vicino al fanciullo, lo serra fra le sue braccia pietose e lo porta seco. Dove? forse in un misero locale situato nelle vicinanze della Chiesa di S. Sepolcro o forse nella piu' ampia sede, successiva, del nascente Orfanotrofio (fondato da lui) nella Via del Giardino, che, molto diversa e diventata signorile, a distanza di secoli, avra' nome Via Alessandro Manzoni. Bisognera' aspettare quest'altra denominazione per molto piu' che trecento anni. Adesso e' il 1532. E' la Milano di Francesco II Sforza e degli Spagnuoli. Non vedete li' presso all' Orfanotrofio una Chiesetta? Si', e guardatela bene. Poiche' quella modesta chiesa e' dedicata a S. Martino, d'ora in poi i fanciulli, che verranno ricoverati sotto gli auspici di Gerolamo Emiliani, saranno detti i 'Martinitt'. I Martinitti, se si vuole rivestirli in decorosa lingua italiana. Ma furono vicini al cuore dei Milanesi buoni come 'Martinitt' dal 1532 ad oggi ... Dal 1532 al 1533, per poco, non li accolse che la piccola casa attigua alla Chiesa del S. Sepolcro. Per duecento quarant'anni rimasero nell' Ospizio di S. Martino degli Orfani della Via del Giardino. Per piu' di quattro lustri, eccoli nell'ex Convento di S. Pietro in Gessate. Indi un periodo di dolorose peregrinazioni. Nell'ex Convento di S. Pietro in Gessate tornano nel 1803 e vi rimarranno, tranne il periodo dell'ultima guerra nostra, sino al 1932 ... (pag. 18) Gerolamo Emiliani oso' creare l' ORfanotrofio, e Francesco II, principe buono, lo protesse, finche' non mori' (Francesco, ndr.) nel 1535. Allora Carlo V incorporo' anche lo Stato di Milano fra i suoi domini diretti" (tratto da: Cappa Innocenzo, Il Duce fra i Martinitt (XXVI ottobre 1932; inaugurazione della nuova sede in via Pitteri a Milano). Milano 1933, pag. 13-14 e 18; il nome dell'autore si deduce dall'introduzione dell'ing. Prandoni a pag. 5).. NOTE: Copia in ACM 1-4-40.

1 01 1532 === Priore a Treviso S. Maria Maggiore: di nuovo frate Gabriele di Vettore veneziano (1532- ), che gia' lo fu in precedenza (1516-1527). NOTE:

1 01 1532 === "Si ricordi che proprio nel 1532 Agostino Gallo, nobile bresciano, ospitava nella sua casa di Brescia Angela Merici, con la quale e con altri membri della sua famiglia compi' una visita divota al S. Monte di Varallo (Mazzuchelli, Vita di Agostino Gallo, ms. in Quer." (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 8 nota 3).. NOTE:

1 01 1532 === BERGAMO, San Martino: opera iniziata nel 1532 e finita nel 1650 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?). Immagine tratta da incisione di Scolari Stefano del 1680 (Bergamo, Bibl. Civ. Mai).. NOTE:

1 01 1532 === 004 "1532. Il pio luogo della Misericordia degli Orfani situato alla porta S. Giovanni della citta' di Brescia fu istituito e eretto in quest'anno dal Ven. Servo di Dio Girolamo Emiliani nostro Fondatore. E' governato da 18 Gentiluomini della citta' che durano in vita. Alla cura spirituale de figlioli vi stanno due nostri sacerdoti ed altrettanti laici, provveduti d'ogni bisognevole. Per lo vestito e viaggi il pio luogo contribuisce al P. Rettore scudi 25 da lire sette; ed al secondo sacerdote scudi 20. Il Rettore ha 3 messe obbligate alla settimana, e l'altro celebra cotidianamente per il pio luogo" (ACS, p. 4).



Seguono gli Elogia (cf. F12) di:



Girolamo Emiliani

Besozzi Alessandro

Barili Agostino

Panigarola Federico

Parenti Ottone

Conti Primo. NOTE:

2 01 1532 === Cornaro (Corner) Francesco, card. (veneziano), vescovo di Brescia dal 1532.. NOTE:

9 02 1532 === "E' interessante, riguardo al pensiero di una grande fortificazione a Bergamo (che verra' effettuata con la nuova cinta muraria nel 1561), cio' che in data 9 febbraio 1532 esponeva al Senato di Venezia il podesta' di Bergamo Costantino Priuli (nota: ASV, Relazioni, busta 35). Era cioe' necessario provvedere al piu' presto al rifacimento o alla riparazione delle mura, allo scopo di impedire il contrabbando. Tra l'altro il Priuli ricordava che veniva introdotta di frode nella citta' una grande quantita' di lana spagnola: e la frode avveniva di notte. Da vercelli la lana era portata a Treviglio, da Treviglio ai confini del Bergamasco, indi con la scorta di archibugieri e d'altra gente armata introdotta nel territorio di dominio veneto" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 149). Non si deve dimenticare che i nostri orfanelli di S. Martino venivano avviati anche al lavoro della lana (cf. i problemi dati dalla ruota idraulica del filatoio).. NOTE:

1 03 1532 === A inizio marzo (o fine febbraio) del 1532 Girolamo, raccomandati i suoi fanciulli alla carita' dei Governatori del pio luogo degli Incurabili, del quale essi erano gia' divenuti una parte, ricevuta la benedizione dal Carafa, lascia Venezia e, invitato dal vescovo Giberti, inizia il suo apostolato in terraferma, dapprima a Verona, dove si prende cura dell'ospedale della Misericordia (fondato alcuni anni prima), nel quale in quegli anni di tremende prove s'erano dovuti alloggiare oltre che gli infermi anche gli orfani. Girolamo fece si' che gli orfani ricevessero miglior disciplina ed istruzione e fossero poi ripartiti in due istituti diversi; inoltre attese a organizzare l'istituto delle Convertite (che gia' era stato istituito dietro l'esempio di Venezia) - Paschini in RC 1929, 198. NOTE:

1 03 1532 === Gaetano Thiene e' a Verona a marzo del 1532 - Paschini in RC 1929, 198. NOTE:

1 03 1532 === Viaggio di Girolamo a Verona, dove trasferisce le orfane nell'ospizio annesso all'antico monastero della SS. Trinita', gia' abitato dalle convertite, e poi a Brescia, dove sistema la sede dell'orfanotrofio vicino alla chiesa di S. Giovanni Battista; e prima dell'estate torna a Bergamo. - Fabris 1987. NOTE:

19 03 1532 === Capitoli dell' Orfanotrofio della Misericordia di Verona (19.03.1532).. NOTE: Vitone 149 - rinvenuti da p. Brunelli nel 1987ca., pubblicati da Bonacina G. 1989 pagg. 137-143 - l' originale e' in Archivio Stato Verona, Santa Casa della Misericordia, registro 12, pp. 2-4 e 6 - ASPSG Ver. 342, Registro n. 12 - il Santinelli 1767, 49 nota b parla di memorie "dai libri antichi dello sped. della Miseric." e a p. 70 cita in nota "Libro delle Provisioni della Casa della Misericordia di Verona ms. in quell'archivio, dove a carte 43, die dominico 25 Jun. 1551 si legge 'Essendo gia' molti anni dato principio in questa Magnif. Citta' all'opera delle donne convertite, mediante la grazia dello Spirito Santo col ministero del q. Magnif. D. Girolamo Miani Patrizio Veneto etc.'".

1 05 1532 === Michael Marco Antonio, Agris er Urbis Bergomatis Descriptio. Venetiis, per Iohannem Antonium et fratres de Sabio, 1532, mense maio.. NOTE:

1 05 1532 === "A Brescia domando' Girolamo alloggio presso l'ospedale degli Incurabili (fondato nel 1520 da Bartolomeo Stella, che ne fu massaro sino al 1538, anno in cui ritorno' a Roma)" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 7). Agostino Gallo, nel 1520 aveva 21 anni.. NOTE:

9 05 1532 === Nassino (Nassini?) Pandolfo, Cronaca ms. di Brescia (P. Nassino, Cronaca, ms. Queriniana C. f,546; il Santinelli 1767, 51 nota a dice "Pandolfo Nassini ms. nella libreria dei PP. dell'Oratorio in Brescia"): racconta la tappa fatta il 9 maggio 1532 da Girolamo a Brescia, nella tappa del suo viaggio da Venezia a Bergamo - Bonacina 1989, 44s (testo orig.). Girolamo e' a Brescia (8/9 maggio?) alloggiato nel locale ospedale degli Incurabili, diretto da Bartolomeo Stella (vecchio amico di Gaetano Thiene). Qui fonda un orfanotrofio, probabilmente presso lo stesso ospedale, poi trasferito in una casa vicino alla chiesa di S. Giovanni Battista. Il Santinelli 1767, 51 aggiunge "Trovo memoria che Girolamo era in Brescia alloggiato nello spedale degli Incurabili il giorno dell'Ascensione del Signore in quell'anno 1532 nono di maggio, quando con alcuni gentiluomini fece la Santissima comunione nella chiesa di San Giovambattista, 'con tanta umilta' e divozione, che la maggiore non si sarebbe saputo ideare' (sic Pandolfo Nassini)" - Somascha 2000, 11ss (Tesi Pellegrini: cod. C.L.15!). Il Paschini (RC 1929, 199) dice che a Brescia Girolamo trovo' aiuto e collaborazione anche da un certo bresciano Paolo Averoldi (Averoldo), parente certo del defunto Averoldo Averoldi vescovo di Pola e nunzio papale a Venezia.. NOTE: (cf. il testo completo in ed. critica del ms. del Nassino nella cartella "Documenti storici": Nassino(1532).doc).

10 05 1532 === Brescia, seguaci di Girolamo: cav. Jacopo Chizzola, Agostino Gallo (che scrisse dell'Agricoltura, cf. Bonacina 1989, 45), Giovanni Paolo Averoldo (Averoldi, parente certo del defunto Averoldo Averoldi vescovo di Pola e nunzio papale a Venezia), Giovambattista Luzzago; tutti di famiglie antiche tra le nobili di Brescia (Santinelli 1767, 53).. NOTE:

30 06 1532 === "Alla fine di giugno del 1532, dopo due mesi trascorsi a Brescia, Girolamo si porto' nelle campagne di Bergamo, dove attese ad aiutare i contadini nella mietitura. Lascio' a Brescia un comitato di patrocinatori della sua opera:

Iacopo Chizzola,

Agostino Gallo (1499-1570, aveva dunque 33 anni, ndr.),

Giampaolo Averoldo,

G.B. Luzzago,

che furono sempre considerati i suoi primi compagni di Brescia" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 8).. NOTE:

1 07 1532 === Nell' estate del 1532 Girolamo e' a Bergamo, o meglio nelle campagne tra Brescia e Bergamo (cf. l'Atto Notarile del 13 febbraio 1552, che a ventanni di distanza ricorda il fatto!; Santinelli 1767, 54 dice "Entro' in quel territorio di Bergamo nel tempo che mietevasi il grano sulla campagna" e, per il poco numero di mietitori per via della peste e carestia passate, affinche' le messi non marcissero si mise a mietere con i contadini insegnando loro preghiere cantate invece di sozze canzoni ecc.; cf. Santinelli cit.), accolto favorevolmente dal vescovo Pietro Lippomano il quale gli presenta Domenico Tasso del Cornello che lo aiutera' nella sua opera in citta'. Girolamo vive nella parte bassa della citta', la piu' povera, e qui fonda una casa per orfani, detta di "San Leonardo" dal nome del sobborgo in cui si trova, in alcuni locali dei Governatori dell'Ospedale di S. Maria Maddalena. In seguito, mutata la sede, prende il nome di "San Martino degli Orfani". Fonda inoltre un ospizio per orfane nella contrada di San Giovanni (o San Michele al Pozzo Bianco, come scrive Maronati 1999, 98?); Santinelli 1767, 60 dice "La casa aperta dal Miani per rifuggio delle orfanelle e' la stessa in cui abitano al presente, ampliata ed a piu' comodo stato ridotta; quella degli orfani coll'andar degli anni si e' cambiata con altra in sito migliore, e si chiama oggigiorno di S. Martino". - Pietro Lippomano (1492-1549): fratello di Andrea (il priore della SS. Trinita' a Venezia), vescovo di Bergamo (1516), poi di Verona (1544), nunzio pontificio in Scozia (1549); amico del Miani, lo vuole nella sua diocesi bergamasca (1532) dove lo favorisce in tutte le maniere, facendolo conoscere ai fedeli con un Discorso (1533) reso pubblico nel territorio diocesano.. NOTE:

7 07 1532 === In data del 7 luglio 1532, il Podesta' di Bergamo Girolamo Priuli scriveva: "E' comparso avanti di noi ser Antonio Bailo sindaco di Celana et eo nomine agente della fabricha della Giesia di donna Santa Maria di Celana de Val San Martino esponendone detta fabricha et Giesia esser sta fatta, drizata et governata per elemosine et gia' molti anni pacifice possessa per i vicini et deputati di tempo in tempo, dispensando tal elemosine in benefitio di essa Giesia et a poveri per amor di Dio, et al presente per uno prete Cristoforo de Anzelini (Cristoforo Angelini, eletto curato di Caprino nel 1528, ndr.) parochiano della ecclesia parochiale de Caprino et tal elemosine et Giesia erette per detti vicini et elemosine ut supra appropriarse sotto pretesto di haver impetrato tal Giesia contra il voler di essi sindici et vicini, cosa invero contra ogni honesta' ... (conclude imponendo a tal prete Angelini di non toccare le esemosine di S. Maria di Celana e lasciarne quieti i sindaci, sotto pena di tre tratti di corda, di due mesi di carcere e di una multa di 200 ducati da assegnarsi, in parti uguali, alla chiesa di Celana e alla Camera fiscale) ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. XXVIII).. NOTE:

1 08 1532 === Per ben due volte a Bergamo nel 1532 (data fittizia), non avendo di che sfamare i suoi ragazzi, Girolamo li invita a confidare nella Provvidenza e si riesce a mangiare (cf. la testimonianza di Giovanni Paolo de Torre da Seriate, nel 1532 orfanello di Girolamo in Bergamo: proc. ord. Como; proc. Bergom. test. III. VIII. IX. X). Lo stesso Paolo da Seriate testimonia come "Girolamo, mentre stava in Bergamo, ando' una volta con me da Bergamo a Verona, andando lui e noi a piedi domandando limosina per amor di Dio, e ci veniva tanto abbondantemente data limosina che era assaissima".. NOTE:

8 09 1532 === Attestato del cappellano del Bersaglio sac. Ognibene in favore dei lavoratori di broche del 8 settembre 1532 (ASPSG, Ven. 2619) - Tentorio 1976, 47 (Scuole Professionali). NOTE:

17 09 1532 === Accordo con i lavoranti di broche al Bersaglio del 17 settembre 1532 (ASPSG, Ven. 2623) - Tentorio 1976, 49 (Scuole Professionali). NOTE:

13 11 1532 === Il 13 novembre 1532 Domenico Tasso del Cornello, di Bergamo, aveva rogato un atto col quale si obbligava a donare al Consorzio di Santo Spirito "pro elemosina et in remedium animarum ipsius ... et magnificae Elisabet consortis suae" la somma di 1000 lire imperiali; in attesa dello sborso definitivo e totale, dava annualmente al Consorzio 30 lire per somministrare ai poveri un tot di alimenti. La Direzione del Consorzio gli proporra' tra qualche anno un cambiamento di destinazione della sua carita': che si impegnasse ad acquistare il terreno per il quale il Consorzio pagava l'affitto ai suoi illustri cugini (i fratelli Giangiacomo e Cristoforo Tasso del Cornello) e che era stato preso nel 1535 a pro dei Cappuccini (cf. alla data).. NOTE:

1 01 1533 === BESOZZI ALESSANDRO crs. (Cevasco 1744, †), nel 1533 si unisce a Bergamo a Girolamo (Bezuzzi, Bezzozzi, Bezuzio). NOTE: "D. ALESSANDRO BESOZZI Bergamasco ricco di fortune, nobile di sangue, ma piu' ricco, e piu' nobile per grado Sacerdotale fu uno tra primi, che il Beato GIROLAMO MIANI acquisto' alla sua Congregazione Novello Operaio nella Vigna del Signore segui' l'orme del suo Venerabile Condottiero nella coltura delle opere pie a servizio de' Poveri derelitti, ed Orfani abbandonati, rinonciato il pinguissimo suo Patrimonio, e tutto quanto avea a suo conto di splendido, e di onorifico sopra la Terra. Fece tanto profitto nella Scuola della Carita', e della Mortificazione, che fiori' sino all'ultima vecchiaia d'ogni Virtu', e chiuse gli suoi occhi nella Congregazione con lode di santita'; prima di morire predisse l'ora, ed il giorno della sua morte, e gionto tal giorno, ed ora si pose in ginocchio, e in ginocchio mori': non si puo' meglio colorire il ritratto di questo Eroe del Divino Amore, ne' meglio dargli il risalto, che con cio', che compendiosamente ne scrive il Crescenzio nel suo Anfiteatro Romano, alla prima parte al foglio 114, cioe': Il Venerabile Servo di Dio ALESSANDRO BESOZZI negli anni piu' teneri coltivo' la Divozione, e fatto maggiore attese alle Virtu' piu' sode: Fuggiva le Conversazioni delle Donne come ceppi della Castita', combattuta di continuo dalli Nemici delle nostre Anime, e per tenerli lontani si serviva delle Penitenze, e dicea, che chi troppo concede a' sensi, presto gli avera' ribelli, e che chi non raffrena le sue disordinate passioni sara' Servo di esse; armato dunque di si' soda perfezione il Servo di Dio, die' un calcio al Mondo, ed alle sue vanita'; spogliatosi volontariamente delle ricchezze paterne si pose a seguire l'orme del Beato GIROLAMO MIANI Fondatore dell'Illustrissima Congregazione di Somasca, sotto la cui scorta divenne esempio di santita', e Sant'Uomo mori'. Le gesta di questo gran Servo di Dio, dicesi essere state descritte da molti, fra quali dal Dottor Antoniogiorgio e da Giambattista Besozzi nel suo Libretto delle Annotazioni delle azioni degli Uomini illustri di casa Besozzi, come pure da Giangiacomo Besozzo nelle Storie memorabili di Casa Besozza nel Lib. I fogl. 9 Fin qui il Crescenzio. Item de eo meminit Bolland. Tom. 2 mense Februar, item, Ruger. In Decl. 36 pag. 320, item Archiv. Monfort. Sancti Petri Mediol. Item Turtura in Vit. Hieronym. Aemil. Lib. 2 cap. II" (Cevasco, Somasca Graduata 1743).

1 01 1533 === CATTANEO GIOVANNI crs. (Cevasco 1744, †), compagno di S. Girolamo. NOTE: Cevasco 1744, 34.

Paltrinieri, Aggiunte al Santinelli (F15, 48-50).

1 01 1533 === Nerli Reginaldo op. (?), Interrogatorio del maestro al discipulo... [Milano], si vendeno sul corso de Porta Tosa, [non prima del 1533]. [16] c. : ill. ; 8¡, editore Borgo, Giovanni Antonio.

Localizzazioni: MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano (Brera)

- forse di fr. Reginaldo Nerli op., commissionatagli da Girolamo (cosi' attestava p. Novelli)? operetta pero' introvabile gia' ai tempi dei processi di canonizzazione!). NOTE:

1 01 1533 === Pauperum Somaschae: D. Haymonis in hymnos seu psalmos Davidicos omnes (manca il frontespizio! forse Colonia 1533?) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 7.1.2. NOTE:

1 01 1533 === Pauperum Somaschae: D. Haymonis in XII prophetas minores enarratio. Coloniae MDXXXIII (1533) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 7.7.12. NOTE:

1 01 1533 === Pauperum Somaschae: D. Petri Blomevennae Leyden. Carthusiani ... de bonitate divina libri III. Colonia MDXXXIII (1533) - sopra il titolo interno ha la scritta "Ad usum pauperu' Somaschi"; sottolineature al f. 10 e 22 - Pigato in RC 1939, 301 - Bibl. Somasca 28.39.3. NOTE:

1 01 1533 === Pauperum Somaschae: Decretum aureum Gratiani - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 27.17.5. NOTE:

1 01 1533 === Spina Bartolomeo op. (Pisa 1475 ca. - Roma 1546), Regola del felice vivere de li christiani del stato secolare: secondo diuersi gradi & conditioni di persone, e massime delli maritati. Nuouamente stampata 1533 (Stampata in Vinegia : per Gioanne Antonio e fratelli da Sabbio), [12], 83, [1] c. ; in 8. (Il nome dell' autore, Bartolomeo Spina o della Spina Pisano), si ricava dalla dedica), Parte V, cap. V, pag. 45: "... (il buon Vescovo deve stare avvertito attorno ai Predicatori, perche' ...) ... in li moderni tempi accade in alcuni predicatori scelerati, et infedeli, che non si confundono persuadere a li popoli la escomunicata, et maledetta Setta Luterana: li quali sopra tutti li altri heretici doveriano esser dal devoto, et zelante Vescovo perseguitati et puniti: essendo non solamente heretici, et scismatici, ma etiandio heresiarchi: perche' corrompono la moltitudine, et li popoli con le sue pessime persuasioni, et scelerati parlari" (cit. da: Castiglioni G.B., Istoria delle Scuole della Dottrina Cristiana Milano 1800, pag. 3, nota 1).. NOTE:

1 01 1533 === 1533 (forse 1532) S. Girolamo Emiliani fonda a Milano in via Crocifisso l' orfanotrofio maschile che verra' poco dopo trasferito in una casa annessa all' oratorio di S. Martino (da cui "martinitt") in contrada di Porta Nuova (oggi via Manzoni) all' angolo con l' attuale via Morone. Viene affidato alla Compagnia dei Servi dei Poveri che diventera' nel 1568 la Congregazione dei Padri Somaschi. L' orfanotrofio maschile restera' in questa sede fino al 1772. L' orfanotrofio femminile sorto anch' esso in via Crocefisso viene collocato a Porta Nuova all' inizio di via Spiga e prende il nome di S. Caterina delle Orfane (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

1 01 1533 === "1533. Fu quest'anno illustrata la patria dall'arrivo a Como del Venerabile Girolamo Miani Fondatore della nostra Congregazion di Somasca. Discorrono molti scrittori di questo viaggio del buon servo d' Iddio; ma niuno specifica l'anno, che con l'esemplarita' della sua vita si concilio' una venerazione particolare presso i nostri antenati. Contuttocio' se attentamente riflettiamo alle molte operazioni di carita', che andava esercitando ne' tempi, che scorriamo, fa di mestieri assegnare a questo anno 1533 questa sua venuta a Como, e non all'antecedente, come potrebbero alcuni attribuirla, se non fa bene i suoi conti. Egli e' certo che l'anno 1532 si trattenne nella citta' di Bergamo, ove stabili' tre luoghi l'uno per gli Orfanelli, l'altro per le Orfanelle, il terzo per le Donne, le quali con l'efficacia delle sue esortazioni, cavo' dal fango delle laidezze carnali, e nelle legrime della penitenza purifico', ricuperandole alla grazia del Signore, e guadagnandole al cielo. Costarono assai queste fatiche a Girolamo, e vi spese gran tempo, prima di ridurle a quello stabilimento, che era necessario, acciocche' si mantenessero in piedi, e non mancassero per la debolezza de' fondamenti; onde avendo abbracciata un'impresa di tanto rilievo in quella Citta', e spezialmente quella delle convertite, non ebbe agio di passar si' presto alla nostra Citta' per alzarvi, come poi fece, l'opera pia degli Orfanelli, siccome avea gia' fatto in Bergamo e in Brescia. Ora supposta la dimora di Girolamo in Bergamo l'anno 1532, egli non giunse a Como prima dell'anno 1533. Cosi' corretta la nostra Cronologia, passiamo a descrivere cio' che accadde di lui nella patria. Assicurate le cose per l'ottimo governo delle tre case fondate da lui in Bergamo (nota: Antiqua monum. penes D. Anton. Odescalchum), delibero' Girolamo di di trasferirsi a Como, col desiderio di piantarvi il suo pio Instituto. Scelse dunque alcuni de migliori Orfanelli da lui ammaestrati, e allevati nel divino servigio, e fatto prendere da uno di loro il Santissimo Crocifisso, prese la strada che guida a Como, assai montuosa ed alpestre. Arrivato alla nostra citta' fu accolto e alloggiato da Primo de Conti, che alcuni fan Milanese, altri Comasco. Il crederlo Milanese, perche' Primo sia stato della del Conti, non e' argomento che metta in chiaro la sua vera Patria. Fiorisce questa famiglia in Milano e anche in Como risplende, ove tuttavia e nel suo territorio si mantiene con qualche lustro ne' di' correnti. Parve a Primo nell'albergar Girolamo colla sua divota compagnia di ricevere tanti Angeli calati dal cielo. Passate tra loro scambievolmente alcune affettuose parole, ma non parole che fossero inutili o vuote, mentre da Primo facevasi apparecchiare la mensa, Girolamo coi suoi fanciulli s'inginocchio' appiedi del Crocifisso. Resto' Primo grandemente ammirato ed edificato in veder la pieta' dei suoi ospiti. Terminata Girolamo la sua orazione, fu invitato da Primo a seder seco alla sua mensa; ma non fu mai possibile che egli accettasse l'invito, scusandosi con bel modo, e ringraziandolo di tanta sua amorevolezza. Prese ben parte delle vivande preparate, e le comparti' ai suoi orfanelli, colle quali si ristoro' della stanchezza del viaggio. Si fermo' poi con Primo in alcuni ragionamenti spirituali, dopo i quali presa licenza di condurre in processione per la citta' i suoi poverelli, cio' fece con tanta composizione e modestia, che rapi' il cuore a molti Cittadini, che poscia informati della pia intenzion di Girolamo, che non era se non di raccogliere i fanciulli abbandonati e privi de' lor genitori per mantenerli, educarli, ed ammaestrarli nella cristiana pieta', molto piu' se gli affezionarono. Trovo' Girolamo in Como un estremo bisogno di radunar gli Orfanelli, perche' ridotte molte famiglie e dalle gia' scritte gravezze, e dalla carestia e necessita' irreparabili, gemevan privi d'aiuto molti figlioli, che giravan per la citta' mendicando il vitto di porta in porta. Tornato a casa di Primo, Girolamo gli paleso' quanto aveva osservato intorno all'urgenza di provvedere a' poveri fanciulli, che andavan raminghi per le contrade, e trovo' un'ottima disposizione cosi' in Primo come in altri nobili della citta', tra i quali si segnalo' la pieta' di Bernardo Odescalco (Bernardino Odescalchi), che poi fu padre di Giovan Tommaso Senator di Milano; onde in brieve si die' principio a quest'opera di tanta carita', e si stabilirono a quest'effetto due luoghi, uno in Como detto di S. Leonardo, e l'altro nel Borgo di S. Giuliano vicino alla chiesa di S. Gottardo. Molti si adoperarono in fondare quest' opera pia; ma di nessuno e' restata piu' distinta notizia, che di Primo Conti, e di Bernardo Odescalco, i quali, imbevendo lo spirito di Girolamo, e applicandosi con esso lui al sollievo della poverta', contribuirono grosse limosine per lo mantenimento di queste due case. Avendo poi raunati molti, e molti fanciulli derelitti, ne introdusse parte in S. Leonardo e parte in S. Gottardo; e prescrisse loro le solite regole del governo, che aveva ordinato nelle altre case da lui fondate in Venezia, in Brescia, ed in Bergamo; cioe' l' esercizio cotidiano di varie divozioni, canti spirituali, lavori, ed altri uffizi esemplari di molta consolazione a tutta la Citta'. Dalla conversazione continua che ebbero il Conti e l' Odescalco col nostro Girolamo, restarono cosi' presi e legati alla sua bonta', che Primo abbandonato il mondo si sottopose affatto alla sua ubbidienza, ed entro' nella nascente Congregazione, e Bernardo impiegando se stesso e le sue facolta' in servigio de' bisognosi, finche' visse, fu uno specchio di carita' verso i poveri miserabili, in sussidio de' quali avendo sparse lodevolmente le sue sostanze, ebbero i suoi eredi bisogno di vendere gran parte de' suoi stabili a fine di pagare i debiti da lui fatti per mantener l' opere pie da lui promosse, o instituite. Oltre alla fondazione de' luoghi accennati per gli Orfanelli, paleso' Girolamo in Como la sua santita' con diverse azioni di carita', di umilta' e di pazienza nella conversazione co' nostri Cittadini, che ne rimasero grandemente edificati, e principalmente in riflettere alle rigorose penitenze, che fece in tutto il tempo, che trasse fra noi dimora. Di queste virtu' di Girolamo ne ragionava con lingua di mele Primo del Conti, e si pregiava co' nostri Padri suoi compagni di non aver mai incontrata nel mondo la miglior sorte, che d' aver conosciuto un uomo di tanta perfezione. In casa di Primo soggiorno' Girolamo qualche settimana, infinattanto che furono rassettati i luoghi di S. Leonardo e di S. Gottardo. Nel qual tempo, sebben Primo fe' tutto il possibile perche' dormisse sopra d' un letto, contuttocio' il santo Padre non volle consentirvi, ma sempre si corico' sulla semplice paglia, come altrove avea praticato. Son poi mancati in Como questi due luoghi degli Orfanelli piantati con tanta felicita' e carita' da tre personaggi si' riguardevoli, come furono il nostro Venerabile Fondatore, Primo del Conti e Bernardo Odescalco. Qual siane stata la cagione non giunge a nostra notizia. Possiam bene conghietturarla e asserire che dopo alcuni anni mancassero le limosine, delle quali questi fanciulli si mantenevano, e cessando i soccorsi fossero anch' essi necessitati a partirsi, e percio' le case di S. Leonardo e di S. Gottardo, che s' erano avute dallo Spedale Maggiore di S. Anna, tornarono allo Spedale medesimo. S. Leonardo dappoi, colle case annesse fu conceduto negli anni seguenti al alcune donne pie, che s' erano ritirate a far vita spirituale in una loro particolar congregazione, e diedero felice principio all' esemplare compagnia di S. Orsola, sotto la guida di Niccolina Rezzonica l' anno 1572 ai 2 di aprile, come diremo a suo luogo. S. Gottardo, ove celebravasi messa anche nei tempi di mons. Ninguarda, ora giace profanato in mano de' secolari, che ivi fanno soggiorno, ne' alcun contrassegno rimane, che siavi stata chiesa altre volte, fuorche' nella dipintura, che vedesi anch' oggidi' sopra la porta, della B.V. e del medesimo S. Gottardo" (Tatti, Annali di Como, Deca III, 590-593).. NOTE:

1 01 1533 === "1533, gia' dall'anno 1533 si ha avuto la chiesa di S. Bartolomeo di Somasca senza obligo alcuno" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 7B). Usata sin dal 1533 dai sacerdoti compagni di S. Girolamo, fu poi data ufficialmente nel 1589.. NOTE:

1 01 1533 === (1533?, su S. Martino di Milano): "Ebbero gli hospitali degli orfani il loro principio dal sig. Hieronimo Miani nobilissimo gentilhuomo di Venezia, il quale di gran soldato prima et di famoso capitano d'armate squadre passando con provvido consiglio dalla temporale alla Spirituale Milizia con vivo splendore di carita' e della cristiana pieta' si fece poi gran servo di Dio e Duce di infinite schiere di poveri, ed abbandonati fanciulli". Il ms. narra un po' di storia del Santo e dice: "Questi doppo aver gran tempo con primi honori militato nell' Esercito Veneziano e con piu' sublimi gradi governato e Castella e Fortezze di questa Signoria favorito da Dio, rinonciato il mondo, et la maggior parte delle sue facolta', fu a piu' degni governi, et ad opere piu' gloriose destinato ... Mosso dal zelo della caduta di quei poveri erranti, penso' il Divoto Miani rimediare a tanta sciagura e raccogliendoli come buon padre sottraergli alle fauci del Demonio e porgli nella vera via della salute e temporale e spirituale ... Ne' ponendo indugio a cosi' santo consiglio nella propria Patria ricercando e raccogliendo in certo luoco molti di detti fanciulli Derelitti diede principio al Santo Istituto degli Ospedali degli Orfani. Quivi li ammaestrava nell'orazione, nel leggere, nello scrivere, e nella Dottrina Christiana sostenendoli poveramente parte con quelle facolta' che di suo patrimonio si era riservato, e parte con quello, che si guadagnavano alla giornata con opere manuali, nelle quali doppo gli Esercizi spirituali, e se stesso e gli amadi fanciulli occupava ... Poscia passando in altre citta' di Lombardia, in quelle fondo' molti simili luoghi con l'aggiunto d'altre Persone Pie, e Laiche, ed Ecclesiastiche, che dall'esempio di lui mosse con esso si univano, e si fecero ministri di cosi' pietoso e santo ufficio. E quindi trasse l'origine la Congregazione di Somasca, luogo eletto dal servo di Dio per radunarvisi a certi tempi determinati con compaagni che erano compartiti per varie citta' nei governi dei Pii luoghi per dare conto ciascuno dello stato del suo governo, e progresso dell' Opera ordinando che ivi ressedessero sempre alcuni di loro per poter in ogni occasione provvedere e con l'opera e col consiglio a bisogno della Case fondate ... Ed intese e conosciute le virtu' e gran qualita' sue, et il bene che egli apportava alle citta' con tanto servitio di Dio, dal sign. Duca Francesco II che sia in gloria, fu ordinato come di cio' ne consta per Lettere Ducali del di' (...) che se le consegnasse una Casa in P.N. (Porta Nuova, ndr.) annessa all'oratorio di S. Martino la quale prima serviva per ricetto dei fanciulli smarriti, acciocche' in Citta' cosi' grande si potessero da suio facilmente ritrovare. E quivi il Pietoso Miani continuando la sua impresa ridusse in breve tempo gran quantita' di poveri Orfanelli errandi de quali abbondava la Citta' ridotta per le passate calamita' quasi ad estrema miseria. Quivi eresse l' Ospitale de poveri Orfani con particolare affetto e contento suo non perdonando in que principi come Vigilantissimo Padre ne' a fatica, ne' a diligenza tenendo quella sua povera greggia in continui esercizi spirituali, e manuali, conforme il suo Istituto per ridurla a perfezione, presago che fosse quel luogo per divenire uno dei piu' celebri da lui fondati, e per essere in perpetuo di gran servizio di Dio; e come piu' amplamente di tutto cio' si legge per le scritture e libri nell' Archivio di esso pio Luogo" (in: Laracca Italo crs., S. Girolamo foda in Milano l'orfanotrofio di S. Martino. in: SSGE 202, 2-3. Qui cita notizie da un ms. antico dell' Archivio di Stato di Milano, senza darne la collocazione, e purtroppo non riporta completamente il testo citato!). NOTE:

1 01 1533 === Alcuni chiarimenti sulla figura di Giacomo Bagliacca (questo cognome esiste tuttora), collaboratore di SGM in Como con Bernardo Odescalchi e Primo de Conti:



- il Ms. 30, f. 3r, nella lista del capitolo del 1536 a Brescia ricorda un "Jacomo" e "Bernardino secondo" come ultimi due nomi. Sono i due di Como?

- Bonacina 1989, 70 cita un atto not. del 9 ottobre 1541 che riporta "Jacobus Baliacha procurator congregationis orfanorum Sancti Gutuardi de Cumo" (Arch. St. Bergamo, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 9 ottobre 1541).

- Bonacina 1989, 82 lo italianizza in "Giacomo Bagliacca".

- Bonacina 1989, 89 riporta, dalle Ordinationes della Misericordia di Como un "ms. Jacobo Bayacha" (Arch. St. Como, fondo Misericordia, ordinationes, 29 maggio 1547).

- Albani 1603, 29 lo chiama "Giacomo Baiaca".. NOTE:

1 01 1533 === Girolamo a Bergamo (1533), aiutato dal vescovo e da Domenico Tasso, si occupa della redenzione delle prostitute, fondando una casa per le convertite in contrada Pelabrocco. Aiutato dagli orfani istruiti nelle sue case, porta il messaggio del Verbo nelle campagne del contado. In quest'anno si uniscono a lui i sacerdoti Alessandro Besozzi e Agostino Barili, assieme a numerosissimi altri collaboratori. - Fabris 1987.

"Due sacerdoti di Bergamo, Alessandro Besozzi e Agostino Barili, non tardarono a pregare Girolamo a volerli ricevere per compagni e discepoli, offrendo tutto il loro nelle sue mani a beneficio dei poveri e sostentamento delle tre case da lui fondate in Bergamo. Benedisse il Miani il supremo patrone, che avesse mandati si' degni operai nella sua vigna, e pieno di confusione di se medesimo al confronto della tanta umiliazione di tali sacerdoti, li accolse con riverenza, dichiarandosi che sempre li avrebbe riconosciuti e riveriti per padri. Veramente egli sempre diede loro il titolo di padre, non mai in altra forma nominandoli se non all'uso di quei tempi Messer Padre Alessandro, Messer Padre Agostino" (Santinelli 1767, 77).. NOTE:

1 01 1533 === Il patriarca di Venezia Girolamo Querini sceglie il volontario esilio come protesta contro la politica della Serenissima; Gaetano Thiene parte per Napoli.. NOTE:

1 01 1533 === "In un 'Memoriale dei Deputati' dell' Orfanotrofio del Crocifisso in Milano (poi S. Martino, ndr.) inviato a S. Carlo e custodito all' Ambrosiana si legge: 'Hebbe principio l'opera degli Orfani di S. Martino di Milano da messer Hieronimo Miani gentilhuomo venetiano secolare dopo le rovine delle guerre in Lombardia che finirono l'anno 1530 (anzi piuttosto nel 1529) ... Et qui in Milano sopra le volte di S. Sepolcro alloggiandosi la notte, di giorno poi il vivere, e il vestir con infinita carita' li procurava'" (Laracca in: SSGE 202, 5).. NOTE:

1 01 1533 === La nipote Elena (figlia del fu Luca Miani) entra tra le monache Agostiniane a Sant' Alvise in Cannareggio a Venezia.. NOTE:

1 01 1533 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 106): vino moltiplicato in Olginate - Stoppiglia 1934, 496 ("Arso ed oppresso dalla fatica, rifiuta Girolamo il ristoro di un po' di vino offertogli da Gianbattista Pescarena di Olginate, e ne prega la moglie di darlo ai suoi orfani: al che oppostasi la moglie, per non averne che piccola botte quasi vuota, forzata dal marito, loro il porge, crescendo poi ivi il vino fino alla nuova vendemmia". Segue poesia di Francesco Maria Zanotti di Bologna, 1692-1777).. NOTE:

1 01 1533 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 107): vino moltiplicato in piazza di Lecco.. NOTE:

1 01 1533 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 76): uva matura in aprile.. NOTE:

1 01 1533 === "Nel 1533 il Carafa da Venezia da' il suo consenso alla fondazione della casa teatina di Napoli" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. V, pag. 337).. NOTE:

1 01 1533 === Parole di Girolamo a Bergamo a Giovanni Cattaneo (fratello di Amedeo): - "Venite a seguire in spirito di poverta' il re del cielo, fatto povero per noi: Dio vi vuole padre di questi e di piu' altri poverelli" (Santinelli 1767, 79; Ex proc. Berg. test. VIII; cit. da Bonacina G. (dice p. 92-93, sbagliando la pag.!) in Somascha XVIII(1993) pag. 36.

"Giovanni entro' nella Congregazione, e dopo la morte del Miani fatto sacerdote, quello fu che nell'anno 1558 fondo' in Ferrara il luogo degli orfanelli di Santa Maria Bianca col favore ed aiuto di quel Duca Ercole II (da carte dell'arch. della Proc. Gen.). E quivi poscia alcuni anni appresso mori' ripieno di meriti nella servitu' dei poveri orfani derelitti" (Santinelli 1767, 79).. NOTE:

1 01 1533 === Parole di Girolamo a Bergamo ad Amedeo Cattaneo (fratello di Giovanni): - "Ritornate alla vostra casa, non e' questo il sacrificio che Dio vuole da voi. Avrete a prender moglie; impiegherete i vostri capitali nel traffico della seta; con questo darete alle povere convertite il modo di guadagnarsi il pane" (Santinelli 1767, 79; Ex proc. Berg. test. VIII; cit. da Bonacina G. (dice p. 92-93, sbagliando la pag.!) in Somascha XVIII(1993) pag. 43.

"Amedeo, prima alienissimo da tal pensiero, prese lo stato del matrimonio ed applicossi alla mercanzia della seta, che Dio prospero' cosi' che oltre le limosine, che fece sempre ai luoghi degli orfani, ed orfanelle, da questa ebbe il modo di giornalmente somministrare lavorio alle convertite per loro sostentamento" (Santinelli 1767, 79).. NOTE:

1 01 1533 === "S. Gottardo, Borgo di S. Giuliano, Como. Piccola chiesa con ospedale che venne accorpato al S. Anna alla fine del sec. XV; nel 1533 (con la casa del S. Leonardo) venne dato a Girolamo Miani per gli orfani. Nel 1592 la chiesa era ancora ufficiata, ma dopo pochi anni nulla restava. Il complesso era situato all' inizio della strada che da Porta Portello conduceva al Borgo di S. Giuliano. Fonti e bibliografia: Biblioteca Comunale, Magnocavallo, "Memorie ecc.", MS. 3, 2, 31; Tatti Dec. III, p. 593; App. 160-162; Paravicini p. 24£; Ninguarda - Monti I, p. 54 e nota" (da: Picchi Anna, Chiese e Oratori nella Como del '600. in: Archivio Storico della Diocesi di Como, vol. 3, Como 1989, p. 128, e cartina della citta' murata a p. 134 tav. 1).. NOTE:

1 01 1533 === "Somasca nel 1533 appare come cura" (Borghi Angelo, L'alta Valle San Martino nella Pieve di Garlate (secoli V-XVI). in: AdL 3/1993, 75).. NOTE:

1 01 1533 === BERGAMO, S. M.Maddalena: opera iniziata nel 1533 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1533 === COMO, S.Alessandro : opera iniziata nel 1533 e finita nel 1534 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1533 === COMO, S.M.Maddalena: opera iniziata nel 1533 e finita nel 1534 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1533 === (ACM 1-2-31, ) Lippomano mons. Pietro vescovo di Bergamo: il discorso in cui elogia l'opera di Girolamo in quegli anni 1532 ss. Fotocopia di una trascrizione ms., di epoca antica, dopo l'edizione milanese del 1533 di Francesco Cantalovo. Il discorso e' intero, pagg. 4 formato A3.. NOTE:

1 01 1533 === BESOZZI (Bezuzzi, Bezzozzi, Bezuzio) ALESSANDRO, F12 (Elogia), 3, nel 1533 si unisce a Bergamo a Girolamo. NOTE:

15 03 1533 === (Confini) (So (segr.) 2012b) Lettera del Segr. al Duca Francesco II Sforza (15 marzo 1533). [ASPSG So 2012 b, 'originale'].. NOTE:

1 04 1533 === "Era il mese di aprile (del 1533, ndr.) e si trovava il Miani in uno dei suoi piccioli viaggi da villaggio a villaggio, allorche' s'avvide che due dei suoi cari figlioli, Cristoforo da Chiudi e Vincenzio da Orgnano languivano di sete. Mosso a compassione del loro patimento, non vedea d'intorno zampillo d'acqua, onde sovvenire al loro bisogno. Confortogli per tanto ad implorar seco soccorso dal Cielo con brieve orazione, dopo la quale comando' loro d'entrare in una vigna, che era lungo la strada. Entrati videro con loro gran meraviglia pendere da una vite grappoli d'uva perfettamente stagionata, cheda essi colta servi' loro e di ristoro alla sete e di sommo piacere al gusto. Corsero poscia pieni d'allegrezza a raccontare al loro buon padre il seguito, e questi fatto loro conoscere il merito dell'orazione, con essi si mise a benedire Dio, e ringraziaelo della sua benefica provvidenza" (Santinelli 1767, 75s).. NOTE:

29 04 1533 === Il 29 aprile 1533 viene rilasciata dal governo di Venezia una patente a Gabriele da Brescia e Arcangelo Romitan di Vicenza per poter scavare un pozzo artesiano; concessione per 20 anni (cf. Mandich Giulio, Venetian Patents (1450-1550). in: Journal of the Patent Office Society (JPOS), marzo 1948, pagg. 166-224).. NOTE:

30 04 1533 === "Il 30 aprile 1533 Gabriele da Brescia (Breza, o Buxa) e Arcangelo Romitan (Romulan) di Vicenza presentano al Senato di Venezia una richiesta allo scopo di ottenere per XX anni l'approvazione di un meccanismo per scavare pozzi artesiani per fornire acqua dolce (cf. Sanudo Diari 58, 89)".. NOTE: Somascha 1988, 187-188.

9 05 1533 === Bergamo, Ospedale, Verbale della seduta del 9 maggio 1533 (Arch. Ospedale di Bergamo) - Bonacina, Un veneziano a Como 1986, 17. NOTE:

9 05 1533 === Elargizione della Misericordia di Bergamo a Girolamo: alla richiesta del cavalier Domenico Tasso del Cornello e di Girolamo Agosti l' ospedale concede ai poveri della Maddalena che stanno sotto la cura di Girolamo Miani una soma di frumento e una soma di fave; il ministro canonico Lazzarino svolgera' ministero pastorale presso gli orfani: "Canonicus Lazarinus d. minister. / Spectabiles domini. / Antonius Colleonus doctor. / Iacobus Garganus. / Io Antonius Gromulus. / Hieronymus Bongus. / Item ad supplicationem magnifici equitis d. Dominici del Cornello et d. Hieronymi de Augustis ... pro pauperibus vitam degentibus in hospitali s. Marie Magdalene sub cura d. Hieronymi Meyani decreverunt eisdem pauperibus dari unam somam furmenti et unam fabi amore Dei. / Predictus d. Hieronymus habuit ut supra. / (a lato) pro pauperibus Meyanis" (Archivio Ospedale Bergamo, Verbali, 9 maggio 1533) - foto originale e trascrizione in Bonacina 1986, 17 e in Bonacina 1989, 25. NOTE:

15 05 1533 === (Confini) (So (segr.) 2012c) Grida del Duca di Milano contro i portatori di armi (15 maggio 1533). [ASPSG So 2012 c, 'originale'].. NOTE:

28 05 1533 === (Confini) ASM, Sforzesco, 1451: Acta Commis... Iacobi de Medicis (28 maggio 1533). [ASPSG So 2012d, 'fotocopia'].. NOTE:

1 07 1533 === Sadoleto Iacopo (1477-1547), Iac. Sadoleti De liberis recte instituendis, liber. 1533 (Venetijs : per Io. Antonium et fratres de Sabio, sumptu & requisitione D. Melchioris Sessae, 1533. Mense Iulio), 52 c., in 8°.. NOTE:

5 07 1533 === Muore a Brescia Zuane Francesco Miani (G.M., Curiosita' storiche veneziane. Zuane Francesco Miani. in: Il Gazzettino, 1 agosto 1930; questo Zuane Francesco era figlio di Girolamo Miani e quindi zio del Santo; mori' a Brescia, ove stava scontando una pena di 20 anni per omicidio, il 5 luglio 1533; era stato nel 1514 capitano di Sebenico).. NOTE:

8 07 1533 === "1533, 8 luglio. Veneno in Collegio sier Vincenzo Zorzi et sier Polo Loredan et sier Almoro' Morexini Provveditori di Comun dicendo ieri, justa il comandamento di la Serenissima et Illustrissima Signoria, esser stati a vedere il pozzo in la contra' de S. Agnese (presso la chiesa di S. Agnese esisteva un romitaggio di donne, ndr.), che fanno quelli do inzegneri che hanno avuto la gratia, videlicet maistro Gabriel da Brexa e maistro Arcanzolo Romutan (Romitan, ndr.) da Vicenza, i quali hanno cavato passa 12 (m 21 circa, ndr.) in forma di pozzo, poi trivelato passa 4 (m 7, ndr.) passato le cuora (lo strato di 'caranto', cioe' l'argilla fossile su cui poggia Venezia, ndr.), dicono di aver trovato l'acqua dolze et hanno stropa' il buso, cosa bellissima si la reense. Voleno ducati 50 et hanno la gratia per anni XX. Hor il Serenissimo et il Colegio ordino' fossero balota' et dati" (Sanudo Diari 58, 414).. NOTE: Notizie particolareggiate in: Sanudo Diari 58, 89.394.397.414.423.

Somascha 1988, 187-188.

Tassini G., Curiosita' Veneziane, Venezia 1887, s.v. "S. Agnese" (cita il Sanudo).

Sul cognome: Romintan, Romutan, Romitan, heremitan (cosi' i documenti di Arch. St. Venezia e Sanudo, cf. RC 1960, 30-32). Molto probabilmente si tratta non di cognome ma della qualifica di "romito".

12 07 1533 === Il vescovo di Bergamo Pietro Lippomano con una lettera pastorale presenta Girolamo, la sua attivita', l'organizzazione da lui fondata attiva nella citta' e nella diocesi, i bisogni delle opere, l'unione dei suoi collaboratori in una compagnia costituita "quasi per modo di religione". - Fabris 1987. NOTE:

12 07 1533 === Lettera pastorale di mons. Pietro Lippomano vescovo di Bergamo (12.07.1533).. NOTE: Vitone 52 - Somascha XIV(1989)109ss: ed. crit. - Landini 1947, 18 e 483 - pubblicata in Bergamo e a Milano nel 1533 (quest'ultima in carattere semigotico, impressa per Francesco Cantalovo, alias Cantaluppo), poi di nuovo a Milano nel 1624 - ristampata in: SSGE 1920, 65 - Fonti Somasche 252-257 - RC 127(1958)299 - il testo piu' valido e' cod. Correr 1350/2. - se ne conserva un esemplare nell'Archivio di Somasca (Somascha 2000, 33), anche se Santinelli 1767, 67 dice "di quella parte ove si passa a parlare del Servo di Dio, pur uscita dei torchi molti anni dopo (in Milano nella stampa Archiepiscopale 1624), una copia si conserva nell'archivio di S. Bartolommeo di Somasca".

20 08 1533 === Il governo della citta' di Bergamo benefica gli orfani con 25 lire: Bibl. Civ. Mai Bergamo, Azioni della citta', 20 agosto 1533 - Bonacina 1989, 25. NOTE:

18 09 1533 === Bartolomeo Prato autorizza il Miani e compagni governatori dei poveri derelitti della Maddalena di Bergamo a esigere denari, scritture e stromenti in favore dei poveri, che egli aveva depositato presso suo fratello Giovanni e presso Giovanni Sala di Calolzio: Arch. St. Bergamo, fondo Notarile, Ludovico Viscardi Vavassori notaio, cart. 2277, 18 sett. 1533 (e' il primo atto del notaio Viscardi che ci riguardi) - Bonacina 1989, 25. NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.

7 11 1533 === 1533, 7 novembre. Le autorita' pubbliche in Milano approvano la costituzione della prima Casa o Ricovero delle convertite fondata da Ludovica Torelli della Guastalla detta Casa di Santa Valeria.Si trovava in via Santa Valeria addossata al convento di Sant' Ambrogio (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

30 11 1533 === Tra novembre e dicembre del 1533 Girolamo, con un gruppo di 35 ragazzi, lascia Bergamo, attraversa l'Adda e prende la via di Milano. Durante il viaggio e' colto, assieme a molti dei suoi ragazzi, da una febbre violenta (a Milano infuria una epidemia di peste); guarisce dopo pochi giorni; giunto in citta', e' ospitato nella chiesa del S. Sepolcro. - Fabris 1987. NOTE:

1 12 1533 === "L'opera di S. Girolamo Miani. Verso il 1531 in Somasca, paese allora della diocesi di Milano, si portava il nobile veneziano Girolamo Emiliani (o Miani) che dal 1528 aveva lasciato ogni carriera profana per dedicarsi solo alle opere di carita', specie in aiuto degli orfani. Sul finire del 1533 parti' con 35 orfanelli alla volta di Milano, dove contava di stabilirvi un orfanotrofio, ma giunto a Merate fu preso da un improvviso malore e ricoverato nella casa Albani. Mentre si praticavano i soccorsi del caso ed i poveri orfani erano attorno al loro protettore tutti sconcertati passo' di la' un cortigiano del Duca che si interesso' del fatto, offerse anzi la sua casa, ma il Miani rifiuto'. Giunto a Milano il cortigiano riferi' al Duca quanto aveva visto e il Duca, che gia' di fama conosceva il Miani, mando' alcuni ad incontrare il Miani, che gia' aveva ripreso il viaggio, e gli offerse pure ampia ospitalita'. Ma il Miani rifiuto' e l'ospitalita' e la somma che Francesco II metteva a sua disposizione; per il momento si fece ricoverare allo Ospedale come i poveri. A Milano il primo ricovero degli orfani fu il sottotetto di S. Sepolcro, la chiesa che allora sembrava l'epicentro di tutte le opere buone di Milano (nota: in un Memoriale del 1574 diretto a S. Carlo (Bibl. Ambrosiana ms. F. 47 inf. fol. 189) cosi' e' descritta la prima venuta del Miani a Milano: 'Hebbe principio l'opera de gli orfani di san Martino di Milano da messer Hieronimo Miani gentilhomo venetiano secolare, doppo le rovine delle guerre in Lombardia che finirono lanno 1530 in questo modo; che mosso dallo Spirito Sancto ando a Bergamo et d'ivi qui in Milano ne quali loghi vide gran numero di questi orfani quali mortigli i parenti e derelitti affatto, mendicavano, dormando sul letame, con grandissima loro calamita' et miseria. Onde parendogli questa la vigna che alui toccava di coltivare prima in Bergamo poi in Milano li raccolse. Et qui in Milano sopra le volte di S. Sepolcro alloggiandoli la notte, di giorno poi il vivere el vestire con infinita carita' li procurava, fece dar ricapito a detti poveri nella casa di San Martino, la qual casa era et e' del hospitale il che poi ha successivamente pagato la regia ducal camera, di ordine ancora del serenissimo Re nostro Signore. Poi avvedendosi esso messer Hieronimo che lui solo non potea attendere alle bisogna dessi poveri, atteso che ogni di' accrescevano di numero, dimando' alcuni gentilhomini pii di questa citta' per aiuto, quali appello' per deputati degli orfani et a loro diede assolutamente tutto il carico delle cose temporali, attenenti a essi orfani, cioe' di ricever spendere e dispensare qualunque denaro, o, robbe, far contratti e distratti in tutti i modi che fosse opportuno per detti orfani et sopra questo furono fatti alcuni ordini belli e santi. Congrego' anco a Somasca alcuni boni religiosi et altri layci, perche' attendessero a ministrare li santissimi sacramenti et servissero con le proprie persone agli orfani; uno de quali sacerdote et layco introdusse in Milano ...')" (da: Marcora C., Ippolito II arcivescovo di Milano. in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, VI, Milano 1959, pp. 421-423).. NOTE:

19 12 1533 === Il governo della citta' di Bergamo benefica i "poveri orfani" con 25 lire: Bibl. Civ. Mai Bergamo, Azioni della citta', 19 dicembre 1533 - Bonacina 1989, 26. NOTE:

1 01 1534 === PANIGAROLA FEDERICO crs. (Cevasco 1744, †), nel 1534 il Panigarola incontra Girolamo a Milano. NOTE:

1 01 1534 === Crispoldi Tullio, Pratica de' Sacramenti et incidentalmente un poco del Purgatorio, della fede et delle opere. Verona 1534 (quest' opera, andata distrutta, risulta dal Catalogo antico della Biblioteca Queriniana di Brescia). Cit. da Guglielmoni 1983, 87, nota 57.. NOTE:

1 01 1534 === 1534. I Barnabiti a Milano chiedono al duca di autorizzare una nuova funzione: le quarantore una preghiera davanti all' Eucaristia che durava ininterrottamente per 40 ore corrispondenti al periodo in cui Cristo Ë rimasto nel sepolcro. La funzione viene messa in atto per la prima volta nel maggio 1537. Secondo alcuni studiosi l' inventore delle quarantore fu invece il cappuccino fra' Giuseppe da Ferno (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE: Su fra I. da Ferno (Piantanida) ofmcapp. (1485-1556) cf. DSpir VIII, 1340-1341 e DHGE XXVIII, 203-204.

1 01 1534 === Carafa: Pietro Aretino (Cortigiano, atto 3, scena 7) dice del Carafa "E che sia vero, quello specchio di santita', quel padre dell'umilta', esempio dei buoni religiosi, dico il Vescovo di Chieti, si e' ridotto con la sua brigatella in Vinegia" - SSGE 1919, 53. NOTE:

1 01 1534 === (Confini) Nota Chabod (1534). [ASPSG So 2012f, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1534 === Cornabusa e Girolamo (su tutto: SSGE 1917, 33). Nel 1510 alla grotta della Cornabusa si celebrava messa, dove si venerava un'immagine di Maria Addolorata.



Un "Peder da Val d' Imagna" e' tra i compagni nel 1536 nel Ms. 30.



Parlano della Cornabusa:



- Cornaro Flaminio (Corner, senatore veneziano), Apparitionum et celebriorum Imaginum Deiparae Virginis Mariae in civitate et dominio Venetiarum enarrationes historiae et documentis etc. Venezia 1760, p. 113 (cit. in Landini 1947, 22)

- Caccia Ferdinando, Vita di S. Girolamo. Bergamo 1768 (ma non nell'originale, bensi' nella riduzione a ortografia normale curata dal p. Puiati fatta a Roma nel 1768 e a Bergamo nel 1791), p. 27: "Ritorno' sul Bergamasco nella Valle di S. Martino e valicando quelle alte montagne passo' in valle d' Imagna alla Madonna della Cornabusa ... Il Beato Girolamo Miani aveva scelto scoscesa parte di questo monte per esercizi di vita solitaria; ma ritrovandosi disturbata la vita contemplativa dal gran concorso di popolo a questo Santuario, si porto' al luogo piu' ritirato di Somasca".

- De Filippi Giacomo crs., Vita di S. Girolamo. Milano 1824, p. 24 (parla della Cornabusa).

- Tacchi Carlo, Notizie storiche delle apparizioni e delle immagini piu' celebri di Maria SS. nella citta' e provincia di Bergamo. Bergamo 1868 (e' la trad. dell'opera prec., ma solo la parte riguardante Bergamo), p. 114: "E' fama che nella parte piu' scoscesa di questo monte fermasse alquanto tempo la sua dimora per brama di vita solitaria il B. Girolamo Emiliani; ma conoscendo poi che la continuata frequenza del popolo era di troppo alle quiete sue contemplazioni, ritirossi in Somasca, ove fondo' i principii dell'illustre sua Congregatione".

- Gaspari Luigi crs., Abre'ge' etc.. Milano 1876, p. 39 e 41 (parla della Cornabusa).. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 130): lupi fugati con il segno della croce sulla via della Certosa di Pavia.. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 144): acqua fatta scaturire miracolosamente sulla Rocca di Somasca.. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 147): acqua fatta scaturire da vivo sasso alla Valletta che continua.. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 149): ferita mortale in una gamba istantaneamente sanata col segno della croce in Somasca.. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 93): demonio fugato alla Valletta.. NOTE:

1 01 1534 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1767, 131): acqua mutata in vino alla Certosa di Pavia (si cita in nota il "Giardinetto di Somasca, Ms. in S. Pietro in Monforte in Milano"; ma nella 1° edizione della Vita del Santinelli del 1740 questo brano e questa citazione non ci sono; sono quindi stati aggiunti nella 2° ed. del 1749 dal Santinelli stesso; il Santinelli muore nel 1749, l'edizione che ho sottomano qui a Somasca e' la 3° edizione (ma di pagg. 316: cf. Stoppiglia, Bibliografia 1917, 58).. NOTE:

1 01 1534 === Nel 1534 Girolamo porto' nella chiesina di Somasca alcune reliquie (cosi' risulta dagli Atti della Visita Pastorale fatta nel 1615 dal card. Federico Borromeo, cf. SSGE 423, 5).. NOTE:

1 01 1534 === Nel 1534 viene scritto il memoriale di un laico, il celebre giurista G.B. Caccia da Novara, dal titolo "De fide integranda ac de ecclesia reformanda ad Paulum III" (ms. in BAV Cod. Vat. 3659, f. 5): "Spectabam enim animo summum illum Asiae imperatorem Christi hostem Christianis cervicibus imminentem, intuebar Germanicam secessionem, revocabam ad memoriam meam sanctam matrem ecclesiam, quae priusquam Mahumetana tetra tartareaque caligo Asiam Africamque occecaret, humanum omne genus suo sanctissimo gremio complexa est, nunc in has Europae angustias coactam, in diversas sententias distractam, scissis fractisque articulis ita deformatam, ut ad interitum properare videatur ... (f. 78) io vedo come la nostra santa madre la Chiesa, dalla quale dipende la nostra salute, sia totalmente cambiata in altra forma, che pare non abbia alcun segno del suo essere evangelico e non puo' trovarsi in lei traccia alcuna di umilta', frugalita', continenza e vigore apostolico ... (trad. del red.)" (Pastor, V, 6). Si vede come si considerasse inevitabile la completa rovina della Chiesa gia' tutta rovinata dagli infedeli e dagli eretici.. NOTE:

1 01 1534 === Pavia, SS. Gervasio e Protasio: e' il primo luogo dove dimorarono gli orfani e Girolamo ("S. Hieronymus Aemiliani / Orphanorum parens / ut primum advenit / hanc sibi suisque stationem / Ticini delegit - Anno MDXXXIV", questa lapide stava fino a qualche anno fa sull'archivolto dell'ingresso); lo stato miserando di questa chiesa (gia' dei monaci Cassinesi) quando arrivo' Girolamo e' attestato dall'inventario del 1 ottobre 1516 trovato dal sac. R. Maiocchi fra gli atti del notaio Giovanni Maria Leggi) - Noli, Orfanotrofio di Pavia 1933. Qui gli orfani dimorarono sino al 1539, poi passarono alla Colombina. - Maiocchi R., Le chiese di Pavia. 1903.. NOTE:

1 01 1534 === "Qualche anno dopo, nel 1534, (Girolamo, ndr.) riusci' a sistemarsi nell' Ospedale di S. Martino (a Milano, ndr.), dove altra volta si raccoglievano i fanciulli che si smarrivano nella citta'. L'edificio era di proprieta' dello Ospedale Maggiore: Francesco II lo volle in affitto per l'opera del Miani e sborso' il canone annuo convenuto in lire 155 imperiali. Il Miani si interesso' anche delle fanciulle orfane, che dapprima uni' agli orfani, poi allogo' in una casa vicino a S. Spirito e prepose alla loro cura ed educazione alcune nobili donne; rimasero in questo luogo provvisorio fino al 1542 quando furono trasferite a S. Caterina in Porta Nuova. Al Miani si affiancarono come validissimi aiutanti Federico Panigarola, protonotario apostolico, il sacerdote Marco Strata ed i laici: Girolamo Calchi, Ambrogio Schieppato, Francesco della Croce, Lancellotto Fagnano. Nella peste che afflisse Milano nel 1534 il Miani fece prodigi di carita' ed abnegazione" (da: Marcora C., Ippolito II arcivescovo di Milano. in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, VI, Milano 1959, pp. 421-423).. NOTE:

1 01 1534 === Rocca: documenti esistenti nella Bibl. Civ. Mai di Bergamo sulla Rocca e il confine tra Somasca e Chiuso (Confin di Monte: Vercurago).. NOTE: (cf. traduz. it.)

1 01 1534 === "S. Leonardo, Como. Chiesa con ospedale situati ad angolo fra le attuali via Giovio e Volta. L'ospedale, la cui piu' antica memoria risale al 1409, apparteneva alla famiglia religiosa degli Umiliati con il compito, fra gli altri, di nutrire i condannati a morte. Aggregato nel 1468 all' Ospedale Maggiore, ospito' per breve tempo a partire dal 1534 l'orfanotrofio di Girolamo Miani (aiutato in questa opera da Primo de Conti e Bernardo Odescalco). Nel 1571 risulta sede della Scuola di Dottrina Cristiana; ad essa nel 1576 subentro' la Compagnia delle Vergini di S. Orsola istituita dal vescovo Volpi e sostenuta dai Gesuiti. La chiesa venne abbattuta nel primo '800. Fonti e bibliografia:

ACVC, Visite pastorali Carafino e Bonesana; Legato Anguissola 1577 per la Scuola della Dottrina Cristiana in S. Leonardo in cart. "Autografi - Orfanotrofi - Opere Pie"; ASCO, Osp. S. Anna sez. Ospedaletti Antichi, 2; Ex Museo, B.54, "Libro della Istituzione e regolamento del convento ossia del collegio delle Orsoline di S. Leonardo in Como fino al 1617, modellate su quelle di Brescia"; B.20, fasc. 30; Volpi, cart. 60 (ms); B.7, fasc. 1; B.10, fasc. 5 e 4; B.24, fasc. 6 e 7; B.25, fasc. 12; B.26, fasc. 69, 71, 117 e 118; Dottrina Cristiana (1635-79) B.49 A, 15; B.49, fasc. 5; Biblioteca Comunale, Magnocavallo, "Memorie etc.", Ms, 3, 2, 31; Tatti III, pp. 590-593, 673, 598; Ninguarda - Monti I, p; 42: A. Della Porta, "Degli istituto di beneficenza dei poveri e dello Spedale Maggiore di Como", Como 1802; Rovelli III 1, p. 549; Larius, p. 415 n. 1; Gianoncelli - Della Torre (1984) sc. 27101 - 27102; G. Traversa, "Due figure femminili comasche nel quadro della religiosita' secentesca", in: Studi e Fonti di Storia Lombarda, N. 13, 1987, pp. 64-83" (da: Picchi Anna, Chiese e Oratori nella Como del '600. in: Archivio Storico della Diocesi di Como, vol. 3, Como 1989, p. 124, e cartina della citta' murata a p. 134 tav. 1).. NOTE:

1 01 1534 === MILANO, San Martino: opera iniziata nel 1534 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1534 === MILANO, Santo Spirito: opera iniziata nel 1534 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1534 === PAVIA, S.Gervasio: opera iniziata nel 1534 e finita nel 1539 (tipo di opera = ). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1534 === SOMASCA, La Rocca: opera iniziata nel 1534 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1534 === SOMASCA, Valletta - S.Bart.: opera iniziata nel 1534 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1534 === PANIGAROLA F., , F6,17; F7,12 (nel 1534 il Panigarola incontra Girolamo a Milano). NOTE:

1 01 1534 === PANIGAROLA FEDERICO, F12 (Elogia), 5, nel 1534 il Panigarola incontra Girolamo a Milano. NOTE:

1 01 1534 === STRATA MARCO, , F11,IX (nel 1534 si uni' a Girolamo a Milano). NOTE:

3 01 1534 === Nel gennaio del 1534 a Milano l'opera di Girolamo suscita tale entusiasmo che il duca Francesco II Sforza scrive il 3 gennaio al suo rappresentante a Venezia Galeazzo Capella (Cappella, 1487-1537), incaricandolo di ringraziare il Carafa e di pregarlo di intervenire perche' il vescovo Lippomano non faccia tornare Girolamo a Bergamo. Il 13 gennaio 1534 il Cappella risponde, riferendo il suo colloquio con il Carafa sulla persona e l'attivita' del Miani. - Fabris 1987. NOTE:

13 01 1534 === Cappella (Capella) Galeazzo (1487-1537), Lettera a Francesco Sforza (13.01.1534): - RC 1960, 90s - Vitone 319 - Somascha 1989, 116 (la lettera sta in: Arch. St. Milano, Sforzesco, Venezia b. 1315).

. NOTE: ASPSG S.G. 214.

18 01 1534 === Lettera di mons. Gian Pietro Carafa da Venezia a Gaetano da Thiene (18.01.1534) che si trova a Napoli, per informarlo del successo ottenuto dal Miani a Milano - RC 1960 p. 93 - Vitone 321 - Bibl. Apost. Vat., cod. Barb. lat. 5697 f. 85 (88), cf. Somascha X(1985)76 n. 20 (ma qui si parla di un avviso del 1536) - Fonti Somasche 28s - Paschini 1926, 194 - Bonacina 1989, 38 (testo lat.).



. NOTE: "La lunga lettera trovasi nell'opera del P. Silos, Historia Cleric. Reg.um, Romae, Mascardi, 1650, vol. I, lib. 5, pag. 156-160" (nota ms. di p. Stoppiglia in ACM 2-5-45 pag. 22).

21 01 1534 === Lettera di Francesco Sforza a Galeazzo Cappella (21.01.1534): - RC 1960 p. 92 - RC fasc. 132, 90ss - Vitone 320



Il Duca incarica il Capella di ringraziare nuovamente il Carafa per i buoni uffici promessi al fine di far restare il Miani a Milano.



"Viglievani, 21 januarii 1534 ... Ci e' stato grato intendere il ragionamento che havete havuto con il reverendo vescovo di Chieti et la offerta che di novo ci fa di far opera che ms.Hieronymo Miano dimori in Milano. Dil che ne ringratiarete sua signoria in nome nostro accertandola che dove possemo far appiacer al predetto Miano lo faremo sempre di buon cuor et medemamente al Flaminio di manera che cognosceranno le recomandationi si sua Signoria presso di noi essergli profittevoli in tutto quello che per noi si possa".



Il Francesco II Sforza, Duca di Milano, da Vigevano scrive questo biglietto al Capella in data 21 gennaio. E' lieto e grato sapere del colloquio avuto dal suo Ambasciatore con Monsignor Carafa che si e' impegnato ad interessarsi presso mons.Pietro Lippomano, Vescovo di Bergamo, affinche Girolamo resti ancora nel territorio milanese. Per tutto questo interessamento il Capella e' pregato ancora di ringraziare il Carafa facendosi intreprete dei suoi sentimenti.. NOTE:

8 02 1534 === Cappella (Capella) Galeazzo (1487-1537), Lettera a Francesco Sforza (8 febbraio 1534): - RC 1960, 93 - RC fasc. 132, 90ss - Vitone 320



Il Capella informa il duca di aver eseguito l'ordine.



"... Sono stato pur hoggi a visitare monsignor il vescovo di Chieti et ho fatto l'officio che vostra excellentia mi comanda di ringratiare sua signoria. In effetto ha avuto troppo care le demostrationi che vostra excellentia le fa, per la quale si offerisce pregar nostro Signor Dio, et molto strettamente gli ricomanda ms.Hieronymo Miano insieme con quelli figliuoli che sono con lui. Ne' piu' presto ho possuto fare questo offitio per non esser uscito di casa per il male havuto se non oggi ... Venetia a 8 di febraro 1534. Di vostra ill.ma et ex.ma signoria minimo servitore Gal. Capella".. NOTE:

1 03 1534 === Girolamo trascorre i mesi di gennaio-aprile a Milano, ottiene dall'ospedale maggiore l'abbandonato ospedale di San Martino in Milano, riunisce attorno alla sua opera numerosi collaboratori che formano la "Compagnia degli orfani di S. Martino" - Fabris 1987



"Avea gia' Dio mandati dei fervorosi operai in San Martino. Federico Panigarola, protonotario apostolico, era stato un acquisto quanto meno aspettato, tanto piu' apprezzabile alla scuola del Miani. Si uni' anche Marco Strata, altro ragguardevole sacerdote, e alcuni divoti laici, tra i quali resta la memoria del Dottore Francesco Croce, di Girolamo Calchi, di Ambrogio Schieppato, tutti di nascita notabile, che si consacrarono a Dio per lo servigio degli orfani sotto l'ubbidienza del Miani. Avendo pero' esso a chi poter raccomandare la casa di San Martino, stimo' tempo di partir da Milano ed incamminarsi colla comitiva dei suoi poverelli verso Pavia, venti sole miglia di la' discosta" (Santinelli 1767, 127).



Notizia data solo dal Caccia (Vita, Roma 1768, p. 19):

"Stabilito il luogo degli orfanelli in Milano, vi stabili' eziandio quello delle orfane; e siccome per primi direttori delli orfani milanesi vi lascio' alcuni de' suoi orfani bergamaschi, cosi' per prima fondatrice delle orfane di Milano fece venire da Bergamo la orfana detta Bona de' Genti in eta' di dieci anni. Era da restar sorpreso ognuno degli aspettatori di questa veneranda madre fondatrice, che si faceva venir da Bergamo, quando videro capitar quella fanciulla. Ma la prudenza, con cui la orfanella bergamasca si diporto' nella direzione delle orfane milanesi, fece conoscere il presentimento del Santo intorno alla medesima".. NOTE:

4 04 1534 === Atto notarile della Confraternita della Pace (04.04.1534): - acquista terreni presso la Rocca di Vercurago (Bergamo, Arch. St., Notarile, Giovanni Antonio Mazzoleni di Calolzio, cart. 1224, 4 aprile 1534) - Somascha XIV(1989)133ss.



"In Christi nomine. Amen. Die quarto mensis aprilis millesimo quingentesimo trigesimo quarto, indictione septima, in loco de Caloltio vallis Sancti Martini, districtus Bergomi, sub quadam portichu domorum mei notarii infrascripti, presentibus testibus domino Laurentio quondam domini Bertrami Comarde de Rotha, dominus Andrea quondam domini Thome olim dicti domini Bertrami Comarde de Rotha, Sanctino filio suprascripti domini Laurentii, hiis tribus habitantibus de Caloltio, Matheo quondam Antonii de Valleteline, habitante de Curte, omnibus asserentibus. Ibi Laurentius, filius quondam magistri Ioannis de Castaneis, et Ioannis, filius quondam Iacobi de Castaneis, habitantes de Cluxio, territorii Leuci, ducatus Mediolani, qui professus fuit se etatem annorum viginti et plurimum excessisse, pro quolibet eorum titulo dati et venditi fecerunt et faciunt datum et venditum domino Petro, filio quondam domini Andree Borelli de Supracornula, habitante de Vercurago, presenti et recipienti suo nomine ac nomine et vice omnium aliorum consortium Confraternitatis pacis, cepte in loco de Somascha, et mihi notario tamquam publice persone recipienti et stipulanti nomine et vice dicte confraternitatis, nominative de quadam petia terre prative, silvate, zerbine et corneline, iacente in territorio de Vercurago, ubi dicitur in Tremasasso, cui coheret a mane corna arcis de Vercurago in parte et in parte muratellus de Tremasasso, a meridie dominus Thomas quondam de Ghislanzonibus de Barchio, a sero heredes Antonii Georgii de Aroldis de Somascha et a montibus suprascriptus venditor; que est perticharum duarum vel circa, et prout est terminata usque ad primum muratellum ad introitum dicte petie terre, salvis et si plus vel minus etc., et de omni alio iure, eo vero modo et dederunt, in eorum proprium posuerunt, qui dant et dederunt parabulam intrandi ... Unde pro quo vero dato et vendito suprascripti Laurentius et Ioannes venditores sunt ibi contenti et confessi se ab ipso domino Petro libras viginti et solidos octo imperiales habuisse et recepisse, videlicet ipse Laurentius habuit et recepit libras quindecim imperiales et ipse Ioannes habuit et recepit libras quinque et solidos oct imperiales, ibi actualiter numeratas in auro et moneta ...".. NOTE:

8 04 1534 === Testamento di Viviano Segalini (detto Travayno) di Somasca (8 aprile 1534) (ASB, Notarile, Gio. Ant. Mazzoleni, cart. 1224). [ASPSG So 31b, 'fotocopia'].. NOTE:

9 04 1534 === Acquisto di terreno in Tremasasso per l'ospitale dei poveri di Somasca: fra Tommaso Cavagnani (Cavagnoli?, ndr.) (9 aprile 1534) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32a, 'fotocopia'].. NOTE:

9 04 1534 === Acquisto terreno della Confraternita della pace per l'ospitale pauperum di Somasca (9 aprile 1534) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31c, 'fotocopia'].. NOTE:

9 04 1534 === Atto notarile (notaio Ludovico Plebani di Vercurago) della Confraternita della Pace (09.04.1534): Pietro Borelli di Vercurago acquista a nome proprio e a nome degli altri "fratres confraternitatis pacis" una pezza di terra silvata, con una pianta di castagno giacente in territorio di Vercurago "sub arce Verchuragi ubi dicitur in tremasasso" (Bergamo, Arch. St., Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 9 aprile 1534) - Somascha XIV(1989)133ss - Bonacina 1989,47 - il primo dei testimoni di questo atto notarile e' "reverendo frate Tomaxio, filio quondam domini Nicolai de Cavagnolis de Cremona" (Tommaso Cavagnoli op., cf.):



"In Christi nomine. Amen. Die nona mensis aprilis millesimo quingentesimo trigesima quarto, indictione septima, in loco de Somascha vallis Sancti Martini, districtus Bergomi, in quoquina domorum vicinorum D. Sancti Bartholomei dicti loci de Somascha, presentibus testibus reverendo fratre Tomaxio, filius quondam domini Nicolai de Cavagnolis de Cremona, et fratre Antonio quondam magnifici Alexandri de Calegariis de Nimbro, ordinis predicatorum D. sancti Dominici, Francischo quondam Antonii de Oldellis, habitante de Beseno contrata de Somascha, et Bertramo, filius quondam Antonii Bertrami de Valsicchis, et primis duobus et ultimo habitantibus de Somascha, et omnibus asserentibus. Ibi Thomas, filius quondam Simonis de Theutaldis, habitans loci de Barchio territorii Leuci, ducatus Mediolani, qui professus fuit se etate viginti quinque annorum et pluris excessisse, titulo dati et venditi, fecit et facit datum et venditionem domino Petro quondam Andree Borelli de prato, habitanti de Verchurago, presenti et recipienti suo proprio nomine ac nomine proprio aliorum fratrum Confraternitatis pacis, cepte de presenti in loco de Somascha, nominative de quadam petia terrae silvatae cum una arbore castaneorum supra iacente in territorio de Verchurago sub arce Verchuragi, ubi dicitur in Tremasaso, cui choheret a mane communis de Rossino, a meridie Francisci Cole de Benalis, civis Bergomensis, habitantis dicti loci de Verchurago, a sero et nulla hora choherebat Laurentius quondam de Castaneis de Cluxio et Ioannes quondam Iacobi Armaroli de Cluxio et modo choheret dicte Confraternitati, salvis; que est tabularum duodecim vel circa, et tanta quanta est infra dictos confines et de omni alio iure, eo vero modo et dedit et suum proprium locum posuit, quemadmodum et dedit parabulam intrandi. Et sic fuit contentus insuperscriptus Thomas venditor ut supra, fuit contentus et confessus se ab ipso domino Petro, dicto nomine et de dinariis propriis dicte Confraternitatis, libras duas et soldos decem imperialium habuisse, ibi actualiter in monetas numeratas, et renuntiavit excetioni modo et sic date, et numerate suprascripte pecunie, et exceptioni ...".. NOTE:

9 04 1534 === Tra l'aprile 1534 e il 1537, nei pressi della strada che da Somasca saliva alla Rocca furono acquistati dai padri un terreno e una casa a un piano (S. Francesco) (Bonacina, Le origini della Casa Madre di Somasca, 1989, p. 12; dattil. in: ACM 2-3-1D).

. NOTE:

30 04 1534 === Lettera commendatizia del Duca di Milano Francesco II Sforza a Girolamo (30.04.1534, Girolamo parte poi per Pavia): - RC 1960 p. 94 - Vitone 320 - Fonti Somasche 29s. Lo Sforza concede a Girolamo una ampia lettera commendatizia per i vescovi, prelati, ecclesiastici e per le autorita' civili del ducato di Milano, affinche' favoriscano le opere che egli intende intraprendere.



"Il 30 aprile 1534 il Duca provvide di ampie commendatizie Girolamo, perche' potesse diffondere l'opera sua e per essa questuare (nota: Arch. St. Milano, Potenze Estere, cart. 1450. Ecco la minuta della commendatizia: segue il testo ut infra)" (da: Marcora C., Ippolito II arcivescovo di Milano. in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, VI, Milano 1959, pp. 421-423).



Lettera commendatizia

del Duca di Milano Francesco II Sforza

a Girolamo



"Mediolani ultimo aprilis 1534 (30 aprile).

Franciscus II.

Havendo ms. Hieronymo Miani et suoi compagni demostrati in questa nostra citta' da molti mesi in qua molti segni et veri testimonii de l'amore et carita' grande quale hano ad N. S. Iddio, dando recapito alli poveri pupilli orphani, instruendoli in la via dritta ad laude dell'onnipotente Iddio et cercandoli essi medemi il vivere quotidiano, oltra che queste loro opere ad noi siano sempre gratissime, habbiamo determinato provedere che andando esso ms. Hieronymo o qualcuno de suoi compagni in alcuna altra citta', terra et loco del stato nostro, che possano fare le medeme dimostrationi et opere pie che hano fatte in questa citta', essendo tutto a benefitio de le anime et ad augmento de la santa fede catholica. Et pero' per tenore de le presenti pregamo et exhortamo li reverendi et venerabili vescovi, prelati et ecclesiastici de tutte le chiese poste nel stato nostro et sue diocesi che diano ogni adiuto et favore al prefato ms Hieronymo o suoi compagni, lator de le presenti, perche' possino perseverare nel suo bono instituto ad laude del onnipotente Iddio.

Comandando anchora a tutti li jusdicenti, officiali et subditi nostri et de nostri feudatarii che gli prestino tutti li adiuti et favori serano expedienti per le preditte cose, ne' in questo alcuno manchi per quanto ha cara la gratia nostra.

Mediolani ultimo aprilis 1534".. NOTE:

1 05 1534 === Pavia: "Nel 1534 Hier.o Miani ebbe luogo co' gli orfanelli sotto il portico", notizia ms. tratta dall' opera: Bossi G., Notizie delle chiese e monasteri di Pavia (Biblioteca Universitaria Pavia, ms. Ticinensia 182) - Raiteri 228 (foto del ms. originale).

"Veduta accostarsi alla citta' di Pavia la divota processione (del Miani e orfanelli provenienti da S. Martino di Milano, ndr.), mosse la curiosita' di tutta Pavia. Entrata (cf. De Rossi l. III, c. VII) per la porta di Santa Maria in pertica, mentre passava per istrada nuova ..." (Santinelli 1767, 128).

A Pavia Girolamo trova in Angiolmarco Gambarana (Conti di Montesegale) colui che doveva raccogliere piu' tardi la sua eredita' ed essere il primo Preposito Generale della Compagnia dei Servi dei poveri, o Somaschi, come saranno comunemente chiamati. Inoltre Vincenzo (conte del castello di Gambarana).

"Sotto il portico" dice il Bossi, e il Santinelli aggiunge e spiega: sotto il portico vicino alla chiesa di S. Gervasio, perche' non volle Girolamo che fossero mandati a casa dei malati dall'ospedale per far posto a lui e ai suoi (Santinelli 1767, 129).

I cittadini di Pavia non vollero lasciare Girolamo e i suoi cosi' all'aperto e "il provvidero d'una picciola casa contigua alla chiesa dedicata allo Spirito Santo, che per avere scolpita sopra la porta una colomba, simbolo di quella divina persona, si chiamava e si chiama anche al presente la Colombina" (Santinelli 1767, 129).

A Pavia l'episodio dei due lupi verso la Certosa (Santinelli 1767, 130; che riporta la testimonianza resa dal Meloni al processo ordinario di Vicenza del 1611).. NOTE:

11 05 1534 === Altra concessione del Patriarca di Venezia per messa e sacramenti all' Ospedale del Bersaglio (cf. la precedente in data 27 giugno 1528) - Tentorio 1976, 28 (Scuole Professionali). NOTE:

14 06 1534 === Brunelli anticipa al 14 giugno 1534 la datazione della 3° lettera di SGM (da Brescia a Ludovico Viscardi in Bergamo, tradizionalmente 1536), giocando sull'espressione dello storico cappuccino Boverio che all'arrivo di fra Giovanni Pili da Fano in Brescia dice 'era allora in Brescia Girolamo Miani'; conviene ammettere che Girolamo era a Brescia perche' attendeva alla visita o sistemazione o rilancio di una sua precedente istituzione; Giovanni da Fano attira nel 1536 su quest'opera del Miani l'attenzione dell'intera citta' secondo certi spettacolari intendimenti della sua predicazione. Sulla questione cf.: Brunelli Secondo crs., La lettera al Viscardi, San Girolamo la scrisse il 14.6.1534, non 1536. in: Ricerche GM. 44-51.. NOTE:

30 06 1534 === ? A (fine) giugno Girolamo da Pavia (con Angiolmarco e Vincenzo Gambarana e i suoi orfanelli) ritorna a S. Martino di Milano. Si ferma pochi giorni poi riparte e si ferma a Merate presso Francesco Albani (come era seguito nella sua prima andata a Milano, sic Santinelli 1767, 133. Girolamo chiamava l'Albani "il suo Abramo", sic Tortora 1620, l. III, c.X) e poi ripassa l'Adda, e prosegue alla volta della Rocca di Somasca sul confine tra Ducato e Serenissima, stabilendo una sede di riferimento per le operazioni dei due Stati. I suoi primi compagni, riuniti in Rocca, scelgono come nome "Compagnia dei servi dei poveri di Cristo" - Netto 1993, 68. NOTE:

1 07 1534 === Contratto per vendita di terra fra Gio. Pietro Borelli e Giovanni Cattanei in favore degli orfani di Somasca (luglio 1534). [ASPSG So 32, 'fotocopia'].. NOTE:

1 07 1534 === ? Da giugno a dicembre del 1534, Girolamo raccoglie orfani in Somasca; la sua attivita' si estende a tutta la Valle di S. Martino aiutando i contadini nel lavoro dei campi e seminando la parola del Vangelo. L'insegnamento della dottrina diventa una forma stabile del suo apostolato. Sempre a Somasca sceglie una grotta, sotto lo sperone di un monte, l'Eremo, ove si ritira per trascorrervi lunghe ore di preghiera. - Fabris 1987. NOTE:

4 08 1534 === Datum Confraternitatis Patrum de Somascha, Giovanni Cattaneo (4 agosto 1534) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31d, 'fotocopia'].. NOTE:

1 09 1534 === "Autunno 1534. Al principiare dell'autunno del 1534, Gerolamo Emiliani, che durante l'estate era stato ospite a Merone in Brianza nella villa del facoltoso amico convertito Leone Carpani, si mise alla ricerca di un rifugio di tranquilla solitudine. Si diresse verso la Val S. Martino e attraverso' l' Adda al guado presso il Monastero del Lavello; raggiunse prima del tramonto Calolzio e trovo' un posto per riposare presso quanto poteva rimanere dell' ospitale di quella che era stata la prima antica chiesa di S. Martino nella localita' Gerra. Le montagne che sovrastavano il paese potevano offrirgli il riparo ricercato. Il giorno seguente entrato nel Borgo posto sulla collina, passando tra le case dei signori medievali Benaglio, Torriani e Solza, raggiunse sul poggio la chiesa di S. Martino, costruita nel 1500. Il curioso aggirarsi dello sconosciuto non incontro' molta simpatia tra i residenti che videro in lui non tanto uno dei soliti mendicanti da aiutare con la carita', ma un sospettato del quale bisognava liberarsi prontamente; nonostante la giornata piovosa, fu cacciato sulla strada che, discendendo in mezzo ai vigneti, dalla chiesa conduceva a Vercurago e a Somasca. Sembra pero' che Gerolamo scegliesse di passare la notte al riparo, nel vano del penultimo contrafforte a grotta dei terrazzamenti collinari che tuttora si ergono maggiormente innalzati, partendo dalla viva roccia. Solo piu' tardi i Calolziesi riconobbero in Gerolamo, impegnato ad accogliere gli orfani abbandonati, nella sua nuova dimora in Somasca, il poveraccio che avevano cacciato in una piovosa serata; incominciarono ad aiutarlo ed in riparazione della mancata accoglienza, dopo la proclamazione della santita' da parte della Chiesa, diedero inizio al popolare e spontaneo pellegrinaggio di riconciliazione. Consisteva nel ripercorrere, pregando, o la strada bassa vicina alle sponde del lago, seguita da San Gerolamo per salire a Somasca, o inerpicandosi con sentiero tra le colline e i boschi attraversare il torrente Gallavesa e raggiungere il Santuario" (da un foglietto a stampa in occasione del Pellegrinaggio della Parrocchia di Calolzio a Somasca il 21 luglio 2002; le notizie probabilmente sono desunte da documenti parrocchiali ancora da esplorare). (i nobili Solza sono citati in latino Soltia, in italiano Solzia, poi Solza).. NOTE: "Nell'autunno del 1534 Girolamo si era ritirato nel piccolo villaggio di Somasca" (Pellegrini C., S. Girolamo Miani istitutore della cura degli orfani e confondatore dell' Ospedale dei Derelitti. in: AA.VV., San Girolamo Miani e Venezia. Nel V° centenario della nascita. Atti delle celebrazioni ecc. 1986, pag. 32).

13 10 1534 === PAOLO III - FARNESE ALESSANDRO, seniore (+1549 nov. 10 sepolto a S.Pietro in Vaticano - creato da Alessandro VI nel 1493 sett. 20); di Canino (romano, 1468) - Protonotario Apostolico; Cosma e Damiano, 1493 sett. 23; Eustachio, 1503 nov. 29; Frascati, 1519 giugno 15; Palestrina, 1523 dic. 9; Sabina e Poggio Mirteto, 1523 dic. 18; Porto e Rufina, 1524 maggio 20; Ostia, 1524 giugno 24; PAOLO III eletto nel 1534 ott. 13.. NOTE:

30 10 1534 === (Confini) Lettera del Rozono (?) al Duca (30 ottobre 1534). [ASPSG So 2012 ea, 'fotocopia'].. NOTE:

31 10 1534 === (Confini) Il Duca di Milano al Presid. Senato: sul bando di Venezia contro chi faccia movimento d'armi (31 ottobre 1534). [ASPSG So 2012 ea, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1535 === Merone: facciata della Chiesa di S. Caterina, che era la cappella del palazzo Carpani (foto color scaricata da internet; la chiesetta e': S. Caterina da Siena, gia' S. Carlo, in via don Bosco 1). SGM venne a Merone da Como nel maggio del 1535.



"La chiesa annessa al palazzo Carpani era dedicata a S. Caterina. A questo proposito il parroco don Mario Caldirola annotava nel Liber Chronicus della parrocchia: 'Goffredo da Bussero assegna a Merone una chiesa dedicata ai SS. Angeli: non pare pero' sia questo oratorio; anticamente esso era dedicato a S. Carlo, e non si comprende come ora sia dedicato a S. Caterina'. Non e' chiaro dove don Caldirola abbia attinto queste notizie; pero' negli atti delle Visite Pastorali, effettuate nella parrocchia di Moiana - Merone, a partire da quella di S. Carlo Borromeo, la chiesa e' sempre denominata 'chiesa di S. Caterina'" (cit. dal sito, curato da Molteni Antonio, http://www.parrocchiadimerone.it/storia%20parrocchia/).



Scrivere a:

Parrocchia di SS. Giacomo e Filippo

via Appiani

22046 Moiana - Merone (CO). NOTE:

1 01 1535 === Giustiniani Paolo (testim. dell'episod. della barba in Anonimo), Trattato di obbedientia di don Paolo Giustiniani con una pistola a Marcantonio Flaminio. In Vinegia per Stephano da Sabbio ottobrio 1535, cc. 104 (Marciana, Misc. 2326.4). NOTE:

1 01 1535 === Molfetta (da) Girolamo (Pancotto Giacomo, +1550), Opus de sancte fidei articulis, dialogo editum, toti Christiane religioni perutile, et necessarium / [Iacobus Panis Cocti Melfictensis, fra Girolamo da Molfetta] [12], 134 c. ; 4o. Il nome dell' A. appare nella dedica.

Localizzazioni: RM0280 - Bibl. Alessandrina di Roma

RM0267 - Bibl. Naz. Centr. "Vittorio Emanuele II" di Roma

AT0005 - Biblioteca del Seminario vescovile di Asti. NOTE:

1 01 1535 === Quinones Francisco (de) card. (Leo'n 1475 - Veroli 27.10.1540), Breviarium romanum ex sacra potissimum Scriptura et probatis Sanctorum historiis collectum et concinnatum. s.l. 1535 (si tratta dell' "Officium novum"; nel 1540 il p. Angiolmarco Gambarana chiedera' al papa proprio la facolta' per la Compagnia di poterlo recitare). Anche: Quiñonez, Quiñones, Quignones, Quignonez (lat. Quignonius, sul monumento funebre fatto per lui dal Sansovino nel 1536 in S. Croce in Gerusalemme a Roma) .



Copie di questa prima edizione non ne ho al momento trovate.

La Casanatense possiede un'edizione del 1539 stampata a Parigi.



Alcune notizie (tratte da: Righetti M., Storia liturgica. Ed. Ancora, Milano 1955, vol. II, pagg. 533-539) sulla nascita di questo Breviario:

"Nel 1529 papa Clemente VII incarico' il Quinones di disporre le ore canoniche, riconducendole per quanto fosse possibile alla loro forma antica; di sopprimere i punti piu' difficili e le lungaggini, mantenendosi fedele agli istituti degli antichi Padri, in modo che i chierici non avessero piu' motivo di trasgredire il dovere della preghiera canonica. Nel 1535, accompagnato da un Breve di Paolo III eletto papa da poco, diede alle stampe l'opera intitolata 'Breviarium romanum ex sacra potissimum Scriptura et probatis Sanctorum historiis collectum et concinnatum'. Fu chiamato 'Breviarium Sanctae Crucis' dal titolo del Quinones, cardinale titolare della basilica romana di S. Croce in Gerusalemme. L'autore aveva di mira solo la recita privata, quindi soppresse tutte le parti relative alla recita in coro; infatti l'edizione del 1535 mancava di antifone, versetti, responsori, letture brevi, capitoli e parte degli inni. Nella seconda ed. del luglio 1536 ripristino' solo le antifone, dopo le critiche formulate dai dottori della Sorbona di Parigi. Questa ed., la definitiva, usci' con l'approvazione di papa Paolo III, il quale permetteva la recita del nuovo Breviario soltanto per l'uso privato dei sacerdoti secolari che ne avessero ottenuto speciale licenza dalla S. Sede. D'altra parte era stato compilato non per l'uso pubblico nelle chiese, ma solo per quei chierici che erano tenuti a recitare l'ufficio in privato. Il papa temeva dunque che di questo Breviario ne abusassero d'ora in poi i monaci e i regolari, tenuti invece alle loro antiche tradizioni corali. La struttura del Breviario nuovo era la seguente: i Salmi erano distribuiti in modo che in ogni settimana si recitasse tutto il Salterio; ad ogni ora canonica furono assegnati 3 salmi; inoltre alle Lodi il Benedictus, al Vespro il Magnificat ed a Compieta il Nunc dimittis; le letture furono ridotte a 3 nell'unico Notturno, ma mantenute molto lunghe; erano prese la prima dall' AT, la seconda dal NT e la terza dalla vita dei Santi o da un omelia patristica; cosi' nel corso dell'anno si leggeva tutta la Sacra Scrittura, almeno nelle sue parti principali; venne inoltre uniformata la durata dell'ufficio per ogni giorno della settimana. Questo nuovo Breviario ebbe in poco tempo oltre 100 edizioni (1535-1556). Il largo favore incontrato si spiega e per la eleganza della sua lingua, che lo rendeva accetto anche ai piu' caldi umanisti, ma soprattutto per la sua brevita', che lo faceva preferito alla tiepidezza di molti e non sgradito alla pieta' di coloro che, per i doveri del ministero, avevano disponibile un tempo meno abbondante. Ma sembrava, e di fatto era, troppo reazionario alle venerande tradizioni della preghiera liturgica seguita nella Chiesa da oltre dodici secoli. Grazie a questo Breviario, la recita dell'ufficio divino fra i sacerdoti secolari divenne piu' frequente; mentre prima di regola lo dicevano in comune nelle chiese. Purtroppo pero' venne adottato per la recita corale da diversi capitoli di chiese cattedrali: ad esempio a Saragozza; il popolo si accorse che i canonici non recitavano piu' l'antico ufficio e, credendo fossero divenuti Ugonotti, si levo' a sommossa minacciando di fare giustizia sommaria. La corrente di opposizione al nuovo Breviario col tempo si accentuo', finche' Paolo IV (Carafa, 1555-1559), tradizionalista dichiarato, intervenne con un suo rescritto del 10 agosto 1556 proibendone ogni ulteriore ristampa. Lo aveva sempre avversato per il suo carattere antitradizionale, e anche recentemente aveva ricevuto note di biasimo al Concilio di Trento. Alla morte di Paolo IV nel 1559 il Breviario del Quinones ritornava in vigore e vi rimaneva tale fino al 1563, quando al Concilio di Trento (nella terza ed ultima sessione) si comincio' a trattare della riforma del Breviario. Ma tutta la faccenda si penso' bene rimetterla nelle mani della S. Sede e del papa. Ma Pio IV mori' nel 1564 e tutta la questione passo' a Pio V che pubblico' il nuovo breviario, intitolato 'Breviarium romanum', diametralmente opposto a quello del Quinones, nel 1568. Tutte le chiese, nel giro di sei mesi, avevano l'obbligo di adottarlo; eccetto quelle chiese e ordini religiosi che erano in possesso da almeno 200 anni di un Breviario particolare. Cosi' l'unificazione della preghiera canonica in tutte le contrade dell' Italia e dell' Europa divenne un fatto compiuto".. NOTE:

1 01 1535 === A Brescia Angela Merici (1470-1540) fonda la Compagnia delle Orsoline, giovani che si consacrano a Dio rimanendo in famiglia e si dedicano agli ammalati e all'educazione delle ragazze povere - Netto 1993, 69. NOTE:

1 01 1535 === Capitolo della Paglia: ne parla solo (*) il Caccia (Vita di S. Girolamo, Bergamo 1768, p. 24ss; Roma 1768, p. 16), e si svolge a Merone di notte colla luna piena e tutti son seduti su paglia di miglio.



Caccia, Vita, Roma 1768, p. 16: "Radunati qui in Merone tutti i primi compagni di S. Girolamo, postisi a sedere sopra i fasci di paglia di miglio a lume di luna, si formo' il primo Capitolo, per stabilire il luogo fondamentale della nascente Congregazione. Il Carpani esibi' la propria casa in Merone: altri proposero altri luoghi: ma tutti alla fine si rimisero alla volonta' del Miani, riconosciuto per primo capo e direttore di tutti".



(*) Ma in realta' ne fa parola anche il De Ferrari (Vita di SGM 1676, cap. XXI) negli stessi termini!. NOTE:

1 01 1535 === (Confini) Nota Chabod (gennaio 1535). [ASPSG So 2012g, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1535 === "Gennaio 1535. Havendo il ven. Girolamo Miano nella terra di Somasca, la prima casa eretta della sua Congregatione, in cui quaranta & piu' persone si nodrivano. In questi giorni, per il rigor del verno, & altezza delle nevi angustiato dalla necessita' di pane, non havendone piu' che quattro per il pranzo, dopo fervorosa oratione, pieno di divina confidanza si ripose que' puochi in grembo, in minutissimi pezzi ridotti, & segnatili con il segno di Croce, li trovo' cosi' moltiplicati, che bastorno non solo per la fameglia, ma sovrabbondantemente n'avanzo'. Aug. Turtura in Vita lib. 4 cap. 2" (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 1, alla data).. NOTE:

1 01 1535 === Giacomo (Iacopo) Chizzola, con Agostino Gallo risulta impegnato nel 1535 nell' Ospedale degli Incurabili.

(http://www.onde.net/desenzano/citta/santangela/mostra-ita.htm) . NOTE:

1 01 1535 === Milano - S. Martino: anno di fondazione 1535 (Girolamo Miani).



"Di due Hospitali, l'uno dedicato a gli putti Orfanelli, e l'altro alle fanciulle parimenti Orfanelle. Cap. 22. Volendo hora raccontare alcuna cosa delli Hospitali delli putti Orfanelli di San Martino, e delle putte parimenti Orfanelle di Santa Catarina. Diro' prima chi fu il loro fondatore. L'anno adunque 1528 trovandosi tutta l' Italia afflitta d'una rabbiosa carestia, e penuria di vivere grandissima, e massime nella Lombardia, di modo che i poveri miserabilmente si trovavano morti per le vie. (E per non raccontare il tutto) Iddio inspiro' un Gentil'huomo Venetiano nominato Girolamo Miani, ricchissimo di faculta', timoroso di Dio, e pieno, e ripieno delle viscere della carita' Christiana verso i poveretti miserabili, & comincio' a radunare i poverelli orfanelli tutti in un luogo da lui ordinato, e molti li portava con le proprie braccia, e quivi li sovveniva, dopo lasciato in quel luogo bonissime provvisioni, andosi ad un luogo nominato Somasca, villa, posta fra il Milanese e Bergamasco, e quivi fece il medesimo, e poscia in Bergamo, e finalmente in Milano (quindi qualche anno dopo il 1528! ndr.). La onde in poco tempo raccolse cinquanta tre maschi e femmine putti orfanelli, e con le sue facolta' li pasceva, in un luogo detto il Crocifisso, (dove hora v'e' un Monasterio di Monache vicino a Porta Lodovica). E presentatosi al Duca di Milano, che allora era Francesco Sforza secondo di questo nome, il quale non manco' di aiutare questa sant'opra, & consegnoli il luogo di S. Martino dove hora abitano. Pigliando esso il carico di pagare all' Hospitale grande di Milano di chi era parte del luogo c'hor posseggono. Furono poi separati gli maschi dalle femine, restando gli uni in S. Martino, e le putte furono messe in S. Caterina a Porta Nuova. Onde da questo Gentil'huomo si fondo' una Religione de Sacerdoti nominata di Somasca, dove il fondatore si ritiro', e quivi se ne morse. E che desidera d'haver maggior informatione di questa Religione, legga il libro dell'origine delle Religioni di me presente autore, e sara' soddisfatto. Ma ritornando agli nostri orfanelli, dico che in questo Hospitale sono pasciuti, vestiti e sovvenuti con gran carita' ne' suoi bisogni, cosi' in sanita' come nelle loro infermita'. Et sono da detti Sacerdoti ammaestrati nella Dottrina Christiana, & in altre divotioni, di modo che sono a sembianza di Religiosi, oltre che li fanno imparare alcun'arti. Et i Gentil'huomini che sono Deputati a quest'opera tanto pia, che sono al numero di Diciotto, tengono gran sollecitudine della cura d'essi. E si governano con bellissimi ordini degni di lode, e d'esser saputi, & imitati, i quali per cagion di brevita' non voglio raccontarli. Questi medesimi SS. Deputati, tengono ancora le cura, & amministratione dell' Hospitale delle povere Orfanelle di Santa Caterina. Questo luogo fu fabbricato dall' Illst. Sig. Francesco Taverna che fu gran Cancelliere prima del Duca Francesco Sforza, secondo di questo nome, e poscia dell'immortale Imperatore Carlo Quinto, & della Maesta' di Filippo nostro Potentissimo Re Catolico, si che questo Catolico, e pio Taverna gli dono' il sito, e la fabrica. Vivono adunque in questo luogo a sembianza di Religiose sotto il governo, & ubbidienza d'una Priora, che s'elegge a tempo mutabile. E quivi si ammaestrano in diverse arti, e lavoreri donneschi, e tutto il loro guadagno vien riservato appresso alla Priora per sovvenimento di dotte al tempo di maritarsi, o per provedere delle volte de vestimenti, over fino che si maritano, o si allogano per li Signori Deputati, i quali con gran carita', e sollecitudine ne tengono gran conto. Cosi' mentre che stanno dentro dal luogo, come quando sono di fuori, come quelle che sono figliole dell' Hospitale. Et tanta altra cura hanno de gli putti che si danno ad altri, tenendo tra essi grandissimi ordini come habbiamo detto. Questi SS. Deputati godono grandissime indulgenze cosi' Plenarie, come d'altra maniera, concessagli da gli Sommi Romani Pontefici, essercitandosi essi in queste opere sante, e di gran merce' appresso Dio" (Morigi fra Paolo, Raccolta nobilissima 1602, pag. 49-51).. NOTE:

1 01 1535 === Negli anni 1535-1554 e' parroco della chiesa plebana di Brivio un certo Cristoforo Marchetti (in: AA.VV., Fides per millenium. Il Decanato di Brivio storico erede dell'antica pieve. Brivio 2000, p. 40).. NOTE:

1 01 1535 === Nei primi giorni del 1535 Girolamo lascia Bergamo per Como, invitato da "persone pie e impegnate in opere di misericordia (tra cui Bernardo Odescalchi)"; li' avvia una casa per gli orfani nel borgo di S. Leonardo; contemporaneamente vien fondata una casa per fanciulle a S. Maria Maddalena sempre a Como. - Fabris 1987

Il Tortora (1620, l. II, cap. XII) ipotizza che il Miani fu accolto a Como da Primo de Conti perche' Primo aveva antica conoscenza del Miani (lo aveva forse conosciuto a Milano l'anno precedente?).. NOTE:

1 01 1535 === "Nel 1535 Paolo III Farnese esprime il desiderio che i Teatini ristabiliscano in Roma la loro casa, annientata dal sacco del 1527, e vuole che il Carafa stesso da Venezia venga a Roma" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. V, pag. 337).. NOTE:

1 01 1535 === Pusiano: in posizione molto suggestiva esiste il palazzo Carpani (che fu poi del Vicere' Eugenio Beauharnais), con i giardini ora aperti al pubblico. Verificare l'attinenza con Leone Carpani di Merone.. NOTE:

1 01 1535 === DE CONTI PRIMO, A Como con S.G., F5,30 (citazione da verificare!!). NOTE:

1 01 1535 === 005 "1535. Il Pio luogo di S. Martino situato in Porta nuova della citta' di Milano fu eretto di quest'anno alli 4 ottobre dal ven. nostro Padre Girolamo Emiliani fondatore della Congregazione, sotto la cura temporale di 18 Gentiluomini della citta'. La cura spirituale e morale e' appresso de' Padri, allevando gli Orfani. Vi stanno tre sacerdoti e due laici provveduti d'ogni loro bisogno" (ACS, p. 10).. NOTE:

1 01 1535 === 006 "1535. Il Pio luogo della Colombina in Pavia nominato S. Spirito fu sul principio da Signori Reggenti dell' Ospital Maggiore di detta citta' conceduto al ven. Padre d. Angiolmarco Gambarana sacerdote e compagno del nostro Beato Fondatore Patrizio di questa citta' di Pavia, per mantenervi i poveri orfani, ritenendo pero' detti Sig.ri Reggenti il dominio e l'obbligazione di allevare e mantenere detti orfani. Sotto il pontificato di Gregorio XIII essendo vescovo nella citta' mons. Ippolito Rossi fu eretto e fondato detto Pio luogo nel 1576 con autorita' e consenso de' signori Reggenti dello stesso Ospital maggiore, i quali fecero alla nostra Congregazione gli assegnamenti e patti, che dovessimo mantenere li detti orfani nel numero che sopperissero le entrate ed elemosine. La chiesa poi fu fondata dalla Sig.ra Bianca d' Adda l'anno 1590. La fabbrica del Collegio fu aggrandita del 1614 ed e' di lunghezza passi 60 in circa e larghezza passi 30. Vi e' il dormitorio per li figlioli, e stanze otto oltre il refettorio, cucina e granaio. Li soggetti prefissi nell'anno antecedente 1576 con autorita' de' Sig.ri Reggenti erano un sacerdote e due laici. Presentemente, cioe' nell'anno 1650, vi sono tre sacerdoti e 12 orfanelli, per essere cresciute le entrate, le quali calcolate le elemosine arrivano a scudi romani 670 da mantenere 5 religiosi, un servente e 12 orfanelli" (ACS, p. 10-11).



Segue Elogia (F12) di:



Carpani Leone

Battista detto il Moro

Gallo Agostino

Millini Io. Gorria (tralasciato in F12)

Volpi Antonio (tralasciato in F12). NOTE:

2 01 1535 === Cronaca del Magnocavallo (Como 1518-1559): parla di SGM alla data del 2 gennaio 1535.. NOTE: Como, Bibl. Civ., Ms. 3.2.31, Memorie antiche dal 1518 al 1559.

Santinelli 1767, 82 invece di "S. Leonardo" parla di "S. Alessandro in porta nuova".

Il Magnocavallo aggiunge pure che Girolamo "faceva applicare quei poverelli a certi lor esercizj, e alcune volte il giorno s'inviavano alla Chiesa di S. Gottardo fuori del Portello: e ivi cantavano alcune laude con tanta purita', che alli divoti era molta soddisfazione" (cit. da Santinelli 1767, 83).

12 03 1535 === Investitura di Giovanni Andrea Borelli (12 marzo 1535) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31e, 'fotocopia'].. NOTE:

20 03 1535 === Instrumento di Bolis di Carenno (20 marzo 1535) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31f, 'fotocopia'].. NOTE:

22 03 1535 === Documento che decide della sistemazione delle convertite in Verona, della cui esecuzione sono incaricati tre collaboratori di SGM (conte Provolo Giusti, Girolamo Verita', Antonio Clodio) oltre che il vescovo Giberti.. NOTE: cf. testo in: Brunelli, Fra Giovanni Pili da Fano, Corbetta 2003, pag. 35; ma non cita la fonte!

1 05 1535 === "Da Bergamo, dove aveva eretto tre opere: per gli orfani, per le orfane e per le convertite, San Girolamo nel maggio del 1535 giunse a Como. Era vescovo della citta' mons. Cesare Trivulzio, che deve averlo presentato a Primo de Conti e a suo fratello Francesco" (cit. da: Molteni 2003, f. 4).. NOTE:

1 05 1535 === Nel contesto della "fraterna" istituita al Bersaglio, si collega anche l' istituzione favorita da Girolamo l' anno 1535 nel suo viaggio a Venezia nell' ospedale degli Incurabili (dove egli era gia' stato chiamato ad operare nell' aprile del 1531). La "Fraterna dei poveri vergognosi" negli Incurabili fu appunto eretta come scuola di Dottrina cristiana, e fu la prima in tutta la citta' di Venezia; promotore, assieme a Girolamo Miani, fu "Giovanni Bartolomeo Borello dei frati di Bergamo con altri, le cui scarpe si conservano ancora in quella pia casa". Questa "fraterna" fu approvata dal Senato e nel 1536 dal Patriarca Girolamo Querini (Venezia, Museo Correr, ms. Cicogna 3062) - Tentorio 1976, 14 e 23.. NOTE:

2 05 1535 === "Doppiamente fortunato, il Lippomani (Lippomano, ndr.) vescovo di Bergamo accolse a Bergamo il 2 maggio 1535 anche i frati Cappuccini, ai quali concesse la piccola chiesa di S. Alessandro al di la' del fiume Morla, perche' vi costituissero il loro Convento (post Murgulam, ndr.). Il Muzio nel suo 'Teatro' dedico' a questi veri figli di S. Francesco i seguenti versi: 'Pyramidis formam referentes cerne cucullas. / Duraque pannosa corpora tecta toga. / His morum candor, docrtinae lumen, inestque / Eloquium, estque lues ambitiosa procul'" (cit. da: Dentella Lorenzo, I vescovi di Bergamo. Notizie storiche. Bergamo 1939, pag. 313).. NOTE: Fondatore ne fu il fra Giovanni Pili da Fano cappuccino, giunto nella primavera del 1535 da Roma a Verona, pasato poi a Bergamo.



- cf. Peregrino Bartolomeo, Opus divinum de sacra et fertili Bergomensi vinea, del 1553, a pag. 41, capo 117: "Aliqui ferventissimi et Religiosissimi Operarij ingressi sunt hanc Vineam, quando Fratres dicti Capuccini Divi Francisci Patris sui Regulam observantes residere ceperunt anno 1535, 2 Maij, in Aedicula Sancti Alexandri trans Murgulam, et adhuc etiam non mediocri observantia resident"; e cap. 118: "In hac etiam Vinea, tempestate quidem nostra non parum operatus est vir Egregius dominus Dominicus tassus Bergomensis civis, & comes, & eques, qui inter reliqua egregia opera, quae in humanis agens operatus est, & favori, & Auxilio fuit fratribus Capucinis, ut locum caperent in aede sacra divi Alexandri post murgulam ... & domino Hieronymo meiano patricio veneto auxilio fuit, ad colligendas, ac uniendas meretrices a peccato ad Christi normam conversas. Tum & pueros, & puellas nostra in urbe mendicantes ...".

31 05 1535 === "31 maggio 1535. Breve del papa Paolo III Farnese ad Erasmo di Rotterdam (in: Erasmi Opera, ed. Clericus, IV, Lugduni Batavorum 1703, 1501-1502; glielo recapito' Primo de Conti?). Erasmo venne caldamente sollecitato ad impiegare per la difesa della fede cattolica i ricchi doni intellettuali largitigli da Dio: tale suo intervento era sommamente meritevole specialmente approssimandosi allora il tempo del Concilio (che il papa voleva fare a Mantova, ndr.). Paolo III riponeva speciale valore nella partecipazione di Erasmo alla lotta teologica perche' giudicava che gli scrittori cattolici potessero confutare la eresia con successo solo se si servivano di uno stile classico (nota: cf. Tiraboschi G., Storia della letteratura italiana, VII, 1, 18)" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. V, pag. 698).. NOTE:

1 06 1535 === "A Merone il ricordo della visita di S. Girolamo rimase vivo a lungo. In paese era diffusa anche la tradizione che proprio lui avesse posato alcuni gradini sulla sponda del Lambro: forse un inizio di quella 'scala santa' che costrui' poi a Somasca, dove si ritiro' in meditazione" (cit. da: Molteni 2003, f. 6).



"Secondo una tradizione, ancora viva nel ricordo degli anziani, S. Girolamo avrebbe iniziato a costruire a Merone la Scala Santa. Per molto tempo la gente ha indicato alcuni sassi, presenti nel bosco del Maglio, vicino al ponte sul fiume Lambro, come i primi gradini (sembrerebbe fossero tre) che il Santo avrebbe posto. Sembrerebbe che alcuni parenti del Carpani, che mal sopportavano la presenza di Girolamo nella loro casa, distruggessero sistematicamente di notte i gradini che egli poneva di giorno. Che tra ia seguaci di Girolamo e alcuni parenti del Carpani non scorresse buon sangue, e' risaputo. La conversione di Leone metteva a rischio tutto il patrimonio di famiglia. Girolamo, quindi, non doveva restare in paese" (cit. dal sito, curato dallo stesso Molteni, http://www.parrocchiadimerone.it/storia%20parrocchia/COSARESTA.HTML).



"L'antico palazzo dei Carpani ove fu ospitato S. Girolamo, passo' con l'andare del tempo al principe tedesco Razzini (o Rasini?, ndr.), quindi alla figlia Anguissola maritata a Monticelli, attuale proprietario. Il palazzo ha subito parecchie trasformazioni, ma la cameretta abitata da S. Girolamo e' rimasta nello stato pristino. A merone corre anche la tradizione che S. Girolamo abbia costruito una piccola gradinata che mette al torrente" (SSGE anno VI, n. 69, dicembre 1920, pag. 4 nota 1).



"Dopo i Carpani, il palazzo divenne proprieta' di altre famiglie nobili: Carenna-Aliprandi, Rasini (o Razzini?, ndr.) Anguissola, Ponticelli e infine Miroglio. Attualmente cio' che resta dell'antico edificio e' abitato da famiglie private. Alla abitazione era annessa una chiesa, dedicata a S. Caterina, ove officiava il cappellano di famiglia. L'ultimo fu don Pietro Orsenigo, cappellano dal 1901 alla morte nel 1944" (cit. dal sito, curato dallo stesso Molteni, http://www.parrocchiadimerone.it/storia%20parrocchia/COSARESTA.HTML).. NOTE:

1 06 1535 === Nel giugno 1535 Girolamo con ventotto orfani parte da Como e su consiglio di Primo de Conti prende alloggio dopo sei miglia nella casa di Leone Carpani a Merone in Brianza: con i suoi compagni stabilisce di istituire una congregazione e scelgono come centro di tutta la sua opera Somasca. - Fabris 1987. Con tutta quella gente e orfani, piu' quelli raccolti a Merone e nella Pieve non poteva certo tornare e sistemare tutti a Bergamo. "Il Carpani offriva come sede alla compagnia la propria abitazione di Merone, che bramava converita in casa degli orfanelli. Il sito parea alquanto scomodo per aver comunicazione colla citta' di Bergamo ... Parea piu' opportuno un luogo onde fosse facile il commercio tra gli stati della repubblica di Venezia e quei del Duca di Milano e percio' Pietro Borello, uomo dei migliori agiati di Vergurago, che si era fatto discepolo del Miani, esibi' la propria casa in quella terra, posta nel bergamasco, nella valle di S. Martino sul confine del Veneziano e del Milanese. Trovandosi Girolamo in tale perplessita' si diede a domandar con tutto il fervore a Dio lumi per ben risolvere" (Santinelli 1767, 88). Parte Girolamo e arrivati a Vercurago lo trova luogo di traffici, passaggi e confusione; allora piega su Calolzio, dove si ferma per un po'; ma il Mazzoleni lo osteggia ("Non poteva esser vero, che esso fosse chi il popolo ignorante credea; esser egli un ipocrita, e un paltoniere, che col seguito di quei poverini faceva mercato dell'altrui miserie, e forse covava altri disegni nel cuore, doversi percio' cacciare di la', quando ei non risolvesse d'andarsene: bastare i suoi poveri a Calolzio, senza che altri ne conducesse de' forastieri ad aggravare la terra". Cosi' lo fa parlare il Santinelli 1767, 93) obbliga a partirsi, non volendo "pitocchi". Riattraversato l'Adda, si fermo' alcuni giorni a Garlate. Poi scelse Somasca e parti' accolto in casa degli Ondei (Tortora 1620 l. III, c. 1).

Va notato che fu Primo de Conti a mettere in relazione il Miani con Leone Carpani che abitava a Merone nella Pieve d' Incino dove aveva i suoi beni; e cosi' anche il Carpani accolse il Miani e i suoi orfani con quella sollecitudine che gli suggeriva la sua grande pieta'. Il Carafa a Venezia fu informato (forse dal Miani stesso) delle eccellenti disposizioni del Carpani e scriveva in proposito a un fratello spirituale: "fatemi sapere quello che pensa di fare di quel suo gregge (orfani) anzi del Signore; perche' bramo di vederlo libero ed espedito, da potersi dar tutto a chi tutto deve". Ed infatti il Carpani si diede tutto a Dio e al servizio degli orfani; ascese agli ordini sacri, passo' a Roma ed attese all'orfanotrofio di S. Maria in Aquiro, che nobili ed ufficiali della Corte Romana avevano incominciato ad erigere. Fu piu' tardi tra gli intimi di Paolo IV e lo assistette negli ultimi suoi giorni; Pio V gli offri' poi l'arcivescovado di Napoli ma il Carpani non volle accettare (Paschini in RC 1929, 200).. NOTE:

6 06 1535 === Documento dell' Ospedale degli Incurabili sul brevetto di Archanzolo romitan (Notatorio II dell' Ospedale degli Incurabili, c. 9 v.; copia in: Processi Apostolici, Processo Veneto, c. 118, Arch. Procura Generalizia Padri Somaschi, Roma, VI 0 10) - Tentorio 1976, 34 (Scuole Professionali)



Documento dell' Ospedale degli Incurabili

sul brevetto di Archanzolo romitan



6 giugno 1535



(Notatorio II dell' Ospedale degli Incurabili, c. 9 v.; copia in: Processi Apostolici, Processo Veneto, c. 118, Arch. Procura Generalizia Padri Somaschi, Roma, VI 0 10)



"Jesus Maria 1535 a di' 6 zugnio.

Presidenti

Ms. M. Ant. Michiel

Ms. Augustin da Mula

Ms. Ant. Corner

Ms. Fran. Loredan

Ms. Zuan Donato

Ms. Fran. Mocenigo

Ms. Zuan Cornier

Ms. Domenigo Onorandi

Ms. Michiel Giustinian

Ms. Piero Contarini

Antonio Bognolo



Havendo richiesto maestro Archangelo Romitan licentia di poter dare licenzia di dar licentia a messer Zuan Augustino della Gatta di fare uno edificio da conzar in Trivisana, et questo per estinguer un debito, che lui ha col detto messer Zan Agostin de ducati 50 inzircha fatto nel tempo, che lui teneva li putti insieme con misier Gerolamo Miani, per sustentazione de quali offerendo el detto messer Zuan Agustin dal all' hospital nostro ducati dieci".. NOTE: Agostino da Mula, veneziano, nel 1525 luogotenente d'Udine, nel 1526 provveditore generale dell'armata di qua del Mincio, indi provveditore in Friuli (sic Tassini).

10 06 1535 === "Fabrizio Peregrino il 10 giugno 1535 scrive da Roma al Duca di Mantova: 'Gli cardinali incominciarono intrare in qualche spavento di questo Papa (Paolo III Farnese, ndr.) vedendo che egli ha puoco rispetto et dimostra di voler rivedere gli conti di ciascuno; pero' bisogna che le brigate stiano in cervello' (Archivio Gonzaga di Mantova)" (Pastor, V, 99, n. 4).. NOTE:

30 06 1535 === Verso la fine di giugno 1535 Girolamo torna a Venezia, dove e' richiesta la sua opera. Soggiorna all'ospedale del Bersaglio (detto Derelitti o Ospedaletto); incontra gli amici del Divino Amore. - Fabris 1987. Forse il sac. Pellegrino d' Asti di Vicenza, lasciato da Girolamo alla cura del Bersaglio, gli fece intendere tramite il Carafa la necessita' di tornare a mettere bene in regola questa opera.

Ma il Santinelli: "Sul terminar di questo anno 1534 il Servo di Dio fece ritorno a Venezia" (Santinelli 1767, 156). Chi ha ragione?. NOTE: "Venne a Venezia per alcune opere pie ... Visito' li suoi amici, spesso fossimo insieme ..." (Anonimo in: F1, 16).

1 07 1535 === Verso i primi di luglio 1535 la presenza di Girolamo a Venezia si mostra sempre piu' necessaria e il ritorno in Lombardia viene continuamente procrastinato; cio' acuisce alcune difficolta' sorte nelle opere della Lombardia. - Fabris 1987. NOTE:

5;07;1535 === 1.a Lettera (05.07.1535) di S. Girolamo Miani.. NOTE: dalla Trinita' in Venezia a Agostino Barili in Bergamo alla Maddalena (in cui Girolamo manifesta tutta la sofferenza del suo animo per le difficolta' in cui si dibattono i suoi compagni, anche se ha la certezza che la sua opera e' voluta da Dio e non verra' meno).



Fonti 3.

SSGE 434/435, 29 (foto del ms.).



Lettera ad Agostino Barili in Bergamo alla Maddalena, da Venezia alla Trinita', 5 luglio 1535. Autografa. Consta di un unico foglio (cm 28x20) scritto su entrambe le facciate quasi completamente. Reca il contrassegno "C" dell' ex Archivio Generale dei Somaschi di S. Maiolo di Pavia, dove era conservata gia' dai primi anni del sec. XVII. Attualmente si conserva in ACM.

21 07 1535 === 2.a Lettera (21.07.1535) di S. Girolamo Miani.. NOTE: dalla Trinita' in Venezia a Agostino Barili in Bergamo alla Maddalena e alla Compagnia (in cui Girolamo incoraggia i fratelli, li consola e li esorta ad essere forti nella prova, perche' le prove sono permesse da Dio per purificare la fede e riporre ogni speranza in Lui solo) - Fonti 3 - SSGE 434/435, 29 (foto del ms.).



Lettera ad Agostino Barili alla Maddalena in Bergamo e alla Compagnia dei servi dei poveri, da Venezia alla Trinita', 21 luglio 1535. Autografa. Consta di un foglio di 4 facciate (cm 32x22), delle quali sono scritte fittamente le prime due. Sulla quarta vi e' l'indirizzo del destinatario. E' contrassegnata con la lettera "A" dell' ex Archivio Generale di S. Maiolo di Pavia, ove era conservata gia' dai primi anni del sec. XVII. Auutalmente conservata in ACM.

22 07 1535 === Dopo il 21 luglio 1535 (il 22 o 23) Girolamo lascia Venezia per ritornare a Somasca; non saluta i parenti di Venezia ma manda a loro don Pellegrino d' Asti dal Bersaglio (come racconta Angelo Miani nella lettera a Bianca Trissino); trascorre un paio di giorni a Vicenza (presso l'ospedale della Misericordia, e a casa Trissino), poi passando per Verona e Brescia arriva a Bergamo; probabilmente soggiorna anche a Salo', ospite degli Scaini. - Fabris 1987. NOTE:

29 07 1535 === Lettera di Angelo Miani (nipote di Girolamo, figlio di Marco) alla vicentina Bianca Trissino (moglie di GiovanGiorgio Trissino letterato) (29.07.1535): - Landini 1947, 421-422 - Vitone 318 - De Rossi 1630, lib. III, cap. X, pp. 213-214 - Santinelli 1767, 169s.. NOTE:

1 08 1535 === "Era capitato a Bergamo fra Giovanni da Fano cappuccino, mandatovi dai superiori per propagare nelle parti di Lombardia la riforma. Molto si adopero' il Miani colle sue raccomandazioni e colle accreditate testimonianze per ottenere che monsignor Lippomano permettesse di aprir in Bergamo il primo Convento (cf. Boverio, Annales Capucinorum 1653 sub anno 1535) di Lombardia talmente che fu detto che egli in Bergamo ha istituito gli orfanelli, le orfanelle, le convertite e li padri Cappuccini. Fra Giovanni da Fano presto' poi grande aiuto a Girolamo nelle cose di Brescia, ed i Cappuccini entrati in Como prima di essere provveduti d'abitazione 'alloggiarono in Santo Leonardo cogli poverelli' (cf. Magnocavallo ms.). Duro' ancora dopo la morte del Miani questa santa amichevole corrispondenza come si fa chiaro dall'aver dedicata quel fra Girolamo (da Molfetta, ndr.) alla Compagnia dei Servi dei Poveri la gia' riferita operetta" (Santinelli 1767, 177s).. NOTE: Fra Giovanni Pili da Fano (da minore fattosi cappuccino)nella primavera del 1535 era partito da Roma per andare a Verona, che fu la prima citta' dove predicasse in abito da cappuccino.

1 09 1535 === Lettera patente (o Autorizzazione) del card. Girolamo Aleandro della Motta (arciv. Brundusino ed Ovitano) legato a Venezia, cioe' Nunzio Pontificio di Paolo III presso la Serenissima (01.09.1535): - Vitone 59 - SSGE 1920, 61 (testo e foto) - SSGE 419, 14-15 [testo lat\it, foto] - Somascha 2/3(1989)109 - Fonti Somasche 258s (testo e trad.) - questa lettera, diretta a Girolamo Miani, ad Agostino Barili e agli altri servi da Girolamo Aleandro, legato pontificio presso la Veneta Repubblica, rappresenta il primo riconoscimento della Compagnia dei Servi dei Poveri da parte della autorita' ecclesiastica. Girolamo forse parlo' a Venezia con Andrea Lippomano, il quale poi giro' le richieste all'Aleandro (possibilita' di confessarsi e di fare la comunione alla Rocca e Valletta; sic Santinelli 1767, 179) - Fabris 1987 - l'originale di questa lettera patente si conserva nell'Archivio di Somasca (Somascha 2000, 33) alla segn. 3-2-41. Santinelli 1767, 180 nota a, dice che "l'originale in pergamena si trova presso il Reverendissimo P. D. Gio: Francesco Baldini in Roma, ora nell'archivio della Proc. Gen".

"Una grazia si' segnalata apporto' grande allegrezza al p. Barili e ai suoi compagni di Bergamo, e con nuova si' lieta s'incammino' di la' a poco il Miani verso la sua Valle di S. Martino e alla sua cara Somasca" (Santinelli 1767, 181). Il p. Caimo nella Vita di AM. Gambarana 1865 p. 150 dice "patente che si conserva nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio di Roma nell'archivio della Procura Generale dei Somaschi".. NOTE:

5 09 1535 === Elenco dei componenti il consiglio generale e unione spirituale dei signori ministri, governatori e presidenti dei poveri orfani derelitti della Maddalena a Bergamo: Arch. St. Bergamo, fondo Notarile, Ludovico Viscardi Vavassori notaio, cart. 2277, 5 sett. 1535 - Bonacina 1989, 26 (Elenco: Pietro Passo o Passi, Alessandro Aiardi, Ludovico Signori ministri; Francesco Bresciani, Michele de Solzia o Solza, Leonardo Medolago, Francesco Caversenio, il mercante Girolamo Sabbatini, i fratelli Giovanni e Amedeo Cattaneo, Pasqualino Zanchi, Agostino de Augustis, Antonio Plebani, Giovan Pietro di Ponzate, Girolamo Carminati calzolaio, Giacomo Mozio, Floro Tasca da Meda, Bernardo Codazzi, Alberto Morandi, Antonio Covari, Francesco Roseni, lo spadario Angelo Scanzi, Bertramo Pesenti, Giovan Pietro Olmo, Martino Pelabrocchi; testimoni: Giacomo Spirano, Bono Palazzago, Vincenzo Campoloni, Andrea di Trescore e come secondo notaio Giacomo Bosoni). (i nobili Solza sono citati in latino Soltia, in italiano Solzia, poi Solza).. NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.

30 09 1535 === Verso la fine di settembre 1535 Girolamo e' a Verona, ospite del vescovo Giberti, per salutare il Carafa, chiamato a Roma da Paolo III; partecipa alle appassionate conversazioni di quei giorni sulla Chiesa, l'eresia, il Concilio; la sua ardente sete di riforma della vita cristiana colpisce vivamente i presenti. Nel ritorno a Somasca si ferma a Salo', ospite degli Scaini e del sacerdote Stefano Bertazzoli loro congiunto (tanto gli Scaini che il Bertazzoli erano anch'essi stati ospiti del Giberti per salutare il Carafa e li' conobbero il Miani e l'invitarono a prendere la strada per Salo'; fermatisi in sosta a Peschiera per mangiare, il Bertazzoli accortosi che Girolamo mangiava solo pane gli disse "Avvertite ms. Girolamo che omnis repletio mala, panis autem pessima" al che Girolamo rispose "E' vero e io ne son troppo ingordo: conviene mortificarsi e prenderne il puro bisogno"; arrivati a Salo' Girolamo si fermo' tre giorni; qui avvenne il fatto del pianto dirotti di Girolamo durante un lauto pranzo imbandito in casa Scaini, presente anche il Bertazzoli; Santinelli 1767, 172). - Fabris 1987. NOTE: Fratelli Stefano e Bartolomeo Bertazzoli, di Salo'.



"Bartolomeo Bertazzoli aspirava di aggregarsi ai Servi dei Poveri, ma ne era dissuaso dai Teatini, i quali non vedevano in lui troppo chiari segni di vocazione e gli additavano altri mezzi di santificazione e di apostolato" (Tentorio in RC 1957, 33; alla nota 26 cita: Cistellini, Figure della riforma pretridentina. Brescia 1948, senza specificare la pag.).

1 10 1535 === Girolamo in ottobre del 1535 stabilisce una nuova fondazione a Pavia (???) - Netto 1993, 69. NOTE:

1 11 1535 === Il 1 novembre 1535, sposata la giovanissima Cristina di Danimarca, Francesco II Sforza muore senza eredi, e il Ducato di Milano passa all'imperatore Carlo V.. NOTE:

1 11 1535 === Muore il 1 novembre 1535 Francesco II Sforza e inizia il periodo della dominazione spagnola nel Ducato di Milano.. NOTE:

1 11 1535 === Probabilmente nella Festa di Tutti i Santi (Ognissanti) del 1535 si tiene il primo capitolo della Compagnia dei servi dei poveri (a Somasca?) - Fabris 1987.

"Da ogni luogo concorrean persone a Somasca, altre per chiedere a lui consiglio, altre per chiedergli aiuto, ed alcuni ancora per desiderio di servire Dio nella Compagnia dei Servi dei poveri. Tra questi e' restata la memoria (cf. Albani 1600, part. III) di Francesco Bavio, e Girolamo Novati, nobili milanesi, di Jacopo Alesi (G. Giacomo Aleni, notaio, ndr.), nobile bresciano, di Bernardo Spinola, di cospicua famiglia genovese, di un Francesco da Tortona, di un Guido da Vercelli, che Girolamo approvata la loro vocazione, con viscere di padre accolse tra i suoi discepoli" (Santinelli 1767, 142).

Cresciuto il numero dei fratelli a numero di sessanta (Tortora 1620 l. III, c. X) e essendo divenuta piccola la casa di Somasca; Girolamo adocchia gli avanzi di muro della Rocca.

Sistemata alla bell'e meglio la rocca, ordino' Girolamo che nel mezzo della risistemata cappella di S. Ambrogio si scavasse una ben capace cisterna. Qualcuno riteneva inutile la cosa, ma si trovo' una capace vena d'acqua (Santinelli 1767, 144).

Fece poi trasferire dalla casa di Somasca i piu' piccoli e i piu' infermi alla Valletta, nela fratempo sistemata. Il teste Cristoforo Amigoni nel 1612 (Processo ordinario di Somasca) ricorda come "si faceva la cucina nella casa degli Ondei, e poi si portava la vivanda cotta alli figlioli" tanto della rocca che della Valletta (Santinelli 1767, 146).

Fece poi scaturire Girolamo l'acqua alla Valletta "perche' riusciva di troppa pena ai poveri fanciullini il dover salire per le tante occorrenze del giorno ad attinger acqua alla Rocca per sentiero ripido tra sassi e spineti" (Santinelli 1767, 146).. NOTE: Il notaio G. Giacomo Aleni viene citato anche da: Balestrini F. - Fappani A., La carita' nel bresciano. Brescia 1986, pag. 91.

11 11 1535 === Poiche e' frati Cappuccini, appena insediatisi in Bergamo a maggio, desideravano un piu' vasto spazio di terreno, capace di ospitare un maggior numero di religiosi, quanti erano necessari per costituire una regolare comunita' religiosa, i reggenti del Consorzio di S. Alessandro post Murgulam (una sezione del Consorzio di S. Spirito) con una serie di stipulazioni contrattuali l' 11 novembre 1535 presero in affitto un appezzamento di terreno contiguo alla chiesa, di proprieta' dei fratelli Giangiacomo e Cristoforo Tasso del Cornello, cugini di Domenico Tasso. Erano circa 4000 metri quadrati. La direzione del Consorzio riuscira' a convincere Domenico Tasso (cf. il suo lascito in data 13 novembre 1532) ad riscattare tale terreno a pro dei Cappuccini stessi, risolvendo cosi' l'affitto.. NOTE:

17 12 1535 === Il 17 dicembre 1535 il Consiglio degli Anziani di Bergamo, nell'elenco di coloro che dovevano essere beneficiati di 25 lire imperiali, comprese anche i Cappuccini di Bergamo. Fu il primo riconoscimento ufficiale della loro presenza in citta' (cf. Bibl. Civ. Mai, Azioni della citta', 17 dicembre 1535).. NOTE:

20 12 1535 === Girolamo e' a Milano, dove controlla la contabilita' di S. Martino.. NOTE:

20 12 1535 === Nota (autografa di Girolamo) al Libro dell' Introito e Esito di S. Martino di Milano (20.12.1535): "visto da messer Hieronymo Miani pro patre nostro" - Netto 1985, 92 - Landini 1947, 430 e 438. NOTE:

21 12 1535 === Il Fabris (Fabris 1987, 144) pone a dopo il 20 dicembre 1535 la seguente notizia: Girolamo va a Pavia con un gruppo di orfani; dopo qualche giorno trascorso all'aperto nella cittadella, e' accolto nell'ospizio tenuto dalla confraternita di S. Gervaso; anche a Pavia molte persone collaborano con lui, tra gli altri Angiolmarco e Vincenzo dei conti di Gambarana; a lui (sic!) affida, prima di ripartire per Somasca, la Compagnia degli orfani. (Ma Girolamo non era andato a Pavia nel 1534?). NOTE:

1 01 1536 === Giovanni Pili da Fano ofmcapp. (1469-1539), Brevis Discursus super Observantia Paupertatis / Breve discorso dirca l'osservanza del voto della minorica poverta'. Composto per il R.P. Fra Giovanni da Fano. Brescia, Damiano & Giacomo Philippo fratelli, 1536.



. NOTE: Il ms. originale del "Brevis Discursus super Observantia Paupertatis" si trova a: Parigi, Bibl. Nat., 17770-72 (il ms. e' certamente anteriore al 1536; cf. quanto dice l' Anonimo a proposito della scola aperta da S. Girolamo alla bottega di S. Rocco: "... Era fra di essi (orfani, ndr.) studio speciale di poverta', si' che ognuno desiderava d'essere il piu' povero", cit. in: F1, 11).



Altro suo ms.: Explicatio Regulae (Aquila, Bibl; Prov. 203 ?).



Edd. recenti del "Brevis Discursus":



Pobladura (De) Melchior (ed.), Brevis discursus de observantia paupertatis franciscane compositus a P. Joanne a Fano OFMCap. in: idem (ed.), Matthias a Salo', Historia Capuccina, pars prima. Roma 1946, Appendix II, 443-463.



Cargnoni Costanzo (ed.), I frati cappuccini. Documenti e testimonianze del primo secolo. Perugia 1988, I, 721-744.



Il testo e riprodotto dall'opera:



Pili Giovanni da Fano OFMCap, Breve discorso circa l'osservanza della minorica poverta'. in: Regola e Testamento del P.S. Francesco ... In Venetia, presso li Giunti, 1625, ff. 19-34.

1 01 1536 === n.n., Ms. dell' Interrogatorio del Maestro al discipulo (circa del 1536).. NOTE: Si riporta quanto dice il Sala (Biografia di S. Carlo, 1858 (ma la fonte citata e' del 1789!), pag. 63ss).

1 01 1536 === "Alcuni dei Deputati dei poveri in Brescia erano stati cooperatori di S. Girolamo, e continuavano a essere Protettori dell'istituto, che ufficialmente ormai dal 1536 si chiamava 'Poveri della Misericordia di Brescia'; fra questi protettori e' continua la presenza di Agostino Gallo" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 13).. NOTE:

1 01 1536 === (Confini) Nota Chabod (gennaio 1536). [ASPSG So 2012h, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1536 === "Era in quelli stessi tempi, l'anno 1520 (?, forse 1536, ndr.) apparso il B. Gironimo Miani, nobile venetiano, fondatore dei Chierici Regolari detti somaschi, il quale raccogliendo i fanciulli orfanelli mantenevali di limosine, le quali egli andava cercando, et insegnava loro la institutione christiana. La quale santa opera abbracciata da quei santi sacerdoti et altre persone che vi adherirono a lui ando' germogliando in altri sacerdoti non regolari, i quali nella chiesa chiamavano i fanciulli dalle tere ove stavano et insegnavano loro essa christiana institutione; dui dei quali poco fa decrepiti sono passati a miglior vita, cioe' il Rd. Ms. Pte Stefano Bertazzolo (Bertazzoli, ndr.), nobile di Salo', et il R.do Prete Francesco da Cesano, luogo vicino a Salo' cui segui' un suo discepolo detto il Rdo Prete Antonio di Gazano, sacerdoti tutti di santissima et esemplarissima vita. Et cosi' pian piano operando Iddio, si e' questo santo istituto ampliato per mezzo di molte persone et ecclesiastiche et secolari et religiose, fra le quali hanno fatto e fanno frutto grandissimo i Chierici Regolari che militano sotto il nome di Gesu', religiosi posti da Dio nella sua chiesa per efficacissimi mezzi della santa Riforma ... (segue parlando della introduzione della institutione christiana per opera del p. Giuseppe Piantanida da Ferno ofmcapp. a Genova e Albenga, ndr.) ... La Compagnia dei giovani da lui fondata per la institutione christiana seguiva tuttavia con gran fervore et speranza del suo ritorno in Genova. Et la Signoria volendo pur che l'opera continuasse distribuilli per le chiese della citta'. Veduto egli alla fine che non potea ritornare, aviso' con una letera la compagnia, esortandola a seguire la santa impresa; dal quale aviso percossi quei giovani si rivolsero in lacrime, et ben cinquanta o sessanta di loro si fecero religiosi in diverse Religioni, et da trenta si fecero Capuccini. Il buon sacerdote Messer Pre Andrea (Bava, poi somasco, ndr.) se ne venne in Pavia, ove stando alcun tempo, rinovo', radrizo' et stabili' l'opera della institutione christiana. Fece lo stesso a Cremona, a Vercelli et in altri luoghi; et in tal mondo andossi divulgando questo santo istituto" (cit. da: Matthias a Salo', Historia capucina pars altera, in lucem edita a P. Melchiore a Pobladura, Roma 1950, pag. 392ss; cf. RC 1957, 34).. NOTE: fra Mattia Bellintani da Salo' ofmcapp. (1535-1611).

1 01 1536 === Erba, Eremo S. Salvatore, dato ai Cappuccini dal Carpani Leone; nel 1536 vi costruiscono il loro convento: "... L'antica cronistoria ms. dell' Eremo ci tramanda che proprietario della zona di S. Salvatore e delle zone adiacenti era Leone Carpani 'sacerdote nobile e ricco oriundo di Milano, dimorante in Roma, discepolo di S. Gerolamo Emiliani; in Roma s'esercitava continuamente in svariate opere di carita', poi consacratosi totalmente a servir gli infermi nel grande Ospedale di S. Spirito, ove ora servono i Cappuccini, appena vennero richiamati in Roma per le istanze della Duchessa di Camerino'. Leone Carpani 'un giorno discorrendo con essi fece esibitione di dar loro un luogo solitario, che egli possedeva sopra un monte, nella pieve di Incino nel Ducato e diocesi di Milano, ove era una chiesetta abitata da un eremita detto Salvatore, e di commissione sua, qual luogo era ameno, solingo e discosto dalle abitazioni come appunto quei Padri desideravano fossero i loro luoghi et abitazioni. Accettarono li Padri la offerta e subito inviarono cola' per visitare il luogo due Padri, de' quali uno fu il Padre Fra Marco da Bergamo, religioso di molto spirito'. Nel 1536 la costruzione del convento: '... cominciarono a costruire alcune piccole stanze. Fecero altresi' un coro di dietro alla chiesa antica dedicata alla gloriosa ascensione del Salvatore, che percio' si chiama volgarmente da tutti S. Salvatore. A suddetto coro si fecero alcuni repostigli overo armarioli entro il muro, da reporvi li paramenti e i calici in loco della sagristia ... Sopra la chiesa vi fabbricarono le celle fino in numero di otto, le quali erano tramezzate da vimini e creta invece di tavolati e mattoni e calce, alcune delle quali celle erano senza finestra, tanto erano umili e povere ...'. Nelle memorie storiche del can. Venanzio Meroni, intitolate 'La Pieve di Incino o Mandamento di Erba' (Milano 1905, vol. 2, pag. 36), si legge pero' che alla costruzione collaboro' anche Primo del Conti, oriundo di Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.] nella nostra Pieve, e medico di Erba. '... La chiesa fu consacrata l'anno del Signore 1562 alli 24 ottobre da mons. Girolamo Ferraguti vescovo di Ivrea che allora fu Visitatore apostolico mandato dal Sommo Pontefice Pio IV ad istanza di San Carlo ...'" (Barbieri Silvio, L' Eremo di San Salvatore sopra Erba. in: AdL 1/1988, 3-4; a p. 5 riproduzione fotografica della copertina del ms. intitolato 'Fondazione del Convento de' Cappuccini sopra Erba ed altre cose notabili dal 1536 in avanti. Convento S. Salvatore sopra Erba'").. NOTE:

1 01 1536 === "... Il convento che i Cappuccini ebbero a Crevenna sopra Erba si dovrebbe alla generosita' del p. Leone Carpani, sacerdote nobile e ricco oriundo di Milano, dimorante in Roma, discepolo di S. Girolamo Emiliani; in Roma si esercitava continuamente in svariate opere di carita', poi consacrossi totalmente a servire gli infermi nel grande ospedale di S. Spirito, ove ora servono i Cappuccini, appena vennero richamati in Roma per le istanze della duchessa di Camerino offri' loro una chiesetta con un luogo solitario, lontano da ogni abitazione ... accettarono la graziosa offerta ... La fondazione del convento risalirebbe al 1536" (cit. da: Bonari Vladimiro ofmcapp., I conventi e i cappuccini dell'antico Ducato di Milano. Crema 1893, pag. 200).. NOTE: "E' probabile che qui lo storico Bonari confonda dei dati: il p. Carpani, che aveva possedimenti in Merone, luogo noto per il passaggio che vi fece lo stesso S. Girolamo, terra che sta quasi di fronte alla citta' di Erba, forse si servi' in un primo tempo sia della mediazione di S. Girolamo stesso, sia dell'opera e della munificenza del p. Primo de Conti, il quale precisamente aveva interessi familiari in questa localita', per fare la sua elargizione in favore dei Cappuccini: o forse ne fu sollecitato dal Miani o dal Conti stesso; troviamo poi che la chiesa dei Cappuccini a Erba fu riedificata soprattutto con l'opera di Francesco Conti (fratello di Primo) nella seconda meta' del '500 (cf. Paltrinieri 1805, 52)" (Tentorio in: RC 1957, 32s).

1 01 1536 === Miracolo del pane all Rocca, con la grande nevicata, e pezzetto conservato dall'orfano Martino Martinelli, divenuto poi sacerdote a Garda (vedi processi; Santinelli 1767, 185).. NOTE:

1 01 1536 === Miracolo di Girolamo (Santinelli, Vita 1740, 184): pane moltiplicato in Somasca.

Epigramma del p. Cerchiari Luigi crs., in Opere, p. 66:



"Panem multiplicat.

Cae'ca pere'rraba'nt turba'tum nu'bila cae'lum,

pandebatque albas sordida terra nives;

parca Ceres sterili prius abdebatur in arca,

poscebatque suos plurima turba cibos;

proijcit in gremium panis fragmenta Mianus,

Triticeamque manu crescere sentit opem;

longimanum fecit longa olim dextera persam,

aucto Largimanus pane Mianus erit".. NOTE:

1 01 1536 === "S. Carlo Borromeo, una volta fatto il suo ingresso in diocesi, volle che anche il p. Leone Carpani abbandonasse Roma, dove stava fin dal 1536, e ritornasse in Lombardia per essere suo collaboratore nelle visite canoniche della Diocesi di Milano" (cit. da: Tentorio, Per la storia, vol. II, 1980, pag. 136).. NOTE:

1 01 1536 === "S. Hieronimus Aemiliani, fundator Congregationis cui titulus Somasca, validos et efficaces cooperatores habuit fratres Capuccinos, cum quibus spiritali amicitia coniunctus erat. Iohannes a Fano pubblicis adhortationibus atque emendicatis a civibus elemosinis, circa annum 1536, una cum ipso Hieronimo obtinuit ut domus erigeretur Brixiae (cf. Zacharias Boverius: Annales, t. L. anno 1539, pag. 283, n. XV)" (Pobladura, Historia, pars I, pag. 357).. NOTE:

1 01 1536 === BRESCIA, La Misericordia: opera iniziata nel 1536 e finita nel 1757 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

25 01 1536 === Il 25 gennaio 1536 Domenico Tasso del Cornello, di Bergamo, si decise a firmare il patto con il Consorzio di S. Spirito (oggetto: cambio destinazione eredita'; cf. al 13 nov. 1532 le primitive intenzioni); l'atto fu stipulato nella sua casa, alla presenza del notaio Giovanni Maria Rota. Domenico Tasso si risolse cosi' a riscattare a pro dei Cappuccini il terreno di cui detto Consorzio pagava ai suoi due cugini (Giangiacomo e Cristoforo Tasso) l'affitto.. NOTE: cf. quanto afferma il Peregrino nella Bergomensis vinea del 1553 a proposito del ruolo di Domenico Tasso a pro dell'ingresso dei Cappuccini in Bergamo (cap. 118): "In hac etiam Vinea, tempestate quidem nostra non parum operatus est vir Egregius dominus Dominicus tassus Bergomensis civis, & comes, & eques, qui inter reliqua egregia opera, quae in humanis agens operatus est, & favori, & Auxilio fuit fratribus Capucinis, ut locum caperent in aede sacra divi Alexandri post murgulam ... odnando loro tanto spatio di terra, quanto faceva di bisogno per la fabrica di quel monastero; che fu poi fabricato a spese del Signor Lorenzo Battaglini Bergamasco huomo splendido. E l'istesso Signor Domenico vi fece fabbricare una cisterna, nella quale entrava l'acqua dal fiume vicino".

1 02 1536 === Girolamo a febbraio del 1536 e' di nuovo a Milano, dove controlla la contabilita' di S. Martino.. NOTE:

1 02 1536 === Nota (autografa di Girolamo) al Libro dell' Introito e Esito di S. Martino di Milano (01.02.1536): - RC 1960 p.95-96 - "resumado per mi Hieronymo Miani trovo zusta la soprascritta suma, per la qual sum el creditt de messer Francesco Porro eser L. 55, s. 15, d. 3" - Landini 1945, 430.438. NOTE:

11 02 1536 === Editto di Paolo III del 11 febbraio 1536 per la riforma del clero della citta' di Roma (originale a stampa in 4° di pagg. 6 conservato nella Biblioteca Imperiale di Pietroburgo; cf. Pastor, V, appendice 16, che lo riporta tutto): "... Item quod tam clerici quam laici, dum sermones fiunt ad populum, per ecclesiam non spacientur vel deambulent, et mendicantes non vadant per ecclesias dum divina celebrantur ... Item quod nullus monachus aut alius cuiusvis ordinis regularis professor incedat per Urbem sine socio sui ordinis vel sine liventia vicarii Urbis ...".. NOTE:

18 02 1536 === L' attivita' di Girolamo va talmente ampliandosi che Giampietro Carafa il 18 febbraio 1536 gli scirve una letteraccia molto severa per calmare il suo impeto: "... non siate per niente in quell'errore di credere che ad ognuno tocca fare ogni cosa ..." - Fabris 1987. NOTE:

18 02 1536 === Lettera di mons. Gian Pietro Carafa a Girolamo (18.02.1536): - Vitone 322 - Fonti Somasche 30s - Landini 439 (testo tratto dal Paschini) - Bibl. Apost. Vat., cod. Barber. Lat. 5697, f. 108 (cf. Monti G. M., Ricerche sul papa Paolo IV Carafa. Benevento 1925) - Pellegrini 1987, 69-70 (testo) - fu pubblicata per intero dal Paschini (in: La beneficenza, 1925, Documenti, pagg. 104-105).. NOTE: "La lettera, in latino, si trova nell'opera del P. Silos, Historia Cler. Reg.um, Romae, Mascardi, 1650, vol. I, lib. 5, pag. 180-181" (nota ms. di p. Stoppiglia in ACM 2-5-45 pag. 22).

18 02 1536 === Lettera di mons. Gian Pietro Carafa a ignoto (18.02.1536): - Vitone 323 - Bibl. Apost. Vat., cod. Barber. Lat. 5697 - Landini 440 (dal Paschini).. NOTE: Paschini, La beneficenza, 1925, Documenti, pagg. 105-106.

18 03 1536 === Il fra Giovanni Pili da Fano il 18 marzo 1536 presenta al Consiglio della citta' di Brescia la seguente supplica: "Io, humile servo de Iddio, Frate Giovanni da Fano, al presente predicatore nella chiesa maggiore di questa Magnifica Citta', avanti V.S. et Magnificentie compare humilmente a quelle, supplicando che conciossia che esso povero frate con alcuni altri suoi forse in dodeci, dati a servigi de Iddio, si ritrovino in questo paese et territorio senza alcun redutto, dove possino albergare et redursi ad habitare et possen nelle opere de Iddio con fervore frequentare, come la profession loro ricercha ..." (Venezia, Arch. St., Deputazione ad pias causas, b. 61, fasc. Prov. di Brescia, Convento di Brescia).. NOTE:

15 04 1536 === Pili Giovanni da Fano ofmcapp., Opera devotissima chiamata Arte de la unione: la quale insegna unire l'anima con Dio, utilissima non solo a li Regulari: ma anchora a li Seculari Spirituali e devoti. Brescia 15 aprile 1536.. NOTE:

15 04 1536 === Pili Giovanni da Fano ofmcapp., Regula e testamento del S.P.N. Francesco cum breve discorso. Brescia, 14 aprile 1536.. NOTE:

16 04 1536 === "De li puti de la misericordia de Bressa. Adi' sedese de aprile mille cinquecento trenta sei setanta puti maschi foreno conduti a dormire nello hospitale grando de Bressa verso la strada de mezzo di', verso la casa de quelli di Roberti, et a di' desnove ditto comenzarono a manzare, videlicet a disnare et fo in mercordi', et questi puti erano de quelli che andavano per la citta' de Bressa cercando. Et per lo reverendo fra Zoan di ... da Fano del ordine de s.to Francesco frati minori ditti capuzini quel fra Zoan predicava in la gesia Catedrale de Bressa la quaresima del ditto anno, homo veramente devoto, ben erano stati prima ditti puti in ditta giesia del domo allogiati fin tanto se puoteva del ditto allogiamento. E stasevano allogiati da monte parte allo altare grando de S.ta Maria" (Nassino Pandolfo, Cronaca, f. 455).. NOTE:

24 05 1536 === Pergamena Miani: parla di Cecilia Miani. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 1 - RC 1962 p. 87. NOTE:

31 05 1536 === Lettera di Bonifacio de' Colli, superiore dei Teatini a Venezia (31.05.1536) - e' indirizzata a Stefano Bertazzoli (Bertazzolo) a Salo' - testo parziale in Landini 442 - originale pubblicato dal Paschini (S. Gaetano Thiene etc., op. cit., Documenti XXXIV, pag. 206).. NOTE: Fratelli Stefano e Bartolomeo Bertazzoli, di Salo'.

1 06 1536 === "D. Hieronimo Muiano (sic) massaro generale del territorio bresciano deputato con altri per trattare alloggiamenti nella riviera di Salo' per il transito alla gente che discenderanno dalla Alamagna 1 VI 1536 con Bernardino Stella 17 VI 1536" (Brescia, Bibl. Queriniana, Archivio Reg. HH G.IX 1552 pag. 115; trasc. dattil. di Tentorio in ASPSG S.G. 308).. NOTE: Ha qualcosa a che fare con S. Girolamo?

1 06 1536 === "Mirabile il frutto che in queste due citta' di Bergamo e di Brescia per divina misericordia fece il p. Giovanni (Pili, ndr.) da Fano ... In Brescia col santo signor Girolamo Miani, fondatore dei Somaschini, fondo' l'opera degli orfanelli, che si chiama della Misericordia. Imperocche' raccoltine alcuni facevali mentre predicava stare in choro at a tempo li faceva gridar: Misericordia! per commuover il popolo a farli misericordia; come riuscendoli bene il disegno, tanto la citta' si mosse, che li fu dato un luogo presso la porta di S. Giovanni ove sempre sono stati" (cit. da: Mattia Bellintani da Salo' ofmcapp., Historia Capuccina, ms. del 1590 ca., edita dal Pobladura a Roma nel 1950).. NOTE:

1 06 1536 === Tra aprile e giugno del 1536 Girolamo a Brescia provvede alla sistemazione, nell'ospedale della Misericordia, dei fanciulli e delle fanciulle orfane raccolte durante la Quaresima dal cappuccino Giovanni (Pili, ndr.) da Fano - Fabris 1987



"Sul fine di maggio parti' il Miani dalla sua grotta e da Somasca per portarsi a Brescia" (Santinelli 1767, 189).



"Predicava in quel tempo nella cattedrale di Brescia fra Giovanni (Pili, ndr.) da Fano cappuccino, il quale quasi volendo contraccambiare all'amico Miani quanto egli avea fatto per esso in Bergamo, si esibi' di aiutarlo per provvedere di sufficiente abitazione i di lui innocenti fanciulli; mentre Girolamo girava per la citta' elemosinando, fra Giovanni dal pulpito esortava alla causa di quei poverelli. Il fatto fu di tanta edificazione a tutta la citta' che ne rimase memoria nell'annalista dei Cappuccini (Boveri, Annales, ad annum 1539 in Vita Joannis a Fano: "Aderat tunc in ea urbe Vir omni pietatis laude clarus Hieronymus Mianus Sacrae Congregationis Somaschae Fundator, quo cum Joannes familiaritatis conjunctus, dum ille privatis, hic publicis adhortationibus incumbit, piam ad Orphanorum habitationem, ac sustentationem emendicatis a civibus elemosinis domum instituunt"); ed e' tradizione che il luogo degli orfani principiasse a chiamarsi della Misericordia perche' il Predicatore, fatti comparire in pubblica chiesa alcuni di quei fanciulli, che non avevano ancora tetto proprio, faccesse loro ad alta voce gridare: Misericordia" (Santinelli 1767, 190; dove cita il Giardinetto del Bianchi).



Brunelli cita il Boverio cosi': "Era all'ora in Brescia, Girolamo Miani fondatore della Congregatione Somasca, huomo chiaro in ogni lode di pieta', amicissimo di Fra Giovanni: et amendue insieme quello con privati sermoni, questo predicando dal pulpito, raccolsero tanta elemosina da' Cittadini, che poterono ergere una casa pia per abitatione, e mantenimento de gli orfanelli" (Brunelli Secondo crs., Fra Giovanni Pili da Fano Cappuccino Amicissimo di San Girolamo Emiliani. Dattiloscritto, Corbetta 11 giugno 2003).. NOTE:

4 06 1536 === Brescia: qui (forse all'orfanotrofio della Misericordia, presso porta S. Giovanni; cf. Bellintani) si raduna il 4 giugno 1536 il capitolo della Compagnia dei servi dei poveri derelitti; i partecipanti sono diciannove (19; Santinelli 1767, 191 dice "chiamo' i principali dei suoi discepoli in numero di sedici ad un congresso che si tenne ai quattro del seguente giugno ... Il Tortora (l. III cap. XIV) conviene nel giorno ma avendo male ordinati i tempi la riferisce come fatta l'anno addietro (1535), quando il Servo di Dio ritornava da Venezia. Avendo pero' fatto ritorno da Venezia verso il fine di luglio non poteva ritrovarsi in Brescia il 4 giugno, oltre che il suo ritorno segui' nell'anno 1535 non in questo 1536 nel quale esser seguita la riduzione della Compagnia adi' 4 di Giugno espressamente si legge sopra avanzi (Nell'archivio della Proc. Gen. in Roma) di carte antiche"); si parla di regole di vita comune, formazione dei giovani, funzionamento del capitolo - Fabris 1987 - Ms. 30 - Fonti 6. NOTE:

4 06 1536 === Gallo Agostino: presente al Capitolo del 4 giugno 1536 in Brescia (cf. Ms. 30, F14, 14, c. 2v: "AUGUSTINO").. NOTE: Ma il p. Brunelli identifica l' Augustin del Manoscritto 30 (Ms. 30) con il "pre Angustino Claudo" (zoppo) prete veronese (cf. F17, 13)!

4 06 1536 === La Nostra Orazione ("Dolce Padre Nostro"): - testo (Ms 30): Fonti 4 - Somascha I(1976)15;41; II(1977)1 - cf. "Oratione che se dee dire quando se iuxe de casa" (RC 1961 p.178 e n.6): preghiera del sec. xv (1430 circa)



La "nostra orazione"



[1] Nel nome del Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

[2] Padre nostro. Ave Maria. Credo. Salve Regina.

[3] Dolce padre nostro Signore Gesu' Cristo, ti preghiamo per la tua infinita bonta' di riformare il popolo cristiano a quello stato di santita', che fu al tempo dei tuoi apostoli.

[4] Ascoltaci, o Signore, perche' benigna e' la tua misericordia e nella tua immensa tenerezza volgiti verso di noi. Signore Gesu' Cristo, figlio di Dio vivo, abbi pieta' di noi. Signore Gesu' Cristo, figlio di Dio vivo, abbi pieta' di noi. Signore Gesu' Cristo, figlio di Dio vivo, abbi pieta' di noi.

[5] Nella via della pace, della carita' e della prosperita' mi guidi e mi difenda la potenza di Dio Padre, la sapienza dei Figlio e la forza dello Spirito Santo e la gloriosa Vergine Maria. L' angelo Raffaele, che era sempre con Tobia, sia anche con me in ogni luogo e via. 0 Gesu' buono, o Gesu' buono, o Gesu' buono, amore mio e Dio mio, in te confido, io non sia confuso.

[6] Segue l' esortazione per impetrare una vera confidenza nel Signore. Confidiamo nel nostro Signore benignissimo e abbiamo vera speranza in lui solo, perche' tutti coloro che sperano in lui, non saranno confusi in eterno, e saranno stabili, fondati sopra la ferma pietra e, per ottenere questa santa grazia, ricorreremo alla Madre delle grazie, dicendo: Ave Maria.

[7] Ancora ringraziamo il nostro Signore Dio e Padre celeste di tutti i doni e grazie che ci ha fatto e che di continuo ci fa, pregandolo che per l' avvenire si degni. di soccorrerci in tutte le necessita' sia temporali che spirituali: Padre nostro.

[8] Preghiamo ancora la Madonna che si degni di pregare il suo dilettissimo figliolo per tutti quanti noi, perche' si degni di concederci di essere umili e mansueti di cuore, di amare la sua divina Maesta' sopra ogni cosa e il prossimo nostro come noi stessi e perche' estirpi i nostri vizi, accresca le virtu' e ci dia la sua santa pace: Ave Maria. Dio vi dia la pace (i presenti si scambiano la pace).

[9] Ancora preghiamo Dio per la sua Chiesa perfettissima in cielo, cioe' per i beati, perche' ne accresca il culto; per la Chiesa perfetta in terra, cioe' per quelli che sono nella sua grazia, perche' accresca loro le virtu' e grazia e li conservi nell' osservanza dei suoi comandamenti; per la Chiesa imperfetta, cioe' i peccatori, perche' conceda loro conversione di vita e remissione dei peccati; per la Chiesa purgante, perche' li liberi dalle pene e dia loro la gloria eterna; per quelli che potranno essere sua Chiesa, cioe' per gli infedeli che sono al presente e che saranno, perche' doni loro il lume della fede. Detto un Padre nostro e una Ave Maria, si domandino le cose predette mentalmente al Signore.

[10] Poi una Ave Maria per monsignore cardinale di Chieti e per il padre Gaetano e per tutta la sua congregazione, per i padri Cappuccini, per il padre fra Paolo e i suoi compagni, per la madre suor Andrea e per la madre suor Arcangela e suor Bonaventura, per madonna Elisabetta Capello e per madonna Cecilia. Poi una ,Ave Maria per tutti i nostri padri sacerdoti presenti e assenti e che stanno per entrare in queste sante opere, per tutti ;. commessi e tutti gli altri nostri fratelli che sono loro affidati da servire, perche' il Signore dia loro carita' perfetta, umilta' profonda e pazienza per amore di sua Maesta'. Poi per tutti i benefattori di tutte le opere. per i procuratori, cassieri, spenditori e per tutti quelli che danno aiuto, consiglio e favore a tutte queste opere: Ave Maria.

[11] Poi per ...

[12] Poi per tutti quelli che si raccomandano alle nostre orazioni, per quelli che pregano Dio per noi e per quelli per i quali siamo in debito di pregare, per i nostri amici e nemici e per tutti i fedeli defunti, soprattutto per i nostri genitori e i nostri fratelli e sorelle, parenti e amici. e anche per il nostro padre Girolamo e tutti gli altri nostri fratelli della Compagnia e tutti i defunti di queste opere pie: Ave

Maria.

[13] Poi eleviamo la mente a Dio e preghiamolo che si degni per la sua misericordia di esaudire le orazioni fatte cosi' miseramente, che supplisca lui per tutti i difetti fatti da noi, perche' e' lui principio, mezzo, fine e, compimento di ogni bene. Fate queste ed altre orazioni come il Signore vi ispira.

[14] Poi si fa ancora orazione mentale per lo spazio di un Miserere. Poi si continua: Umiliamoci tutti al cospetto dei nostro Padre celeste come figlioli prodighi che abbiamo dissipato ogni nostro bene spirituale e temporale, vivendo malamente, e percio' domandiamogli misericordia, dicendo: Misericordia, concedici la tua misericordia, Figlio del Dio vivo. 0 Dio, sii propizio a me peccatore. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

[15] Quindi il sacerdote dice un' orazione come il Signore gli ispira e, terminata, si dicono tre Padre nostro e tre Ave Maria, sotto voce, con le braccia in croce, pregandolo in memoria dei tre chiodi con i quali volle essere crocifisso, che ci conceda la grazia di disprezzare tutte le cose del mondo e noi medesimi.

[16] E preghiamo per la Chiesa, perche' si degni di riformarla allo stato primitivo della sua santa Chiesa e perche' si degni di mettere pace e concordia tra tutti i capi cristiani, affinche' uniti in una pace santa, vadano contro gi' infedeli ed eretici, cosi' che si convertano e vengano sotto il giogo della santa Chiesa cattolica.

[17] Poi si dice un Padre e Ave in segreto a onore e gloria di tutti i santi e sante, e di tutti gli angeli, arcangeli, soprattutto di quelli che ci hanno in custodia, perche' ci difendano da ogni tentazione del mondo, della carne e del demonio; si degnino di presentare tutte le nostre tiepide orazioni davanti al nostro Signore Dio e pregarlo che ci voglia esaudire e preservare da ogni mormorazione e da ogni giudizio temerario e ci faccia camminare nella verita' per la sua santa via.. NOTE:

4 06 1536 === Libro delle proposte vel Manoscritto 30 (04.06.1536ss): Fonti 4.. NOTE: Fonti Somasche 208-223 (testo e trad.).

14 06 1536 === 3.a Lettera (14.06.[1536]): - da [Brescia] a Ludovico Viscardi in Bergamo.. NOTE: Fonti 3 - da Brescia Girolamo scrive questa lunga lettera al Viscardi, che dirige l'opera di Bergamo, rispondendo a vari problemi proposti. Ludovico Viscardi Vavassori era notaio. - SSGE 434/435, 30 (foto del ms.) - I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.



Sulla datazione cf. Pellegrini Carlo crs., Luogo e data della lettera B di san Girolamo. in: RC 1960, 36-41.



Brunelli anticipa la datazione della lettera al 1534, giocando sull'espressione del Boverio che all'arrivo di fra Giovanni Pili da Fano in Brescia dice 'era allora in Brescia Girolamo Miani'; conviene ammettere che Girolamo era a Brescia perche' attendeva alla visita o sistemazione o rilancio di una sua precedente istituzione; Giovanni da Fano attira su quest'opera del Miani l'attenzione dell'intera citta' secondo certi spettacolari intendimenti della sua predicazione. Sulla questione cf.: Brunelli Secondo crs., La lettera al Viscardi, San Girolamo la scrisse il 14.6.1534, non 1536. in: Ricerche GM. 44-51.



Lettera a Ludovico Viscardi in Bergamo, da Brescia, 14 giugno 1536. Autografa, ma priva di firma. E' seguita da un poscritto del p. Agostino Barili di otto righe. Consta di un foglio piegato in due (cm 32x22). Sono scritte interamente le prime tre facciate e qualche riga della quarta. E' contrassegnata dalla lettera "B" dell' ex Archivio Generale di S. Maiolo di Pavia, ove era conservata gia' dai primi anni del sec. XVII. Attualmente si conserva in ACM.

12 07 1536 === Muore il 12 luglio 1536 a Basilea Erasmo da Rotterdam.. NOTE:

23 07 1536 === "Con Breve del 23 luglio 1536 Paolo III Farnese elesse il Carafa tra i Prelati che avrebbero dovuto partecipare al Concilio che egli aveva intenzione di aprire il 23 maggio dell'anno seguente a Mantova, e lo invitava, non appena passati i calori estivi, a recarsi a Roma (nota: Raynaldi, Annales Ecclesiastici, ad annum, XV. Analogo Breve fu spedito in quegli stessi giorni ad altri, tra cui Reginaldo Polo e il vascovo Giberti). Il Carafa, come gia' altre volte, tento' di declinare ancora una volta l'invito" (cit. da: Pellegrini C. crs., San Girolamo Miani. Contributo alla conoscenza della preriforma cattolica. Tesi pubblicata in: Somascha 2000, pag. 187).. NOTE:

24 07 1536 === Cronaca del Magnocavallo (Como 1518-1559): parla dei Cappuccini in Como in data 24 luglio 1536 (loro dimora per 4 giorni con gli orfani di S. Leonardo).. NOTE: Como, Bibl. Civ., Ms. 3.2.31, Memorie antiche dal 1518 al 1559.



"A Como, ove gia' fiorivano diversi istituti religiosi, nel 1536 vennero alcuni Cappuccini, i quali per alcuni giorni abitarono in S. Leonardo, probabilmente ospitati per la mediazione di Primo de Conti e soccorsi dalla sua generosita'. Questo ospedale che sorgeva nel luogo della odierna casa Nessi in via Giovio, er gia' da tre anni asilo degli orfani fondati da S. Girolamo, il quale era venuto a Como fin dal 1533. Anche in questo caso i Cappuccini si servirono della cooperazione dei discepoli di S. Girolamo per stabilirsi in Como; passati poi a S. Pudenziana e poi a S. Martino, da ultimo (col favore di Bernardo Odescalchi gia' discepolo di S. Girolamo si insediarono nell' ospedale della Colombetta" (RC 1957, 32).

8 09 1536 === 4.a Lettera ([08.09.1536]): - dalla Valle di San Martino a Giambattista Scaini a Bedizzole (Salo') - Fonti 3 - questa lettera contiene la descrizione di una ricetta per curare il mal d'occhi: e' una prova dell'esperienza da lui acquisita nel servire gli ammalati. - SSGE 434/435, 31 (foto del ms.)

. NOTE: Lettera a Giovanni Battista Scaini a Bedizzole ovvero a Salo'. Pervenne dalla Valle di San Martino "el di' dela Madona". Forse l' 8 settembre 1536. Autografa. Consta di un foglio di 4 facciate (cm 28x20) di cui sono scritte completamente le prime due. Sulla quarta facciata c'e' l'indirizzo del destinatario. Senza alcun contrassegno, era presente nell' ex Archivio Generale di S. Maiolo di Pavia tra il 1627-30. Attualmente si conserva in ACM. Sulla probabile datazione cf. Landini 1947, 229-230.

8 09 1536 === "In data 8 settembre 1536 il Carafa scrive a Gasparo Contarini dicendogli che accetta di fare l'ubbidienza al papa che lo voleva a Roma (nota: cf. Friedensburg W., Der Brief wechsel Gasparo Contarinis, Quellen und Forschungen aus ilat. Archiven und Bibl., Band. II, heft 2, 1889, pagg. 221ss)" (cit. da: Pellegrini C. crs., San Girolamo Miani. Contributo alla conoscenza della preriforma cattolica. Tesi pubblicata in: Somascha 2000, pag. 187).. NOTE:

27 09 1536 === Accordo con lo "special" (speziale = farmacista) del Bersaglio del 27 settembre 1536 (ASPSG, Ven. 2659) - Tentorio 1976, 51 (Scuole Professionali). NOTE:

27 09 1536 === "Il 27 settembre 1536 il Carafa, con 3 padri e 2 fratelli, parte per Roma e lascia come vicario nella casa teatina di Venezia il p. Giovanni Bernardino Scotti (poi cardinale nel 1555, ndr.)" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. V, pag. 337).. NOTE:

27 09 1536 === "Il Carafa parti' da Venezia il 27 settembre (1536) e condusse con se' Bonifazio de' Colli, Paolo Consiglieri, Nicolo' da Verona e due fratelli laici, tutti teatini che si recavano con lui a Roma per il capitolo della loro congregazione. Passo' da Verona per unirsi al Giberti e al Polo. Qui aveva dato convegno agli amici. Tra di essi vi furono gli Scaini e il Bertazzoli e anche il nostro Girolamo (nota: Roma, Arch. S. Andrea della Valle, Lettere, n. VI). Girolamo si incontro' con il Carafa, il Giberti e, naturalmente il tema della conversazione cadde sul Concilio, sull'eresia, sulla riforma della Chiesa. Durante una di queste conversazioni Girolamo usci' in una frase che fece impressione sui suoi interlocutori e che il Bertazzoli ricordava ancora una quarantina di anni dopo: 'Egli, come pieno di Spirito Santo, e come dotato del dono della profetia disse che il Signor Gesu' Christo haveva havuto i suoi martiri, et che il tempo si approssimava che la Santa Chiesa sua Sposa haveria havuto i suoi in gran numero' (nota: Dorati; Breve instruttione etc.). Quando il Carafa, il Giberti e gli altri furono partiti per Roma, gli Scaini e il Bertazzoli ritornarono a Salo' e Girolamo si accompagno' a loro" (cit. da: Pellegrini C. crs., San Girolamo Miani. Contributo alla conoscenza della preriforma cattolica. Tesi pubblicata in: Somascha 2000, pag. 187).. NOTE:

26 10 1536 === "Fabrizio Peregrino il 26 ottobre 1536 scrive da Roma al Duca di Mantova: 'Qua (a Roma, ndr.) sono li vescovi di Chieti (Carafa, ndr.), di Verona (Giberti, ndr.) e il Sadoleto di Carpentras con l' Arcivescovo di Salerno per opera et istigatione del card. Contarino (Gaspare Contarini, ndr.) chiamati da N.S. per riformatione di s. chiesa e sede apostolica' (Archivio Gonzaga di Mantova)" (Pastor, V, 102, n. 4).. NOTE:

30 11 1536 === Il 30 novembre 1536 a Milano messer Francesco Villanova, detto il Pescione (in milanese = lunghi piedi), scartezaro, uomo di gran fervore, si trovava ad attraversare la piazzetta antistante la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo (ove era cappellano il Castellino da Castello) dove un nugolo di ragazzi giocavano; alla sua vista cominciarono a scherzarlo, ma egli non si arrabbio' anzi compero' molte mele da una vicina bancarella, le involto' nella sua cappa e comincio' a buttarle verso di loro; le raccolsero tutte e alla fine lui si era conquistato un gruppo di amici. Allora li convoglio' alla chiesa detta e fece loro una piccola predica, invitandoli per la domenica successiva alla stessa ora, nella stessa chiesa, con razione di pomi s'intende! Li invitava anzi a far propaganda e a portare amici. Quando poi il Villanova incontro' il suo padre spirituale (il Castellino) gli racconto' il fatto. L'opera della Dottrina Cristiana era cosi' nata (la descrizione del fatto del Pescione si trova in: Bibl. Ambrosiana, ms. A. 202 fol. 21). Un direttore spirituale cosi' incoraggiava il Castellino: "Dio alta sapienza per la sua immensa bonta' sua sempre ha demostrato misericordia alla fragile natura humana dandoli aiuto con diversi modi, come apertamente in la Scriptura si vede. E ancora al presente per molti effetti se puo' da noi cognoscere la bonta' de Dio. Donde a' questi tempi essendo le creature molto lontane da la vera via di Christo per defetto de' superiori e mal governo de li preti et mentre et maxime lassando li figliuoli in li giorni santi andare vagabundi in diversi vitii e ignoranti de le cose necessarie a li Cristiani per la salute delle loro anime in vituperio del mondo" (cit. in: Castiglione G.B., Istoria delle scuole etc. 1-2, nota 1).. NOTE:

30 11 1536 === "Il Carafa, con l'Aleandro, Contarini, Polo (Pole) e Sadoleto, i vescovi Fregoso e Giberti, l'abate Cortese e il maestro di camera Badia, tutti fautori di una riforma radicale della Chiesa, e della curia, stavano preparando per ordine di Paolo III quel progetto di riforma della Chiesa che va sotto il nome di 'Consilium de emendanda Ecclesia' (nota: Cf. testo con esaurienti prolegomena, che tengono conto di tutta la biografia fino al 1530, pubblicato da Schveitzer V. in 'Concilium Tridentinum', XII, 131-145). I lavori durarono dalla fine di novembre fin verso la fine di febbraio del 1537. L'ultima parte del documento, che e' un atto di tale coraggio da togliere quasi il respiro, e' dovuto all'influenza del Carafa, e si occupa della riforma della opere di carita' inn Roma: meretrici, ospedali, pupilli, vedove. Forse Carafa, proponendo agli altri membri del 'Consilium' la necessita' di riforma nel campo delle opere assistenziali, aveva davanti agli occhi quello che Girolamo andava compiendo nella Lombardia e nel Veneto. Giberti e l'Aleandro ne avevano esperienza personale; Contarini l'aveva potuto avvicinare. Perche' non far venire Girolamo a Roma e giovarsi della sua opera?" (cit. da: Pellegrini C. crs., San Girolamo Miani. Contributo alla conoscenza della preriforma cattolica. Tesi pubblicata in: Somascha 2000, pag. 194).. NOTE:

12 12 1536 === Il 12 dicembre 1536 a Verona le convertite sono trasferite dalla casa di S. Fidenzio al monastero della S. Trinita', nelle adiacenze di S. Maria Vecchia (ove risiedevano ormai i Cappuccini).. NOTE: Il testo e' preso da: Brunelli, Fra Giovanni Pili da Fano, Corbetta 2003, pag. 35 (ma non cita la fonte!).

13 12 1536 === Supplicatio pauperum puerorum miserabilium sancti Martini (13.12.1536) - in Arch. Sforzesco, Milano - e' una supplica fatta al duca Francesco Sforza dai nostri di S. Martino. NOTE:

22 12 1536 === "Il 22 dicembre 1536 Paolo III Farnese crea cardinale il Carafa (che abitava nel frattempo presso i domenicani della Minerva, nel cui Ordine aveva voluto entrare da giovane)" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. V, pag. 337).. NOTE:

23 12 1536 === (Confini) Nota Chabod (23 dicembre 1536). [ASPSG So 2012l, 'fotocopia'].. NOTE:

30 12 1536 === 5.a Lettera (30.12.1536): - da Somasca a Giambattista Scaini a Salo' (solo la firma e' autografa di SGM) - Fonti 3 - lo Scaini gli comunica con dispiacere lo scarso risultato ottenuto nella questua; "erano andati i poveri della Misericordia di Brescia a limosinare olio in Salo' ed erano stati raccomandati allo Scaino; per essere scarseggiata in quell'anno la raccolta delle ulive fu anche scarsa la limosina dell'olio che riportarono e ne fece scusa lo Scaino col Miani" (Santinelli 1767, 194) .

Il Santinelli 1767, 192 la dice scritta il 20 dicembre 1536! - SSGE 434/435, 31 (foto del ms.)



. NOTE: Lettera a Giovanni Battista Scaini a Salo', da Somasca, 30 dicembre 1536. Di mano ignota; solo la firma e' autografa del Miani. Consta di un unico foglio (cm 28x18) di cui e' scritta solo la prima facciata per meta'. Sul verso si trova l'indirizzo. E' priva di contrassegni ed era pervenuta all' ex Archivio Generale di S. Maiolo di Pavia tra il 1627-30. Si conserva attualmente in ACM.

30 12 1536 === Sul finire del mese di dicembre del 1536 ("In quei giorni nei quali scrisse allo Scaino" dice Santinelli 1767, 195) Girolamo va per l'ultima volta a Bergamo, dove invece del vescovo trova solo il Vicario Generale Giovanni Battista Guillermi (o Guliermi, di Feltre) - Fabris 1987 - per la forma "Guliermi" cf. Somascha 2-3, 1993, 97.. NOTE:

1 01 1537 === Cappello Carlo (fratello di Pietro Capello che opera agli Ospedali di Venezia con Girolamo), De justa Dei contra nos indignatione et ira. Venezia 1537 - Marciana Misc. 163.4. NOTE:

1 01 1537 === A Somasca SGM riceve l'invito (da parte del Carafa) di estendere a Roma la Compagnia dei servi - Netto 1993, 73

Girolamo a Somasca riceve una lettera del Carafa, creato cardinale il 22 dicembre del 1536 da Paolo III, che lo invita a Roma per attendere alle opere di carita' per i fanciulli. In quel momento si trovava a Roma anche Gaetano da Thiene, venutovi da Napoli; Girolamo si sarebbe trovato come in famiglia, come a Venezia.

"Letta la lettera del Carafa (Tortora l. III c. XV; De Rossi l. III c. XIII) si ritiro' Girolamo a far orazione, dopo la quale radunati insieme i Compagni disse 'Miei fratelli, sono chiamato nel medesimo tempo a Roma e al Cielo, ma il viaggio di Roma sara' impedito da quel del Cielo'" (Santinelli 1767, 197).

"Il Carafa alla fine di dicembre del 1536 o i primi del 1537 scrisse a Girolamo invitandolo a Roma (nota: purtroppo non e' stato possibile finora rintracciare almeno la minuta di questa lettera tra le carte del Carafa): 'Ma essendo chiamato a Roma dal cardinal di Chieti per oprar l'opera del Signore congrego' insieme quelli fratelli che a quel tempo si trovavano in Somasca et fatta come era suo costume l'oratione li manifesto' esser chiamato a Roma et al cielo e disse: fratelli penso che andero' a Christo' (nota: Cod. A. I. n. 7 dell'Archivio di Somasca)" (cit. da: Pellegrini C. crs., San Girolamo Miani. Contributo alla conoscenza della preriforma cattolica. Tesi pubblicata in: Somascha 2000, pag. 194).. NOTE:

1 01 1537 === Nel 1537 il card. Carafa ottenne da Paolo III che venisse stabilita un forma di governo per i Teatini (o chierici regolari). Il governo risiedeva presso il Capitolo di quella casa che contava maggior numero di padri Vocali, aventi cioe' diritto a dar voto nelle deliberazioni circa gli affari della casa, e si chiamo' 'Capitolo rappresentante' (cf. Silos, Hist. Cler. Reg., P. 1, L. VI). Questo sistema duro' senza subire variazioni (quindi senza un vero e proprio Preposito Generale) fino al 1588 quando Sisto V ordino' con un Breve di avere un Preposito Generale: nella mente del papa doveva essere un Preposito Generale a vita, ma subito si addivenne a un generalato triennale. Questa forma della priorita' del Capitolo sul Preposito Generale influi' anche nella legislazione della Congregazione Somasca.. NOTE:

1 01 1537 === "Nel 1537 tra il Castellino et i Padri di S. Sepolcro et di S. Martino de' Poveri fu compilato un interrogatorio intitolato Dal Maestro al discepolo (nota: Ippolito Porro, Origini e successi, 1640 pag. 11). Il primo catechismo di Castellino e compagni e' ora introvabile. Vi sono edizioni del 1552 (e' la piu' antica conosciuta: In Venetia Al Segno / Della Speranza / MDLII), del 1560, o 1563, dal titolo 'Interrogatorio del Maestro al Discipulo per instruir i fanciulli et quelli che non sanno nella via di Dio. Novamente ridutto alla reformatione christiana'" (Marcora, Ippolito II 1959, pag. 427).



"Per aiutare i maestri di catechismo ed i genitori, il Castellino pubblica nel 1537 l' "Interrogatorio" del maestro al discepolo (nota: Castiglioni, p. 23, 37-39. Questo storico della catechesi sostiene che l' "Interrogatorio" fu composto dal Castellino con l' aiuto dei Padri Somaschi. Altri invece ritengono che tale catechismo appartenesse alla "Congregazione di S. Dalmazio". Il Castellino, che operava in stretta collaborazione con il Miani, doveva ben conoscere il testo di catechismo che questi aveva commissionato a Frate Reginaldo). Egli esige che tale libretto sia utilizzato in ogni casa, come lettura quotidiana dei ragazzi e soprattutto per il giorno di festa" (Guglielmoni 1983, 59).



A proposito della Congregazione di S. Dalmazio, cf. quanto dice il Sala (Biografia di S. Carlo, 1858 (ma la fonte citata e' del 1789!), pag. 68ss): "Dell' Interrogatorio del maestro al discipulo ecc." (riportato alla data del 1536, cf.). Nell' Archivio di Stato di Milano si trovano le memorie della Compagnia che si radunava in S. Dalmazio a Milano, dopo che S. Carlo l'ebbe affidata ai PP. Oblati.. NOTE:

1 01 1537 === Nella denuncia della redecima fatta nel 1537, il figlio di Luca Miani, Zuan Alvise (Giovan Alvise), denuncia tra l'altro di possedere: "Un'altra caxa de statio in la contra' di San Anzolo, in cale del forno, apreso San Fantin, la qual soleva eser de messer Hieronimo Miani mio barba, al prezente venuta in mi ... Una position in la villa de Fanciol (Fanzolo, ndr.) in Trivizana soto Castelfranco, la qual etiam soleva eser del sopradito messer Hieronimo Miani mio barba de campi n° 40 ..." (Arch. St. Venezia, Dieci Savi sopra le decime in Rialto, b. 102, Cond. Dorsoduro, n. 473) - Dalla Santa 51s.



Denuncia di redecima

di Zuan Alvise Miani



(figlio del fu Luca Miani)



1537



(Arch. St. Venezia, Dieci Savi sopra le decime in Rialto, b. 102, Cond. Dorsoduro, n. 473)



"Un'altra caxa de statio in la contra' di San Anzolo, in cale del forno, apreso San Fantin, la qual soleva eser de messer Hieronimo Miani mio barba, al prezente venuta in mi ... Una position in la villa de Fanciol (Fanzolo, ndr.) in Trivizana soto Castelfranco, la qual etiam soleva eser del sopradito messer Hieronimo Miani mio barba de campi n° 40 ...". . NOTE:

1 01 1537 === Ordini e statuti per i poveri dell' ospital dei Derelitti (ASPSG, Ven. 2838) - Tentorio 1976, 28 (Scuole Professionali). NOTE:

1 01 1537 === (So (segr.) 33) Estratto dall' Estimo generale della Valle di S. Martino (1537-1544) (Bergamo, Bibl. Civ. Mai, Estimo 1537, cart. 324; copia conforme in ASPSG, arch. segr.). [ASPSG So 33, 'originale'].. NOTE:

1 01 1537 === Somasca, Valletta/Rocca: 1537. Il P. Francesco Panigarola gia' il 30 dicembre 1537 aggiusta un passo della strada alla Rocca (2-5-43 B).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1537 === BARILI AGOSTINO, superiore maggiore, bergamasco (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

2 01 1537 === A Somasca e nella Valle di S. Martino a gennaio del 1537 infuria la peste; molti compagni sono colpiti dal morbo, il male entra anche tra gli orfanelli (episodio dell'orfanello che risvegliandosi vede la sedia tutta d'oro ecc.; proces. Berg. test. IV, Mediolan. test. XVIII e XXI; Albani 1600, 4; Tortora l. IV c. II). Girolamo si prodiga per curare tutti gli ammalati, nella sua casa e nella valle, e sopra le proprie spalle porta i cadaveri alle chiese e ai cimiteri - Fabris 1987. NOTE:

11 01 1537 === 6.a Lettera (11.01.1537): - da Somasca a Ludovico Viscardi in Bergamo - Fonti 3 - e' una lettera mandata per alcuni collaboratori di Bergamo che non si comportano degnamente ("Non sanno che si sono offerti a Cristo e sono in casa sua e mangiano del suo pane e si fanno chiamare servi dei poveri di Cristo?") - Fabris 1987 - SSGE 434/435, 32 (foto del ms.) - L'originale e' conservato a Bergamo (Bibl. Civ. Mai, MIA, 3-9-14), dove fu ritrovata nel 1912 (cf. Locatelli G., Una lettera di San Girolamo Emiliani. in: Bollettino della Civica Biblioteca di Bergamo, VI, 1913, n. 4, pp. 32ss - Somascha 2000, 10ss (Tesi Pellegrini)).



. NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.



Scritta in calce: "Ditto messere Hironimo morite in Somasca adi' 8 febraro 1537, essendoge ci' superiore detto (Agostino Barili, ndr.), prete fra Hironimo che fu capucino et prete fra Thomaso soto prior de Santo Dominico".

Brunelli pensa che detta scritta vada datata alla fine del 1542, quando a Somasca si trovo' Reginaldo Nerli e segnala a Venezia (al nunzio Mignanelli) gli spostamenti di Bernardino Ochino nella Valtellina. Sappiamo che fra Girolamo da Molfetta da Verona una ventina di giorni dopo il suo superiore, con altri frati aveva presa la stessa infelice soluzione. Cosi' Brunelli pensa si debba intendere quell'emblematico "che fu cappuccino" attribuito nella scritta.



Lettera a Ludovico Viscardi in Bergamo, da Somasca, 11 gennaio 1537. Autografa. Consta di un foglio unico (cm 32x22) di cui una facciata e' interamente scritta. Sul verso l'indirizzo. Scoperta e conservata a Bergamo, Bibl. Civ. Mai, MIA 3-9-14.

1 02 1537 === "Febbraio 1537. Pochi giorni avanti passasse a Dio nella terra di Somasca il ven. Girolamo Miani, uno de suoi Orfanelli infermo, quasi agonizante, & senza loquela, improvisamente hoggi sciolse la lingua, & pieno di giubilo, attesto' haver in Cielo veduta ricca, & maestosa sede di gemme ori, & splendori circondata, con questo titolo in lettere d'oro adorna 'Questa e' preparata a Girolamo Miani'. Aug. Turtura in Vita eius lib. 4 cap. 2" (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 1 alla data).. NOTE:

4 02 1537 === Girolamo ha contratto la peste e il 4 febbraio viene ricoverato "nella casa dove alloggio' la prima volta" (Santinelli 1767, 199), in una stanzetta in Somasca paese, di proprieta' degli Ondei, messagli a disposizione da Giovannino Ondei detto "il Beseno". (su costui cf. Somascha 3/1996, 182-185). Girolamo fa scendere dalla Valletta gli orfani, presumendo la fine, lava loro i piedi. La casetta degli Ondei dove muore (e tutto il complesso di casette qui attorno) veniva denominato "Celtro", un secolo dopo anche "il Celtro della lavandaia" per il lavoro che faceva una donna ivi abitante; il teste Viviano Benaglia riferisce che "il nome del Celtro si dava a tutto quel gruppo di case contigue all'ambiente in cui si dice che morisse il Santo" (cf. Tiraboschi A., Vocabolario del dialetto lombardo, 1873, alla voce "Se'lter = e si'lter, in val Gandino "sce'lter", in val S. Martino "sci'ltro", volta, soffitto di stanza costruito di muro in forma curva, ingl. "shelter = rifugio, riparo, coperto"; locale di alta montagna per la stagionatura dei formaggi); cf. Tentorio in SSGE 287, 9 (casetta del Celtro). NOTE:

8 02 1537 === "1537. Fu quest' anno molto lagrimevole alla nostra Congregazione di Somasca, ma altrettanto giulivo ai cittadini del Cielo, per lo felice passaggio alla gloria di Girolamo Miani, che dopo aver riempito col grato odore della sua santita' tutta la Lombardia, e dopo aver guadagnato in essa molti compagni, e coadiutori nell'opere pie da lui stabilite in diverse Citta' per aiuto de' prossimi, finalmente ritiratosi nella terra di Somasca, villaggio tra Bergamo e Lecco, ed ivi esercitandosi di continuo in azioni di somma pieta', fu chiamato dal Signore al premio delle sue fatiche agli 8 di febbraio, sebbene altri per errore scrivevano ai 7 di marzo (Philipp. Ferrarius in Catal. SS. Ital. 7 Martii). Ai meriti di Girolamo si deve questa piccola rimembranza nei nostri annali, se non per altro, per atto di gratitudine a quel che fece quattro anni prima nella citta' nostra di Como" (Tatti, Annali di Como, Dec. III, 598.100).. NOTE: "E' stato sepolto in Somasca, dove e' la sbarra avanti il suo Sepolcro doppo l' Altare" (teste Carlo Antonio Meda, anni 22, Processo Apost. di Milano).

"Mi ricordo che si dice che fu sepolto nella Chiesa di S. Bartolomeo di Somasca, e la prima volta, dove e' adesso il Pulpito da man sinistra, e verso il giardino di questo Monasterio" (teste Viviano Benaglia, anni 60, Processo Apost. di Milano).

"Fu sepolto in Chiesa qui dove e' adesso il Confessionale, e sotto il Pulpito, & e' quanto mi posso ricordare, che li' sopra il muro vi era una scrittura, che non so che cosa dicesse" (teste Valeria de Montibus, anni 35, Processo Apost. di Milano).

8 02 1537 === "Dopo la morte del detto Padre Beato Gerolamo ho inteso che fu portato il suo Cadavere nella sudetta Chiesa di S. Bartolomeo, & ivi per il gran concorso di popolo fu da dieci di' intorno insepolto ..." (teste Giovanni Angelo de Iudice, 71 anni, Processo Apost. di Milano 1624-28, cf. Summarium cap. 36 pag. 148).. NOTE:

8 02 1537 === "Febbraio 1537. Alla voce della morte del gran Servo di Dio Girolamo Miani, seguita in Somasca, Gio. Antonio Mazzoleno (Mazzoleni, ndr.) notaro di Caloltio, che sempre in vita, fu infesto al Santo Padre, & li contrasto' nel principio l'ingresso in Caloltio, or in morte lo confesso', fra piu' cari a Dio riposto. Di molti anni travagliato da perpetuo, & atrocissimo dolore di capo, che quasi lo levava fuor di se stesso, facendolo delirare, udita la morte di Girolamo, si condusse con gli altri al feretro; qui eccitato dalla commune pieta' ad invocarlo, chiesto prima perdono de trascorsi errori, con tanta fede l'imploro', che si trovo' ad un tratto libero dal male, a segno che in avvenire mai piu' ne fu travagliato. Aug. Turtura in Vita V. Hieronymi lib. 4 cap. 3" (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 1, p. 189).. NOTE:

8 02 1537 === "Febbraio 1537. Girolamo Miani nobile Veneto, Padre de gl' Orfani, Refugio de gli abbandonati, Promotore delle convertite, che con opre infinite di pieta', & carita' si rese alla nostra patria venerabile, santifico' hoggi con la sua morte in eta' di 56 anni la terra di Somasca, territorio di Bergamo, quindi poi ricevendone la denominatione la celebre Congregatione de Chierici Regolari, che si dicono di Somasca. Hebbe prima la tomba nel vecchio oratorio di S. Bartolomeo, in un deposito alquanto da terra elevato, & con sopra queste parole 'Girolamo Miani di costumi apostolici, il quale con la Vita, & essortationi ne acquisto' al Signore innumerabili persone, Padre de gli orfani il quale mori' l'anno 1537'. Et da un altra parte, v'erano quest'altre parole 'Hieronimi Miani ossa suavem Domini vocem expectantia'. Indi levato, per ordine di S. Carlo, che lo venero' qual Beato, spirando soavissimi odori, & per occasione della nuova chiesa riposto dietro all' Altare maggiore, qui e' giacciuto, finche' poi e' stato nello scurolo collocato, a tal fine disposto. Cosi' di presente qui giace sepolto, vedendosi questo scurolo o cappelletta alla parte destra dell'altar maggiore, tutta posta a oro, & con porta di nera pietra, sopra cui leggonsi pur in pietra, queste parole intagliate 'VEN. P. HIERONIMI MIANI / Congr. de Somasca Fundatoris / Hic ossa quiescunt / suavem Domini vocem expectantia / Obijt anno Domini MDXXXVII / VI Idus Febr. / Aetatis sue LVI'. Gio. Pietro Caraffa, che fu poi Papa, lo chiama Bergamasco 'Bergomensis Aemilianus noster'. Aug. Turtura in Vita V. Hyer. lib. 3 cap. 6. Ex Relat. f. d." (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 1, p. 190).. NOTE: Visto che il Calvi scrive nel 1676, conviene considerare quanto narra invece l' Albani nella Vita di S. Girolamo scritta nel 1600 (e ristampata nel 1603) a pag. 32: "Il Miani ... fu sepolto in Somasca nella Chiesa di Santo Bartolomeo a man sinistra, con un humil Deposito, gia' da me letto piu' volte, presso terra, con questo Epitafio 'Hieronymi Miani ossa suavem Domini vocem expectantia'; il qual fu poi levato per l'ordine del Concilio di Trento di levar tutti i Depositi sopra terra; vi si leggevano alcune poche lettere ancora, in quel tempo scritte o dipinte, essendo levato il resto per un uscio puoco fa fatto in quel luogo (porta aperta nel 1573? cf. alla data, ndr.); le quali sono queste 'Gieronimo Miani de costumi Apostolici; il qual con la vita, & essortationi sue acquisto' al Signore innumerabili persone, padre delli Orfani, il qual mori' l'anno 1537'. Essendo poi rinovata la Chiesa, & edificata un honorevole Capella maggiore, sono state trasportate l'ossa sue dopo l'Altare, con quelle del sopradetto Padre Vincenzo Gambarana ...".

8 02 1537 === Nella notte tra il 7 e l'8 febbraio 1537 ("Spiro' felicemente l'anima nelle braccia del suo Signore la domenica di quinquagesima dopo la mezzanotte del 7 febbraio venendo gli 8": Santinelli 1767, 202) Girolamo muore, esortando i compagni che lo circondano a "seguire Cristo, disprezzare il mondo, amarsi l'un l'altro, servire i poveri". La notizia della morte si diffonde rapidamente, amici da tutta la Lombardia, poveri e ammalati accorrono a Somasca.. NOTE:

12 02 1537 === Barili Agostino sac., Lettera da Somasca a Ludovico Viscardi a Bergamo (12.02.[1537]); cf. Somascha V(1979)52; trovata dal Locatelli nel 1912 nella Bibl. Civ. di Bergamo (Bibl. Civ. Mai Bergamo, fondo MIA, III-IX-(14)) - edita da Stoppiglia (Una nuova lettera, Genova 1914, pp 22-23) - Fonti Somasche 34 - Landini, Mss in Arch. Prov. Romana in Albano Laziale - Bonacina 1989, 37



Lettera di Barili Agostino sac. da Somasca

a Ludovico Viscardi a Bergamo



12 febbraio [1537]



(Bibl. Civ. Bergamo, fondo MIA, III-IX-(14))



"Messer Ludovico in Christo Charissimo. Pax vobis.

Habiamo hauto in tutto scuty trey et un mozanigo; el signor sia el remunerator del tutto. Non vi diro' altro al presente se non che vi svegiati tutti e vi dati ale sante operationi: adesso el si vedera' che sara' veramente fondati in Christo. Vi aricomando l'hospital; vi prego solicitate chel si faza medegar l'asinel negro di quel (?), et operate che non si levato fora di stala finche' non e' guarito, et fate mandar a tor quelle robe che son fora cum quelli altri 2 asinelli, tanto che gli lazano. Non altro. Vale in Domino. Trovate la moyer del Breter et diteli che non o voluto che si vada a tor Zovan Piero suo fiol a Como per molti respeti. Prima perche' non habia aviso alchuno da messer Francesco suo marito. 2° per non accrescergli fastidio. 3° perche' l'asino che la mandato in qua per torlo e zopo. 4° per non confonder l'opera perche' li personi non si scandalizano, et diteli che non mi mandi piu' a dir altro; si come lei tanto che vive suo marito che non son per dargli audientia. Tutte queste sue richieste sono sensualita' nec plura. Iterum pax vobis. De Somasca adi' 12 de febraro (1537?).

Presbiter Augustinus servus pauperum". . NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.

12 02 1537 === Lettera di mons. Gio. Battista Guillermi o Guliermi (canonico di Feltre negli anni in cui Girolamo era reggente a Caltelnuovo) vic. gen. di Bergamo (09.02.1537) all'amico Giovanni Antonio Vergerio di Cesana (paese al traghetto del Piave vicino a Feltre, dove il fiume lascia la val Serpentina dirigendosi a sud verso Quero): - Vitone 325 - Fonti Somasche 31s - Landini, Mss in Arch. Prov. Romana Albano Laziale - questa lettera del Guillermi e' riportata dal Cambruzzi 1874 (cf. Netto 1981, 175) - la pubblico' per primo l'Albani nella sua Vita del 1603 - per la forma "Guliermi" cf. Somascha 2-3, 1993, 97.



Lettera di mons. Gio. Battista Guillermi

vic. gen. di Bergamo

all'amico Giovanni Antonio Vergerio di Cesana (Feltre)



9 febbraio 1537



(trascrizione tolta dalla Vita di S. Girolamo dell'Albani, Milano 1603)



"So che haverete inteso la morte del nostro M. Gieronimo Miani, Capitano valorosissimo dell'Essercito di Christo, con gl'altri suoi due morti di questo governo, io non scrivo il successo dell'infirmita', e della morte, ch'io vi farei crepare il cuore; pareva, che havesse il Paradiso in mano, per la sicurezza sua; faceva diverse esortationi a' suoi, e sempre con la faccia si' allegra, e ridente, ch'innamorava, et inebriava dell'amor di Christo chiunque il mirava, pareva, che sapesse cosi' certo di morire, come io so, che scrivo questa, diceva d'haver accomodato i fatti suoi, e fatti i patti suoi con Christo; non fu mai sentito nominare, ne' Venetia, ne' parenti, d'altro non ragionava, se non di seguir Christo; si parti' di qui inanzi Natale, ma prima mi venne a ritrovare in Vescovato all'audienza, e qui mi s'inginocchio' dinanzi, raccomandandomi la fede di Christo, chiedendomi perdono; partissi poi con un comiato di non vedersi mai piu', ne' piu' l'ho veduto; e' morto in Somasca, ove si trovavano molti huomini da bene, di Pavia, Como, e Bergamo. Hoggi si e' fatta la commemoratione sua in alcune di queste Chiese, mercordi si fara' il rimanente, come se fosse morto il Papa, od il nostro Pastore. Egli vivendo si era ridotto a tale astinenza, e vilta' di vivere, che piu' basso andar non poteva. Orsu' cosi' e' piacciuto a Dio, non so se mai mori' persona che piu' m'attristasse. Il Signor ha spogliato questo gregge delli suoi piu' principali governatori; io credo che non l'abbandonera': qui sto ad aspettare alcuna di quelle opre, che egli sa fare, e con quella sua sapienza, et onnipotenza infinita, se sono longo perdonatemi: e' lunedi di carnovale, mi vado cosi' trastullando con voi, io ho detto tutto questo per relatione di M. Mario nostro (1), a cui il Signore sia propitio, il qual mori' alli sette del presente mese".



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(1) Chi e' questo "Mario nostro"?

Lettera di mons. Gio. Battista Guillermi

vic. gen. di Bergamo

all'amico Giovanni Antonio Vergerio di Cesana (Feltre)



9 febbraio 1537



(testo preso da: Netto 1981, 175)



1. Penso che abbiate avuto notizia della morte del nostro Magnifico Girolamo Miani, capitano valorosissimo dell'esercito di Cristo.

2. Con lui sono morti due altri che erano alla direzione di questa Compagnia.

3. Non mi dilungo a descrivervi la sua infermita' e la sua morte, perche' vi farei spezzare il cuore.

4. Sembrava che avesse il paradiso in mano per la sicurezza sua;

5. faceva diverse esortazioni ai suoi e sempre con il volto cosi' allegro e sorridente che innamorava ed inebriava all'amor di Cristo chiunque lo guardasse.

6. Pareva che fosse cosi' certo di morire, come io son certo che scrivo questa lettera.

7. Diceva di aver messo a posto le sue cose e di aver fatto i suoi patti con Cristo.

8. Mai fu inteso nominare Venezia e parenti; di altro non ragionava se non di segui Cristo.

9. Prima di Natale parti' di qui; mi venne a trovare in Vescovado, all'udienza; mi s'inginocchio' dinanzi, raccomandandomi la fede di Cristo e chiedendomi perdono.

10. Se ne parti' poi, accomiatandosi per sempre; da allora non l'ho piu' veduto. E' morto in Somasca dove si trovavano altre brave persone di Pavia, Como e Bergamo.

11. Oggi si e' fatta la sua commemorazione in alcune di queste Chiese; mercoledi si fara' il resto, come se fosse morto il Papa o il nostro Pastore.

12. Egli vivendo si era ridotto a tale astinenza e vilta' di vivere che piu' in basso scendere non poteva.

13. Orsu', cosi' e' piaciuto a Dio, ma io non so se mai mori' persona che piu' m'attristasse.

14. Il Signore ha spogliato questo gregge dei suoi principali dirigenti. Io credo che non l'abbandonera', anzi sto ad aspettare qualcuna di quelle opere che Egli sa fare con la sua sapienza ed onnipotenza infinita.

15. Se son lungo perdonatemi; e' lunedi di carnevale ed io mi vado cosi' trastullando con voi.

16. Tutto questo io vi ho detto per relazione del signor Mario, nostro amico.

17. Il Signore sia propizio a colui, il quale mori' il sette del presente mese.. NOTE:

15 02 1537 === "Il 15 febbraio 1537 e' pronto il memoriale (firmato da tutti i nove membri) intitolato "Consilium delectorum cardinalium et aliorum praelatorum de emendanda ecclesia S.D.N. Paulo III petente conscriptum et exhibitum anno 1537" (stampato a Roma e Milano gia' nel 1538; un esemplare di questa rarissima edizione e' in possesso della Biblioteca del Histor. Verein a Würzburg: cf. Serapeum XIX, 178)" (Pastor, V, 110, n. 2).. NOTE:

15 02 1537 === L' ospedale grande di Bergamo concede 12 lire ai poveri di Somasca e le ritiro' Ludovico Viscardi Vavassori: "Intelecto, quod pauperes meyani existentes in loco de somasca, vallis S. Martini sint constituti in maxima necessitate ob maximas infirmitates quas patiuntur, Jcc existimantes gratum fore onnipotenti Deo eisdem subvenire, terminaverunt eisdem dari libras duodecim imp. Eo die dominus Lodovicus Vavasorius notarius consortii s. Alexandri habuit ut supra" (Archivio Ospedale Bergamo, Verbali, 15 febb. 1536) - Bonacina 1989, 37. NOTE: I fratelli Viscardi vivevano in Borgo S. Leonardo a Bergamo.

18 03 1537 === Istrumento per S. Bartolomeo di Somasca: Giovanni Cattaneo (18 marzo 1537) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32b, 'fotocopia'].. NOTE:

4 04 1537 === Lettera di Zuan Antonio Vergerio da Cesana a mons. Battista Guillermi o Guliermi (04.04.1537): - Vitone 326 - Fonti Somasche 32-34 (Vergerio Daresma ?!?) - Somascha 2/3(1977)148 - Landini 485 (Rogero Daresma ?!?) - una cattiva lettura (che ha il suo inizio nel Santinelli 1767, 204, vide infra) ha fatto pensare che costui fosse di Cisano Bergamasco!! Anche il Landini ripete l'errore - pubblicata in SSGE anno VI, n. 59, 1920. - per la forma "Guliermi" cf. Somascha 2-3, 1993, 97.

"Appresso i sigg. Guillermi di Feltre tra molte carte spettanti una volta al qui lodato Vicario di Bergamo loro degno ascendente, si trova una lettera di risposta (ora nell'archivio della Proc. Gen. in Roma) coll'indirizzo allo stesso, segnata 'da Cesane', che e' un picciolo luogo prima d'entrare nella valle di S. Martino, 'die 4 aprilis 1537'. In questa 'Rogerio Daresma' risponde ecc." (Santinelli 1767, 204).



Lettera di Zuan Antonio Vergerio

da Cesana (Feltre)

a mons. Battista Guillermi

vic. gen. di Bergamo



4 aprile 1537



(Il Santuario di S. Girolamo Emiliani, anno VI, n. 59, 1920)



"Al mio reverendissimo messer Baptista de Guielmis meritissimo vicario del Reverendissimo monsignor episcopo de Bergomo mazor mio observantissimo in episcopatu Pergami.

Rev.me domine cordialissime et maior observantissime.

Non havendo al presente excusatione alcuna legitima di non dover scrivere et risponder alle scripte per vostra signoria, ho deliberato risponder a quelle da parte in parte, et a tutte, et maxime a quelle che ho havuto et non ghe ho resposto.

Et primo de la infirmita' et successive de la morte dico corporale del nostro bon servo de Dio et mio mazor honorato messer Hieronimo Miani, l'anima del quale, come scrive, vostra signoria crede che quella posieda li beni de vita eterna; et quella in pace requiescat et oret Deum pro nobis...

... Tornero' ancora alla morte del magnifico messer Hieronimo Miani. Dico che ho' pieta' a quella sua compagnia spirituale, rimasta senza di lui; non diro' senza governo, perche' Dio sempre e' al governo de li suoi fedeli, ali quali Dio dia perseverantia in lo buon proposito...

... Ei io aspetto presto lettere de vostra signoria con molte nuove. Et acio' le habbiamo bon et presto ricapito, messer lo cancellier del magnifico capitano veneto le potra' indrizare al clarissimo messer Nicolo' Thiepulo, et Zulian le redrizera' de qui...

... Cesane, die 4 aprilis 1537.

El tutto de vostra signoria Zuan Antonio Vergerio da Cesane".. NOTE:

1 05 1537 === "maggio 1537. Li Religiosi Compagni del ven. Girolamo Miani, a Dio passato sotto li 8 febraro, dal luogo detta la Rochetta della Valle di S. Martino, ove prima habitavano, calorno al basso nella terra detta di Somasca. Quivi alcune case comprate con la Torre de Benaglij, vicino all' Oratorio di S. Bartollomeo diedero hoggi principio alla prima Casa, & Collegio della Congregatione di Somasca, di cui poscia il nome ne derivo' di tutta la Congregatione, dilatatosi successivamente il nuovo Collegio all'ampiezza ch'or si trova per opera in particolare del P. D. Bartolomeo Brocco, che ne fabrico' la maggiore & miglior parte. Ex mem. & notis Coll. de Somasca" (Donato Calvi, Effemeridi 1676, vol. 2, p. 75).. NOTE:

7 06 1537 === Contraccambio fra gli Amigoni e Giovanni Cattaneo (7 giugno 1537) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31g, 'fotocopia'].. NOTE:

1 09 1537 === Capitoli dell'ospedale del Bersaglio di Venezia (data fittizia): "Poco piu' di un anno dopo la partenza del Miani da Venezia, e poco dopo la di lui morte nell'anno 1537, truovo (Carte antiche nell'arch. dello Sped. a S. Gio: & Paolo) che sono state messe in carta le regole per lo buon servigio dei ministri" (Santinelli 1767, 163).. NOTE:

30 10 1537 === P. Federico Panigarola abitante di Somasca (30 ottobre 1537) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32c, 'fotocopia'].. NOTE:

31 10 1537 === 1537 - Il 31 ottobre 1537 il padre Federico Panigarola (che risiede nella casa e chiesa di S. Francesco, sita sulla strada che da Somasca porta alla rocca di Vercurago) con Mario Lanzi (Lanci) e Giovanni Cattaneo fa da arbitro nella lite che contrappone il notaio Obertino Moioli di Corte (Calolzio) al colono Gervaso Caio di Foppenico (Bergamo, Arc. St., Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 31 ottobre 1537, f. 392; copia in ACM 2-5-43b):



"In Christi nomine. Amen. Die ultimo mensis octobris millesimo quingentesimo trigesimo septimo, inditione decima, in via comune de Somascha, comunis de Caloltio vallis Sancti Martini, districtus Bergomi, per quam itur a Somascha ad arcem Verchuragi, ante domum et ecclexiam qua infrascriptus Rev.dus d. presbiter Federicus arbiter ut infra facit eius residentiam, presentibus testibus Bertramo q. Ambroxii rauselle de Amigonibus. Iacomo dicto mazenghino q. Iohannis Girelli de Sichalinis, Defendino q. Iohannis alterius Defendini de Benaliis hijs tribus habitantibus de Chabagio de Somascha et Jo. Jacomo filio ser Francisci Cole de Benaliis habitante de Verchurago omnibus etc, Ibi rev.dus d. presbiter Federicus Panigarola alias prepositus eclexie d. Sancti Pantaleonis de Papia et d. Johannes q. d. Piligrini de Cataneis habitans de Somascha et quilibet eorum in hac parte arbitri et arbitratores alias per et inter d. Obertinum q. d. Johannis de Moyolis civem et notarium publicum Bergomensem habitantem de Curte ex una, et Gervaxium q. Christophori de Chaio alias colonum prefati d. Obertini, habitantem de Fopenicho ex altera, presentibus ellecti una cum d. Mario filio d. Bernardini de Lancis cive Bergomi ut legitur ut ipsi d. arbitri ...ex instrumento ipsius electionis et compromissi rogato per d. Jo. Antonium Mazolenum notarium, concorditer, viso prius dicto instrumento compromissi et ellectionis et libertatem eisdem d. arbitratoribus per suprascriptas partes attributa prorogandi dictum compromissum et visa instrumenta dicti compromissi in calce. Ideo prorogaverunt et prorogant dictum compromissum et instantiam eiusdem hinc et per totam octavam festi paschatis resurrectionis d.n. Jesu Xsti quod erit de anno 1538 proxime futuri cum omnibus clausulis, punctis, terminis promissionibus, conventionibus obligationibus, penis et aliis clausulis de quibus in eo cum reservatione facultatis alias prorogandi; et hoc presente et instante suprascripto d. Obertino; et sic fuerunt contenti; et renuntiaverunt".. NOTE:

31 10 1537 === Federico Panigarola e' arbitro nella lite tra il notario Obertino Moioli e il suo colono Gervaso Caio (31 ottobre 1537) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 31h, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1538 === Vecellio Tiziano (Pieve di Cadore 1488/90 - Venezia 1576), La presentazione della Vergine al tempio (particolare: SGM fa l'elemosina), 1538, olio su tela cm. 335x775 - SSGE 421, 23 e 427, 10. Foto completa del quadro da internet: (http://web.tiscali.it/wwwart/accademia/images/23_img60.jpg).



"Questo dipinto di Tiziano, eseguito tra il 1534 ed il 1539 per la Sala dell' Albergo della Scuola di santa Maria Della Carita', oggi inglobata nelle Gallerie dell' Accademia, ha per soggetto la "Presentazione della Vergine al tempio". La Vergine Maria, ancora giovinetta sta a meta' della scalinata, e una folla incuriosita l' attornia. Fra i personaggi, sulla sinistra, con abiti del Cinquecento, appaiono ritratti probabilmente alcuni dei componenti della confraternita. Alle porte del tempio, accolgono Maria dei sacerdoti, vestiti con preziose tuniche rosse e verdi ed oro. Nello sfondo si vedono delle montagne, le Marmarole, del Cadore, luogo di provenienza di Tiziano, mentre, in alto, domina un cielo molto nuvoloso. Al fianco del tempio si vedono altri tre edifici, che richiamano stilisticamente l' architettura del Cinquecento. Il primo e' sostenuto da alcune colonne in stile corinzio decorate con foglie d' acanto. Sul suo lato, si affacciano alla finestra due persone che guardano interessate. In esse si puo' riconoscere Tiziano stesso con la moglie, che osservano la loro figlia, in basso, che si appoggia agli scalini con le mani. Nel secondo edificio, sul fronte, sporge un piccolo terrazzo con tre persone che dialogano fra loro. Sulla sinistra del dipinto, dietro al gruppo di donne e uomini vi sono due costruzioni: la prima con archi e' seguita da un monumento piramidale con, alla sommita', una sfera. Al lato della scalinata, una vecchia dalla tunica azzurra e scialle bianco , vende le uova mentre una scultura, priva di testa, si erge all' estrema destra. A questi particolari si e' voluto dare l' interpretazione simbolica delle tre ere: ante legem, cioe' l' era del paganesimo, rappresentata dalla statua acefala; sub legem, cioe' l' epoca del giudaismo, rappresentata dalla vecchia; sub gratia, cioe' l' era del cristianesimo con la futura nascita di Gesu' dalla Vergine Maria". . NOTE:

1 01 1538 === Conti Primo (a cura), Lucubrationes in M.T. Ciceronis Orationes E. Siluii Ambiani, Melanchtonis, Bartholomei Latoni et aliorum. Pars altera. Venetiis, Melchioris Sessae, 1538.

Localizzazioni: Biblioteca del Liceo classico statale B. Telesio - Cosenza. NOTE:

1 01 1538 === Cordoni Bartolomeo da Castello ofmcapp. (1471-1535), De unione anime cum supereminenti lumine. In Perugia nelle case de Girollimo Cartolaro, ad instantia de Antonio Pasini, 1538. [136] c.



Localizzazioni:FI0098 Biblioteca nazionale centrale - Firenze

LU0022 Biblioteca statale - Lucca

PG0109 Biblioteca comunale Augusta - Perugia

PG0147 Biblioteca Ranieri di Sorbello - Perugia

PG0032 Biblioteca comunale Giosu* Carducci - Citta' di Castello

PG0179 Biblioteca Porziuncola - Assisi

PG0173 Biblioteca diocesana - Todi

RM0281 Biblioteca Vallicelliana - Roma

RM0692 Biblioteca del Pontificio Ateneo Antonianum - Roma. NOTE:

1 01 1538 === Merlo Stefano, Cronica dal 1486 al 1538. in: Periodico della Societa' Storica Comense, vol. I, Como 1878.. NOTE:

1 01 1538 === Molfetta (da) Girolamo (Pancotto Giacomo, +1550), Epistola dedicatoria di fr. Girolamo da Molfetta (datata 1538), pubblicata a Milano nel 1539.. NOTE: pubblicata a Milano nel 1539 come prefazione di un'operetta di fr. Bartolomeo ofmcapp. di Citta' di Castello data alle stampe dal Molfetta stesso ("Dialogo dell' unione spirituale di Dio con l' anima, dove sono interlocutori Amor divino, la sposa e la ragione umana" (Milano 1539, per Franciscum Cantalupum et Innoc. de Cicognera; ma gia' pubblicata nel 1538 a Perugia in latino! cf.); questa operetta fu poi proscritta dalla Chiesa; in questa prefazione dedica l'operetta alla Compagnia dei servi dei poveri e tesse un lungo elogio di Girolamo - cf. Arch. Somasca, cod. A-I-n.7 - Landini 1947, 18 e 489 (attenzione: Landini qui scrive errata la data, MDLXIII invece di MDXXXVIII) - Fonti Somasche 35-39 testo e trad. - Vitone 330 - Netto 1996, 253s (testo orig., data errata come sul Landini!) - fr. Bartolomeo da Castello (al secolo Bartolomeo Cordoni), nato a Citta' di Castello nel 1471 e morto a Tunisi nel 1535: notizie tratte da Vermiglioli Giov. Battista, Biografia degli scrittori Perugini e notizia delle opere loro, presso V. Bartelli e G. Costantini, 1828-29, 2 voll. - p. Giacomo da Molfetta: alias Pancotto Giacomo, nato a Molfetta nel 1489 e morto a Mesagna nel 1561, teologo, oratore, minore francescano poi cappuccino, citato anche come Paniscotti, J. da Melfi ecc.

1 01 1538 === Pauperum Somaschae: Prosper Aquitanus (Prospero di Aquitania) 'santo', Opuscula de gratia et libero arbitrio Sancti Prosperi Aquitani, episcopi Reginensis, Viri Religiosissimi, Diui Augustini Discipuli, et in diuini scripturis eruditissimi. Venetijs, 1538 (Venetijs : per D. Bernardinum Stagninum, 1538). 48 c. ; 8¡ - Pigato in RC 1940, 26-27 - Somasca, Bibl. Casa Madre (23.3.33).. NOTE:

1 01 1538 === Nasce S. Carlo Borromeo (1538 - 3 novembre 1584, morto a 46 anni).. NOTE:

1 01 1538 === "Nel 1538 la Pieve di Oggiono e di Garlate vengono acquisite in feudo da Agostino d'Adda e vendute successivamente all'imperatore Carlo V" (cit.: Baroncelli Enrico, La Valle del ferro. Amministrazione e sviluppo economico nella Valsassina dei secoli XVII-XVIII. in: AdL 2/1994, 11).. NOTE:

1 01 1538 === Vita dell' Anonimo (1538, anche se iniziata forse dal 1536) - Fonti 1.. NOTE: Stoppiglia, in Bibliografia 1917 a p. 9 dice che "il Tortora (Libro II, cap. V, a pp. 101-102) afferma che fra quelli che frequentavano Girolamo 'era a lui, piu' che ogni altro , congiuntissimo d'amore e d'opera quel nobilissimo uomo, il quale, taciuto il suo nome, scrisse la vita di Girolamo, spirato appena l'anno secondo della sua morte'"; la traduzione italiana e' quella del Piegadi 1865, ma la cosa strana e' che il testo latino originale del Tortora suona invece cosi': "ex quibus, coniunctissime prae caeteris cum eo agebat tunc temporis et quidem e nobilioribus is, qui, proprio nomine silentio obvoluto, primus Hieronymi vitam vix altero ab eius obitu anno literis consignavit"! - ora sembra possibile dare un nome all' Anonimo, cioe' Pietro Contarini, patrizio veneziano, libero, socio del Divino Amore, uno dei sovrintendenti all' Ospedale degli Incurabili che nel 1531 invitarono il Miani a trasferirvisi, fu eletto vescovo di Pafo nell' isola di Cipro (sic Fonti Somasche in premessa). Va notato che tutta la questione sta o casca in base alla lettura di una sillaba mutila ("CORT..." o "CONT..."?) che ricorre nel testo di Acta et Processus di Venezia come compare in Cod. Correr. N. 1350 da carta 8 a 13 retro (lo stesso Codice che contiene la Vita dell' Anonimo). Cortigiano o Contarini?

1 01 1538 === GENOVA , S.Giovanni Bat.: opera iniziata nel 1538 e finita nel 1594 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

16 01 1538 === "Il 16 gennaio 1538 il Comune di Cisano e di Brivio Bergamasco deputarono all'operazione di estimo Ludovico Bellini di Valbonaga. Ci e' conservato il risultato di questo lavoro: un Estimo dei Comuni della Val San Martino del 1538, in Arch. St. Milano FR 3253" (cit. da: Medolago Gabriele, San Gregorio di Cisano Bergamasco. Litostampa Istituto Grafico, Bergamo marzo 2001, pag. 246).. NOTE:

12 02 1538 === Lettera patente di mons. Giovanni Maria Tosi (Tonsi, Toso) (Milano, 12.02.1538): - P.A.C. S., 31, p. 129ss - era vicario generale della diocesi di Milano - Vitone 60 - Somascha XIV(1989)41 - concede l' indulgenza ai questuanti in favore dell' orfanotrofio di Milano - Fonti Somasche 260s (testo e tr.) - Caimo 1865, 27 (a p. 151 dice che "si conserva nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma nell'archivio della Procura Generale dei Somaschi").. NOTE:

24 04 1538 === 1538 - Il 24 aprile 1538 viene siglato il documento di proroga del compromesso del 31 ottobre 1537 (cf. sopra), atto che viene siglato "ad ortos existentes in territorio de Somascha sub arce de Verchurago" (si tratta del luogo di S. Francesco?, ndr.) (Bergamo, Arch. St., Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 24 aprile 1538); il p. Panigarola e Mario Lanci (non ancora sacerdote) sono qui qualificati come "ambo gubernatores et deputati una cum aliis ad regendum et gubernandum pauperes hospitalis de Somascha" (ibidem). Il padre Federico Panigarola, che risiede con gli orfani alla rocca, in comune di Rossino, nel territorio di Somasca, e Mario Lanzi (Lanci) continuano nell'attivita' di arbitri tra il notaio Obertino Moioli e il colono Gervaso Caio:



"In Christi nomine. Amen. Die 24 aprilis 1538 inditione undecima in communi de Rossino vallis sancti Martini, ad ortos existentes in territorio de Somascha sub arce de Verchurago presentibus testibus Baptistino q. Augustini de Beseno, Iacobo q. Girelli de Sichalinis, Iacomo q. Stefani de la Cima et Io. Antonio q. Zanini de Place omnibus habitantibus de Somascha, primis duobus Bergomensibus et omnibus asserentibus. Ibi Nobiles et discreti viri videlizet Rev.dus presbiter Federicus Panigarola q. sp. viri d. Francisci, civis Mediolani et alias prepositus ecclesie d. sancti Pantaleonis de Papia et d. Marius q. domini Bernardini de Lanciis civis Bergomi, ambo gubernatores et deputati una cum aliis ad regendum et gubernandum pauperes hospitalis de Somascha et quilibet eorum arbitri et arbitratores et ellecti per et inter D. Obertinum Moyoli notarium habitantem de Curte ex una, et Gervaxium de Chayo habitantem de Fopenicho ex altera, presentibus et prout et secundum quod de ipsa ellectione et compromisso latius legit in istrumentis traditis per d. ser Antonium Mazolenum notarium die. etc etc,, concorditer, viso prius dicto compromisso facto et rogato ut supra et libertate eisdem d. arbitratoribus per suprascriptas partes attributa prorogandi dictum compromissum et atento quod in termino in precedenti prorogatione descripto prefati arbitri non valent inter ipsas partes pronuntiare propter ocupationem prefati d. Obertini ad alia negotia vallis predicte ideo prorogaverunt dictum compromissum hinc et per totum mensem septembris proxime futurum presentis anni 1538 cum omnibus clausulis, punctis, terminis promissionibus conventionibus obligationibus penis et aliis clausulis de quibus in eo; et sic fuerunt contenti; et renuntiaverunt".. NOTE:

24 04 1538 === Atto notarile: Federico Panigarola e Mario Lanzi o de Lanci (24 aprile 1538) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32d, 'fotocopia'].. NOTE:

24 04 1538 === Proroga della nomina di Federico Panigarola ad arbitro della lite tra il notaio Obertino Moioli e il suo colono Gervaso Caio (24 aprile 1538) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). cf. So 31h. [ASPSG So 31i, 'fotocopia'].. NOTE:

30 04 1538 === Arch. St. Venezia: nel quaderno "Fia" della Redecima 1514, a c. 484 t., in data 30 aprile 1538 e' registrato il passaggio dei pochi beni di Girolamo a Zuan Alvise di Luca Miani - Dalla Santa 52 n. 2. NOTE:

20 05 1538 === "Il 20 maggio 1538 in Bergamo Ludovico Viscardi Vavassori e suo fratello Girolamo stipularono con Girolamo Sabbatini (uno dei membri piu' influenti del Consorzio di S. Alessandro in Colonna e della compagnia dei procuratori degli orfani della Maddalena) un contratto di societa' settennale (rinnovato poi nel 1545 e nel 1552, ndr.) nell'esercizio 'di spalere (tessuti di lana), terlintane (di cotone), garzi (canapa) e qualunque altra arte ed esercizio di mercanzia'. Ludovico si sarebbe trasferito a Venezia per abitarvi ed aprirvi bottega; il capitale di 5600 lire sarebbe rimasto nelle mani del Sabbatini a Bergamo 'per esercitare et redurre in essere perfetto la detta mercanzia': a lui infatti sarebbe spettato il tingere, seccare, sortare e dare la lana da tessere. Nel contratto poi si specifica l' addebito delle spese, l' attenzione alla variazione del prezzo dell' allume, il costo del noleggio del cavallo e del cavalcante, dei libri contabili, dell' inventario annuale o 'balanzoni'. L' atto e' redatto dall' amico notaio Cipriano Bosoni, e tra i testimoni figurano il prete Paolo Masnetto (cappellano della cappella di S. Pietro nella chiesa di S. Alessandro in Colonna), Marco Antonio (figlio dell' architetto Isabello) e il notaio Giovanni Correggi (nota: Bergmamo, Bibl. Civ. Mai, fondo MIA, II - VIII - [1])" (cit. da: Bonacina 1989, 37).. NOTE:

1 07 1538 === n.n., Taccuino (ms. che si conservava nell' Arch. della Procura Generale in Roma), s.d. (ma anteriore all'agosto del 1538).. NOTE: Paltrinieri Ottavio crs. (a cura), Aggiunte alla Vita di San Girolamo Miani che scrisse il padre don Stanislao Santinelli c.r.s. (edite in F15, 3-4): "Il 'TACCUINO'. Quello che sopra tutto mi ha somministrato materia per queste 'Aggiunte', si e' un 'Taccuino', che cosi' chiamero' un libretto di carattere antico, il quale fu da me rinvenuto legato in un volume dell' archivio della Procura generale e di sui trassi copia, come di altre antiche memorie. In esso si veggono nominati in prima sedici (16) nostri sacerdoti, e poscia quelli che nelle diverse citta' prestavano ai nostri aiuto ed assistenza per le diverse opere di carita' in essa istituite a tempo del nostro santo, nominandosi in prima i prelati e i sacerdoti, e poscia i nobili, cittadini e mercanti, i quali tutti insieme ascendono al numero di quasi trecento. Le citta' delle quali si parla sono:



Genova,

Venezia,

Pavia,

Milano,

Como,

Somasca,

Bergamo,

Brescia,

Verona,

Padova.



Non vi e' data alcuna del Taccuino e solo vi e' una nota del padre don Pierantonio Bonfiglio, procuratore generale nel 1677, in cui dice di crederlo fatto a tempo di san Girolamo; ma, esaminando bene i nomi di quelli che vi son registrati, si rilevano chiare prove per conoscere che fu scritto poco dopo la sua morte, e precisamente nell'anno 1538. Infatti vi si osserva che i sacerdoti nostri vi sono indicati senza distinzione di alcuna carica e neppure per ordine di anzianita', onde Agostino Barile (Barili, ndr.) vi si vede quasi per ultimo, ne' vi sono nominati Leone Carpani, Primo del Conte, Mario de Lanci e Giovan Paolo Montorfano, senza dubbio perche' allora non erano ancora ascesi al sacerdozio. Cio' non poteva avvenire se non perche' in quel tempo i figli del Miani non si erano ancor ridotti a formare un corpo, avente il suo capo ed i suoi superiori. Questo infatti non avvenne se non dopo il diploma del Lippomano vescovo di Bergamo in data del 1 agosto 1538, riportato dal Coleti nelle aggiunte alla 'Italia Sacra' dell' Ughelli. In quel diploma, emanato un anno e sei mesi circa dopo la morte del Miani, si dice che ad istanza dei sacerdoti e secolari, dieci de' quali per ambedue le classi vi si veggono nominati, i quali bramavano di vivere in comune colle limosine de' fedeli, concedeva loro la facolta' di eleggersi un capo o superiore, o perpetuo oppure ad tempus, il quale destinasse alla predicazione della divina parola ed a reggere le case degli orfani, delle orfane e convertite e degli spedali quelli che giudicasse idonei ed opportuni in tutta la sua vasta diocesi. Se il mentovato 'Taccuino' pertanto fosse stato scritto dopo quel tempo, vi si vedrebbe l'indicazione del superiore e capo e delle altre cariche che furon fatte in appresso e dei rettori delle rispettive case. Si osserva in oltre che i Teatini in Venezia prestandosi in aiuto de' nostri orfani e spedali, nel detto 'Taccuino' vien nominato per primo il padre Bernardino Scotti, e dopo di lui il padre Bonifazio da Colle, che fu uno dei quattro fondatori. Non poteva cio' provenire se non dall'essere allora lo Scotti il loro superiore in Venezia. Ora nella serie dei superiori dei Teatini in detta citta', che ci vien data dal senatore Flaminio Corner nelle sue 'Venete chiese illustrate', si vede che nel 1538 Bernardino Scotti esercitava tal carica triennale in Venezia, alla quale era stato eletto nell'anno antecedente. Il vedersi poi come aggiunto nel 'Taccuino' il nome di mons. Luigi Lippomano, vescovo coadiutore di Bergamo, ch'ebbe tal carica e dignita' ai 28 settembre del 1538, fa parimenti credere che che quel 'Taccuino' fosse in quel tempo gia' stato scritto. Tralascio altre ragioni, che servirebbero a confermare che prima dell'agosto di detto anno fu scritto quel 'Taccuino', cavandole dal registro di altri soggetti, che vi si veggon notati, perche' non si conoscerebbero con chiarezza senza pubblicare per disteso il 'Taccuino' medesimo, come forse mi risolvero' di fare. Fissata l'epoca sopraindicata della compilazione del 'Taccuino', noi possiamo da esso rilevare un gran numero di cooperatori del nostro santo, che prima s'ignoravano, molti dei quali si distinsero per opere di pieta' da essi esercitate, come ho potuto discoprire svolgendo memorie e libri che mi son venuti alle mani, come andero' a suo luogo accennando del decorso di queste 'Aggiunte'".

1 08 1538 === Il mese di agosto 1538 (il giorno di S. Bartolomeo) i Servi dei poveri celebrarono il Capitolo a S. Maria di Sabbioncello (il cui chiostro piccolo era stato edificato fin dal 1510; cf. foto in: Sevesi, AdL n. 3 del 1988, pag. 483). Si tratto' anche se accettare o no quel luogo, offerto loro dal parroco di S. Giorgio di Vizzago (a cui si erano rivolti precedentemente i membri del pio sodalizio di preti e laici che si riuniva a Sabbioncello per il culto e devozioni loro; essi, d'accordo col monastero benedettino di S. Dionigi da cui la chiesa dipendeva, la ampliarono, ma presto erano sorte difficolta'; allora avevano ceduto al parroco di S. Giorgio di Vizzago (don Giambattista Airoldi) ogni loro ragione sulla chiesa di Sabbioncello; con Bolla pontificia era poi stata unita in perpetuo a S. Giorgio di Vizzago; ora l' Airoldi, non potendo attendere alle due chiese, la offriva ai Servi dei poveri); la risposta fu "Non si accetti il luogo del Sabbioncello , sel non e' libero del tutto". Probabilmente poi accettarono, perche' S. Carlo (relazione del 28 settembre 1571) dice che "Il detto consorzio teneva un altro terreno, non tanto discosto dalla stessa casa. In quella casa in nome di tutta la vicinanza di Merate, vivevano alcuni poveri di S. Martino e un altro uomo, che in tempo di messe e di vendemmia faceva la colletta per il mantenimento della chiesa e della casa. Ci riferiscono ancora che circa l'anno 1539 o 1540 d'improvviso e di fatto furono scacciati i poveri di quella casa da un certo Mauro di Novate (Novati, parrocchiano di Vizzago, e' il primo nella lista di firme dei parrocchiani sull'atto con cui il parroco cede la chiesa agli Amadeiti), il quale poco dopo vi introdusse alcuni frati di detto ordine e questi si mantengono nel possesso della chiesa e della casa". I poveri di S. Martino equivalgono alla Compagnia dei Servi dei poveri, che quindi restarono a Sabbioncello circa un anno o poco piu'. Il 10 gennaio 1540 veniva infatti steso l'atto ufficiale con cui l' Airoldi parroco cedeva tutto agli Amadeiti di Santa Maria della Pace di Milano (su S. Maria di Sabbioncello: Sevesi M. ofm., Santa Maria di Sabbioncello. in: AdL, XI, 1988, p. 439-500, dove pero' non parla dei Somaschi; sul Capitolo dell'agosto 1538, riportato nel Ms30: F4, 54 e 56). - Somascha 1988, 188-189.. NOTE:

1 08 1538 === Lettera patente di mons. Pietro Lippomano vescovo di Bergamo a 20 sacerdoti e laici (01.08.1538).. NOTE: Vitone 63 - Fonti Somasche 263-267 (testo e tr.) - Caimo 1865, 166 - Ughelli Ital. Sacr. t. 5 col. 487 ed. Venetae.

1 10 1538 === "A Merone resto' l'orfanotrofio in Casa Carpani. Ne era amministratore Primo de Conti: in un atto dell'ottobre 1538 egli figura come procuratore della 'Casa overo Ospizio di Merone'" (cit. da: Molteni 2003, f. 5).. NOTE:

24 11 1538 === Istrumento, Federico Panigarola, Mario Lanci o Lanzi, Giovanni Cattaneo (24 novembre 1538) ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32e, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1539 === Ignoto, Fra Giovanni da Fano ofmcapp. (quadro riprodotto in copertina del dattiloscritto: Brunelli Secondo crs., Fra Giovanni Pili da Fano Cappuccino, amicissimo di San Girolamo Emiliani. Corbetta, 11 giugno 2003.. NOTE: Il frate riprodotto tiene nella sinistra un piccolo Crocifisso e con la dx indica la corona del S. Rosario appesa al cingolo del saio. Nella parte bassa della tela vi e' la seguente scritta: "R .F. Joannes a Fano Concionator Capuccinus. Paupertatis Defensor / Conventus Veronae Fundator. B. Hieronymi Aemiliani Amicissimus / Scriptis, meritis, & miraculis Clarus; Obiit Anno Dni: 1539.".

1 01 1539 === Antonio da Pinerolo ofmcapp., Dialogo del Maestro e del Discepolo del divoto servo di Christo Frate Antonio da Pinarolo (sic) dell' Ordine dei frati Minori Cappuccini. Stampato di principio et presente Opusculo nella citta' di Genova l' anno MDXXXIX (1539). Rarissimo esemplare conservato a: Bologna, Bibliot. Universitaria, Miscell. Ascet. 8°, VIII. (Cit. da: Guglielmoni 1983, 193 e 293).. NOTE:

1 01 1539 === Cappella Galeazzo Flavio (Capella, 1487-1537), Commentarii di Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano. Tradotte di latino in lingua toscana per Francesco Philipopoli. Venetiis apud Ioannem Giolitum de Ferrariis, 1539. (Capella = piccola Capra) - Marciana 96.D.148.3 - alla fine del 1° libro parla del frate Andrea da Ferrara che per primo predico' Lutero in Venezia nel 1520-21. NOTE:

1 01 1539 === Cordoni Bartolomeo da Castello ofmcapp. (1471-1535), Dyalogo dell' unione spirituale de Dio con l' anima. In Milano : per Francesco Cantalupo et Innocentio da Cicognara, 1539. [12], 271, [1] c.

L'operetta fu poi proscritta dalla Chiesa (Decr. S. Off. fer. V, 8 marzo 1584; 29 gennaio 1600).

Localizzazioni:BO0304 Biblioteca comunale dell' Archiginnasio - Bologna

EX0001 Biblioteca Apostolica vaticana - Stato citta' del Vaticano

FI0101 Biblioteca Marucelliana - Firenze

PT0025 Biblioteca comunale Forteguerriana - Pistoia

PV0072 Biblioteca del Collegio Ghislieri - Pavia. NOTE:

1 01 1539 === Crispoldi Tullio (a Verona unitissimo al Giberti), Alcune cose sopra la passione de Salvatore nostro Jesu Christo, raccolte per Tullio Crispolto da Riete. In Vinegia marzo 1539 (Marciana, 50.C.171). NOTE:

1 01 1539 === Molfetta (da) Girolamo (Pancotto Giacomo, +1550), Tabula per la Religione Christiana di tutte quelle cose che ciascuno e' tenuto di sapere. Milano, per Francesco Cantalupo et Innocentio da Cicognera 1539. (cit. da: Guglielmoni 1983, 296).. NOTE:

1 01 1539 === Pauperum Somaschae: ''Enrico da Susa (Suso Heinrich, Susone, beato + 1271), Horologium sapientiae, aeditum a beato Henrico Siso (sic!) viro sanctissimo ordinis Praedicatorum. Venetiis, 1539. 229, [3] c. ; 16¡''??? cf. Suso Henrihc (1295-1366) di Costanza, di cui fu stampato l'Horologium a Venezia nel 1511.

- (con firma autografa del p. Trotti crs.) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 28.38.43. NOTE:

1 01 1539 === Pauperum Somaschae: Gabrielis Barelete, Sermones tam quadragesimales quam de sanctis ... 1539 (s.l.) - sulla prima pagina, sopra il fregio "Ad usum pauperu' Somaschi" - Pigato in RC 1939, 301 - Bibl. Somasca 6.12.20. NOTE:

1 01 1539 === "fra Bernardino da Siena (Ochino, ndr.), Vicario generale dei Cappuccini, persona dotta e prudente, predicando quest'anno (1539, ndr.) in Perugia, fa due opere piissime, cioe' fa erigere il collegio dei Cappuccinelli in porta S. Angelo, nel quale si mantengono 20 fanciulli orfani, di vitto, vestito e maestro di grammatica, dagli anni 8 sino agli anni 20 a spese del collegio dei Notari, che ne tiene cura. Istituisce ancora il collegio delle zitelle derelitte in porta S. Costanzo, che sono 40 zitelle orfane e povere, e son provvedute e protette dalla Compagnia di S. Tommaso d'Aquino" (cit. in: Quarto Centenario della Provincia serafica dei Minori Capuccini, Assisi 1930, pag. 17).. NOTE:

1 01 1539 === I Servi dei poveri a Santa Maria di Sabbioncello (1539). in: Somascha 1988, 188 - Note e documenti. (attenzione: il p. Pellegrini, leggendo male, chiama Meneres il Meneses!)



"Il Gonzaga (De origine seraphicae religionis, Romae 1587, p. 358) ricorda presente a Sabbioncello (S. Maria Nascente) il buon romito Claudio, molto devoto alla Madonna" (Brivio Dino, Itinerari 1988, 204). Deve essere morto poco tempo prima del 1540.



Solo l'anno successivo, 1540, vennero chiamari a reggere il monastero ricostruito e il santuario i Francescani Amadeiti (cf. alla data).. NOTE:

1 01 1539 === "La compagnia del Divino Amore sorse a S. Rocco in Bergamo nel 1539 e, prima, alla Maddalena, secondo alcuni, ad opera del Miani stesso (nota: Agazzi Carlo sac., Una gloriosa confraternita bergamasca: i disciplini di Santa Maria Maddalena. in: Bergomum, Bollett. della Civ. Bibliot., vol. VIII, gennaio-marzo 1934 n. 1, pagg. 15-38)" (cit. da: Bonacina 1989, 36).. NOTE:

1 01 1539 === "Nota VII. Cronologia delle Scuole della Dottrina Cristiana cavata dalla 'Istoria del canonico G.B. Castiglione' (opera postuma, in due parti, Milano 1800, stamperia Malatesta; la 1° parte arriva fino ai tempi di S. Carlo ed e' quella che basta a noi; la 2° parte e' tuttora (nel 1858, ndr.) inedita): '1539. Col consiglio del padre Angiolmarco (Gambarana, ndr.), Rettore dell' Orfanotrofio di S. Martino, si forma il piano di una Congregazione deputata alla direzione delle Scuole, formata di un Priore Generale e 12 consiglieri, e che prende il primo titolo di Compagnia della riformazione cristiana in carita''" (ci. da: Sala Aristide, Biografia di San Carlo Borromeo del professor Antonio Sala, corredata di note e dissertazioni illustrative. Milano 1858, pag. 443, Nota VII).. NOTE:

1 01 1539 === "(Presumibilmente nel 1539, ndr.) Ludovico Viscardi Vavassori da Bergamo si trasferi' a Venezia, all' Annunziata presso la chiesa di S. Bartolomeo di Rialto, incontro la spiciaria del pomo d' oro. A venezia egli fu sempre in contatto con gli orfani dell' ospedale dei SS. Giovanni e Paolo, come governatore del pio luogo, insieme a Girolamo Cavalli e altri, che con il Miani avevano dato principio alla assistenza dei poveri di Gesu' Cristo nel 1528, proprio in questa sede ... A Venezia Ludovico esplico' anche la sua attivita' benefica vesro i Teatini di S. Nicolo', vendendo nella sua bottega quadretti dipinti dal teatino Filippo di Monopoli, che contribuiva in questo modo al mantenimento della comunita' (nota: Arch. Generale Teatini S. Andrea della Valle Roma 106, Annali dei padri Teatini della casa di Venezia, p. 85, 103, 105, 114)" (cit. da: Bonacina 1989, 38 e nota 46).. NOTE:

1 01 1539 === Supplica al governo per la gran carestia, del 1539 (originale in: ASPSG, Luoghi, Ven. 2667). - Tentorio M., Primo ingresso di S. Girolamo a Milano (con note di P. Secondo Brunelli), ASPSG Auctores TM 354 - testo pubblicato come inedito in Raiteri 1995, 225s.



Supplica dei Ministri

dell'Ospedale del Bersaglio

al governo di Venezia

per la gran carestia



1539



(APSG, Luoghi, Ven. 2667)



"Serenissimo Principe. Quanto sia deploranda la miseria de Vostri poveri cittadini, artesani, vedoe et pupilli in questa cita, la sublimita' Vostra con sua sapientia optimamente il po comprehender, per la instante penuria, et calamita' delli tempi presenti, che hormai si vede la povera madre con li figliolini su la nuda terra iacere et morire di fame, onde che confluendo al nostro povero hospedal per suo rifugio de tuti poveri et povere, piagati, derelitti et infermi de ogni qualita' et sentendosi molto piu' del solito de numerosa poverta' aggravato per il concorso grande di essi, con boche piu' de 500, con poche elymosine, et spesa excessiva de ducati 600 al mese, senza entrata alcuna,, et con grossi debiti da ducati 1500, non e' possibile che possi piu' supportar il grave peso, se dio et Vostra sublimita' con locchio pio de la sua misericordia non lo risguarda et aiuta et certo e' che manchando il ditto hospedal albergo di Cristo et consolation de poveri miserandi et afflitti, mancharia ogni speranza di salvezza ai poveri si di questa cita come ad altri galioti et soldati, infermi et feridi, che da quello sempre sono benignamente accettadi, et a gloria del signor dio affermeno questo, che da anno uno in qua de galioti et soldati solamente sono sta aiutati piu de 800 in ditto hospedal, et bona parte guariti et rimessi al servitio de Vostra Signoria. Non diremo per adesso de le opere pie fatte per el passato in ditto loco, et quanti migliara de infermi sono sta racolti che sarian morti su le strade, quanti pupilli reservati et donzelle redutte che sarian capitati male, et quante orationi giorno et notte de continuo si porgono per li ditti poverini ala clementia divina per la pace et conservation di questo inclyto stato et de vostra Serenita'. Ma ben diremo questo che fina tanto che la bonta di dio che fu del 1527 (nel computo veneto, quindi 1528 nel nostro, ndr.) ne ha ispirato l'initio miracoloso del ditto Hospedal fina a questo tempo lo ha con la man sua mantenuto con lle qutidiane elymosine, non semo ricorsi a Vostra Serenita', ma hora che vedemo la fame affliger li poveri membri de yhesu x^po et havendo noi ministri, quantunque indegni, del ditto hospedal, con tutte le forze nostre fatto ogni experientia possibile per non dar molestia a quella, tandem astretti da la necessita' intollerabile, semo venuti a piedi de Vostra Serenita' supplicando quella in visceribus yhesu x^pi, che per questo urgentissimo bisogno la se degni conceder uno suffragio alli ditti poveri de ducati 200 al mese per mesi 4 overo quanto parera ala clementia et bonta di quella, accio che i ditti poveri possino esser sustentati, che non soccorrendo de oportuno remedio, dubitemo grandemente che l'opera vegna a manchar, con danno universal de tutti li poveri de questa inclyta cita. Ala pia gratia dela qual se raccomandemo humilmente".. NOTE:

1 01 1539 === PAVIA, Colombina: opera iniziata nel 1539 e finita nel 1810 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1539 === (ACM 5-3-5, 1) Paolo III approva la Confraternita o Scuola del SS. Sacramento (Dominus Noster) 1539.. NOTE:

6 06 1539 === Nomina del tutore della figlia di donna Marta (ved. Segalini) nella persona del ministro della Confraternita della pace di Somasca, Giovannino Ondei (6 giugno 1539) (ASB, Notarile, Gio. Ant. Mazzoleni, cart. 1225). [ASPSG So 31l, 'fotocopia'].. NOTE:

14 08 1539 === "La Confraternita dei Bergamaschi a Roma ... Nell'agosto del 1539, per iniziativa del canonico Gian Giacomo Tasso, i bergamaschi residenti a Roma si costituirono in confraternita per reciproco aiuto ed assistenza; chiesero ed ottennero dai canonici di S. Pietro per loro uso particolare la chiesetta di S. Macuto, che oggi ancora si vede, rifabbricata davanti a S. Ignazio, e la dedicarono ai SS. Bartolomeo e Alessandro. A quello forse per ricordare la piccola chiesa dove prima si radunavano, e a questo perche' principale patrono di Bergamo. La data del 1539 e' indicata in una lapide che ricorda i fondatori. D'altra parte e' notevole l'atto 14 agosto 1539 rogato dal notaio Francesco Spina, da cui risulta la cessione della chiesa di S. Macuto dal capitolo di S. Pietro alla Compagnia de' Santi Bartolomeo ed Alessandro della Nazione Bergamasca in Roma, rappresentata dal canonico Giacomo Tasso e dai confratelli Suardino Suardi, Cristoforo Muschi, Giovanni Antonio Moioli, Bastiano Iannetti, Martino Ferrari e Giovanni Pietro Signori (nota: cf. E. Filipponi, L'arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma. Roma 1935)" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 135; a pag. 138 la foto b/n della lapide di fondazione, che porta il seguente testo: 'Quorum maiorem in urbe / Bergomatum sodalitatem / condentes / posterum honores adepti sunt / inlustria nomina traduntur / Ioannes Iacobus Taxux / Canonicus primus auctor / Sebastianus de Zanettis / Suardinus Suardi / Ioannes Bapt. De Ricca / Defendinus Frassoni / Bonus Spina / Ioannes Antonius De Moiolis / Marianus De Ferrarys / Ioannes Petrus De Signoribus').. NOTE:

28 09 1539 === Il 28 settembre 1539 si radunarono in S. Martino degli Orfani in Milano gli aiutanti dell'opera della Dottrina Cristiana, ed elessero un priore, che fu lo stesso Castellino, e la Compagnia fu denominata "Compagnia della Reformatione Christiana"; nome che pero' poteva dar adito a sospetti ereticali! Solo il 9 febbraio 1540 il Castellino riusci' ad ottenere l'approvazione ecclesiastica, dopo alcuni mesi di chiarimenti reciproci.. NOTE:

28 09 1539 === "Il Sac. Castellino da Castello ... modestissimo com'era e diffidente di se', volle a questo oggetto (aumentare gli operai della dottrina cristiana e darle una regola stabile ed uniforme) sentire il parere di persone probe ed illuminate; e percio' indisse una riunione che ebbe luogo nella Chiesa di S. Martino a Milano il 28 settembre 1539, dove pochi anni prima S. Girolamo Miani aveva fondata la Casa degli Orfanelli, che tuttora (1884, ndr.) esiste in Milano, e della quale si conserva memoria nel titolo di 'Martinitt' dato comunemente agli alunni. Era Rettore della Chiesa e dell' Istituto il P. Angiolmarco Gambarana, religioso assai stimato in Milano e fuori, il quale accolse con giubilo i convenuti, e si offerse di coadiuvarli in tutto cio' che a loro potesse essere utile. Innanzi tutto si vide la necessita' di dare all' Opera un capo, che fosse sacerdote col titolo di Prior Generale: e il P. Gambarana invita' tutti ad eleggere a quest'importante ufficio il Sac. Castellino da Castello, al quale per tanti rilievi competeva. Il P. Mazzuchelli crs. biografo del Gambarana ci ha tramandato i punti del discorso da lui tenuto in tale circostanza: disse il Gambarana che 'quella dignita' spettava di diritto al Sac. Castellino da Castello, perche' colle sue virtu' si era acquistata nonche' la lode, l'ammirazione di tutta la Lombardia; perche' in tutti i presenti, benche' ve ne fossero di specchiatissimi, nessuno avrebbe osato di mettersi al di sopra di lui; perche' infine si sarebbe commessa una vera ingiustizia ed una grave ingiuria, ove non si fosse eletto a primo Priore il fondatore dell' Opera'. Tutti all'unanimita' annuirono e per acclamazione elessero a Priore il Sac. Castellino. Egli solo si rifiutava, e colle lagrime e coi sospiri meglio che con le parole pregava che non gli caricassero sulle spalle un si' grave peso: ma il p. Gambarana insistette a nome di tutti, perche' accettasse l'ufficio per amor di Dio; e davanti a tale insistenza per amor di Dio aderi'. Si doveva quindi passare alla nomina di un Vice Priore; che si trovo' opportuno fosse laico. Prima pero' si scelsero 12 individui, come Consiglieri, preferendosi a questo incarico i piu' anziani ed attivi; e tra questi il Priore sac. Castellino da Castello indico' il Sig. Luigi Cacciaguerra come il piu' opportuno per l'ufficio di Vice Priore e tutti annuirono" (cit. da:n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, pag. 28s).. NOTE:

29 11 1539 === Confraternita del SS.mo Sacramento: risulta essere stata eretta nella chiesa di S. Bartolomeo con diploma del 29 novembre 1539 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglio n. 20: "Inter acta visitationis pastoralis Olginati mediol. Dioc. anno 1722 mense Junio per card. Benedictum Odrischalcum (Odescalchi, ndr.) archiep. habita, sic habetus: De ecclesia parochiali S.ti Bartholomei loci Somaschae 'Ecclesia exigua est, sed elegans, et nitida, et pauciori populo sufficiens; altaria non plura sunt quam tria, singula bene compta et ornata requisita decentia; capella maior extenditur latitudine Chori posterioris capacis plurium psallentium, et in Tabernaculo Sanctissimum Sacramentum, ad cuius cultum canonice erecta est eiusdem Societas die 29 novembris 1539, ut habetur ex diplomate ...'").. NOTE:

29 11 1539 === Erezione il 29 novembre 1539 a Somasca a cura del p. A.M. Gambarana della Societa' (Confraternita) del Santissimo Sacramento "ut habetur ex diplomate" (cf. "Inter acta visitationis P.s.lis Olginati Mediol. Dioc. anno 1722 mense junio per Bened. card. Oldischalcum Archep. habita, sic habetur: De Ecclesia parochiali S;ti Bartholomei Loci Sumaschae") - Somascha 2001, 58 n. 30. NOTE:

1 01 1540 === Crispoldi Tullio, Alcune interrogationi delle cose della fede e del stato overo vivere de Christiani. Verona 1540. (testo rarissimo, conservato presso la Biblioteca Civica di Verona; cit. da: Guglielmoni 1983, 294).. NOTE:

1 01 1540 === n.n., Instruttione della fede christiana per modo di dialogo con l' espositione del symbolo d' Athanasio. [circa 1540] (In Milano : per Innocentio Cicogna = Cicognara Innocenzo). 36 c. : ill. ; 8¡.. NOTE: (per la data di stampa cf.: E. Sandal, L' arte della stampa a Milano nell' eta' di Carlo V).

Localizzazioni: MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano (Brera).

1 01 1540 === n.n., Instruttione della fede christiana per modo di dialogo con l' espositione del symbolo d' Athanasio. [circa 1540] (In Milano : per Innocentio Cicogna = Cicognara Innocenzo). 36 c. : ill. ; 8¡.. NOTE: (per la data di stampa cf.: E. Sandal, L' arte della stampa a Milano nell' eta' di Carlo V).

Localizzazioni: MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano (Brera).

1 01 1540 === n.n., Instruttione della fede christiana per modo di dialogo con l' espositione del symbolo d' Athanasio. [circa 1540] (In Milano : per Innocentio Cicogna = Cicognara Innocenzo). 36 c. : ill. ; 8¡.. NOTE: (per la data di stampa cf.: E. Sandal, L' arte della stampa a Milano nell' eta' di Carlo V).

Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense, Milano (Brera).

1 01 1540 === Pauperum Somaschae: Erasmo da Rotterdam, De conscribendis epistolis. Coloniae MDXL (1540) - acquistato nel 1543 da "Andrea Bergerus"; inoltre con l'inchiostro e' stato ripetutamente cancellato il nome di Erasmo - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 13.2.12. NOTE:

1 01 1540 === Snoy Reinier (storico olandese, 1477-1537), Psalterium: paraphrasibus illustratum, seruata vbique ad verbum Hieronymi translatione / Raynerio Snoygoudano autore. / Magni Athanasij opusculum in Psalmos / [Angelo Politiano interprete]. Lugduni: Sub Scuto Coloniensi, Apud Ioannem & Franciscum Frellæos, fratres, MDXL (Lugduni: excudebat Ioannes Barbous). 507, [4]p.; 8° (17 cm). - Iniz.sil. Sul front.: marca tip. Il nome del trad. si ricava dall' inc. Note di possesso: Ad usum pauperum Somaschorum, 1545; Pauperum Somaschi.



Localizzazione: Pontida, Bibl. Abb. S. Giacomo, Cinq. II. 42 (inv. 437/1991) (cf. Carrara Rosario - Loglio Lina - Spinelli Giovanni osb. (a cura), Le cinquecentine della Biblioteca S. Giacomo di Pontida; in appendice: Catalogo degli incunaboli, a cura di Rosa Zilioli Faden ; Nota sulle legature antiche, a cura di Gabriele Mazzucco. - Pontida : [s.n.], 1997. - XXVII, 381 p. : ill. ; 30 cm.). . NOTE:

1 01 1540 === "1540: costruzione a Brescia di una nuova sede per l'orfanotrofio, 'in fabricandis et constituendis domibus pro hospitali pauperum de Misericordiae Brixiae' (Bibl. Quer.: Arch. G VIII 1530, p. 148) ... Presiedettero all'opera di costruzione, alla verifica dei conti e all'insediamento del nuovo locale:

Agostino Gallo,

Ludovco Chizzola,

Bernardino Stella,

Agostino Bornato,

nomi che i documenti dei Somaschi registrano fra i compagni di S. Girolamo e dei Servi dei poveri" (Tentorio, Orfanotrofio Brescia 1969, 14).. NOTE:

1 01 1540 === Accademia di Somasca: inizio' nel 1540? (cf. De Vivo 1987, 129). Sull'Accademia di Somasca (distinta dal Seminario di S. Carlo) cf. Tentorio, Somasca (da S. Girolamo al 1850) pp. 1-31 (p. 29: "Gia' prima del 1544 i Padri avevano acquistato o fabbricato e fondata la piccola scuola di S. Francesco, facilmente accessibile da Somasca. Discesero in Somasca solo nel 1566").. NOTE:

1 01 1540 === Capitoli dell' Orfanotrofio di Genova (1540-1551): (Genova, Archivio Orfanotrofio Maschile S. Giovanni Battista, ultima filza, nuova schedatura).. NOTE: Vitone 136 - Fonti 7(??) - Fonti Somasche 240-250 - si tratta di trenta capitoli (21+9) - la copia originale e' smarrita; la trascrizione e' fatta da una copia autentica del 1580 - RC 1941, 218 n. 1 (testo e commento, a cura di p. Bianchini) - questi Capitoli di Genova sono un ampliamento e precisazione di quelli di Bergamo.

1 01 1540 === Capitoli della Societa' del Divino amore in Genova (Genova, Bibl. Univ., Mss. C-V-18, f. 46).. NOTE: Citati in parte in RC 1957, 30-31.



cf. Bianconi, L'opera delle Compagnie del Divino Amore nella Riforma Cattolica. Citta' di Castello 1914, pag. 74 ss.

1 01 1540 === Circa nel 1540 a Somasca "humanis ... literis operam dedit in Collegio Somaschae" (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. XIII) il giovane Bernardino Ghisleni di Pontida, ordinato poi sacerdote a Milano dal vescovo Antonio Gallo il 21 dicembre 1555, e che S. Carlo trovera' successimavente cappellano a S. Maria di Celana il 30 settembre 1566 (lo era divenuto nel gennaio 1566). Questa notizia ci dice che Somasca in questi tempi non accoglieva solo orfani, ma che gia' vi erano giovani della Valle S. Martino avviati alla carriera sacerdotale che qui avevano trovato maestri e scuola di umanita'.. NOTE: Questa scuola di umanita', a Somasca, si faceva nella casa di S. Francesco?

1 01 1540 === Facolta' di trasferire il raccolto della questua in Incino a Somasca (1540 ca.) [ASPSG So 34c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1540 === "Fu di comune accordo mandato a Roma il p. Angiolmarco Gambarana che colla destrezza del suo operare e col patrocinio del cardinal di Chieti Carafa riporto' dal pontefice Paolo III amplissimo Breve d'approvazione l'anno 1540, arricchita ancora la Congregazione di grazie e privilegi" (Santinelli 1767, 212).. NOTE:

1 01 1540 === Genova, Orfanotrofio di S. Giovanni B., tenuto dai Somaschi dal 1540 al 1580 - Tentorio Marco crs., I PP. Somaschi nella Parrocchia della Maddalena di Genova. Genova 1976, 140. NOTE:

1 01 1540 === Relazione di Marcantonio Contarini (ambasciatore di Venezia presso la S. Sede negli anni 1538-1540) del 1540 (originale ms. in: Biblioteca Me'janes in Aix, codice 670, f. 186 b): "Relatione di Marcantonio Contarini cavalier tornato dalla ambasceria di Roma fece la relatione. Disse che era stato a quella corte 28 mesi ... Disse che i cardinali erano 56. Non parlo' particolarmente di alcuno, eccetto che del Teatino (Carafa, ndr.) e del Teatino disse che amava grandemente questo stato (di Venezia, ndr.)".. NOTE:

1 01 1540 === Savona, Orfanotrofio S. Lazzaro, tenuto dai Somaschi dal 1540 al 1580 - Tentorio Marco crs., I PP. Somaschi nella Parrocchia della Maddalena di Genova. Genova 1976, 140. NOTE:

1 01 1540 === Somasca: 1540. In questo periodo (1540-50) compaiono note di spese piuttosto gravi e forti; viene allestita la sala dove facevano scuola si sistema anche il cortile e il locale necessario per il seminario fino al 1579. E' detto che di tante spese non si ha memoria perche' "i libri di Introito et Esito cominciano solo nel 1579" (2-3-4b). Questa iniziativa di ordine e di regolarita' sara' presa infatti dal P. Bartolomeo Brocco a quella data.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1540 === Somasca: 1540. Torretta che fu comperata dai Padri nel 1540 (ATTI 1° - 17). Eccone l' atto in data 12 nov. 1540: pochi mesi dopo la Bolla di Paolo III (5-IV-1540). ' Bertramo figlio di Ambrogio Amigoni di Costaloterio (Erve) abitante in Somasca vende a Giovanni Bartolomeo Borelli figlio di Andrea che a suo nome e a nome hospitalis pauperum Christi fidelium cepti (eretto) in loco de Somascha e a nome della Congregazione di detti poveri e degli agenti di poveri compra una pezza di terra con una torre cilterata in summo et in imo (da cima fino a terra) a un piano e coperta di piode con un casello (casottino) iugato (congiunto) e plodato (col tetto di piode) e con un forno derupato (andato in rovina) con due caligi o brigni (case un po' guaste) con una parte di coorte (cortile) davanti a detta torre e caligi che e' sita (situata) nel sedime (proprieta') di Albertino Benaglia". La torretta alta metri 11 fu pagata lire 200 con le casette annesse. Le pratiche di questo atto notarile furono compiute da Andrea Campana di Vercurago e Bertramo Valsecchi di Somasca procuratori dell' Hospitalis pauperum e della congregazione dei Christi fidelium eretta nel paese di Somasca da S. Girolamo pochi anni prima (ATTI 1° - 18). Questi due procuratori agirono poi anche nell' acquisto della torre dei Benaglia l' anno successivo (1541). In questo atto legale figurano nomi nuovi di amici di S. Girolamo e delle sue "opere" continuate dai suoi primi compagni. Sono nominati: l' ospedale per i poveri di Cristo (specialmente gli orfanelli); la Congregazione di detti poveri: sono i compagni del Santo che poi verranno chiamati ufficialmente Padri Somaschi; gli agenti di detti poveri: sono quei laici che collaborano coi Padri a risolvere i problemi di carattere economico nella vita delle opere o istituzioni caritative organizzate dal Santo e dai suoi successori. Ma questa torretta con i suoi vecchi locali vicini non avra' vita molto lunga. Appena muore il Fondatore e senza dubbio anche un po' prima cosa restava da fare ai primi suoi compagni particolarmente qui in Somasca? Certo non poteva stabilirsi per sempre su alla rocca una sessantina di persone; era necessaria una sede migliore e piu' funzionale (D. Calvi: EFFEMERIDE - vol. 2° pag. 75- sotto la data 1537 maggio). Alcune opere fondate da S. Girolamo poco prima avevano avuto o trovato subito ambiente spazio e condizioni di vita molto piu' sicure ed atte a sviluppare l' opera senza difficolta' eccessive nella vita e nelle attivita'. Ma a Somasca? confinati lassu'!... I Padri erano pieni di buona volonta' di seguir occupandosi degli orfani della scuola dell' apostolato tra la popolazione: in una parola realizzare quanto il Fondatore aveva affidato allo zelo della sua compagnia. Ma non si poteva pensare che gli Ondei continuassero a cuocere in casa i pasti da inviare alla Rocca! Un buon numero di orfani piu' piccoli fu trasferito a Bergamo Milano Pavia. Due anni passano presto: tempo di studio di consultazione. Urgeva risolvere il problema: una casa anche semplice ma rispondente alle necessita' del gruppo vitto ministero apostolato sia pure gradualmente realizzabile. La Bolla di Paolo III (1540) quasi certamente sollecitata dal Padre A.M. Gambarana l' esempio dello stesso pontefice che concede alla Compagnia il collegio di S. Maria piccola in Tortona suscitano certamente la soluzione di scendere in paese. Gia' prima vi avevano sviluppato attivita' di ministero nella chiesina di San Bartolomeo come in S. Ambrogio su alla Rocca celebravano la santa messa anche per i paesani. Qualche casetta potevano averla in affitto qualche altra in proprieta': c' erano paesani generosi e pii che avevano gia' usato tanta carita' col Fondatore tra gli Ondei i Benaglia i Valsecchi gli Amigoni e altri. Per i Padri non fu difficile un orientamento deciso.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1540 === Tortona - S. Maria Piccola: anno di fondazione 1540 (papa Paolo III). NOTE:

1 01 1540 === TORTONA, S.M.Piccola: opera iniziata nel 1540 e finita nel 1562 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1540 === 007 "1540. Il Collegio di S. Maria Piccola di Tortona fu a noi conceduto da Paolo PP. III sotto li 4 marzo di detto anno (Bolla Ex iniuncto nobis, del 5 giugno 1540, nella quale approva e loda tutte le fondazioni di Girolamo senza elencarle singolarmente; Somasca, Archivio Casa Madre 9-11-6 pag. 173, ndr.), confermata questa concessione da Gregorio XIII. La chiesa era piccola e antica, e fu dai Padri edificata e fatta grande con 8 cappelle nel 1584 e 85, e nei seguenti anni comprate alcune casette fu anche fabbricato il Collegio capace di camere 25 con chiostri alto e basso, sale, refettorio, giardino, corte, cantine ed altre comodita'. Codesta chiesa e Collegio nell'anno 1642, presa la citta' e Castello dall'arme francesi, furono atterrati ed il materiale da loro impiegato nel fabbricare nello stesso sito certe mezzelune e fortificazioni. Indarno si fece ricorso ai Magistrati di Milano per lo ristauramento. Quindi li molti Padri che la' abitavano si ridussero a soli 3, con un famiglio, abitando in casa da pigione, e possedendo nel 1648 di entrata nella scudi romani 257=40 da mantenervi 4 religiosi" (ACS, p. 15).. NOTE:

7 01 1540 === Il 7 gennaio 1540 viene rilasciata dal governo di Venezia una patente a Arcangelo Romitan di Vicenza per poter erigere un mulino; concessione per 25 anni (cf. Mandich Giulio, Venetian Patents (1450-1550). in: Journal of the Patent Office Society (JPOS), marzo 1948, pagg. 166-224).. NOTE:

10 01 1540 === Nel 1540 vennero chiamati a S. Maria Nascente di Sabbioncello i Francescani della congregazione del Beato Amadio (Amedeo) Meneses de Silva (soppressi poi nel 1568) - Brivio Dino, Itinerari lecchesi: segni della pieta' mariana (2) 1988, 206.



Il 10 gennaio 1540 veniva infatti steso l'atto ufficiale con cui l' Airoldi parroco cedeva S. Maria di Sabbioncello agli Amadeiti di Santa Maria della Pace di Milano (su S. Maria di Sabbioncello: Sevesi M. ofm., Santa Maria di Sabbioncello. in: AdL, XI, 1988, p. 439-500; Somascha 1988, 188-189).. NOTE:

1 02 1540 === Mons. Giovanni Maria Tosi (vicario dell' arcivescovo di Milano Ippolito d' Este) nel febbraio 1540 ingiunge al Castellino da Castello di sospendere la sua attivita'. Cio' fu motivato dal non aver chiesto l' approvazione dell' autorita' ecclesiastica per la sua opera, dall' aver adottato un nome audace per la Confraternita ("Compagnia della riformazione christiana in carita'") e dalla partecipazione di laici all' insegnamento religioso. Emerse cosi' un sospetto di eresia. Dopo i necessari chiarimenti, l' opera venne approvata e nel 1546 cambiera' nome (cf. alla data).. NOTE:

5 06 1540 === Bolla di Paolo III "Ex iniuncto nobis" (Roma, 05.06.1540).. NOTE: ottenuta da Roma attraverso il p. Angiolmarco Gambarana e i favori del Carafa: - Vitone 68ss - si approvano gli orfanotrofi istituiti dal Miani - Landini 491 - Fonti Somasche 268-273 (testo e tr.) - Caimo 1865, 156 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio della Procura Generale nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma").

5 06 1540 === (ACM 1-3-1, a) Paolo III approva la societa' per la sovvenzione dei poveri orfani e delle donne convertite: Ex iniuncto Nobis (5 giugno 1540).. NOTE:

11 11 1540 === Carpani Leone, Testamento (11.11.1540, rogato in Pavia, notaio Giovanni Bernardino della Riva qu. Giovanni, in casa del prete Girolamo Pellizzari, a Porta Maggiore): ASPSG C. 17 - Caimo Giuseppe crs., Memorie del Ven. P.D. Leone Carpani Milanese (ms 44-46 in ASPSG, pagg. 261-270) - Tentorio, "Per una biografia del p. Leone Carpani": RC 1963 pp. 133-146 - Griseri I 71 - Somascha 1998 fasc. unico pag. 4 - Tentorio, Per la storia dei PP. Somaschi in Como, vol. 2, 1980, pag. 135: "con provvedimento stabile e legale il Carpani dispose e fece rinuncia di tutte le sostanze che possedeva; fra l'altro nel suo testamento si legge '... acciocche' spendessero (i suoi eredi) i frutti della eredita' nel mantenere ed ammaestrare nelle sacre lettere e nei costumi i poveri fanciulli di Como e di Merone, e le povere orfanelle della Maddalena di Como e provvedessero tutto cio' che fosse loro necessario quando volessero entrare in qualche religione approvata'".



Contenuto del testamento di Leone Carpani (RC 1963, 133s):



1. lega al prete Vincenzo Gambarana "nunc habitatori Meroni" cento scudi (era forse il rettore di quella scuola?).



2. nomina esecutori testamentari il prete Vincenzo Gambarana, Bernardo Odescalchi mercante di Como, Giacomo "Baliacam" Bagliacca notaio ed abitante in Como, e Ambrogio Capelloni di Erba.



3. scopo della eredita', che deve rimanere indivisa, e' di impiegare sia i beni che i loro frutti "in usus pios videlicet erudiendis pueris in sacris litteris et bonis moribus, ministrando tam vestimenta quam alia necessaria iis qui voluerint religiones probatas ingredi tam masculis quam feminis, maxime puellis orphanis quae sunt in hospitio S. Mariae Magdalenae Comi ... et in quibuscumque aliis operibus pietatis".



4. in caso di premorte del prete Vincenzo Gambarana o nel caso che questi non voglia adire l'eredita' o che entri in qualche monastero (nel qual caso viene escluso dalla eredita'), il mandato e' affidato agli altri esecutori testamentari, pregandoli di aggregarsi un altro sacerdote.



5. nel caso che anche un altro coerede rinunci alla eredita', viene sostituito "dominum Primum ex Comitibus de Carella, filium qu. domini Aloisii"; in caso di mancanza anche di costui, venga eletto per parte dei coeredi uno "de confratribus Congregationis S. Gothardi Comi extra muros qui orphanorum curam habent, aut ex his qui in plebe Incini probati viri se exercebunt circa curam supradictorum orphanorum et puerorum Meroni, nunc sacris litteris incumbentium".



6. l'atto notarile testamentario e' redatto alla presenza, fra gli altri, di "venerabili domino presbitero Ioanni de Bellonibus filio qu. domini Maffei mediolanense (Giovanni Belloni crs., ndr.) praesentialiter moram trahente in domibus prioratus S. Spiritus nuncupati della Colombina Papiae" e di "venerabili domino Othono de Parentibus de Mortaria diacono et clerico papiensi".

- Giudizio di S. Carlo Borromeo su p. Carpani: Somascha XIV(1989)166.. NOTE:

12 11 1540 === Acquisto della torre del fu Albertino Benaglia, adiacente alla chiesa di S. Bartolomeo in Somasca (12 novembre 1540) (ASB, Notarile, Gio. Ant. Mazzoleni, cart. 1225). [ASPSG So 31m, 'fotocopia'].. NOTE:

12 11 1540 === "Beltrame figlio di Ambrogio Amigoni, di Costaloterio, abitante di Somasca, vende a Gio. Bartolomeo Borelli, figlio di Andrea, che a suo nome e a nome 'hospitalis pauperum Christi fidelium cepti in loco de Somascha' e a nome della Congregazione di detti poveri e degli agenti di detti poveri, una pezza di terra con una torre cintata (ma il testo orig. dice 'cilterata'!) in summo et in imo solerata et plodata con un casello iugato et plodato e con un forno derupato lii' vicino e con due caliggi (= ruderi di casa; Cale'gg e' casa diroccata, oltre che passaggio sotterraneo: cf. Oliveri D., Dizionario di toponomastica lombarda. Milano 1961, p. 126) vicini con la loro parte di corte davanti a detta torre e caligi, che e' sita dove si dice nel sedime di Albertino Benaglia. Prezzo £. 200, da pagarsi entro le kalende di maggio del 1541" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 17). L' Atto originale sta in: Arch. St. Bergamo, Notarile, Gio. Antonio Mazzoleni, cart. 1225, 12 novembre 1540. Trascritto nel foglietto sopracitato. . NOTE:

1 01 1541 === Aceti De' Porti Serafino crl. (ca. 1496-1540), Trattato brevissimo della conversione, intitolato alle donne convertite de santa Magdalena da Vicenza. Venezia, Comin da Trino 1541.



In ICCU trovo solo:



Aceti De' Porti Serafino, Trattato utilissimo et necessario della mentale oratione, & come acquistar si possi, del reuerendo padre don Seraphino da Fermo ... In Venetia, 1541, 127 c. ; 16. Stampato da Comin da Trino. Cfr. EDIT16 A 183. Localizzazione: Biblioteca Querini Stampalia - Venezia.. NOTE:

1 01 1541 === Contarini Pietro (1477-1543), Petri Contareni Argoa voluptas. Venetiis, per Bernardinum de Vianis, [1541]. 164 c. ; 4¡ Identificativo: CNC 13152, Localizzazioni: PC0030 Biblioteca comunale Passerini Landi - Piacenza, PD0158 Biblioteca universitaria - Padova, VE0039 Biblioteca d' arte del Museo civico Correr - Venezia, VE0049 Biblioteca nazionale Marciana - Venezia.



idem, Petri Contareni q. domini Io. Alberti patricii veneti libro primo. Argo vulgar. In Venetia, per Alouise de Tortis, [circa 1542]. [140] c. ; 8¡ Identificativo: CNC 15352, Localizzazioni: MC0049 Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti - Macerata, RM0280 Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma, VE0049 Biblioteca nazionale Marciana - Venezia.



idem, Petri Contareni, d. Io. Alberti pat. ven., Ad m. artium d. Ioannem Barsadonem elegiarum libellus. [S.l. : s.n., 15..]. [18] c. ; 8¡ Identificativo: CNC 15351, Localizzazioni: VE0049 Biblioteca nazionale Marciana - Venezia.. NOTE:

1 01 1541 === Lippomano Luigi (1500-1559), Sermoni del R.do coadiutore di Bergamo sopra tutte le principali feste dell' anno. 208 cc. Roma, Antonio Blado 1541.

Localizzazione: Bibl. Naz. Centr. Roma.. NOTE: Da un Sermone di mons. Luigi Lippomano sulla Ascensione (in riferimento all nobildonna Violante Passi e alla casa delle orfane in Bergamo): "Quanta fiducia ci da' a noi questa apparizione (di Gesu' Risorto - ndr), che il Salvatore molto piu' volentieri sara' presente tra le persone che si riuniscono insieme in preghiera, o a meditare qualche libro pio, come fate voi Signora Violante, con quelle altre nobili gentildonne ogni venerdi' in casa di quelle povere fanciulle orfane, quando Egli non si sdegna esser presente ancora a quelli che mangiano? Pero' diceva il dolce e benigno nostro Signore in un altro passo agli Apostoli: in verita' vi dico, che dove saranno due o tre riuniti insieme nel nome mio, io sono sempre in mezzo di loro. Percio' vi dico che verissimamente ogni volta che vi riunite in quel santo luogo (la casa delle orfane - ndr) con quelle altre sorelle nostre, sempre tra voi ci sta Lui, Gesu', perche' avendo cosi' promesso Egli non puo' mancare che non faccia cio' che ha detto" (cf. www.somgiovani.net alla voce: Fonti).

1 01 1541 === Lippomano Luigi vesc. (1500-1559), Espositioni volgare del reueren. M. Luigi Lippomanno vescouo di Modone, et coadiutore di Bergamo, sopra il Simbolo apostolico cioe il Credo, sopra il Pater nostro, ... Venetijs : apud Hieronymum Scotum, 1541, 195 cc. in 4°.

Localizzazione: Bibl. Naz. Centr. Roma.. NOTE:

1 01 1541 === 1541. Si intensificano a Milano le misure per combattere la prostituzione gia' avviate dalla Torelli in S. Valeria. Nei registri delle Quattro Marie si parla di "novis mulieribus convertitis" che abitavano nella contrada della Maddalena. Nel 1542 gli stessi registri parlano di elemosine per altre convertite che hanno una casa nella contrada della Sala. Sempre all' inizio degli anni ' 40 risalgono le prime notizie sulle "rimesse" del Crocefisso o di Santa Maria Egiziaca (via Crocefisso). Nel 1542 esistevano gia' da qualche anno forse il Burigozzo le indica gia' nel 1534 come "remisse". Anche queste sorgono per iniziativa di Ludovica Torelli (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

1 01 1541 === Como, casa della Misericordia, Capitoli del 1541.. NOTE: Originale in: Como, Arch. St., fondo Misericordia, capitoli.

Testo in: Bonacina 1986, 69-71.

1 01 1541 === "Nel 1541, nel cuor dell'inverno, il sac. Castellino da Castello si mette in viaggio da Milano per Genova, attraversa a piedi i monti della Liguria coperti di alto strato di biancheggiante neve, e si presenta a mons. Marco Cattaneo Vicario Generale del Card. Arciv. Innocenzo Cibro (Cibo o Cybo? ndr.), e gli chiede il favore di aprire una scuola. Il prelato lo accoglie a braccia aperte perche' sentiva urgentissimo il bisogno di mettere un freno al malcostume, e di illuminar la mente dei suoi diocesani immersi nelle tenebre della peggior ignoranza; e nel giorno stesso dell'arrivo del prete milanese, gli rilascia per scritto la facolta' per la fondazione delle scuole e l' Indulgenza di giorni 40 a coloro che vi avrebbero preso parte. Ma purtroppo, gli strapazzi del lungo viaggio e la candidezza della neve, su cui il Da castello aveva posato lo sguardo senza riparo agli occhi, fecero si' che egli sentisse tanto indebolimento di vista da diventare affatto cieco" (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, pag. 36).. NOTE:

1 01 1541 === Nella vita di Bernardino Ochino (prima ancora della sua apostasia) si legge che nel 1541 predicando a Venezia e gettando lo sguardo sulle sventure d' Italia si esprimeva cosi': "Vattene per la povera Italia, e vedrai da trenta e quaranta anni in qua, quanti sono morti senza chiamarsi in colpa per le guerre, quante povere vedove rimaste, quanti orfanelli, quante citta' rovinate, quante rocche per terra" (riportato in: Bainton R., Bernardino Ochino. Firenze 1940, pag. 31).. NOTE:

1 01 1541 === Somasca: 1541. In questo anno i Padri prendono anche un' altra decisione di fondamentale importanza: comprano anche la torre dei Benaglia (2-3-2b). Conseguenze pratiche: hanno stabilito un punto fisso di riferimento per abitare: in quello spiazzo e nella zona vicina prenderanno in affitto o compreranno casette per una sistemazione iniziale; intanto scendono gradualmente dalla Rocca e dalla Valletta. La prima costruzione a cui mettono mano e' il locale verso la strada (2-3-4b).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1541 === Somasca: 1541. L' acquisto della torre dei Benaglia (1541) e l' acquisto di altri fondi e casette in quel settore del paese segnano un' ottima scelta. Anche i capifamiglia li stimavano e ne apprezzavano lo zelo dal tempo del Fondatore. Nella lunga lista di fondi legati frutti ed interessi su beni che formavano il beneficio per il mantenimento di un cappellano e per le necessita' della chiesina "vicini al luogo del Noviziato in cui si fa schuola" alcuni terreni sono confinanti con la casa dei Padri. Il cappellano non era fisso ne' fisso era il suo lavoro. I capifamiglia di loro iniziativa come erano soliti fare da tempo antico ora passarono questa lista al Rettore del collegio Padre Maffeo Belloni gia' prima della visita di S. Carlo a Somasca (1566). Cosi' il cappellano poteva contare su beni sicuri sul loro reddito su una cifra di oltre 180 lire annuali. Tutto cio' veniva utilizzato dai Padri a vantaggio di tutta la comunita' soprattutto per assicurare l' alloggio di alcune persone della stessa. Alcuni Religiosi erano di famiglia ricca e collaboravano con i loro mezzi a realizzare la nuova opera che stava delineandosi: il collegio San Bartolomeo. E i Padri decisero di acquistare e sistemare vari piccoli terreni e casottini che stavano su quello spiazzo tra la chiesina la torre dei Benaglia e le loro proprieta' (ATTI notarili - 1534-1538-1540). Su ' Somasca' : n. 2/3 del 1989 puoi individuare questi luoghi che il P. G. Bonacina ha rievocato. Inoltre conserviamo in archivio una dozzina di altri documenti di compera di piccoli terreni localizzati come i precedenti nelle immediate vicinanze della futura Casa Madre e firmati da persone che si ripetono. Sono contemporanei ai gia' citati (1534-38-46) e (2-3-I-XIII). I primi compagni di S. Girolamo dopo la sua morte sentivano pressante e urgente la spinta a continuare ed allargare le opere gia' iniziate e a crearne altre nuove in piena applicazione del suo spirito. Come se lo sentissero insistere a ricordare quanto era stato concordato proprio in Somasca nel capitolo del 1534 in casa Ondei rafforzati dalla approvazione entusiastica incitante del vescovo di Bergamo Mons. Pietro Lippomani che nel 1535 aveva riconosciuto di pieno diritto legale l' azione che il Santo e i suoi compagni gia' svolgevano in otto opere. Il posto per creare il detto collegio era li' vicino: la chiesina di S. Bartolomeo pur non ancora affidata ai Padri serviva per la loro preghiera e per esercitare a favore della popolazione un po' di vita pastorale della quale i terrazzani beneficiavano con molto frutto e con piena soddisfazione. La Bolla di Paolo III (1540) dava approvazione giuridica alla loro attivita' per sviluppare le opere del Fondatore anche nelle altre diocesi assicurava garanzia ed infondeva coraggio a continuarle specialmente in Somasca. (Ex injuncto Nobis). Continuavano e potenziavano la scuola. Il che significa e richiede: locale attrezzatura sia pure semplice al principio insegnanti scolari con tutte le necessita' inerenti.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1541 === Somasca: 1541. Torre dei Benaglia. Il P. Giovanni Bonacina ha scovato l' atto (9-X-1541) di compra della torre. E' scritto in latino solenne particolareggiato come se si trattasse di vendere un palazzone immenso. E' sottoscritto da dieci persone (Padri o Procuratori) di parte nostra che rappresentano una mezza dozzina di Case e da altra mezza dozzina di famigliari di Martino figlio del fu Bartolomeo Lombardo de Benalis. Chi desidera vederlo consulti: G. Bonacina Un veneziano a Como 2° ed. 1989 pag. 70(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1541 === Torre Benaglia in Somasca: viene comprata nel 1541.. NOTE:

4 04 1541 === Istrumento: Giovanni Cattanei e Andrea Borelli (4 aprile 1541) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32f, 'fotocopia'].. NOTE:

2 05 1541 === Il 2 maggio 1541 con strumento notarile, Martino Benaglia aveva ceduto ai "Confratres" di Somasca una casa situata "nello stallo della torre di Lombardo Benaglia", in cambio di una casa con una corte davanti alla casa di Giovanni Cattaneo (seguace del Miani), e una corte davanti a un'altra casa "dei poveri (pauperum)", nonche' il condono di un fitto livellario di 25 soldi annuali, che Martino Benaglia pagava per una pezza di terra ronchiva in "Gazoli", ai vicini di S. Bartolomeo (Arch. St. Bergamo, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 2 maggio 1541).. NOTE:

3 05 1541 === "Il 3 maggio 1541 Andrea Campana di Vercurago e Beltrame Valsecchi di Somasca, procuratori dell'hospitalis pauperum e della Confraternita dei Christi fidelium cepti in loco de Somascha pagano a Beltrame Amigoni la somma di 200 lire promesse da Bartolomeo del Prato Borrelli a saldo dell'acquisto fatto il 12 novembre 1540 (cf.)" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 17). L' Atto originale sta in: Arch. St. Bergamo, Notarile, Gio. Antonio Mazzoleni, cart. 1225, 3 maggio 1541. Trascritto nel foglietto sopracitato.. NOTE:

3 05 1541 === Pagamento del prezzo pattuito di £. 200 per la torre del fu Albertino Benaglia, adiacente alla chiesa di S. Bartolomeo in Somasca (3 maggio 1541) (ASB, Notarile, Gio. Ant. Mazzoleni, cart. 1225). [ASPSG So 31n, 'fotocopia'].. NOTE:

5 05 1541 === Con stumento notarile del 5 maggio 1541, le due sorelle Francesca e Mariola Benaglia (figlie di Martino Lombardi de Benalis) avevano concesso ai "pauperes" di Somasca una pezza di terra con una casa e un piano, ricoperta di piode, una torre con sul davanti un portico con solaio, con una scala di pietra con tetto, un porcile e una pianta di pero, in cambio di una pezza di terra con una grande casa e due casette, presso le case che furono di Vanino Benaglia, il condono di £. 3 annuali che pagavano ai vicini di S. Bartolomeo per un fitto livellario di una pezza di terra in "Prato Somasco" e 25 lire che sono versate da Andrea Campana del Prato di Vercurago procuratore della Confraternita della pace, che dovra' costruire un muretto intorno alla casa data in cambio alle due sorelle (Arch. St. Bergamo, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 5 maggio 1541).. NOTE:

8 05 1541 === Atto notarile di Giovan Francesco Quarteri bergamasco (8 maggio 1541): in Somasca davanti al notaio Martino Benaglia in una stanzetta della casa della pace presenti i padri Marco da Pavia (Gambarana?) e Mario Lanci, rinuncia a tutto donando 750 lire, depositate dal loro tutore Giovanni Cattaneo, ferventissimo discepolo del Miani, alle convertite e alle orfane di Bergamo "divina clementia inspirante ut animo menteque liberiori et faciliori inservire possit divine maiestati" (Arch. St. Bergamo, Notarile, not. Martino Benaglio, 9 maggio 1541, c. 3956) - Bonacina 1987, 80. NOTE:

13 06 1541 === (Confini) Nota Chabod (13 giugno 1541). [ASPSG So 2012m, 'fotocopia'].. NOTE:

9 10 1541 === Atto notarile che riporta i partecipanti al Capitolo di Somasca nell'ottobre 1541 e la ratifica da loro operata dell'acquisto della Torre Benaglia, fatto dai procuratori della confraternita della pace di Somasca, Andrea Campana del Prato di Vercurago e Bertramo Valsecchi di Somasca. L'atto e' rogato dal notaio Ludovico Plebani di Vercurago e dal notaio Martino Benaglia, procuratore degli orfani della Maddalena di Bergamo (Arch. St. Bergamo, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045, 9 ottobre 1541) - Somascha XIV(1989)133ss:



"In Christi nomine. Amen. Die nono mensis octobris anni 1541, indictione quartadecima, in loco et super cimiterio Sancti Bartholomei de Somasca, presentibus testibus reverendo domino presbitero Francisco de Castello de Mediolano, domino Vincentio quondam magistri Petri de Nimbro de Bergomo, Defendino quondam Ioannis alterius Defendini de Benallis, Bernardino quondam Antonii Castelli de Benalis et pro secundo notario domino Martino de Benalis, ibi in publico consilium infrascriptorum procuratorum congregationum pauperum orphanorum ut infra, in quo quidem consilio aderant infrascripti domini procuratores, videlicet: primo Dominus Franciscus Guasconus et dominus Ioannis Paulus Seratonus pro Sancto Martino pauperum Mediolani, Iohannes Cibo de Soxinnis et Andrea Palavicinus Scalia pro oratorio scole pauperum orphanorum Civitatis Ianue, dominus Augustinus Galus (Gallo, ndr.) pro domo Misericordiae Brixie, magnificus legis doctor Ioannis Baptista Palma pro Sancto Spiritu Colombine de Papia, dominus Bernardus Odescalcus et Jacobus Baliacha (Bajana, Baiana, Baiaca, Bagliacca, Bayacha, ndr.) procuratores congregationis orphanorum Sancti Gutuardi (S. Gottardo, ndr.) de Cumo, Hieronimus Carminatus procurator pauperum orfanorum Sancte Marie Magdalene de Bergomo, magnificus legis doctor dominus Franciscus de Margnis procurator pauperum hospitalis misericordie Mantue, et quilibet eorum procuratores et procuratorio nomine agentes pauperum orfanorum infrascriptarum civitatum, videlicet: Sancti Martini civitatis Mediolani, nec non oratorii Janue, domique misericordie Brixie, Sancti Spiritus Colombine de Papia, ac Sancti Gotuardi de Cumo et Sancte Marie Magdalene de Bergomo, ac etiam ospitalis Misericordie Mantue et quilibet eorum habentes notitiam de duobus instrumentis permutationum factis per Andream Campanam de Verchurago et Bertramum quondam Antonii Bertrami de Valsichis de Somasca, procuratorio nomine pauperum confraternitatis pacis de Somasca de bonis dictorum pauperum, rogatis per me notarium infrascriptum quod sub die secunda mensis maii anni 1541 et quod die quinta mensis predicti et quod cum Martino quondam Bartholomei Lumbardi de Benalis et quod cum Francisca et Mariola quondam Martini Lumbardi de dictis Benalis de Somasca, cum promisione de faciendo rathificare dicta instrumenta per capitolum ipsorum pauperum seu per procuratores eorundem, ad requisitionem suprascriptorum Martini et Francische et Mariole sororum sub omnium et singulorum bonorum et rerum obligatione et ypothecha dictorum pauperum presentium et futurorum, tandem modo, die suprascripto, loco, testibus, anno, mense, indictione et secundo notario, volentes prefati domini procuratores, nominibus quibus supra, manutenere et esecutioni mandare predictas promisiones, factas per suprascriptos Andream Campanam et Bertramum de Valsichis in dictis instrumentis permutationum factis et rogatis ut supra, prius in eorum et cuiusque eorum procuratorum presentiam lectis et vulgarizatis, titulo notificationis, laudationis et novi cambii et permutationis, rathificaverunt, aprobaverunt et laudaverunt dicta instrumenta permutationis facta et rogata ut supra, in omnibus et pro omnia, dicentes et protestantes prefati domini procuratores dictis nominibus quibus supra, si dicta instrumenta facta non fuissent et ipsimet facerent, de novo faciunt sub et cum illismet modis, formis, conditionibus, promisionibus, constitutionibus, obligationibus, clausulis, punctis et pactis in dictis instrumentis appositis et insertis, et sic fuerunt contenti et renuntiaverunt ...".. NOTE:

9 10 1541 === Istrumento dei protettori degli orfani (9 ottobre 1541) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32g, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1542 === Pauperum Somaschae: Bernardi Scardaeonii Patavini Presbyteri, De castitate libri septem. Venetiis MDXLII (1542) - sulla pagina bianca precedente al titolo si legge scritto a mano "1545 die 30 Januarij. Ad usum pauperum Somaschi (sic)"; nell'interno, proprio soprail titolo e' ripetuta la frase "Pauperu' Somaschi" - Pigato in RC 1939, 300 - Bibl. Somasca 28.46.34. NOTE:

1 01 1542 === 1542-1564: Riva Vittore, prevosto di Garlate.. NOTE:

1 01 1542 === Il sac. Castellino da Castello (nato a Menaggio; residente a Milano come cappellano della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, cf. il fatto del Pescione e dei pomi ai ragazzini successo il 30 novembre 1536 alla data; dal 1539 generale dell' Istituto della Dottrina Cristiana) con un memoriale diretto al p. Marco Strata crs. (successo al p. AM. Gambarana in S. Martino de' poveri a Milano) domando' ed ottenne 2 visitatori generali per le Scuole della Dottrina Cristiana.. NOTE:

1 01 1542 === "Predicando in chiesa dei SS. Apostoli (a Venezia, ndr.) nel 1542 il celebre Bernardino Ochino, generale dei Cappuccini, apostato' dalla fede cattolica, laonde accusato, come dicesi, da S. Gaetano da Thiene, e chiamato a Roma, credette bene di salvarsi a Ginevra" (Tassini 1887).. NOTE:

1 01 1542 === Vercelli - S. Maria Maddalena: anno di fondazione 1542 (Vincenzo e Francesco de Rosarini). NOTE: Articolo di Barba Paulin su La Stampa, domenica 7 settembre 2003, pag. 37 intitolato "Voci su Vercelli: dal vecchio orfanotrofio delle Maddalene uscivano i 'fratini', valentissimi artigiani falegnami".

1 01 1542 === 008 "1542. Parlandosi in questo Capitolo raccolto, siccome conghietturo in Bergamo, delle Convertite di detta citta', fu decretato che non si abbandonino del tutto, ma si procuri rimetterle nelle mani di mons. vescovo, acciocche' le provegga, massime della messa, vietando ai nostri il celebrarla, salva una necessita'. Infatti essendosene parlato a mons. antedetto promise il Prelato che avrebbe ritrovato un sacerdote per la messa, ed un confessore, subito che potra'.

Fu altresi' ragionato con il detto prelato delle figliole orfane, e desidera che noi le governassimo, stendendo una certa regola a cui dara' egli la sua approvazione; promettendoci in questo tutto l'aiuto possibile, e promettendo che da tale Conservatorio trasportar si possano nello spedale le figlie, impazzite, inferme, e inutili, e restituir le inquiete a parenti.

Fu eziandio decretato di lasciar per vari motivi che allora si addussero l'opera di Mantova; ed il p. Vincenzo a cio' delegato la rinuncio'; pero' in maniera da lasciarsi Persone sin tanto che altrimenti provveder si potessero" (ACS, p. 16).. NOTE:

1 12 1542 === Brunelli colloca alla fine del 1542 l'epoca di redazione della sottoscritta alla 6° lettera di SGM (del 11 febbraio 1537), ove si accenna a un "fra Hironimo che fu cappuccino" (Girolamo Molfetta, che segui' la strada apostata dell' Ochino). Ma questa ipotesi e' tutta da dimostrare.. NOTE:

1 01 1543 === PAVIA, S.M.di CANEPANOVA: opera iniziata nel 1543 e finita nel 1556 (tipo di opera = A-F). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1543 === VERCELLI , S.M.Maddalena: opera iniziata nel 1543 e finita nel 1867 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

24 04 1543 === Istrumento di permuta di terra in favore degli orfani di Somasca: Giorgio Cavallo e Andrea Borelli (24 aprile 1543) (ASB, Notarile, Ludovico Plebani, cart. 2045). [ASPSG So 32h, 'fotocopia'].. NOTE:

30 06 1543 === Il 30 giugno 1543 viene rilasciata dal governo di Venezia una patente a Arcangelo Romitan di Vicenza per "auf Grund gelaufene Schiffe flott machen"; concessione per un numero imprecisato di anni (cf. Mandich Giulio, Venetian Patents (1450-1550). in: Journal of the Patent Office Society (JPOS), marzo 1948, pagg. 166-224).. NOTE:

24 11 1543 === "Il 24 novembre 1543, Jacopo Bonfadio (l'infelice umanista di Gazzane, decapitato in Genova per 'vergognosa disonesta'') scriveva da Padova al conte Fortunato Martinengo di voler 'fare una Accademia sulle rive del Benaco, o in Salo', o in Maderno, o in Toscolano, nella quale (egli) essere Principe, leggendo principalmente l' Organo di Aristotele e le Morali ...'. Ma, bene osservava il prof. Bustico (nota: Bustico G., Le Accademie di Salo', Venezia 1915), il Bonfadio intendeva soltanto istituire una scuola (o convitto) per giovani da istruire e con lo scopo di ottenere onore alla Patria e lucro per se medesimo" (cit. da: Sorbelli Albano, Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d'Italia. Vol. XLIV (Salo' - Castiglione Fiorentino). Firenze 1930, pag. 5).. NOTE:

1 01 1544 === n.n., Statuti e Regole da osservarsi nel regimento e guberno dell' hospital de Sancta Maria de la Rosa deputato per li homeni e fratelli di essa Compagnia ad uso e bisogno delle donzelle che rimangono pupille e orphane della citta' di Ferrara, 1544 (Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, ms. Cl. I, n. 780). (cit. da: Guglielmoni 1983, 291).. NOTE:

1 01 1544 === Copia dell' Estimo generale della Valle S. Martino cominciato l'anno 1537 e reso pubblico nell'anno 1544 (fotocopia in ACM 2-3-01):



"Copia Estimi Gene.lis Vallis S.ti Martini incepto ab anno 1537 et publicato in anno 1544. Ca. 102 seq.t rep.r ut infra.



Congregatio, et hospitalitas instituta in loco de Somascha de anno 1532 una cum Ecclesia, et Congregatione S.ti Barttolamei dicti loci de Somascha aestim.ti sunt:



- Pro domibus duabus cum porticu et Area in loco de Somascha olim Andreae Barelli (sic, per Borelli) de Vercurate est ............... L. 20:



- Pro alia domo cilterata in d.ta contrata de Somascha olim Bernardini Papae et And.ae Cardinali fratrum de Somascha ............... L. 20:



- Pro terra prattiva, et arboriva sub domibus de Saina p.da ............... L. 14:



- Pro terra ortiva, et arboriva sub dictis domibus contratae de Saina d' Herve Indicatis his de Saina prae.tae Eccl.iae S. Bart.ei praedictum Andream Borellum et prae antea fuerunt Petri et Fachini fratrum de Tortis de Herve ....... L. 1:



- Pro terra prattiva, et silvata in Gazio de Russino dd. Pratum Paxini pd.a indicata per praedictum Andream Barellum (sic, ndr.) ut supra ...... L. 15:



- Pro terra aratoria, et vidata in Lecasco de Somascha pd.a ......... L. 19:



- Pro terra aratoria, prattiva, et silvata in Pratomasco (sic, ndr.) pd.a .... L. 25:



- Pro terra prativa , et vidata, et olim aratoria sub Eccl.ia, et prope Cimiterium S.ti Damiani de Sala pd.a .......... L. 12:



Detrahitur per primitiis [...] et quar[..] 3 vini in anno ..... L. 16:5

Restat summa ........ L. 109:15



(L.S.) Ego Fran.s q.m d. Caroli Zanetti de Cap.no publicus V. Not. Ber.sis, et Cancell.s Gen.lis Vallis praedictae supradicta omnia extraxi ex libro aestimi prae me existente, et pro fide me subscripsi et signavi".. NOTE:

1 01 1544 === Estratto da Acta Congregationis (copie conformi, anni 1544-1548). [ASPSG So 34, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1544 === "Il Capitolo Generale della Compagnia dei servi dei Poveri decreto' nel 1544 la chiusura del seminario della Compagnia stessa che era stato creato nel palazzo Carpani a Merone: il motivo era che non si poteva governare pacificamente a causa dei continui litigi con i parenti del Carpani" (cit. da: Molteni 2003, f. 5). cf. ACS, pag. 17: "... Dell'opera di Merone fu risoluto che si levassero i nostri da detto luogo, ma con soddisfazione di coloro che vi hanno interesse; esortando questi che ne danno cura a fare cio', che stimano essere di onore del Signor Iddio ...".. NOTE:

1 01 1544 === Somasca: 1544. Nel Capitolo del 1544 (ATTI della Congr.) tenuto proprio in Somasca "fu stabilito che si continuasse la scuola ma non si accettassero che figlioletti atti a servire a Dio e di cui i parenti piacer avessero che s' istruissero nella pieta' facendo loro osservare le regole dalla schuola stabilite" e' detto per Venezia e Milano come gia' si faceva a Somasca. Anche nel 1545 viene presa una risoluzione analoga per Pavia dove si incomincia ad ospitare giovani applicati agli studi. Siamo gia' al seminario ancora prima che il Concilio di Trento adottasse e prescrivesse l' erezione dei seminari (11 nov. 1563) anche se gli alunni erano pochi. Qualche anno dopo i Somaschi dirigevano gia' vari seminari diocesani.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1544 === 009 "1544. (Somasca) Nel Capitolo di quest'anno in Somasca fu stabilito che si continuasse la scuola, ma non si accettassero che figlioli atti a servire a Dio, e di cui i Parenti piacer avessero che s'istruissero nella pieta', facendo loro osservar le regole della Scuola stabilite.

(Commesso) Trattandosi, se il commesso debbia spendere denari, fu risoluto che si eleggesse uno spenditore, alla qual carica fu eletto mr. Pietro.

Parlandosi di certa femmina, per nome Vittoria, e de suoi denari, fu conchiuso che collocata tra le putte, si provasse depositando almeno per un anno i suoi danari appresso di qualch'uomo dabbene.

(Poverta') Favellandosi de' Legati di certo nostro benefattore fu conchiuso che l'oglio si consegnasse ai ministri della Scuola del Santissimo Sacramento per accendervi la lampada. Del frumento e del vino come che la nascente Congregazione non voleva posseder cosa propria e dall'altra parte non si voleva far perdere il merito al benefattore, consultatisi i Padri, determinarono di protestare che accettavano detto legato a titolo di elemosina, ma senza obbligo di sorta.

(Merone) Dell'opera di Merone fu risoluto che si levassero i nostri da detto luogo, ma con soddisfazione di coloro che vi hanno interesse; esortando questi che ne danno cura a fare cio', che stimano essere di onore del Signor Iddio.

(Giovani studio) Fu eziandio ordinato nel seguente ridutto, che si trasportassero i nostri Giovani ad imparare le virtu' aiutati da Padri di Venezia, e di Milano" (ACS, p. 17).. NOTE:

2 01 1544 === Paolo III non volle accettare Pietro Contarini come successore designato dal Giberti al vescovado di Verona (nomina appoggiata anche dal governo di Venezia) perche' "quel vescovado non stava bene ad un ospitalario senza lettere" (Paolo Manuzio, Lettere, Parigi 1834, pag. 318, lettera del 2 gennaio 1544). Il papa fece cosi' il migliore elogio di lui, chiamandolo ospitalario. Fu probabilmente l'autore Anonimo della biografia di Girolamo (sic Pellegrini Carlo crs.).. NOTE: "Pietro Contarini, senatore di ottimi costumi, gentilhuomo che teme Dio, uomo secondo il cuore di Dio, nobile di sangue, piu' nobile di costumi, padre dei poveri, la cui vita negli ospedali, le cui faccende per i poveri e per tutte le opere pie, la cui conversazione a tutti e' probatissima e spettatissima" (Giberti G.M., Opera, Verona 1733, pag. 306).

2 04 1544 === Lettera del sac. Ottone Parenti a Gio. Nicolao Fiamberti (2 aprile 1544) - orig. in: Arch. St. Milano, Fondo di Religione, cart. 5617 - Somascha 3/1996, 174-176 - SSGE 428, 18ss



Lettera da Somasca

del sac. Ottone Parenti

al giovane pavese

Gio. Nicolao Fiamberti

(che poi si fara' barnabita)



2 aprile 1544





(Arch. St. Milano, Fondo di Religione, cart. 5617)



"Honorando frattel in Christo.

Mi rinchresce che venendo da Genoa non vi habia possuto visitar, imperoche' desidero per la benevolentia che vi porto nel Signor nostro intender il vostro benestare et come le cose vostre passano et come li desideri donativi del Dator del tutto vi sono acresciuti, et percio' non vi rinchresca darmi in qualche aviso acciocche' meglio me ricorda farvi parte de le mie frede oratione.

Quanto al esser mio, perche' so che ancor voi desiderati il simile de mi, io sono stato a Genoa circa 9 mesi come sapeti, dove ho avuto tutte le occasioni di darmi tutto a Dio, rimosso da tutti li strepiti mondani, in uno luoco amenissimo fuora di Genoa, quale me invitava ala devotione (1); et per dirvi il tutto, non pensava di poter megliorar, ma dapoi che sono venuto qui a Somasco (sic!) ho trovato di meglio, dove gli e' piu' solitudine et dove se ne po' haver quanto vole, andando per questi monti adesso a uno luoco, adesso a un altro, de nostri fati a tal fine, per quelli che non gli basta quella solitudine quale si ha qua, dove non gli pratica altro, eccetto che per magia di raro, salvo che di noi altri, et poi compagnia tanto grata et utile si' per la loro devotione, si' per la dottrina alla quale se li attende con ogni diligentia, non solo da li nostri, ma da altri giovani di bone case mandati da loro padri per imparar, siche' de le occasione il Signor me ne da' pur troppo et tanto piu' ne havro' a render cunto.

Passate le tre feste di pasqua venero' a Pavia, mi sforzaro' di visitarvi; se havro' tempo, perche' me bisogna quanto piu' presto ritornar per il Capitolo, quale si fara' il 15 dopo Pasqua. Non possendo, mi havriti esentato.

Il visitare nostro sia circar di esser uniti nel Signor, nel quale havemo a repossar perpetuamente se qui studiaremo di star nel amor suo et crescer et schiavar tutte cose che da quello vi pono rimovere o refredare.

Ho avuto qualche fastidio et non puoco rimorso che non vi suadessi a abrusciar quello librazolo subito, quale vi dissi esser heretico, maxime che dapoi ho inteso esserli excommunicatione contro di quelli che non manifestano tali libri, pur penso che lhavriti consumato, perche' vi ne feci instantia; non essendo destruto vi prego brusciarlo, anzi setti obbligato et anche dire come e' dannato a quelli che lhano letto, acciocche' se alcuno havesse havuto qualche opinione cativa per quello la lassi, non altro. A voi me ricomando et alle vostre orationi.

Da Somasco (sic!) a di' 2 di Aprile del 1544.

Vostro minor fratello in Christo

Pre Otho di Parenti".



(sul verso): "Al Magnifico Messer Nicolao Fiamberto mio in Christo Honorando a Torago.

Alli cavalanti di Lachiarella over di Mettono qual ogni di' si trovano in Broveto novo in Milano".



____________________



(1) Forse si tratta dello stesso luogo di cui si parla nella "Relazione sullo stato delle case della Congregazione Somasca nel 1650, Relazioni di Genova, S. Maria Maddalena" (cf. Somascha 1990, 22) e di cui si dice appunto nel 1650: "altra casa fatta in forma di romitorio, con suo oratorio alla foresta, situata nella iurisditione di Santa Margarita, diocese di Genova, lontana dalla detta citta' miglia 18; qual luogo non da' rendita alcuna e serve solo a potersi ritirare alcuna volta in certi tempi dell'anno a fare li esercitii spirituali".. NOTE:

16 04 1544 === "16 aprile 1544: alla notizia della vittoria dei Francesi sull'esercito spagnolo a Ceresole, i provveditori della citta' di Pavia incaricarono i confratelli della Compagnia della Colombina perche' 'provideant prout eisdem expedire videtur quod in hac civitate fiat et stet continuo tempore oratio quadraginta horarum'; cf. documento in ASPSG Pavia 10" (Somascha 1976, 19 nota 8).. NOTE:

16 06 1544 === "Giovanni Simone e Giorgio fratelli figli et eredi del q. Gio. Antonio Stivolti, volendo soddisfare al legato fatto dal detto loro padre, vicini della chiesa di S. Bartolomeo di Somasca, come da istromento rogato Boneto q. Latanzio Arigoni di Caprino li 16 giugno 1544, rinunziano a Padri un fitto di 50 imperiali che paga Cristoforo q. Beltrame Amigoni, come da istromenti rogato presso lo stesso nodaro" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 1).. NOTE:

16 12 1544 === Il 16 dicembre 1544 viene rilasciata dal governo di Venezia una patente a Arcangelo Romitan di Vicenza per poter erigere un mulino; concessione per 20 anni (cf. Mandich Giulio, Venetian Patents (1450-1550). in: Journal of the Patent Office Society (JPOS), marzo 1948, pagg. 166-224).. NOTE:

1 01 1545 === Calvino Jean (1509-1564), Catechismo cio e (sic!) Formulario per ammaestrare i fanciulli ne la religione christiana. [Ginevra] : [s.n]., 1545. 44 c. ; 8¡ Identificativo: CNC 8610, Localizzazioni: RM0290 Biblioteca Angelica - Roma.. NOTE:

1 01 1545 === Reginaldo Nerli op., Symbolo di Athanasio esposto dal venerabile padre frate Reginaldo del ordine dei predicatori per exercitio spirituale delli poveri orfanelli. Pavia s.a. (1545?), appresso Girolamo Bartoli (Biblioteca Ambrosiana di Milano, X.II.57; purtroppo questo opuscolo e' andato distrutto durante la seconda guerra mondiale).. NOTE:

1 01 1545 === Vives Juan Luis (Ludovico, 1492-1540), Il modo del souuenire a poueri di Lodouico Viues nouamente tradotto di latino in volgare [da Gioan Domenico di Tharsia, + 1561]. In Venetia, 1545. 74 [i.e. 76, 2] c. ; 8¡.

Localizzazioni: RM0267 Biblioteca nazionale centrale V. Emanuele II - Roma

VE0007 Biblioteca comunale Cristoforo Sabbadino - Chioggia

VE0111 Biblioteca dell' Archivio provinciale dei frati minori cappuccini - Mestre. NOTE:

1 01 1545 === 1545: inizia il Concilio di Trento (1545-1563).. NOTE:

1 01 1545 === (So (segr.) 35) Instromento Ioannis de Ondeis legati Patribus Collegii favore Capituli (anno 1545). [ASPSG So 35, 'originale'].. NOTE:

1 01 1545 === Somasca: 1545. Giovannino degli Ondei nel testamento del 1545 dispose un contributo in viveri per i Padri che si riunivano nella sua casa durante i Capitoli che tenessero a Somasca (2-3-02). S. Girolamo da quella cameretta sali' in paradiso l' 8 febbraio 1537. Sulla parete di fronte al suo letto ancora sta la croce da Lui dipinta in rosso.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1545 === D. Dionysii Carthusiani in omnes Beati Pauli epistolas commentaria. Parisiis 1545, ed. Iacobus Bogardus, 17x11; antiche segnature: A III 21, A.III.N°.J7; sul frontespizio: "Sancti Blasii Montis Citorii", "Ex libris Antonij Santinij" (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.8; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena).. NOTE:

1 01 1545 === 010 "1545. Questo ridotto, o sia Capitolo, non ritrovo dove siasi celebrato, ma probabilmente puo' credersi in Pavia; perocche' trattandosi in questa sessione di fissar un luogo, dove ritirar si potessero li Fratelli della Compagnia de Poveri (con tal nome si chiamavano allora) per attendere allo spirito, alla mortificazione ed agli studi sacri; si conchiuse unanimemente che si scegliesse il luogo di Somasca per adesso, o quello di Pavia, se il Signore dimostrera' il voler suo santissimo, e dara' persone atte all'ammaestramento dei Giovani; ed in questa risoluzione prevalse finalmente il luogo di Pavia.

Il secondo argomento che in Pavia si raccogliesse codesta Congregazione si e' vedere che si tratto' delle puttine, o sieno orfanelle, siccome delle Convertite ancora determinandosi di sovenir dette figliole con le opere e guadagni de Putti ed Orfani, senza pregiudizio di questi; nel che furono incaricati il sacerdote nostro e il commesso, acciocche' dieno segretamente all'antedette figliole il possibile aiuto; maneggiandosi frattanto con li SS.ri Protettori, perche' ritrovin essi qualche providenza" (ACS, p. 18).



Segue Elogia (cf. F12) di:



Venerabilis Ioannes Baptista Benalea.. NOTE:

23 02 1545 === (So (segr.) 34d) Testamento di Vittoria Mutoni (23 febbraio 1545). [ASPSG So 34d, 'originale'].. NOTE:

18 03 1545 === (So (segr.) 36) Testamento di Giovanni Oldelli (Ondei) di Beseno (18 marzo 1545). [ASPSG So 36, 'originale'].. NOTE:

29 04 1545 === "Un secondo testamento (dopo quello del 11 nov. 1540) fu compilato dal p. Leone Carpani in data 29 aprile 1545. In questo non si fa piu' menzione dell'orfanotrofio di Merone (che era nato destinato a educare fanciulli poveri inviati al sacerdozio o alla vita religiosa o comunque allo studio, senza pero' imporre loro nessun obbligo specifico, insomma una specie di preseminario), il quale era stato chiuso l'anno precedente per decreto del Capitolo Generale, pero' '... con soddisfatione di coloro che vi hanno interesse, esortando questi che ne hanno cura a fare ico' che stimano essere di honore del Si. Dio'. Percio' questo nuovo testamento del p. Carpani fu determinato dal fatto che il precedente non poteva piu' applicarsi in favore di quella casa di Merone per la quale principalmente era stato compilato; pero' obbliga i suoi eredi, e primo fra tutti il p. Primo de Conti di Carella a devolvere i beni solamente in pios usus" (cit. da: Tentorio, Per la storia, vol. II, 1980, pag. 139).. NOTE:

1.01.1546 === Bianchini Pio crs., Gli anni critici e la ripresa, 1537-1546 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 44-20]. NOTE:

1 01 1546 === Pauperum Somaschae: Opere di Luciano (solo il 2° tomo) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 20.22.4. NOTE:

1 01 1546 === Istromento per S. Bartolomeo di Somasca: Giovanni Cattaneo (1546). [ASPSG So 33b, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1546 === "... Nei duri momenti del Cinquecento, con carestie e pestilenze avvenute durante gli scontri fra Francesi Ducali e Spagnoli, che videro nella valle incursioni dei Francesi e di Gian Giacomo Medici, conosciamo l'azione di San Girolamo Miani e dei suoi Somaschi. Essi, predicatori di carattere piu' immediato, favoriti dalla esemplarita' dimostrata verso poveri malati e orfani, acquistarono presso la gente una fama di virtu' che andava a oscurare l'istituzione Servita ridotta a tre soli frati nel 1546 ..." (cit. da: Borghi Angelo, Storia e arte ... di S. M. del Lavello, 2002, pag. 26).. NOTE:

1 01 1546 === Nel 1546 il titolo della Confraternita fondata da Castellino da Castello viene mutato da "Compagnia della riformazione christiana in carita'" a "Compagnia dei Servi de' Puttini in carita' per incitare ognuno nella benevolenza et all' esercitio di bene operare, insegnando alle feste gratis et in carita' a legere et scrivere et i buoni costumi". Guglielmoni 1983, 57, nota 17.. NOTE:

1 01 1546 === Promemoria di p. Bernardino Scotti teatino (s.d., forse 1546): - Arch. Romanum S. J. Roma, cod. Rom. I, n.180, f. 145 (orig. ms) - RC 1961 p. 148 - Somascha X(1985)87. NOTE:

1 01 1546 === "Qui (in Venezia, all' ospedale dei SS. Giovanni e Paolo, ndr.) si segnalava anche 'per il zelo aedentissimo per l' hopera del Signore, per la carita' provata presso i figlioli a lui commessi et ogni altra creatura di questo loco, et per la continua sollicitudine usata con molta prudentia in ogni maneggio' il bergamasco Giovanni Francesco Quarteri, uno dei primi discepoli del Miani (nota: IRE, Venezia, A N. 24, Libro di partte et determinationi diverse 1546-1604, f. 82)" (cit. da: Bonacina 1989, 38).. NOTE:

1 01 1546 === 011 "1546. Alli 11 di ottobre ritrovo congregati li nostri Fratelli, ma non trovo notato il luogo. Si tratto' in questa Congregazione se li sacerdoti assieme con li laici debbano nel dir le colpe dare informazione di tutti i fratelli, e de costumi loro, e fu risoluto affermativamente, siccome appare nella seguente Congregazione.

Di quest'anno con l'oracolo di Paolo III fu decretato dal cardinale Pietro Carafa la nostra unione con li Chierici Riformati, detti Teatini" (ACS, p. 20).. NOTE:

3 04 1546 === Visita pastorale della Pieve di Lecco, fatta in aprile 1546 dal R.do Melchiorre Cribelli (Crivelli?) Visitatore per conto del vescovo di Milano Ippolito II d' Este. Il 3 aprile visito' Calolzio: "Die Sabbati 3 aprilis 1546. Calortij. Presb. Io. Petrus Isachis rector respondit quod sub dicta cura est quaedam ecclesia sub titulo sancti quae est connexa cum dicta parochiali ecclesia ad quam tenetur celebrare uno die qualibet ebdomada et omnibus diebus festivis apostolorum et satisfacit". (Arch. St. Milano, Notarile, filza 8843; si tratta delle "imbreviature" dela notaio arcivescovile Gerolamo Trezzi, le uniche carte rimaste di questa visita pastorale!; edite da: Marcora Carlo, Ippolito II Arcivescovo di Milano (1519-1550). in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. VI, pp. 305-521, Milano 1959; la parte riguardane Calolzio e' a pag. 517).. NOTE:

8 05 1546 === I Procuratori delle Convertite Passo (Passi?) e Agosti (Aporti?) per ricevere £. 500 dall'agente del vescovo Pietro Lippomano (8 maggio 1546). [ASPSG So 36b, 'fotocopia'].. NOTE:

15 05 1546 === Lettera del 15 maggio 1546 di p. Bernardino Scotti da Venezia ai Teatini per l'unione dei Somaschi ai Teatini (in ASPSG, Teatini; testo allegato per la compilazione delle Costituzioni) - RC 1975, 200, 49 nota 2



"... dicendo (i Somaschi) che da un tempo in qua si hanno liberati da molti fastidi di diversi luoghi, et essersi ristretti, et che hora solamente hanno in cura in alcuni luoghi qualche puochi putti, alli quali si insegna, et secondo che li vedono atti al clericare li anderanno allevando al culto divino, et che ne hanno gia' dei buoni spiriti, et che hanno buoni principi di lettere greche, et latine, et se gli fara' leggere theologia, et istruir nella Sacra Scrittura" (riportata nella lettera del p. Bonifacio teatino dello stesso giorno).. NOTE:

15 05 1546 === Lettera del Preposito Teatino Bonifacius scritta, in seguito al loro Capitolo Generale, da Venezia (S. Nicola ai Tolentini) ai Padri Teatini di Napoli (15.05.1546): - Vitone 332 - Somascha X(1985)82 n. 35 - Arch. Gen. Teatini Roma, ms. 5 f. 19-21 (cf. Llompart G., "Los Cle'rigos regulares a mediados del siglo XVI", in: Regnum Dei XVI(1960)59-77) - Fonti Somasche 39s - Stoppiglia: Statistica II, 96



Lettera del Preposito Teatino Bonifacius

scritta da Venezia (S. Nicola ai Tolentini)

in seguito al loro Capitolo Generale

ai Padri Teatini di Napoli



15 maggio1546

(Arch. Gen. Teatini Roma, ms. 5 f. 19-21)

"R. P.re e Fratelli Carissimi, ... (omissis quibusdam ad rem non facientibus et sequitur ut infra) ... In questo mezzo sono arrivati quattro Sacerdoti delli primi di Somasca, quali per parte, et nome di tutta la lor Congregatione ci hanno richiesti, et con grande istanza pregati che li vogliamo accettar, et abbracciar et far unione insieme, adducendo molte ragioni per le quali si possi a sperar n'havesse a succeder grande honor et gloria del Signore, et beneficio di molte anime, et massime consolatione et mutuo aiuto di loro et Noi nel servitio del Signor et che quelli che al presente si trovano nella nostra Congregatione sono un niente al rispetto di quelli che si speraria alla giornata possiano da ogni banda venir divolgandosi esser fatta una tale unione, et gia' alcuni, cosi' d'amici nostri, come d'estranei presentendo che la si tratta di far, dimostrano di desiderarla, et lodano molto che essa si faccia, affermando che molti vi entrariano, quali hora aborriscono la nostra strettezza, et ci biasimano che non volemo far niente, parendole che cosi' facendosi l'unione, quelli che hanno desiderio di operar, possiano conseguir l'intento di far li Voti, et ad effetto che non si manchi di farla, s'offeriscono di restringer l' Opere, et lasciar di quelli luoghi che tengono, et finalmente dicono di voler dar la carta bianca con tanta affettione e sommissione che saria longo per lettere esprimerlo. Se gli e' risposto brevemente che a Noi ancora piaceria tal unione, et credemo che secondo loro stimano ne possa seguir grande honor di Dio, et verisimilmente beneficio comune. Ma per esser tal cosa di gran momento, bisogneria con gran maturita' trattarla et ben diligentemente prima considerar tutto quello che si dovesse, et fosse necessario far, accio' potesse haver il debito et desiderato stabilimento, et con conseglio et assenso delli nostri Fratelli di Napoli, li quali sariade bisogno prima far ben capaci di quanto loro dicono et sperano di questa impresa, et che non potemo Noi fare se prima da qualche d'uno de nostri Fratelli non fossero visti li luoghi che hanno in possesso, et ben informati del stato delle case loro, ne referesse o per lettera, o a bocca, et cosi' Noi dopo datone avviso a Voi, et con questo ci siamo contentati di mandar con alcuni di loro di presente il nostro fratello Prete Bernardino con Gio. Antonio per visitar quelli luoghi loro, et massime Pavia, dove havranno una Chiesa con la strada per dar principio al culto divino, et viver in Congregatione al modo nostro, et gia' si sono ridotti alcuni Sacerdoti di quelli che vogliono fare il Voto, con alcuni Chierici, et un Prete secolar facoltoso che si e' dato all'opere pie li vol far fabricar, et accomodare per il servitio del Signor per modo che sperano del bene assai a gloria de Dio, dicendo che da un tempo in qua si hanno liberati da molti fastidij di diversi luoghi, et essersi restretti, et che ora solamente hanno in cura in alcuni luoghi qualche puochi putti, alli quali s'insegna, et secondo che li vedono atti al chiericato li anderanno allevando al culto divino, et che ne hanno gia' di buoni spiriti, et che hanno buoni principij di lettere greche e latine, et se li fara' leger Theologia, et instruir nella Sacra Scrittura, questo e' quanto che per il presente circa cio' ve si possa notificar, alla giornata secondo che il nostro fratello ne avisera' ve significaremo, et secondo che il Signor vi mostrera' ne potrete dir il parere vostro, et - omissis aliis -

Da Venezia li 15 maggio 1546.

Ptr Bonifacius Praep.us

Ptr Bernardinus

P. Augustinus

P. Petrus

P. Michael".



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Copia di questa lettera "avuta dal R. P. D. Eliseo adi' 10 Luglio 1612" si conserva in ASPSG.. NOTE:

8 11 1546 === Lettera del card. Carafa da Roma ai Chierici Regolari Teatini di Venezia (08.11.1546).. NOTE: unione dei Servi con i Teatini (che durera' otto/nove anni!) - Vitone 68ss - Somascha X(1985)69 (p. Casati) - Fonti Somasche 274-277 (testo lat. e tr. it.) - Bullae ac Privilegia 1665, 1

"Durante questi otto, nove anni di unione coi Teatini, il p. Agostino Barili fu ispirato da Dio a professare solennemente la regola dei Chierici Regolari, tra i quali poi visse e mori'" (Santinelli 1767, 214).

8 11 1546 === (ACM 1-3-1, b) Il card. Carafa spinge Paolo III ad unire i Somaschi ai Teatini (Breve, 8 novembre 1546).. NOTE:

13 11 1546 === "Si era pensato di chiamare l'Opera 'Compagnia della Riformazione Cristiana in carita''; titolo suggerito probabilmente dal P. Somasco Gambarana, il quale aveva appreso da S. Girolamo Miani due divote preghiere, nelle quali si domandava a Dio 'la riforma di tutta la Cristianita'' a quello stato di santita' che era nel tempo sei santi Apostoli. In progresso di tempo dopo l'osservazione fatta da mons. Toso Vicario Generale, e dopo che altri personaggi egregi tra cui non pochi prelati,, ebbero insistentemente domandato, che fosse sostituito un altro titolo, che togliesse ogni equivoco colla Riforma Luterana, il 13 novembre 1546 in una adunanza tenuta in S. Sepolcro dai capi della Compagnia, venne concordemente stabilito che si chiamasse 'Compagnia delli servi dei puttini in carita''. In questa denominazione si trova ancora l'imitazione di S. Girolamo Miani che aveva chiamato la sua congregazione la 'Compagnia dei servi dei poveri' e che usando il dialetto veneto chiamava 'puttini' (pute'i, ndr.) i ragazzi. In fine S. Carlo preferi' che la si chiamasse 'Compagnia e Scuola della Dottrina Cristiana', come anche oggidi' si usa" (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, pag. 29s).. NOTE:

1 01 1547 === LANCI (De) MARIO crs. (Lanzi) (Cevasco 1744, †); di lui, tra i biografi di Girolamo, accenna solo il Caccia (Vita, Roma 1768, p. 15); compagno di SGM.. NOTE: ne parla nel 1617 Colleoni Celestino nella sua Historia quadripartita, parte I, Libro 11, cap. 24,pag. 602:



"Parte I, Libro 11, cap. 24. Esempi di Santi non Canonizati per gli Ecclesiastici, & per gli Secolari. §§ 8-9. Mario Lanzi (zio di Mario c'hor vive, Gentilhuomo ufficiosissimo ornato in eccellenza delle virtu' morali, civili, e Christiane) quantunque carico d'honore, & di riputazione nella Patria, mosso dall'essempio di Girolamo Miani Nobile Vinitiano, con questi abhorrendo il fumo delle grandezze mondane, parimente si diede con ogni studio a quell'opera tanto pia e santa di raccogliere, e prendersi cura de' poveri orfanelli nella Citta' nostra; & eretta in oltre la Congregatione de' Chierici Regolari detti Somaschini da una Terra nel Territorio, e diocese di Bergomo, dove hebbe tal Congregatione principio, il nostro Lanzi vincitore del mondo, del Diavolo, e di se stesso, dopo l'havere in essa vivuto con molto spirito, & essemplarita', rese l'anima al suo Creatore in Milano, lasciando a noi chiari esempi da imitare. Hebbe il Lanzi compagni in cosi' santa opera de' nostri Compatrioti Agostino, & Simeone Barili, Alessandro Besozzo, Antonio Locatello, Baldessare Rota, & Giovanni Cataneo laico, che poi fundo' il luogo degli Orfanelli in Roma, & in Napoli, come scrive il P.D. Andrea Stella, riferito da Mario Mucio".

1 01 1547 === Carioni Battista op. (da Crema, 1460-1534), Aperta verita' del R. P. Frate Battista da Crema del ordine de Predicatori con summa diligentia da lui corretta et emendata. In Venetia a istantia de Miser Marchio Sessa per Nicolo' Bascarini nel 1547. Il raro esemplare, edito per la prima volta nel 1523, si trova nella Biblioteca Naz. Centr. di Roma.. NOTE:

1 01 1547 === Carioni Battista op. (da Crema, 1460-1534), De la Santa Communione. Opuscolo del R.P.F. Battista da Crema nel qual ad istantia de alcuni sacerdoti, si dichiara quanto sia utile et necessario il frequentar de la santa communione, a' qualonche desidera de proficere nella vita di Dio, essendo prima confessato et contritto iusta il suo potere, remettendosi poi a la misericordia di Dio con puro core et humilta'. Stampato in Venetia per Nicolo' Bascarini a' instantia de Miser Marchio Sessa nel 1547.. NOTE:

1 01 1547 === (Confini) Nota Chabod (1547, 1552). [ASPSG So 2012n, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1547 === Somasca: 1547. Il Capitolo del 1547 aveva persino consigliato "che per aiutare i fratelli e insinuare loro lo spirito e la mortificazione si procuri di condurre or l' uno or l' altro a Somasca almeno per un mese" (ATTI della Congregazione vol. 10°). Vedi: P.M. Tentorio: Storia di Somasca fino al 1850 presso archivio di Somasca o di Genova: per la scuola in Somasca in quel tempo.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1547 === Somasca: 1547. Trattandosi se in Somasca dovesse continuare la scuola fu concluso che si provvedesse detta scuola di sacerdoti e di aiuto per insegnare (ATTI Congreg. 1547) limitandosi ai soli alunni poveri non nobili. In questo stesso capitolo furono presi vari provvedimenti che riempiono sei pagine delle quali ben due trattano della scuola. Tali provvedimenti sono poi entrati nel libretto: "Ordine per educare li poveri orfanelli"... stampato nel 1624. In Somasca si trovano molti libri con la scritta in frontespizio: "Pauperum Somaschae" (cioe': sono dei Servi dei poveri di Somasca). Sono editi specialmente nel periodo 1520-1560. E tanti altri seguiranno in tempo successivo. Si vede che la scuola era fatta sul serio e con impegno la direi attivita' precipua di persone convinte sagge zelanti: sia a vantaggio dei seminaristi sia di orfani in genere atti allo studio.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1547 === LANCI (De) MARIO crs. (Lanzi), vic. gen. (Lanci, De Lanzi; 1° vic. gen. dopo l' unione coi Teatini), bergamasco (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91) - di lui, tra i biografi di Girolamo, accenna solo il Caccia (Vita, Roma 1768, p. 15) - ne parla nel 1617 il Colleoni Celestino nella Historia quadripartita, Parte I, Libro 11, cap; 24, pag. 602.. NOTE:

15 05 1547 === Comunicazione Capitolare di S. Gaetano Thiene (15.05.1547): - Lettere di S. Gaetano Thiene 1988, p. 168-171 (a pag. 171 si riporta una nota pubblicata a suo tempo da p. Andreu F. cr. sulla rivista 'Regnum Dei' del 1973 a pag. 39; "Questa Comunicazione conservata negli Atti manoscritti del Capitolo Generale dei Padri Teatini anno 1547, solo oggi si puo' affermare che essa e' da attribuirsi a S. Gaetano. Custodita nell' Archivio dei Teatini di S. Silvestro al Quirinale in Roma, fu consegnata in seguito al p. Francesco Ricci cr. Dopo un'attenta perizia sulla calligrafia e sul contenuto della Comunicazione per opera di due periti, Antonio dei Monti e Cesare dei Bianchi, con giuramento questi asserirono che il documento era della 'propria mano e carattere dello stesso S. Gaetano Thiene'"):



Comunicazione Capitolare (15 maggio 1547)



"Al Rev.do Pre Prevosto e Fratelli Clerici Regulari in S. Nicola da Tolentino in Venetia. Cap. Romae 1547. Intus vero = + Rdo Pre, e Fr.elli. Avisamo le charita' vostre come, invocato l'aiuto del Sig.re per procedere alli bisogni della Congregazione havemo confirmato per questo Anno Prevosto in Venetia il Pre D. Bonifacio, et eletto Prevosto in Napoli il Pre D. Caietano. Officio de quali comincia alli 15. di Maggio dell'Anno presente. Sono stati assignati in Venetia D. Bernardino, D. Ioanni, et Antonio. In Napoli D. Marco, D. Pietro, et Iacomo, e' sta determinato, che per questo Anno la maggior parte delli Vocali stia in Venetia. Item al Pre Prevosto di Venetia, et Fr.elli Vocali e' sta data piena autorita' circa le cose di Somasca (si tratta della fusione dei Somaschi con la Congregazione dei Padri Teatini, richiesta che i Somaschi nel loro Capitolo Generale del 1546 avevano preso in esame e con esito positivo, ndr.), et per adesso e' stato confirmato nel predetto padre, e finito l'officio suo quelli, che sogliono eleggerlo, presenteranno o denomineranno quello che allor parera' meglio, et le presentaranno, al Pre Prevosto di Venezia, il quale, parendoli idoneo lo confirmara', e li dara' l'autorita' che e' solito avere, et si chiamera', e sara' Vicario suo, et parendoli, che quello che fosse presentato non fosse idoneo lo potra' recusar, et far, che ne presentano un'altro. Item che l'Abito de Laici sia Laicale, et distinto da quello delli Clerici. Item che li Prevosti non permettano li Laici imparar Grammatica senza el consenso delli Vocali. Item, che per se, o' per altrj non se domandj elemosina, directe', vel indirecte'. Item, che gl'esercitij Corporali siano moderatj, accio', che non soffochino lo spirito delli Fr.elli, et non impediscano che li Clerici non possano andar al Choro alle hore debite, et che sonato il primo segno di Vespro possano raccogliersi, et anche li Laici possano far come gl'altri la Orazione commune quando commodamente far se puo'. Item, che a Io. Batta Quirino non se dia la Professione avanti la Croce di Settembre, et doppo stia in liberta' delli Vocali di Napoli. Item, che a Nicola, che domanda l'habito, non se li dia al presente, ma che si conforti a perseverare. Bene valete in Domino, Et orate pro nobis. In Roma adi 15 maggio, la Domenica inanti l'Ascensione 1547. Ego Do.nnus Gaietanus. Ego Do.nnus Bernardinus. Ego Do.nnus Marcus. Ego Do.nnus Petrus".

"Il 15 maggio 1547 si celebrava in Roma l'annuale Capitolo Generale dei Teatini e S. Gaetano Thiene era presente; era l'ultima adunanza capitolare alla quale il santo partecipava; sarebbe infatti morto il successivo 7 agosto. In questa Comunicazione Capitolare si stabiliscono disposizioni, e S. Gaetano viene eletto Superiore della Casa di Napoli, sua citta' di adozione" (ibidem, p. 167).. NOTE:

19 05 1547 === (Primo de Conti crs.), Copia de li ordeni fatti ne le Congreghe Generali de li Protettori de li Orphani del 1547, 48, 48, 50 (= ASPSG CRS 5). Con una lettera del p. Brioli al p. Bonacina (21 giugno 2004).. NOTE: ACM 2-4-258.

30 07 1547 === 1547, 30 luglio. Gerolamo Calco in Milano vende la sua casa nel Borgo delle Oche alle Scuole di Carita' fondate il 30 agosto 1536 dagli eredi di Elisabetta Bossi Terzaghi con i beni da lei lasciati (nel 1516) per creare una scuola gratuita per i giovani. In seguito le scuole saranno conosciute come Collegio Calchi (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

7 08 1547 === Il 7 agosto 1547 muore S. Gaetano Thiene (beatificato nel 1629, canonizzato nel 1671).. NOTE:

1 10 1547 === 012 "1547 (Venezia 1 ottobre; cf. F8, ndr.). Il primo ottobre di quest'anno si trasferirono in Venezia in S. Nicola li nostri sacerdoti Servi dei Poveri per conferire in vigore della seguita unione con li PP. Chierici Teatini intorno alli bisogni della Compagnia nostra, e delle Opere che da noi si governano. E in primo luogo trattandosi della detta unione, ciascuno de' nostri si esibi' all'ubbidienza di quel Prete loro Preposito, che li riceve' ed accetto' per modum filiationis, siccome il detto cardinale Sabinense avviso' essere mente del sommo Pontefice.

- Fu risoluto in questa Congregazione che il superiore nostro dell' Opera si chiamasse in avvenire Vicario del detto P. Preposito, e che potesse durando un anno nella carica essere per altri due seguenti confermato nella medesima. Venne poi eletto e nominato Vicario il P. Mario (Lanci o Lanzi, ndr.) per la prima volta nelle maniere canoniche.

- Venne ordinato che si dicessero le colpe e che ognuno palesasse le imperfezioni proprie, e degli altri al Pre. Proposto, o al suo Vicario, ricevendone per emendazione la penitenza.

- Parlandosi in seguito delle Opere, si propose che in Bergamo dovevasi perseverare nell'assistenza delle Convertite, e Pupille, e fu risoluto di non abbandonarle, ma fratanto di supplicare a mons. Vescovo che le provveda di messa e di ogni altra cosa necessaria, come ha promesso altre volte.

Si favello' ancora se dovevasi in Pavia pigliar l'assonto di dir la messa in Canevanova, ed aiutare le Convertite; ma non vi si legge negli atti alcuna determinazione.

- Bensi' trattandosi se in Somasca doveva perseverare la Scuola, fu conchiuso che si provvedesse detta Scuola di sacerdote, e di aiuto per insegnare, e che frattanto si tratti in Milano con gli esecutori testamentari di Mr. Girolamo Calchi per escludere li figlioli de Gentiluomini, e cosi' meglio aiutare qualcuno de' nostri poveri.

- Proposto se si doveva confessare fuori di casa qualche persona divota, ed amorevole per li nostri Orfani, resto' ordinato che si fuggisse tale impresa, fuori de' casi di necessita', o con utilita' evidente. Pure trovandosi alcun sacerdote sofficiente, ed avendo questi l'ubbidienza del S. Vicario Episcopale, e de' suoi parrocchiani, si faccia la carita', senza pero' aggravarsi di simili persone, ne' permettergli di perseverare.

- Parlandosi dell' Opera di Vercelli, fu determinato che se le mandasse gente per ora. Non cosi' si mandasse gente in casa di mons. Pelizzaro.

- Fu decretato che ogni anno nel settembre, restando alcuno al governo delle Case, convenissero insieme li sacerdoti ed i laici per eleggere il Vicario, e i Consiglieri. Che il Vicario per straordinari bisogni chiamar potesse li laici e sacerdoti di due o tre Opere piu' vicine.

- Resto' ancor decretato, che tutte le Opere si visitino due volte l'anno, e che li Visitatori faccian riflesso ai figlioli di buon indole ed ingegno, persuadendo loro d'imparare grammatica.

- Che li figlioli piccoli e mezzani, i quali lavorano, si faccian leggere la mattina per lo spazio quasi di un'ora, e lo stesso la sera.

- Che nelle Opere si dica l' Officio nuovo.

- Che nelle mense gli Grandi, massime quando lavorano, abbiano qualche porzione di piu', e in quantita' e in qualita'.

- Che non si accettino putti maggiori di tredici anni, se non si vede che vengono per servire a Dio, e non per altri rispetti. E che li Grandi che sono nell' Opere siano bene esercitati, e mangino il pane con sudore.

- Che tutti siano solleciti nel nettare la tigna, e le altre immondezze del corpo, ma molto piu' quelle dell'anima.

- Che si possano tenere denari per qualche improvvisa necessita', massime nelle Opere, dove vi e' concorso de forestieri; ma che il sappia il sacerdote e il commesso.

- Intorno ai Grandi, che vengono nelle Opere, massime sacerdoti: quando si abbia indizio e speranza che vogliono servire a Dio, si ricevano per Ospiti, fin tanto che si avvisi il Preposto od il Vicario.

- Li putti mezzani non diranno la lezione a tavola se non con ordine de' superiori, avvertendo pero' che tutti dicano qualche cosa.

- Che essendo assenti dall' Opere li sacerdoti, non li lascino confessar i putti da altri sacerdoti, ma si aspetti il ritorno loro, salvi quegli che averanno la licenza.

- Si domandi licenza a' Curati, e a mons. Vicario Episcopale di comunicare li figlioli.

- Li Visitatori facciano in ciascuna Opera eseguire gli Ordini che daranno; e loro ubbidiscano il sacerdote e il commesso.

- Li viandanti consultino il sacerdote e il commesso dove debbano alloggiare; andando semplicemente e piu' per giovare all' Ospite, a cui Iddio sara' per condurli.

- Si leggano e si osservino le usanze, e ciascuno dorma solo, e con li calzoni di tela almeno l'estate.

- Nelli Spedali benche' amici, si alloggi meno che si puo'.

- Si raccomandi alla compagnia di spesso visitar i putti, che si metton fuori dei nostri luoghi, esortandoli a confessarsi, e scrivendoli in un libro a cio' destinato.

- Non si riprenda senza necessita' alcuno che sia stato o mandato fuora o fuggito.

- Che si unisca la Congrega degli Ufficiali di casa, e ognun ricordi qualche cosa spettante all'ufficio loro.

- Che tutti, e massime i sacerdoti, tengano uno stesso rito nelle messe, uffici ed altri esercizi.

- Che il sacerdote in ciascuna Opera si consigli con il commesso, e con gli altri Grandi nelle cose, che ai putti appartengono.

- Il commesso ubbidisca al sacerdote, e con lui si consigli nelle faccende che occorrono. Gli altri poi della famiglia sieno ubbidienti al detto commesso, ma molto piu' al sacerdote, o sia superiore.

- Si fuggano le facende impertinenti, e che sono di danno dell' Opera e della Compagnia.

- Sul principio e nel fine d'ogni operazione si faccia sempre orazione.

- Quando il sacerdote, e commesso vole uscire di casa, si consultino insieme, se gli e' bisogno di compagnia.

- Gli offici di casa si distribuiscano a persone divote e intelligenti.

- Li sacerdoti stieno in attenzione che nessuno in casa perdi il tempo, e che coloro i quali sono capaci, e debitori al Signor Iddio facciano mattina e sera l' Orazione mentale.

- Non si riceva alcuno, che vada da un' Opera all'altra, se non ha lettera, o segnale dal sacerdote o commesso del luogo d'onde parte.

- Il sacerdote ed il commesso con gli altri d'intendimento e sperienza si raccolgano ogni settimana insieme leggendo gli ordini che ad essi appartengono, siccome in ciascun mese si congregheranno con tutti gli altri della comunione.

- Non si mandino putti in viaggio senza una grande necessita', servendosi d'altri per mandar lettere e cose simili.

- Le Opere si nettino di coloro che non sono orfani; e di quegli ancora che non s'approfittano; usando maggior diligenza in avvenire nel cercar codesti orfani. N.B. Gli antecedenti Ordini e Decreti per quel che raccolgo da un libretto antico trovato nell' Archivio di Pavia (S. Maiolo, nrd.) non furono tutti determinati in questo solo Capitolo, ma in altri seguenti.

- In quello di quest'anno fu bensi' deliberata la regola per il politico della Compagnia, come segue:

- Il Generale della Compagnia de' poveri sia nominato Vicario, e venga eletto dalla Compagnia stessa, e confermato dal P. Proposto Generale de' Teatini. Duri nell'officio un anno, e possa confermarsi sino all'anno terzo.

- Codesta elezione si fara' nella seguente maniera: il fratello Elettore fara' la nomina del Vicario nelle mani del Pre Superiore presente, e questi con li Consiglieri manifesteranno tutti li nominati alla carica, che ballottati verranno in seguito, restando eletto chi avera' maggiori suffragi.

- La stessa maniera si tenga nella elezione de Consiglieri nuovi, perche' se dovra' alcun confermarsi nella carica per il secondo anno, bastera' che sia ballottato, ed abbia piu' della meta' dei suffragi.

- Resto' ordinato che tutti dicessero la loro colpa al p. Vicario, e questi a ciascuno desse una salutare penitenza. Che se per disgrazia alcuno si trovasse con difetto notabile, il Padre Vicario e Consiglieri abbiano autorita' di manifestarlo alla Compagnia, e facendolo ballottare dai fratelli, al maggior numero de' quali si permette di scacciarlo da detta Compagnia e purgar l' Opera.

- Indi dovranno eleggersi quegli del Capitolo, che dovranno esser minori nel numero del terzo, o piu' del quarto de' Fratelli presenti al ridotto, o sia Congregazione, non computando ne' il P. Vicario, ne' li Consiglieri. Codesti eletti di Capitolo trattano assieme degli Officiali delle cose concernenti il Pubblico.

- Proponendosi alcuna cosa nel Capitolo ciascuno potra' contradirci, e certamente uno de' Consiglieri almeno. Si ascolti il parere di ognuno, e si determini sempre con la maggior parte de' pareri.

- Il P. Vicario e li Consiglieri eleggono i commessi, e a quest'ufficio li piu' divoti, mansueti e mortificati, che vadino per la via stretta, e sieno atti a simile esercizio, esortandoli con buoni ammaestramenti ad essere come li primi della Compagnia di grado nel cospetto degli uomini, cosi' maggiormente per le virtu' li primi nel cospetto di Dio. Questi con modestia faran intendere al P. Vicario tutti li disordini e difetti che osserveranno, vestendo sempre poveramente. Il P. Vicario abbia de' medesimi special cura.

- Per lo spirituale fu intimato che ogni di' si faccia l'orazione vocale la mattina e la sera; avanti la quale i maggiori di eta' premettano almeno un quarto d'ora la mentale orazione, si confessino e si comunichino una volta alla settimana; e gli altri piu' piccoli ogni quindici giorni.

- Si digiuni ogni sesta feria in memoria della passione di Nostro Signor Gesu' Cristo, il sabato della prima domenica d'ogni mese, e quegli ancora sabbati durante il Capitolo. Si faccia ancora l'Avvento astenendosi da' laticini.

- Quei giovani che vorranno stabilirsi nell' Opere sieno sani, e di eta' d'anni 18 almeno, determinati di voler ubbidire e servire nell' Opere, stati un anno fra noi e spogliati del mondo. Cotesti giovani avendo tali qualita', sieno ricevuti dal Capitolo, e se sacerdoti porteranno la beretta tonda lasciando la barba; se laici porteranno un mantello secondo il costume. Questi potran essere Officiali nell' Opere, intervenire alle Congreghe, dormire ne' dormitori de' putti.

- Li novizi sieno ricevuti dal P. Vicario, e da un Consigliere per lo meno, portino il loro abito, purche' sia onesto, e stieno per un anno in qualita' di ospiti, vivendo del proprio se hanno la maniera di farlo.

- Dovendosi accettar qualche Opera si facciano orazioni, e digiuni per tre giorni. Si consideri, se vi e' l'onor di Dio, la salute di qualche anima, il consenso del Pubblico ovvero del Capo Ecclesiastico, o Secolare di quella citta' a cui siamo invitati. Indi il p. Vicario e Consiglieri con la maggior parte di quegli del Capitolo sieno uniformissimi nel volere di accettarla. La intenzione sia pura e semplice, e sol per gloria di Dio e zelo della salute delle anime. Le condizioni poi che dovran proporsi sieno le seguenti:

- Resti libero a noi il ministrare li Sagramenti agli orfani, ammaestrarli nella vita Cristiana, insinuare costumi, ordini ed essercizi, che conosceremo opportuni, senza trovare opposizione. Che essendosi impedita codesta indipendenza, li Protettori o Capo Ecclesiastico o temporale da noi avvisati non provvederanno, sia a noi libero di partirsi con li nostri operai, lasciando l' Opera ed i poveri nelle loro mani. Cosi' se osserveranno declinare noi dalla via retta, e fattaci la evangelica correzione, ci troveranno inemendati, possano licenziarci. Benche' sara' bene, che prima avvisino il Capitolo del difetto del delinquente, acciocche' provveder possa o correggendolo o mutandolo" (ACS, p. 21-27).. NOTE:

4 11 1547 === Lettera del card. B. Guidiccioni, con cui per mandato di Paolo III approva l' istituto della Congregazione di Somasca (Roma 4 novembre 1547) - Landini 492 - Fonti Somasche 275/277 (testo e tr.).. NOTE:

1 01 1548 === "Gli Stampatori si eressero in corpo, unitamente ai Librai, nel 1548, e fino dal 1642, avevano scuola di divozione nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, sotto il patrocinio di S. Tommaso d' Aquino" (Tassini 1887).. NOTE:

1 01 1548 === Mons. Cesare Gambara (vescovo di Tortona), che ricevette la professione dei nostri primi padri nel 1569:



In Italia il primato dell' uso degli ex-libris e' conteso fra quello del vescovo di Tortona, Cesare Gambara (1540) e quello, piu' recentemente descritto da Egisto Biagaglia di Bernardo Clesio, probabilmente eseguito intorno al 1530.



Ex libris di Cesare dei Conti Gambara del 1548: sarebbe il primo esempio di ex libris italiano (Achille Bertarelli e D. H. Prior, Gli Ex-libris Italiani, Hoepli, Milano, 1902; Gianni Mantero, in Catalogo della Mostra dell' Exlibris Ligure, Banco

di Chiavari e della Riviera Ligure, Genova, 1975, p. 12).



"Il piu' antico ex libris italiano (1548) e' dei vescovo Cesare Gambara di Tortona. Ex libris, dal latino "dai libri di", e' una specie di stemma con motto, di riconoscimento, una specie di firma del casato, che veniva posta all' inizio dei libri per indicarne la proprieta'. Prima dell' avvento della stampa, gli ex libris erano miniati sulla pergamena, successivamente, riprodotti in serie dalla matrice incisa sul legno. Erano, come questo bellissimo dei Gambara, delle vere opere d' arte, tanto e' vero che oggi ci sono degli amatori, sia italiani che stranieri, che, come per i bolli, fanno delle collezioni che vanno dal primi ex libris del settecento sino ai soggetti romantici dell' ottocento e liberty, e via via sino al nostri giorni" (L' ANGELO DI VEROLA - Dicembre 1976, anno I, n.12 pag. 12, MISCELLANEA A cura di ANTONIO VENETUS, Il piu' antico ex libris italiano).



. NOTE:

9 04 1548 === Lettera degli Abati della provisione della citta' di Pavia scritta ai Padri delli Poveri Orfani congregati a Brescia (09.04.1548): - RC 1958 p. 274-277 (testo e breve studio di Tentorio M.) - originale in: Actis in archivio superiori Regio inclitae urbis Papiae in filtia signata ab extra "Vescovi e cause ecclesiastiche dall' anno 1447 a 1745" - testo: "...sapendo che havete molti esercitati in insegnare ai putti et lettere et costumi christiani cioe' in alcuni luoghi come a Milano et Somascha, dove molti putti et clerici et secolari sono instituiti, havemo concetto ferma speranza ch'ogni modo essendo in voi carita', ne dobbiate mandare due pratici in tal istitutione et governo".. NOTE:

13 04 1548 === Piantanida Giuseppe ofmcapp. (Ferno 1485 - Milano 1556), Lettera autografa del 13 aprile 1548 (ASPSG, Pavia, Orfani XI) - Tentorio, Per la storia II 1980, 120. NOTE: Su fra I. da Ferno (Piantanida) ofmcapp. (1485-1556) cf. DSpir VIII, 1340-1341 e DHGE XXVIII, 203-204.

16 06 1548 === Testamento di Cecilia Bragadin ved. di Luca Miani (16.06.1548): - testo orig. in RC 1961 p. 202s - (Venezia, Museo Correr, Cod. Cicogna, 3423, Famiglia Miani, fasc. III, cc. non numerate) - aa.vv., San Girolamo Miani nel V centenario della nascita 1987, 55 (art. di Giullino G.)



Testamento di Cecilia Bragadin

ved. di Luca Miani



16 giugno 1548



(Venezia, Museo Correr, Cod. Cicogna, 3423, Famiglia Miani, fasc. III, cc. non numerate)



"In nomine Dei aeterni. Amen. Anno ab incarnatione Domini nostri Jesu Christi millesimo quingentesimo quadragesimo octavo mensis iunii, indictione sexta, die XIV, Rivoalti. Cum vitae suae terminum unusquisque prorsus ignoret et nil certius sit morte, nihilque incertius hora eius, unicuique igitur imminet precavendum, ne incautus occumbat et bona sua inordinata relinquat. Qua propter ego Cicilia relicta quondam magnifici domini Lucae Miani in secundo matrimonio ad praesens habitatrix in confinio Sancti Vitalis in domo propria, sana gratia domini nostri Jesu Christi mente, corpore et intellectu, volens bona mea ordinare, ad me vocare et venire feci Paulum Leoncinum Venetiarum notarium infrascriptum, ipsumque rogavi ut hoc meum scriberet testamentum vulgari sermone descriptum et post mei obitum compleret et roboraret iuxta ritus Venetiarum, sic dicens rogata.

Voglio et ordeno che quando piacera' allo onnipotente Iddio chiamarmi di questa vita, esser sepulta con l'ordine delle Pizochare di Servi a Santo Alvise in le arche dove esta' sepelita mia madre; et avanti che sia sepulta, voglio che siano ditte messe trenta et che sia dato all'hospedal delli incurabili ducati cinque et a mia fia munega de Santo Alvise ducati doi et ducati doi a suor Felicita munega a Ogni Santi. Lasso a Gasparo mio fio ducati quatrocento della mia dote. Lasso mie fidel commissari et executori di questo mio testamento tutti do mie fioli cioe' Gasparo et Zuan Alvise et messer Zuan Francesco Basadona mio zenero, i quali habbino a mandar ad execution quanto si contien in questo mio testamento et ordination. Il ressiduo veramente di tutti li miei beni mobili, stabili, caduchi, inordinati et pro non scritti che mi aspettano et poseno aspettar per ogni modo et via, lasso al predetto mio fiol Zuan Alvise, con questo che morendo lui senza heredi, vadi a Gasparo et alli fioli de' Gasparo.

Item dechiaro qualmente havendo io cargo dal quondam messer Hieronimo Miani fu mio cugnado per una donation per lui fatta altre volte, di nominar a qual de miei fioli debba andar la faculta' del predetto q.m. Hieronimo, pero' avendo io considerato che mia fia Dionora e' sta' maridada con dote sufficiente, et l'altra e' andata munega, per il presente mio testamento volendo adempir quanto per il predetto m. Hieronimo mi e' sta commesso, dico che voglio, et questa e' la intention mia, chel predetto Zuan Alvise mio fiol habbi lui a galder quello che fu dil predetto domino q.M. Hieronimo, et che nissun non li possa domandar niente, et che lui possa disponer tutto quello che li piace; perche' suo barba ge la lassata, et la sua intention fu che ello l'havesse, come el me disse piu' volte.

Interrogata dal nodaro delle cose da esser interrogade, ho risposto non voler ordinar altro se non quanto ho dito di sopra. Et questo voglio che sia il mio ultimo testamento et volunta' che prevaglia ad ogni altro che fin'hora havesse fatto ...

Io Gasparo Bolognin soprascrito fui testimonio pregado et zurado.

Nicolo' Nani.

Ego Paulus Leoncinus quondam domini Bernardi Venetiarum notarius complevi et roboravi.

Testes: Dominus Gaspar Bollogninus quondam ser Alberti

Magister Alexander lapicida filius ser Antonii sutoris de dicto confinio".

_____________________



Il testo completo del Testamento in: RC 1961, 202-203.. NOTE:

8 07 1548 === "Il giorno 8 luglio 1548 i confratelli della 'Compagnia delli servi dei puttini in carita'' in Milano, dopo essersi accostati in corpo alla S. Messa, si radunarono per deliberare se si dovesse stampare il Regolamento e l' Interrogatorio, e fu deciso affermativamente, dandosene incarico al Priore. Questa deliberazione fu eseguita nel 1555, essendosi conservata memoria di una prima edizione approvata dal R. Padre Domenicano Angelo Avogadro da Verona, ma di essa non si trova piu' alcun esemplare" (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, 31).. NOTE:

19 09 1548 === 013 "1548. Il giorno 19 settembre in Verona si uni' la Congregazione de Poveri, e si fecero le seguenti ordinazioni:

- Che li sacerdoti abbiano le sottanne di panno non fino, o pur di tela, o di sarza vile. E quelle che fuor di casa si portano sieno del medesimo panno, ovvero di saglia. Similmente li commessi usino panni vili e poveri.

- Per uso della casa di tengano mulette o asinette.

- Sieno di spesso e con diligenza visitate le Opere, ne' il Visitatore parta se prima non veda l' Opera ben ordinata.

- La cura e governo della casa sia appoggiata principalmente dal sacerdote, e i commessi sieno come luogotenenti loro, ai quali pero' sara' bene che l'antedetto sacerdote dica le ragioni del proprio contrario parere; sforzandosi di conservar la unione.

- Per aiutar li fratelli e insinuar loro lo spirito e la mortificazione si procuri di condurre or l'uno ed or l'altro a Somasca almeno per un mese.

- Il sacerdote, con saputa del commesso tener possa un ducato in quelle Opere, dove di fraquente giungano li fratelli, per ispenderlo nei bisogni straordinari.

- Li sacerdoti esortino li putti a confessarsi una o due volte l'anno dalli Visitatori, od altri mandati dal nostro Vicario, ossia capo della Congregazione.

- Si faccia la Congrega per l' Opere ogni settimana in casa, e in essa si dicano le colpe, si eleggano gli Officiali che si muttano, e si tratti del profitto di ciascuno, e di sempre ridurre l' Opere a miglior stato.

- Li novizi accettati nella Compagnia non abbiano voce in Capitolo sinche' non sieno espressamente abilitati dal Padre e Consiglieri con partecipazione di quegli, che si troveranno nella Compagnia.

- Non sara' necessario scrivere a Venezia (cioe' al P. Proposto de' Teatini) se non quando si volessero accettare Opere od altre imprese, oppure accettare alcuno nel corpo della Compagnia fuori del tempo del Capitolo, perocche' giusta la dichiarazione del detto Padre Proposto il P. nostro Vicario puo' fare le altre cose con la sola partecipazione dei Fratelli o Consiglieri piu' vicini (ACS, p. 27s).. NOTE:

14 12 1548 === "Il 14 dicembre 1548, in una sala della Misericordia di Como, davanti al notaio Andrea Olgiati, il Leone Carpani compi' l'atto definitivo di rinuncia ai suoi beni. Stabili' che tutte le sue sostanze fossero impegnate in opere pie e soprattutto si preoccupo' che servissero a nutrire, vestire ed erudire i fanciulli poveri di Merone e di Como. Dopo alcune vicissitudini, l'eredita' Carpani fu devoluta nel 1562 ai Gesuiti per la fondazione del loro collegio in Como" (cit. da: Molteni 2003, f. 5).. NOTE:

1 01 1549 === Beretta Marco, Memoriale (ms. conservato a Bergamo, Bibl. Civ. Mai, collocazione: Gab. S 8 31/1-2. Conosciuto come la Cronaca del Beretta, il diario illustra gli avvenimenti occorsi a Bergamo e nel territorio tra il 1500 ed il 1543. Quella consultata e' una copia settecentesca ad opera di due ecclesiastici, Giovan Battista Zuccala, parroco di Sant' Alessandro in Colonna, e dal canonico Camillo Agliardi. Secondo il BELOTTI [IV, 271], Marco Beretta visse gli avvenimenti narrati e mori' a Bergamo nel 1549. Nella sua opera postuma Tumuli del 1574, il BRESSANI lo definisce acuti iudicii, elegantis ingenii, exquisitissimæ doctrinæ vir. Oltre che come memorialista, il Beretta e' ricordato come vittima di ruberie a Serina alta nel giugno 1528 da parte del bandito Medeghino [BELOTTI, IV, 90]; come deputato del Consiglio della citta' (24 aprile e 12 maggio 1539) per la proposizione di leggi suntuarie [ibidem, 271]; come deputato alla visita di monasteri per ristabilirvi la disciplina [CALVI, 1, 347].. NOTE:

1 01 1549 === Crispoldi Tullio, Alcune cose et brevi meditationi sopra li comandamenti di Nostro Signor Dio, sopra il Pater Noster et sopra il Credo et l' Ave Maria et li sette Sacramenti. Roma 1549. Cit. da Guglielmoni 1983, 87, nota 57.. NOTE:

1 01 1549 === Costituzioni che si osservano della Congregazione Somasca (1549-1555).. NOTE: Vitone 157 - Fonti 7 - cf. "Costituzioni dei Ch. Reg. di S. Paolo" (1554): ms in ASPSG 240.01 - Fonti Somasche 224-226 (it.)

5 05 1549 === 014 "1549. Alli 5 maggio fu tenuta in Somasca l'annuale Congregazione della Compagnia dei Poveri.

- Fu accettata l' Opera di Vercelli nella maniera che sono le altre.

- Similmente si confermo' l'accettazione del luogo della Madonna in Canevanuova di Pavia.

- Venne decretato che con serieta' s'attendesse ad insegnare ai nostri putti la dottrina cristiana, cosi' per ben loro, come per potere cosi' abilitarli ad uscir fuora per ammaestrare gli altri, provandoli prima bene in casa; e mandando fuori sempre persone sicure.

- Quando il P. Vicario e Consiglieri saran per conchiudere alcun affare importante, manderanno qualche Fratello infrattanto a fare orazione" (ACS, p. 28).. NOTE:

1 01 1550 === Malimpensa (notaio milanese, 1550 ca.), Treviso secondo ampliato con li Borghi fatto dalli habitanti della Citta'. - Netto, Da Castelnuovo 1981, 35. NOTE:

1 01 1550 === AA.VV., Costituzioni de RR. PP. Somaschi, in Capitoli delli Orfanelli della Misericordia. Ferrara, Archivio Comunale Ariosteo: ms. Cl. n. 55, membranaceo, originale in IV, del sec. XVI.. NOTE: (cit. da: Guglielmoni 1983, 179, nota 135, e 291).

1 01 1550 === n.n., Constitutioni che si servano dalla congregatione di Somasca (1550-1560).. NOTE: Fonti 7 (Ordini e Costituzioni fino al 1569. II. 1.).

1 01 1550 === Davidico Lorenzo (1513-74), Anotomia (Anatomia) delli vitij. Firenze 1550, v. 286 B. (l'autore fa l'esempio di molte persone sante vissute in Lombardia fra il 1530 e il 1550, per spronare gli uomini di chiesa di allora; cf. testo orig.) - Somascha 2000, 199 (Tesi di p. Pellegrini Carlo che riporta il testo cit.).



Davidico Lorenzo

Anotomia delli vitij



Firenze 1550



(v. 286 B )



"Che diresti se fin dal 1530 in qua tu havesti visto fra gli altri el reverendissimo e rarissimo monsignor Joan Mattheo (Giberti, ndr.) Vescovo di Verona, el cordiale armelino del Reverendo Padre don Serafino da Fermo, quello illuminato padre fra Battista da Crema del Ordine dei Predicatori, et alcuni angelici sacerdoti in la florida citta' di Milano, et fra gli altri el discreto messer Antonio Maria di Zacharia cremonese, el tutto occhio e lume interiore messer Jacobo Antonio Morigia, l'humile et prudente in Christo sacerdote Hieronymo da Ravenna, quel fervento e refugio dei poveri, messer Hieronymo Meiano, et il simplice e infatigabile per Jesu' Christo fra Bono da Cremona?...".

___________________



cf. Somascha 2000, 199 (Tesi di p. Pellegrini Carlo, che riporta il testo cit.).. NOTE:

1 01 1550 === Davidico Lorenzo (1513-74), Trattato circa la comunione induttivo a frequentare quella, intitolato fiamma d'amor divino. Firenze 1550, cc. 66 (Marciana, 64.D.194.2). NOTE:

1 01 1550 === Fosse (Dalle) Giovanni Pietro (alias Pierio Valeriano), Ioannis Pierii Valeriani Antiquitatum Bellunensium sermone quattuor. in: Graevii I. G., Thesaurus etc. 1722 (t. VI parte IV pp. 30-31). L'umanista Giovanni Pietro dalle Fosse, detto Pierio Valeriano, descrive la difficile navigazione delle zattere lungo il Piave in prossimita' di Quero e Castelnuovo - Bona Beda Paze' 1990, 693-696 (testo lat. e tr. it.) - terminus ante quem: 1550 - Giovanni Pietro Dalle Fosse ofmconv., nato a Belluno nel 1477 e morto a Padova nel 1560. (Pierius Valerianus Joannes)



Giovanni Pietro delle Fosse

(alias Pierio Valeriano)



Antiquitatum Bellunensium

sermones quattuor



(descrive la difficile navigazione delle zattere presso Castelnuovo)



Prima del 1550



(Bona Beda Paze' 1990, 693-696: testo lat. e tr. it.)



"... Medio hoc initere Castellum novum, ita enim appellatur, viam intra se admittit, e cuius regione ab altera fluminis ripa turris inter aquae marginem et surrecta saxa consurgit, alveo tam angusto ut a muro Castelli ad turrim oppositam catena ferrea belli tempore trasmitti possit, quae ratio transitum prohibeat. Hic vero locus tanti momenti est ut ei a dominio Veneto praefectus ex nobilitate selectus tertio quoque anno destinetur ...".



"... A mezza via la strada passa proprio tra le mura di una fortificazione detta Castelnuovo: dall'altra parte del fiume, tra il limite della sponda e gli aspri dirupi rocciosi, sorge una torre. L'alveo del fiume e' cosi' stretto che in tempo di guerra si puo' stendere una catena di ferro dal muro del castello alla torre di fronte, per impedire il passaggio alle zattere. E' questo un luogo di grande interesse militare tanto che Venezia vi invia, mutandolo ogni due anni, un prefetto scelto tra le famiglie nobili ..."(la tr. it. e' ripresa da: Zanenga 1966, 56).. NOTE:

1 01 1550 === Giardinetto novo di punti tagliati et gropposi per exercitio & ornamento delle Donne [Stampato in Venetia per Matthio Pagan, 1550]; riproduzione fotogr. di U. Hoepli, Milano 1921 (copia di quest'ultima in: Roma, BNC).. NOTE:

1 01 1550 === Michele Ghislieri, futuro Pio V, ando' nel 1550 a Roma e ad istanza del card. Carafa fu nominato Commissario Generale del Santo Uffizio. Nominato cardinale, si faceva chiamare "Cardinale Alessandrino".. NOTE:

1 01 1550 === Ordini generali per le Opere (1550-1555): - Fonti 7, 17.. NOTE: Vitone 115 - Fonti Somasche 227-234 - ff. 6v-17r di "Ordinationes Ch. Reg. D. Maioli Papiae Congr. Somaschae" (ASPSG 248.1.C). Introduzione di p. Pellegrini, cui segue il testo.

1 01 1550 === CARPANI LEONE, vic. gen. (2° dopo l' unione coi Teatini), milanese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

7 02 1550 === GIULIO III - CIOCCHI del MONTE GIOVANNI MARIA (+1555 mar. 23 sepolto a S.Pietro in Vaticano nelle Grotte - creato da Paolo III nel 1536 dic. 22); di Roma (1487) - Arcivescovo di Manfredonia; Vitale, 1537 genn. 15; Prassede, 1542 ott. 11; Palestrina, 1543 ott. 5; GIULIO III eletto nel 1550 febbr. 7.. NOTE:

26 03 1550 === 1550, 26 marzo. Il Priore Albrico Crotti e gli scolari della Confraternita di S. Maria Assunta di Olginate acquistano da Giacomo Ugeri un terreno posto in Olginate detto al Fiume. Notaio Giovanni Ambrogio Fedeli, atto reso pubblico dal notaio Giovanni Battista Bosso. Compare: Poliphilio de Abdua (Polifilo d'Adda, ndr.) filio quondam domini Jacobi (originale in: A.P.Ol.: OL-CF/I, cart. 3, n° 1496). . NOTE:

1 05 1550 === 015 "1550. Il primo di maggio convennero in Brescia li Fratelli della Compagnia con il P. Proposto de' Teatini e nostro P. Vicario; e sembrando loro che fosse meglio eleggere ora il nuovo Vicario, da per l'addietro solevasi eleggere nel settembre, fu poi stabilito il decreto. Inoltre resto' stabilito che nel prossimo autunno il detto p. Vicario raccogliesse quei sacerdoti e laici che avrebbe giudicati al proposito per esaminare quelle cose che si dovessero operare, restando pero' nel suo vigore il sopracitato decreto, che la principal Congregazione in cui si eleggesse il Vicario e li Consiglieri, e si facessero le deputazioni de' sacerdoti, sempre succeder dovesse al principio di maggio, o verso la fine di aprile in ciascun anno.

- Venutosi quindi alla stabilita elezione de' soggetti alle cariche, fu concordemente eletto il Pre. Leone (Carpani, ndr.) da Milano in Vicario. Consiglieri il P. Mario (Lanci o Lanzi, ndr.) da Bergamo per il primo anno, ed il Padre Vincenzo per il secondo.

- Furono eletti (Vocali, ndr.) per li Capitoli in fra l'anno il P. Agostino da Bergamo, il P. Pietro da Piemonte, il P. Giovanni da Milano, il P. Gianfrancesco da Piemonte, ed il laico Antonio da Genova.

- Li Fratelli (sacerdoti, ndr.) che componevano la Compagnia de Servi de poveri erano li seguenti: P. Agostino da Bergamo, P. Alessandro da Varese, P. Pietro da Piemonte, P. Angiolmarco da Pavia, P. Gio: da Milano, P. Vincenzo da Pavia, P. Mario da Bergamo, P. Gio:Maria da Aquate, P. Gianfrancesco da Piemonte, P. Leone da Milano, P. Camillo da Brescia, P. Luigi da Pavia, P. Girolamo da Bergamo, D. Giampaolo da Como diacono, chierico Giovanni da Valcamonica (Scotti, ndr).

- Li laici erano: Gianfrancesco da Bergamo, Cristoforo da Codogno, Antonio da Genova, Girolamo Vicentino, GianAntonio Verghetino, Vincenzo da Urgnano, Battista da Genova, Tomaso da Venezia, Giovanni da Udine.

- Il P. Vicario nel mese di settembre congregatosi con alcuni sacerdoti e fratelli, accetto' nella Compagnia tre de' novizi, che furono nell'anno scaduto proposti e sono: Tomaso da Venezia, Giovanni da Udine, Gio:Primo da Genova.

- In questa Congregazione fu determinato che il p. Vicario andasse a Forli' e veggendo frutto nelle anime vi si fermasse, rimanendo al governo delle Opere in suo luogo il Padre Agostino da Bergamo (ACS, p. 28s).. NOTE:

27 08 1550 === "Il 27 agosto 1550 il sacerdote Falcone Caccia Castiglioni venne a nome del Vicario Generale della diocesi e interrogo' il clero della Pieve di Lecco sulla situazione della popolazione. Trovo' in Lecco molte rovine 'propter obsidionem et devastationem militum', a causa cioe' dell'assedio e delle devastazioni prodotte dai soldati. L'inviato del Vicario Generale interrogo' il sacerdote Cristoforo de Isachis che viveva a Maggianico in qualita' di vice-curato (il curato a quel tempo era il prevosto di Lecco)" (Losa Angelo (a cura), Appunti per la storia della parrocchia di Maggianico. in: AdL 3/1994, 111-112. Il testo che viene qui presentato e' la trascrizione di alcuni mss. lasciati da un sacerdote del quale non e' stato possibile trovare il nome, ospite della parrocchia di Maggianico intorno al 1950).. NOTE:

19 09 1550 === "Dispositio reverendae dominae sororis Andreae de Bollanis de bonis olim reverendi domini Hieronymi Pellizzarii. Instumento rogato il 19 settembre 1550 dal notaio Matteo Cellanova (ASPSG Pavia 10); con questo atto, suor Andrea lasciava il proprio monastero benedettino del Senatore in Pavia per mettersi a dirigere a S. Gregorio le sue nuove comunita', cioe' le convertite e le orfane, che si erano da poco trasferite qui provenendo da S. Maria di Canepanova ove stavano provvisoriamente; questo trasferimento fu possibile grazie al lascito del Pellizzari" (Somascha 1976, 21).. NOTE:

1 01 1551 === Calvino Jean (1509-1564), Catechismo ... composto in latino & francese & tradotto fedelmente in italiano per Giulio Domenico Gallo. In Geneua (Ginevra), per Adamo & Giovanni Riveriz (Rivery), 1551. 150, [1] p.; 8¡ Identificativo: CNC 8611; Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze, Biblioteca comunale Augusta - Perugia.. NOTE:

1 01 1551 === Calvino Jean (1509-1564), La forma delle preghiere ecclesiastiche, con la maniera d' amministrare i sagramenti & celebrar' il matrimonio, & la visitation de gl' infermi. Tradotta di francese in toschano, per Giulio Domenico Gallo. [Ginevra] : per Adamo & Giouanni Riueriz (Rivery), 1551. 47 p. ; 8¡ Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze, Biblioteca comunale Augusta - Perugia. NOTE:

1 01 1551 === "Della corrispondenza tenuta dal domenicano Michele Ghislieri (dal 1551 nominato dal papa Giulio III commissario generale della Inquisizione romana) coi singoli inquisitori ci e' conservata intera solo quella con l'inquisitore di Genova (il domenicano Girolamo Franchi), cioe' circa 50 lettere degli anni 1551-1559. Da queste lettere, per lo piu' autografe, di fra Michele Alessandrino (come era detto il Ghislieri dalla sua patria, Alessandria), si riconosce con quanta instancabilita' egli attendesse al suo ufficio. Trattavasi per lo piu' di religiosi in quel di Genova che avevano defezionato dalla fede. Queste lettere si trovano a Genova, nella Biblioteca Universitaria (Cod. E. VII. 15); questo codice proviene dall'Archivio della Inquisizione genovese, dispersosi nel 1797" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 486 e nota 2).. NOTE:

19 04 1551 === 016 "1551. Il giorno 19 aprile si congregarono li Fratelli della Compagnia in Somasca. Fu confermato Vicario con il consentimento del P. Proposto Teatino il nostro P. Leone da Milano (Carpani, ndr.).

- Consiglieri eletti e confermati il P. Agostino da Bergamo an. 1, il P. Mario da Bergamo an. 2. Eletti da Capitolo il P. Giovanni da Milano, il P. Pietro da Piemonte, li tre laici Girolamo Vicentino, Gianfrancesco da Bergamo, e Antonio da Genova.

- Li 12 ottobre si uni' poi in Merone la Compagnia e fu risoluto che per un anno si provasse a tener secolari in Merone, stimandosi cio' necessario per il buon incominciamento dell' Opera; che quando pure in tal luogo non si conoscesse durevole la detta scuola, si trasferisse altrove; incaricando di cio' con piena autorita' il P. Alessandro da Varese, il P. Vincenzo da Pavia e il P. Mario da Bergamo, ed in assenza di qualcuno dei nominati, subentrasse nella consulta uno de' Chierici; ponendo ne' deputati la Compagnia ogni sua cura e pensiero.

- Si determino' inoltre che il P. Vicario dopo il Natale del Signore prendesse il cammino per Savona, e cola' fermandosi sino che necessario giudicasse, si trasferisse poi a Genova dimorandovi sin dopo Pasqua; e che in fine riferisse il succeduto alla prima Congregazione per ordinare quel che il Signor Iddio dimostrasse essere di suo servizio, e della Compagnia.

- Furono eziandio incaricati i PP. Leone ed Agostino di metter il primo fondamento dell'osservanza per la Compagnia, la quale dovra' prima purgarsi" (ACS, p. 30).. NOTE:

25 06 1551 === Verona, convertite: il Santinelli 1767, 70 cita in nota b "Libro delle Provisioni della Casa della Misericordia di Verona ms. in quell'archivio, dove a carte 43, die dominico 25 Jun. 1551 si legge 'Essendo gia' molti anni dato principio in questa Magnif. Citta' all'opera delle donne convertite, mediante la grazia dello Spirito Santo col ministero del q. Magnif. D. Girolamo Miani Patrizio Veneto etc.'".. NOTE:

12 10 1551 === "Li 12 ottobre (1551, ndr.) si uni' poi in Merone la Compagnia e fu risoluto che per un anno si provasse a tener secolari in Merone, stimandosi cio' necessario per il buon incominciamento dell' Opera; che quando pure in tal luogo non si conoscesse durevole la detta scuola, si trasferisse altrove; incaricando di cio' con piena autorita' il P. Alessandro da Varese, il P. Vincenzo da Pavia e il P. Mario da Bergamo, ed in assenza di qualcuno dei nominati, subentrasse nella consulta uno de' Chierici; ponendo ne' deputati la Compagnia ogni sua cura e pensiero" (notizia tratta da: ACS pag. 30).



"Ricevendo i Servi (dei poveri, ndr.) inviti pressanti a riprendere le scuole di Merone, vi si radunarono in Definitorio il 12 settembre (sic) e decisero 'che per un anno si provasse ... ut supra'. Si sente in questo provvedimento la mano del p. Carpani a cui l'opera stava particolarmente a cuore e per la quale aveva gia' legato dei beni mobili e immobili nel suo testamento del 1546" (cit. da: Bianchini Pio crs., Origine e sviluppo della compagnia dei Servi dei Poveri. Milano 1941; idem in: RC 1958, 169).. NOTE:

1.01.1552 === Bava Andrea crs., Istrutione de la vita christiana, Genova 1552 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 249-116]. NOTE:

1 01 1552 === Bava Andrea crs., Istrutione de la vita Christiana novamente revista & corretta per Prete Andrea Baua ... Genova [alla fine: Apud Antonium Bellonum] 1552, in 8°.. NOTE: Si puo' supporre che quest'opera del Bava sia il testo che ancora prima del Concilio di Trento era in uso negli orfanotrofi somaschi, secondo l'ordine del Capitolo Generale del 1559: "Che in ogni Opera si provvegga il libro della Vita Cristiana (ACS, p. 37s)" (Tentorio in RC 1957, 36).



Questo catechismo in Italia non si trova; ne esiste un'unica copia trovata da p. Maurizio Brioli crs. presso la Biblioteca Nacional di Madrid (in fotocopia e' stata aggiunta al ASPSG nel 1987 = ASPSG 39-59; notizia del ritrovamento in: Somascha 3/1988, 209; il ritrovamento e' stato possibile grazie alla consultazione fatta nel 1986 del "Catalogo Colectivo de obras impresas en los siglos XVI al XVIII existentes en las bibliotecas españolas. Edicion provisional. Madrid 1972. Seccion I, siglo XVI, letra B" esistente a: Roma, BNC S. MSS. 28/A Spagna 1/2). Il tipografo fu Bellone Antonio (torinese, ma a Genova dal 1533 al 1572); nel 1536 ebbe il titolo di stampatore ducale; la sua officina era prima in vico del Filo presso la Cattedrale, poi in Pozzo Curlo nella contrada di S. Andrea; ebbe come marca tipografica la statua della dea Bellona, raffigurata da sola o entro scudo e cartigli.

1 01 1552 === Bava Andrea crs., Istrutione de la vita Christiana novamente revista & corretta per Prete Andrea Baua ... Genova [alla fine: Apud Antonium Bellonum] 1552, in 8°.. NOTE:

1 01 1552 === Bava Andrea crs., Istrutione de la vita Christiana novamente revista & corretta per Prete Andrea Baua ... Genova [alla fine: Apud Antonium Bellonum] 1552, in 8°.. NOTE:

1 01 1552 === Castellino da Castello sac., Interrogatorio del Maestro al Discipulo per instruir i fanciulli et quelli che non sanno nella via di Dio. Novamente ridutto alla reformatione christiana. In Venetia Al Segno / Della Speranza / MDLII (la 1° edizione, del 1537, e' oggi introvabile; esistono invece edizioni del 1560 o 1563) (Marcora, Ippolito II 1959, pag. 427).



"Le cose che si contengono in questo libretto:

- Del segno della croce et quel che si dee fare quando l'huomo si leva o va a dormire.

- Qual'e' il segno del Christiano.

- Quello che habbiamo rimesso nel battesimo con le sue dechiarationi.

- Articoli della fede.

- I comandamenti.

- Del Pater nostro et l' Ave Maria.

- Le opere della misericordia spirituali et corporali.

- Della charita'.

- Qual'e' il proprio del Christiano.

- Del parlar et delle usanze dishoneste et detrahere et judicare.

- De i nomi di Iesu, perche' gli siano, cosi' detti.

- De i beneficii di Iesu.

- Chi t'ha dato l'anima.

- Chi fa contra i dieci comandamenti ad uno per uno.

- I sette peccati mortali et virtu' contrarie.

- Le beatitudini.

- Come si fa a salutare l'uno e l'altro et a non biestemare.

- Il modo da dimandare le gratie a Dio.

- De i sette sacramenti.

- Dichiaratione d'alcuni riti della chiesa.

- Delle feste mobili.

- Esortatione al discipulo et del purgatorio.

- Le Letanie".. NOTE:

1 01 1552 === 1552: priora del monastero di Matris Domini e' suor Ludovica Calepio (1552/53) (Galati Roberto, Cronotassi delle priore del monastero dalle origini alla soppressione. in: AA.VV., Il monastero Matris Domini in Bergamo, vol. II (Monumenta Bergomensia - LVI), Bergamo 1980, pag. 414).. NOTE:

2 02 1552 === "Atto notarile del 2 febbraio 1552 riguardante l'orfanotrofio della Maddalena di Bergamo: fu inserito l' 8 aprile 1625 negli atti del processo apostolico di Bergamo" - Somascha 1984, 40 (Fossati). NOTE:

13 02 1552 === Atto notarile: Arch. St. Bergamo, Notarile, Martino Benaglia, cart. 3956, 13 febbraio 1552 - citato e trascritto da Bonacina in Somascha 2/3 1989, p. 116, n. 2 (parla della venuta di Girolamo a Bergamo nel 1532) cf. testo originale.



Atto notarile



13 febbraio 1552



(Arch. St. Bergamo, Notarile, Martino Benaglia, cart. 3956, 13 febbraio 1552)



"Cum alias Magnificus et generosus d. Hieronymus Meanus patritius venetus, Spiritu Sancto operante in eo, de anno 1532 advenerit in praesentem urbem Bergomi et pupillos et pupillas orphanos mendicantes in unum collegerit, qui hinc inde per civitatem vagantes et sine aliqua custodia queritabant, ad finem ut illos instrui faceret bonis moribus et in divinis exercitiis versarentur, et ex eis fecerit duas partes unam videlizet de pueris masculis, alteram vero de puellis feminabus. Et cum idem magnificus d. Hieronymus non haberet locum ubi reponeret dictos orphanos masculos et de loco ipso querendo colloquium habuisset cum reverendissimo domino Petro Lyppomano tunc Bergomi episcopo dignissimo, qui quid reverendissimus episcopus amplectens summopere huiusmodi provintiam Deo Optimo gratissimam, rogavit dominos regentes hospitalis beatae Mariae Magdalenae Bergomi, ut vellent accomodare ipsos orphanos masculos de aliquibus locis in quibus commorari possent et ibi ali et in virtutibus erudiri. Et propterea ipsi spectabiles domini regentes dictum hospitale, volentes morem gerere ipsis reverendissimo episcopo ac magnifico domino Hieronymo et habentes gratam huiusmodi congregationem pauperum orphanorum, libenter accomodaverunt pro tunc ipsos orphanos de nonnullis locis predicti hospitalis pro habitatione dictorum orphanorum".



__________________



Citato e trascritto da Bonacina in Somascha 2/3 1989, p. 116, n. 2 (parla della venuta di Girolamo a Bergamo nel 1532).. NOTE:

13 05 1552 === 017 "1552. In Brescia il 13 maggio unitasi la Compagnia, confermo' in Vicario il P. Leone per il terzo anno, avendolo confermato nella detta carica il P. Agostino da Bergamo a cio' particolarmente delegato dal Proposto Teatino.

- Consiglieri furono eletti il P. Agostino per il terzo anno e Girolamo Vicentino laico per il primo.

- Furono eziandio eletti di Capitolo il P. Pietro da Piemonte, il P. Giovanni da Milano, il P. Vincenzo da Pavia ed il laico Cristoforo da Codogno.

- Fu risoluto che non si accettasse l' Opera di Savona, ma pero' che le si desse aiuto.

- In Chiesa od Oratorio non si recitino in pubblico altre orazioni che le solite; permettendosi che particolamrente ciascun possa farle con liberta'. Sia pero' in arbitrio dei commessi far dire ai Figlioli l' Ave Maria andando; ed alle SS. Piaghe del Signore cinque Pater, ed Ave alla lettiera del riposo.

- Li putti d'anni 14 in giu' e quelli che fanno colazione o merenda stieno in piedi a tavola, salvo se fussero stanchi, ad arbitrio del superiore.

- Che la Madre delle putte sia eletta dal P. Superiore, o Visitatori, senz'obbligo d'avere il voto delle stesse figliole.

- Che si tenga il luogo della Misericordia di Brescia, dove sono gli orfani, e si domandi una chiesa comoda e un luogo per tutta la Compagnia" (ACS, p. 30s).. NOTE:

7 10 1552 === "Il 7 ottobre 1552 la societa' (creata da Ludovico Viscardi Vavassori il 20 maggio 1538 in Bergamo per sette anni, rinnovata il 8 aprile 1545 per altri sette, cf. alla data) viene ancora una volta rinnovata per altri sette anni, ma nell' atto notarile compaiono anche clausole in caso di morte di uno dei contraenti (nota: Arch. St. Bergamo, Notarile, Martino Benaglia, cart. 3957, 7 ottobre 1552) ... Il notaio Martino Benaglia traccia in questo atto notarile anche il miglio elogio di questi personaggi definendoli '... buoni e fedeli cristiani, animati da grande e vero reciproco amore, sono un solo corpo e una sola anima ...' (nota: ibidem)" (cit. da: Bonacina 1989, 38).. NOTE:

28 12 1552 === Pergamena Miani: procura fatta da Giovanni Alvise Miani q. Luca a Gasparo Minotto q. Vincenzo suo fratello uterino. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 15 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1553 === Bene (Del) Giovanni (collaboratore di Girolamo a Verona), Confirmatione et stabilimento di tutti li dogmi catholici, con la subversione di tutti i fondamenti, motivi et ragioni delli moderni heretici. In Venetia al segno della Speranza 1553 - Marciana 54.D.108. NOTE:

1 01 1553 === Peregrinis (De) Bartolomeo sac. (Deperegrinis, Pellegrini, de Pellegrinis, detto il Bianchino), Opus Divinum de sacra, ac fertili bergomensi vinea, ex diversis autenticis, catholicisque libris, et scripturis diligenti cura collectum, Senatui, populoque bergomensi, per Reverendum Dominum praesbyterum Bartholomaeum De peregrinis Civem Bergomensem dicatum. Brixiae apud Ludovicum Britannicum, V Idus Iulij MDLIII (1553).

. NOTE: Riprodotta anche in: Summarium, cap. 30 pag. 127 (Roma 1714), e nello stesso Summarium (elenco scrittori) a pag. 29.

cf. Cod. A.I., n. 7 di ACM.

Landini 18.

Bonacina 1989, 30.

1 01 1553 === Mons. Luigi Lippomano vescovo di Verona compie la visita alla diocesi (cf. gli atti della visita pubblicati nel 1999 da: Archivio Storico della Curia diocesana di Verona (a cura), Luigi Lippomano. Visitationum libri Dioecesis Veronensis annorum 1553 et 1555 : trascrizione dei registri 10., 11., 12. delle visite pastorali. Verona 1999, pp. 391.

Localizzazione: Bibl. Naz. Centr. Roma.. NOTE:

1 01 1553 === "Nel 1553 riparava a Chiavenna Vincenzo Maggi, un bresciano appartenente alla cerchia di "cristiani nuovi" (cosi' li giudicava una testa malevola) di Girolamo Donzellino, detenuto sotto accusa di eresia; e alla moglie di Vincenzo, Lucrezia, Alvise Bembo apriva allora a Venezia la propria casa (nota: Arch. St. Venezia, Sant' Uffizio, Processi, b. 11, fasc. senza intestazione, 18 aprile 1553. Sui coniugi Maggio cf. Church F. C., I Riformatori Italiani, I, Firenze 1935, pp. 139-145, 219-223, 315-321; II, Firenze 1935, pp. 69-72, 106, 122ss, 220). In questo stesso anno anche Girolamo Donzellino fuggiva da Venezia, per rifugiarsi in terra imperiale (rientro' poi a Venezia e subi' nel 1560 il primo processo per eresia). Si tratta di un periodo di coinvolgimento dei nobili della Repubblica Serenissima in vicende di eresie" (in: Gullino Giuseppe (a cura), La Chiesa di Venezia tra Riforma Protestante e Riforma Cattolica (Contributi alla Storia della Chiesa Veneziana, 4). Venezia, Edizioni Studium Cattolico Veneziano 1990, pag. 160).



- Vincenzo Maggi e' uno dei due personaggi del dialogo di Agostino Gallo "Le venti giornate dell'agricoltura etc."; Vincenzo va a trovare il nobile M. Gio. Battista Avogadro (il Gallo) in campagna e pone le domande. Si noti che nell'edizione del 1575, su cui leggo, il Gallo a pag. 3 (quindi subito all'inizio del primo dialogo) pone a lato del testo la nota a stampa del seguente tenore: "Questo M. Vincenzo non e' il famoso filosofo, ma e' quello che ha pochi pari nella Agricoltura". Nota oscura, ma forse solo prudenziale, in tempi di S. Uffizio e con il Maggi impegolato con qualche sospetto di amicizie eretiche!).. NOTE:

1 01 1553 === (ACM 1-2-115, ) Peregrino Bartolomeo, Opus ... de vinea bergomensi ... = Cenni su Girolamo Meani e Domenico Tasso = a pagg. 40 e 41 (estratte) Brixiae 1545, ristampa 1553 (ACM 25-3-27).. NOTE:

1 01 1553 === GAMBARANA VINCENZO (I), vic. gen. (3° dopo l' unione coi Teatini), pavese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

1 05 1553 === 018 "1553. In Somasca nel di' primo di maggio si congregarono li nostri Fratelli per la elezione del Superiore Generale, o sia Vicario, alla quale causa fu assunto il P. Vincenzo da Pavia per l'anno prossimo, confermato in seguito dal P. Proposto Teatino per li due suoi delegati il P. Agostino da Bergamo e Padre Simone da Bergamo.

- Consiglieri il laico Girolamo Vicentino an. 2, e P. Pietro da Piemonte an. 1.

- Furono eletti di Capitolo il Padre Simone da Bergamo, il P. Agostino da Bergamo e Gianfrancesco da Bergamo laico.

- Volendo i PP. Teatini che alcuno andasse a Venezia, fu deputato a cio' il P. Vncenzo da Pavia con un compagno.

- In esecuzione delle lettere spedite dal P. fra Reginaldo di S. Domenico, fu ordinato che il P. Vincenzo vi andasse nel viaggio di Venezia.

- Fu eziandio determinato che si mandasse aiuto di persone al Collegio del Signor Cardinale Morone (ACS, p. 31s).. NOTE:

1 01 1554 === Casale Giambattista (da Casali), Diario (1554-1598), ms. di ff. 185 conservato nella Bibl. Ambrosiana di Milano (fondo Trotti, ms. 413) - f. 32v: costruzione della chiesa di S. Martino nel 1569 in Milano; f. 38v: morte e funerali del p. Angiolmarco Gambarana l' 11 gennaio 1573 - Somascha 1989, 164-166.. NOTE:

1 01 1554 === Pauperum Somaschae: In Omnes Catholicas Epistolas, Acta Apostolorum, Apocalypsim ... D. Dionysio Carthusiano authore. Parisiis 1554 (in 2 voll.) - (Denis le Chartreux, 1402-1471) - Bibl. Somasca 7.7.21. NOTE:

1 01 1554 === Pauperum Somaschae: In Sacrosanctum Iesu Christi Domini nostri Evangelium secundum Ioannem etc., per fratrem Ioannem Ferum. Venetiis MDLIIII (1554) - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 6.12.12. NOTE:

1 01 1554 === Spadafora Bartolomeo: Orazioni illustri raccolte da Francesco Sansovino (P. II), nell' Orazione tenuta in morte del Doge Marc' Antonio Trevisan, di Bartolomeo Spatafora (Spadafora, Patefora, Patafora, Patafera), a pag. 283, stampate a Venezia nel 1554 - Landini 18 - lo Spadafora riconosce pubblicamente la venerabilita' di Girolamo introducendolo nell'elenco dei santi e beati veneziani in questa Orazione funebre: "Non e' da preterire il Beato Giovanni Piovano di S. Giovanni Decollato; il Beato Paolo Martire; e quell'ardentissimo vaso di carita' Girolamo Miani, il quale non pur per li vivi Cristiani, ma per li morti corpi spendeva la vita sua, di cui non che la memoria, ma i vestigij son recentissimi, e fresca la sepoltura" (Santinelli 1767, 32).. NOTE: Riprodotta anche in: Summarium, cap. 30 pag. 127 (Roma 1714) e a pag. 30 del'elenco scrittori nello stesso Summarium.

1 01 1554 === Girolamo Seripando, agostiniano, diviene Vescovo di Salerno (1554-1563). Cf. la pubblicazione del suo carteggio (1535-1563) con i 45 vescovi del Regno di Napoli in: Cassese 2003.. NOTE:

1 01 1554 === Somasca: 1554. Il Capitolo del 1554 decise persino di far venire alquanti giovani per aiutare la scuola di Somasca. La parrocchia col piccolo numero di anime non impegnava molto specialmente prima dell' incontro con S. Carlo (1566). A questa data il Cardinale crea e affida ai Somaschi il seminario rurale milanese. Cresce il lavoro per la scuola; nasce la parrocchia in Somasca s' aggiunge il lavoro di pastorale per la popolazione. Il lavoro e l' impegno vanno crescendo.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1554 === SOMASCA, San Francesco: opera iniziata nel 1554 e finita nel 1585 (tipo di opera = F). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

5 05 1554 === 019 "1554. In Somasca li 5 maggio si uni' la Compagnia de' poveri, e furono confermati: il P. Vincenzo da Pavia a Vicario an. 2.

- Consiglieri il P. Pietro da Piemonte e Girolamo Vicentino laico an. 3.

- Il giorno 22 di settembre il P. Vicario con il parere d'alcuni della Compagnia, fece venire alquanti giovani in Somasca per aiutarli" (ACS, p. 32).. NOTE:

1 01 1555 === Maioragio Marcantonio (1514-1555, dei Conti di Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.]), Philochrysus, sive de auri laudibus oratio (ms.)



Quest' opera manoscritta sta a: WOLFENBÜTTEL, Herzog-August-Bibliotek (Cod. 243 Gud. lat.); (mf. 766/2; questa e' la segnatura del microfilm posseduto dalla Universita' di Pavia, trovato girando per Internet alla voce "Maioragio").. NOTE:

1 01 1555 === n.n., Regola della Compagnia delli servi delli Puttini in Carita'. Ferrara appresso Francesco de Rossi da Valenza, 1555 (cit. da: Guglielmoni 1983, 298).. NOTE:

1 01 1555 === Pauperum Somaschae: Iavelli Crisostomo (1470-1558), Epitome Chrysostomi Iauelli Canapitii in vniuersam Aristotelis philosophiam, tam naturalem quam transnaturalem, nunc ex ipsius auctoris autographo mendis quamplurimis repurgata. ... Venetiis : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1555 (Venetiis: apud Ioannem Mariam Bonellum, 1555). 219 [i.e. 229], [3] p. : ill. ; 8¡ - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 5.14.33. NOTE:

1 01 1555 === Zini Pierfrancesco, Boni Pastoris exemplum, ac specimen singolare ex J. M. Giberto Episc. expressum atque depromptum. Roma 1555 - Somascha 2000, 11ss (Tesi Pellegrini) - Santinelli 1767, 49 nota c.. NOTE:

1 01 1555 === 1555 ca. - Primo de Conti, Lettera de sepolturis (mandata a Roma al p. Leone Carpani e da questi trascritta qui in bella copia con capilettera ad ogni paragrafo; unita vi e' la sua risposta da Roma a Primo).. NOTE: fotocopia da ASPSG C-d-3511; originale in Bibl. Vaticana, cod. Vat. lat. 12607 ff. 46-47; stampa da microfilm e trascrizione mia nel 1986 (copia della trascrizione in: ACM 2-2-401). Si tratta della proposta inviata a Roma dal Conti per far togliere dall'interno delle chiese le sepolture esteriori monumentali.

1 01 1555 === Mons. Luigi Lippomano vescovo di Verona compie la visita alla diocesi (cf. gli atti della visita pubblicati nel 1999 da: Archivio Storico della Curia diocesana di Verona (a cura), Luigi Lippomano. Visitationum libri Dioecesis Veronensis annorum 1553 et 1555 : trascrizione dei registri 10., 11., 12. delle visite pastorali. Verona 1999, pp. 391.

Localizzazione: Bibl. Naz. Centr. Roma.. NOTE:

1 01 1555 === "Viene eseguita nel 1555 la deliberazione della riunione del 8 luglio 1548 (stampa del Regolamento e dell' Interrogatorio da parte della Compagnia delli servi dei puttini in carita'); si conserva infatti memoria di una prima edizione approvata dal R. Padre Domenicano Angelo Avogadro da Verona, ma di essa non si trova piu' alcun esemplare" (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, 31).. NOTE:

1 01 1555 === "Zini Pierfrancesco, che scrisse la Vita del Giberti per esemplare d'un buon pastore, lascio' scritto che questo insigne Prelato proccuro', che in quello spedale (della Misericordia di Verona, ndr.) si ricevessero gli orfani, e questi fossero governati dai sacerdoti che in Somasca avevano istituita tal opera di carita' ... L'anacronismo in cui e' caduto lo Zini piu' ci deve stabilire nella credenza che il Miani ed abbia nel suo passaggio per Verona ordinato in quella citta' il governo degli orfani, ed abbia sempre tenuta quell'opera nel numero delle sue, non solo mandandovi anche negli anni appresso fedeli operai da Somasca, ma visitandola di tanto in tanto egli stesso personalmente (Ex proc. Ord. Comen. anni 1613 teste unic.), o spintovi dal suo zelo, o chiamatovi da qualche bisogno dello spedale, e dagli inviti di mons. Giberti" (Santinelli 1767, 49s).. NOTE:

1 04 1555 === "Havendo i Padri Somaschi d'andare al loro Capitolo, uno di loro, famigliare di fra Gioseffo (fra Giuseppe Piantanida da Ferno ofmcapp., ndr.), era gravato di febbre che l'impediva di andare a detto Capitolo; e trovandolo esso fra Gioseffo, gli disse per che causa egli non andava a Capitolo. Egli rispose: Padre, io non posso per la febbre; ma se voi mi fate il segno della croce, ho fede che ella si partira'. Al che fra Gioseffo: Sarei io forse S. Pietro che potesse comandare alla febbre che se ne andasse? Ma quel padre si pose a pregarlo instantemente che gli facesse il segno della Croce. E fra Gioseffo dall'altra parte perseverava di cio' non fare. Durata un pezzo tal contesa, fra Gioseffo che era huomo singolare nella pieta' e benignita', non seppe piu' resistere. Cosi' facendogli il segno della Croce, disse: Il Signore vi faccia la gratia secondo la vostra fede. Et subito sentisse quel padre guarito perfettamente, et ando' al Capitolo suo" (cit. da: Matthias a Salo', Historia capucina pars altera, in lucem edita a P. Melchiore a Pobladura. Roma 1950, pag. 394).. NOTE: "Da tutto il contesto appare che fra Giuseppe da Ferno nella sua vecchiaia fu una specie di consigliere e direttore spirituale dei padri Somaschi a Pavia: 'Trahevano a lui tutti gli afflitti e tutti quelli che aveano bisogno di consiglio non solo secolari, ma religiosi ancora. Et fra loro singolarmente i Reverendi Padri Chierici Regolari di Somasca, et quelli di S. Giovanni decollato'" (Tentorio in RC 1957, 37 n. 36).

9 04 1555 === MARCELLO II - CERVINI MARCELLO (+1555 apr. 30 sepolto a S.Pietro in Vaticano nelle Grotte - creato da Paolo III nel 1539 dic. 19); di Montefano (Montepulciano, 1501) - Vescovo di Nicastro; Croce in Gerusalemme, 1540 nov. 5; MARCELLO II eletto nel 1555 apr. 9.. NOTE:

23 04 1555 === 020 "1555. In S. Martino di Milano li 23 aprile raccoltisi li Fratelli della Compagnia, confermarono

- il P. Vincenzo da Pavia, Vicario an. 3.

- Consiglieri P. Pietro da Piemonte an. 3, P. Agostino da Bergamo an. 1.

- In quest'anno segui' la division nostra da' PP. Teatini, come consta da una Bolla di Paolo PP. IV delli 23 dicembre" (ACS, p. 32).. NOTE:

11 05 1555 === (Confini) Relazione del Podesta' Barbarigo di Bergamo al Senato Veneto (11 maggio 1555). [ASPSG So 2013, 'fotocopia'].. NOTE:

23 05 1555 === PAOLO IV - CARAFA GIOVANNI PIETRO (+1559 ago. 18 a Roma, sepolto a S.Maria sopra Minerva - creato da Paolo III nel 1536 dic. 22); di Capriglia (1476) - Vescovo di Chieti; Pancrazio, 1537 genn. 15; Sisto, 1537 sett. 24; Clemente, 1541 luglio 6; Maria in Trastevere, 1543 sett. 24; Albano, 1544 ott. 17; Sabina e Poggio Mirteto, 1546 ott. 8; Frascati, 1550 febbr. 28; Porto e Rufina, 1553 nov. 29; Ostia, 1553 dic. 11; PAOLO IV eletto nel 1555 maggio 23.. NOTE:

23 05 1555 === "Papa Paolo IV Carafa fece allontanare dalle chiese le immagini scandalose. Ricorda questa sua attivita' una delle sue medaglie, in cui e' rappresentato Cristo che colla frusta purga il tempio (cf. Venuti R., Numismata Romanorum Pontificum a Martino V ad Benedictum XIV. Romae 1744, pag. 104). Viene ricordato il procedimento contro i Crocifissi in figura di vivi con quattro sole piaghe. Poiche' in molte chiese erano collocate iscrizioni mortuarie in modo da recare incomodo, Paolo IV ne comando' la rimozione, provvedimento continuato poi dal successore Pio IV (cf. Castaldo G.B., Vita del S. Pontefice Paolo IV. Roma 1615, pag. 150; Silos G., Historia cleric. reglarium a congregatione condita. Pars I, Roma 1650, pag. 417; Rodocanachi E., Le Capitole Romain antique et moderne. Paros 1904, pag. 198)" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 466 nota 3).. NOTE:

5 10 1555 === (ACM 1-3-2, ) Paolo IV concede ai Somaschi e ai Teatini di godere certi privilegi, facori, concessioni che gia' egli aveva fatto ai Gesuiti con Bolla del 5 ottobre 1555 (testo ripescato nei bullari antichi dal p. Emilio Arisio crs. 1864).. NOTE:

26 10 1555 === Lettera del B. Giovanni Marinoni, scritta da Napoli il 26 ottobre 1555 al Superiore Generale dei Teatini p. Bernardino Scotti in Roma (che diverra' cardinale il 20 dicembre): "... Vi mandiamo inclusa in questa una lettera di un padre dell'Ordine riformato di S. Francesco chiamato per nome Fr. Francesco da Mede, nostro affezionatissimo in Christo che dice havervi parlato altre volte a Venezia o a Padoa. D. Giovanni Antonio e D. Leone il conoscono etl loro vi potranno informar di lui, se non ve ne ricordate. Diceva volervi scrivere che diceste non so che a sua Santita' ..." (cit. da: Andreu F. cr., Scritti del B. G. Marinoni. in: Regnum Dei, genn. 1962, pag. 58). Ripresa da: Tentorio in RC 1963, 144 con la seguente nota: "L'editore (il p. Andreu, ndr.) confessa di non poter identificare i personaggi qui nominati; per noi Somaschi D. Leone e' senza dubbio il p. Leone Carpani perche', se negli elenchi dei Teatini non compare nessun religioso con questo nome, negli elenchi somaschi egli e' il solo che figura con questo nome. Data la posizione che il Carpani occupava in Roma presso la corte pontificia, e la sua relazione con i Teatini (a cui i Somaschi erano ancora uniti), si spiega perche' il Marinoni faccia il suo nome in rapporto ad un affare che doveva essere trattato presso il papa stesso".. NOTE:

3 11 1555 === "Lettera di G. Muzio (H. Mutio), laico, scritta il 3 novembre 1555 da Pesaro a Papa Paolo IV Carafa (originale in: Arch. Segr. Vat., Castel S. Angelo, Arm. 8, Ord. II, t. 2, pag. 244): 'Pesaro, 3 novembre 1555 ... Hora e' il tempo, Santo Padre, di metter mano ad eseguire i santi pensieri: hora e' il tempo da levar col coltello dello spirito gli abusi introdutti dalla affettione della carne e del sangue. Il cardinal Marcello, che fu poi papa Marcello precessor di V. S.ta' (Marcello II Cervini, ndr.), discorrendo meco in Eugubio (Gubbio, ndr.) nella materia della riformatione, il giorno avanti che egli quindi si partisse per venire a Roma, quando segui' la sua esaltazione, mi disse, tra le altre cose, che il papato e' come il zambellotto (giavellotto, ndr.), il quale sempre conserva quella piega, che egli prende da principio, et che quel papa dal principio del suo papato alla riformatione non mette mano, non bisogna che speri di poter piu' far cosa buona ... Se nel principio adunque si ha da cominciare, si ha anche da metter mano al principio et al capo della Chiesa. Il capo e' a Roma, dalla quale tutti gli stati et tutte le conditioni delle persone hanno da prender la regola. Et in Roma dopo V. S.ta' (dalla cui vita et dalla cui dottrina ogniuno si puo' riformare, se vuole haverla per esempio), principale e' il Collegio dei Cardinali; tra quali prego il Signor Dio che non vi sia oppositione di vita ne' di dottrina. Dopo questi sono i Vescovi, i quali in Roma sono piante inutili et doverebbono esser trapiantati in terreno dove havessero da dar frutto ...'" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 626).. NOTE:

23 11 1555 === Lettera del B. Giovanni Marinoni, scritta da Roma il 23 novembre 1555 alla comunita' teatina di S. Paolo in Napoli: "... Messer Prete Leone ..." (cit. da: Andreu F. cr., Scritti del B. G. Marinoni. in: Regnum Dei, genn. 1962, pag. 75). Ripresa da: Tentorio in RC 1963, 145 con la seguente nota: "Il suo nome (di Leone Carpani, ndr.) 'Messer Prete Leone' ritorna ancora in una lettera del Marinoni scritta da Roma etc. Egli vi e' nominato assieme a molti altri, 'i cui nomi, dice l'editore, ci sono ormai noti, meno Padre Leone'. Nella lettera si danno notizie sul possesso preso dai Teatini della loro casa di S. Silvestro in Roma; ivi enumera molti mebri dei Teatini e amici loro, che sembrano formar come una famiglia sola, e molte altre devote persone. Fra queste c'e' anche Messer Scipione d'Arezzo, l'avvocato napoletano che si fara' teatino, e si chiamera' Paolo d'Arezzo, ossia il B. Paolo Burali card. e vescovo di Piacenza, che durante il suo episcopato chiamera' i Somaschi alla direzione della parrocchia e orfanotrofio di S. Stefano in quella citta'".. NOTE:

20 12 1555 === Il 20 dicembre 1555 il p. generale dei Teatini, p. Giovanni Bernardino Scotti, e' creato cardinale. Tracce biografiche:



Card. Scotti Gian Bernardino (cf. Sperandio, Sabina Sacra, pag. 283; Silos G., Vita B. card. Scotti, in Arch. Gen. Teatini di Roma; Moroni, Dizionario di erudizione ecc., vol. LXII, Venezia 1853, pag. 235), perito nelle lingue graca, ebraica e caldaica:



1493 - Scotti nasce a Magliano Sabina.

1525 - Scotti entra fra i Teatini (fu uno dei primi a ricevere l'abito dal confondatore Carafa.

1536, 27 sett. - Carafa e compagni partono per Roma e lasciano Scotti come vicario della casa di Venezia.

1546 - Scotti, suo promemoria (cf. Somascha 1985, 87).

1548 - Paolo III Farnese manda Scotti assieme a mons. Luigi Lippomano (vescovo di Verona), spedito nunzio in Germania per rilevanti affari. Tornato dalla Germania, Scotti se ne sta in Venezia attendendo ai suoi studi.

1555 - Paolo IV Carafa, eletto il 23 maggio, chiama Scotti a Roma e lo fa arcivescovo di Trani.

1555, 20 dic., Scotti creato cardinale presbitero, tit. di S. Matteo un Merulana.

1556-57 - Guerra del papa con la Spagna.

1557, ott. - Il papa si butta a capofitto nella riforma.

1557, 17 nov. - Scotti prende possesso (assieme a tre altri teatini: Marinoni Giovanni, Consiglieri Paolo, Da Prato Gio. Antonio) della casa e chiesa di S. Silvestro al Quirinale, data a loro da Paolo IV.

1559, 31 genn. - Paolo IV riorganizza il suo Consiglio di Stato (espellendone i nipoti) e vi mette a capo 3 cardinali, tra cui lo Scotti.

1559, 3 ago. - Paolo IV trasferisce lo Scotti al vescovado di Piacenza. Il papa morira' il 18 agosto.

1561 - Pio IV chiama Scotti a Roma per gli affari del Concilio di Trento.

1565, 9 dic. - Morto Pio IV, Scotti torna a Piacenza.

1566, 7 gen. - Pio V, appena eletto, chiama Scotti a Roma e lo ascrive tra i cardinali inquisitori e lo incarica degli affari dei greci e degli orientali.

1568, lug. - Scotti rinuncia alla diocesi di Piacenza.

1568, 11 dic. - Scotti muore a Roma, 75 anni; sulla sua tomba, nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, volle incise le parole greche di Mc 5, 39 "ouk apeqanen alla kaqeudei" ("non e' morto ma dorme").. NOTE:

23 12 1555 === Breve di Paolo IV (23.12.1555) al Superiore e ai C.R. Teatini a Venezia e altrove: - separazione dei Servi dai Teatini - Fonti Somasche 278-280 - Caimo 1865, 160 - Silos Histor. Cl. Reg. L. 8. ad annum 1555.



"BREVE DI PAOLO IV

Paulus papa IV dilectis filiis praeposito et clericis regularibus Venetiis et alibi commorantibus etc. dilecti filii, salutem et apostolicam benedictionem.

Aliquot ab hinc annis fel.record.Paulo III pontifice maximo, praedecessore nostro vivente, cum dilecti filii presbyteri, clerici et laici, qui variis in locis provinciae Lombardiae operibus pietatis intenti, curam praecipue susceperant, ut pauperes orphanos in Dei timore, bonisque disciplinis et artibus educarent, ad Nos, qui episcopi cardinalis officio tunc fungebamur, diligenter scripserint et requisierint, ut se una cum operibus suis orphanisque ipsis nostro amplecti patrocinio ac ut nostros agnoscere vellemus et apud vos procuraremus, ut a vobis ad vestram vitae regulam dirigerentur et in vestrum consortium, qui ad id essent, vel fierent idonei, atque eo digni viderentur recipi possent; Nos de communi vestro omnium consensu ac de Pauli ipsius praedecessoris Nostri, quem hac de re prius accurate consulueramus, licentia, mandato et auctoritate vivae vocis oraculo, super hoc Nobis data, hortati vos sumus, vobisque in virtute sanctae obedientiae praecipiendo mandavimus, ut presbyterorum, clericorum, laicorum, orphanorum et personarum nec non pietatis operum quae sumpta sunt, curam et administrationem susciperetis et si qui ex eis ad vestram professionem, Domino vocante, aspirassent vobisque probati essent, ad eam admitteretis, rectoreque et gubernatores eligeretis, qui pro orphanis ipsis et juvenibus in iisdem operibus et morum sinceritate educandis et tam litterarum studiis, quam mechanicis artibus pro cujuscumque ingenio erudiendis viros litterarum atque artium ipsarum peritos, inprimisque honestos vel ex vobis eligeretis vel aliunde conduceretis, aliosque praeterea consitueretis, qui tam illis, quam caeteris etiam in spiritualibus operam impenderent et plura ejusdem generis procuraretis, quae hujusmodi curae et administrationi necessaria et opportuna putaretis, demumque de salutis fructibus, quos ipso temporis progressu, ac rerum experientia ex eadem administratione et cura vere percipi didicissetis, Nos certiores faceretis, ut rebus omnibus per Nos eidem Paulo, qui hoc etiam mandaverat, fideliter elatis, quid ei Sanctaeque Sedis Apostolicae super iis esset potissimum statuendum, posset deliberari, quemadmodum in Nostris litteris die 8 mensis novembris anno Domini 1546 tunc ad vos scriptis, quas in ipsis pro expressis, ac de verbo ad verbum insertis haberi volumus plenius continetur. Nunc autem cum eodem Paulo, et aliis post eum Praedecessoribus nostris vita functis, in eorum locum (licet eo indigni) a Deo vocati simus, ac quod ad eos spectat, si supervixisset, nunc ad Nos pertineat, Nosque ex iis, quae deinceps ex vobis, qui per tot annos, quae sumpta sunt, experti estis, quid super hoc toto negotio statuendum sit cognovimus; pro majori conscientiae securitate, et pace cujusque vestrum, proque puriori vitae vestrae clericalis professionis observantia, aliisque legitimis, et honestis de causis animum nostrum moventibus, vos, et vestrum quemlibet ab hortatione, praecepto, mandato, obedientia, dictorumque presbyterorum, clericorum, laicorum, pauperumque orphanorum, et praedictorum operum cura et administratione a vobis tam antehac suscepta, quam in posterum forsitan suscipienda, omnibusque, et singulis aliis, quae circa ea sumpta sunt, ac denique ab omni hujusmodi obligatione, ac necessitate vobis, ut praefertur, quomodolibet imposita, auctoritate apostolica, tenore praesentium in perpetuum absolvimus et liberamus, liberosque, et absolutos fore decernimus, atque in eumdem statum, in quo antequam haec vobis juberemus eratis, reponimur, et reintegramus. Non obstantibus quibusvis confirmationibus et concessionibus apostolicis super his a Romanibus Pontificibus Preadecessoribus Nostris, et a Nobis forsitan quomodolibet emanatis, et factis, aliisque contrariis quibuscumque etc.etc.Datum Romae apud sanctum Petrum sub annulo piscatoris, die 23 decembris 1555. Pontificatus Nostri anno primo etc.

I.Fr.Binus".



Breve di Paolo IV

(Giampietro Carafa)



23 dicembre 1555

Separazione dei "servi dei poveri" dai padri Teatini.

"Paolo IV al Superiore e ai chierici regolari Teatini che dimorano a Venezia e altrove. Salute e Apostolica Benedizione.

Qualche anno fa, quando era ancora in vita il nostro Predecessore Paolo III e Noi ricoprivamo la carica di Cardinale Vescovo, ci scrissero i diletti figli sacerdoti, Chierici e laici che, in varie localita' della Lombardia si impegnavano nella educazione cristiana civile e professionale degli orfani. Ci chiedevano di aggregare le loro opere e gli orfani alla nostra Congregazione e di riconoscerli come appartenenti a noi. Ci chiedevano di interporci presso di voi perche' fossero da voi diretti secondo la nostra regola e perche' quelli ritenuti idonei, potessero emettere i voti tra di voi. Noi, avuto il vostro unanime consenso e il mandato esplicitato del Nostro Predecessore Paolo III, fedelmente e accuratamente ragguagliati di tutta la situazione, e in virtu' di Santa obbedienza vi invitammo e vi ordinammo:



- di accettare l'amministrazione e la cura di quei sacerdoti, chierici, laici e orfasni insieme alle loro opere;

- di accogliere nella vostra famiglia religiosa quelli che, per divina ispirazione ne facessero domanda, premesso pero' un periodo di prova;

- di confermare o nominare rettori o superiori uomini esperti negli studi e nelle attivita' di lavoro, ma soprattutto onesti, scelti indifferentemente tra di loro o tra divoi, purche' avessero la capacita' di formare i giovani e gli orfani allo studio e al lavoro;

- di scegliere altri capaci di attendere alla cura spirituale degli uni e degli altri e di provvedere a tutto cio' che avreste giudicato opportuno ed utile al buon funzionamento della Congregazione;

- infine vi ordinammo di relazionarci minuziosamente su tutto quanto si sarebbe potuto approfondire con una progressiva esperienza quotidiana.



Noi avremmo dovuto riferire al Santo Padre che ci aveva affidato questo incarico, ed Egli con la Sua autorita' apostolica avrebbe, poi, presa una decisione definitiva. Questo era il contenuto della lettera che vi scrivemmo l'8 novembre 1546.

Ora, poiche' per quanto indegnamente, siamo succeduti a Paolo III e ad altri Nostri Predecessori, spetta a Noi compiere quanto avrebbe compiuto lui se fosse stato ancora in vita.

Essendo noi tra coloro che per vari anni hanno sperimentato quanto vi e' stato ordinato, sappiamo bene quello che oggi si deve fare.



Per la pace e tranquillita' della vostra coscienza, per una piu' fedele osservanza della vostra vita clericale e per altri legittimi e validi motivi, che ci hanno veramente convinti, con questa lettera liberiamo e sciogliamo tutti e ognuno di voi da ogni vincolo contratto con i predetti sacerdoti, chierici, laici e dall'obbligo di attendere alle case di accoglienza per orfani, gia' accettate o che in futuro, potranno essere accettate.

Tutto questo ha pieno valore per ogni opera e stabiliamo che ognuno di voi sia libero e ritorni nel medesimo stato in cui era prima che vi fossero imposti tali oneri. Tale nostra disposizione abbia valore assoluto e nessuna cosa contraria, stabilita o da stabilirsi, possa renderla inefficace.

Roma presso San Pietro, 23 dicembre 1555 nell'anno primo del nostro pontificato".. NOTE:

25 12 1555 === (ACM 1-3-2, b) Paolo IV separa i somaschi dai Teatini: Breve 25 dicembre 1555.. NOTE:

1 01 1556 === LANCI (De) POPO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1556 === SAVONA, San Lazzaro: opera iniziata nel 1556 e finita nel 1588 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1556 === DA NOVARA GASPARE, sup. maggiore (1° dopo la separazione dai Teatini), novarese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

17 01 1556 === Udienza di papa Paolo IV Carafa il 17 gennaio 1556 a Roma, riportata a tratti nella Relazione dell'ambasciatore della Serenissima Bernardo Navagero, nella sua lettera scritta da Roma a Venezia il 18 gennaio 1556 (il testo della relazione del Navagero e' riportato da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 634; l'originale in: Venezia, Bibl. Marciana, Cod. 9445, cc. 91-91b): "[Nell'udienza del 17 gennaio il papa mi disse ...] ... et perche' Christo cel comanda, gratis accepistis gratis date, parole di colui qui dixit et facta sunt, mandavit et creata sunt, che voglio dubitar io che Sua Divina M.ta', che mi ha notrito fino alli 80 anni, al presente mi abbandoni? Et quando io volse lassar ogni cosa, trovai una quarantena de homeni segnalatissimi et boni (che un papa non si saria sdegnato di haverli), i quali lassarono officii et beneficii et vennero a servirmi; et molti anni mi sono intertenuto senza saper da chi mi fosse dato il vivere, et pur non ho fatte simonie, et come cardinal ancora sono stato un poco d'anni senza aver niente quando non ebbi il possesso dell'arcivescovato di Napoli che mi era tenuto da tiranni, ne' io mi degnai dirne pur una parola, et non mi manco' cosa alcuna. Perche' voglio temere che mi habbi da mancar adesso? Et quando pur il Signor Dio volesse che al presente mi mancasse, sostenerei di andar accattando con una scudella prima che haver tutte le commodita' per questa via indiretta con ruina dell'anima mia et di tanti altri che vengono dietro. Hor per concluderla, magnifico ambasciator, rengratiamo Christo (et qui se cavo' la bereta) che ci ha dato quest'animo di far senza alcun rispetto l'honor di S. M.ta' et il bene di questa Santa Sede. Noi procuraremo la causa di Dio, et S. M.ta' procurara' la nostra".. NOTE:

20 01 1556 === "Per deliberare su una vasta riforma della Curia Romana il papa Paolo IV Carafa nel gennaio 1556 formo' una speciale congregazione (con 20 cardinali etc., per un totale di 62 persone). Si riunirono nel pomeriggio del 20 gennaio 1556. Il papa stesso apri' la prima sessione della congregazione della riforma con un discorso, in cui in primo luogo rilevo' il suo desiderio di togliere gli abusi radicatisi per la infelicita' dei tempi nella Chiesa di Dio" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 429).. NOTE:

30 01 1556 === "Il 30 gennaio 1556 il papa Paolo IV Carafa fisso' che la congregazione per la riforma doveva essere formata di 3 classi, con un cardinale ognuna per presidente (card. Du Bellay, Ceci, e Giovanni Bernardino Scotti teatino)" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 432).. NOTE:

20 04 1556 === 021 "1556. Li 20 aprile si congregarono li sacerdoti e fratelli in Milano, da quali fu eletto superiore della Compagnia il P. D. Agostino Barile (Barili, ndr.) da Bergamo divenuto professo de Chierici Regolari Teatini, con la speranza che il P. Generale o Proposto di quella Congregazione dovesse darne il permesso; intendendo in caso contrario, di sostituire nella carica il P. Gaspare da Novara per un anno solamente, e sinche' si congregasse il Capitolo.

- Furono eziandio eletti Consiglieri il P. Vincenzo da Pavia e il Fr. Girolamo Vicentino.

- Li fratelli della Compagnia erano:



il P. Alessandro da Varese

il P. Agostino da Bergamo de' Chier. Reg. (Barile)

il P. Pietro da Piemonte

il P. Giovanni da Milano

il P. Vincenzo da Pavia

il P. Gianfrancesco da Piemonte

il P. Vincenzo del Borgo (Franco ndr., Trotti)

il P. Angelo da Nocera

il P. Girolamo da Bergamo

il P. Gaspare da Novara

il P. Gianfrancesco da Trento (Faurio)

il P. Bartolomeo Monsarello

il P. Bartolomeo da Piemonte (Brocco, ndr.)

il P. Giovanni Valcamonica (Scotti, ndr.)

il P. Bernardo Valcamonica (Bernardino Castellani, ndr.)



Cristoforo da Codogno, Girolamo Vicentino, Gianantonio Verghezzi, Batta da Genova, Vincenzo da Orgnago, Tomaso da Venezia, Domenico da Zel, Francesco da Padova.



Novizi: Giambattista Moro, Gio:Primo da Genova, Battista di Romano (fu Orfano del Ven.le), Lazzaro da Genova, Prete Bartolomeo da Pavia.



Furono accettati e stabiliti nelle Opere Michele da Genova, Gianantonio da Novi, Bernardo da Vercelli, Gio: da Udine, Francesco da Imbiver, Gio:Angelo da Milano.



- Non volendo i Padri di Venezia (Teatini? ndr.) piu' intromettersi nelle nostre Opere, fu ordinato che il nostro P. Vicario si chiamasse il P. Superiore.

- Fu accettata l'opera di Savona come le altre.

- Decreto che venendo qualche elemosina straordinaria si avvisi il P. Superiore, acciocche' ne disponga per quell' Opera che conoscera' piu' bisognosa" (ACS, p. 33).. NOTE:

1 01 1557 === Bava Andrea crs., Trattato bellissimo della fede con una brevissima e molto utile dichiarazione del simbolo de' Santi Apostoli. Genova, per Antonio Belloni 1557 in 8° - Fonti 18, 25. NOTE:

1 01 1557 === "Non e' anco da tacere che non si dichi come fuori di Porta Comasina un miglio in circa, v'e' un bellissimo casamento, & ameni giardini, e possessioni, & e' dimandato la Colombara. Questo luogo fu lasciato e donato dal Sig. Hieronimo Dugnano (da cui: Collegio Dugnano, ndr.) Dottore Fisico nel Collegio di Milano, in quale essendo de' SS. Deputati dell' Hospitale de gli orfanelli di San Martino, mentre che visse si faceva molto bene, e volendo ancora in morte mostrare l'amor che gli portava, e percio' lascio' questo luogo a detto Hospitale di San Martino: con questo che quivi si tenessero dieci putti di quelli orfanelli d'esso Hospitale di San Martino, o altri orfanelli d'altre citta' di detto ordine, che siano atti a imparare lettere, e studiare, e volontarosi di farsi ecclesiastici, o Religiosi. E che quivi siano pasciuti e vestiti e proveduti di quanto fa loro bisogno a questo effetto. E la elettione di questi sta alli SS. Deputati, e R. Rettore di San Martino di Milano. E di tempo in tempo che vengano mancando, si devono eleggere altri putti, di modo che sempre siano il numero di dieci, con facolta' di provedergli d'opportuni Rettori, e custodi che attendono al buon governo di detti figlioli, con altre conditioni. Il che, da detti SS. Deputati e' stato questo luogo ornato d'una vaga e divota chiesa, & altri accrescimenti, & abbellimenti; & osservasi pontalmente l'intentione del legatario" (Morigi fra Paolo, Raccolta nobilissima 1602, pp. 128-129).. NOTE:

1 01 1557 === GAMBARANA VINCENZO (II), sup. maggiore (2° dopo la separazione dai Teatini), pavese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

27 04 1557 === 022 "1557. Li 27 aprile in Milano la Compagnia de Servi de Poveri confermarono per Superiore il P. Gaspare da Novara an. 2. Consiglieri il P. Vincenzo da Pavia e il fratel Girolamo Vicentino.

- Trattandosi se servir si dovesse ai figlioli dello spedale di S. Celso di Milano, usci' determinazione che se li desse un commesso con un compagno, promettendo ai Protettori di fargli parte di quell'aiuto che avera' la Compagnia.

- Venne decretato che non conversino donne dove sono li putti.

- Li Signori Protettori senza la nostra partecipazione non ammettano putti nelle Opere; acciocche' non ve ne introducano o dei troppo piccoli o degli infermi.

- Non possa mandar fuori dell' Opere alcun maggiore d'anni 16 senza l'intelligenza del P. Vicario, salvo se non si desse a qualche persona.

- Non si facciano fabbriche d'importanza senza che lo sappia la Compagnia.

- Fratelli della Compagnia:



P. Agostino da Bergamo

P. Giovanni da Camporizzo

Pre Vincenzo da Pacia

Pre Vincenzo da Borgo (Franco, Trotti, ndr.)

Pre Angelo da Nocera

Pre Gianfrancesco da la Mora

Pre Girolamo da Bergamo

Pre Francesco da Trento

Pre Bartolomeo Monsarello

Pre Giovanni da Valcamonica (Scotti, ndr.)

Pre Bernardino da Valcamonica

Pre Bartolomeo da Piemonte (Brocco, di Casale Monferrato, ndr.)

Pre Bartolomeo da Pavia



fr. Girolamo Vicentino

fr. Cristoforo da Codogno

fr. Gioanantonio da Cerano

fr. Battista da Genova

fr. Vincenzo da Urgnano

fr. Tomaso da Venezia

fr. Domenico da Zel

fr. Giovanni da Genova

fr. Gianangelo da Milano

fr. Francesco d' Embiver (Ambivere, ndr.) da Bergamo



Novizi della Compagnia:



Lorenzino da Genova, Giamb.a Moro, Gio:Primo da Genova, Battista da Romano, Lazzaro da Genova, Giovanni da Udine, Gianfrancesco da Bergamo, Prete Latanzio da Brescia, Silvestro da Bergamo, Prete Guglielmo da Pavia, (Tonso), Rinaldo da Salo', Maffeo (Belloni, ndr.) da Camporigo.



Stabiliti nelle Opere:



Michele da Genova, Gianantonio da Novi, Bernardino da Vercelli, Giovanni d' Albania, Gianantonio da Milano chierico, Battista Primo da Milano, Giacomo da Brescia, Giovannino da Roncatelli, Francesco dalla Vascona.



Opere governate dalla Compagnia:



Genova Orfani, Savona Orfani, Trivulzio Orfani, Reggio Orfani (1565), Pavia Orfani. S. Maioli de sacerdoti, Roma Orfani 1570, Vercelli Orfani, Napoli Orfani 1570, Siena Orfani, Milano Orfani di S. Martino, e di S. Celso, e le putte di S. Caterina di Porta Nuova, Tortona sacerdoti e chierici, Bergamo gli Orfani, le Convertite e le putte vergini, Alessandria Orfani, Colombara presso Milano le Scuole (Collegio Dugnano, ndr.), Brescia Orfani e Esposti, Verona Orfani, Venezia Orfani, Merone le Scuole, Somasca li preti e chierici, Cremona Orfani e Orfane, Vicenza Orfani e Orfane, Ferrara Orfani.



- Li 27 settembre si congregarono li fratelli in Somasca, ed essendo passato all'eterno riposo il P. Gaspare da Novara Vicario, e Superiore della Compagnia, sostituirono nella carica per sino alla ventura Pasqua di Resurrezione il Pre Vincenzo da Pavia Superiore e Vicario. Consigliere il Pre Agostino da Bergamo" (ACS, p. 34s).. NOTE:

1 09 1557 === "Fu compilato dalla Inquisizione (romana, ndr.) un catalogo molto lungo di libri eretici da bruciarsi. Fra i libri da bruciarsi subito erano tutte le opere di Erasmo ... Erasmo (morto il 12 luglio 1536, ndr.) era stato collocato nella classe degli scrittori che avevano errato 'ex professo', per cui tutti i loro libri, anche se nulla contenevano attorno alla fede, venivano vietati" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pagg. 491 e 492).. NOTE:

8 09 1557 === "Agli 8 di settembre del 1557 il padre Giovanni Cattaneo e il padre Francesco da Trento (fu questi il secondo nostro generale, ndr.) vennero al mio spedale di Santa Giustina. In capo di pochi giorni furono tanti gli figliuoli che radunarono nel detto mio spedale che malamente vi potevano stare, per il che pregai li confrati della mia compagnia di Santa Maria Bianca, essendo massaro loro, che cedessero il detto loro ospitale, assai piu' capace e comodo, ai detti orfani e loro ministri, tanto piu' che in detto ospitale si alloggiavano solamente pellegrini e questi anco di raro. Il che fu fatto e conceduto il detto ospitale alli detti padrini ed orfani sotto il di' 6 dicembre del 1558; e cio' a mie preghiere" (Fede autentica in data 30 giugno 1560 del nobile Agostino Mosti Ferrarese; riportata in: Paltrinieri, Aggiunte al Santinelli, F15, 49).. NOTE:

10 09 1557 === Bernardo Odescalchi (compagno di S. Girolamo) premuni' i Cappuccini a Como dalle molestie dei Deputati dell'ospedale, di cui egli era uno dei membri: infatti il 10 settembre 1557 compero' per essi e dono' alla Misericordia (cioe' al luogo della Colombetta in S. Martino di Zezio dove i frati si erano trasferiti) il locale in cui essi abitavano e che era di pertinenza dell'ospedale maggiore (cf. Bonari 1893, 202).. NOTE:

1 01 1558 === Ferrara - Pio Luogo delli Orfani: anno di fondazione 1558 (duca Ercole II). NOTE:

1 01 1558 === Verso la fine del 1558, i servi dei poveri cominciano ad assumere il nome di "Chierici Regolari della Congregazione di Somasca" - Mascilli 1992, 9. NOTE:

1 01 1558 === FERRARA , S.Maria Bianca: opera iniziata nel 1558 e finita nel 1810 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1558 === VERONA, La Misericordia: opera iniziata nel 1558 e finita nel (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1558 === VICENZA, La Misericordia: opera iniziata nel 1558 e finita nel 1810 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

5 02 1558 === "Avviso di Roma, del 5 febbraio 1558: 'Si e' fatto una congregatione in casa del card. di Trani (Giovanni Bernardino Scotti, teatino, ndr.) sopra le cose dell'heresia et libr heretici'. Biblioteca Vaticana" (cit. da: Pastor, Storia dei papi, vol. VI, pag. 492).. NOTE:

25 04 1558 === 023 "1558. In Milano si congrego' la Compagnia de' Servi de Poveri li 25 aprile, nella quale furono eletti e confermati P. Vincenzo da Pavia Superiore anno 2. Consiglieri P. Agostino da Bergamo anno 2. Girolamo Vicentino anno 3.

- Mons. Vicario Episcopale di Crema e la magnifica Comunita' veggendo molti orfani figlioli andar dispersi in quella citta', stimolano li nostri Religiosi Fratelli ad assumere quell'impresa; e la deliberazione fu di accettar l' Opera purche' sieno a noi mantenuti li Capitoli da nostri esibiti, e massime che ne viene offerta la casa.

- Fu eziandio accetata l' Opera degli orfani di Vicenza con li proposti da noi Capitoli per l'invito fattoci da quella Comunita', e per le replicate istanze de' Governatori; tanto maggiormente che ritrovata si e' lam aniera di occupar detti orfani nel lavoro.

- Essendosi proposta la cura degli Esposti di Verona, fu determinato che trovata persona idonea, si mandera' al governo.

- Trattandosi di lasciar l' Opera di Merone per le difficolta' gravissime di conservarla, e perche' non si cavava alcun frutto dalla medesima, fu lasciata la cura al P. Vicario di conferir con alcuni della Compagnia di Milano, e poi di risolvere con il parere dei Consiglieri. Altre notizie:

- In Vicenza l' Ospitale della Misericordia e' governato da nostri Religiosi nello spirituale, e nel temporale da SS.i Protettori, che accettano e licenziano gli orfani e le orfanelle di padre e di madre. Le limosine che si raccolgono da detti orfani per la citta' sono dai Padri governate; e del restante hanno la cura li Signori. A questo pio luogo assiste un sacerdote col titolo di Rettore, ed un laico commesso, provveduti di tutto il bisognevole.

- Nel pio luogo degli orfanelli di Ferrara furono li nostri Padri introdotti di quest'anno dal Duca Ercole II. Il governo temporale e' tenuto da 12 Signori il di cui Priore maneggia l'entrate. Li Religiosi son mantenuti del bisognevole, e benche' vi solessero abitare due sacerdoti, e due laici con un maestro di arte, pure 1650 per lo fallimento del Monte della Pieta' si e' ridotto il numero de Religiosi ad un solo sacerdote ed un laico" (ACS, p. 35s).. NOTE:

1 12 1558 === "Agostino Gallo in una sua lettera a ignoto del 1 dicembre 1558 (in: idem, Le vinti giornate etc. 1572, p. 404) riferisce: ' ... dove per giunta godereste ancora la vostra carissima Accademia, la quale gia' 18 anni (cioe' nel 1540, ndr.) e' stata parturita da voi innanzi d'ogni altra della patria; onde per essere anco la piu' solenne, ha prodotto piu' numero di begli spiriti con gran contento di voi, et di tutti gli altri honorati gentiluomini l'hanno favorita'" (Tentorio, Orfanotriofio Brescia 1969, 8 nota 3).



Queste Accademie erano luoghi dove istruire i ragazzi (imparare la grammatica) e far loro imparare un mestiere. Cf. quelle fondate dal Chizzola a Brescia e dintorni.. NOTE:

1 01 1559 === Magnocavallo Francesco, pagina del suo ms. (1518-1559) in cui descrive la venuta di SGM a Como (Como, Bibl. Com., ms. 3.2.31) - Bonacina, Un veneziano a Como 1989, 80. NOTE:

1 01 1559 === Magnocavallo Francesco, pagina del suo ms. (1518-1559) in cui descrive la venuta di Girolamo a Como (Como, Bibl. Com., ms. 3.2.31) - Bonacina, Un veneziano a Como 1986, 22. NOTE:

1 01 1559 === Magnocavallo Francesco (nobile comasco), Memorie antiche dal 1518 al 1559. Bibl. Comun. Como, Ms. 3.2.31 - Bonacina 1989, 1ss. NOTE:

1 01 1559 === Morigia Paolo (1525-1604), Opera chiamata Stato religioso et via spirituale ...con un capitolo di S. Basilio, del colto della pieta'. (In Venetia : per Nicolo' Beuilacqua, 1559). [16], 540 p. ; 8¡



Localizzazioni:BG0041 Biblioteca del Convento S. Bartolomeo - Bergamo

PG0393 Biblioteca comunale - Assisi

PG0144 Biblioteca della Congregazione dell' oratorio di S. Filippo Neri - Perugia

PG0173 Biblioteca diocesana - Todi

RM0271 Biblioteca dell' Accademia Alfonsiana - Roma. NOTE:

1 01 1559 === "Ancora nel 1559 il p. Agostino Barili si occupava realmente degli affari generali della Compagnia dei servi dei poveri, come si rileva da un Capitolo tenuto dai Padri Barnabiti nel 1559, nel quale si tratta di una risposta da darsi 'al Rev.do messer Augustino di quelli di Sumasco' a riguardo della accettazione della cura delle Convertite e delle Orfanelle di Pavia. Cf. P. Orazio Premoli B., Storia dei Barnabiti nel 500. Roma 1913, pag. 223, n. 2" (cit. da: Statistica 2, 100).. NOTE:

1 01 1559 === "Muore al principio del 1559 (a Venezia, dove risiedeva dal 1539?, ndr.) Ludovico Viscardi Vavassori" (Bonacina 1989, 38).. NOTE:

1 01 1559 === Somasca: 1559-90. E' un periodo denso di lavori e di spese (6 A e B) per colonne, cimase, chiavi, compera di acque sorgive da fonti circostanti vicino al giardino (Atti vol. 2 pag. 67).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

27 01 1559 === Pergamena Miani: Marietta da Lezze, moglie di Vincenzo Minotto q. Gasparo, fa procura a suo marito. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 2 - RC 1962 p. 87. NOTE:

3 04 1559 === Lettera di Giovanni Cattaneo al p. Giacomo Lainez sj. generale della Compagnia di Gesu', in data 3 aprile 1559 da Ferrara.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 114, f. 199.



Somascha 1976, 23-24.

Somascha 1977, 30.

10 04 1559 === 024 "1559. Li 10 aprile si congregarono in Brescia li Fratelli e confermarono il P. Vincenzo da Pavia Superiore e Vicario an. 3. Consiglieri P. Agostino da Bergamo an. 3 e P. Angelo da Nocera an. 2.

- Per quelli che rappresentano il Capitolo furono eletti: P. Gio: da Camporigo, P. Francesco da Trento, P. Girolamo da Bergamo, fr. Girolamo Vicentino e fr. Cristoforo da Chidu (Chiuduno, ndr.).

- Richiedendoci Mons. Vicario e li Consiglieri della Comunita' che andassimo a raccogliere gli orfani della loro citta' di Novara, fu determinato che prima s'intenda la verita' della pace stabilita, e che poi si scriva al detto Mons. Vicario, persuadendolo ad aspettare un tempo migliore, che la citta' si rimetta da suoi carichi, che si aspetti una qualche sagra predicazione, o missione, in cui meglio le anime disposte saran piu' facili a trovar maniera di provvedere ai detti orfani. Fu infine data l'autorita' al P. Vicario e a Consiglieri di vedere la opportunita' e di risolvere.

- Alla istanza di Mons. Vicario e di molti Gentiluomini di Cremona, che addossarci volevano la cura degli orfanelli, fu risoluto che Mons. le provvedesse di confessore, e che potendo la nostra Compagnia, senza detrimento degli orfani, darle alcun aiuto, se gli dara', senza assumersi obbligazione alcuna la Compagnia.

- Fu proposta eziandio la scuola de Calchi in Milano, e fu determinato, che lasciandovi per ora Mr. Lattanzio, si andasse temporeggiando per vedere qual sia la volonta' del Signore Iddio.

- Parlandosi dello spendere e maneggiar denari, fu considerato essere cio' necessario ne luoghi dove si sono introdotti lavoreri, come in Venezia e Pavia, massime che gli secolari non vogliono tale briga addossarsi. Fu poi ancora determinato di liberarsi al possibile di tale incombenza; e dove e' indispensabile l'assoggettarsene, sieno concordi il Pre ed il commesso, e si tenga conto di tutto in un libro. Seguirono le seguenti ordinazioni:

- Il sacerdote che andera' a Bergamo dica ogni di' la messa agli orfani, perche' questi sieno soccorsi nei bisogni loro spirituali; deputando per le putte un Cappellano con l'elemosina lasciata a quest'effetto. Alcuno di quegli di S. Nicola vengano dopo pranzo al luogo degli orfani per far la Congrega. E non trovandosi altra donna per le putte, si levi domenica dalle Convertite.

- Nelli venerdi di marzo la quaresima si facciano le processioni e i nostri orfanelli intervengano in Milano elle Processioni generali della Citta'. Le facciano nell'estate ancora, quando sia buon tempo, e nella quaresima per quest'anno solamente.

- Nelle Opere si osservino le usanze antiche introdotte, e queste trascritte si leggano nelle Congreghe dei Grandi.

- Che in ogni Opera si provvegga il libro della Vita Cristiana" (ACS, p. 37s).. NOTE: Libro della Vita Cristiana = cosi' veniva chiamato il libro della Dottrina Cristiana, o Institutione Christiana, o Catechismo in uso negli orfanotrofi somaschi; probabilmente si accenna al 'Instrutione della vita christiana etc.' del Bava ristampato a Genova nel 1552? Cosi' suppone Tentorio in RC 1957, 36.

22 04 1559 === Risposta di Giovanni Polanco a Giovanni Cattaneo, da Roma, 22 aprile 1559.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 61, f. 455r, Minuta.



Somascha 1977, 41.

22 04 1559 === Risposta di Giovanni Polanco al p. Griovanni Pelletier sj., da Roma, 22 aprile 1559.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 61, f. 455r, Minuta.



Somascha 1977, 40-41.

19 05 1559 === 1559, 19 maggio. Fascicolo con annotazione settecentesca sulla copertina: "Comparizione avanti il Magistrato a nome della Comunita' d'Olginate, nella quale specificano il redito del porto sopra il fiume Adda, e la tariffa di quanto si esige per il passaggio. In pezze n° 1 da restituirsi al Regio Archivio di Governo in S. Fedele". Si dice: "Item per anno 1556 dictis portus ad publicus incantus ut supra deliberatus fuit D. Poliphido de Abdua (Polifilo d'Adda, ndr.) per dicto anno per summa libras quatrocentus octuaginta imperiali, de noto utsupra" (originale in: A.S.M.: Fondo Finanze - parte antica, cart. 872 - Pedaggi).. NOTE:

26 05 1559 === Lettera del p. Baldassarre Melo sj. al generale della Compagnia di Gesu' p. Giacomo Lainez sj., da Ferrara il 26 maggio 1559.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 114, f. 302, Autografo.



Somascha 1977, 41.

27 05 1559 === Lettera di Giovanni Cattaneo al generale della Compagnia di Gesu' p. Giacomo Lainez sj., da Ferrara il 27 maggio 1559.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 114, f. 303, Autografo.



Somascha 1977, 42.

10 06 1559 === Lettera di Giovanni Polanco al padre Benedetto Palmio, da Roma 10 giugno 1559 (parla di Giovanni Cattaneo).. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 61, f. 499r, Minuta.



Somascha 1977, 43.

10 06 1559 === Lettera di risposta di Giovanni Polanco a Giovanni Cattaneo, da Roma 10 giugno 1559.. NOTE: Originale autografo in: Arch. Romanum Societatis Iesu, Epistolae Italiae 61, f. 497v, Minuta.



Somascha 1977, 43.

18 08 1559 === "In Italia manco' il Sommo Pontefice Paolo IV, il quale gia' infermo d'idropisia, peggioro' notabilmente alla novella d'alcuni fieri disgusti occorsi a suoi parenti piu' prossimi, e ai 18 di Agosto (1559) fece il suo passaggio all'altro mondo. Fu sempre assistente fino all'ultimo sospiro di Paolo IV il padre Leone Carpani, uno de' principali compagni del nostro Ven. Fondatore Girolamo Miani, che gli era stato in vita molto caro, e famigliare. Paleso' Leone al Pontefice la dovuta gratitudine, perche' non l'abbandono' mai, aiutandolo con orationi continue, e altre dimostrazioni di pieta', infinattanto che egli peno' in quell'estremo" (Tatti, Annali di Como, deca terza, 636.33).. NOTE:

25 12 1559 === PIO IV - MEDICI (DE) GIOVANNI ANGELO (+1565 dic. 12 a Roma sepolto a S.Maria degli Angeli - creato da Paolo III nel 1549 apr. 8); di Milano (1499) - Arcivescovo di Dubrovnik; Pudenziana, 1549 maggio 10; Anastasia, 1550 sett. 1; retr. Pudenziana 1552 marzo 23; Stefano al Celio, 1553 dic. 11; Prisca, 1557 sett. 20; PIO IV eletto nel 1559 dic. 25.. NOTE:

1 01 1560 === CARPANI LEONE crs. (Cevasco 1744, †). NOTE:

1-01-1560 === MONSARELLO BARTOLOMEO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1560 === NOCERA (Da) ANGELO crs. (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1560 === "Non voglio ancora lasciar di dire come nella terra di Trivutia (Trivulzio, ndr.) fu eretto un Collegio (Collegio d' Adda) dal Signor Giacomo d' Adda, e donato alla Venerabile Congregatione de' Sacerdoti di Somasca, e quivi s'ammaestrano alquanti Scolari" (Morigi fra Paolo, Raccolta nobilissima 1602, p. 129).. NOTE:

1 01 1560 === (ACM 1-3-36, ) n.n., Origine della Congregazione Somasca ed inchiesta di S. Maiolo di Pavia, tratto il 7 novembre 1746 dall' Archivio della Curia arcivescovile di Milano.(foglietto ms., trascrizione di documento del 1560 ca.; S. Maiolo fu infatti ottenuto nel 1565-66).. NOTE:

1 01 1560 === CARPANI LEONE, F12 (Elogia), 9. NOTE:

1 01 1560 === CARPANI LEONE, F18 (Ristretti Gambarana), 23. NOTE:

1 01 1560 === CARPANI LEONE, Nei Processi canonici di Milano, F6,16. NOTE:

1 01 1560 === DA NOCERA ANGELO, sup. maggiore (3° dopo la separazione dai Teatini), nocerese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

28 04 1560 === 025 "1560. Il giorno 28 aprile si raccolse in Milano la Compagnia dei Servi dei Poveri, e uscirono le seguenti determinazioni.

- Tutti li Fratelli giusta l'antico costume si ballottino ogni tre anni; e negli altri frammezzo si palesino apertamente le colpe di ciascuno; e se alcuno sara' di cose gravi colpevole, ad arbitrio del Superiore sia ballottato anche prima del tempo.

- Furono assunti alla dignita' del governo della Compagnia il P. Angelo da Nocera Vicario an. 1. Consiglieri P. Vincenzo da Pavia e fr. Girolamo Vicentino.

- Per quelli di Capitolo furono destinati: il Padre Agostino da Bergamo, il P. Francesco da Trento, il fr. Gio:Antonio Verghezino e fratel Vincenzo da Orgnago.

- Fu accettato il luogo fuori di Milano proposto (in terra di Trivulzio, ndr.) da mr. Giacomo d' Adda, trovandosi la maniera di vivere senza ricerca d'elemosine. Si determino' in questo luogo (detto la Colombera (Colombara, ndr.)) di tener putti da otto sino ai sedici anni per ammaestrarli nelle lettere. Si decretarono le seguenti provvidenze:

- In Somasca si tengano solamente li grandi che sono chiamati alla vita Ecclesiastica, e questi vadino in abito clericale quando sieno ordinati in sacris.

- In tutte le Opere li putti d'ingegno si ammaestrino nel leggere a tavola, nella grammatica del Donato, e nello scrivere le feste.

- Non si mandi di citta' in citta' a comperar cose, come coltelli, libretti, e cose simili.

- Quando e' determinata la Congregazione ossia ridotto, ciascun pigli informazione da pratici per quale strada possa portarsi alla sua deputazione.

- Si fugga quanto si puo' l'andar fuori di casa a mangiare con gli amici.

- Non si provvedan le case di stagni senza licenza della Compagnia.

- La sera avanti le feste di precetto si sospenda il lavoro, mettendosi per tempo a letto, e levandosi avanti giorno.

- Il P. Vicario da' facolta' ai sacerdoti dell' Opere di eleggersi a piacimento il loro confessore.

- S'insegni ai putti la piccola benedizione del libretto, per farla quando vadan fuori a padrone (ACS, p. 38s).. NOTE:

30 06 1560 === "In una fede autografa, che presso di noi si conserva, in data dei 30 giugno 1560 il nobile Agostino Mosti Ferrarese cosi' scrive: 'Agli 8 di settembre del 1557 il padre Giovanni Cattaneo e il padre Francesco da Trento (fu questi il secondo nostro generale) vennero al mio spedale di Santa Giustina. In capo di pochi giorni furono tanti gli figliuoli che radunarono nel detto mio spedale che malamente vi potevano stare, per il che pregai li confrati della mia compagnia di Santa Maria Bianca, essendo massaro loro, che cedessero il detto loro ospitale, assai piu' capace e comodo, ai detti orfani e loro ministri, tanto piu' che in detto ospitale si alloggiavano solamente pellegrini e questi anco di raro. Il che fu fatto e conceduto il detto ospitale alli detti padrini ed orfani sotto il di' 6 dicembre del 1558; e cio' a mie preghiere'" (Paltrinieri, Aggiunte al Santinelli, F15, 49).. NOTE:

28 09 1560 === Carpani Leone, Lettera a Ottone Parenti (28.09.1560): Somascha X(1985)112 n. 13 (orig. in: Arch. S. Barnaba, Cartelle Gialle, XXXIII, fasc. IV). NOTE:

28 09 1560 === Carpani Leone, Lettera a Ottone Parenti (28.09.1560): Somascha X(1985)112 n. 13 (orig. in: Arch. S. Barnaba, Cartelle Gialle, XXXIII, fasc. IV).. NOTE:

1 01 1561 === Ochino Bernardino ofmcapp. (1487-1564), Il Catechismo, o vero Institutione christiana di M. Bernardino Ochino da Siena, in forma di dialogo. Interlocutori, il Ministro, et Illuminato. Non mai piu per l' adietro stampato. In Basilea, 1561. [4], 313, [3] p. ; 8¡.

Localizzazioni: RM0267 Biblioteca nazionale centrale V. Emanuele II - Roma. NOTE:

1 01 1561 === "1561. Avea Leone Carpano (Carpani) Gentilhuomo non men divoto, che nobile, il quale abitava in Merone, uno dei primi compagni del nostro Ven. Fondatore Girolamo Miani lasciato diversi beni per allevare i poveri figlioli derelitti nel timore di Dio ai nostri PP. di Somasca. Soprastanti a quelle entrate del Carpani, acciocche' si dispensassero fedelmente in tali opere di carita', erano stati eletti Primo del Conti, anch'egli compagno del Miani, come dicemmo altrove, il mentovato Bernardo Odescalco (Bernardino Odescalchi, ndr.), e Giacomo Baiacca. Furono queste rendite godute alcuni anni, e dispensate a pro di questi figlioli dai nostri PP., ma ne nascevano ogni anno diversi disturbi. Non sofferivano i parenti del Carpani, che le rendite da lor pretese uscissero della famiglia, e restassero maneggiate e consumate da altri; onde piu' volte dieder molto che fare, e agli amministratori di esse, e alla nostra Congregatione, a cui impedivano di esigere quelle entrate. Per alcuni anni si provvide a queste molestie troppo importune; ma non cessando i pretensori di metter nuove difficolta', acciocche' l'entrate non si potessero riscuotere da chi dovea contribuirle, annoiati i nostri PP. di tanti contrasti, se ne sbrigarono e rinunciarono ai sopradetti amministratori ogni lor diritto e ragione. Ricorsero questi a Giulio III chiedendo la facolta' di vendere gli accennati beni, e di convertirne il capitale in altre opere di pieta'; e da lui facilmente ottennero, quanto bramavano. Trovandosi dunque questo denaro da impiegare, Bernardo Odescalco applico' l'animo a stabilire i PP. della Compagnia, e persuase i compagni che non poteasi compiere meglio la disposizione del Carpani, che dispensandolo in una necessita', che dovea riuscire di tanto giovamento al pubblico, quanto era l'assicurare le scuole nella Citta'. Cosi' si provvide per questa strada a quello, che la medesima non poteva nelle miserie di quei tempi (vennero cioe' aiutati i Gesuiti, con a capo Tarquinio Rainaldo, nella erezione del loro Collegio in Bergamo, ndr.)" (Tatti, Annali di Como, deca terza, 643.47).. NOTE:

1 01 1561 === A Roma nel 1561 viene emanato il divieto di mendicare (l'accattonaggio e' reato).. NOTE:

1 01 1561 === "Grandi opere fece questo buon pastore (vescovo Federico Cornaro, 1561-1577) nella nostra patria (di Bergamo, ndr.). Levo' il luogo delle donne penitenti in Pelabrocco, e le pose nelle Orfane, sinche' fosse fabbricato il monastero ove ora stanno" (cit. da: Calvi, Effemeridi 1676, III, 156).. NOTE:

1 01 1561 === "Nel 1561 comincio' a Bergamo la costruzione delle imponenti mura che ancora oggi si ammirano, ma che furono un evento disastroso per la vita di Citta' Alta, in quanto interi quartieri che si trovavano sul tracciato delle nuove fortificazioni vennero distrutti. Fu quindi necessario costruire nuove unita' abitative in Citta' Alta e cio' provoco' un cambiamento nell'assetto di Bergamo. Anche dal punto di vista commerciale ci fu una rottura tra le due realta' e la parte alta acquisto' un volto rappresentativo della vita politica, religiosa". (http://www.bgonline.it/notizia.asp?IDNotizia=8441&IDCategoria=42)



"Nel 1555-60 la Repubblica di Venezia decise di fortificare la citta' di Bergamo, facendone un avamposto per la difesa dei suoi confini occidentali. Il nuovo tracciato delle mura, progettato da Bonaiuto Lorini, prevedeva la demolizione della antica basilica di S. Alessandro, del convento domenicano di S. Stefano, della chiesa di S. Giacomo, del convento di S. Agostino alla Fara e di un cospiquo numero di abitazioni (il Belotti dice circa cinquecento). La citta' si sollevo' indignata, soprattutto in difesa della basilica di S. Alessandro. Intervennero i cittadini, il Vescovo, associazoni varie, ma Venezia fu irremovibile. Nomino' sovrintendente per l'esecuzione dell'opera il generale Sforza Pallavicino, il quale, per evitare un sommovimento popolare, venne a Bergamo con un grosso contingente di soldati che distribui' nei punti strategici della citta', e con tremila guastatori, che si misero immediatamente all'opera tagliando anzitutto le viti e gli alberi attorno al colle, e proseguendo la loro opera di distruzione, il 19 settembre 1561 la grande torre 'magnitudine et structura insignis', scalzata dalle fondamenta e data alle fiamme, fu fatta precipitare sulla basilica, che 'tutta fu spianata ...' (Calvi). Ai bergamaschi non resto' che accompagnare con lacrime la caduta del tempio 'decoro e gloria della nostra patria'. Gli Agostiniani riuscirono a salvare il loro convento di S. Agostino alla Fara con una grossa oblazione e assumendo in proprio la spesa per il prolungamento delle mura. I Domenicani speravano di poter fare lo stesso, poiche' sarebbe stato possibile allargare le mura fino a comprendere anche il loro convento di S. Stefano. Ma il Pallavicino (che pare fosse stato, sospetto d'eresia, rinchiuso per certo tempo in Castel S. Angelo a Roma ad opera della inquisizione gestita soprattutto dai Domenicani) fu irremovibile. In novembre, gli zappatori avevano gia' terminato le gallerie sotto il maestoso convento di S. Stefano per prepararvi le mine e farlo saltare in aria. Innanzi al pericolo imminente padre Aurelio priore del convento si presento' al Pallavicino e gli intimo' la scomunica! Ironico e sorridente, il generale prese la bolla dalla mano del frate e se la pose in seno dicendo '... e ventiquattro ...', avendo gia' egli fatto il callo a tutte quelle scomuniche. L' 11 novembre 1561, all'una di notte, accese le micce ai molti barili di polvere; con un orribile boato scoppiarono le mine ed il maestoso edificio di S. Stefano, la chiesa di S. Giacomo e molte case non divennero che un mucchio di macerie ... Di tutto cio' resta ora solo una lapide sulle mura del Fortino (attuale Porta S. Giacomo) posta nel 1972 e che recita 'Celebrandosi il IV centenario / della loro presenza / nel convento di S. Bartolomeo / i Domenicani di Bergamo / ricordano / la loro prima dimora in Santo Stefano / dal 1220 qui esistente fino al 1561 / sede di famosa biblioteca / per secoli cenacolo operoso / di teologi pacieri benefattori / vanto della citta' / A.D. 2-1-1972'" (cit. da: Lumina Mario, Bergamo nelle chiese di un Borgo. Bergamo 1993, 18-21 passim).. NOTE:

1 01 1561 === "Nel 1561 papa Pio IV (Gianangelo Medici, fratello del Medeghino e zio di S. Carlo Borromeo) fece togliere a Roma tutti i sarcofagi 'che stavano in alto nelle chiese' (nota: Ludwig von Pastor, Storia dei Papi, vol. VII, p. 574)" (in: Rossi Federico Alessandro, Straniero nel duomo di Milano 2002, p. 160).. NOTE:

1 01 1561 === MILANO, S. Croce Triulzio: opera iniziata nel 1561 e finita nel 1626 (tipo di opera = F). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1561 === GAMBARANA VINCENZO, F12 (Elogia), 14. NOTE:

1 01 1561 === GAMBARANA VINCENZO, F18 (Ristretti Paltrinieri), 17. NOTE:

1 01 1561 === GAMBARANA VINCENZO, , F6,14,28;F7,13;F11,XIII. NOTE:

1 01 1561 === GAMBARANA VINCENZO, Nei Processi canonici di Milano, F6,14. NOTE:

21 04 1561 === 026 "1561. Li 21 aprile raccoltasi la Compagnia, fu confermato il P. Angelo da Nocera Vicario anno 2. Consiglieri P. Vincenzo da Pavia e frat. Girolamo Vicentino an. 2.

- Eletti di Capitolo: P. Francesco da Trento, P. Girolamo da Bergamo, fr. Cristoforo da Chidu' (Chiuduno, ndr.) e fr. Gianantonio da Cerano. Uscirono le seguenti ordinazioni:

- Li sacerdoti sieno piu' conformi nell'abito accostandosi alla poverta' ed usanze del luogo ove stanno.

- Le chiese sieno visitate due volte l'anno, l'una dal P. Vicario e l'altra da uno della Compagnia, potendosi.

- Si dica l'ufficio, andando a corpo, secondo che al Convento parera', avuto riflesso al tempo e ai luoghi.

- Li sacerdoti possono andar ancor eglino a corpo, secondo l'uso della citta' e luogo.

- Nessuno visiti i suoi parenti o faccia loro alcun beneficio senza licenza della Compagnia, o almeno del Padre Vicario o i suoi Consiglieri.

- Fratelli descritti nella Compagnia:



P. Agostino da Bergamo (Barili, ndr.)

P. Vincenzo da Pavia (Gambarana, ndr.)

P. Vincenzo da Borgo (Trotti)

P. Angelo da Nocera

P. Girolamo da Bergamo

P. Francesco da Trento (Faurio)

P. Bartolomeo Monsarello

P. Gio. Valcamonica (Scotti, ndr.)

P. Bartolomeo da Pavia

P. Bartolomeo da Piemonte (Brocco, ndr.)



fr. Cristoforo da Chidu' (Chiuduno, ndr.)

fr. Girolamo Vicentino

fr. Gianantonio da Cerano

fr. Battista da Genova

fr. Vincenzo da Bergamo

fr. Tomaso da Venezia

fr. Domenico da Zel

fr. Gianfrancesco da Bergamo

fr. Battista Moro

fr. Giovanni da Udine (mori' a Brescia)

fr. Giovanni da Genova

fr. Gianangelo da Milano

fr. Francesco d' Ambiver

fr. Battista da Roma

fr. Lazzarino da Genova



Novizi:



Prete Lactanzio da Brescia

Rinaldo da Salo'

Maffeo da Camporigo (Belloni o Bellone, ndr.)

Silvestro da Bergamo

P. Guglielmo da Pavia (Tonso)

Francesco della Gualcogna (Guascona? ndr.)

Gianfrancesco da Brescia

Prete Dionigi da Genovesato

Camillo da Venezia



Stabiliti nella Compagnia:



Michele da Genova

Gio.Antonio da Nove

chierico Giannantonio da Milano

Battista primo da Milano

Giacomo da Brescia

Antonino da Rocatelli

Francesco dalla Vascona" (ACS, p. 44s).. NOTE:

27 06 1561 === Muore a Bergamo il 27 giugno 1561 (quinto Kal. Iulii, come dice il Tortora) il p. Vincenzo Gambarana; alcuni nobili della citta' gli procurarono solenni funerali e degna sepoltura prima nella chiesa dei Domenicani (S. Stefano), poi abbattuto detto tempio per il piano regolatore e costruzione delle mura: nel 1561, la costruzione delle nuove mura cittadine impose la distruzione del complesso ed il trasferimento dei Frati Predicatori presso il convento di S. Bartolomeo in Rasulo, in Borgo Sant' Antonio, gia' appartenuto agli Umiliati), fu trovato il suo corpo intatto e trasportato nel 1562 nella chiesa di S. Alessandro sempre in Bergamo; da ultimo (nel 1601) per interessamento dei Somaschi venne portato a Somasca e seppellito presso Girolamo Miani - Noli, Orfanotrofio di Pavia 1933 - Fonti 6, 14. NOTE: Da Bergamo Citta' alta, uscendo da porta S. Giacomo e scendendo per tutto il viadotto, proprio di fronte alla chiesetta di S. Maria del Giglio si trova murata sul muro a sx di chi scende una lapide del seguente tenore: 'Celebrando il IV centenario / della loro presenza / nel Convento di S. Bartolomeo / i Domenicani di Bergamo / ricordano / la prima loro dimora in S. Stefano / dal 1220 qui esistente fino al 1561 / sede di famosa biblioteca / per secoli cenacolo operoso / di teologi pacieri benefattori / vanto e gloria della citta' / A.U. 2.I.1972'.

13 07 1561 === "Il 13 luglio 1561, dopo aver di nuovo visitato la citta' di Bergamo, lo Sforza Pallavicino comunicava al Doge di Venezia che con suo vivissimo piacere aveva trovato che essa non solo non era infortificabile, come da molti era tenuta, ma a suo giudizio facile ad esser fortificata e con poca spesa rispetto alla grandezza sua. In companso il Senato ordinava (il 17 luglio) che gli fossero dati cinquecento ducati d'oro, disponendo contemporaneamente che il Pallavicino si portasse a Bergamo e insieme con i rettori della citta' e gli altri condottieri ed ingegneri che sarebbero stati designati dal Senato stesso, risolvesse tutte le questioni particolari relative alla fortificazione, alla quale occorreva dar principio ap i'iu' presto possibile (nota: ASV, Senato, reg. 72, 53, 62 v.). Il Senato commise il progetto delle fortificazioni di Bergamo al valente ingegnere ed architetto militare Bonaiuto Lorini, fiorentino; avendo custui corrisposto prontamente all'ordine ricevuto, disegnando un tipo di fortificazione a bastionate, che erano allora una invenzione recentissima, l'esecuzione dei lavori fu senz'altro posta sotto la direzione dello Sforza Pallavicino ... Lo Sforza Pallavicino ebbe immediatamente ai suoi ordini 2500 guastatori, 100 muratori, 60 marangoni, 300 spaccapietre, 5 capitani con 100 soldati ciascuno e il capitano Ippolito Manzoni con 50 archibugieri da porsi nella Cappella, mentre (19 luglio) la Signoria ordinava ai rettori di Brescia e Verona di mandare a Bergamo quei capi e quelle ordinanze che lo Sforza Pallavicino avesse richiesto, tenendo tutto segretissimo (nota: ASV, Senato, Secreta, reg. 72, 65). E' infatti notevole che tutti questi provvedimenti precedettero la partecipazione ufficiale della delibera ai rettori di Bergamo. Le prime difficolta' furono subito rappresentate, a proposito del contributo per i guastatori, contro il quale alcune comunita' accampavano privilegi ed esenzioni; ma la Signoria taglio' corto, ordinando che a questa fazione concorressero privilegiati e non privilegiati, esenti e non esenti, invitando poi i rettori a persuadere il consiglio della citta' di non mandare ambasciatori a Venezia per esprimere il rammarico dei cittadini per la deliberazione presa (nota: ASV, reg. 72, 67 v.). Il 1 agosto 1561 l'opera di demolizione comincio'; e il Pallavicino fu inflessibile dinanzi a tutte le suppliche (nota: in margine al codice 1069 della Biblioteca Nazionale di Parigi si leggono le seguenti note circa l'inizio delle operazioni di demolizione, note peraltro inesatte: '1561 a di 25 luio, la ruina de Bergamo cita' antichissima et vegia et ritrata in nova. Nota qualmente el ser.mo Sforza dito Pallavisino siano fato prencipio a fortificar Bergamo ...'). Secondo qualcuno egli avrebbe risparmiato S. Agostino piu' per una borsa d'oro offertagli dal priore del convento, che per la minaccia della scomunica. Ma la cosa non e' credibile. Certo si e' che quando i Domenicani del convento di S. Stefano, per tentar di salvarlo, intimarono la scomunica al generale veneto, questo se la prese e la mise in tasca, ridendo e dicendo: 'E ventiquattro!', poiche' pare che quella fosse la ventiquattresima ricevuta in vita sua, sicche' le scomuniche per lui non valevano piu' nulla; si diceva anzi che egli sentisse di eresia e che percio' avesse piacere di atterrar chiese" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 150s).. NOTE:

2 09 1561 === "A Bergamo il 2 e 3 settembre 1561 fu cominciato nella fortificazione il baluardo S. Domenico, col far saltare il convento e la chiesa di S. Stefano che era chiamata templum insigne; e ancora una volta fu grande il cordoglio dei cittadini, che a Natale usavano andare in quella chiesa a pregar pace per tutti ... Fu rovinato anche il convento delle Convertite in S. Gottardo, ne' ancora si vedeva dove la devastazione si sarebbe fermata" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 154s).. NOTE:

10 11 1561 === "Convertite (Fondamenta, Rio delle) alla Giudecca. Circa alla meta' del secolo XVI s'eresse alla Giudecca un piccolo oratorio sacro a S. Maria Maddalena con annesso convento destinato a quelle peccatrici che, pentite dei loro trascorsi, volevano dedicarsi al servigio di Dio sotto la regola di S. Agostino. Primo rettore e governatore dell'istituto fu un prete chiamato Pietro Leon da Valcamonica, il quale, dopo qualche anno, convinto e confesso d'aver avuto commercio carnale con venti di quelle recluse, e d'aver affogato i frutti de' suoi colpevoli amori, venne decapitato, ed abbruciato in "Piazzetta S. Marco", fra le colonne, il 10 novembre 1561. Egli, prima di morire, volle dal palco di giustizia dirigere al popolo un discorso, conservatoci nel codice Cicogna 2082, in cui, pur confessando i propri peccati, dichiaro' di morire fermo nelle credenze cattoliche, ed attesto' l'innocenza della madre abadessa, che pero' dovette finire i suoi giorni in carcere il 27 decembre 1564. L'oratorio delle Convertite venne in seguito ristaurato a spese di Bartolammeo Bontempelli dal Calice, ricchissimo mercadante, ed ebbe consecrazione nel 1579 per mano del patriarca Giovanni Trevisan. Nel principio del secolo presente resto' poi secolarizzato insieme al convento, che si fece servire ad ospitale militare. Ora pero' trovasi restituito al divin culto, avendosi ridotto nel 1856 il convento a carcere femminile. E' noto come le Convertite nel secolo XVI si occupassero eziandio nell'imprimere libri, e come esistano tuttora alcune edizioni uscite dai loro torchi" (cit. da Tassini).. NOTE:

6 12 1561 === Barili Agostino cr., Lettera al superiore dei Barnabiti Girolamo Marta (06.12.1561) - testo in Somascha V(1979)52-53 - originale in Milano, Archivio Barnabiti di S. Barnaba - "Augustini Bergomensi Dialogi de articulis fidei; Expositio dominicae orationis; Dialogi in decem precepta et in septem Ecclesiae sacramenta; Expositio in salutatione angelica et in Salve Regina": Stoppiglia II 93, Griseri I 62, Vaerini 1788, I 46 (cf. Somascha V(1979)52; il Vaerini li ha visti in un ms. del XVI sec. presso la Biblioteca dei Teatini a S. Nicola ai Tolentini a Venezia; sono ora introvabili!) - foto: Stoppiglia II 256 - G. Silos, "Historiarum Cl. Reg." (Parma 1650) vol. I, pp. 484-485 - P. Vezzosi, "I scrittori de' Ch. Reg. detti Teatini" (Roma 1780) vol. I, p. 119. NOTE:

1 01 1562 === Gambarana Angiolmarco crs., Orationes ex nonnullis sacrorum doctorum excerptae per venerabilem Angelum Marcum Gambaranam clericum Papiensem ad piarum animarum utilitatem. Brixiae apud Damianum Turlinum 1562 in 8° - F18 (Ristretti Paltrinieri), 14. NOTE:

1 01 1562 === Montorfano Giovan Paolo cr., Modo breve et facile, utile et necessario in forma di dialogo di ammaestrare i figlioli mascoli et femine et quelli che non sanno nelle divotioni et buoni costumi del viver cristiano; raccolto dal rev. sacredote don Giovanni Paolo da Como, clerico regolare. Venezia 1562.



Il Catechismo e' diviso in tre parti:



- la parte 1° si rivolge ai "principianti e novizi della scuola di Cristo" esponendo i primi elementi della fede;

- la parte 2° approfondisce questi contenuti per quanti hanno fatto qualche profitto nell' educazione cristiana;

- la parte 3° infine riguarda gli adulti.. NOTE:

9 03 1562 === Gambarana Angiolmarco crs., Lettera a p. Angelo da Nocera (09.03.1562): Somascha IX(1984)103 - Vitone 323 - foto: Stoppiglia II 107 - RC 1961 p. 198 - "Dialogi vari" (Pavia 1568) - due sue firme autografe: RC 1961 p. 197 - p. Caimo, "Vita del p. Angiolmarco Gambarana (Venezia 1865) - Griseri I 79. NOTE:

13 04 1562 === 027 "1562. Essendosi congregati li Fratelli della Compagnia in S. Martino di Milano confermarono li 13 aprile il Prete Angelo da Nocera Vicario anno 3. Consiglieri il P. Francesco Faurio da Trento an. 1 e il laico Girolamo Vicentino an. 3.

- Furono eletti per il Capitolo: il P. Simone da Bergamo, il fr. Girolamo Vicentino, il P. Giovanni Valcamonica, il fr. Gianfrancesco da Bergamo e fra Giannantonio da Cerano.

- Fratelli della Compagnia:



P. Leone Carpano da Milano

P. Agostino da Bergamo (Barili, ndr.)

P. Angiolmarco da Pavia (Gambarana, ndr.)

P. Vincenzo da Borgo (Franco, Trotti, ndr.)

P. Angelo da Nocera

P. Giamm.a d' Aquate

P. Girolamo da Bergamo

P. Francesco da Trento (Faurio, Spaur, ndr.)

P. Luigi da Pavia

P. Bartolomeo da Monsarello

P. Giovanni Valcamonica (Scotti, ndr.)

P. Bernardino Valcamonica

P. Bartolomeo da Piemonte (Brocco, ndr.)

P. Bartolomeo da Pia (Pavia? ndr.)

P. Reginaldo da Salo'

P. Maffeo da Camporigo (Belloni o Bellone, ndr.)

P. Lattanzio da Brescia

P. Anselmo da Pavia



fr. Cristoforo da Chidu' (Chiuduno, ndr.)

fr. Girolamo Vicentino

fr. Gianantonio da Cerano

fr. Battista da Bergamo

fr. Vincenzo da Bergamo

fr. Domenico da Zelo

fr. Gianfrancesco da Bergamo

fr. Battista Moro

fr. Giovanni da Udine

fr. Giovanni da Genova

fr. Gianangelo da Milano

fr. Francesco da Imbever

fr. Lazzarino da Genova

fr. Silvestro da Bergamo

fr. Francesco da Vascona



- Parlandosi se si dovea, dar aiuto alle Convertite di Pavia atteso che anno loro assistito per lo passato, fu risoluto che in un altro Capitolo se ne parlasse, e che frattanto il P. Vicario parlasse con li Protettori.

- Per accettar l' Opera di Ferrara, fu risoluto di mandar due a far sperimento, e di conchiuder poi in altro Capitolo.

- Prima di accettar l' Opera di Asbe (Aste, Arbe? ndr.), fu risoluto di mandare a vederla, dar buone parole, e conchiuder in altro Capitolo.

- Fu ordine agli Esposti di Genova, che avanzando dalle Opere alcun ministro, se gli dia l'aiuto possibile.

- Che non si insegni ai putti fuori di casa, eccettuato qualche caso indispensabile.

- Nessuno si permetta di passare agli Ordini Sacri, se non e' effettivamente descritto nella Compagnia.

- Per la riforma, ognuno noti quello che gli dispiace, e cio' che debba aggiungersi; per indi riferirlo ad altro Capitolo, in cui saranno fatti due deputati.

- Furono stabiliti per le opere li seguenti:



Gaspare da Milano

Pierpaolo da Milano

Gio. da Olleggio

Giovanni da Trento

Giuglio Martino da Bergamo

Francesco da Ferrara

Gianmaria da Brescia" (ACS, p. 46s).. NOTE:

1 01 1563 === PIEMONTE (Da) BARTOLOMEO crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1 01 1563 === Spinola Publio Francesco, Opere. Venezia 1563 - tra queste poesie c'e' un poemetto diretto a Primo de Conti ( o del Conti) che da Venezia andava a Roma presso mons. Visconti, in cui lo Spinola chiama il Conti "Divine olor - Cycne candidissime"; inoltre un altro dal titolo "Dialogus de mortuorum sepulcris, in quo Episcopus quidam et Primus inducuntur Tridenti colloquentes", dialogo avvenuto il 23 giugno 1562.



Pietro Francesco Spinola negli 'Epigrammaton' lib. 2 (del 1563, ndr.):



'Natorum es primus, genitoris, nomine, reque;

Primus es ingenio qualibet arte tuo.

Doctorum es primus, nulli pietate secundus,

Esque mihi, et semper primus amicus eris' (la citazione si trova nel Picinelli, Ateneo ecc., Milano 1670, pag. 474).. NOTE:

1 01 1563 === 1563: finisce il Concilio di Trento (1545-1563).. NOTE:

1 01 1563 === "1563. Mori' Bernardo (Odescalco o Odescalchi, ndr.) quest' anno medesimo, ma non si sa il giorno ne' il mese. Fu caro Bernardo per lo zelo della Fede, e della Religione Cattolica a Paolo IV (Carafa, ndr.), che lo nomino' con nobile encomio in una numerosa congregazione di Cardinali in Roma. Volle lo stesso pontefice che questo buon gentilhuomo prendesse la cura di distribuire certa somma di denari, che ogni mese il vescovo di Como somministrava per ordine di sua Santita' a fine di mantenere i Predicatori Cattolici nella Valtellina, e di mantenere salda la vera fede in quei contorni; e bramando alcuni di sottrarre Bernardo a questo carico col rappresentargli la sua decrepita eta', il pontefice rispose loro ch' egli era piu' vecchio di lui e che tuttavia s' affaticava; onde l' uno e l' altro per gloria di Dio dovea volentieri prendersi quel travaglio. Fu anche il medesimo Bernardo inviato dalla Citta' Ambasciatore a Carlo V e per rallegrarsi della sua incoronazione in Bologna e per trattare con lui alcuni affari di molto rilievo a benefizio publico. Carico adunque Bernardo e d' anni e di meriti passo' a ricevere, come piamente si deve sperare dall' eterno Remuneratore la mercede di tante sue buone operazioni. Lascio' nel suo morire sei maschi, eredi non meno dei suoi beni, che delle sue virtu', dei quali avremo piu' volte a fare degna memoria qui sotto secondo l' ordine dei tempi" (Tatti, Annali di Como, Deca III, 646.54).. NOTE:

1 01 1563 === Ordine dei Signori Protettori (Ferrara, 1563).. NOTE: Vitone 125 - Fonti 7 - Fonti Somasche 235-239.



Testo Beneo.

1 01 1563 === GAMBARANA ANGIOLMARCO (I), sup. maggiore (4° dopo la separazione dai Teatini), pavese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

26 04 1563 === 028 "1563. Congregatosi in Milano il Capitolo li 26 aprile fu eletto il Padre Angiolmarco Gambarana da Pavia Superiore anno 1. Consiglieri: P. Francesco fa Trento an. 2, P. Angelo da Nocera an. 1. Per quelli di Capitolo eletti: P. Girolamo da Bergamo, P. Giovanni Valcamonica, fra Cristoforo da Bergamo, fr. Gianantonio da Cesate (Cerano? ndr.) e fr. Gianfrancesco da Bergamo.

- Avendosi buona relazione dell' Opera di Ferrara da quei nostri ministri cola' mandati, ad istanza di quei Signori, ai quali accettavano gli ordini, e capitoli mandati dalla Compagnia; quindi e' che in questa Congregazione fu la detta Opera accettata con rendimento di grazie al Signor Iddio.

- Fu ordinato al Visitatore di avvisare il Padre ed il commesso dei difetti loro che ritroveranno nella visita, senza farne nel Capitolo memoria" (ACS, p. 48).. NOTE:

1 06 1563 === Bolla di Pio IV "Salvatoris et Domini" (1 giugno 1563).

"La Congregazione (staccata dai Teatini nel 1555, ndr.), lasciata a se stessa, per opera del p. Angiolmarco Gambarana, che era succeduto al Barili nella figura di suo capo, ottenne nuova conferma e nuovi privilegi pal Pontefice Pio IV l'anno 1563" (Santinelli 1767, 214). Caimo 1865 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio della Procura Generale nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma").. NOTE:

1 11 1563 === "Sepolture nelle chiese: abuso tolto dal Concilio di Trento (sess. 24, de reform.), al cui decreto diede S. Carlo Borromeo piena esecuzione nella sua diocesi, avendo inoltre nel I° Concilio Provinciale (cap. De Sepult.) avvertito i vescovi suoi suffraganei 'ut morem multis locis intermissum mortuos in coemeteriis sepeliendi restituendum curent'" (cit. da: Enciclopedia Cattolica, s.v. Sepolture). La sessione 24 del Concilio di Trento si tenne nel novembre del 1563.. NOTE:

11 11 1563 === "Le prescrizioni in materia di registri parrocchiali furono prese durante la sessione XXIV (24) del Concilio di Trento, avvenuta l' 11 novembre 1563" (AdL 2-3/2002, 74 n. 1).. NOTE:

1 01 1564 === Bava Andrea crs., Istruzione della Vita Christiana, riformata per prete Andrea Bava e da la Santissima Inquisizione per Cattolica e necessaria all'istruzione dei figlioli approvata. In Torino, 1564. Bibl.: Derossi, p. 8; Mazzuchelli, II, p. I, p. 557; Rossotto, postille manoscritte, vol. II, p. 42. Cit. da: Begey Bersono Marina - Dondi Giuseppe (a cura), Le cinquecentine piemontesi, 3 voll., Torino 1966. Vol. II (Biblioteca di Torino), pag. 32, n. 663.. NOTE: Fu pubblicato a Torino nel 1564, dopo che vi si organizzarono le Scuole con l'applicazione delle Regole e con l'uso dell' Interrogatorio della Compagnia di Milano (cf .Tamborini 1939).

1 01 1564 === Gallo Agostino '1499-1570', Le dieci giornate della vera agricoltura, e piaceri della villa. di Agostin Gallo In dialogo. In Brescia : appresso Gio.Battista Bozzola, 1564. 202, [20] c. : ill. ; 8¡



Localizzazioni: Bibliot. citta' di Arezzo - Arezzo, Bibliot. civica Queriniana - Brescia, Bibliot. comunale - Breno, Bibliot. naz. V. Emanuele III - Napoli, Biblioteca civica centrale - Torino, Biblioteca del Seminario arcivescovile - Venegono Inferiore. NOTE:

1 01 1564 === Sonnio Francesco (1506-1576), Breue institutione christiana del Reu. M. Francesco Sonnio ... Nuouamente tradotta dal Reu. M. Anselmo Venturi. Insieme con vna espositione del Simbolo d' Anastasio del R.P.F. Reginaldo Nerli dell' ordine dei Predicatori. In Firenze, appresso i Giunti, 1564. 160 c. ; 16¡. (Catalogo Nazionale Cinquecentine: n. 47846, Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma). - Anastasio sta per Atanasio!. NOTE:

1 01 1564 === (Confini) Interrogatorio di Somaschesi sui confini (p. Trotti) (1564). [ASPSG So 2013b, 'fotocopia'].. NOTE: E' tratto da: Milano, Arch. St., Confini, p. ant. 271? (cf. Somascha 1977, 44-45).

1 01 1564 === "Nel 1564 da parte di Lecco si era preteso di rimisurare il terreno e di tracciare una nuova linea tra il muro della Chiusa e il passo della Vechiarola (Viciarola); con cio' veniva esclusa dal dominio veneto la Rocca di Vercurago, 'fatta per sicurta' e diffesa di questo passo, et anchor che gia' molto tempo non si tenga in questa rocha custodia o guardia alcuna, pero' e' sempre stata tenuta et goduta da quei sudditi della Serenita' Vostra' (cosi' scrive il capitano Lorenzo Donato nel 1565 al Senato di Venezia, ndr.). L'obiettivo dei lecchesi era di impadronirsi del passo e della rocca, da dove era possibile penetrare nella valle di San Martino" (cit. da: Martinelli 1987, 79).. NOTE:

1 01 1564 === Nel 1564 l'arcidiocesi di Milano ordino' a tutti i curati delle parrocchie della Diocesi di iniziare a registrare su appositi volumi chiamati "Cura status animarum" i nomi dei nati, dei morti e degli uniti in matrimonio (cf. AA.VV., Fides per millenium. Il Decanato di Brivio storico erede dell'antica pieve. Brivio 2000, p. 56).. NOTE:

1 01 1564 === Nel 1564 viene fatto un processo sui confini tra il veneziano e il milanese relativamente alla faccenda Rocca - Valletta. Il testo del Processo si trova in: Arch. St. Milano, Confini p. ant., 211 (cf. Tentorio, Realta' e spiritualita' 1980, 13). NOTE: Attenzione: Pellegrini (in: Somascha 1977, 44) cita come posizione archivistica: Confini, p. ant. 271 passim!

1 01 1564 === "Nel biennio 1564-66 si lavoro' certamente a Venezia a proposito della dotazione del Seminario creato da S. Carlo a Somasca. I documenti della Nunziatura Apostolica potrebbero rivelare qualcosa di interessante in proposito. Infatti solo dopo l'erezione del piccolo seminario di Somasca S. Carlo potra' servirsi di chiericati e beni in territorio veneto (bergamasco) per la dotazione del seminario. Il denaro veneto non poteva esulare, doveva essere speso in territorio veneto, a vantagio diretto della popolazione del dominio. Bisognava quindi che il seminario da dotarsi con aggiudicazioni di benefici bergamaschi e con imposizioni sui benefici stessi sorgesse in territorio veneto ... Nel territorio bergamasco della Arcidiocesi milanese esistevano due sole case religiose ed entrambe nell'alta Valle S. Martino, anzi dentro i confini della stessa parrocchia di Calolzio: i pp. Serviti al Lavello e i Chierici Regolari di S. Gerolamo Emiliani a Somasca" (Tagliabue 1931, 10-11).. NOTE:

1 01 1564 === Risale a quest'anno il "Liber Seminarii Mediolani ossia Catalogo totius cleri civitatis et dioecesis mediolanensis, cum taxa a singulis solvenda pro sustentatione Seminarii inibi erigendi" compilato l'anno 1564. Edito da Magistretti Marco in: Archivio Storico Lombardo, serie quinta, anno LXIII, 1916, parte I, pagg. 121-162; parte II, pagg. 509-561.. NOTE:

3 01 1564 === 1564, 3 gennaio. La Comunita' di Olginate da' in appalto a mastro Giovanni de Bolis di Olginate "nominative de Datio et Intrata portus dicti loci de Olginate" per lire 314 imperiali. E' citato: "Polifilus de Abdua (Polifilo d'Adda, ndr.) fq. D. Jacobi".. NOTE:

17 04 1564 === 029 "1564. In Milano li 17 aprile congregato il Capitolo fu confermato il p.. Angiolmarco da Pavia Superiore an. 2. Consiglieri P. Francesco da Trento an. 3 e P. Giovanni Bresciano an. 1.

- Per quelli di Capitolo: P. Girolamo da Bergamo, fr. Cristoforo da Bergamo e fr. Girolamo Vicentino.

- Decreti che si lasci la novita' nel vestire.

- Che il Successore non muti cio' che ha fatto l'antecessore.

- Li stabiliti nelle Opere furono:



Gianmaria da Bergamo

Battista da Romano, Gianantonio da Milano

Antonino da Roncadelli

Martino da Milano

Pierpaolo da Milano

Giovanni da Trento chierico, Gianmaria da Brescia

Andrea da Bellinzona

Francesco da Gavardo'

Camillo da Venezia

Alessandro da Savona chierico, chierico Luigi da Brescia

chierico Battista da Genova

Giacomo Filippo da Milano

Domenico d' Assisi

Paolo da Piacenza

Pierantonio da Mantova

Battista da Savona (Gonelli) (Gonella, ndr.)

Guglielmo da Milano chierico

Bartolomeo da Casalmonferrato (Brocchi) (Brocco, ndr.)

Pasio da Brescia

Pietro da Brescia

Giorgio da Vercelli

Inocenzo da Brescia chierico

Girolamo da Piacenza chierico

Bartolomeo da Monsarelli chierico

Gabriele Monsarelli chierico

Gianstefano da Milano

Ludovico da Ghieria.



- Decreti che i putti della scola, per maggior loro fermezza nel servizio delle Opere, promettessero al Capitolo di perseverare nell'ubbidienza. Che se accadera' il caso, che alcun di loro, o partir volesse o dovesse licenziarsi da noi, il Padre Vicario o Superiore possa assolverlo dall'obbligo, di qualunque promessa, e cio' in vigore dei nostri privilegi, e di comune consenso della Compagnia" (ACS, p. 48s).. NOTE:

6 05 1564 === "Il 6 maggio dello stesso anno 1564 il cardinale Carlo Borromeo scriveva tra l'altro da Roma all' Albonese (Tullio albonese, agente di casa Borromeo, ndr.) in questi termini: 'Fra pochissimi giorni partira' di qui (da Roma, ndr.) messer Nicolo' Ormaneto uno dei maggiori uomini che io potessi havere in questi tempi per il governo di quella mia Chiesa di Milano et se ne verra' a quella volta a supplir alla presente absentia mia. Egli fu allievo del card. di felice memoria Polo d' Inghilterra (card. Reginaldo Polo, ndr.) et poi ministro principale del Vescovo Giovanni Matteo (Giberti, ndr.) de Verona vecchio si raro et valoroso huomo, egli poi da se stesso ha dato molti saggi del valor suo, egli e' tale insomma per giuditio di chi lo conosce che io mi debbo trovar consolatissimo se ho differito tanto tempo a provvedere di persona a mia satisfattione per questo governo con il ristoro che io spero del buon regimento di quest'huomo che io mandaro' hora che e' versatissimo si de sacri Canoni, come della Theologia. Ho voluto che lo sappiate per satisfattione che ne havra' quella citta'' (nota: Bibl. Ambros., S.Q. + II, 7, fol. 113v)" (Marcora Carlo, Lettere di San Carlo a mons. Ormaneto. in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, VIII, Milano 1961, p. 226).. NOTE:

8 07 1564 === L' opera del Crispoldi ("Istruttione de' Sacerdoti") probabilmente circolava gia' alcuni anni prima della stampa fatta nel 1568, perche' gia' nel 1564 il Borromeo fa avere al suo Vicario Ormaneto "quei ricordi di Mons. Giovan Matteo (Giberti, ndr.) per l' officio dei curati nelle loro chiese insieme con le aggiunte del Crispoldo", come e' detto nella lettera dell' 8 luglio 1564, edita da Marcora C., Nicolo' Ormaneto Vicario di S. Carlo (giugno 1564-giugno 1566). in: Memorie Storiche della Diocesi di Milano, vol. 10, 1961, p. 486.. NOTE:

12 08 1564 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma al suo Vicario Generale a Milano mons. Nicolo' Ormaneto, del 12 agosto 1564, in cui parla del p. Leone Carpani:

"... Io vado spesse volte pensando come potesse provvedervi di qualche buono operario che vi sollevasse in qualche parte delle molte fatiche che tuttavia vi convien fare in repurgare cotesta messe et parmi che il Signore Iddio me n'habbia mandato uno avanti che sara' a punto secondo il gusto nostro questo e' il Reverendo. Don Leone Milanese, il quale per avventura dovete conoscere essendo stato molti anni in Roma, dove universalmente si ha di lui bonissimo odore et si vede che di continuo si occupa in opere spirituali et pie come nella cura degli orfani et simili. Ma appresso di me e' grande argomento della sua bonta' che essendo egli stato come si dice molto amato dal Papa Paolo IV (Carafa, ndr.), si dimostro' sempre lontano da ogni desiderio di honore et cosi' si e' vivuto et vive senza alcuna ambitione, servendo Dio. Hora vengo in grande speranza che questo santo huomo dovera' potere fare costi' di molto bene et per la prattica che ha delle buone opere, et per il zelo del servitio di Dio et l'esser egli Milanese, mi pare che lo possa render piu' grato a quel popolo et giovare tanto maggiormente. Per il che sono in prattica d'haverlo et gia' la cosa e' tanto oltre che io spero fermamente di mandarlo in breve a Milano ..." (originale in: Milano, Arch. Arciv., Sez. IX, vol. 3, fol. 77v-78r). Riportata da: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 504.. NOTE:

30 08 1564 === "Il giorno 30 agosto 1564 si incomincio' la seduta del Sinodo della Diocesi di Milano all'una del pomeriggio; lette le preghiere prescritte fu letto il decreto Tridentino sessione XXV capo X 'De iudicibus' ed il clero passo' alla nomina dei giudici; ne furono nominati 12. Quindi furono nominati 'suffragiis per schedulam occultam lattis' otto esaminatori sinodali. Prima pero' fu letto il decreto su gli esaminatori. I nominati (nota: Archiv. Curia Arcivescovile, Sez. VI, vol. 12. Ecco il nome degli eletti: 'Examinatores: R.di Domini: Io. Franciscus Sormanus Vicarius; Paulus Patrocinius; Franciscus Castellus ordinarius; Marcus Antonius Ghiringhellus canonicus sancti Georgii in pallatio; Primus Comes. Ioannes de Comite rector sancti Protasii ad Monacos; Michael Sovicus rector sanctae Mariae Passarellae; Hieronimus de laqua canonicus sancti Ambrosii Maioris') presentarono il giuramento prescritto, quindi il Sinodo fu aggiornato alla mattina successiva" (cit. da: Marcora Carlo, Nicolo' Ormaneto vicario di S. Carlo (giugno 1564 - giugno 1566). in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 259).. NOTE:

4 09 1564 === Il 4 settembre 1564, dal vescovo Federico Cornaro (Corner, ndr.) si apri' in Bergamo il primo Sinodo diocesano (maggiori notizie sul Sinodo in: AA.VV., Il primo Sinodo di Bergamo dopo il Concilio di Trento. in: Vita Diocesana, Anno 1910, pag.34).. NOTE:

4 09 1564 === "Synodus Cornelia I. De Cenotaphiis, quae deposita vocant corporum mortuorum in Ecclesiis non ponendis. Cap. XXXII. (Corn. 2. cap. 22). Cenotaphiis, & honorariis tumulis, quos deposita vocant, iam prope complentur templa, & Sanctis dicatae Ecclesiae, earumque facies undique deturpatur. Quapropter ne cuiquam in posterum liceat huius generis cenotaphia, seu deposita in Ecclesiis ponere, nisi ad modicum tempus pro forensium, vel aliorum cadaveribus, (quae brevi sint alio transferenda) praesenti constitutione decernimus, diligentem quoque operam daturi, ut quae ad praesens in Ecclesiis existunt huiusmodi cenotaphia, & sepulcra, omnino amoveantur, sicuti Romae quoque Summi iussu Pont., & aliis in Civitatibus, & locis factum cernitur. Data Bergomi in Cathedrali templo dum Synodus celebraretur, nonis Septembris, ann. 1564 (4 sett. 1564)" (cit. da: Acta Synodalia Bergomen. Ecclesiae ab Ill.mis et Rev.mis DD. Cornelio, Milano, Emo, Priolo, Iustiniano, & E.mo Card. Petro Priolo, Episcopis Berg. condita, in unum volumen redacta ... Bergomi MDCCXXXVII (1737) apud Fratres Rubeos, pag. 42).. NOTE:

4 09 1564 === "Synodus Cornelia I. De Libris per Parochos tenendis. Cap. XXVI. Singuli animarum cura eercentes tres habeant libros, in quorum uno contrahentium matrimonia, & testium, qui contractibus interfuerint; in alio baptizandorum, & parentum, ac eorum, qui ad levandum de fonte sacro baptizatos vocati fuerint, cum quibus iuxta Concilii Tridentini statuta, cognatio spiritualis contrahitur; & eorum ex Parochianis utriusque sexus, qui saltem singulis annis in Paschate Resurrectionis Dominicae sacramentaliter non confitebuntur, nec Sanctiss. Eucharistiam assument, nomina, & cognomina describantur, ut ex ipsis libris videri possint, & contracta legitime matrimonia, & impedimenta ex spirituali cognatione venientia: & oves morbosae, & aberrantes cognosci, ut earum saluti ratione aliqua consulatur. Qui curam animarum exercens in hoc genere inobediens fuerit, quinquaginta librarum Camerae Fisci, & pauperum Episcopatus applicandarum poena coerceatur" (cit. da: Acta Synodalia Bergomen. Ecclesiae ab Ill.mis et Rev.mis DD. Cornelio, Milano, Emo, Priolo, Iustiniano, & E.mo Card. Petro Priolo, Episcopis Berg. condita, in unum volumen redacta ... Bergomi MDCCXXXVII (1737) apud Fratres Rubeos, pag. 39).. NOTE:

23 09 1564 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma il 23 settembre 1564 al suo Vicario Generale in Milano mons. Nicolo' Ormaneto: "... Delle buone qualita' di Messer Primo (de Conti, ndr.) sono io pienamente informato et come voi dite e' huomo di dottrina et integrita' grande del quale io non dubito che spendera' sempre prontamente in servitio di Dio i talenti che gli ha dati. Monsignor di Ventimiglia dice che lo vorrebbe far prima prete et poi darmelo. Pero' vedete se poteste voi aver l'honore di questa buona opera et cosi' non lo lasciaremmo piu' partire. La scelta che designate di fare di huomini dotti et timorati di Dio per esaminar confessori, predicatori etc. a me pare pensiero Santissimo et che messo in pratica partorira' gran frutto per il che non mancate di colorir quanto piu' presto questo buon disegno et forse potrete valervi di tutti o parte degli esaminatori gia' deputati alle parrocchiali et di mano in mano avvisaretemi di quanto seguira' ... Spero anchora di mandarvi in ogni modo et presso quel Don Leone (Carpani, ndr.) del quale vi scrissi gia' che credo vi satisfara' et sara' buono istromento a molte opere pie et religiose" (originale in: Milano, Arch. Arciv., Sez. IX, vol. 3, fol. 119v-120r e 120v). Riportata in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 523.. NOTE:

24 10 1564 === Erba, Eremo S. Salvatore, consacrazione della chiesa del nuovo convento dei Cappuccini (fondato nel 1536 per donazione del Carpani Leone): "Dalla cronistoria ms. del Convento datata 1536: '... La chiesa fu consacrata l'anno del Signore 1562 alli 24 ottobre da mons. Girolamo Ferraguti vescovo di Ivrea che allora fu Visitatore apostolico mandato dal Sommo Pontefice Pio IV ad istanza di San Carlo ...'" (Barbieri Silvio, L' Eremo di San Salvatore sopra Erba. in: AdL 1/1988, 4; a p. 5 riproduzione fotografica della copertina del ms. intitolato 'Fondazione del Convento de' Cappuccini sopra Erba ed altre cose notabili dal 1536 in avanti. Convento S. Salvatore sopra Erba'").. NOTE:

28 10 1564 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma il 28 ottobre 1564 al suo Vicario Generale in Milano mons. Nicolo' Ormaneto: "... Scrivo due parole a Messer Primo (de Conti, ndr.) conforme al ricordo vostro ..." (originale in: Milano, Arch. Arciv., Sez. IX, vol. 3, fol. 141r).. NOTE:

8 11 1564 === Lettera di Primo Conti a S. Carlo Borromeo. Da Milano, 8 novembre 1564.. NOTE: Originale: Milano, Bibl. Ambros., S.Q. + II. 8 (156).

25 11 1564 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma il 25 novembre 1564 a Primo de Conti.. NOTE: Originale in: Milano, Arch. Arciv., Sez. IX, vol. 3, anno 1564, fol. 159v - 160r.

Pubblicata in Somascha 1976, 93.

25 11 1564 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma il 25 novembre 1564 al suo Vicario Generale in Milano mons. Nicolo' Ormaneto del 25 novembre 1564.. NOTE: Originale in: Milano, Arch. Arciv., Sez. IX, vol. 3, anno 1564, fol. 159r.

Pubblicata in Somascha 1976, 93.

1 01 1565 === BARILI SIMONE (da Bergamo) crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1565 === CRIVELLI BATTISTA crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57 (Crivelli Battista da Pavia) - Fava 1959 (S. Geroldo)?. NOTE:

1 01 1565 === Gallo Agostino '1499-1570', Le dieci giornate della vera agricoltura, e piaceri della villa. Di M. Agostin Gallo, in dialogo. In Venetia, 1565 (In Venetia : appresso Domenico Farri, 1565 [12], 239, [9] c. ; 80.

Localizzazioni: Biblioteca di lettere e filosofia dell' Universita' degli studi di Firenze; Biblioteca internazionale La Vigna- Vicenza, Biblioteca civica - Fossano - CN. NOTE:

1 01 1565 === Sauli Alessandro csp., De Officio Parochi. (operetta scritta a Milano per S. Carlo Borromeo anteriormente al 1566 - poiche' cita il Concilio di Trento ma non accenna alla pubblicazione del Catechismo Romano! - da anonimo ma attribuita al barnabita Alessandro Sauli; si conserva ms. in: Bibl. Ambrosiana, D. 325 inf. inserto II, 20 ff. col titolo "Anonymi De Officio Parochi Vide in fine"; e' stato pubblicato da: Marcora C., Un trattato "De Officio Parochi" scritto a Milano per S. Carlo. in: Memorie Storiche della Diocesi di Milano, vol. XIII, 1966, p. 9-46).. NOTE:

1 01 1565 === 1565-1569: Giovanelli Giovanni veronese, prevosto di Garlate.. NOTE:

1 01 1565 === MONTORFANO G. PAOLO cr., di Como, compagno di S. Girolamo; unitosi i Somaschi coi Teatini, il Montorfano ne professo' la regola; si distinse in modo particolare nell'insegnamento del catechismo, secondo i metodi del suo primo maestro Girolamo, svolgendo la sua attivita' particolarmente a Venezia. Di lui parla diffusamente il Castiglioni nella sua "Storia della Compagnia della Dottrina Cristiana" (Milano 1810). Le sue opere catechistiche si conservano all' Ambrosiana, e in copia in ASPSG (cf. Tentorio Marco crs., in: I Grandi del Cristianesimo, sub nomine).. NOTE:

1 01 1565 === Nel 1565 S. Carlo viene informato che a Carenno (prete Zanino Rota da Palazzago) e a Vercurago (prete Francesco Chiuduno di Caleppio) celebravano officio e funzioni alla romana (quindi non secondo il Rito Ambrosiano).. NOTE: Milano, Arch. cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. XIV.

1 01 1565 === Relazione del 31 dicembre 1565 del capitano della Chiusa Lorenzo Donato (Dona', ndr.) al Senato di Venezia: "Nel 1564 da parte di Lecco si e' preteso rimisurare il terreno e tracciare una nuova linea di confine tra la Chiusa e il passo della Viciarola (Vechiarola) sopra Somasca; con cio' viene esclusa dal dominio veneto la Rocca di Vercurago, che era stata fatta per sicurta' e diffesa di questo passo; et anchor che gia' molto tempo non si tenga in questa rocha custodia o guardia alcuna, pero' e' sempre stata tenuta et goduta da quei sudditi della Serenita' Vostra" (allude all'utilizzo che ne fece Girolamo e i primi padri? Si noti che in carta del 1756 della Mai di Bergamo e' segnato "Pizzo di Vicciarola o sia Scaliggia"). Cit. tratta da: Capellini P., Storie di confine. in: La valle San Martino nella storia. Materiali e contributi. Comunita' Montana della Valle San Martino 1987, p. 79.. NOTE: Lorenzo Dona' era Capitano di Bergamo (cf. Somascha 1977, 44).



L'originale della relazione si trova in: Venezia, Arch. St., Relazioni al Senato, busta 35.

1 01 1565 === S. Carlo Borromeo, ponendo mano alle riforme previste dal Concilio di Trento, trasforma nel 1565 le rettorie esistenti nella diocesi di Milano in Parrocchie. La chiesa plebana di Garlate aveva cosi' definitivamente terminato il suo compito; essa rimase la chiesa parrocchiale del minuscolo borgo, mentre nel suo distretto o pieve presero vita le nuove parrocchie con i propri parroci; con sacerdoti cioe' investiti di autorita' giuridicamente riconosciuta dall' Arcivescovo. Olginate fu una di queste.. NOTE:

1 01 1565 === "Verso il 1565 inizio' in Venezia il primo dei cori di putte degli ospedali, proprio qui, all' ospedale dei Derelitti (l'attuale chiesa di S. Maria dei Derelitti verra' costruita solo nel 1575 su progetto del Palladio): cantavano 'semplicemente e con voce distesa' il vespero nelle domeniche e nelle feste principali. Il che da principio non fu ben visto dai governatori e dai medici dell' ospedale, in quanto (dovendosi cantare in un luogo che era destinato sia ai malati che al pubblico) il canto attirava troppa gente e 'se ne vede de quelle che non vengono per devotion ad aldir vespero'" (Ellero, Le scuole musicali ecc. 1986, pag. 63).. NOTE:

1 01 1565 === REGGIO EMILIA, Innocenti: opera iniziata nel 1565 e finita nel 1619 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

20 01 1565 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Roma il 20 gennaio 1565 al suo Vicario Generale in Milano mons. Nicolo' Ormaneto: "... Mi piace infinitamente che Messer Primo vostro (de Conti, ndr.) sia disposto come scrivete di dedicarsi tutto al servitio del Signor Dio, et farsi prete, percio' non lasciate intiepidire questo suo buon desiderio, ma essortatelo ad effettuarlo quanto prima, dovendo egli esser sicuro che questa sua obedienza sara' gratissimo sacrificio a Dio. Pensate anchora se fosse bene dare a lui il carico di Penitenziere nel Duomo, o di quella cura della quale mi havete scritto, che supplire all'uno e all'altro peso insieme non mi par che si possa. Cosi' lo avreste vicino per i bisogni occorrenti et con l'esempio suo farebbe giovamento in un di quei luoghi pertanto potreste ragionare seco et intenderne l'animo suo ..." (originale in: Roma, Arch. Barnabiti S. Carlo ai Catinari, Lettere di Governo, vol. I, fol. 7-9).. NOTE:

11 03 1565 === Ordini per l' Orfanotrofio di Vicenza (11.03.1565).. NOTE: dettati dal p. Spaur (RC 1961 p. 88) - ASPSG cart. luoghi Vic. 641 - Tentorio, p. Spaur 1961 (in appendice: li data 17 aprile 1565!) - Vitone 130 - Vicenza, Bibl. Bertoliniana, Archivio del Comune o di "Torre", b. 61 (ex libro 31), cc. 152-155 (testo).

17 04 1565 === INGLESE ENRICO crs. - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70 - ricorre il suo nome anche negli "Ordini per l' Orfanotrofio di Vicenza, 17 aprile 1565, ASPSG Vic. 641" (in: Tentorio, Ven. Francesco Spaur, Roma 1961, pag. 70 "... adoperando per suoi ministri li RR. P. don Enritio Inglese (sic, ndr.) et don Francesco da Trento della Compagnia delli servi ...").. NOTE:

8 05 1565 === 030 "1565. Il di' 8 maggio si uni' la Compagnia in Triulzio, dalla quale uscirono li seguenti decreti.

- Il Superiore potra' mutar i fratelli da un luogo all'altro, infra l'anno, a dar aiuto di persone a qualche citta', con l'assenzo pero' sempre di un Consigliere, o d'altri fratelli della Compagnia, e in caso di necessita'.

- Terminato il loro officio e carica, cosi' il Superiore, come li Consiglieri, la rinonzieranno in mano della Compagnia, chiedendo perdono delle mancanze loro nel governo.

- Il Padre Superiore dovra' tenere in deposito li denari dei Putti, senza obbligo di darne conto alli Protettori di S. Martino.

- Il Visitatore vedra' i conti, e i denari che avera' in cassa il sacerdote ed il commesso.

- Si tratto' ancora intorno alle Processioni, se i nostri orfani dovessero andar innanzi o dopo li figlioli bastardi, che fu di cio' lasciata la determinazione alli Protettori.

- Fu finalmente accettata l' Opera di Reggio concordemente.

- Furono eletti e confermati nel governo li seguent soggetti: P. Angiolmarco da Pavia Superiore an. 3. Consiglieri Prete Giovanni (Scotti, ndr.) Valcamonica an. 2, fr. Giovanantonio da Milano an. 1.

- Eletti di Capitolo: P. Vincenzo da Borgo, P. Francesco da Trento e fr. Vincenzo da Orgnano.

- Fratelli della Compagnia:



P. Francesco da Ferrara

P. Giammaria da Vercelli

P. Andrea da Genova (Bava? ndr.)

P. Pietro da Vercelli

P. Giacomomaria da Genova

P. Andrea da Bellinzona

P. Marino da Novara

P. Giovanni da Trento

P. Dionigi Piacentino

P. Francesco Gavardi (Gavardo'?, ndr.)

fr. Cristoforo da Chiodu' (di Chiuduno o Credaro? Nel 1565 era parroco a Vercurago prete Francesco Chiuduno da Caleppio che officiava alla romana)

fr. Girolamo Vicentino

fr. Gianantonio da Cerano

vedi il 1562

Giannantonio da Milano

Camillo da Venezia chierico



Novizi:



Francesco dalla Guascogna

Gianfrancesco da Brescia

Francesco da Ferrara

Giannantonio da Novi

Michele da Genova

Giannantonio da Milano

Andrea da Bellinzona diacono

Battista da Milano

Giovanni da Trento

Francesco Gavardo

Francesco Paitoni da Brescia



Stabiliti nelle Opere:



P. Antonio Mapello, Giovannino da Como, Claudio da Venezia, Battista da Lodi, Valentino da Udine, Gio. da Chionna, Venturino da Bergamo, Paolo da Conret, Costanzo da Pavia, Gianmaria da Rezo, Agostino da Monterosso, Francesco da Santa Eufemia, Michele da Padova, Camillo da Venezia, Vincenzo da Crema, Domenico da Bologna, Camillo da Savona, Giampietro da Savona ossia da Brescia, Giampaolo da Milano, Vincenzo da Saron, Battista da Lodi, Lazaro da Venezia, Pietro da Riviera" (ACS, p. 49-51).. NOTE:

13 05 1565 === Lettera del 13 maggio 1565 inviata dai padri Somaschi del Capitolo Generale agli Anziani con cui accettano l' Orfanotrofio di S. Martino a Reggio Emilia (ASPSG, cart. luoghi, Reggio, 68)- Tentorio, S. Martino di Reggio Em. 1963, 44. NOTE:

1 09 1565 === "A proposito del levar le tombe dalla chiesa, cosi' descrive la situazione un cronista del tempo, Urbano Monti: 'Qui vedendo egli (il card. Carlo Borromeo) quanto vana cosa fusse, che sopra li altari, in alto et sopra la stanza del santissimo sacramento nelle chiese, dovessero stare i monumenti de corpi de principi, de signori, capitani, o dottori, talhor puzzolenti nelle casse di legno con quei loro trofei, et sapendo come cio' fosse stato biasimato dal santo Concilio di Trento, et decretandogli contra, gli fece deporre, incominciando da maggiori, cioe' da le sepolture de Duchi et duchesse de Milano et conseguentemente d'ogni altro inferiore fra i quali furono trovati poco meno che intieri i corpi de Filippo Maria ultimo duca de Visconti, di sua figliola Bianca Maria, moglie del primo Francesco Sforza et di Giovanni Galeazzi, lor figliolo ucciso gia' a Milano l'anno 1477 vestito de brocato alla Ducale nelle cui mani furono trovati due anella d'oro cioe' una turchina di valore di circa quindeci ducati et un robino stimato appresso a ducento, di bellissima ligatura, mostrandosi tal robino fuori d'alcuni frutti e foglie nascenti da due corna di dovicia, che facevano il giusto tondo dell'anello et questi corpi havranno piu' giusta sepoltura in terra, essendo terra, ma quelli che in pietra eran ben chiusi, pero' che in terra giacciono di terra essendo il sasso furono lasciati' (nota: Bibl. Ambrosiana, P. 248 sup., fol. 83. Per le sepolture tolte a Milano dalle chiese cf. Costantino Baroni, Un episodio poco noto della vita di S. Carlo - La rimozione delle tombe dei Trivulzio nell'edicola Nazariana. in: Aevum, 9, 1935, 430-440)" (cit. da: Marcora Carlo, Nicolo' Ormaneto vicario di S. Carlo (giugno 1564 - giugno 1566). in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 324).. NOTE:

1 09 1565 === "Il Vicario Generale di Milano mons. Ormaneto avvisa il Borromeo che e' su buona strada nel togliere i sontuosi monumenti funebri nelle chiese e soprattutto prega l'arcivescovo Carlo Borromeo a non dare condoni a pene e provvedimenti ecclesiastici gia' presi da lui, perche' in quelle visite di cortesia si sarebbe insinuata da parte di molti scaltrezza e abilita' nel chiedere (nota: Bibl. Ambrosiana, F. 36 inf., fol. 473, Lettere dell' Ormaneto del settembre 1565)" (cit. da: Marcora Carlo, Nicolo' Ormaneto vicario di S. Carlo (giugno 1564 - giugno 1566). in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 323-324).. NOTE:

15 10 1565 === 1565, 15 ottobre. Concilio provinciale a Milano condotto dall' arcivescovo Carlo Borromeo. Vi partecipano i vescovi di Cremona Brescia Bergamo Vigevano Alessandria Alba Vercelli Tortona Casale Monferrato Acqui e i rappresentanti di Lodi Novara Asti e Savona. Le Costituzioni e i Decreti di questo concilio diventeranno il punto di riferimento obbligato per tutte le diocesi lombarde. Il Concilio termina il 3 novembre il Borromeo parte da Milano il 10 novembre per andare a Trento ad accogliere le arciduchesse d' Austria Barbara e Giovanna promesse spose di Alfonso d' Este e di Francesco Medici. Prima di partire fa togliere le tombe dei duchi di Milano dal coro del Duomo e secondo il Morigia "li fece mettere in terra" forse nello stesso coro (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

6 11 1565 === Pergamena Miani: Strida sopra i beni in Fanzuolo (Fanzolo). - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 5 - RC 1962 p. 87 (pergamena indecifrabile! Forse del 1655?). NOTE:

21 11 1565 === "Lettera del Vicario Generale Nicolo' Ormaneto a S. Carlo Borromeo, del 21 novembre 1565 (originale in: Bibl. Ambrosiana, F. 36 inf., fol. 687r): 'Ill.mo et Rev.mo Signor mio Colendissimo. I Depositi (cioe' le tombe nelle chiese, ndr.) son hormai qui nella citta' (di Milano, ndr.) quasi tutti a terra, con l'exempio di quello che si e' fatto nella chiesa maggior, aggiongendosi la diligentia di Messer Primo (de Conti, ndr.), al qual ho dato cura di questo, et qui et fuori, ne' poteva haver homo piu' a proposito di Lui, per l'humore, che gia' tanti anni ha di veder questa opera ... Milano alli 21 di Novembrio 1565 ... Di V.S. Ill.ma et Rev.ma Humilissimo Servitore Nicolo' Ormaneto'" (cit. da: Marcora Carlo, Nicolo' Ormaneto vicario di S. Carlo (giugno 1564 - giugno 1566). in: Memorie storiche della diocesi di Milano, vol. VIII, Milano 1961, pag. 412).. NOTE:

31 12 1565 === (Confini) Relazione del Capitano Donato di Bergamo al Senato Veneto (31 dicembre 1565). [ASPSG So 2014, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1566 === BARILI AGOSTINO crs., in: Statistica vol. 2 p. 93 - Statistica Stoppiglia (†). NOTE: "D. AGOSTINO BARILI Cittadino di Bergamo, illustre per facolta', e per sangue fu ammesso circa l'anno 1532 dal venerabile GIROLAMO MIANI nostro Santo Fondatore a partecipare del suo merito, e delle sue fatiche nella coltura degli Orfani, Orfanelle, e Poveri derelitti, nelle quali Opere pie applicando tutto il pensiero, e tutta la diligenza colla guida del MIANI Padre, ed Istitutore di si' grand'opere, si rende' singolarmente ammirevole in cotal esercizio di cristiana, e religiosa carita'. Dopo il transito al Cielo di quel Martire dell'Amore cosi' chiamato Il MIANI da san Pio V in una sua Bolla Martyr Charitatis, (qual transito segui' alli otto di Febbrajo del 1537.) fu Egli costituito Proposto generale a tutta la Compagnia de' Servi de' Poveri, (qual nome era dato alla Congregazione di Somasca priacche' annoverata fosse tra gli Ordini Regolari dal mentovato Pontefice) e vi presede' in qualita' di Capo, fino che da Dio ispirato professo' tra Cherici Regolari Teatini, a' quali fu quella unita per lo spazio piu', o meno d'anni 8 per comando di Pietro Carafa Cardinale, e poi Papa PAOLO IV. Prosegui' nella Congregazione de' Teatini col medesimo tenore di Santita', ed esercito' continuatamente fino alla morte quello spirito di edificazione, che gli avea comunicato il santissimo suo Maestro GIROLAMO MIANI. Paul. Greg. De Ferrar. in Vita Vener. Hieronym. Aemil.. apud Catanium Venet. 1676, Santinell. in ead. Vita apud Occhium Ven. 1740" (Cevasco, Somasca Graduata 1743, 1).

1 01 1566 === FOCHO ANDREA crs. (da Vercelli) - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57; Fochis?. NOTE:

1 01 1566 === BARILI AGOSTINO crs. (Somasca, Casa Madre; cit. del Caccia p. 29 della 2° ed.) - Stoppiglia 1934, 287 (dice: "Qui possiamo aggiungere una notizia che smentisce quella allora data circa il ritratto del p. Barili. Appoggiati sull'affermazione dell'autorevole Caccia, che a pag. 29 della 2° ed. della Vita di S. Girolamo da lui scritta da' come esistente a Somasca il ritratto del p. Barili dipinto su tela, ne abbiamo fatto personalmente ivi ricerca e crediamo di averlo rintracciato nel dipinto che qui riproduciamo". Ma questo personaggio (religioso con baffi e tricorno) ha sul tavolo avanti a se' un compasso e in mano dei fogli ... - Statistica 3, 256 (tela esistente a Somasca); non potrebbe essere il p. Buratti o il p. Vecelli, che erano rinomati architetti della Congregazione?



Caccia, Vita, Roma 1768 (2 ed.), p. 29: "Nelle mezzelune sotto il volto del portico (nel Collegio di Somasca) si va osservando dipinta a fresco la vita del Santo: di cui si ritrova in esso Collegio anche il ritratto in tela co' ritratti del Barili, del Gambarana, del Dorati e di vari altri".. NOTE:

1 01 1566 === Gallo Agostino '1499-1570', Le dieci giornate della vera agricoltura, e piaceri

della villa. Di M. AgostinoGallo, in dialogo. in Vinegia : per Giouanni Bariletto, 1566 [8], 208, [8] c. ; 8o



Localizzazioni: [Image]VI0154 - Biblioteca internazionale La Vigna -

Vicenza - VI - 1 esemplare

[Image] RM0267 - Biblioteca nazionale centrale

Vittorio Emanuele II - Roma - RM - 1 esemplare.. NOTE:

1 01 1566 === "1566, S. Carlo in atto di visita ad istantia di quelli di Somasca, visto il bisogno, separo' dalla cura di Caloltio Somasca e la fa cura. Notaro Pietro Scoto di Porta Nova di Milano cura di S. Andrea alla Pusterla q. Sebastiano" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6L).. NOTE:

1 01 1566 === 1566-1568: Tommaso da Pescarenico e' parroco di Olginate.. NOTE:

1 01 1566 === "Avanti del 1579 (forse gia' dal 1566?, ndr.) avevano gia' acquistato la torre fabbricato il quarto verso la strada, e la sala, che si trova confinante di patissa terre. Ortiva data nel tor la Chiesa: chiamato Ludus Litterarum dove facevano Schuola, ma non si trova l'acquisto perche' non avevano peranco libri di Introito ed esito se non nel 1579" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 4B).

"Sicche' dal 1537, morte del Fondatore, sino al 1589, anno li Padri acquistato la Torre et il luogo di fabbricare il quasto verso la strada, e la sala dove facevano Schuola, et il cortile sino al 1570, che vi era Seminario. Ma non si trova memoria perche' li libri di Introito e esito comincia solo l'anno 1579, sicche' non si trova le spese di tali anni dal 1537 al 1579" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 4B).. NOTE:

1 01 1566 === "Considerazioni sulla visita di S. Carlo Borromeo:



1. Rivalutazione della chiesa parrocchiale e dell'altar maggiore. La chiesa parrocchiale diventa il centro verso cui devono convergere le pratiche religiose di clero e popolo di tutta la parrocchia.

2. In secondo luogo, S. Carlo ripristina la centralita' del culto eucaristico perno della Riforma Cattolica contro l'eresia luterana; cio' comporta anche delle ristrutturazioni alle chiese, dal momento che l'altar maggiore presso cui deve essere collocato il tabernacolo col SS. Sacramento deve recuperare una posizione davvero preminente con spazi liberi davanti e dietro (con l'eliminazione di altari laterali, se serve, e con la realizzazione dell'abside e/o del coro).

3. La comunita' parrocchiale e' considerata nella sua totalita' di clero e di popolo: i capi famiglia, gli homines, vengono chiamati al suono della campana e vengono interrogati, possono dir le loro ragioni. Se gli homines possono parlare, devono pero' anche accettare il giudizio dell'Arcivescovo e dei suoi rappresentanti; cosi' vengono chiamati ad uno ad uno gli inadempienti al pagamento dei legati pii e minacciati di pene ecclesiastiche se non provvedono.

4. Mentre la massa dei fedeli era religiosa e anche troppo ligia e praticante, gravi abusi avvenivano da parte del ceto medio e alto: non venivano rispettati i lasciti a favore dei poveri, non si amministravano correttamente ed onestamente i lasciti pii e cio' da parte talvolta di iscritti agli stessi pii sodalizi, i notai spesso non curavano la volonta' dei testatori, non notificavano a tempo debito i legati che questi in morte desideravano fare per suffragare la loro anima; talvolta non davano esecuzione dei legati, soprattutto riguardo alle opere pie" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 66-67).. NOTE:

1 01 1566 === Esposto del curato di Vercurago contro p. Maffeo Belloni (156.. ?) [ASPSG So 44t, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1566 === Memoriale di p. Angiolmarco Gambarana a S. Carlo Borromeo scritto nel 1566: il Gambarana propose a S. Carlo di assegnare ai Somaschi la chiesa e il monastero di S. Maiolo di Pavia, dal momento che egli si trovava nella necessita' di provvedere alla officiatura della chiesa, i cui beni da Pio IV erano stati attribuiti al Collegio Borromeo. Cf. Bonacina G. - Pellegrini C., I primi quarant'anni dei Somaschi a Pavia (1535-1576). in: Somascha 1977, 112 nota 199: "Non essendo riusciti a trovare l'originale in detto archivio (della Curia arcivescovile di Milano, ndr.), ci siamo serviti di una copia (fatta nel 1746), che si conserva nell' Archivio padri Somaschi di Somasca (ACM 1-3-36, ndr.)". Si riporta la trascrizione:



'7 9mbre 1746

Origine della Cong.e Somasca, ed inchiesta di S. Majolo di Pavia

tratto dalla Curia Arc. / di Milano



(c. 1v bianca)



(c. 2r)



"Reperitur in Archivio Visitationis Curiae Archiepiscopalis Mediolani, in Armario Civitatis, et dioecesis simul, inter libros n. 68 primus, cui superscriptio est Locorum Piorum in Fol.1° quatern.is 14 scriptura tenoris sequentis videlicet:



L'anno 1530 un Gentiluomo Veneziano di santa vita nominato M.r Ieronimo Miani venne alla Citta' di Milano con proposito d'affaticarsi in essa Citta' in opere pie et v'arrivo' aponto nel tempo che per le tante calamita' patite ella era piena d'infinite miserie, e tra le altre cose vi erano molti fanciulli, quali, morti i Parenti, e persala robba vivevano miseramente mendicando il vitto, e dormendo sul lettame ignudi sempre, et con la tigna, rogna, et altre immondizie attorno, talmente che meritavano gran compassione, et maggiore non sapendo essi che cosa fosse la Professione Christiana. Onde vedendo tanta miseria il detto Gentiluomo a lui parve questa la vigna, che egli doveva coltivare, e percio' raccolti insieme questi meschinelli gli ammaestrava nella Religione Santa di Giesu' Cristo, et facendoli lavorare quanto potevano, procurava che delle loro fatiche vivessero, cercando poi per Elemosina di supplire a quanto bisognava al vivere, e vestire loro, tute queste cose facendo con una incredibile, e perpetua carita', purgandoli con le sue proprie mani, et in tutto cio' che potea ministrandogli per amore d'Iddio con immensa pieta'. Conosciutosi poi quest'uomo di tanto ardore non manco' lui alcuni zelanti dell'onore di Dio, che cominciarono ad aiutarlo, tra quali ve ne furono de' Sacerdoti, e de' Laici, quali tutti consigliandosi insieme di cio' che s'avea a fare, poiche' si conoscea certo che la raccolta di questi Orfani era per portar gran bene nelle Citta', conchiusero di formare una Congregazione di Sacerdoti"



(c. 2v)



"e Laici, che servissero detti Orfani, la quale con l'agiuto di Dio fu' conchiusa, et ebbero in dono da un Gentiluomo una Casa in un luogo detto Somasca della diocesi di Milano, ma soggetto in temporale a Bergamo posta fra certi monti, dal quale loco ebbero nome de Sacerdoti, eLaici della Compagnia di Somasca, la qual compagnia dalla Santita' di Papa Paolo Terzo fu' fondata, ed approvata, e successive' decorata, e confermata dalla Santita' di Papa Pio Quarto. Quindi poi furono dimandati da molte altre Citta', Comunanze, e Vescovi per attendere a simili Opere, et anco ad altri governi di Hospitali, e cose simili, et concorrendo in esa compagnia molti Sacerdoti, e Laici a servire per honor di Dio felicemente abbracciarono in molte Citta' d'Italia delle dette Opere con grande honore d'Iddio, et utilita' delle anime Cristiane, a distintintione, che li Laici s'affatichano in regolare gli Orfani, e fargli lavorare, et insegnarli leggere, e scrivere, e fare le altre cose opportune, e li Sacerdoti li ministrano li Sacramenti, e tengono unite le case come capi principali.

Quando si e' conosciuto qualche fanciullo nelle dette Opere che sia stato di spirito et intelletto svegliato cannolo con molta carita' li detti fratelli ammaestrato nelle Lettere, e d'essi ne sono riusciti alcuni Sacerdoti, quali oggidi' governano dell'Opere con ottima satisfazione de luoghi, dove sono.

Hora da che il sacro concilio Tridentino e' pubblicato, e' qualche dubbio, che non siano ordinati di questi poveri ancora che habbiano lettere, et bonta' di vita per non aver fondatione essa Compagnia di un loco, d'onde ne cavi il vivere, et vestito"



(c. 3r)



"secondo l'ordine d'esso Sacro Concilio, et da questo facilmente potrebbe avvenire l'annullatione d'essa Compagnia, perche' mancando li presenti, non potendosi havere delle nove propaggini e' necessario, che essa finisca, da che non seguira' picciolo danno a tanti luoghi, e tante Opere da loro maneggiate, le quali seguiriano ancora in maggiore quantita', se piu' quantita' d'Operarj in essa Compagnia si trovasse; onde a volere stabilire cosi' santa Opera, et compagnia saria necessario fondare un Colleggio, che desse con entrata certa il vivere, et vestire a qualche persone di loro, acciocche' come Casa principale a quella, e sotto quella potessero ordinarsi de Sacerdoti, et istruirgli ne studj di qui, se gl'ingegni, che talvolta si scoprono tra questi Orfanelli. Et a questo effetto gia' hanno supplicato li detti Fratelli a Monsig.r Illustrissimo Borroceo, che volendo esso far officiare Santo Majolo in Pavia, dando et applicando detta Chiesa, et Casa a questa Compagnia con quel reddito che a sua Signoria Illustrissima piacesse, essi Fratelli l'accettariano volentieri, e verrebbero a officiarla, et quivi instituiarono li loro Giovanetti, con che si manterebbe cosi' Santa Compagnia in honore di Dio et utilita' di tante Citta' d'Italia.



A tergo: Istituzione del Collegio delli Orfanelli.



Subscrip.e: Ita est. Ego Pb.r Ioannes Fran.s Sisinius Mazzeconicus Prior in Metropolit.a Not.s Apostolicus, et in d.ta Curia Archivista. Die 7 N.bris 1746.'.



(trascrizone di p. Maurizio Brioli crs.)".. NOTE:

1 01 1566 === "Per gli decreti del Concilio di Trento fu dal primo deposito (avello elevato alquanto da terra, fatto di semplici mattoni) trasportata la cassa di Girolamo in un sepolcro al piano della chiesa, che pero' non s'apri' prima dell'anno 1566" (Santinelli 1767, 206).

S. Carlo Borromeo incensa il corpo di Girolamo ("Entrando nella chiesa di San Bartolomeo di Somasca s'accorse da una soave fragranza che senti' che riposava in essa il corpo di un qualche gran Servo di Dio, e domandato senz'altro ove era sepolto Girolamo Miani, fece trar fuori con riverenza quell'ossa e vedute e venerate le incenso' di sua mano": Santinelli 1767, 206); ed erige a Somasca un seminario per i giovani delle valli bregamasche della sua diocesi (cf. Tagliabue 1937). Sui libri della cosiddetta bibliotechina dei "Pauperum Somaschae" cf. la cinquecentina che si trova a Pontida (cf. Le cinquecentine dell'abbazia di Pontida, 1997). Probabilmente S. Carlo rese semplicamente al corpo di Girolamo l'incensazione che si rendeva ai defunti prima di inumarli. Nel 1566 la chiesa di S. Bartolomeo di Somasca fu smembrata da Calolzio ad opera di S. Carlo Borromeo.



Sulla incensazione (che S. Carlo ricevette presumibilmente in chiesa parrocchiale di S. Martino a Calolzio, ma diversamente a Somasca): Minuta originale con correzioni autografe di S. Carlo Borromeo, intitolata 'Servanda in Visitationibus Illustrissimi' (Quali cose debbano prepararsi, quali osservarsi in occasione della Visita Pastorale) '... Essendo chiesa semplice, cappella, oratorio o altra chiesa non curata, dovra' far l'ufficio di far baciar la croce e tutte le altre incombenze il Prevosto capo di Pieve, et non essendovi lui, il curato titolare, ne' cui confini e' posta quella chiesa, et non il Cappellano o titolare della detta chiesa ... Nel rimetter che fara' il Reverendissimo Arcivescovo il cucchiale nella navicella, dopo l'haver posto l'incenso nel turibolo, esso (il Prevosto capo di Pieve o il curato, ndr.) e' piu' degno gli baci la mano, poi subito dia la navicella al ministro, et pigli dall' Accolito il turibolo, col quale fatta poi genuflessione al Reverendissimo Arcivescovo, l'incensi tre volte con bel modo, et mentre l'incensa, dica: Ecce odor Sanctorum Dei tamquam odor agri pleni, quem benedixit Deus, et rifacendo di nuovo la genuflessione, restituisca il turibolo all' Accolito ... Essendo simplice cappella, oratorio, chiesa, bastara' che vi si trovi solo il titolare et beneficiati, overo mercenari di essa alla porta della chiesa con le cotte, dove porgano l'aspersorio al Reverendissimo Arcivescovo senza cantar altro ...' (cit. da: Sala Aristide, Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, Seconda parte; la Minuta, completamente trascritta, occupa le pagg. 174-179 sotto il titolo di Documento XXVIII).. NOTE: "S. Carlo nella incensazione delle ossa si rivolge al sac. Antonio Vimercati preposito di Olgnate, p. Bartolomeo Brocco preposito del nostro Collegio (di S. Bartolomeo in Somasca, ndr.)" (De Ferrari, Vita SGM 1676 passim).

1 01 1566 === "Si deve a S. Carlo Borromeo e alla sua devozione per il Crocifisso l'uso di suonare la campana alle ore 15 del venerdi e che nelle chiese penda dall'arco maggiore il Crocifisso (nota: cf. Tettamanzi D., S. Carlo e la Croce. Milano 1984 pag. 47)" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 96).. NOTE:

1 01 1566 === (So (segr.) 41) Copia di lettere di S. Carlo Borromeo circa il Seminario di Somasca (1566-1582). [ASPSG So 41, 'originale'].. NOTE:

1 01 1566 === Somasca: 1566. Quando il Cardinale va a Calolzio in visita i vicini di Somasca lo pregano con "humilta' che separi Somasca da Calolzio" perche' troppo disagevole e faticoso il cammino fino alla Folla la salita della collina e passare il fiume Gallavesa. Il Santo li accontenta. Conosceva i Somaschi per la loro bonta' e le opere che gestivano in Milano; affida la parrocchia di Somasca (ACM 5-1-3) alla loro azione pastorale. Trovando gia' poi avviato fin dal tempo di San Girolamo l' orfanotrofio la scuola e il seminario con particolare impulso si vale della loro opera. Del seminario di San Carlo ne parleremo meglio alla pagina 132. Da tempo era cappellano e rettore dell' orfanotrofio il Padre Maffeo Belloni giudicato molto favorevolmente anche da San Carlo; pero' nel 1573 fu nominato parroco in sua vece il Padre G.B. Gonella. Il Belloni non aveva professato quando la Compagnia fu dichiarata Congregazione da Pio V nel 1568.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1566 === Somasca: 1566. San Carlo pensa di dar vita ad un seminario plebano. Sceglie Somasca per ragioni ambientali naturali e perche' la regione montana stessa doveva fornire gli elementi che il seminario stesso avrebbe con disciplina particolare formati e restituiti ad essa come pastori. Gia' conosceva i Padri Somaschi presenti in Milano nell' orfanotrofio di S. Martino e in altri istituti del milanese e del territorio veneziano. E stimava tanto la loro attivita'. Gli fu quindi gradito poter affidare loro i "suoi chierici". I Somaschi li aggregano a quel seminario di chierici somaschi che gia' funzionava da lungo tempo. Il Capitolo Generale del 1560 poi stabili': "A Somasca si tengano solamente li grandi che sono chiamati alla vita ecclesiastica e questi vadano in abito clericale quando siano ordinati in sacris" (Atti della Congregazione). Cosi' i "due" seminari vivono assieme e studiano nella stessa "schola": una dozzina circa di seminaristi. Poi pero' nella Pasqua del 1579 San Carlo trasferisce il suo seminario da Somasca a Celana dove e' riuscito ad impiantare una sede piu' vasta e diretta dagli Oblati da lui poco prima fondati. Notizie ampie e complete si possono trovare in: Mario Tagliabue Seminari milanesi in terra bergamasca 1931 (Archivio 1-4-41). Si deve pero' sottolineare che l' autore non e' preciso nell' indicare i locali abitati dai seminaristi nel collegio di Somasca in quel momento.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1566 === PAVIA , San Maiolo: opera iniziata nel 1566 e finita nel 1810 (tipo di opera = F). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1566 === PIACENZA, Santo Stefano: opera iniziata nel 1566 e finita nel 1802 (tipo di opera = A-Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1566 === BARILI AGOSTINO, F12 (Elogia), 4. NOTE:

1 01 1566 === SCOTTI GIOVANNI (I), sup. maggiore (5° dopo la separazione dai Teatini), bresciano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

2 01 1566 === Gallo Agostino '1499-1570', Le tredici giornate della vera agricoltura & de'

piaceri della uilla di m. Agostino Gallo. Nouamente ristampate con molti miglioramenti, & con aggiunta di tre giornate. Con le figure de gli istrumenti pertinenti, & con due tauole .. In Venetia : presso Nicolo' Beuilacqua, 1566 [28], 368, [8] p. : ill. ; 40.



Localizzazioni: [Image]VI0154 - Biblioteca internazionale La Vigna -

Vicenza - VI - 1 esemplare (mutilo delle c. **5-6,

L8, Z7-8, Bb3-4)- MUTILO

[Image] FI0098 - Biblioteca nazionale centrale -

Firenze - FI. NOTE:

7 01 1566 === S. PIO V - GHISLIERI fra (Antonio) MICHELE (+1572 mag. 1 a Roma sepolto a S.Maria Maggiore - creato da Paolo IV nel 1557 marzo 15); di Bosco Marengo (Alessandria, 1504) - Vescovo di Sutri - Frati Predicatori (Domenicani); Maria sopra Minerva, 1557 marzo 24; Sabina, 1561 apr. 14; Maria sopra Minerva, 1565 maggio 15; PIO V eletto nel 1566 genn. 7.. NOTE:

2 02 1566 === Lettera del Vicario Generale della Diocesi di Milano (mons.

Nicolo' Ormaneto) al Vescovo Carlo Borromeo, da Milano

il 2 febbraio 1566: "Ill.mo et Rev.mo mio Signor Colendissimo etc.,

... una delle cose che ha bisogno di provisione e' trovar qualche modo

di refrenar la insolentia de' Laici contra i Preti Curati nelle Ville,

quali non permettono che si dica la Messa all' hora sua ne' si predichi;

ma tengono i poveri Preti per schiavi ... Pensi V.S. Ill.ma con che scandalo

del popolo et indegnita' del Sacerdote ... Il Concilio di Trento vuole

la residentia de li Preti, vol che si predichi, et un Cittadinello

insolente non vorra' che si predichi ne' che il Curato faccia l' officio

suo ... V.S. Ill.ma potra' con qualche Bolla Pontificia provvedere

a questo disordine ... Da Milano, li 2 febraio 1566, Humilissimo Servitore

Nicolo' Ormaneto" (originale in: Milano, Bibl. Ambrosiana, F. 37 inf., fol. 272). Ricorda vagamente i tempi del povero don Abbondio del Manzoni!. NOTE:

18 04 1566 === "Sin dal 18 aprile 1566 il vescovo diCremona mons. Sfondrati nicolo' scriveva a Roma a S. Carlo: '... Ancora che io sappia che V.S. Ill.ma per bonta' sua sia per favorire i RR. PP. di S. Martino, che governano costi' gli orfani, nondimeno per l'amore che porto loro ... sono sforzoso pregarlo, quando possa fare ... che si degni collocare la chiesa di S. Maiolo in detti Padri con quelle ragioni di casette ivi vicine che V.S. Ill.ma ha in Pavia, nel qual luogo questi buoni Padri designano, quando Ella si risolva di far loro (questa donazione), di far un collegio di giovani accompagnati da sacerdoti et di dargli comodita' di studiare le sacre lettere. Il che sara' di frutto grande et servitio a N.S. Dio, il quale di opera buona rendera' larga mercede a V.S. Ill.ma ...' (Ambrosiana, F. 94, l. 134)" (Tagliabue 1931, 13).. NOTE: In Milano i seguaci di S. Girolamo dirigevano la casa orfanotrofio di S. Martino.

30 04 1566 === 031 "1566. Congregato il Capitolo di 24 fratelli in Triulzio, l'ultimo di Aprile, furono eletti al governo della Compagnia il P. Giovanni di Valcamonica Superiore an. 1. Consiglieri P. Angiolmarco da Pavia an. 2, fr. Gianantonio da Milano an. 2. Eletti di Capitolo: P. Girolamo da Bergamo, P. Francesco da Trento, P. Bartolomeo da Piemonte, fr. Cristoforo da Bergamo, fr. Gianfrancesco da Bergamo, fr. Vincenzo da Brignano (Orgnano? ndr.).

- Li nomi delli intervenuti a questo Capitolo sono li seguenti:



Giovanni Scotto Superiore (Scotti, ndr.)

Angiolmarco Gambarana

Vincenzo Trotti

Girolamo de Quarteri

Francesco Faurio da Trento (Spaur, ndr.)

Luigi Bardoni (Baldoni? ndr.)

Bernardino Castellani

Reginaldo da Salo' (Vaini)

Maffeo Belloni

Guglielmo Tonto (Tonso? ndr.)

Francesco Minotti

Giammaria Ballada

Andrea de Bavi (Andrea Bava, ndr.)

Antonio Locatelli da Mapello

Girolamo Bradi da Pavia

Andrea de Facci (Focci? non si legge; ndr.) da Bellinzona

Giovanni Bosio da Trento

Francesco Gavardo

Andrea Bossoro

Giammaria Lodi

Battista Gonelli da Savona

Girolamo Tebaldo (Tibaldo? ndr.)

Giannantonio Girardo

Girolamo Albertelli

Vincenzo Zenardo

Gianfrancesco Quarterio

Battista Moro Arabo

Daniele Quarterio

Gianantonio Bottoni

Michele Oliva

Francesco Paitoni

Martino da Milano

Gianantonio Torello

Lazaro Oliva" (ACS, p. 51s).. NOTE:

7 09 1566 === Contitutiones et decreta condita in provinciali Synodo (Prima, ndr.) mediolanensi (concluso il 7 settembre 1566, ndr.), sub Illustriss. & Reverendiss. D.D. Carolo Borrhomaei S.R.E. tit. s. Praxedis Presbytero Cardinalis, & sanctae Sedis Apostolicae per universam Italia legato de latere Archiepiscopo Mediolani. Brixiae, apud Thomam Bozolam MDLXXIX (1579),

pag. 67: "Constitutionum pars secunda. Qui libri potissimum a clericis legendi. Clericis, postquam decimum quartum annum attigerit, ut legem Domini, in cuius sorte sunt, dies noctesque meditari possint, habeant sacrorum librorum si non copiam, certe necessarium delectum;

- omnino vero Testamentum vetus, & novum;

- Catechismum Romae edendum, cum primum in lucem prodierit;

- sacrum Tridentinum concilium; Constitutiones has nostras, & dioecesanas proprii episcopi;

- Calendarium festorum dierum, quod Episcopi in sua dioecesi singulis annis edendum curabunt.

Parochi vero, ut ecclesiasticos ritus cognoscere, recteque curam animarum ministrare possint, praeter eos libros, quos supra diximus, sibi etiam comparent Homiliarum, ab Episcopo eligendum; Summam Antoninam, vel aliam ab Episcopo delectam, &, quos praeterea ab eis legi Episcopus iusserit. Hortamur autem, ut in lectione Pastoralis sancti Gregorii, & sancti Ioannis Chrysostomi de sacerdotio assidue versentur";

pag. 137s (sulle sepolture): "Constitutionum pars secunda. De sepulturis. Non est ferenda nostri temporis insolentia sepulchrorum, in quibus putida (putrida?, ndr.) cadavera, tamquam sacrorum corporum reliquiae, excelso, & ornato loco in ecclesiis collocantur, circumque arma, vexilla, trophaea, & alia victoriae signa, et monumenta suspenduntur: ut iam non divina templa, sed castra bellica esse videantur. Ambitiosam igitur hanc in mortuorum corporibus decorandis arrogantiam detestantes, et ecclesiarum decori consulentes, eiusmodi sepulchra excelso loco posita, & ea, quae parietibus inclusa, vel adiuncta etiam in una parietum parte eminent, nisi marmorea, aut aerea sint; sive illis corpora contegantur, sive inania, & ibi tantum honoris causa sint constituta; & eorum omnis generis ornatum, & apparatum ad tres menses amoveri, ac tolli omnino iubemus. ossaque ac cineres in sacro loco altius in terram defodi, ita conditos, ut sepulchrum e solo non emineat. Monemus vero Episcopos, ut morem, multis locis intermissum, mortuos in coemeteriis sepeliendi, restituendum curent; inde submotis, si qui ea usurparint. Et, si cui locus sepulturae deinceps dabitur in ecclesia, humi tantum detur; & sepulchrum, in quo condetur, opere fornicato cum reliquo ecclesiae pavimento aequatum fit. Haec ut efficiantur, diligenter operam dabunt Episcopi, adhibito etiam, si opus erit, magistratuum auxilio".. NOTE:

15 09 1566 === "La visita di S. Carlo a tutto il territorio bergamasco della sua diocesi, compiuta rapidamente di proposito, tanto da non tener conto, eccezionalmente, dell'unita' della Pieve; il prestabilito incontro a Somasca col somasco p. Angiolmarco Gambarana; sono questi due fatti che ci permettono di ritenere che S. Carlo, partendo da Milano a mezzo settembre per la Pieve di Pontirolo, aveva gia' stabilito l'erezione piu' che accarezzarne l'idea, di un piccolo Seminario" (Tagliabue 1931, 10).. NOTE:

21 09 1566 === 1566, 21 settembre. Muore a Milano Castellino da Castello e viene sepolto in Duomo per volere di Carlo Borromeo (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

21 09 1566 === "Il 21 settembre 1566 mori' in Milano il sac. Castellino da Castello all'eta' di 75 anni; solennissimi i suoi funerali: il Capitolo Metropolitano e l'intera Congregazione degli Oblati di S. Dalmazio (presso cui era stabilmente costituita la Compagnia delle Scuole della Dottrina Cristiana da esso lasciata erede di tutto il suo avere) precedevano la bara; ... distinguevansi gli orfani condotti dai RR. Chierici Regolari di S. Girolamo che avevano prestato aiuto tanto efficace nella fondazione dell' Opera ..." (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884, pag. 58). Nell' Archivio di Stato di Milano si trovano le memorie della Compagnia che si radunava in S. Dalmazio a Milano, dopo che S. Carlo l'ebbe affidata ai PP. Oblati.. NOTE:

29 09 1566 === Il 29 settembre 1566 S. Carlo giungera' a Caprino, capoluogo della Valle S. Martino, 'post recessum a civitate Bergomi ubi ... remanserat a die Veneris XXVII usque nunc, perfecta visitatione plebis Pontiroli' (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. XIV, fol. 81).. NOTE:

2 10 1566 === Visita Pastorale di S. Carlo Borromeo (2 ottobre 1566). [ASPSG So 37, 'fotocopia'].. NOTE:

2 10 1566 === (ACM 5-2-0, 1a) Visita Pastorale card. Carlo Borromeo (2 ottobre 1566) (= ASPSG So 37).. NOTE:

4 10 1566 === Somasca, Chiesa nel 1566: "Il 4 ottobre 1566, a S. Carlo che stava visitando Calolzio, si presentarono quasi tutti gli uomini di Somasca per chiedergli con humilta' la smembrazione della loro chiesa da Calolzio, adducendo che per andar a S. Martino se dovea salir un monte, su strada erta et difficile e che un fiume molte volte ostruiva il passaggio. L'arcivescovo accolse la supplica e la chiesa di S. Bartolomeo vanne staccata da Calolzio come risulta dallo strumento rogato dal notaio Jo. Pietro Scotto. Nel 1570 pero' non funzionava ancora come parrocchia indipendente perche' gli uomini di Somasca, benche' si fossero impegnati di corrispondere al parroco £. 180 imperiali annue di mercede, trovarono difficile per non dire impossibile racimolare detto capitale causa la loro comprovata poverta'. Per il mantenimento del Cappellano esisteva un legato disposto da Andrea de Berettis "de Sopracornula" con testamento rogato il 7 settembre 1504 dal notaio di Bergamo, sig. Pietro de' Moioli, che fruttava annualmente £. 50 imperiali le quali, come era scritto nell'atto, si potevano "unir ala dote dela giesa" qualora fosse eretta in parrocchia. La chiesa di S. Bartolomeo misurava 20 passi in lungo e 10 in largo (m. 13,50x6,50), aveva tre altari: il Maggiore, posto in Cappella a volta e dipinta, e quelli della Pieta' a destra e della B.V. Maria a sinistra, tutti con ancona piu' o meno bella e in buono stato. Le pareti, recanti qualche antico affresco, avevano bisogno di essere almeno imbiancate. Nella facciata, sopra la porta maggiore, c'era una finestra rotonda, sui fianchi erano aperte due finestre e due porte, di cui una serviva di accesso alla Casa dei Poveri e l'altra immetteva nel cimitero, ubicato a meridione dietro la chiesa e cintato di muro nel quale si contavano quattro altissime piante di noce. Il SS.mo Sacramento, davanti al quale S. Carlo sosto' a lungo in adorazione, si conservava in pisside sprovvista di velo in un tabernacolo di legno non foderato. In chiesa sopra la porta maggiore, si innalzava un palco o tribuna sulla quale si accedeva attraverso una scala posta in casa del parroco. Li si radunavano i religiosi somaschi per recitare i divini uffici. Il battistero c'era, il confessionale era posto fuori chiesa, il campanile non esisteva, le due campane si trovavano su due pilastrelli che spuntavano sulla facciata; una di queste campane era di proprieta' dei poveri di Somasca. A sinistra della porta maggiore era ubicata la sacristia bene imbiancata e plafonata con armadio e fontana. S. Carlo trovo' in un armadio i registri dei battesimi e dei matrimoni ben aggiornati. La casa del sacerdote si appoggiava alla Chiesa, a sinistra, ed era composta di un locale sotto e di uno sopra. Esercitava la cura delle anime il prete mercenario Maffeo de Belloni, religioso somasco, e rettore dell' Orfanotrofio contiguo e del Seminario, con un salario annuo di £. 180 imperiali che dovevano essere pagate dalla comunita' di Somasca. I fuochi contati in Somasca erano 26, le anime 136 di cui 50 da comunione. Tutti facevano la S. Pasqua. La Scuola del SS.mo Sacramento e quella della Dottrina Cristiana, regolarmente costituite, erano un po' neglette perche' non tutti i confratelli osservavano le regole. La chiesa era consacrata e la festa della dedicazione si celebrava con grande solennita' nella ricorrenza di S. Giacomo il 25 giugno. In questa chiesa si custodivano le seguenti reliquie: del Legno della Croce, della colonna alla quale fu battuto, del sepolcro suo, della veste della Madonna, della tovaglia dove fu involto N.S.G.C., di S. Paolo Apostolo, di S. Luca Evangelista, di S. Giacomo Apostolo, di S. Bartolomeo, di S. Cristoforo martire, di S. Tiburzio martire, di S. Pantaleone martire, di S. Anastasia vergine, di S. Rocco confessore, del vestimento di S. Nicola vescovo, del legno della Porta Aurea, del Oliva del Monte Olivetto, reliquie diverse incognite. Sotto l'altar maggiore vi erano le reliquie delli gloriosi Santi Protho et Giacinto. Fuori della Chiesa c'era uno squallido altare atacato a uno muro che serve per confessionale, e che S. Carlo volle che fosse demolito" (tratto da: Mastalli 1958, 310-313).. NOTE:

4 10 1566 === Visita Pastorale di S. Carlo Borromeo ed erezione della Parrocchia di Somasca (4 ottobre 1566). [ASPSG So 38, 'fotocopia'].. NOTE:

4 10 1566 === (ACM 5-1-3, 1) Separazione di Somasca da Calolzio, primo atto: le considerazioni dei paesani ascoltate dal Cardinale 4 ottobre 1566 - trad. italiana notaio Scotti, Efemeride del Calvi, e documenti dell' Ambrosiana vol. V (cf. 4-11-15).. NOTE:

4 10 1566 === (ACM 5-1-3, 2) Lo stesso atto di 5-1-3a, regalatoci da Olginate nel 1828 (difficile lettura); in piu' altra copia di buona lettura dell'atto di separazione successivo. Separazione di Somasca da Calolzio, testo latino in data 5 ottobre 1566; in questa posizione stanno anche altri documenti ripetuti ma utili.. NOTE:

5 10 1566 === (atto notarile dei tempi del p. Maranese, con cornice e greche tutto intorno; si tratta di ritrascrizione ottocentesca di documenti antichi, richiesti dal p. Maranese dopo la restaurazione della Congregazione nel 1823): Istromento di erezione della Parrocchia di Somasca (5 ottobre 1566). [ASPSG So 40a, 'originale'].. NOTE:

5 10 1566 === "Quando la Vicinia diede questa chiesa parochiale alla nostra congregatione, assegno' molti affitti et alcune pezze di terra come si puo' vedere nell'atto stesso; e perche' queste non erano sufficienti a mantenere il Curato e Rettore si obbligorno tutti di questo Commune di Somasca mettere una taglia, come misero infatti con tassare ogni testa 10 soldi di questo, si' che trovandosi al presente (1644, ndr.) circa 200 teste, o persone tra grandi e piccioli, maschi e femine, segue che circa cento lire habbino li Padri di entrata, quali facilmente si essigono massime procurando di aggiustarsi con tutti con ovi, butiro, latte, opere e simili. Questa obbligatione e tassa consta e si puo' vedere nell'istromento dell'assegnazione di questa chiesa" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 147).. NOTE: La Vicinia e' l'organo d'amministrazione della societa' civile e religiosa, formata dai capifamiglia e sorta per tutelare questioni di diritto pubblico e privato: la redazione di statuti, l' assegnazione di incarichi pubblici, l' utilizzo della proprieta' pubblica, la regimentazione di pascoli ed acque, l' estimo, la revisione dei confini, tutti gli aspetti della quotidianita' del territorio.

5 10 1566 === "Separatio Ecclesiae Sancti Bartholomei de Somascha ab Ecclesia Sancti Martini de Caloltio facta per Ill.mo et Rev.mo Cardinalem Borromeum Archiepiscopum Mediolani, anno 1566 die quinto Octobris" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 5-7).. NOTE:

5 10 1566 === (So (segr.) 39) Separatio Ecclesiae S. Bartholomaei ab ecclesia S. Martini de Caloltio facta a Card. Carolo Borromeo (5 ottobre 1566); l'atto notarile fu steso il 5 ottobre ad Olginate, il cardinale era arrivato da Sopracornola. [ASPSG So 39, 'originale'].. NOTE:

5 10 1566 === Visita di S. Carlo Borromeo (che aveva allora 28 anni!) a Somasca: tra le altre cose lascia ordinato "che si ripari e resorcisca l'istessa Chiesa, et si reduca in miglior forma" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 2). Ma i lavori di sistemazione e ingrandimento della chiesa iniziarono solo a partire dal 1594 fin verso il 1602. - Sulla visita pastorale: Milano, Arch. Curia Arciv., Visite Pastorali, Brivio, v. XVI, f. 81.



S. Carlo in una lettera al vescovo di Brescia cosi' esprimeva le impressioni raccolte in questa sua prima visita pastorale (cominciata a Caprino il 20 settembre 1566, poi subito in Val S. Martino, pieve di Garlate, Val Taleggio, Val Torta, Val Averara e pieve di Primaluna, tutto in pochissimi giorni, tornando a Milano per la festa dei Santi): "Nell'una parte ho trovato i popoli assai ben disposti e inclinati al bene, dall'altra ho scoperto con mio gran dispiacere ignoranza e vita poco onesta nel clero" (cf. Sala A., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo, Milano 1857, II, p. 272).. NOTE:

5 10 1566 === Visita Pastorale di S. Carlo Borromeo (5 ottobre 1566). [ASPSG So 38b, 'fotocopia'].. NOTE:

5 10 1566 === (ACM 5-1-4, ) Altro testo latino per la separazione da Calolzio in data 4 ottobre 1566: copia latina posteriore, non datata.. NOTE:

6 10 1566 === "Iscrizione che esisteva sulla facciata della parete di Piazza Regazzoni a Calolziocorte nel restauro, in quei tempi avvenuto, della facciata stessa del palazzo Regazzoni dei Conti Benaglia (ora, nel 1975, distrutto per far posto all' Istituto Caterina Cittadini): 'Cubiculum hoc internis / nocturna quiete / sacravit / Divus Carolus Borromeus / MDLXVI die VI octobris'" (in: Neri Italo, Minuzzoli 2002, p. 117).. NOTE:

15 10 1566 === Atto notarile del 15 ottobre 1566 con cui S. Carlo erige in parrocchia la piccola chiesetta di S. Margherita di Olginate (notaio Giovanni Scotti fu Sebastiano, notaio pubblico e apostolico in Milano). Il 1° parroco fu il pre. Tommaso da Pescarenico (che prima era stato curato mercenario a Garlate).. NOTE:

1 11 1566 === Dal 1 novembre 1566 i Somaschi e gli orfani si trasferiscono dalla Colombina di Pavia alla nuova casa del monastero di S. Maiolo - Noli, Orfanotrofio di Pavia 1933. NOTE:

4 11 1566 === "Separato dalla chiesa di Calolzio nel 1566 in occasione della visita di S. Carlo, 4 novembre 1566. In casa Testori di Olginate. Notaro Gio. Pietro de Scotis q. Sebastiano di Porta Nuova, Curato di S. Andrea di Milano" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 3A).. NOTE:

18 11 1566 === "Pergamena originale con cui il Cardinale Carlo Borromeo, con Atto 18 novembre 1566, applica al Seminario di Somasca tutti i Chiericati che sono od andranno a rendersi vacanti nella valle di S. Martino e nella Pieve di Pontirolo. Arch. Arciv. Milano, Pergamene, N. 466/214, XV: 'In nomine domini anno a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo sexagesimo sexto, Indictione decima, die decimo nono mensis novembris. Cum Illustrissimus et Reverendissimus dominus dominus Carolus Borromeus, Dei et Apostolicae Sedis gratia Sanctae Romanae Ecclesiae tituli sanctae Praxedis Presbyter Cardinalis, miseratione divina sanctae Mediolanensis Ecclesiae Archiepiscopus et Vallissoldae dominus, etc. tam auctoritate sua ordinaria, quam etiam vigore sacri Concilii Tridentini erexerit Seminarium Clericorum in loco Somaschae districtus Bergomensis, Mediolanensis dioecesis ... hodie ante praesens instrumentum. Et volens idem Illustrissimus et Reverendissimus dominus dominus Cardinalis et Archiepiscopus providere ut Seminarium ipsum pro aliquali parte possit alere, et religiose educare Clericos ipsius Seminarii ad formam dicti sacri Concilii Tridentini et ipsius Seminarii erectionis, decrevit omnes Clericatus iacentes et existentes in plebe Pontiroli et in valle sancti Martini districtus Bergomensis, Mediolanensis dioecesis quamprimum vacaverint, praedicto Seminario Somaschae perpetuo unire et applicare. Idcirco ipse Illustrissimus et Reverendissimus dominus Cardinalis et Archiepiscopus tam auctoritate sua ordinaria, quam etiam delegata a sacro Concilio Tridentino et apostolica, ac vigore Indultorum apostolicorum, ampliationum et revalidationum ipsi Illustrissimo concessarum et alias omnibus melioribus modo, iure, via, causa ac forma, quibus melius et validius potuit et potest, memoratos omnes Clericatus iacentes vel existentes in Plebe Pontiroli et Valle Sancti Martini sub quibusvis nominibus et corporibus ac titulis nuncupatis et per quoscumque obtineantur, quolibet iure vel ratione, cum primum vacaverint, dicto Seminario Somaschae ex nunc perpetuo applicavit, incorporavit, annexuit et univit, ac perpetuo applicat, incorporat, annectit et unit cum omnibus eorum, et cuiuslibet eorum bonis, iuribus ac etiam oneribus, ipsis Clericatibus et eorum cuilibet respective incumbentibus, ac solitis et consuetis. Et mandat ipse Illustrissimus et Reverendissimus dominus dominus Cardinalis et Archiepiscopus colonis, massariis, fictabilibus, conductoribus, inquilinis et emphiteotis dictorum omnium Clericatuum et cuiuslibet eorum, quatenus cum primum vacaverint Clericatus et eorum quilibet vacaverit, ab ipso Seminario, eiusque rectore et agentibus legitimis se investiant, et recognoscant respective pro competenti ficto, et ad competens tempus, fictaque temporibus suis praedicto Seminario tradant, respondeant, et solvant; et de praedictis rogatum fuit per me Notarium, et Cancellarium infrascriptum de praemissis publicum confici instrumentum unum, et plura tenoris eiusdem. Actum in Camera Audientiae praedicti Illustrissimi positae in Palatio Archiepiscopali Mediolanensi; praesentibus Reverendo Iuris utriusque doctore domino Ioanne Baptista Castano Archipresbytero Sancti Ioannis Baptistae Modoectiae Mediolanensis Dioecesis, et Reverendo domino Francisco Lino Clerico Veronensi familiari praedicti Illustrissimi et habitante in praedicto Palatio archiepiscopali, testibus ambobus idoneis et ad praemissa vocatis specialiter atque rogatis. Carolus Cardinalis Borromeu tituli sanctae Praxedis (di mano propria, ndr.)'. Non c'e' segno di sigillo" (cit. da: Sala Aristide can., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. I, pag. 188s).. NOTE:

19 11 1566 === "1566, 19 novembre messo il Seminario da S. Carlo" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 60).. NOTE:

19 11 1566 === Non abbiamo il documento di erezione del Seminario rurale di Somasca, ma sappiamo con certezza che tale atto fu compiuto il 19 novembre 1566, poco prima dello strumento con cui S. Carlo Borromeo provvedeva ad assicurare al nuovo Seminario una congrua dotazione (cf. il documento in: Milano, Arch. Curia Arciv., Cart. Uff., v. 130 e v. 127, 10 e 15; pubblicato da Sala A., Documenti, op. cit. 1857, I, p. 188). Il rettore era il p. Maffeo Bellone (Belloni) crs.. NOTE: L'atto fu rogato da Bertolomeo Parpaglione notaio della Curia Arcivescovile di Milano.

Non tutti i chiericati vennero realmente uniti al Seminario; S. Carlo riusci', superando non poche difficolta' e contrasti, ad unirne sei al Seminario di Somasca prima e Celana poi; un settimo, dopo una lunga controversia, resto' al Seminario patriarcale di Venezia; per gli altri, dopo la morte di S. Carlo, non si emanarono piu' decreti di annessione.

19 11 1566 === "Un altro documento steso il 19 novembre ci spiega perche' S. Carlo abbia voluto cosi' rapidamente provvedere al Seminario di Somasca. In quei giorni si era reso vacante un chiericato appunto nella Pieve di Pontirolo, quello di S. Pietro in Grignano, e S. Carlo penso' subito unirlo e incorporarlo al Seminario, prima che potesse di nuovo venire assegnato a qualche aspirante, dando commissione al p. Maffeo Bellone, rettore di detto Seminario e della chiesa di S. Bartolomeo di Somasca 'apprehendi possessionem praefati clericatus pro educandis in ipso clericis dioecesis Mediolanensis' (cf. Belotti 1898, 30; cf. Somasca, Archivio Collegiale, fasc. ms. II, d. I. n. 1 'Seminario de' Poveri Chierici Bergamaschi della Diocesi di Milano eretto da S. Carlo Borromeo e regolato da PP. Somaschi nel loro Collegio vicino alla Chiesa di San Bartolomeo nella terra di Somasca')" (Tagliabue 1931, 15 nota 2).. NOTE:

10 12 1566 === "Scriveva il 10 dicembre 1566 a S. Carlo Borromeo il p. Aloisio Bordoni (Luigi Baldoni crs., ndr.) da Pavia: 'Da la festa de tutti i Santi in qua habbiamo dato principio ad habitare in S. Maiolo cinque preti, de' quali quattro quotidianamente celebrano messa in essa chiesa di S. Maiolo. Io attendo alla mia chiesa di S. Giovanni in Borgo: et non si manca di officiare secondo le convenzioni et di piu'. Vi sono ancora quattro chierici della Congregatione di anni 20 incirca, quali attendono agli studi con uno laico, quale gli fa il mangiare. Come noi siemo entrati allegramente in tale impresa con animo di honorare il Sig. Iddio et servire a V.S. Ill.ma vivendo sotto l'ombra et protettione sua, cosi' e' necessario che siamo aiutati dal Sig. Iddio et soccorsi da V.S. Ill.ma acciocche' puossiamo perseverare. Pero' la supplichiamo humilmente voglia mandar ordini che ci sia dato quanto n'e' stato promesso, e piu' specialmente ...' (Ambrosiana, F. 108, l. 243)" (Tagliabue 1931, 13).. NOTE: La benevolenza e la generosita' particolare dimostrata verso i Somaschi da parte di S. Carlo e conseguente senso di riconoscenza in questi, doveva lasciar sperare facile una intesa per l'erezione di un Seminario nel piccolo villaggio bergamasco di Somasca. I padri poi tenevano gia' in Somasca un non numeroso Collegio di orfani. Anzi dal 1560 avevano stabilito, in Capitolo Generale, di tenere in Somasca "solamente li grandi che sono chiamati alla vita ecclesiastica ... e questi vadino in abito clericale quando siano ordinati in sacris" (ACS vol. 1, pag. 39).

21 12 1566 === Il vescovo di Nicastro, Nunzio a Venezia, scrive il 21 dicembre a S. Carlo a Milano: "Con questo mando alla S.V. Ill.ma le lettere ducali per l'unione del chiericato di Grignano al Seminario di Somasca: le quali questi signori hanno concesso begninissimamente si' come hanno fatto l'altre passate. Et invero V.S. Ill.ma si puo' promettere da S. Serenita' et da tutto il Collegio ogni honesta gratia, tanta prontezza ho conosciuto, in tutti verso le cose di V.S. Ill.ma. Resta che io la supplichi etc." (Ambrosiana, F. 77, l. 7; cf. copia in somasca, Arch. Coll., II, d. I, n. 4).. NOTE: Qui il Nunzio accenna non ad altre unioni di benefici o chiericati, ma alle Ducali sollecitate ed ottenute da S. Carlo per assicurarsi l'appoggio dei signori veneti nella sua Visita pastorale in territorio bergamasco (cf. Sala 1857, vol. II, 271) e per la libera applicazione dei decreti del Sinodo Provinciale e protezione della stampa di essi (cf. Sala 1857, vol. I, 186 e 187): Ducali del 26 agosto, 3 settembre e 3 ottobre 1566.

27 12 1566 === Cosi' S. Carlo Borromeo fissa le sue impressioni di quella prima visita pastorale del 1566 in una lettera scritta il 27 dicembre 1566 al vescovo di Brescia: "... nell'una parte ho trovato i popoli assai disposti e inclinati al bene, dall'altra ho scoperto con mio gran dispiacere ignoranza et vita poco honesta nel Clero ... Poiche' vostra signoria ha quel luogo al monte dove al presente si allevano figlioli tanto ben breati et timorati di Dio oltre il profitto delle lettere, potrebbe al presente fondarle il Seminario serrato, con instituire un certo numero di putti, et col tempo, quando andara' trovando qualche buona pianta nei Seminarii foranei, i quali dice volere instituire, metterla dentro, che anch'io voglio fare il medesimo, et di gia' in alcuni luoghi della Diocesi ho principiato di questi Seminarii, et ne ho instituito dell'altri, secondo che andero' facendo la visita ..." (Sala A., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. II, pag. 272).. NOTE: Il "luogo al monte" in Brescia dove si allevano figlioli e' forse qualche opera somasca?

La cit. e' da: Tagliabue 1931, 9 in nota.

27 12 1566 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Vescovo di Brescia del 27 dicembre 1566 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 6, n. 8): "... Sara' opera santa e molto degna di Vostra Signoria a stabilire quanto prima il Seminario, come e' risoluta di fare ... Poiche' Vostra Signoria ha qual luogo al monte, dove al presente si allevano figlioli tanto ben creati et timorati di Dio oltre il profitto delle lettere, potrebbe al presente fondarle il Seminario serrato, con istituire un certo numero di putti, et col tempo poi, quando andara' trovando qualche buona pianta nei Seminari foranei, i quali dice volere istituire, metterla dentro, che anche io voglio fare il medesimo, et di gia' in alcuni luoghi della diocesi ho principato di questi Seminari, et ne ho istituito delli altri, secondo che andaro' facendo la Visita; nella quale non resto gia' contento, come Vostra Signoria nella sua; perche' nell'una parte ho trovato i popoli assai disposti ed inclinati al bene, dall'altra ho scoperto con mio gran dispiacere, ignoranza et vita poco honesta nel Clero, et questo e' accaduto per l'absenza degli Arcivescovi di tanti anni, il che per l'avvenire spero non averra', perche' si andara' rimediando a poco a poco".. NOTE:

1-01-1567 === AYRA BARTOLOMEO crs. (Lista Biografie) (forma latinizzata per: DORIA?). NOTE:

1 01 1567 === BELLONI MAFFEO crs. (di Camporigo, ordini minori il 3 maggio 1560 a Milano, prete il 1 febbraio 1562 a Brescia) (Lista Biografie); fu il primo parroco somasco nella chiesa di Somasca dopo la separazione da Calolzio del 1566 e fu parroco sino all'agosto del 1571. Lo troviamo poi Vice Preposito a Missaglia nel 1572.. NOTE: "Di Camporicco (Cascina de' Pecchi), milanese, era stato eletto primo parroco in Somasca da quella popolazione, appena dopo il decreto di erezione della nuova parrocchia; gia' nel 1565, giovane di 32 anni, lo troviamo rettore del Collegio di S. Bartolomeo (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginati, vol XIV, Visita del Vic. For.)" (Tagliabue 1931, 15 nota 2).

1 01 1567 === Bava Andrea crs., Istruzione della Vita Christiana riformata per prete Andrea Bava, e dalla Santiss. Inquisizione per Cattolica, e necessaria all'istruzione de' figlioli approvata. In Torino (sic), appresso Gio. Francesco Giolito, 1567, in 8°.. NOTE: Bibl.: Mazzuchelli, II, p. I, p. 557; l'indicazione del Mazzuchelli, che cita anche una precedente edizione torinese del 1564, e' sicuramente erronea circa il luogo di stampa, perche' Giovanni Francesco Giolito nel 1567 non aveva tipografia in Torino ma in Trino Vercellese. Cit. da: Begey Bersono Marina - Dondi Giuseppe (a cura), Le cinquecentine piemontesi, 3 voll., Torino 1966. Vol. III (Biblioteca di Trino), pag. 191, n. 1298.

1 01 1567 === Davidico Lorenzo (1513-74), Tractatulus aureus (qui ex iocundo dulcique quoddam somnio prodiit) de laudabili liberorum instructione humilique eorum erga parentes et Magistros subiectione. Patavii, Laurentius Pasquatus excudebat MDLXVII (1567), p. 20-26 (cit. da: Guglielmoni 1983, 168); in questa operetta il Davidico dice di "essersi imbattuto in molti giovinetti che volonterosi andavano ad imparare (la Dottrina Cristiana) e in non pochi uomini ecclesiastici e laici che per saperli ben istruire salirono in alta stima. E tra gli ecclesiastici cita i Sacc. Ludovico Moneta, Paolo Omodeo, Pietro Pelegro, Giangiacomo Rossi, Primo del Conti e Giovanni del Conti" (cit. da: n.n., Vita e opere del sacerdote Castellino da Castello fondatore delle scuole della Dottrina Cristiana (Pel centenario di S. Carlo Borromeo). Tip. dell' Ordine di Cavalleri e Bazzi, Como 1884).. NOTE:

1 01 1567 === Montorfano Giovanpaolo cr. (da Como), Ordini e capitoli della Compagnia dell' Oratorio il quale e' nell' hospitale de gli Incurabili in Venetia circa il governo delle schole de putti che sono in detta citta' nelle quali si insegna la Dottrina Cristiana a figlioli, il giorno della festa dopo disnare. Raccolti dal Rev. Padre don Giovanpaolo da Como delli rev. padri Chierici Regolari di S. Nicola. In Venezia appresso Gabriel Giolitto di Fersarii 1567.. NOTE:

1 01 1567 === Assegnazione straordinaria di 50 scudi al Seminario di Somasca in gennaio 1567 (proveniente da una multa inflitta ad ecclesiastici): "Noi vogliamo (scrive S. Carlo a un certo prete G. Battista Gavaccio, ndr.) che siano pagati in mano del Padre Rettore del Seminario di Sommascha (p; Maffeo Belloni, crs.) li cinquanta scudi, che a questo Natale passato vi e' stato ordinato dobbiate sborsare per l'erettione del detto Seminario, pero' alla ricevuta di questa, non mancherete di pagarceli, pgliandone da lui ricevuta, che saranno ben pagati et state sano" (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX, Litterae Archiep., S. Carlo a prete G. Battista Gavaccio).. NOTE: Chi fosse questo Gavaccio e dove dimorasse non si sa (forse di Acquate): manca l'indirizzo. Non ci sono al momento elementi positivi per identificarlo con prete Francesco Gavazzi o Gavacio, curato di Caprino.

1 01 1567 === Battesimi in Somasca (1567-1573). [ASPSG So 44c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1567 === Breve di Pio V "Romanus Pontifex" (1567).. NOTE:

1 01 1567 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Nunzio di Venezia del 1 gennaio 1567 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 6, n. 14): "Al Nuntio di Venetia. Molto Reverendo Signore. Ho inteso che li canonici di Brescia et Bergamo, per fuggir l'obbedienza del Concilio Provinciale, hanno fatto del romore assai et indutti li Rettori a richiamarsi alla Serenissima Signoria, la quale per questo si e' mossa a far vedere il Concilio ... Prego Vostra Signoria che in nome mio voglia supplicare alla Serenissima Signoria che non dia orecchio a questi tali ... e dia nuovi ordini che ai Vescovi di Brescia e Bergamo sia dato braccio et aiuto perche' possino seguitare il corso della essecutione di questi santi et fruttuosi ordini, et massime circa il Clero, perche' hanno la sua principale e ferma radice nel Concilio di Trento ... Di quella unione del Chiericato di Pontirolo (di Grignano, Pieve di Pontirolo, ndr.) al Seminario di Somasco (Somasca, ndr.) non ho poi inteso altro da Vostra Signoria da che le mandai l'espeditione in carta pecorina come ella mi ricerco', etc.".. NOTE: Probabilmente da Venezia era stato richiesto lo strumento originale di erezione del Seminario di Somasca (atto steso su pergamena), per esaminare il carattere e le funzioni di questo, constatare cioe' se realmente era destinato per i sudditi bergamaschi della Arcidiocesi di Milano. Erano poi stste realmente spedite le lettere Ducali da Venezia? ed erano giunte a Milano? C'e' da dubitare: S. Carlo le avrebbe subito fatte presentare, come in altri casi analoghi, alla cancelleria di Bergamo, perche' ne fosse curata l'esecuzione. A Venezia al doge Gerolamo Priuli succedeva nel 1567 il doge Pietro Loredan; non si puo' esagerare l'influenza personale del doge in faccende di non molta importanza; pero' si deve rilevare che la faccenda dei chiericati per il Seminario di Somasca non pote' risolversi per tutto il tempo del dogato del Loredan (1567-1570).

1 01 1567 === Somasca: 1567. Maffeo Belloni curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1567 === "Tra coloro che si dedicarono all' insegnamento del catechismo, il Davidico nel suo Tractatulus aureus del 1567 elogia in particolare i Somaschi, i Gesuiti e una lunga schiera di persone che egli definisce 'angelici spiriti'" (Guglielmoni 1983, 168). NOTE:

1 01 1567 === (ACM 5-0-78, ) Battesimi e Matrimoni (1567-1667; 1569-1672; trascritto in bella copia da p. Vitali crs. in ACM 5-0-69).. NOTE:

6 01 1567 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Podesta' di Bergamo del 1567 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 6, n. 47): "Al Podesta' di Bergamo (s.d., ma forse 6 gennaio 1567, cf. Sala 1857, vol. II, 284 n. 48). Clarissimo Signore. L'anno passato nella visita, che io feci di quella parte della mia diocese che di presente e' sotto il governo di lei, tra le altre provisioni necessarie al culto di Dio, diedi diversi ordini per riparatione o ornamento delle Chiese, et per il debito mantenimento del culto divino in esse; et per tal buon effetto applicai parte di frutti di alcuni benefitii et chiericati; lasciando ordine al mio Vicario Foraneo in quelle parti, che a tempo conveniente ne procurasse l'essecutione.Hora che e' tempo di essiger tali frutti, et intendendo che sara' forse bisogno di proceder con sequestri o con altri mezzi convenienti, col medesimo zelo che mi mossi a quella declaratione, vengo a essortare et pregare Vostra Signoria Clarissima, che se al mio Vicario occorrera' venir da Lei per questo conto, voglia prestargli ogni aiuto necessario. Il che so ben certo, che lei fara' prontamente, poiche' qui non si tratta d'altro che dell'honor di Dio, il qual prego che la conservi nella sua santissima gratia, et me le offero con tutto l'animo. Di Milano etc.".. NOTE:

14 01 1567 === Lettera di S. Carlo Borromeo: pagamento al Seminario di Somasca (14 gennaio 1567). [ASPSG So 41b, 'fotocopia'].. NOTE:

5 04 1567 === Il prevosto di Olginate scrive al Vicario Generale di Milano il 5 aprile 1567: "Mons. Ill.mo (S. Carlo, ndr.) nella sua visita del 1566 ordino' che li chierici per questo effetto (di entrare in Seminario, ndr.) fussino aiutati" (Olginate, Arch. Prep., S. Maria la Vite).. NOTE:

14 04 1567 === 032 "1567. Congregato il Capitolo in Milano il di' 14 aprile furono confermati il P. Giovanni Scotto di Valcamonica Superiore an. 2. Consiglieri: P. Angelo da Nocera an. 1 e fr. Girolamo Vicentino an. 1. Eletti di Capitolo: P. Angiolmarco da Pavia, P. Francesco da Trento, P. Francesco Minotti, P. Cristoforo da Chidu' (Chiuduno, ndr.), fr. Antonio da Cerano e fr. Vincenzo da Orgnano" (ACS, p. 52).. NOTE:

15 04 1567 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Vicario di Bergamo del 15 aprile 1567 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 6, n. 28): "Al Vicario di Bergamo. Reverendo Signore. Essendomi fatto sapere che non e' ancora terminata la lite mossa dal Reverendo messer prete Stefano Bertacciolo (Bertazzoli, ndr.) da Salo', sopra il beneficio suo di Quinazzo, et che inanzi a Vostra Signoria si tratta di presente sopra il petitorio, ho voluto per l'amor che io porto alla bonta' et rare qualita' del suddetto Reverendo, et per il desiderio che io ho di vederlo ormai libero da questo intrico, far sapere a Vostra Signoria che questa causa mi e' sommamente a cuore, et che percio' mi sara' infinitamente caro, che per mio rispetto habbia raccomandata la sua giustizia, troncando le frivole cavillationi della parte, et attendendo solamente a quello che a lei parera' esser conforme al giusto. Che e' quanto mi occorre per la presente, et me le raccomando etc.". Il prete Stefano Bertazzoli fu presente alla cena a Salo' quando SGM si ritiro' dalla tavola imbandita piangendo (cf. alla data del 1535).. NOTE: Fratelli Stefano e Bartolomeo Bertazzoli, di Salo'.

17 07 1567 === (So (segr.) 42) Convenzione per la costruzione di una porta in un terreno (17 luglio 1567). [ASPSG So 42, 'originale'].. NOTE:

7 08 1567 === (Confini) Lettera del Senato Veneto al Segr. in Milano (7 agosto 1567). [ASPSG So 2014b, 'fotocopia'].. NOTE:

1 10 1567 === "Il vescovo di Bergamo mons. Luigi Cornaro (Corner) in esecuzione delle disposizioni del Concilio di Trento fondo' il Seminario di Bergamo, che fu aperto il 1 ottobre 1567 con 25 studenti, in una casa d'affitto; sostituita poi nel 1573 dal locale ancor oggi detto 'Seminarino'" (cit. da: Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, vol. IV (libro Sesto: Bergamo Veneta), pag. 140).. NOTE:

1 11 1567 === Nel novembre 1567 troviamo gia' a Somasca un certo numero di alunni nel Seminario rurale di S. Carlo. - SSGE 419, 6. NOTE:

15 11 1567 === Lettera di S. Carlo al p. Maffeo Belloni crs. a Somasca: "Questa mia lettera vi sara' presentata da Bartolo Petacci (Petazzi, ndr.) del luogo di Dervio pieve di Derfo o il quale vi mando perche' lo accettiate costi' nel Seminario di Somascha et lo trattiate del modo che si trattano gli altri che ci sono. Pero' lo riceverete nel detto Seminario et alla giornata havro' caro che mi avisiate dei suoi portamenti perche' spero che fara' buona riuscita ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX, fasc. 'Literae Archiepiscopales', 15 nov. 1567).. NOTE: Dieci anni piu' tardi (1577) questo Petacci (Petazzi) si trova curato a Calolzio, donde chiede ed ottiene di essere mandato alla cura di Muggiasca: vi era stato eletto e giudicato idoneo (Ambrosiana, F. 143, l. 16).

15 11 1567 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Rettore del Seminario di Somasca (15 novembre 1567). [ASPSG So 44b, 'fotocopia'].. NOTE:

1.01.1568 === Bianchini Pio crs., Sviluppo delle opere, 1556-1568 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 44-21]. NOTE:

1 01 1568 === Gambarana Angiolmarco crs., Dialoghi per esercizio degli orfani (raccolti dal p. Gambarana e gia' esistenti nella libreria di Monforte in Milano: sic Caimo 1865, 174 nota c al cap. XIX).. NOTE:

1 01 1568 === Gambarana Angiolmarco crs., Dialogo in lode della gloriosissima Vergine Maria raccolto per esercizio de li orfanelli da Angelo Marco Gambarana clerico Papiense, in Pavia appresso Hieronymo Bartholi 1568. Inserti ed impressi dal medesimo stampatore in allegato:

1. Dialogo contra gli Hebrei per esercitio de li orfanelli dal reverendo D. Angelo Marco Gambarana clerico Papiense;

2. Summario della Santa Bibia (cioe' un breve discorso sopra il vecchio e nuovo Testamento) per esercitio de li orfanelli, raccolto dal reverendo m.d. Angelo Marco Gambarana clerico papiense.. NOTE: "Il Dialogo in lode della gloriosissima Vergine Maria fu dato alla luce l'anno avanti che la Congregazione fosse ammessa tra gli Ordini Regolari, e smarriti forse tutti gli altri esemplari, uno ancora si conserva nella libreria di S. Bartolomeo di Somasca" (Santinelli 1767, 155 nota a). Su tutto: F18, 14s.

1 01 1568 === Crispoldi Tullio, Instruttione de' Sacerdoti. Vinegia 1568 (tra l' altro dice: "Insegnino essi li putti quelle prime cose della fede et delli precetti del N.S. Dio che saran dati a tutti per questo, peroche' non e' alcun tanto ignorante che non le possa insegnare"). cit. da Guglielmoni 1983, 80, nota 21.. NOTE:

1 01 1568 === Montorfano Giovanpaolo cr. (da Como), Compagnia dell' Oratorio degli Incurabili in Venetia. Venezia 1568 - Marciana 126.D.131. NOTE:

1 01 1568 === n.n., Interrogatione del maestro al discipulo..., in Milano per Vincenzo Girardoni ad istanza de Mattheo da Besozzo, 1568. pp. 36 in 8° (Bibl. Nazionale Braidense - Milano Brera). NOTE:

1 01 1568 === n.n., Regola della Compagnia delli Servi dei puttini in carita'. Brescia, presso Damiano Furlino 1568 (sulle Scuole della Dottrina Cristiana). NOTE:

1 01 1568 === 1568-1574: Gio. Antonio Maria De Capitani da Vimercate (Vimercati) e' parroco di Olginate.. NOTE:

1 01 1568 === Gambarana Angiolmarco crs.: - RC 1961 p. 198 - "Dialogi vari" (Pavia 1568) - due sue firme autografe: RC 1961 p. 197 - p. Caimo, "Vita del p. Angiolmarco Gambarana (Venezia 1865) - Griseri I 79 - Lettera a p. Angelo da Nocera (09.03.1562): Somascha IX(1984)103, Vitone 323. NOTE:

1 01 1568 === Lettera del p. Belloni Rettore del Seminario al card. Carlo Borromeo: chierici studenti (1568). [ASPSG So 44n, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1568 === Lettera del Rettore di Somasca al (pare) Vicario Generale di Milano, s.d.: "Ritornati gli chierici da Milano quali sono venuti indarno, non essendogli lo Ill.mo et R.mo Mons. Cardinale, (i quali) riferiscono come la S.V. gli ha parlato, et come quella gli amonisse et exorta al studio della Sacra Scrittura con maggior attentione et solicitudine che al studio della humanita', cioe' de non rivolgere il capo loro solamente in humanita'. Certo che la letione dello Evangelio ad essi si legge ogni festa, et perche' alchuni loro hanno bisogno di humanita', a quelli maggiormente si legeno lectioni humane: a quelli puoi che sono piu' experti di humanita', gli si leggera' di Sacra Scrittura non esendo perho' tanto sufficienti in humanita', che non habbino bisogno di quella. Perho'a quelli si lezera' un puocho di logica et perche' non sono libri havemo inteso che la S.V. gli ha promessi: perho' al presente questi ci bisognano di humanita'" (Tagliabue 1931, 26).. NOTE: "Il Vicario generale della Diocesi ammonisce et exorta li clerici del Seminario di Somascha al studio dela Sacra Scrittura con magior attentione che al studio dela humanita' perche' essi, come clerici, non hanno bisogno de humanita', cioe' di non rivolger il capo loro solamente in humanita'" - Mastalli Arsenio, Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. V, pag. 310-313. Milano 1958 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, trascrizione al n. 19).

1 01 1568 === Matrimoni in Somasca (1568-1571). [ASPSG So 44p, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1568 === S. Carlo fece pratiche "acciocche' li preti della Pieve, che secondo l' occasione de offitii, processioni, Congregationi sono sforzati spesso a passar l' Adda, non paghino il Porto". Il Porto era il traghetto ad Olginate tra una riva e l' altra; resto' attivo sino al 1911, quando venne inaugurato il ponte (Cazzani, Storia di Olginate 1979, 34).. NOTE:

12 01 1568 === Lettera al Rettore di Somasca da parte di S. Carlo, che il 12 gennaio 1568 invia al Seminario di Somasca l'alunno Prospero Colonna d' Angera: "... et attendarete a farlo imparare et lettere et buoni costumi ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX, fasc. 'Literae Archiepiscopales').. NOTE:

12 01 1568 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Rettore del Seminario di Somasca (12 gennaio 1568). [ASPSG So 44e, 'fotocopia'].. NOTE:

6 02 1568 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Rettore del Seminario di Somasca (6 febbraio 1568). [ASPSG So 44f, 'fotocopia'].. NOTE:

6 02 1568 === S. Carlo il 6 febbraio 1568 invia al Seminario di Somasca l'alunno Giuseppe Albani di Merate (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX, fasc. 'Literae Archiepiscopales'). In questa lettera, per la prima volta, S. Carlo scrive "Mandateci ... quanto prima nota di tutti li detti figliuoli et de padri e madri loro, et del luogo ove son nati et allevati ..." (ibidem).. NOTE:

11 02 1568 === Lettera al Rettore di Somasca da parte di S. Carlo,che l' 11 febbraio 1568 invia al Seminario di Somasca l'alunno Domenico Porri di Puria in Val Solda, figlio di m.ro Domenico e di anni 17: "... et procurarete che insieme con gli altri putti spenda il tempo utilmente ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX, fasc. 'Literae Archiepiscopales').. NOTE:

11 02 1568 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Rettore del Seminario di Somasca (11 febbraio 1568). [ASPSG So 44g, 'fotocopia'].. NOTE:

12 03 1568 === Lettera del p. Maffeo Belloni crs., rettore del Seminario di Somasca, in data 12 marzo 1568 al Vicario Generale di Milano: "Vostra Signoria ha da sapere qualmente alli giorni passati s' era datto ordine in la nostra prepositura di cominciare le Congregationi ordinate dall' Ill.mo et R.mo monsignor Cardinale; et si doveva cominciar martedi che viene, che sara' alli 16 del presente come erano stati avisati dal R.do nostro Vicario foraneo, ma io non so come fare ne' a chi obedire, perche' gli signori Venetiani mi hanno mandato uno comandamento sotto pena di perpetuo exilio et de ducati 500, che io non ho ardire di partirme dalla cura per andare a tali congregationi. Io vi mando la copia del mandato, a cio' Vostra Signoria sappia a pieno il tutto; credo siano stati alcuni particulari senza consentimento di alcuni di noi curati habia procurato per tal causa per piu' respetti; se non mi fusse incommodo verrei da Vostra Signoria per meglio informarla, et molti non voriano pasar l' Adda per essere discomodo. Vostra Signoria ne dia aviso circa questo" (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 9, q. 26). Tale divieto verra' revocato il 2 aprile prossimo.. NOTE:

17 03 1568 === Il rettore del Seminario di Somasca, p. Gonella G.B. crs., scrive al Vicario Generale di Milano G.B. Castelli: "... Si manda la lista delli libri che fanno bisogno al presente per la schola ... et perche' non sono libri havemo inteso che la S.V. gli ha promessi; pero' al presente questi ci bisognano di humanita' ... Di poi V.S. sara' avisata che faccia parechiar denari per il Seminario, perche' al fine di questo mese sara' tempo di proveder per gli altri tre mesi seguenti et saranno spesi li danari receputi per questi tre mesi passati, acciocche venendo over mandando il messo non perda tempo ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX). La grafia e' del p. Gonella G.B. crs., che fu rettore nel 1573-76.. NOTE: La lettera e' mutila in principio e alla fine.

Da Milano quindi venivano some di grano, i libri e soprattutto i denari, anche se non sempre con quella regolarita' e prontezza che era naturalmente nei desideri dei Padri Somaschi.

20 03 1568 === Lettera del Vicario Generale di Milano (20 marzo 1568). [ASPSG So 44lb, 'fotocopia'].. NOTE:

31 03 1568 === Lettera del Rettore del Seminario di Somasca (p. Maffeo Belloni crs.) al Vicario Generale di Milano mons. G.B. Castelli (31 marzo 1568). [ASPSG So 44h, 'fotocopia'].. NOTE: Milano, Arch. Arciv., Spirituale, sez. X, vol. 4.

31 03 1568 === "Prete Maffeo de Belloni informa il Vicario Generale (di Milano, mons. G.B. Castelli, ndr.) che gli sbirri della Serenissima impediscono, anzi proibiscono ai sacerdoti al di qua del lago del territorio veneto di partecipare alle Congregazioni Plebane che si tenevano in Garlate, territorio di Milano" - Mastalli Arsenio, Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. V, pag. 310-313. Milano 1958 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, trascrizione al n. 19).. NOTE:

31 03 1568 === (ACM 5-2-0, 1b) Lettera del Rettore del Seminario di Somasca, p; Maffeo Belloni, al Vicario Generale della Diocesi di Milano (31 marzo 1568) (= ASPSG So 44h).. NOTE:

2 04 1568 === Lettera del p. Maffeo Belloni crs. da Somasca al Vicario Generale di Milano del 2 aprile 1568 in cui lo informa che il Commissario della Valle di S. Martino revocava il precedente divieto imposto ai parroci del vicariato o pieve di Olginate (divieto di passare l' Adda per andare alle Congreghe) (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 9, q. 26).. NOTE:

11 04 1568 === Lettera del Rettore del Seminario di Somasca (p. Maffeo Belloni crs.) al Vicario Generale di Milano (11 aprile 1568). [ASPSG So 44la, 'fotocopia'].. NOTE:

28 04 1568 === Pergamena Miani: Testamento di Alvise Miani - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. III, 13 - RC 1962 p. 88 - Dalla Santa 52 n. 2 cita il testamento da: Arch. St. Venezia, Sezione Notarile, Testamenti, b. 12, doc. 124, notaio Ant. Alcherio).. NOTE:

28 04 1568 === Testamento di Gian Alvise (Zuan Alvise) figlio di Luca (24 aprile 1568): il nipote tanto beneficato da Girolamo non fa nessun cenno ne' allo zio ne' alle sue opere. Si trova in: Arch. St. Venezia, Sezione notarile, Testamenti, b. 12/124 - Giullino 1987, 56. NOTE:

2 05 1568 === 033 " 1568. Si congrego' il Capitolo in Brescia li 2 maggio e fu confermato il P. Giovanni Scotto Superiore an. 3. Consiglieri: P. Angelo da Nocera an. 2, fr. Girolamo Vicentino an. 2.

Definitori: P. Angiolmarco Gambarana, P. Francesco da Trento, P. Francesco Minotti e fr. Gianantonio da Bergamo Quarterii" (ACS, p. 52).. NOTE:

5 08 1568 === Il 5 agosto il chiericato di Grignano (Pieve di Pontirolo) e' ricordato fra gli altri bergamaschi (vicariato di Sforzatica) i cui frutti debbono essere, per ordine di S. Carlo, sequestrati onde costringere gli ecclesiastici ad eseguire gli ordini della Visita pastorale del 1566 (Verdello, Arch. Prepos., Collez. ms. di Ger. Secco Suardo, pag. 17).. NOTE: cf. Tagliabue 1931, 17.

18 08 1568 === "Tria interim minora seminaria procul ab Urbe excitabat (S. Carlo Borromeo, ndr.), Celanae unum in Brippiensi Praefectura, alterum ad S. Mariae, cui a nuce nomen est, tertium in Pago S. Firmi prope Eupilim (nota dell' Oltrocchi: Vereor ne aliquis hic anacronismus irrepserit, atque ea, quae modico post Caroli obitum intervallo peracta sunt, Glussianus Eidem tamquam viventi adscripserit. Inter plura epistolarum millia a me perlecta, nulla huius postremi loci mentio occurrit, quae Carolum Auctorem demonstret, aut indicet. Ex relata nuper epistola ad Ormanetum caput tibi recito, quod rem plane aperiet [Lettera di S. Carlo all' Ormaneto, del 18 agosto 1568]: 'Visum est certiorem te facere, quemadmodum in Mediolanensi Seminario centum admodum intra paucos dies numerabuntur, administris tamen, atque Institutoribus comprehensis. Alios viginti alo in Somaschae Seminario, cui Sacerdotes geminos praesides attribui. Hic educantur rustici ut plurimum pueri, aut in montanis partibus nati, eorumque patriae horrori horridus quoque, & asper victus respondet: neque ullae in stratis deliciae, quandoquidem culmo, & stramentis indormiunt. Nimirum hic ponendum est difficilis vitae tyrocinium, cui assuescere illi debebunt in posterum. Sic obduratos Rectores durae Provinciae excipiens; neque enim par esset haec vivendi ratio Mediolanensibus Alumnis, quorum delicatior habitus corporis abhac vivendi asperitate aborreret. Tertium mihi est Seminarium ad S. Ioannem ad Domos ruptas etc. ...'. Recole hic quae supra nuper diximus. Itaque secundum Somaschae Seminarium administrationi cessit Clarissimorum Patrum Congregationis eiusdem loci, cum plure ad manus venerint Epistolae Ioannis Baptistae Gonellae eiusdem Seminarii Rectoris, & ex eodem Sodalitio Cl. Reg., praeter alias asservatas apud praedictos Patres in Mediolanensi eorum Collegio ad S. Petrum in Monte-forti (S. Pietro in Monforte a Milano, ndr.). In eorum iure permansit Seminarium hoc usque ad annum MDLXXIX (1579) quo prope Celanam traductum est" (cit. da: Giussano Giovanni Pietro (Glussianus, + 1623), De vita et rebus gestis Sancti Caroli Borromei libri septem (tradotti in latino [sulla originale edizione in italiano stampata a Roma dalla Reverenda Camera Apostolica nel 1610] da Rossi Bartolomeo oblato, e illustrata con note da Oltrocchi Baldassarre oblato). Milano 1751, col. 93 nota a; copia in: Somasca BCM 4-4-1).. NOTE: cf. Belotti 1898, 32, dove pero' e' riportata solo in parte; egli non cita la fonte donde attinse il documento. Puo' darsi pero' che questa lettera egli l'abbia vista in Somasca (Arch. Coll. S. Bartolomeo, fasc. II, d. I, n. 1).



L' "alios viginti alo in Somaschae Seminario": tale espressione, piu' che la realta' della presenza di 20 seminaristi, esprime la generosita' e larghezza di propositi di S. Carlo. Anche in Celana, pur dopo assicurata la dotazione sufficiente, il numero degli alunni non raggiungera' mai i trenta.

11 09 1568 === Muore Zuan (Gian) Alvise Miani, secondo il Barbaro (Arbori p. 76).. NOTE:

23 09 1568 === "... Il 23 settembre 1568 nella chiesa di S. Martino di Calolzio si stipulo' il contratto di commissione dell'ancona raffigurante S. Martino (lacuna lamentata da S. Carlo nella visita del 2 ottobre 1566); ... firmarono il contratto per la Parrocchia di S. Martino i Sindaci Januario (Gennaro?, ndr.) Mazzoleni e Defendo Locatelli, alla presenza, quali testimoni, del Reverendo Prete Maffeo (Belloni), curato della chiesa di Somasca, e del suo chierico Giuseppe Antonio de Nigroni. I procuratori promisero la corresponsione di un compenso di 103 scudi d'oro all'artista incaricato Maestro Lattanzio Grassi fu Maestro Daniello da Como ... Perche', tra i tanti artisti bergamaschi e milanesi allora in voga, si chiamo' uno semisconosciuto artista comasco? ... Un'ipotesi esplicativa plausibile, per quanto vaga, rinvia alla presenza, come testimone, di Maffeo Belloni, titolare della ormai autonoma (dal 1566) parrocchia di Somasca, di provenienza tuttavia non lariana bensi' parrebbe milanese (nel 1572 in effetti risulta Vice Preposito a Missaglia), il quale potrebbe aver suggerito l'indicazione del pittore, di cui funge da garante ..." (Amigoni E., Comasco il San Martino di Calolzio 2002, 17).. NOTE:

24 09 1568 === "Bramoso il Gambarana Angiolmarco di vedere inconcusse le fondamenta della sua Congregazione, spedito a Roma uno dei fratelli D. Luigi Baldonio (Bordoni, Boldoni), Pavese, e pubblico professore di lettere Greche nell'universita' della sua patria, l'anno 1567 impetro' dal pontefice Pio V che fosse ammessa tra gli Ordini Regolari, con permissione di far i voti solenni, ed allora fu che il pontefice la intitolo' 'Congregazione dei Chierici Regolari di Somasca'. Non fu molto difficile l'ottenere la grazia dal santo Pontefice, che nello stato minore avea conosciuto (Ex proc. Mediol. test. XX) ed amato il suo Fondatore, e in Bergamo e in Como familiarmente trattato coi suoi discepoli, onde quando partecipo' al suo Concistoro la grazia, che loro avea fatta, pote' valersi delle parole di S. Paolo 'Nos manducavimus & bibimus cum illo' e dell'altre di S. Giovanni 'Nos audivimus, nos vidimus, & manus nostrae contrectaverunt'" (Santinelli 1767, 214s) - Vita del p. AM. Gambarana, Venezia 1865, cap. XXII (lo chiama Baldonio) - Somascha 1977, 117 (su p. Bordoni) - Somascha 1984, 47 (dice la data del 24 settembre 1568). NOTE:

25 09 1568 === Baldoni: prima lettera di p. Baldoni (Bordoni) Luigi a Polidamante Maino (dottore in legge, di Pavia) - Somascha 1984, 48 (si firma "Bardono"). NOTE:

2 10 1568 === Baldoni: seconda lettera di p. Baldoni (Bordoni) Luigi a Polidamante Maino (dottore in legge, di Pavia) - Somascha 1984, 49 (si firma "Bardono"). NOTE:

26 10 1568 === Baldoni: lettera di risposta dei capi della citta' di Pavia a p. Baldoni (Bordoni) Luigi - Somascha 1984, 50. NOTE:

6 12 1568 === "1568. Sara' sempre mai memorabile il fine di quest' anno alla nostra Congregazione di Somasca, perche' ai 6 di dicembre, giorno celebre per la festa di S. Nicolo' Arcivescovo di Mira, si compiacque il santo pontefice PioV di annoverarla con sua Bolla all' altre Religioni di Santa Chiesa. Avevano i nostri Padri spedito a Roma il p. D. Luigi Boldoni (Baldonio, Bardoni, ndr.) pavese, soggetto in questi di molto riguardevole nelle scienze umane, e divine, e lettor publico di lingua greca nell' Universita' di Pavia. Ottenne il p. Boldoni quanto seppe bramare in Roma, perche' Pio l' udi' con ogni benignita', e come quegli, che avea avuta dimestichezza con molti de' nostri Padri, quando fu Inquisitore e in Como e in Bergamo, ebbe grande compiacimento di palesar loro il suo affetto in questa occasione. Secondo l' istanza, che gli fu fatta, li favori' e die' loro licenza di far la professione, come l' altre Religioni coi tre voti solenni. Non puo' spiegarsi l' estremo giubilo della nostra Congregazione nel ritorno del p. Boldoni, allorche' intesero a viva voce le cortesie, che gli avea usato il Pontefice, e la facolta' loro concessa di stringersi maggiormente con Dio col mezzo de' sacri Voti. Si apparecchiarono percio' a questa santa funzione per cinque mesi continui, nei quali, e con piu' ferventi preghiere, e con varie mortificazioni, procurarono di purificar l' anime loro e disporle meglio all' unione spirituale che disegnavano. Fecer poi la professione l' anno seguente il giorno del glorioso S. Pietro Martire nell' Oratorio di S. Martino in Porta Nuova di Milano nelle mani di Cesare Gambara vescovo di Tortona, eletto a questo effetto da Pio V nella sua constituzione, che e' la settantesima nel Bollario" (Tatti, Annali di Como, Deca III, 664.96).. NOTE:

6 12 1568 === Bolla di Pio V "Iniunctum nobis" (06.12.1568).. NOTE: erezione della Compagnia in Congregazione - Vitone 68ss - Landini 494 - Fonti Somasche 281-287 (testo e tr.) - Caimo 1865, 163 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio della Procura Generale nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma").

6 12 1568 === (ACM 1-3-3, ) Pio V emana la Constitutio Congreg. Clericorum Regularium S. Maioli alias de Somascha ... 6 dicembre 1568 (Iniunctum Nobis).. NOTE:

20 12 1568 === "20 dicembre 1568. Decreti (della Visita del 2 ottobre 1566): Instarete el curato o sia la Congregatione dei poveri di Somascha, che insieme con li huomini provvedano quanto prima che si esseguiscano le ordinationi da noi fatte nella nostra visita, et principalmente che hora si faccia el Battisterio. Deputiamo p. Maffeo (Belloni, ndr.) curato di Somasca alle confessioni dei sacerdoti et chierici oltre Adda" (Milano, Arch. Curia Arciv., Spirituale, sez. X, vol. 8; copia dattil. in ACM 5-2-0-1a = ASPSG 37).. NOTE:

20 12 1568 === Decreti card. C. Borromeo (20 dicembre 1568) [ASPSG So 44d, 'fotocopia'].. NOTE:

20 12 1568 === "Il 20 dicembre 1568 S. Carlo Borromeo scrive al Vicario Generale alcune lettere riguardanti l'applicazione dei suoi decreti nella Pieve di Garlate" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 59).. NOTE:

20 12 1568 === Situazione del clero nel 1566 nell'alta valle S. Martino (Pieve di Garlate - Olginate), secondo il Decreto emanato da S. Carlo Borromeo, dopo la visita dell'ottobre 1566, con lettera del 20 dicembre 1568 (Olginate, Arch. Parr., Visite Vecchie, Decreto di S. Carlo etc.); cf. Tagliabue 1931, 8.. NOTE: Tagliabue Mario sac., Seminari milanesi in terra bergamasca. Milano, Tipografia S. Lega Eucaristica, 1931 (Estratto di "Humilitas" 1931).

1 01 1569 === CANSI GIORGIO crs., prof. 1569, nell' anno 1569 era a MADDALENA, GENOVA. NOTE:

1 01 1569 === MORO (detto il) BATTISTA crs. (Cevasco 1744, †), professo nel 1569. NOTE:

1 01 1569 === PARENTI OTTONE crs. (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1569 === TONSO GUGLIELMO crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1 01 1569 === Bava Andrea crs., Instrutione de la vita christiana per Andrea Bava prete. Hora di nuovo corretta et approvata per il reverendo padre inquisitore di Piemonte. In Torino, appresso Martino Cravotto, MDLXIX (1569), in 8°. Bibl.: Manno, VI, 21.931; Rossotto, postille manoscritte, vol. II, p. 47. Cit. da: Begey Bersono Marina - Dondi Giuseppe (a cura), Le cinquecentine piemontesi, 3 voll., Torino 1966. Vol. II (Biblioteca di Torino), pag. 32, n. 662.. NOTE:

1 01 1569 === Gallo Agostino '1499-1570', Le vinti giornate dell' agricoltura et de' piaceri della villa di M. Agostino Gallo, delle quali, sette non sono piu state date in luce, & tredici di nuouo son ristampate con molti miglioramenti. Con le figure de gli istrumenti pertinenti, & con due tauole; una della dichiaratione di molti uocaboli, & l' altra delle cose notabili. In Venetia : appresso Gratioso Percaccino, 1569.2 pt. ([28], 355 [i.e.375], [1] ; 133, [3] p.), ill. ; 4o. - Ritr. dell' A. sul v. del front. della pt. 1. e a c. A2 v. della pt. 2.

Localizzazioni: Biblioteca internazionale La Vigna, Vicenza.. NOTE:

1 01 1569 === Barbaro Daniello, La pratica della perspettiva ... Venetia, appresso Camillo e Rutilio Borgominieri, 1569, in fol.; ne esiste copia a Mabrid BN, e a Madrid Palacio (si servi' di quest'opera il p. Buratti Bernardino crs.).. NOTE:

1 01 1569 === Maioragio Marcantonio (1514-1555, dei Conti di Erba), In dialogum de partitione oratoria M. Tullius Ciceronis commentarius, ad Petrum Galesinium (o Galarino?). Mediolani, apud Pacificum Pontium, 1569. [6], 310, [2] p. ; 4¡. La pubblicazione di quest'opera viene curata da Primo de Conti, cugino del Maioragio. L' autore e' Antonio Maria Conti, o del Conti, o dei Conti da Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.]: cfr. Melzi, Dizionario di opere anonime o pseudonime, II, p. 150.



Localizzazioni:MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano

TO0469 Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro

di studi sul pensiero politico - Torino

VC0086 Biblioteca civica Farinone-Centa - Varallo Sesia. NOTE:

1 01 1569 === Morigia Paolo (1525-1604), Historia dell'origine di tutte le religioni ... raccolta dal Reuerendo Padre Fra Paolo Moriggia milanese dell' ordine de' Giesuati di san Girolamo. Venetia : appresso Fioravante Prati, 1590 (1° ed. 1569 Pietro da Fino la dedica al vescovo di Torcello Giovanni Delfino (Dolfin) nella prefazione datata 27 aprile 1569. [8], 216 c. ; 8¡) Localizzazioni: FR0073 Biblioteca statale del Monumento nazionale di Casamari - Veroli.. NOTE: Fra Paolo Morigi Gesuato.



SSGE 428, 14-15 (foto del frontespizio e pp. 395-399).

Landini 18.

1 01 1569 === 1569-1574: Gio. Antonio Maria De Capitani da Vimercate (Vimercati) e' prevosto di Garlate.. NOTE:

1 01 1569 === Cremona - Misericordia: anno di fondazione 1569 (Somaschi per acquisto dalle monache di S. Benedetto)



"1569. La Misericordia luogo degli orfani in Cremona fu dato alla nostra Congregazione di quest'anno da Signori della Citta', che hanno la temporale amministrazione, concedendo al sacerdote, ed al laico che vi dimorano all'assistenza spirituale e morale de' fanciulli, vitto e medicinali, assegnando a ciascuno di loro sei ducatoni di Milano per lo vestito, viaggio etc. Il sacerdote oltre l'obbligo di far la scola a detti orfani, ed instruirli nello spirito, e' stato ultimamente obbligato d'andare a celebrare nella chiesa distante di S. Orsola delle orfane, con l'applicazione della messa; ma cio' sino al 1650 non e' stato eseguito etc." (ACS, p. 64s).. NOTE:

1 01 1569 === Cremona - SS. Vitale e Geroldo: anno di fondazione 1569 (Signori della Citta' di Cremona)



"1569. La chiesa de' SS. Vitale e Geroldo di Cremona fu conceduta da S.P. Pio V alla nostra Congregazione. L'entrata e' di scudi romani 208 per mantenervi quattro religiosi. Vi si conserva il sacro corpo di S. Geroldo etc." (ACS, p. 62).. NOTE:

1 01 1569 === "La chiesa di S. Bartolomeo di Somasca era affidata alla Congregazione dei Padri Somaschi; il Seminario aveva il rettore, i Maestri e quattro o cinque chierici" - Mastalli Arsenio, Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. V, pag. 310-313. Milano 1958 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, trascrizione al n. 19).. NOTE:

1 01 1569 === Ordinationes C.R.D. Maioli Papiae Congr. Somaschae (1569): - Fonti 8 - RC 1959 p. 147 - ff. 1-3r di "Ordinationes Ch. Reg. D. Maioli Papiae Congr. Somascha" (ASPSG 248.1.C). NOTE:

1 01 1569 === Ordo recipiendis fratres ad professionem (s.d.): - Fonti 8 - ff. 3v-6v di "Ordinationes Ch. Reg. D. Maioli Papiae Congr. Somaschae" (ASPSG, ms. 248.1.C) - questo ordo fa parte delle Costituzioni del 1569.. NOTE:

1 01 1569 === CREMONA, La Misericordia: opera iniziata nel 1569 e finita nel 1777 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1569 === CREMONA, SS. Vitale e Geroldo: opera iniziata nel 1569 e finita nel 1652 (tipo di opera = A-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1569 === (ACM 5-2-0, 1e) Esposto del curato di Vercurago (1568-70) contro il p. Maffeo Belloni curato di Somasca (1566-1572): quindi del 1569 ca. (= ASPSG So 44t).. NOTE:

1 01 1569 === MORO (detto il) BATTISTA, F12 (Elogia), 11, professo nel 1569. NOTE:

1 01 1569 === PARENTI OTTONE, F12 (Elogia), 6. NOTE:

1 01 1569 === GAMBARANA ANGIOLMARCO (II), preposito generale (dopo l' erezione della Congregazione in Ordine dei Chierici Regolari di Somasca), pavese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

17 03 1569 === Il Seminario di Somasca, sia pure in proporzioni ridotte, era stato aperto: per esso il 17 marzo 1569 S. Carlo chiedeva al Governatore di Milano la gratuita introduzione di 6 some di frumento per un anno (cioe' l''esenzione per il grano destinato a Somasca), appoggiando la domanda con la considerazione che a Somasca "... si alleva un buon numero di chierici di questo stato (Milano, ndr.) in habito clericale ..." e dal duca di Albuquerque, Governatore di Milano, si otteneva una licenza illimitata (Milano, Arch. Cur. Arciv., Arch. Spirit., Sez. XI, vol. M, II, 27).. NOTE: La frase "un buon numero" doveva indicare quella dozzina o poco piu' di chierici che allora Somasca ospitava.

1 04 1569 === Bolla di Pio V per l'unione della chiesa dei SS. Vitale e Geroldo di Cremona - Caimo 1865 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio di S. Maiolo in Pavia).. NOTE:

28 04 1569 === Trascrizione (di mano di p. Tagliaferro ed inviata a p. Tentorio) di un documento dell' Archivio di Somasca (A I n. 25, vecchia segnatura), che riporta l'atto notarile del 28 aprile 1569 notaio Michele Sacchi (Sacco) di Milano.. NOTE: Originale della trascrizione in: ASPSG So 1452.



Caimo 1865, 109 (Vita A.M. Gambarana) ritrascrive l'elenco dei nomi, ma con parechie variazioni di lettura (riportate tra parentesi).

28 04 1569 === 034 "1569. Si congrego' il Capitolo in S. Martino di Milano li 28 aprile e fu eletto dalli congregati Fratelli Mons.r Gambara Vescovo di Tortona per ricevere nel seguente giorno 29 detto alla prima Professione in esecuzione del Breve di Pio PP. V sotto il 5 aprile di quest'anno, li seguenti:



D. Angiolmarco Gambarana di Pavia

D. Vincenzo Trotto da Borgo franco (Trotti, ndr.)

D. Francesco Faurio da Trento (Spaur, ndr.)

D. Giovanni Scotto da Valcamonica (Scotti, ndr.)

D. Reginaldo de Vaini da Salo'



Al Governo (Definitorio) della nuova Religione furono eletti li seguenti:



D. Angiolmarco Gambarana Praepositus Generalis

Consiglieri: D. Giovanni Scotto an. 1, fr. Girolamo Vicentino an. 3

Definitori: D. Francesco Faurio, D. Francesco Minotto, D. Francesco da Bergamo, D. Francesco Quarterii.

Consigliere: D. Gianguglielmo Toso.



- Decreto: che nessuno sia accettato alla Professione, che non sia ballottato, ed accettato da' Professori.

- Fu proposta l'accettazione di un' Opera, ossia la fondazione in Piacenza e venne ordinato di dargli aiuto di ministri quando si potra'.

- Fu proposta l'accettazione di un'Opera in Napoli con certi capitoli trasmessi da quei signori, e fu ordinato che il Padre Preposito nel provvedere i luoghi, veda di deputar alcuno almeno a visitar detta Opera.

- Fu eziandio proposto di accettare l' Opera di Novellara, e risoluto che se gli dia l'aiuto possibile, perseverando con quelli che vi sono.

- Per l' Opera di Mantova non segui' ordinazione.

- Parlandosi dell' Opera di Biella segui' ordinazione di visitarla detta Opera per ora, e veder come si regoli.

- Fu ordinato di dar aiuto all' Opera di Recanati quando si potra'.

- Decreto: che non si ammetta e promuova agli ordini sacri, che prima non avera' fatta Professione.

- Che potendosi si lascino del tutto le Convertite, e le Putte, ed anche li Monasterii di Monache.



- Furono altresi' concepite in lingua latina alcune Costituzioni (cf. F8, ndr.):



- Circa l'officiamento delle Chiese con la recita delle ore Canoniche, e celebrazione delle Messe.

- Circa l'orazion mentale, la confessione, e Comunion Sagramentale comandata ogni 8 giorni ai laici e ai chierici.

- La veste ed il mantello talari.

- L'ubbidienza esatta ai Superiori.

- La poverta' e vita comune.

- La Castita'.

- Il Digiuno nei venerdi di tutto l'anno, eccettuati quelli frapposti alla Pasqua di Risurrezione, sino alla Pentecoste; e il digiuno Quaresimale da cominciare la feria 2° di Quinquagesima. La Disciplina o in pubblico o in privato a giudizio del Preposto. Che nessuno esca, o ritorni senza la benedizione del Superiore, suoni l'Ave Maria di sera.

- Potendosi si esca con il compagno.

- Che i laici portin la braca piu' corta, ed il mantello alla stessa maniera sino a mezza gamba; e che invece dell'ufficio divino recitino quello della B.V. oppure per il mattutino recitino l'orazion dominicale, e salutazione angelica 12 volte, e per ciascuna ora 5 volte la replichino.



- Fu ordinato ancora che il Preposito Generale od il suo Vicario possano fare di nuovo alcune ordinazioni particolare nelle visite secondo l'opportunita' dei luoghi e dei tempi; ed in ordine ai costumi dispensare in qualche caso nelle regole fatte, e da farsi, giusta la necessita' e la carita'; ma che non possa pero' togliere ed allevare nella loro sostanza le dette Ordinazioni.

- Fu dichiarato che le Costituzioni non obbligano a colpa grave mortale, ma soggetta i trasgressori a pene temporali da prefiggersi.



- Fu ancora latinamente concepita una Esortazione Pastorale che avvisa essere cosi' li Professi obbligati ai voti, che ne' sacerdoti ne' Sommi Pontefici possano dispensarli, obbligando piu' il voto del giuramento preservato in giudizio. Passa poi a insinuare l' Amor di Dio, l'umilta', ed il distacco dalle cose temporali, la carita' vicendevole. Insinua per fine la divozione alli Santi Agostino, Benedetto, Bernardo, Francesco, Domenico Patriarchi di tante Religioni, quai chiari lumi da immitarsi e conchiude: 'Ad laudem et gloriam Dei Omnipotentis, et honorem gloriosissimae Virginis Mariae, et Sanctorum Patrum nostrorum Augustini et Maioli, et omnium Angelorum et Sanctorum, et ad salutem nostram, statuae sunt, suprascriptae Costitutiones seu Ordinationes, die primo Maii MDLXVIII'.



- Si lessero in questo Capitolo alcune lettere, l'una delli Governatori degli Orfani di S. Maria di Loreto di Napoli in data li delli 12 maggio 1568 e sottoscritta da Gianfrancesco d'Alessandro, Prospero dell' Induino, Gianandrea Solaro, Antonino di Pietro, Giandomenico de lega e Ferrante Campanile. ln questa lettera dicono, esser molto tempo che per il governo di quegli orfani desiderano in Napoli alcuno della Congregazione aver pregato certo Prete D. Girolamo Ferro regolare (Teatino) e venuto da Venezia, ad adoprarsi col nostro Superior (era il P. Giovanni Scotto) perche' abbracci il peso del governo, siccome intendono che si e' fatto in molte citta' d' Italia, con gran servizio del Signore e beneficio dell'anime.

- La seconda lettera parimenti e' di Napoli in data delli 9 agosto 1568 sottoscritta dalli Governatori degli orfani di S. Maria di Loreto: Gianfrancesco d'Alessandro, Ferrante Campanile e Giandomenico de lega in cui ringraziano il Padre Scotto d'aver con la risposta delli 12 luglio fatto sperare d'assumere quel governo degli orfani, mandando i capitoli. Che ne faranno parola col Vecchi come protettore del pio luogo, sperando che da lui saranno approvati detti capitoli, e che ogni prestezza manderanno l'ultimata conclusione, avendo sopra cio' piu' diffusamente scritto al P. D. Girolamo Ferro Preposto in Venezia de Preti Regolari etc.

- La 3° lettera da Napoli in data delli 16 ottobre 1568 sottoscritta da Gianfrancesco d'Alessandro Rettore, Giandomenico di Lega e Ferrante Campanile. Spiega d'aver scritto al P. Ferro in Venezia l'ultima risoluzione della venuta de' nostri al governo del pio luogo, in quel numero che sara' giudicato bastevole, inviando ducati 50 per il viaggio etc.

- Furono spediti adunque a Napoli li Padri D. Gianmaria Ballada, D. Andrea Visino, Vincenzo da Bergamo, Giacomo Grittoni, Francesco da Monticelli ed un giovane degli orfani di Genova etc." (ACS, p. 62-64).. NOTE:

29 04 1569 === Trascrizione (di mano di p. Tagliaferro ed inviata a p. Tentorio) di un documento dell' Archivio di Somasca (A I n. 25, vecchia segnatura), che riporta l'atto notarile del 29 aprile 1569 notaio Michele Sacchi (Sacco) di Milano.. NOTE: Originale della trascrizione in: ASPSG So 1452.

1 05 1569 === MILANO (da) MARTINO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

20 05 1569 === Facolta' data da S. Carlo Borromeo di fare processioni (20 magio 1569). [ASPSG So 44r, 'fotocopia'].. NOTE:

1 08 1569 === Lettera di S. Carlo Borromeo a p. Maffeo Belloni crs. del agosto 1569 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 4, n. 171): "A Prete Mattheo Bellone, Rettore del Seminario di Somasca. Reverendo Rettore. Andate quanto piu' presto dal Vicario nostro Foraneo Rettore di Sforzatica con l'alligate, et concertate bene insieme del modo che havete da tenere col Podesta' di Bergamo, per aver il possesso del Chiericato di Grignano (Pieve di Pontirolo, ndr.); et perche' scrivemmo distesamente a esso Vicario, quanto ci occorre in questo proposito, et gli mandiamo copia della lettera nostra al Podesta' per instruttione di ambedui, non ci occorre dirvi altro, se non che vi conserviate sano, et che ci avisiate poi del successo; et tenete buon conto delle spese che si faranno per questa causa, perche' ne possiate essere rimborsato a suo tempo. Di Milano, agosto 1569".. NOTE: Il Vicario rettore di Sforzatica era Prete Francesco de Rognoni, curato di Sforzatica e Vicario foraneo per le parrocchie bergamasche della vastissima Pieve di Pontirolo.

1 08 1569 === "Mons. Bernardino Cermenati (prevosto di Desio) fu incaricato da S. Carlo Borromeo di visitare la Pieve di Garlate nell'agosto del 1569; le sue 'Ordinationes' ripetono in parte quanto imposto da S. Carlo nel 1566" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 60).. NOTE:

21 08 1569 === Lettera di S. Carlo Borromeo al Vicario di Sforzatica del 21 agosto 1569 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 4, n. 170): "Reverendo Vicario. Scriviamo l'alligata al Podesta' di Bergamo per l'esecutione della lettera Ducale sopra il possesso del Chiericato di Grignano, unito al Seminario di somascha, et per vostra istruttione vi si manda copia di tale lettera. Concertate con Prete Mattheo (p. Maffeo Belloni crs., ndr.) il modo che haverete a tenere per disponere il Podesta', poiche' la lettera e' anche credenziale in voi doi, et non mancate, come ci promettiamo dalla prudentia vostra, di far ogni opera, affinche' il Seminario abbia il suo possesso. Et accio' che possiate far meglio capace il Podesta' delle ragioni, che mi hanno mosso a far queste unioni, haverete con esso voi il Concilio di Trento, et mostrarete a Sua Signoria il capitolo XVIII della XXIII Sessione nelle due parti, dove parla delle unioni ai Seminarii, et che il Vescovo ne puo' constituire overo erigere uno et piu'. Ringratiate anche assai in nome nostro il signor Cavaliere, della amorevole cura che per amor nostro si piglia in aiutar a ridurre a buon fine questo negotio; et conservatevi sano. Di Milano (ai 21 d'Agosto 1569)".. NOTE: cf. Sala 1857, vol. II, 266 n. 170.

Questa lettera porta un poscritto di questo tenore: "... che, nonostante che per vigore del Concilio di Trento (S. Carlo, ndr.) poteva unire il chiericato al Seminario di Milano, non l'aveva voluto fare per lasciare che le entrate si spendessero li' (in Bergamasca, ndr.) a maggior beneficio de loro (veneti, ndr.) sudditi e per non smembrare quelle parti di benefici ...".

24 08 1569 === Questioni in atto di visita pastorale coi parrocchiani (24 agosto 1569) [ASPSG So 44s, 'fotocopia'].. NOTE: mons. Bernardino Cermenati prevosto di Desio fu incaricato da S. Carlo Borromeo di visitare la pieve di Garlate nell'agosto 1569.

24 08 1569 === Visita Regionale (24 agosto 1569) di mons. Francesco Bernardino Cermenati, prevosto di Desio (incaricato dal card. Carlo Borromeo) [ASPSG So 44u, 'fotocopia'].. NOTE: Milano, Arch. Arciv., sez. X, vol. 4, Visite, Olginate.

24 08 1569 === (ACM 5-2-0, 1c) Visita Regionale mons. Francesco Bernardino Cermenati (24 agosto 1569) (mons. Cermenati Bernardino, prevosto di Desio, fu incaricato da S. Carlo di visitare la Pieve di Garlate dal 19 agosto 1569) (= ASPSG So 44u).. NOTE:

24 08 1569 === (ACM 5-2-0, 1d) Questioni in atto di Visita Pastorale con i parrocchiani (1569) (mons. Bernardino Cermenati, parroco di Desio, fu incaricato da S. Carlo di visitare la Pieve di Garlate dal 19 agosto 1569) (= ASPSG So 44s).. NOTE:

29 08 1569 === Il 29 agosto 1569 il p. Maffeo Belloni crs., rettore del Seminario di Somasca, comunicava a S. Carlo a Milano che: "... Il Podesta' (di Bergamo, ndr.) non ha autorita' di revocar cose iuste o iniuste di Venezia, eppero' bisogna proceder a Venezia " (Ambrosiana, F. 117, l. 34).. NOTE: Si tratta della questione dell'unione del chiericato di Grignano al Seminario di Somasca.

13 10 1569 === Lettera di S. Carlo Borromeo a p. Maffeo Belloni crs. del 13 ottobre 1569 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 4, n. 173): "Al Rettore di Somasca. Reverendo nostro. Li Frati di Cavello (Lavello, ndr.) non sono tenuti a servar l'interdetto, poiche' e' stato loro commitato solamente senza essersi proceduto alla dichiarazione d'esso. Quanto poi al livello, che il curato di Calocio (Calolzio, ndr.) pretende che essi Frati siano tenuti a pagare a lui et alla Chiesa, fate intendere ad esso Curato et agli uomini, che non procedano piu' oltre contra detti Frati, perche' noi vi piglieremo altra provisione. Et state sano. Di Milano li 13 d' ottobre 1569".. NOTE:

6 12 1569 === Lettera dell' Arciv. di Genova a S. Carlo Borromeo in raccomandazione di un beneficiato (Seminario) (6 dicembre 1569). [ASPSG So 45, 'fotocopia'].. NOTE:

1-01-1570 === BAVA ANDREA crs. (Lista Biografie), autore del Catechismo (ritrovato alla Biblioteca Nacional de Madrid).. NOTE: "Tra i giovani genovesi seguaci di fra Giuseppe Piantanida da Ferno ofmcapp. nell'opera della 'institutione christiana' (e che poi si fecero religiosi in diverse Religioni) ebbe una parte notabile il sac. Andrea. Il P. Melchiore da Pobladura (Matthias a Salo', Historia capucina pars altera , in lucem edita a p. Melchiore a Pobladura, Roma 1950, pag. 273) ce ne specifica il cognome: '... idem institutum erigere curavit Iosephus praedictus (da Ferno, ndr.) in civitate genuensi, quod deinde curae sacerdotis Andreae Bavae committitur e paulatim ubique late diffunditur'. Questo Andrea Bava fu uno dei primi membri della Compagnia di S. Girolamo; resse diversi istituto somaschi, fra cui per lunghi anni l'orfanotrofio di Vercelli, fin quasi dai primi anni della sua fondazione. Era probabilmente membro della Compagnia del Divino Amore di Genova. Fra i compagni di SGM citati dal Tortora (cf. Landini 1947, 398) figurano membri fra gli altri un Francesco Bavio e un Francesco di Tortona, aggregati alla Compagnia genovese, il primo nel 1542 e il secondo nel 1550, cioe' probabilmente nell'anno in cui vennero a prestare la loro opera nell'orfanotrofio genovese" (Tentorio in RC 1957, 34).

1 01 1570 === BORNATI GUGLIELMO crs., prof. 1570.. NOTE:

1 01 1570 === DALICO CAMILLO crs., prof. 1570, nell' anno 1570 era a S.MAIOLO, PAVIA. NOTE:

1-01-1570 === GIRALDI GIAN ANTONIO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1570 === Ignoto, Disegno della pianta delle chiese dipendenti della Pieve di Garlate ("Plebe de Garla'"), fatto nella Visita Pastorale del 1570 e contenuto nel vol. X dell'Archivio spirituale della Curia di Milano, ridisegnata da Mastalli Arsenio e conservata nell' Archivio Prepositurale di Olginate (foto colori in: AdL 3/1993, tav. fuori testo dopo pag. 32). Il disegno riporta le seguenti "Istrutioni: dove sono li campanili con le crosete sono giesie Parochiali, li altri sono Oratori overo son Monasterii de Frati".. NOTE:

1 01 1570 === Breventano Stefano (+ 1577), Istoria della antichita, nobilta, et delle cose notabili della citta' di Pauia, raccolta da Stefano Breuentano. In Pauia : appresso Hieronimo Bartholi (Girolamo Bartoli), 1570. [3], 104, [8] c. ; 4¡



Localizzazioni: Bibl. Civ. Tortona, Bibl. Civ. A. Mai Bergamo.. NOTE:

1 01 1570 === 1570-1572: tre anni di grande carestia in Val S. Martino.. NOTE:

1 01 1570 === Decreti promulgati dopo la Visita compiuta nel 1570 da padre Lionetto (Leonetto) Clivone alla pieve di Olginate (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 4, q. 2).. NOTE:

1 01 1570 === Siena: Innocentini a porta Pispini (foto Fontana dei Pispini). Pi'spini = zampilli di acqua. Tratta dal sito: http://www.nobilecontradadelnicchio.it/Rione/Fonte/fontetrasp.gif. NOTE:

1 01 1570 === Siena: Orfanotrofio Innocentini (ospizio fondato nel 1554 dai Senesi). "Furono nel 1570, durante il cap. gen. tenuto alla Misericordia di Brescia, fatte dai cittadini di Siena, di Biella e Mantova, premurose istanze al medesimo capitolo e al generale Angiolmarco Gambarana acciocche' la Congregazione assumesse la direzione degli orfanotrofi eretti in quelle citta', ed avendo tutti i padri condisceso al loro desiderio, dal Gambarana furono spediti all'orfanotrofio degli Innocentini di Siena alcuni sacerdoti e laici (fra cui Battista il Moro), che accolti da quei cittadini cin grande amorevolezza, introdussero in quegli orfanotrofi in breve tempo, con universale soddisfazione, tutte quelle sante regole praticate dalla Congregazione" (Vita del P.A.M. Gambarana, 1865, p. 121). "Vi fu mandato nell'aprile 1570 Battista il Moro ("Si trattenne a Milano fino a tutto aprile del 1570 e quindi fu mandato all'orfanotrofio degli Innocentini a Siena, di recente acquistato dalla Congregazione": cit. da Gessi, Il Moro etc., Lugano 1840, p. 61); essendosi recato a Siena nel 1575 il p. Giovanni Scotti generale in visita all'orfanotrofio e quivi ammalatosi, spedi' il Battista a Roma con varie lettere attinenti la Congregazione e dirette al p. Francesco Spaur superiore a S. Biagio a Montecitorio. Tornato a Siena, Battista il Moro si ammalo' e qui mori' e fu sepolto a Siena con grandi onori. L'orfanotrofio degli Innocentini in Siena fu una delle prime case accettate dai Somaschi dopo la morte di S. Girolamo; essa fu abbandonata una prima volta nel 1580, poi ripresa, poi lasciata di nuovo dopo il 1613; poi p. Corini crs. chiese al Definitorio del 1617 di riaprire una casa in Siena; affermativo, ma nel 1619 si decise di lasciare il luogo di Siena e di Reggio, come risulta dagli Atti del Capitolo Generale tennuto in quello stesso anno a S. Maria Segreta di Milano. Infatti nella lettera di indizione del cap. gen. successivo (1622) la casa SS. Innocentium di Siena non compare piu'" (RC 1915, 4, 19).

Tentorio (in RC 1938, 31) cita un passo estratto da un'opera anonima intitolata "Siena e il suo territorio": "Al cap. 'R. Orfanotrofio o ospizio di maschi e femmine', si legge: ''Dopo la meta' del sec. XVI nacque in Siena il pietoso pensiero di aprire un ricovero per i fanciulli abbandonati privi di genitori. Si legge infatti nelle memorie inedite del Benvoglienti e del Carapelli che messer Agnolo Malavolti cedeva ai poveri orfanelli il monastero di suo patronato presso la porta Pispini, gia' abbandonato da qualche tempo dalle suore di Maria per i danni sofferti nel 1555 per l'ultima guerra di Siena. E questa nuova istituzione veniva affidata alla Congregazione Somasca, che il B. Girolamo aveva fondato, della quale era appunto scopo precipuo la cura e la educazione degli orfanelli. Di cio' abbiamo prove in una lettera esistente nella biblioteca di questa citta', nella quale un tal giovane Catanico (forse Giovanni Cattaneo?, ndr.) di Bergamo accompagnava al capitano del popolo di Siena un direttore per la casa degli orfanelli; questa lettera e' mancante di data, ma si ha ragione di credere fosse scritta nel 1570 perocche' da una leggenda del secolo XVI, tratta dalle memorie della COngregazione dei pp. Somaschi troviamo che da quest'anno veniva da Bergamo a Siena dai suoi superiori inviato il religioso G. B. detto il Moro (Battista il Moro, ndr.), perche' Arabo di nazione. E in Siena visse costui molto riverito da tutti per la sua pieta' e per le amorevoli sollecitudini sue per gli orfanelli; e presso la porta Pispini nel monastero indicato mori' in venerazione di santo. Quanto poi continuasse sotto la direzione dell'Ordine dei PP. Somaschi l'orfanotrofio, non sappiamo; sappiamo solo che nel 1780 furono presi dal governo e dal Comune provvedimenti che assicurassero ai poveri orfani di ambo i sessi quella paterna tutela, che loro era mancata tra le domestiche cure. Ed un asilo fu destinato pei maschi, un altro per le femmine; ed al mantenimento dei ricoverati fu assegnata parte dell'ex Gesuitico patrimonio''". Nel 1773 la nobile citta' di Siena richiamava i Somaschi alla direzione del Nobile Collegio Tolomei: il relativo carteggio in ASPSG.

Immagine tratta dal sito:

http://www.nobilecontradadelnicchio.it/Rione/Ospizio



" Ospizio Innocentini Siena, gia' stabilito in prossimita' della Porta S. Viene, sulle cui origini ci sono varie versioni. La piu' verosimile sembrerebbe quella (A. Liberati) che risalga al 1554 "per togliere il grave inconveniente di vedere tanti poveri fanciulli che, restati privi del padre a causa delle ultime guerre della Repubblica, andavano elemosinando per la citta' con molto discredito dei cittadini". Certo e' che sin dall' origine fu gestito dalla congregazione Somasca, fondata dal B. Girolamo Emiliani. Il Comune aveva particolare riguardo per questa istituzione per la quale nominava annualmente alcune persone che vigilassero sull' andamento, sull' educazione degli assistiti e sulla loro preparazione alle arti ed ai mestieri. Sappiamo che nel ' 700 la gestione dell' ospizio lasciava molto a desiderare, per negligenza e per abusi amministrativi, tanto che nel 1782 fu chiuso: gli orfani furono ricoverati inizialmente in un altro ospizio e poi in quello grande di Santa Marta in San Marco, attivo fino a pochi anni fa e conosciuto ai giorni nostri come l' "Orfanotrofio"" (da p. Eufrasio).. NOTE:

1 01 1570 === Somasca: 1570. Battista Gonella curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1570 === SIENA, Innocentini: opera iniziata nel 1570 e finita nel 1619 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1570 === CAVALLINI PIERANTONIO, F12 (Elogia), 38, professo nel 1570. NOTE:

7 01 1570 === Lettera di S. Carlo Borromeo a p. Maffeo Belloni crs. del 7 gennaio 1570 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 4, n. 177): "Al Rettore del Seminario di Somasca. Reverendo nostro carissimo. Havemo inteso dall' Arcidiacono nostro, che l' Alciatino non vuol piu' stare in cotesto Seminario, et che fa molte strannezze; pero' vi ordiniamo colla presente che lo rimandiate a casa sua, et in luogo suo accettiate Antonio de Risii, avvertendovi che da qui a tre mesi ci avvisate del frutto che havra' fatto, et della speranza che s'ha di lui. Et Dio vi benedichi. Di Milano li VII di gennaro 1570".. NOTE:

8 01 1570 === Il giorno 8 gennaio 1570 il curato di Sforzatica Francesco de Rognoni scriveva a S. Carlo: "... et gia' molti giorni io dissi da parte di V.S. Ill.ma a messer Antonio Suardo Canonico qual e' l'avversario, si dovesse far spedire la espeditione a Roma acciocche' il Seminario (di Somasca, ndr.) havesse il suo Clericato (di S. Michele di Sabbio, ndr.) et lui la sua pensione et mi promise di farlo, ma non vi ha mai fatto altro et mi sono accorto che non vorebono far altro, perche' a questo modo il Clericato e' tutto suo ..." (Ambrosiana, F. 118, l. 4).. NOTE: S. Carlo aveva gia' annesso questo chiericato al Seminario, ma trovo' opposizioni tali che resero nulla l'annessione decretata. Pare che, quando nel 1569 rimase vacante, probabilmente per rinuncia di un certo signor Politonio, fosse gravato di una pensione a favore del canonico Antonio Suardo di Bergamo, il quale cerco' di completare la pensione col possesso integrale.

8 01 1570 === Il giorno 8 gennaio 1570 prete Francesco de Rognoni, curato di Sforzatica e Vicario foraneo per le parrocchie bergamasche della Pieve di Pontirolo, cosi' scriveva a S. Carlo a Milano: "... Se ben messer Jacomo Lugo (Giacomo Lugo, cui il Podesta' di Bergamo aveva con soverchia sollecitudine riconosciuto e conferito il chiericato di Grignano; lo aveva eletto al chiericato il parroco di Pontirolo, ndr.) ha abbandonato la causa del Clericato, non era per questo per mancarmi contrasto, ma la lettera ducale e' statta tanto risoluta che ha levato ogni attacco, perche' li Signori in quella hanno annullato il possesso dato a Jacomo Lugo dal Podesta' 1566, come se mai dato non fusse et presentata questa lettera il clarissimo Podesta' mi fece il mandato esecutivo della prima nostra lettera ducale et andassemo a Grignano et io posi in possesso spirituale il Rettore del Seminario (di Somasca, p. Maffeo Belloni, ndr.) et ne feci instrumento et il Conestabile del clarissimo lo pose in possesso temporale con la riscossione dei frutti" (Ambrosiana, F. 118, l. 4).. NOTE: E subito il Rettore di Somasca pote' stabilire l'affitto triennale delle terre del beneficio per l'annuo canone di £. 150.

22 01 1570 === Lettera di S. Carlo Borromeo a p. Maffeo Belloni crs. del 22 gennaio 1570 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 4, n. 181): "Al Rettore del Seminario di Somasca. Reverendo nostro carissimo. Vi mandiamo colla presente Francesco Berna d' Arona, accio' l'accettiate et governiate in cotesto Seminario, fino alle seconde tempora di Quadragesima prossima nel qual tempo rimandatelo qua, et in cambio di questi, mandateci al presente uno delli vostri piu' introdutti nelle lettere, che l'accomoderemo qui. Et state sano. Di Milano li 22 di gennaro 1570".. NOTE:

28 01 1570 === A S. Carlo (che gli aveva richiesto ai primi di gennaio 1570 la regolarizzazione di prete Bernardino Ghisleni, prete bergamasco presente in Celana diocesi di Milano) il vescovo di Bergamo mons. Federico Cornaro (Corner) cosi' risponde con lettera del 28 gennaio 1570: "Ill.mo et R.mo Signor mio, Osserv.mo, Havute le lettere di V.S. Ill.ma et Rev.ma ordinai che si facesse la dimissoria a prete Bernardino Gisleni (sic) da Pontida Cappellano a Santa Maria di Celana. Et siccome io confesso di non esser della perfettione che e' V.S. Ill.ma e Rev.ma, cosi' credo poi anco che sarei scusato da lei, se nalle mia diocesi havessi tolerato uno dei suoi sacerdoti, che per tanto tempo, come quello ha fatto nella sua, vi havesse celebrato senza dimissoria, per il bisogno et carestia che e' qui de tali ministri, onde non si puo' ancho talvolta adempire interamente tutto quel che si deve et si vuole. Ma in fin qui non e' accaduto tal caso, et s'accadesse ricorrerei confidentialmente da V.S. Ill.ma et Rev.ma sicuro d'ottenere ogni piu' honesta gratia" (Ambrosiana, F. 118 inf., n. 38).. NOTE:

21 02 1570 === 1570, 21 febbraio. Consacrazione a Milano della chiesa di S. Martino nell' orfanotrofio di Porta Nuova (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).



S. Carlo consacra la chiesuola di S. Martino degli Orfani in Milano (cf. Serviliano Lattuada, Descrizione di Milano. Milano 1788, vol. V, pagg. 406-407).. NOTE:

9 03 1570 === Per il Seminario di Somasca, S. Carlo penso' bene imporre una tassa sui benefici bergamaschi. I titolari, che fino ad allora, grazie alla compiacante protezione della Serenissima, avevano potuto mantenersene esenti, si levarono a protestare e giunsero a compilare il 9 marzo 1570 e presentare un memoriale con la preghiera che la tassa venisse almeno dimezzata. S. Carlo tenne fermo. Minaccio' e intimo' misure canoniche e disciplinari, non cedette nemmeno di fronte a pressioni venute da Venezia. Le trattative durarono tre anni, fino al 1573.. NOTE:

10 04 1570 === 035 "1570. Alli 10 aprile fu congregato il Capitolo nella Misericordia di Brescia, in cui fu confermato:

rev. D. Angiolmarco Gambarana Preposito Generale an. 2

Consiglieri: D. Francesco Faurio an. 1, D. Giovanni Scotto an. 2

Definitori: D. Bernardino de Castellani, D. Bernardino de Piacentini e D. Gianmaria Ballada.

Consigliere: D. Guglielmo Tonso.



- Il card. Morone chiama li nostri Padri al governo dell' Opera in Roma, e fu conchiuso d'accettarla, e mandar persone.

- Invito dei Figli Presidenti d'Alessandria a nostri per assister a quell' Opera; e risoluzione presa di mandare a vederla.

- Si propone di pagar il quindennio per S. Maiolo, ed ottener la confermazione; e fu conchiuso di far l'istromento per pagar il detto quindennio; e lo stesso per la chiesa di S. Geroldo in Cremona obbligando li soli beni di detta chiesa, e levandosi le bolle a nome della nostra Religione.

- Fu accettata l' Opera di Siena.

- E' confermata l'accettazione seguita in un altro Capitolo dell'opera di Modena.

- Venne eziandio accettata l'opera di Napoli (S. Maria di Loreto, ndr.) e deputati a quella furono: D. Gianmaria Ballada, Giorgio da Vercelli e Antonio da Nove. Li capitoli furono (numerazione aggiunta, ndr.):



1. Che sia in liberta' della Congregazione di Somasca il governo di detto luogo, mandando in altre case li detti orfani, e da altri luoghi altri conducendo in Napoli, secondo che da noi si giudichera' esser espediente; il che s'intende ancor dei ministri, concedendo ai medesimi il dinaro per il viaggio.

2. Che li dinari delle elemosine e dei lavori se ne stiano appresso del nostro sacerdote, e questi possa spenderli in uso della casa, notando ogni cosa per giustificarsi appresso il Romano Prelato, e i sig.ri Maestri; che volendo li sig.ri Governatori vedere i conti, v'intervenga sempre il P. Rettore che sara' pro tempore.

3. Che subito sara' accettata da sig.ri Maestri e Governatori la nostra Congregazione, e arrivati cola' saranno il P. Rettore e Ministri, sieno gli orfani presentati loro.

4. E li sig.ri Maestri non s'intromettano piu' nell' Opera lasciando tutto il governo alla Congregazione.

5. Che se alcuno de vecchi ministri vorra' essere dei Fratelli della nostra Congregazione, in tal caso si scrivera' al R.mo P. Preposito, non potendosi li ministri adulti ricevere senza sua partecipazione.

6. Che sia in liberta' de sig.ri ministri accettare gli orfani; ma che quel ministro che proporra' alcun d'essi dia sicurta' alla casa, che sia veramente orfano, altrimenti paghera' alla casa le spese fatte per il medesimo.

7. Che sia in liberta' del P. Rettore, e della Congregazione il licenziar quelli che vorranno.

8. Che volendo li ministri, e Governatori impiegar alcun orfano in qualche arte o sercizio sia libero al P. Rettore dargli quello che stimera'.

9. Che il P. Rettore presenti gli orfani adulti, che non sono opportuni per la casa a sig.ri Ministri e Governatori, e questi dien loro ricapito.

10. Che sia in liberta' della nostra Congregazione, accettar persone adulte alla Congregazione medesima o per sacerdoti o per laici; e che a tenore del Breve di sua Santita' R.ma P. Preposito Generale possa uantare (? ndr.) o lasciare i ministri Religiosi.

11. Che la nostra Congregazione elegge per Protettor delle case l' Ill.mo Sergio Capoano (si legge male, ndr.), il quale debba ogni anno eleggere un Cavagliere ad assisterci in quei bisogni, che occorreranno, ma solamente quando sia da noi richiesto, e non di propia volonta' etc.



- Fu letta una lettera del sig. Cardinale Morone di Roma in data li 22 febbraio di quest'anno, in cui a nome proprio come Protettore, ed a nome della Congregazione degli orfani, prega il P. Preposito a ricevere il governo di detti orfani in Roma, secondo che si e' convenuto (dice egli) col P. Gianmaria Ballada etc.

- Altra lettera del medesimo tenore sotto li 21 febbraio scrivendo ancora li Sigg.ri Deputati del Pio luogo; asserendo d'essere di tutto convenuti col P. D. Gianmaria Ballada, nel passaggio che fece a Roma conducendosi a Napoli.

- In esecuzione adonque di queste lettere, fu mandato a Roma il P. Giovanni Scotto alli 20 aprile di quest'anno etc.

- Gli Anziani e Presidenti della citta' d' Alessandria, scrissero altresi' loro lettera d'invito ai Padri, per assumere il governo di quei loro orfani, il di cui luogo trovavasi gio' con qualche edificio, e qualche onesta entrata; la lettera e' data li 30 marzo di quest'anno.

- Sotto l'istesso giorno ed anno scrisse una simile lettera d'invito in Alessandria per governar quegli orfani il sig. Giacomo Maria Arnuzio Dott.r di quel magnifico Consiglio, raccontando che molti anni sono diede principio ad una compagnia d'orfani l' Ill. Arciprete Arnuzzi suo zio, avendo questa magnifica Comunita' ottenuto in donativo un buon pezzo di sito, in cui avendo lo stesso fatti alcuni edifizi, gli orfani si ritrovavano onestamente alloggiati. Soggionse che il detto ill.mo Arciprete morto nell'anno passato (1569, ndr.), ha lasciato per detti orfani un legato di mille scudi; onde egli come nipote, ed erede desiderava che quest'opera avesse un buon governo dalla nostra Congregazione etc. (ACS, p. 65-68).



Seguono, nel testo citato (ACS, p. 68-73) gli Elogia (cf. F12) di:



Minotti Francesco

Brocco Bartolomeo

Bottoni Cesare

Fornasario Gianbattista

Brocco Gabriele

Cavallini Pietro Antonio.. NOTE:

11 04 1570 === Il giorno 11 aprile 1570 muore in Venezia prete Benzone Giovan Pietro, che godeva del chiericato di S. Vittore in Brembate. La notizia di tale morte e della conseguente vacanza giunge naturalmente prima a Bergamo e solo piu' tardi alle orecchie del Vicario foraneo di Sforzatica e di S. Carlo (che voleva annettere questo chiericato al Seminario di Somasca). Il parroco di Pontirolo (prete Leonida Melzi) si arrogava il diritto di promuovere ai benefici vacanti nella sua giurisdizione. Acconsente quindi alla richiesta fattagli dal canonico Suardo Antonio di Bergamo di conferire detto chiericato a un suo nipote. Il prevosto di Pontirolo e il Suardo sono una cosa sola, e hanno gia' pensato a spedire richiesta a Venezia per la lettera ducale in proposito. Il Vicario di Sforzatica va subito dal Podesta' di Bergamo 'et in nome di V.S. Ill.ma li ho detto che venendo cotesta lettera ducale non li dia esecutione senza che io sia citato, atteso che e' surreptitia ...'. Il podesta' promette; ma e' bene che S. Carlo faccia subito la collazione del chiericato o al Seminario o a persona di suo gradimento, prima che il Suardi entri in possesso, e ne scirva al podesta', a Venezia, perche' 'questi Suardi (due fratelli, uno canonico, l'altro dottore, ndr;) godono favore et hanno aderenze assai in Bergamo et anco in Venetia' (cosi' scrive il prete Rognoni da Sforzatica a S. Carlo il 30 aprile 1570; Ambrosiana, F. 119, l. 247). San Carlo agisce subito a Venezia, ma prima di lui vi si e' fatto sentire il Prevosto di Pontirolo, come gli risponde il Nunzio in data 3 maggio: 'Il Preposto di Pontirolo s'oppuone al possesso del Beneficio che mi dimanda per l'unione di V.S. Ill.ma et mi bisognera' un poco di briga in Collegio ...' (Ambrosiana, F. 119, l. 96).. NOTE:

12 05 1570 === S. Carlo, per la faccenda del chiericato di Brembate, cerca di agire direttamente presso il podesta' di Bergamo, appoggiando l'azione e le eccezioni avanzate dal Vicario foraneo di Sforzatica. Scrive percio' il 12 maggio 1570 da Milano al podesta': "Si contenti di non admettere altri al possesso infino a tanto che dall' Ill.mo Dominio le verranno le lettere per detto Seminario (di Somasca, ndr.). Intanto il mio Vicario foraneo mostrera' a V.S. clarissima l'instrumento della unione et la certifichera' che questa collatione spetta a me e che il chiericato e' vacato nel mese del Papa et che se si ottenessero lettere di possesso temporale dalla Serenissima Signoria per altri che per il Seminario suddetto sarebbero surrettizie, percio' rimettendomi a Lei etc." (Ambrosiana, F. 43, l. 80).. NOTE:

16 05 1570 === Il 16 maggio 1570 il Vicario Foraneo di Sforzatica (prete Francesco de Rognoni) e' costretto a informare S. Carlo a Milano del fallimento delle trattative per il chiericato di Brembate: "Pare molto strano a questi nostri da Bergamo (il podesta' etc., ndr.), quali hanno in mano la collatione del Sig. Prevosto (di Pontirolo, ndr.), che le cose passino in questa guisa, anzi hogi me hanno detto che in Somasca non e' Seminario et che questa e' una escusa. Et se pur ve ne e' un poco, che non vi e' dentro figliolo alcuno bergamasco. A quali ho risposto, che la erettione di questo Seminario e' fatta solo per figliuoli bergamaschi et che ve ne sono dentro; et che vederanno questa erettione andar migliorando per l'avenire et molte altre cose" (Ambrosiana, F. 119, l. 33).. NOTE: Le falsificazioni sul Seminario di Somasca erano probabilmente opera dei due fratelli Suardo (Suardi, di Bergamo, uno canonico e l'altro dottore, molto ascoltati a Venezia) e del prevosto di Pontirolo (prete Leonida Melzi, disposto a qualsiasi cosa pur di osteggiare l'autorita' di S. Carlo).

26 05 1570 === Il Vicario di Sforzatica, prete Francesco de Rognoni, si reca ancora a Bergamo, incontra i fratelli Suardo (Suardi), canonico uno e dottore l'altro. Riferisce poi a S. Carlo di questo incontro, scrivendogli da Sforzatica con lettera in data 26 maggio 1570: "... et mi dissero che l'accordo del chiericato di S. Michele di Sabio fatto con l' Ill.mo C. Politonio in nome del Seminario (di Somasca, ndr.) non era possuto espedirsi a Roma, anchora che Mons. Hormaneto se vi fusse adhoperato et questo e' divenuto perche' colui che e' in possesso di detto chiericato e' un prete Alessandro Beroa, qual ha fatto il mandato suo a resignar questo clericato libero in favore di Leonardo, figliolo di esso dottore Suardo, a fin che Leonardo ceda poi al Seminario, reservata sibi pensione ducat. XX, percio' S. Santita' non ha volesto admetter tal resegna di prete Alessandro in favore di Leonardo, come si contiene ... Et per questo hanno proposto un altro modo di accordo et compositione et diccono che rilasceranno libero il clericato di Sabio al Seminario qual se affitta duc. 35, mentre che li sia lasciato a loro questo clericato di Brembato (Brembate, ndr.), ancor con quella pensione al Seminario o ad altra persona che parera' a V.S. Ill.ma di mettervi sopra, purche' loro habbiano questo titulo ..." (Ambrosiana, F. 119, l. 68).. NOTE:

1 07 1570 === Quasi ancora agli inizi del piccolo Seminario di Somasca (estate 1570) era capitato qualcosa di un po' diverso: alcuni chierici erano partiti da Somasca, senza licenza del Rettore (o con sua licenza, ma non in perfetta regola) ed erano venuti a Milano. Il fatto, naturalmente, non passo' liscio; diede luogo ad una inchiesta, conclusione della quale fu che i giovani vennero rimandati a Somasca senza altra penitenza. Cf. la lettera che il Vicario Generale scrive a S. Carlo il 13 luglio 1570.. NOTE:

13 07 1570 === Lettera del Vicario Generale di Milano mons. Castello a S. Carlo il 13 luglio 1570: ".. Io so che il Rettore de Somasca me disse che quei giovani si erano partiti senza sua licentia et anco (cio') disse senza alcuna giosa. Se mo per spiritualita' ha scritto il contrario, e' nova forma di spiritualita' quale io non intendo ne' voglio intendere per questo verso. So bene che havendole detto che tornasse da me con tutto il fatto in iscritto non e' tornato. Onde avendo parte in quell'officio laudo che poiche' in iscritto afferma che non si sono li giovani partiti se non con sua licentia, si ritornino a Somascha senza altra penitentia, non vedendo io in che habbiano peccato. Et cosi' li faro' tornare con un puocho di eshortatione, parendomi che lui meriti la penitenza, poiche' insegna a figlioli a parlare a un modo, scrivere a un altro ..." (Ambrosiana, F. 119, l. 301).. NOTE: Il Vicario Generale mons. Castello, che verosimilmente S. Carlo (impegnato altrove) aveva incaricato di risolver la faccenda dei chierici venuti da Somasca a Milano senza permesso, ebbe a giudicare sfavorevolmente e con rude vivacita' l'operato di quel P. Rettore. Questi era tuttora il p. Maffeo Belloni e non meritava certo l'intero aspro giudizio del Castello; se colpa era in lui, era colpa o debolezza di cuore, che cercava una giustificazione per la scappata dei suoi giovani.

1 08 1570 === Lettera di S. Carlo Borromeo da Milano al Nunzio a Venezia (sulle faccende dei chiericati di Brembate e Sabbio, da unire al Seminario di Somasca): "N. R.do Sig.re come Fratello Onorando. Credevo pure che essendo di nessun fondamento le opposizioni che si fanno costi' al possesso temporale del chiericato di Brembate unito da me li mesi passati al Seminario mio di Somasca, quei Signori dovessero anch'essi venirne hormai in cognitione e lasciare che la ragione havesse il luogo suo. Ma intendendo hora tutto il contrario et volendo ovviare percio' non siegua qualche pregiudicio alla giurisditione di questa mia chiesa, mi sono risoluto di conferire il chiericato, se ben torna in danno del Seminario. Per il che prego strattissimamente V.S. a prendersi per amor mio questo altro poco fastidio (appresso) di favorire questa esecutione del possesso temporale per questa collatione, nella quale non mi so immaginare che difficolta' possa nascere, essendo vacato il chiericato in mese di N.S. et havendo io l'indulto dalla Santita' sua. Ne restero' con obbligo particolare a V.S. Ill.ma , alla quale cn questo fine mi offero e raccomando di cuore. Da Vemano, il primo Agosto 1570" (Ambrosiana, F. 43, l. 175).. NOTE: Il chiericato di Brembate fu cosi' conferito al Protonotario Bernardino Cattaneo (per alcuni anni segretario di S. Carlo), che gia' godeva quello di S. Ambrogio di Verdellino: e S. Carlo dovette rimanere in attesa di altri chiericati vacanti per dotare il suo Seminario. Ma non si piego' alle odiose richieste, ne' dei Suardo, ne' del prevosto di Pontirolo, ne' della Serenissima Repubblica che appoggiava di fatto tutto questo pasticcio.

1 10 1570 === Il padre Leonetto Chiavone sj. (o Lionetto Clivone, nato a Vicenza, rettore dal 1564 del Collegio S. Fedele in Milano, casa appena aperta; proveniva dalla casa di Loreto), visitatore delegato da S. Carlo si trova nell' ottobre 1570 nella Pieve di Garlate e chiede ai sindaci del luogo di Olginate perche' facessero pagare il biglietto di transito sull' Adda ai religiosi (quare faciunt solvere portum Abduae a religiosis). Gli risposero che "questo non e' lor mente che si paghi, massime quando li religiosi passano detto porto per andare a Congregationi over a officii, ma si bene in altri casi quando vano per suo interesse" (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 4, q. 1).



Su p. Leonetto si legge: "Commendatum sibi lustrandae Dioceseos, quae ferme ducenta oppida, aut pagus, in decem descriptas maiores curias (plebes appellant) amplectebatur, ita obivit ut quod invidiosum solet esse munus, non gratum modo, sed et iam iucundum acciderit populis universis" (in: Sacchini F. Historia Societatis Iesu. Roma 1649, pars tertia, anno Domini 1565).. NOTE:

1 10 1570 === "Nel mese di ottobre del 1570 giunse come visitatore nel territorio della Pieve di Garlate padre Leonetto Clivone sj. (detto anche Lionetto Chiavone) 'Rector del Collegio della Compagnia del Giesu', Visitatore Generale di Mons. Ill.mo e Rev.mo Card. Borromeo'" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 60).. NOTE:

10 10 1570 === Visita pastorale di p. Leonetto Clavone sj. (10 ottobre 1570) (ACM 5-2-0-1f = ASPSG So 45 B 'fotocopia').. NOTE: Il curato godeva un reddito di £. 50 su alcuni beni che un Andrea q. Tonolo detto Borella di Sopracornola ma abitante in Somasca con atto del 17 settembre 1504 (notaio Pietro Moioli) aveva lasciato ai vicini della chiesa di S. Bartolomeo perche' vi fosse nominato un cappellano e con la clausola che (staccandosi S. Bartolomeo da Calolzio) detti beni restassero a Somasca.

10 10 1570 === (ACM 5-2-0, 1f) Visita Regionale di p. Leonetto Clavone (Chiavone) sj. (10 ottobre 1570) (= ASPSG So 45b).. NOTE:

10 10 1570 === (ACM 5-2-0, 1g) Visita Regionale p. Leonetto Clavone (Chiavone) sj. del 10 ottobre 1570: notizie sul parroco di Somasca p. Maffeo Belloni (= ASPSG So 45b).. NOTE:

12 10 1570 === 1570, 12 ottobre: Visita regionale. Messer Polifilo d' Ada (Polifilo d'Adda, ndr.) faccia il Palio di pretio de libre cinquanta come e' obligato, et questo fra un' anno come lui ha promesso di fare. (originale in: A.S.D.: Sez.X, Vol. 4, q. 1).. NOTE:

12 10 1570 === "Che Defendino di Sumascha et messer Georgio de Grimolli sijno sindici della Chiesa (di Vercurago, ndr.) et si ricordano tutti li legatti della Chiesa per far quello si conviene ..." (dal verbale della Visita regionale del rev. p. Leonetto Clavone o Chiavone Lionetto sj. alla parrocchia di Vercurago ss. Gervasio et Prothasio, 12 ottobre 1570; A.P.Ol.: VM/I, Registro Visite vecchie).. NOTE:

12 10 1570 === Il Visitatore p. Leonetto Clivone (Lionetto Chiavone) sj. il 12 ottobre 1570 osservava, non senza un certo disappunto: "Domus pauperum de Somascha, in qua adest Seminarium Clericorum erectum per Ill. et Rev. Cardinalem, qui nullos alios eidem redditus assignavit, praeter Clericatum constitutum in loco de Grignano, districtus Bergom. redditus scut. XXV vel circa (= £. 175 imp., ndr.)" (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IV).. NOTE:

1 11 1570 === GANDOLFO AGOSTINO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1571 === BALLADA GIOVANNI MARIA crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1571 === CURSELLI GIOVANNI crs., prof. 1571, nell' anno 1571 era a S.MARTINO, MILANO. NOTE:

1 01 1571 === FERRARA (Da) FRANCESCO crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1 01 1571 === GABELLA PIETRO crs., prof. 1571.. NOTE:

1-01-1571 === MINOTTI FRANCESCO crs. (Lista Biografie) (Cevasco 1744, †) - Fava 1959 (S. Geroldo). NOTE:

1 01 1571 === SPAUR FRANCESCO crs. (Malacarne, Spauro, Sporo, Faur, Francesco da Trento) (Cevasco 1744, †) - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1571 === Greco (El), Ritratto di Giulio Clovio (circa 1571, olio su tela, 63x88, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli).. NOTE:

1 01 1571 === Contarini Gaspare, Gasparis Contarini S.R.E. cardinalis opera. Parisii 1571 - Somascha 2000, 5ss (Tesi Pellegrini). Contiene alle pp. 411-424 il "De officio episcopi", scritto dal Contarini nel 1516 per il neo vescovo di Bergamo Pietro Lippomano, ma edito solo nel 1571.. NOTE:

1 01 1571 === Maioragio Marcantonio (1514-1555, dei Conti di Erba), In tres Aristotelis libros De arte Rhetorica, quos ipse latinos fecit, explanationes. Nunc primum a primo comite auctoris Amitino, in lucem prolatae. Venetiis, apud Franciscum Senensem, 1571. [8], 8 c., 9-458, [34] p. ; fol. La pubblicazione di quest'opera viene curata da Primo de Conti, cugino del Maioragio. L' autore e' Antonio Maria Conti, o del Conti, o dei Conti da Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.]: cfr. Melzi, Dizionario di opere anonime o pseudonime, II, p. 150.



Localizzazioni:BS0025 Biblioteca comunale - Breno

MN0034 Biblioteca D' Arco - Mantova

PD0087 Biblioteca del Convento dei frati Cappuccini - Padova

PG0109 Biblioteca comunale Augusta - Perugia

SI0046 Biblioteca comunale degli Intronati - Siena

TA0020 Biblioteca arcivescovile - Taranto

VE0049 Biblioteca nazionale Marciana - Venezia

RM0267 Biblioteca nazionale centrale V. Emanuele II - Roma. NOTE:

1 01 1571 === Pauperum Somaschae: Scopus Biblicus Veteris et Novi Testam. Authore Alberto Noucampiano - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 27.4.2. NOTE:

1 01 1571 === Capitolazioni per la Pieta' di Napoli (s.d., forse 1571?): - Vitone 134



Capitolazioni per la Pieta' di Napoli



Capitolazioni tra il P. Gen. della Congregazione di Somasca et il consigliere Carlo de Tapia protettore del Pio luogo della Pieta' di Napoli insieme con gli infrascritti governatori del sud. luogo con l'intervento del N. Procuratore deputato deputato della Compagnia dei Bianchi dell'oratorio della SS. Pieta' fondatrice dell'opera predetta circa il reggimento della chiesa e casa e governbo dei figlioli con assenso regio, quo opus sit, circa gli infrascritti Capitoli da sottoscriversi da ambo le parti:



1. che per il culto di d. chiesa, et governo della casa si deputino i padri necessari per l'effetto predetto, non eccedendo per hora il numero di dodici, ai quali si da ampia facolta' di essercitarsi negli offici divini di d. chiesa, senza poter essere impediti ne' temporalmente ne' spiritualmente nel regere le cose appartenenti a detta chiesa in modo tale che li sacerdoti e ministri predetti siano soggetti solamente all'obbedienza del Padre Rettore protempore e de loro superiori ordinari che possono a loro beneplacito mutare o tutti o parte di detti sacerdotie ministri, conforme all'occorrente, et allistituto della predetta Congregazione si Somasca, et occorrendo che alcun di loro non fusse per servitio della sud. chiesa e casa possano li governatori darne notizia al Rettore il quale debba avvisare il P. Gen. accio' proveda di persone opportune.



2. che il governo delli figlioli e casa della Pieta' sia nelle mani del Rettore e suoi ministri deputandi e che possano liberamente educare detti figlioli di buoni e santi costumi, procurando imparino lettere et essercitii conforme alla loro capacita' senza contraditione o impedimento alcuno e come si ordina per li statuti della sud. Congreg. di Somasca.



3. che venendo il caso di mutatione di alcuno delli sud. Padri e ministri si dia la sola notitia della persona da mutarsi al Protettore e Governatore accio' possano far somministrare le spese necessarie tanto a coloro che si mandaranno quanto a quelli che verranno, nella seguente maniera: a chi va o viene da Roma ducati sei; a chi va o viene da Lombardia o stato di Venetia ducati diciotto.



4. che nel tempo della elettione de Governatori possa il Rettore assistere a detta eletione, volendo, e per l'ordinario le sia concesso di entrare in ogni congregatione o consulta, ivi trattenersi mentre si tratta di cose spettanti al buon governo della sud. casa, e di la' partendosi quando s'haveranno a trattare altri negotii; e cosi' gli sara'accennato dal Consigliere Protettore, alla destra del quale cioe' nel primo luogo dopo esso Protettore sedera' il P. Rettore.



5. Che li Sig. Governatori e Protettori insieme con il P. Rettore non possano ricevere in casa figlioli di donne di mala vita, ne' illegiittimi, procurando nell'avvenire sia possibile di accettare figlioli orfani conforme al Pio Istituto della Congregazione di Somasca. Si da di piu' facolta' al Rettore di licentiare da se stesso uno o piu' figlioli secondo gli dettera' la sua conscientia per il buon governo di detta casa, dandone pero' prima notizia al Protettore o Governatori, con anco lo stesso Protettore o Governatori nel dare i figlioli di imparare le arti et altri essercitii doveranno havere l'intervento e consenso del Rettore di detta casa, come di persona informata.



6. Che il sud. Protettore e Governatori habbiano il pensiero di provvedere delle cose necessarie della casa cosi' al vitto come al vestito nella seguente maniera: Per lo vestire, companatico ed altri straordinari bisogni dei Padri si sborseranno al P. Rettore ducati cinquanta per ciascheduno anticipatamente in quattro rate da tre in tre mesi, e per li ministri laici di detta Congregazione ducati quarantasette nella stessa maniera provvedendo di tutto il rimanente del vitto ed anco di letti, mobili di camera, camicie, e sciugamani essi Protettore e Governatori. Ma per le spese deifiglioli sborseranno li suddetti al P. Rettore denari per spendere al minuto e per comprare le cose necessarie e che gionalmente occorrono, restando obbligato esso Rettore di dar conto o per se o per altri dei suoi sudditi alli Protettore e Governatori di quanto spendera' per detti figliuoli ogni settimana.



7. Che tutte le intrate, legate, limosine e donatici di qualsivoglia modo et ogni altro sussidio pio anco procurato dall'istessi Padri e beneficio del sud.pio Luogo siano a libera disposizione del Protettore e Governatori per augmento dell'opera e per servitio dei figlioli e dei Padri, li obblighi di detta chiesa. Ma quello che per occasione delle confessioni si donasse a detti Padri a loro compensatione e per loro bisogni et intuiti delle loro persone sia loro proprio.



8. Che succedendo alcun disordine, che Dio non voglia, in alcuno di detti Padri o ministri debba solo il Rettore provvedere a rimediare avvisando il suo superiore ne' possano il Protettore e Governatori intromettersi ma si bene avvisare il detto Rettore che provveda et avvisi ut sopra.



9. Che ciascuna delle parti abbia una copiua autentica delle presenti capitulazioni e non osservandosi le cose predette su dall'una come dall'altra parte, sia lecito recedere da detto contratto come se non fosse fatto.. NOTE:

1 01 1571 === Dedica di p. Primo de Conti agli Arcimboldi dell'edizione dell'opera postuma del Maioragio "In tres Aristotelis libros de Arte Rhetorica quos ipse latinos fecit explanationes" stampata nel 1572:



"Clarissimis et illustribus viris, Arcimboldiis. Fratribus, Antonello Protonotario Apostol. & Senatori regio, & Ioanni Candiae &Vallegij domino, Primus Comes. S.P.D.



Familia vestra, Antonelle et Ioannes Arcimboldii, amplissima & nobilissima, semper claruit viris maxime illustribus religione, consilio, rebus praeclare gestis, & summis omnis generis litterarum studijs. quod ego in singulis partibus verum esse ostendere si velim, nominatis singillatim & enumeratis horum generum praestantibus viris; inanem & immensum laborem suscipiam. non enim facile id fieri potest cum magnus sit eorum numerus: neque illi ipsi parum noti sunt etiam litterarum imperitis; neque desunt testimonia historicorum, atque aliorum scriptorum, a quibus eorum nomina summa cum laude immortalitati fuerunt commendata. Satis viget, et celebratur memoria Cardinalium, Archiepiscoporum, Abbatus, Senatorum & magnorum consiliariorum, belli ducum, & aliorum praestantium virorum armis & pro suis principibus tractandis, & pro sua patria suscipiendis. notissimi sunt homines, & litteris elegantioribus ornatissimi, & omni disciplinarum genere exculti: ita praeterea boni, & simplicis veritatis amici, ut nemini nocuerint unquam, studuerint autem in omni vita omnibus prodesse, quibus possent. quorum omnium vestram familiam magnum numerum tulisse, sciunt omnes. Tantum dico, mores eorum, qui nunc sunt, si caetera desint, vestrae familiae praestantiam, qualis ac quanta sit, facile declarare posse, vel vos duo (ut missos alios faciam) mihi satis esse potestis: quorum si quis diligenter ... Ac primum illud, unde multa quivis possit conijcere, ad vestrae vitae genus attinentia: quod domus vestra assidue plena est, non salutatorum, quorum undas aut magnas catervas evomunt aedes ambitiosorum hominum; sed pauperum & egentium, & vos in rebus suis consulentium, & ad vos confugientium, & vestram opem implorantium ... (a Giovanni) Tibi porro pauperum cura omnium prima atque praecipua incumbit. quod quam verum sit, cognitum est proxime: cum tu inter primos propulsandae vel tolerandae famis, sustinendaeque penuriae, donec Deus nobis consuleret, primam ac praecipuam curam & privatim, & publice suscepisti; ut eo pene esses in pauperes, quo es in liberos tuos amore atque animo ... (mi spinse a stampare l'opera del Maioragio anche il seguente motivo) Huc accessit illud, quo mihi hoc facere liberet magis: quod me, alioquin vehementer cupientem, non destitis cohortari, & volentem ut id facerem impellere, Ambrosius Barbavarius, philosophus et theologus egregius, quin immo sacrae Theologiae Patavij interpres, summi iudicij viris probatus maxime; & propterea Praedicatorij ordinis non modicum ornamentum: ille ipse denique, cuius consilio atque iussu Venetijs opus ipsum hac forma, quam videtis, est descriptum ... Ego vero non tenebo vos diutius: quin iam Aristotelem ipsum, latine per Maioragium de facultate dicendi disputantem; deinde eundem magistrum vestrum a philosopho dicta, quadam eximia rationem explicantem, atque illuminantem omnia, audiatis. Valete. Mediolani, Calendis Ianua. Anno MDLXXI".. NOTE:

1 01 1571 === "E' noto che dopo la vittoria di Lepanto dei cristiani sui turchi del 1571, fu dovunque una gara di entusiasmo nel dimostrare gratitudine alla Madonna del Rosario, cui si attribuiva il trionfo contro gli infedeli. Il Papa istitui' la festa del Rosario. Nelle citta' e nei villaggi si eressero altari, si crearono associazioni pie di tale nome" (cit. da: Orlandi A., Memorie di Pasturo e Bajedo in Valsassina. in: AdL 2/1991, 249).. NOTE:

1 01 1571 === Genova - S. Spirito: anno di fondazione 1571 (papa Gregorio XIII)



"1571. S. Spirito di Genova situato fuori della citta' nel Borgo di Besagno (Besagna? ndr.) era prima delle Monache di S. Benedetto, le quali essendo venute meno, passo' al Convento delle Monache di S. Chiara d' Albano luogo discosto un miglio dalla citta'. Finalmente ad istanza di queste ultime Religiose, e di Vicini, Gregorio XIII, come appare da un suo Breve di quest'anno, concedette detto Collegio e chiesa alla nostra Congregazione, la chiesa e' ornata di 6 cappelle, parte lavorate di marmo, il Collegio e' situato in "quadro", di fabbrica nuova fatta dai nostri Padri con elemosina, e con legati dei nostri Professi, e contiene 24 stanze abitabili, li luogi pubblici: ha un Cortile in quadro di palmi 70, et un giardino della medesima largezza, ma piu' lungo. Nel 1648 avea di entrata netta, compreso l'utile de' novizi, scudi romani 818:20, e vi si mantenevano Religiosi n. 19" (ACS, p. 82s).. NOTE:

1 01 1571 === Milano - S. Bartolomeo: anno di fondazione 1571 (Giovan Battista Riva). NOTE:

1 01 1571 === Paolo IV emana l' Index Librorum Prohibitorum.. NOTE:

1 01 1571 === Somasca: 1571. Il Capitolo del 29 aprile del 1571 in considerazione di quanto sopra mentre si sta trattando per la nomina ufficiale del parroco prende una determinazione di estrema chiarezza: "Ordina che si lasci (= tralasciare abbandonare) in Somasca la cura delle anime e che la' si deputi un Rettore e Ministro". Timore di un fiasco per troppo lavoro? Ma la Consulta del 19 agosto dello stesso anno risolve meglio la faccenda: "che per la cura di Somasca s' intenda la mente del Borromeo ed aiutandola sia in liberta' del Padre Generale e della Compagnia mettere persona adatta a lavorare e la presenti al Cardinale". Dunque: scuola e cura delle anime. Niente di meglio e di piu' esplicito in piena e fedele concordanza col Fondatore. "Dolce Padre nostro Signore Gesu' Cristo ti preghiamo per la tua bonta' infinita che ritorni tutta la cristianita' a quello stato di santita' che fu al tempo dei tuoi Apostoli... mentre ti prego di condurci tutti insieme in cielo". Questa era la preghiera giornaliera di San Girolamo con gli orfani e i primi suoi compagni. Questo doppio programma si doveva realizzare nella parrocchia e nel collegio San Bartolomeo: scuola e seminario per continuare la Sua opera ed anche per le vocazioni del clero diocesano. Per prima cosa era necessario e urgente impiantare il collegio in modo organico anche con forti spese. Invece i lavori per la chiesa si potevano iniziare piu' tardi in forma piena. La casa aveva bisogno di ambienti e locali anche solo per la popolazione fissa tanto piu' per quella avventizia: religiosi che affluivano qui dalle altre varie opere per ragioni diverse di passaggio o per periodi.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1571 === Somasca: 1571. Nella Dieta in Brescia del 19 agosto (simile alla Consulta di oggi?) fu determinato che "per la cura di Somasca s' intenda la mente del Borromeo ed in liberta' del Padre Generale della Compagnia mettere a lavorare a suo beneplacito persona... (Atti della Congregazione) senz' obbligo di presentarla". Buona norma di prudenza che garantiva la piena esenzione da altre interferenze.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1571 === Soppressione nel 1571 dell' Ordine degli Umiliati da parte di papa Pio V, per essersi opposti al tentativo di riforma affidato al card. Carlo Borromeo.. NOTE:

1 01 1571 === NAPOLI, S.M. di Loreto: opera iniziata nel 1571 e finita nel 1709 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1571 === MINOTTI FRANCESCO, F12 (Elogia), 32 - Fava 1959 (S. Geroldo). NOTE:

1 01 1571 === SPAUR FRANCESCO (Spauro, Sporo, Faur), F12 (Elogia), 19; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1571 === SPAUR FRANCESCO (Spauro, Sporo, Faur), , F5,17,20;F6,23,26,28;F11,VIII; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1571 === SPAUR FRANCESCO (Spauro, Sporo, Faur), Nei Processi canonici di Milano, F6,23,26; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1571 === SPAUR FRANCESCO (Malacarne, Spauro, Sporo, Faur), preposito generale, tirolese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91) - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

21 02 1571 === Lettera patente del vescovo di Brescia Domenico Bollani concessa ai Somaschi (21 febbraio 1571) - Caimo 1865 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio della Procura Generale nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma").. NOTE:

29 04 1571 === 036 "1571. Fu congregato il Capitolo in Trivulzio alli 29 aprile ed ivi fu decretato che la elezione del Preposito e de Consiglieri si facesse dai sacerdoti Professi, secondo i Canoni.

- Eletto Vocale con voce in Capitolo D. Giovanni Curselli da Chiavena.

- Sono ammessi all'anno di approbazione: D. Giacomo Maria da Genova, D. Gioanantonio da Invrea alias Preposito di S. Fausto Diocesi Milanese.

- Furono ammessi alla Professione Mr. Battista Zotti da Genova zoppo, e professato li 29 giugno di quest'anno; Silvestro Noris da Bergamo professato li 12 maggio; D. Camillo Coloni da Bergamo, ossia da Venezia, avendo domandata la Professione al P. Visitatore D. Giovanni Scotto 23 aprile 1572; fr. Gianstefano Silva da Milano, professato li 4 maggio.

- Dette le colpe more solito fu eletto dalli sacerdoti Professi D. Francesco Faurio da Trento Preposito Generale an. 1; Consiglieri: D. Giovanni Scotto an. 3, D. Bernardino de Castellani an. 1; Consigliere: D. Guglielmo Tunsis an. 2; Definitori: D. Angiolmarco Gambarana, D. Francesco Minotto, D. Girolamo Vicentino e D. Gianfrancesco Quarterii.

- Che nessuno sia ammesso alla Professione, che non sia accettato da 6 voti favorevoli de Professi.

- Fu proposto d'affittar la casa di S. Maiolo, dove sta il Procuratore, e fu rimesso al P. Generale.

- Ordine che portando alcuno robba di momento alla Congregazione, si faccia di quella subito un inventario.

- Non e' accettata l' Opera degli Incurabili di Venezia per inopia di ministri.

- Ordine che si lasci in Somasca la cura dell'anime, e che la' si deputi un Rettore, e ministri.

- Che partendo alcuno da un' Opera, lasci l'inventario.

- Che il Visitatore vada ad osservar l' Opera di Alessandria.

- Che per l' Opera di Verona, se gli mandino li capitoli.

- Si dia aiuto, potendosi, all' Opera di Como.

- Avendo la felice memoria di Mr. Don Agostino Luna lasciata una possessione al luogo di Tortona, col carico della cura dello Spedale, fu risoluto di far cio' che conviene.

- Ordinate le Ore Canoniche nella chiesa di S. Maiolo di Pavia, a direzione del P. Vicario.

- D. Giovanni Catalano Sicigliano fu ammesso alla professione li 4 maggio. Fu altresi' accettato alla professione Giampietro Cieco (Cino? ndr.). Giampaolo de Caligari che professo' li 4 maggio.

- Si accettano cinque messe per ciascuna settima da Giannenrico de Fornari, in S. Maiolo.

- Decreto che si conservi il Segreto delle cose trattate nel Capitolo.

- Che nessuno tenga dinaro fuorche' chi amministra le cose della casa, il quale non avendo a render conto ai Protettori, il rendano alli nostri Visitatori.

- Decreto che nell'accettazione de luoghi si osservino inviolabilmente gli infrascritti capitoli:



1. Che vi sia chiesa, od oratorio per le messe, uffici e orazioni degli orfani, e per tener il SS.mo Sacramento per quegli che si comunicano frequentemente.

2. Che il luogo sia libero, onesto, separato da donne. Vi sia un dormitorio capace di tanti letti quanti sono i figlioli, e che tutti veder si possino al lume d'una lampada, che stara' accesa di notte.

3. Che siavi un altro luogo capace in cui assieme lavorar possano.

4. Che non entri alcuna donna; e li soli uomini si ammettano col suono del campanello alla porta.

5. Che la Congregazione de Sig.ri Protettori non si muti, se non nei casi di qualche disordine; e se la citta' vorra' mutarli ogni anno, non si accetti la cura del pio luogo, succedendo in simili mutazioni confusione, e affanno ai ministri di casa, perche' ognuno delli Sig.ri Deputati vol dimostrar la propria autorita'.

6. Che li Sig.ri Protettori non accettino che figlioli orfani, e d'anni sette, domandando prima al commesso se vi sia luogo.

7. Che da medesimi Protettori sieno i figlioli applicati a qualche arte, e visitati almeno una volta al mese ma quelli pero' solamente, che saran loro proposti dalli ministri di casa.

8. Che li stessi non si intromettano circa la partenza o permanenza de ministri, i quali dipendono da soli capitoli e Visitatori.

9. Che li stessi non accettino nessun uomo in casa, senza il consenso del sacerdote, e de ministri.

10. Che per fare la Congrega, vi sieno sempre presenti il sacerdote, ed il commesso per schivar le confusioni.

- Che il Tesoriere e lo Spenditore spendino secondo le polizze mandate dal sacerdote, o commesso, e non altrimenti.

- Che il sacerdote tenga una chiave del dinaro, e l'altra il cassiere.

- Che dove i denari de lavorieri e l'elemosine stanno appresso del sacerdote, spendendo il commesso, od altra persona, tenga conto fedele, per darne scarico ai Visitatori.

- Che si possa tener quei sacerdoti, e ministri che paran necessari coi loro coadiutore.

- Che dal superiore, o sacerdote si possano mutare dette persone, ed anche qualche orfano, senza ricever impedimento.

- Che si possano alloggiare almeno per qualche notte, quegli dell'altre case, che passano, e qualche amico.

- Che li ministri possano insegnare agli orfani, a leggere, e le buone arti, in casa, senza mandarli alle botteghe.

- Che a quelli che partiranno per un altro luogo, se gli possa somministrare il viatico.

- Che accettandosi qualche fondazione in avvenire, non si accetti la compagnia de Protettori per fuggire i contrasti, ma oltre il Vescovo si elegga uno della citta' per nostro Conservatore, e Protettore; il che si faccia anche in quei luoghi dove li protettori sono gia' introdotti.

- In fine chela Compagnia non serva ai luoghi di donne etc." (ACS, p. 74-77).. NOTE:

19 08 1571 === 037 "1571. Dieta. Alli 19 agosto si congregarono in Brescia il P. Generale con li due suoi Consiglieri, e quattro altri a modo di Capitolo.

- Fu determinato che si visitasse l' Opera di Roma dal P. Generale e che il medesimo con un compagno visitasse ancora quella di Napoli, conducendo seco il P. D. Francesco Minotti eletto Rettore di quel pio luogo.

- Decreto che per l'assenza del P. Generale si eleggesse un Vicario Generale, alla quale carica fu assunto il P.D. Giovanni Scotto.

- Vien data autorita' al P. Generale visitando l'opare di Siena, Roma e Napoli di far quei provvedimenti che sembragli necessari.

- Dato ordine al P.D. Bernardino Castellani Consigliere di levar le 2 M.a del Macagna in Pavia, per comperare certa possessione in Tortona, pagando alla Colombina il fitto di detti denari.

- Fu ancora decretato che con li dinari de Venezia si comperasse per S. Maiolo di Pavia altra possessione etc.

- Il P.D. Bernardino Castellani autorizzato con mandato del P. Generale fu deputato a visitar il luogo di Alessandria con piena podesta'.

- Furono accettati alla professione Giovanni qu. Bartolomeo della Cornice Genovese, Venturino delli dep.ti dello Spedale di Bergamo.

- Decreto che si suplichi a Roma l'immediata soggezione alla Santa Sede della Religion nostra con tutti i luoghi che ella possiede; di poter elegger uno o piu' Conservatori, e questi mutare ad arbitrio della Congregazione. Che siaci conceduta la elezione di qualunque sorta di decima, e comunicar possiamo li privilegi degli orfani di Roma, e de Mendicanti.

- Che non sia ammesso alcuno alla probazione, che non sia stato per qualche giorno tra noi, salvo per qualche urgente causa, e tutto per il consenso del P. Generale.

- Che per la cura di Somasca s'intenda la mente del Borromeo, ed accettandola sia senza soggezion de Prelati, e in liberta' del P. Generale, e della Compagnia mettere a lavorare a suo beneplacito persona assisti (? ndr.), senza l'obbligo di presentarla; ed officiar sempre alla Romana.

- Che in tutti li Capitoli li sacerdoti dicano una messa ed un ufficio da morto per MR. Zannino da Bergamo.

- Che circa le putte di S. Catterina di Milano, intendendosi chi li ministri abiano fatti gli ufficiali, e Ministri di casa senza nostra partecipazione, in tal caso si levi il confessore.

- Decreto che nel visitar i luoghi il P. Visitatore entri in Chiesa e raccolto con la famiglia faccia con quella orazione, poi tutti lo abbraccino, e ricevano la benedizione. Visiti le camere, le cose della chiesa e del SS. Sagramento. Osservino se li ministri frequentino i SS. Sagramenti, l'orazion vocale e mentale. Se maneggiasi denari veda i conti, osservi se i putti imparano a leggere e scrivere, e se a tavola si legge la vita cristiana, intenda i difetti, se vi e' scandalo in casa, o fuori, e se sono osservati gli ordini; dovra' esaminar la vocazione de nostri Professi, se tutti hanno il loro vitto, e vestito; se alcuno tenga denari senza licenza; e se donne o altre persone praticano la casa, se escon di Collegio soli o accompagnati. Se vi e' alcuna differenza o coi Protettori, o con altri; se gli Ufficiali di casa fanno il dover loro; se vi e' l'inventario dei libri od altro; come sono trattati gli infermi e i forestieri; come li figlioli sono netti, e ben custumati; dove si confessano i sacerdoti; interrogare i chierici e i sacerdoti novizi delle dimessorie, e degli ordini, come siano ordinati; farsi notificar da professi li loro beni stabili, e le pretenzioni che aver possono, e farli rinunziare le loro ragioni, essendo della Religione" (ACS, p. 78-80).. NOTE:

27 08 1571 === Mons. Guarnero Trotti eletto vescovo di Alessandria; morira' nel 1584 (era parente del nostro p. Vincenzo Trotti?). NOTE:

28 09 1571 === S. Carlo (relazione del 28 settembre 1571) dice che "Il detto consorzio teneva un altro terreno, non tanto discosto dalla stessa casa. In quella casa (S. Maria di Sabbioncello, ndr.) in nome di tutta la vicinanza di Merate, vivevano alcuni poveri di S. Martino e un altro uomo, che in tempo di messe e di vendemmia faceva la colletta per il mantenimento della chiesa e della casa. Ci riferiscono ancora che circa l'anno 1539 o 1540 d'improvviso e di fatto furono scacciati i poveri di quella casa da un certo Mauro di Novate (Novati, parrocchiano di Vizzago, e' il primo nella lista di firme dei parrocchiani sull'atto con cui il parroco cede la chiesa agli Amadeiti), il quale poco dopo vi introdusse alcuni frati di detto ordine e questi si mantengono nel possesso della chiesa e della casa". Nel 1538 ad agosto i Servi dei poveri fecero capitolo a Sabbioncello (cf. Ms30 in F4,54 e 56).. NOTE:

7 10 1571 === 1571, 7 ottobre. Battaglia di Lepanto. Le flotte congiunte degli Stati cristiani infliggono una dura sconfitta alla flotta turca. Viene istituita la festa della Madonna del Rosario (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

7 10 1571 === Il 7 ottobre 1571 vengono fermati gli Ottomani con la battaglia di Lepanto.. NOTE:

1 11 1571 === Napoli - Conservatorio di Loreto: anno di fondazione 1571 (Ordine Regio)



"1571. Nel pio luogo di S. Maria di Loreto in Napoli furono introdotti per Ordine Regio li nostri Padri di quest'anno il 1 di novembre per mettere in sicuro questo

governo dandolo a una Religione che n'avea dalla fondazione sua sortito spirito e talento dalla grazia del Signore. Li nostri hanno il solo governo morale, e spirituale, essendo il temporale, dell'entrate, limosine, e legati appresso dei ministri, o Governatori secolari, che ai nostri contribuiscono tutto il bisognevole; avanti le rivoluzioni stavano in questo luogo pio molti sacerdoti, e laici, ma presentemente nell'anno 1648 sono ridotti a quattro i sacerdoti, e tre i laici etc." ACS, p. 83).. NOTE:

9 11 1571 === 038 "1571. Sotto il 9 novembre di quest'anno, si rogarono in Napoli li Capitoli di S. Maria di Loreto, per Gio. Giac.o Summanunzio publico Notaio, i quali Capitoli cominciano nella maniera che segue:



In Nomine Domini Nostri, Iesu Christi.

Mossi dalla carita' che ci stringe a governar gli Orfani, come e' officio nostro, non abiamo voluto mancare di venire a questa Nobilissima citta', con grave travagli, fatiche, ed infermita', e morte, chiamati dalla felice memoria delli Illus.mo Sig.r Duca di Monteleone, dopo il quale e' successo l' Eccell. Signore Gio. Andrea de Curtis Protettore, e Sig.ri Maestri, li quali medesimamente desiderano, che per ogni modo pigliamo sopra di noi l'impresa degli Orfani, e di tutta la casa, e chiesa di S. Maria di Loreto; ma vedendo quanti sieno mutabili le cose del mondo e varie l'opinione degli uomini, e che non e' spediente, ne' condecente, che la Nostra Religione e Professi sieno tenuti ad obbedire, se non al suo P. Proposito, e non sottomettersi ai Laici, ed ai secolari, abbiamo determinato di far gli infrascritti Capitoli, avendo da pigliar quest' Impresa:



1. Noi D. Francesco di Trento Preposito Generale della Religione di S. Maiolo di Pavia della Congregazion di Somasca, in nome della quale domandiam e vogliamo, avendo a governar gli Orfani, la casa di S. Maria di Loreto di Napoli, che il Sig.r Protettore l' Eccell. Sig. Gianandrea de Curtis, con li Sig.ri Ministri di presente, e che in futuro succederanno, non possano ne' spiritualmente ne' temporalmente per nessun modo impedirci ad officiar la chiesa, ne' molestarci nel governo di essa chiesa, e che sia in poter nostro, ogni cosa di detta chiesa, e li sacerdoti che li piglieranno per officiarla sieno soggetti al Rettore, il quale autorita' propria possa licenziarli o mutarli.

2. E piu' vogliamo che sia in arbitrio del Rettore senza riceverne impedimento, l'amministrare liberamente gli Orfani, ed altri Ministri nei costumi, lettere, ed esercizii, giusto l' Ordine della Congregazione.

3. Sia in mano dello stesso Rettore accettare ministri a suo beneplacito, ed in caso di mandarli altrove; o farne venire da Lombardia li sig.ri Maestri somministrino il denaro sufficiente per il viatico.

4. Domandiamo che il Sig. Protettore, e li sigg.ri Maestri i quali escono di officio, et il Rettor della Casa, presentino per maestri persone timorate di Dio, e che si confessino, e si comunichino almeno la 3° Domenica d'ogni mese, e che questi senza il consentimento del Rettore, ovvero del comesso non accettino orfani minori di sette anni, e darli fuori di casa per imparare qualche arte.

5. Che sucedendo alcun disordine il Rettore rimedii, e dia notizia al suo Superiore, senza che nessuno imprenda cotest'incombenza.

6. Che li Sig.ri Maestri provveggano le cose necessarie per la casa del vitto e del vestito, e libri per la scola etc. dando al nostro commesso denari da spendere al minuto con riportarne i conti.

7. Che contravvenendo il S. Protettore, e Sig.ri Ministri a questi Capitoli, sia in nostra liberta' di partire; e restituirci in Lombardia, dandoci il modo di mettersi in cammin con tutte le nostre robbe.

8. In fine che si comperi il piu' presto che sia possibile un luogo da servir per gli infermi etc." (ACS, p. 80-82).. NOTE:

1 01 1572 === CAPELLERI GIOVANNI crs., prof. 1572, nell' anno 1572 era a S.MAIOLO, PAVIA. NOTE:

1 01 1572 === GALLO AGOSTINO crs.. NOTE: "Il vino novello Bresciano della Provveditoria un ecosistema unico ed irripetibile Esattamente 430 anni fa il nobile bresciano Agostino Gallo, procedendo gli autori francesi di tre secoli almeno, poneva le basi per la produzione dei novelli. Biologia e chimica erano ancora lontane dal divenire, ma l' acuto studioso aveva ravvisato la possibilita' di utilizzare una tecnologia particolare per fare vino morbido e gradevolissimo avvalendosi del singolare ecosistema bresciano dato dal clima, dal terreno e dai vitigni coltivati" (http://www.entevinibresciani.com/novello.html)

"Di altri (Calchi, Novati, Schieppato, Gallo, Croce) che dai Biografi son dati per compagni di Girolamo, resta ancora da stabilire se furono veramente compagni o non piuttosto cooperatori, benefattori delle opere da lui fondate" (Landini 1947, 198 in nota).



"Agostino Gallo bresciano, nobile per lo splendore e l'erudizione delle lettere, lasciate da parte le comodita' della vita umana e fatto venire avanti l'invito alla liberta', assunti gli incomodi della poverta' di Cristo e le fatiche di una vita piu' aspra, si consegno' per essere tutto formato al nostro venerabile Girolamo. Ascritto alla sua famiglia, si applico' continuamente alle orazioni, alle penitenze, alla mortificazione del corpo e della volonta', infine, pieno di meriti e di anni, lascio' ai posteri una non dubbia fede della sua salvezza. Edito' composte in lingua volgare diverse georgiche, col titolo: 'Le giornate dell'agricoltura e de' piaceri della villa', Venezia 1572 in 4°.

E' citato dal Tortora (Vita SGM, lib. 3, fol. 161), dal Crescenzi (Praesidio Romano, p. 2, tit. Cleric. Reg. Somasch., dove scrive: esercito' egregiamente la cura a riguardo della agricoltura dell'animo, seminando nelle lacrime e mietendo nella gioia)" (F12, 12: Elogia; trad. mia).



"Allievi e imitatori del Miani, mi pare di dover (havendone io conosciuto alcuni) dirne parte: ... da Brescia un Prete de' Pelizari (Pellizzari, ndr.) e Agostino Gallo, quello che scrisse de Agricoltura" (Albani, Vita SGM, 2° ed. del 1603, pag. 29).



" ... accessere Augustinus Gallus, is cuius de agricultura monumenta vulgari sermone conscripta leguntur ... " (Tortora, Vita SGM 1620, lib. 3, fol. 161).



"Quattro furono quelli, che tra gli altri s'accesero a queste sante opere, per l'esempio del Beato Padre alla vista di quel nuovo spettacolo, cioe' Gio. Paolo Averlodo, Giacomo Chizzola, Agostino Gallo, quello che scrisse dell'agricoltura, e Gio. Battista Luzzago, tutte famiglie nobili e antichissime in Brescia. Questi perseverarono sempre in essere divoti del Padre Girolamo, e non solo frequentando spesso la conversatione di lui, ma con l'autorita', con il favore, con le limosine, e con le proprie persone servivano i poveri in quella santa casa; la quale comincio' poi a chiamarsi il luogo della Misericordia, e cosi' anco si chiama fino al giorno nostro, e e' uno dei piu' principali che siano stati findati dal nostro Padre" (De Rossi, Vita SGM, ed. Milano 1630, pag. 119).



"Resta la memoria tra questi del Cavaliere Iacopo Chizzola, di Agostino Gallo, quello che scrisse dell' Agricoltura, di Giovanpaolo Averoldo, e Giovan Battista Luzzago, tutti di famiglie antiche, e cospicue tra le nobili di Brescia. Da soggetti di tal qualita', gia' imbevuti delle sante massime di Girolamo, e partecipi del suo spirito, non potea non aver fermo sostegno la casa degli Orfani" (Santinelli, Vita SGM 1740, pag. 35).



"A Brescia tra i soci del locale Divino Amore e gli amici di S. Angela Merici Girolamo trovo' i laici che sostenessero il suo orfanotrofio; merita particolare menzione Agostino Gallo. Era nato nel 1499 da Giovanni Cristoforo, agiato mercante di panni, e da Beatrice. Aveva sposato Cecilia Campanari, dalla quale ebbe 4 figlie e un maschio, Mario, nato nel 1534. Membro dell' Accademia degli Occulti col nome di 'Incognito', Agostino aveva come insegna un aratro in atto di riversare il terreno e di cavarne tesori, e come motto 'Veteres tellure recludit'. Innamorato della vita dei campi, si ritiro' dal commercio per dedicarsi alla vita bucolica e comporre l'opera: 'Le dieci giornate della vera agricoltura e piaceri della Villa'. Nell'opera evoca i vantaggi e le soddisfazioni della vita rustica con entusiasmo candido e sereno. Nelle riedizioni successive il titolo passo' prima a tredici giornate e poi a venti. Il libro avra' anche una edizione francese. Nel 1529, temendo che Carlo V ponesse l'assedio a Brescia, si rifugio' a Cremona e offri' ospitalita' a S. Angela Merici. Nella sua abitazione presso S. Vittore vide affluire dalla mattina alla sera nobili, membri della corte di Francesco Sforza di Milano, milanesi e cremonesi, affascinati dalla parola della Merici e da lei condotti a conversione. Rientrati a Brescia, Agostino fece allestire due camere per la santa in contrada S. Clemente. Con Angela, nell'agosto del 1532, Agostino e sua sorella Ippolita, senza la moglie che in luglio aveva partorito la figlia Eugenia Isidora Iosepha, ando' in pellegrinaggio a Varallo. Conosciuto il Miani, fu procuratore degli orfani e partecipo' in tale veste ai capitoli dei protettori (nota: L. Mariani - E. Tarolli - M. Seynaeve, Angela Merici. Milano 1986, p. 115-116. Il Gallo era in relazione con l'ospedale degli Incurabili e il 3 gennaio 1535 fu eletto verificatore dei conti di Bartolomeo Stella, allora massaro)" (Bonacina, Un veneziano a Como, 1989, p. 45-46).



"Agostino Gallo: imprenditore e uomo di cultura nato a Cadignano nel 1499 e morto a Brescia nel 1570. Arricchitosi con il commercio di tessuti, acquisto' una proprieta' terriera presso Poncarale, dedicandosi ai piaceri della vita di campagna e alla stesura di un trattato che affronta temi di gestione della proprieta' agraria". (http://www.brescialeonessa.it/brescia/hannoscritto/gallo.htm)



"Agostino Gallo: agronomo, introdusse in Italia la coltivazione del riso e del trifoglio".

(http://www.amuletum.it/cataloghi/scaffale/shelf.html)



"CADIGNANO (Palazzo Maggi):

Ricerche attendibili accreditano a Cadignano l' onore di aver dato i natali ad Agostino Gallo (entro il primo semestre del 1499). Qui ebbe residenza fino a 35 anni, anche se gia' a 17 inizio' a frequentare Brescia. Bontempo Gallo, il nonno di Agostino, era un personaggio nella vita quotidiana di Cadignano".

(http://www.verolanuova.com/tour/ita/ita10.htm)



"Cadignano (Brescia).

Rimane da segnalare, oltre alla chiesa di S.Rocco, iniziata verso la fine del quattrocento e rivestita nel settecento di un' elegante struttura barocca, il cinquecentesco Palazzo Maggi di Cadignano, luogo natale di Agostino Gallo, che contiene pregevoli affreschi di Lattanzio Gambara (Ga'mbara)".

(http://www.losio.com/gam04.htm)



"Brescia: vicolo San Clemente, un misterioso budello che sconvolge qualunque regolarita' della topografia romana. Contate le lampade di ferro battuto, svoltate angoli improvvisi ed ecco, sotto fronde appena rinverdite dalla primavera, la facciata sobria della chiesetta. Qui giace Moretto, tra alcune delle sue piu' belle tele. Da qualche parte sono nascosti anche due chiostri. Ma da qui si vedono solo muri, muri e silenzio, e un vecchio affresco scrostato nella lunetta sovrastante il portone. Agostino Gallo abito' dietro quelle finestre: altra lapide, altro illustre defunto. Ma la luce e' linda, non ha nulla di triste. Un vago sentore di legna arsa vi risucchia verso la parte terminale del vicolo, un brivido finale tra altissime muraglie di mille pietre, poi un volto basso, travato. E' via Agostino Gallo, appunto".

(http://www.quibrescia.it/dascoprire10.htm)



"PONCARALE:

A Borgo: Palazzetto di Agostino Gallo, riscoperto e restaurato di recente, dove risiedeva l' autore (1499-1570) delle "Venti giornate della vera agricoltura e dei piaceri della villa", edita nel 1569 e diffusa in tutta Europa fino al 1775 in ben 27 edizioni. L' autore, mercante di tessuti, aveva 68 pio' di terra a Borgo Poncarale".

(http://www.numerica.it/Brescia/Bol/Provincia2/Poncarale/visita.htm)

1 01 1572 === GAVARDO FRANCESCO crs. (Lista Biografie); - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57; 4° parroco di Somasca (1581). NOTE:

1 01 1572 === GIOVANELLI GIOVANNI PAOLO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1572 === Ignoto, Valletta e Castello di Somasca (disegno del 1572 ca.) - Netto, Lettere morte parole di vita 1977, tav.. NOTE:

1 01 1572 === Gallo Agostino (+ 1572, ritratto b/n da: Balestrini - Fappani, La carita' nel bresciano. Brescia 1986, p. 90).. NOTE:

1 01 1572 === Ignoto, Gallo Agostino (+ 1572) (incisione, tratta dal sito internet del Museo Mericiano di Brescia dedicato a S. Angela Merici).. NOTE:

1 01 1572 === Ferreri Guido crs. (card.), Sommario dei decreti conciliari et diocesani spettanti al culto divino et all'abito, vita et costumi et officio tanto di ecclesiastici come di secolari. Vercelli, Mutina 1572 (1 copia, gia' del Clementino, nella Bibl. Naz. Centr. di Roma).. NOTE:

1 01 1572 === Gallo Agostino '1499-1570', Le vinti giornate dell' agricoltura, et de' piaceri della villa di M. Agostino Gallo. Nuouamente ristampate con le figure de gl' istrumenti pertinenti, & con due Tauole: vna della dichiaratione di molti vocaboli: & l' altra delle cose notabili. In Venetia : appresso Camillo, & Rutilio Borgomineri fratelli, al segno di San Giorgio, 1572 [24], 447 p. : ill. ; 4o.



Localizzazioni: [Image]VI0154 - Biblioteca internazionale La Vigna -

Vicenza - VI - 1 esemplare

[Image] CN0065 - Biblioteca civica - Mondovi' - CN. NOTE:

1.01.1572 === Gallo Agostino crs., Le venti giornate dell' agricoltura, Venetia 1572 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 20-18]. NOTE:

1 01 1572 === Belleforest (de) François, Secrets de la vraye agriculture, et honnestes plaisirs qu'on reçoit en la mesnagerie des champs, pratiquez & experimentez tant par l'autheur qu'autres experts en ladicte science, diuisez en xx. iourne'es, par Dialogues. Avec un discours de tout ce que doibt faire un diligent mesnager

champestre, tous les mois, & selon que les saisons du temps sont bonnes, ou mauuaises. Traduits en Francois de l'Italien de Messer Augustin Gallo, gentil-homme Brescian, par François de Belle-Forest, Comingeois. A Paris, Chez Nicolas Chesneau, ruë Sainct Iacques, a' l'enseigne de l'Escu de Froben, & du Chesne verd. M.D.LXXII. Auec priuilege du Roy.



E' la prima ed unica versione in francese dell'opera di Agostino Gallo.

(http://www.wine-maker.net/Introductions_HTML.html)

Vedi il file in PDF nella cartella "Testi x Fonti".. NOTE:

1 01 1572 === Maioragio Marcantonio (1514-1555, dei Conti di Erba), In tres Aristotelis libros, De arte rhetorica, quos ipse latinos fecit, explanationes. Nunc primum a Primo Comite, auctoris Amitino, in lucem prolatae; Venetiis, apud Franciscum Franciscium Senensem, 1572. [8], 1-8 c., p. 9-458, [34] : 1 ritr. ; 2¡. La pubblicazione di quest'opera viene curata da Primo de Conti, cugino del Maioragio. L' autore e' Antonio Maria Conti, o del Conti, o dei Conti da Mariaga [fraz. di Eupilio, ndr.]: cfr. Melzi, Dizionario di opere anonime o pseudonime, II, p. 150.



Localizzazioni:BG0026 Biblioteca civica A. Mai - Bergamo

GE0036 Biblioteca civica Berio - Genova

GE0011 Biblioteca della Societ&Mac246; economica - Chiavari

GO0025 Biblioteca statale Isontina e civica - Gorizia

RM0271 Biblioteca dell' Accademia Alfonsiana - Roma

RM0313 Biblioteca Casanatense - Roma (nota ms. sul primo foglio di guardia "16 maij 1587": di mano del card. Casanate?)

NA0079 Biblioteca nazionale V. Emanuele III - Napoli

RM0290 Biblioteca Angelica - Roma

RM0267 Biblioteca nazionale centrale V. Emanuele II - Roma. NOTE:

1 01 1572 === Il vescovo Teatino Paolo Burali nel 1572 volle che i Somaschi assumessero a Piacenza l'orfanotrofio e la parrocchia di S. Stefano - Molinari 1957, 237-241. NOTE:

1 01 1572 === Maffeo Belloni, gia' parroco di Somasca, risulta nel 1572 Vice Preposito a Missaglia (Amigoni E., Comasco il San Martino di Calolzio 2002, 17).. NOTE:

1 01 1572 === ALESSANDRIA, San Siro: opera iniziata nel 1572 e finita nel 1802 (tipo di opera = A-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1572 === Gallo Agostino: F12 (Elogia), 12.. NOTE:

5 01 1572 === Bolla di Pio V (5 gennaio 1572) - Caimo 1865 (a p. 151 dice "che si conserva nell'archivio della Procura Generale nel Collegio dei SS. Nicola e Biagio in Roma").. NOTE:

20 04 1572 === 039 "1572. Fu congregato il Capitolo li 20 aprile in S. Maiolo di Pavia.

- Vennero accettati alla Professione:

D. Antonio Bozzia da Trento,

D. Antonio Locatelli da Mapello Dioc. di Bergamo,

D. Luigi Migliorini da Padova,

D. Gianmaria Cornali di Cremona,

D. Batta de Capelleri da Verona,

D. Giacomomaria Stassani da Genova,

D. Camillo Caloni da Venezia,

D. Tomaso Viggioli da Savona.

- Fu confermato P. Generale an. 2 D. Francesco Faurio da Trento, D. Bernardino Castellani Consigliere an. 2, D. Angiolmarco Gambarana Consigliere an. 1, D. Guglielmo Tonsis Cancelliere an. 3.

- Venne decretato di dar aiuto all' Opera d' Alessandria.

- Visitar l' Opera di Forli', senza carico della Compagnia.

- Non fu accettato per penuria di ministri il luogo di Verallo offerto dal Sig. Giacomo d' Adda.

- Parlatosi del luogo di Lodi, fu conchiuso che il P. Generale co' suoi consiglieri determinino.

- Per il luogo di Mantova fu deputato D. Giovanni Cataneo di parlarne a Mons. Rev.mo.

- Furono eletti definitori D. Giovanni Scotto, D. Rinaldo da Salo', Don Giovanni Sicigliano e D. Gianfrancesco Quarteri.

- Ordine, che si stampino le Bolle, e Privilegii per darne copia a tutte le case della Congregazione.

- Che dal Capitelo si dieno le patenti al P. Generale, ed a Rettori del loro officio.

- Che abian voce in Capitolo quei solamente che hanno il governo, o che sono chiamati, e data loro la voce dal P. Generale coi Consiglieri.

- Che chi avera' cura del Capitolo, sia ancora Correttore del medesimo.

- Non fu accettata l' Opera di Biella" (ACS, p. 84s).. NOTE:

13 05 1572 === GREGORIO XIII - BONCOMPAGNI UGO (+1585 apr. 10 sepolto a S.Pietro in Vaticano - creato da Pio IV nel 1563 marzo 12); di Bologna (1502) - Vescovo di Viesti; Sisto, 1565 maggio 15; GREGORIO XIII eletto nel 1572 maggio 13.. NOTE:

15 10 1572 === (ACM 5-2-0, 1h) Matrimoni in Somasca (1568-1571): ms. del p. Gonella crs., 15 ottobre 1572. Firma autografa del p. Trotti Vincenzo crs. (= ASPSG So 44 p1).. NOTE:

13 12 1572 === CUSA FRANCESCO crs. (De Cusis) - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 247 (professo nel 1572). NOTE:

29 12 1572 === "Status clericorum Seminarii Somaschae" (citato l'articolo di Tagliabue Mario sac., Somasca e il suo Seminario. in: L' Eco di Bergamo, 5 agosto 1937) (SSGE 1937, 272). NOTE:

29 12 1572 === Uno "Status clericorum Seminarii Somaschae" del 29 dicembre 1572 ci offre un quadro di quelle prime speranze del clero milanese. Di ciascun alunno, oltre il nome e il cognome, viene segnata la paternita', la professione del padre, il paese d'origine, l'eta', lo stato culturale, le qualita' d'ingegno, la data di accettazione. I chierici giungono da ogni parte della Diocesi; ne sono presenti 12, due sono assenti; sono indicati i nomi di cinque aspiranti che avevano chiesto l'ammissione. I dati di un'altre quindicina di alunni risultano dalle lettere di presentazione e di trasferimento tra il 1567 e il 1579. L'eta' varia tra i quindici e ventiquattro anni. Generale e' il difetto di ingegno (cf. questo "Status clericorum Seminarii Somaschae" in: Milano, Arch. Curia Arciv., sez. XI, Seminari, 6°. V. P.; cf. Tagliabue M., Il Seminario di Somasca, pp. 755-765). Rettori di questo Seminario furono:

1. p. Bellone (Belloni) Maffeo (1566 - agosto 1571)

2. p. Gonella Giovanni Battista (agosto 1571 - giugno 1577)

3. p. Bartolomeo Brocco (giugno 1577 - aprile 1579).. NOTE: Sui 12 presenti, uno solo paga la somma annua di 12 scudi (Tagliabue 1931, 22; a pag. 23 cita lo Status Clericorum dicendolo pero' del 21 dicembre, non del 29!).

1 01 1573 === GAMBARANA ANGIOLMARCO crs., in: Statistica vol. 1 p. 76 - Statistica Stoppiglia (†) (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1573 === Gambarana Angiolmarco crs.: - Stoppiglia 1934, 297 - immagine in Statistica 2, 107 (tela esistente a Somasca in Casa Madre, con scritta: "&Mac197;P.D. Angelus Marcus Gambarana papiensis primus praepositus generalis congr. Somaschae&Mac197;") - Noli, Orfanotrofio di Pavia 1933. NOTE:

1.01.1573 === Carrara Agostino crs., Orazione parenetica nell' aprimento de' nuovi sepolcri 'Il Foppone', Bergamo 1573 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 199-41]. NOTE:

1 01 1573 === Borromeo Carlo, Interrogatorio della Dottrina Christiana. Visto et corretto et di nuovo ristampato per ordine dell' Illustriss. et Reverendiss. Cardinal Borromeo, Arcivescovo di Milano et in essecutione del Concilio Provinciale dell' anno 1569. Milano 1573.. NOTE:

1 01 1573 === 1573 - 1577: peste detta "di S. Carlo" (anche a Olginate e a Chiuso). Somasca ne rimase indenne.. NOTE:

1 01 1573 === "(1573). Evacuazione delle ordinanze della Parrocchia di Somasca Pl. di Garlate. Nella chiesa di s:to Bartholomeo parochiale di somasca il cimiterio non e' stato serrato secondo le ordinationi datte nella visita, il confessionale non e' fatto, la chiesa non e' solata dove era rotta, li vicini si scuzano che non hanno potuto fare per la penuria che e' stata in questi paesi. il Battisterio e' fatto, l'altare qual'era fori della chiesa e' destrutto, li quatro arberi di noce che occupavano la chiesa si sono tolti via. Don Gio: Batta Gonella Vice curato di s:to Bartholomeo ut supra" (Milano, Arch. Curia Arciv., Spirituale, sez. X, vol. 4°, Visite pastorali Olginate; in copia in: Somasca, ACM, 5-2-1, carta 56-C, datata al 1573 per induzione, essendo il p. Gonella stato parroco dal 1573 al 1577 circa).. NOTE:

1 01 1573 === "1573. Il Padre D. Angelo Gambarana, siccome io credo, (non essendovi il Venerato Nome suo, scrito nei libri de Capitoli) mori' di quest'anno, non terminato l'anno primo del suo Consiglierato a cui fu promosso lli 20 aprile dell'anno 1572. Da uno scritto latino ma rozzamente concepito, il qal conservasi nell' Archivio di Pavia della nostra Congregazione alla lettera F numero 32 si ricavano le seguenti notizie, siccome dai Processi fabbricati in Milano l'anno 1615 per una giurata testimonianza del P. D. Girolamo Novellio sopra la vita, e miracoli del Venerabile nostro Fondatore, registrata nel di' 6 luglio, cioe' che:

'Il P. D. Angelo de Conti di Gambarana, e Montesegale fu figliolo di Gambarana Dottor nell'una e nell'altra legge della diocesi di Pavia. Vestito l'abito ecclesiastico e promosso al sacerdozio, Religioso pero' sempre nelle sante sue operazioni,governo' un tempo S. Maria di Caneva nuova, situata nella citta' di Pavia sua Patria, e la quale poi passo' alli Padri della Congregazione di S. Paolo decollato, detti volgarmente Barnabiti, siccome veggiendo il Beato Girolamo Emiliani fondato della Congregazione di Somasca entrar dentro le reggia nuova col Crocifisso alzato, e fatto condottiero d'una numerosa squadra di poveri Orfanelli, tocco da un esempio cosi' vivo di carita', e mosso dallo spirito del Signore, se gli aggionse compagno della S. Opera. Per istabilirla nella sua patria, tanto si adopro' appresso il Consiglio della Citta' medesima, che finalmente da pubblici voti ottenne il luogo della Colombina, con la chiesa consacrata allo Spirito Santo. Partito poi il Beato Fondatore, fu lasciato il buon discepolo al governo, ed alla cura della nuova fondazione; ma la grandezza del di lui animo, imitando il suo Buon Padre, e nostro, non fu contento di occuparsi nell'alimentare il corpo, e lo spiriot de' figlioli Orfani. Desidero' di santificare la citta' tutta, e pero' fabricati li due conservatoeij S. Giorgio, e S. Maria Maddalena, in quello vi chiuse le figliole prive di Padre, e di Madre, ed in questo le donne di mondo, che tratte avea dalla .... NOTE:

1 01 1573 === Alessandria - S. Siro: anno di fondazione 1573 (Deputati dell'Ospedale Maggiore di Alessandria)



"Il Monistero di San Siro di Allesandria era de Padri Umigliati e questi distrutti, fu incorporato all' Ospital Maggiore di detta Citta'. In quest' anno con il consenso di Monsignor Vescovo e di Monsignor Girolamo Confalonieri Abbate della Collegiata di San Pietro di Borgo e de' Signori Deputati di detto Spedale, passo' alla Nostra Congregazione. Il Monastero e' di poca fabrica, composto di 18 sole stanze tra publiche e private. La Chiesa ha unita la cura d' anime, e l' obbligo di due messe ebdomadarie con assegnamento di 25 scudi all' anno pagabili dal detto Ospitale. L' entrata netta di questo Convento, ossia Collegio nel 1650 era di Scudi Romani 332 per mantenere 6 Religiosi, ed un servente" (ACS p. 90).. NOTE:

1 01 1573 === "Il p. Giovanni Scotti crs., bresciano di Valcamonica, fu tenuto in particolare considerazione da S. Carlo Borromeo, il quale lo avrebbe voluto presente al Sinodo Provinciale del 1573 per la sua personale competenza e per la speciale conoscenza della Diocesi di Cremona" (Sala 1857, vol. II, pag. 384).. NOTE:

1 01 1573 === "Il vescovo di Como, mons. Giovanni Antonio Volpi (1559-98), in ossequio a quanto aveva prescritto il Sacro Concilio di Trento, apre in Como un primo Seminario nel 1573, sostenuto con certe decime che si pagavano dalla parte della diocesi che era soggetta allo Stato di Milano; ma questo Seminario ebbe poca vita, e pare si sia chiuso non appena fu aperto il Collegio Gallio, e i suoi chierici furono collocati in questo Collegio" (Zonta 1932, 160).. NOTE:

1 01 1573 === Morte e funerali del p. Angiolmarco Gambarana (dai Diari del Casale 1574 f. 38v).. NOTE:

1 01 1573 === Nel 1573 viene aperta la Sepoltura di S. Girolamo e la cassa, per ordine del Superiore p. Battista Gonella crs.; cf. la testimonianza data nel 1628 al processo Apostolico di Brescia dal teste Bernardino Aquila di anni 85 che vi fu presente (aveva allora trentanni).. NOTE: Conviene considerare quanto narra l' Albani nella Vita di S. Girolamo scritta nel 1600 (e ristampata nel 1603) a pag. 32: "Il Miani ... fu sepolto in Somasca nella Chiesa di Santo Bartolomeo a man sinistra, con un humil Deposito, gia' da me letto piu' volte, presso terra, con questo Epitafio 'Hieronymi Miani ossa suavem Domini vocem expectantia'; il qual fu poi levato per l'ordine del Concilio di Trento di levar tutti i Depositi sopra terra; vi si leggevano alcune poche lettere ancora, in quel tempo scritte o dipinte, essendo levato il resto per un uscio puoco fa fatto in quel luogo (porta aperta nel 1573? cf. alla data, ndr.); le quali sono queste 'Gieronimo Miani de costumi Apostolici; il qual con la vita, & essortationi sue acquisto' al Signore innumerabili persone, padre delli Orfani, il qual mori' l'anno 1537'. Essendo poi rinovata la Chiesa, & edificata un honorevole Capella maggiore, sono state trasportate l'ossa sue dopo l'Altare, con quelle del sopradetto Padre Vincenzo Gambarana ...".

1 01 1573 === Roma - S. Biagio: anno di fondazione 1573 (enfiteusi dalla Compagnia di S. Ambrogio)



"1573. Fu fondato in quest'anno in Roma in Monte Citorio il Collegio di S. Biagio avendoci la Compagnia di S. Ambrogio della Nazione Lombarda conceduta la chiesa parrocchiale di detto Santo con perpetua enfiteusi con l'aggravio di certo annuo Canone" (ACS, p. 89).. NOTE:

1 01 1573 === Verso il 1573 il Prevosto di Olginate riferiva a Milano che S. Bartolomeo di Somasca era "vacante dalla sua erettione (1566)" e che vi era "per modo di provvigione" il P. Rettore (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX).. NOTE:

1 01 1573 === ROMA, S.Biagio in Montecit.: opera iniziata nel 1573 e finita nel 1694 (tipo di opera = Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1573 === (ACM 5-2-0, 1i) Nota delle cose che si sono evacuate dal cimitero ecc. (1573, p. Gonella vice curato di Somasca) (= ASPSG So 56c).1 1 1573. NOTE:

1 01 1573 === GAMBARANA A.M., Nei Processi canonici di Milano, F6,15. NOTE:

1 01 1573 === GAMBARANA AM., Gambarana AM., F6,27. NOTE:

1 01 1573 === GAMBARANA ANGIOLMARCO, F12 (Elogia), 26. NOTE:

1 01 1573 === GAMBARANA ANGIOLMARCO, F18 (Ristretti Paltrinieri), 1. NOTE:

1 03 1573 === Inizio, con notizie del primo ingresso dei Somaschi in S. Biagio di Roma (autografo del p. Spaur in Atti Procura Generale). in: Tentorio, Ven. Padre Francesco Spaur da Trento. Roma 1961, 20. NOTE:

10 03 1573 === Il Prevosto di Brivio don Vincenzo Albani scrisse a Milano il 10 marzo 1573: 'Non si trova preti che vogliano servire a quelle cure di Bergamasca perche' non vogliono sottoporsi all'esame', cf. Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. III). Primo Conti era gia' esaminatore del clero negli anni 1564-65.. NOTE: cf. Primo Conti, un laico esaminatore sinodale del clero milanese (1564-1565). in: Somascha 1976, 91 - Note e documenti

6 04 1573 === 040 "1573. In S. Gio. Battista di Genova si congrego' il Capitolo li 6 aprile. Furono confermati, ed eletti alle cariche definitoriali:

Don Francesco da Trento Preposito Generale an. 3,

Consiglieri: D. Bernardino de Castellani an. 3, D. Giovanni Scotto an. 1;

Consigliere: D. Gio. Guglielmo Tonso an. 4.

Definitori: D. Bernardo de Piacentini, D. Alessandro da Genova, D. Primo de Conti (e' la prima volta che compare in carica, ndr.), D. Girolamo Quartero.

- Furono accettati alla probazione: Giampietro Locatelli da Seronno (Saronno?, ndr.).

- Accettata la chiesa di S. Biagio di Montecitorio in Roma, con la convenzione, e patto di pagare scudi 400 per una volta sola, e scudi 50 ogni anno in perpetuo, o pur redimere quest'annuo Canone con altri scudi 700 per una volta sola.

- Fu proposto di mandar persone al governo de Putti incurabili di Venezia.

- Venne proposto ancora il luogo dei derelitti di Verona, e fu risoluto che si scrivesse a Mons. Vescovo, ed al Sig. Nicolo', che quando s'accettino li nostri Capitoli, si provvedera' dar aiuto alla pia Opera.

- Decreto che l'orazion vocale della sera, si cominci col Confiteor.

- Data la facolta' al P. Generale di eleggersi un Vicario che per lui assente governi la Congregazione, e fu pubblicamente nominato il P. D. Giovanni Scotto.

- Ordine di poter impetrar da Roma un tra gli'altri privilegi quello di poter elegger un Conservatore di ciascuna Casa.

- Furono ammessi alla Professione:

Andrea dell' Aqua di Pavia;

Lorenzo Peciana da Vercelli;

D. Girolamo Novelli da Vicenza q.m Giuglio da Padova, e Laura da Verona abitanti in Vicenza, dove nacque detto Girolamo li 15 gennaio 1557, compiuto l'anno della Probazione li 20 aprile 1573;

Genesio Portesano da Cremona laico;

Giampietro Pallavicini;

Giambattista Moro bergamasco;

Gregorio Pinciboni da Savona;

Giorgio Capellini da Savona.

- Furono rogati da Giannantonio Rotaglia Notaio Genovese l'istromento dell'elezione del P. Generale, e confermato quello che detto P. Generale fece in Roma per la chiesa di S. Biagio di Monte Citorio" (ACS, p. 88s).. NOTE:

26 05 1573 === Chiesa di S. Biagio a Montecitorio (de Monte, ovvero de Hortis): "Che questo monte sia il Citorio (mons Acceptorius, Aceptabilis) risulta dalla vicinanza della chiesa di quel luogo. Ai tempi del Signorili (che la chiama "de monte Octeto") egli la pone tra le chiese quasi deserte "ignotae et sine clericis". Poi rifiori' ai tempi di Micele Longo e del Martinelli; ai loro tempi esisteva ancora nel Monte Citorio affidata ai padri Somaschi. Il Sodo (riferito dal Terribilini) la dice "Chiesa di S. Biagio degli orti: e' una chiesa parrocchiale al Monte Citorio". La chiesa era precisamente nell'area del cortile della Curia innocenziana, oggi aula parlamentare. Fu data in enfiteusi perpetua ai chierici regolari Somaschi della Compagnia dei SS. Ambrogio e Carlo (sic, ndr.!) come per gli atti del notaio Curti rogati il 26 maggio 1573. La chiesina fu demolita nel 1695. In un documento del 1660 degli Archivi della Santa Sede viene cosi' descritta: 'Ha un coretto di sopra con l'organo, ha cinque altari, campanile con due campane, tre sepolture con cimitero; ha annessa la cura d'anime, in tutto contiene case 66 e detta parrocchia fu data nell'istessa concessione della Chiesa'" - Armellini 1891, 314. NOTE:

25 07 1573 === VIGNALE GREGORIO crs. - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 247 (professo nel 1573). NOTE:

15 10 1573 === Lettera di S. Carlo al P. Rettore del Seminario di Somasca: gli dice che vuol trattenere per il Seminario di Milano cinque alunni di quello di Somasca, quattro dei quali pochi mesi prima classificati poco lodevolmente: Girolamo Osolo, Andrea Bonetto (o Brunetti), Franzino (debilis in rebus grammaticis), Buzio (mediocriter instructus sed bono ingenio), Budio Francesco (indiget eruditione grammatice, medio ingenio ... in cantu firmo et figurato versatus).. NOTE: (Somasca, Arch. Coll., ms. II, ct. I, n. 1: San Carlo al P. Rettore del Seminario di Somasca nostro carissimo, 15 ottobre 1573; Tagliabue 1931, 25 nota 1).

10 11 1573 === Il Clero dei benefici bergamaschi non solo non fu sollevato dalla tassa che S. Carlo sin dal 1570 voleva riscuotere da applicare al Seminario di Somasca, ma senza alcuna mutazione tale tassa rimase aggiudicata e assicurata ad esso. La tangente venne fissata solo il 10 novembre 1573; ma per quella volta, una meta' fu applicata retroattivamente sui redditi del 1572 ed una meta' su quelli del 1574 (Milano, Arch. Seminario Maggiore, Celana, n. 1, Fondazioni e statistiche).. NOTE:

1 12 1573 === Il Vicario Foraneo prete Francesco de Rognoni, curato di Sforzatica, incaricato della riscossione presso il clero bergamasco della tassa che S. Carlo volle a pro del Seminario di Somasca, consegno' nel 1573 (rata doppia) al Rettore di Somasca £. 808, 28 (Milano, Arch. Sem. Maggiore, Celana, n. 1, Fondazioni e statistiche).. NOTE:

1 01 1574 === BAIARDI MATTEO crs.. NOTE:

1 01 1574 === CAVAGNARI GIOVANNI crs., prof. 1574, nell' anno 1574 era a S.M.SEGRETA, MILANO. NOTE:

1 01 1574 === 1574-1630: Gio. Antonio Maria De Capitani da Vimercate (Vimercati) e' ultimo prevosto di Garlate e primo prevosto di Olginate.. NOTE:

1 01 1574 === "Anno MDLXXIV (1574). Collegii (Collegio Borromeo di Pavia, ndr.) administrationem penes PP. Congregationis Cler. Reg. Somaschae sibi cumprimis caros esse statuerat, quos cum Sancti Maioli Aedibus donasset anno MDLXIV (1564), cuius Sacerdotium Collegio suo fuerat ab Avunculo Pontifice attributum, inducere etiam illuc Praesides & disciplinae exactores religiosissimos meditabatur, addito etiam DCC librarum in annos singulos stipendio, ut constat ex Tabulis in Archiepiscopali Mediolani Archivo exsistentibus, quarum Apographum egomet legi. Sed postmodum Oblatorum Sodalitate instituta sententiam mutavit" (cit. da: Giussano Giovanni Pietro (Glussianus, + 1623), De vita et rebus gestis Sancti Caroli Borromei libri septem (tradotti in latino [sulla originale edizione in italiano stampata a Roma dalla Reverenda Camera Apostolica nel 1610] da Rossi Bartolomeo oblato, e illustrat con note da Oltrocchi Baldassarre oblato). Milano 1751, col. 32 nota c; copia in: Somasca BCM 4-4-1).. NOTE:

1 01 1574 === "I sacerdoti ministri dei poveri orfani di Somasca supplicavano S. Carlo di concedere alla Chiesa della Colombara appresso la Ghisolfa, recentemente costruita dai padri Somaschi, alcuna devotione et indulgentia da lucrarsi nelle feste di Pentecoste e del Beato Girolamo" - Mastalli Arsenio, Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. V, pag. 310-313. Milano 1958 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, trascrizione al n. 19).. NOTE:

1 01 1574 === "In un Memoriale del 1574 diretto a S. Carlo (Bibl. Ambrosiana ms. F. 47 inf., fol. 189) cosi' e' descritta la prima venuta del Miani a Milano: 'Hebbe principio l'opera de gli orfani di san Martino di Milano da messer Hieronimo Miani gentilhomo venetiano secolare, doppo le rovine delle guerre in Lombardia che finirono lanno 1530 in questo modo; che mosso dallo Spirito Sancto ando a Bergamo et d'ivi qui in Milano ne quali loghi vide gran numero di questi orfani quali mortigli i parenti e derelitti affatto, mendicavano, dormendo sul letame, con grandissima loro calamita' et miseria. Onde parendogli questa la vigna che alui toccava di coltivare prima in Bergamo poi in Milano li raccolse. Et qui in Milano sopra le volte di S. Sepolcro alloggiandoli la notte, di giorno poi il vivere el vestire con infinita carita' li procurava, fece dar ricapito a detti poveri nella casa di San Martino, la qual casa era et e' del hospitale il che poi ha successivamente pagato la regia ducal camera, di ordine ancora del serenissimo Re nostro Signore. Poi avvedendosi esso messer Hieronimo che lui solo non potea attendere alle bisogna dessi poveri, atteso che ogni di' accrescevano di numero, dimando' alcuni gentilhomini pii di questa citta' per aiuto, quali appello' per deputati degli orfani et a loro diede assolutamente tutto il carico delle cose temporali, attenenti a essi orfani, cioe' di ricever spendere e dispensare qualunque denaro, o, robbe, far contratti e distratti in tutti i modi che fosse opportuno per detti orfani et sopra questo furono fatti alcuni ordini belli e santi. Congrego' anco a Somasca alcuni boni religiosi et altri layci, perche' attendessero a ministrare li santissimi sacramenti et servissero con le proprie persone agli orfani; uno de quali sacerdote et layco introdusse in Milano ...'" (da: Marcora C., Ippolito II arcivescovo di Milano. in: Memorie storiche della Diocesi di Milano, VI, Milano 1959, pp. 421-423).. NOTE:

1 01 1574 === "Mi ricordo d'haver inteso da molte persone che S. Carlo essendo in visita due volte, cioe' una volta del 1574, e l'altra dell'anno 1584, tutte due le volte incenso' il Corpo del detto Beato Padre Emiliano" (teste Giovanni Angelo de Iudice, 71 anni, Processo Apost. di Milano 1624-28, cf. Summarium cap. 36 pag. 148).. NOTE: In realta' S. Carlo effettuo' queste due visite nel 1573 e nel 1583; mori' a novembre 1584.

1 01 1574 === Stato delle anime di Somasca (1574). [ASPSG So 45c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1574 === "Volumi delle Lettere di S. Carlo conservati nella Biblioteca Ambrosiana. Nel Volume dell'anno 1574, al n. 79 si trova 'Memoriale dato a S. Carlo dai Deputati di S. Martino (di Milano, ndr.) contro i Padri Somaschi, che si volessero usurpare quel governo, con il racconto di sua origine'" (cit. da: Sala A., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. II, pag. 194 n. 79).. NOTE: "Esiste un memoriale indirizzato a S. Carlo nel 1574 dai Deputati del Luogo Pio di S. Martino in Milano per lagnarsi che i PP. Somaschi "... ora facendo valere l'approvazione della loro regola a Roma, tentano farsi indipendenti ..." (Ambrosiana, F. 47, l. 67)" (Tagliabue 1931, 31)..

1 01 1574 === D.Bonaventura S.R.E. Episcopus Cardin., In Evangelium B. Lucae - In Lamentationes Ieremiae - In Libri Sapientiae elaborata expositio. Venezia 1574, per Petrus de Francisciis et nepotes, 17x11; antiche segnature: A III 50, A.III.N°.42; sul frontespizio: "Collegii S. Blasii montis Citorii de urbe Cong. Som.", "Ex libris Antonij Santinis" (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.5; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena).. NOTE:

1 01 1574 === SCOTTI GIOVANNI (II), preposito generale, bresciano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

2 03 1574 === "1574. Quest'anno alli 2 marzo il Card. Giacomo Savelli Vicario del Papa Gregorio XIII in virtu' della commissione avuta dal medesimo sotto li 13 novembre passato, approvo' la convenzione di enfiteusi per i nostri in S. Biagio di Monte Citorio a Roma" (ACS, p. 89).. NOTE:

25 04 1574 === 041 "1574. Si celebro' il Capitolo nel pio luogo di S. Martino di Milano li 25 aprile.

- Decreto che fatta l'elezione del Proposto Generale, si andasse in chiesa dicendo l' Inno Te Deum &.

- Che nel Canone della Messa, dove si dice Antistite nostro si facesse memoria del P. Generale (= poi proibito da Roma).

- Furono accettati alla professione: Matteo Bajardo Savonese.

- Fu ordinato che nessuno avesse voce in capitolo, che non fosse accettato dallo stesso capitolo.

- Quindi furono eletti Vocali del Capitolo D. Giambattista Assaretti (Assereto, ndr.) genovese, D. Guglielmo Bramicelli da Milano.

- Privati di voce chi rivela fuori di Capitolo le cose trattate in quello, oltre alle pene ad arbitrio del P. Generale, secondo la colpa. Li non professi non s'introducano nel Capitolo, se non per cagione di dire le colpe loro.

- Furono alle cariche definitoriali eletti li seguenti:

D. Gio. Scotto Preposito Generale an. 1

Consiglieri D. Francesco da Trento an. 1, D. Rinaldo da Salo' an. 1

Cancelliere D. Gio. Gugliemino Toso da Pavia an. 3

Definitori D. Bernardino de Castellani, D. Alessio da Genova, D. Girolamo da Bergamo e D. Girolamo Vicentino.

- Fu trattato del luogo di Massa, ma non segui'i' risoluzione, per non essersi ricevute lettere di proposizione.

- Si tratto' di dar persone al Seminario di Napoli, e fu data commissione a D. Francesco da Trento di scrivere a D. Giampaolo da Como di ms. Marco il quale e' alla vita Cristiana di Roma, e dargli aiuto quando si potra'.

- Decreto che nelle nostre Chiese si introduca il canto fermo, che si possano tener Organi.

- Essendosi parlato dell' Opera di Forli', fu determinato di lasciarvi Giovanni da Como; e che quegli che andera' a Roma in passando s'informi del tutto, massime della cura delle donne.

- Delle cose di Lodi fu deputato il P. D. Francesco da Trento a vedere , e a riferire.

- Di comune consentimento fu dato il nome di S. Girolamo alla Colombara presso Milano.

- Ordine che nessuno accetti persona adulta senza licenza del P. Generale salvo per bisogno della casa.

- Che nessuno dorma sopra la piuma senza necessita' e licenza. Che non porti pelliccia longa. Che senza viglietto del P. Proposto non si diano denari ai viandanti, ne' si manchi al loro bisogno. Che nessuno si confessi fuori di casa.

- Furono ammessi alla professione:



Francesco Gavardo,

D. Girolamo Novellio vicentino accettato l'anno passato, e differitagli la professione per dubbio del tempo,

Alessandro Pallavicini,

Cristoforo da Chidu' (Chiuduno, ndr.),

Gianfrancesco Semini da Genova,

Giorgio da Banecchio (Bavecchio? ndr.) Bresciano laico,

Bartolomeo Carissio (Canisio? ndr.) da Vercelli.



- Fu ordinato che al settembre il P. Generale si porti in Venezia con due sacerdoti, per veder cio' che domandano.

- Venne accettato alla Congregazione Nicolo' q.m Donato de Quadri da Ponte.

- Per gli orfani di Tortona fu deputato il Bernardino.

- Resta risoluta l'accettazione del luogo di Carignano in Genova, quando sia esibito.

- Fu accettato in S. Martino Agostino de Rossi da Brescia.

- Ammesso alla professione Gianantonio Cavagnan da Lodi e Giangiacomo de Leoni di Napoli.

- Essendosi parlato di dar Ministri al collegio di Pavia del Cardinal Borromeo, si conchiuse d'intender prima la volonta', e le proposizioni del medesimo.

- Decretato che si lasci la cura delle figliole di S. Catterina se il R.mo Cardinal Borromeo non lo comanda, dandoci l'amministrazione de voti" (ACS, p. 104-106).

. NOTE:

1 06 1574 === Piacenza - S. Stefano: anno di fondazione 1574 (card. Paolo Arezzo vescovo di Piacenza)



"Il Collegio ossia pio luogo di S. Stefano di Piacenza fu eretto l'anno 1574 del mese di giugno, prendendosene il governo da nostri Padri nello stesso mese ed anno, in adempimento della Bolla di Gregorio PP. XIII spedite il primo maggio del 1573, ad istanza del cardinale Paolo Arezzo vescovo di quel tempo, il quale a beneficio dell'anime, per governo de poveri Orfanelli volle li nostri Padri introdotti nella sua Diocesi, con cura d'anime. La Chiesa ha tre navi con cinque altari. Il collegio e' stato fabricato dai nostri Padri capace di 10 religiosi e 16 Orfani, avendo cortile, orto ed altri comodi. L'entrata che trovavasi avere nel 1648 era di netto scudi romani 619:40 potendosi mantenere 8 religiosi, e con l'elemosine cotidiane 15 orfanelli &" (ACS, p. 106-107).. NOTE:

24 06 1574 === In una adunanza tenutasi a Milano nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo (ove era stato cappellano il Castellino) il 24 giugno 1574, fu confermato lo statuto interno della gia' "Compagnia della reformatione christiana" dal titolo: "Questa e' la regola de la Compagnia dei Servi di Puttini in Charita', che insegna le feste a puttini et puttine legere, scrivere, et li boni costumi christiani gratis et amore Dei principiata in Milano l'anno 1536" (Marcora, Ippolito II 1959, pag. 428).. NOTE:

6 11 1574 === (ACM 5-2-0, 1l) Copia dei matrimoni celebrati nella cura di S. Bartolomeo di somasca dal 1568 sino alla fine del 1573 (p. Gonella, 6 novembre 1574) (= ASPSG So 44 p2).. NOTE:

24 11 1574 === La plebana viene trasferita da Garlate ad Olginate, con atto rogato il 24 novembre 1574 dal notaio arcivescovile Bartolomeo Parpaglione: "il Card. Carlo Borromeo trasferi' la detta chiesa collegiata dei SS. Stefano e Agnese di Garlate allo stesso luogo di Olginate e nella predetta chiesa di S. Agnese da fabbricarsi nella medesima localita' di Olginate".. NOTE:

1 01 1575 === Gallo Agostino '1499-1570', Le vinti giornate dell'agricoltura, et de' piaceri della villa di M. Agostino Gallo, nuovamente ristampate. Con le figure degl'istrumenti pertinenti, & con due tavole: una della dichiaratione di molti vocaboli: & l'altra delle cose notabili. Con privilegio. In Venetia, appresso Camillo & Rutilio Borgomineri fratelli, al Segno di San Giorgio, MDLXXV (1575).



. NOTE: Sull'antifrontespizio di questa copia conservata a Somasca (ACM, 4-1-57), una mano anonima ha scritto: "Questo e' il detto Agronomo Bresciano che divenne poi tanto illustre in pieta' e divozione quando si applico' tutto alla sequela del B. Girolamo Miani pel vantaggio, e decoro degli abbandonati fanciulli incominciando dall'anno 1531 in circa, come riferisce il P. Costantino de Rossi altro degli scrittori della vita di S. Girolamo Miani alla pagina 119 dell'edizione di Milano dell'anno 1630".

1 01 1575 === Chizzola Giovanni Stefano (+ 1597), Oratio coram reuerendissimo totius instituti Carmelitici p. generale & patribus tempore suorum comitiorum generalium Placentiam conuocatis anno 1575 11 Cal. Iun. ... habita a f. Ioanne Stephano Chizzola Cremonense ... Papiae : apud Hieronymum Bartholum (Girolamo Bartoli), [1575]. [4] c. ; 4¡

Localizzazioni: MI0524 Biblioteca dell' Archivio storico diocesano - Milano. NOTE:

1 01 1575 === Contagio di peste a Venezia: fu meno violento di quello del 1348 (che distrusse i due terzi della popolazione e che furono sostituiti con gente chiamata da fuori), ma tanto insistente che la Serenissima ricorse all'aiuto divino e si elevo' cosi' il tempio del Redentore alla Giudecca (cit. da: I Santuari Illustrati, La Salute di Venezia, Novembre 1930, pag. 166).. NOTE:

1 01 1575 === Il Vicario Foraneo prete Francesco de Rognoni, curato di Sforzatica, incaricato della riscossione presso il clero bergamasco della tassa che S. Carlo volle a pro del Seminario di Somasca, consegno' nel 1575 al Rettore di Somasca £. 406, 76 (Milano, Arch. Sem. Maggiore, Celana, n. 1, Fondazioni e statistiche).. NOTE:

1 01 1575 === Lettera di S. Carlo Borromeo al prevosto della Scala, s.d. ma forse del 1575 (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 13, n. 50; sta tra lettere datate del 1575 circa): "Al prevosto della Scala. Molto reverendo Prevosto. Credo che sappiate quanto io sia alieno dal conferire benefici semplici che vacano, massimamente in tanta occasione di unione di Seminario et di colleggiate o case povere, che meritano d'essere aiutate per questa via. Dall'altra parte io amo messer Primo (de Conti, ndr.), il che tutto me li fa desiderare. Pero' quanto alla vacanza di S. Dalmazio, io faro' consideratione a tutto quello che da piu' parti m'e' stato ricordato in questa occasione, per deliberar poi conforme a quel che pensaro' essere che sia maggior honor di Dio. Et con questo me vi raccomando".. NOTE:

1 01 1575 === Lodi - S. Andrea: anno di fondazione 1575 (vescovo Antonio Scarampa).



"1575. Il pio luogo di S. Andrea di Lodi ius patronato delle due nobili famiglie Lodigiano Bonona , e Cadamasta, fu eretto nel 1575 e donato alla Congregazione, con autorita' di mons. Antonio Scarampa &., e col consenso dei due preti beneficiati di quel tempo Poccalodio, ed Andenna, i quali tenuti i frutti de beneficij semplici, cedettero alla Congregazione nostra la chiesa e la casa; riserbatosi ancora le due antedette famiglie il jus nominato &. Nel 1590 Gregorio PP. XIII uni' detta chiesa alla nostra Congregazione, con l'obbligo di 4 messe la settimana; avendo di piu' voluto monsignore che ogni anno per ricognizione si desse al Vescovo una libra di cera lavorata, e due candele di mezza libra alli due beneficati pro tempore &. Questa povera casa non e' capace di mantenere che due soli Religiosi, a ragione degli aggravii &." (ACS, p. 110).. NOTE:

1 01 1575 === "Nel 1575 ebbe luogo nella Pieve di Garlate su incarico di S. Carlo Borromeo la visita pastorale di mons. Girolamo Regazzoni, vescovo di Famagosta" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 62).. NOTE:

1 01 1575 === Nel 1575 si costruisce a Caravaggio (BG) il grande santuario. NOTE:

1 01 1575 === "Nel 1575, su progetto del Palladio, si costrui' la chiesa di S. Maria dei Derelitti in Venezia, chiesa tutta dedicata al pubblico, e le putte vengono relegate 'nel coro di sopra' dietro l'altare e dietro le grate, dalle quali potevano cantare liberamente, permettendo l'accesso alla popolazione che affluisce numerosa alle esibizioni canore e mette tante elemosine in una 'cassella' appositamente destinata al canto delle putte, il cui ricavato sara' applicato per meta' 'al maritar o monacar delle fie' e l'altra meta' nella cassa dell' ospedale a beneficio del Luogo Pio. Si comincia allora a stipendiare un maestro di musica, che all'epoca e' il maestro della Cappella Marciana Baldassarre Donati (piu' tardi vi sara' anche Vivaldi ...)" (Ellero, Le scuole musicali ecc. 1986, pag. 65).. NOTE: "I Governatori degli Ospedali veneziani, patrizi e cittadini, hanno avuto certamente un grande merito nei confronti dei quattro cori che si vennero formando nei 4 ospedali (Derelitti, Mendicanti, Incurabili, Pieta'). Erano essi che sceglievano i maestri, pagavano gli oratorii sacri, riformavano il coro nei periodi di decadenza; ma non e' da escudere l'apporto dei Padri Somaschi, i quali essendo i rettori della chiesa di almeno tre ospedali (non erano alla Pieta'), offrirono senz'altro i migliori e piu' competenti consigli nei riguardi di una musica che era essenzialmente religiosa e liturgica" (Ellero, Le scuole musicali ecc. 1986, pag. 66).

1 01 1575 === Pavia - S. Maiolo: anno di fondazione 1575 (S. Carlo Borromeo)



"1575. Di quest'anno fu fondato il Collegio di S. Maiolo con il consenso ed autorita' di Gregorio XIII per opera di S. Carlo Borromeo, assegnando l'entrate, ed applicandole al Collegio Borromeo eretto in Pavia per la Nobilta' povera. Era detto Collegio degli Umiliati, e fu a noi conceduto con la condizione, che vi risiedesse un Superiore con quattro sacerdoti, i quali celebrassero 4 messe locali, e recitassero l'ore canoniche notturne e diurne &. Nell'anno 1648 come ricavasi da un libro delle fondazioni de Collegi, esistente nell' Archivio di Pavia, detto Collegio avea di entrata netta moneta romana scudi 1503, e pero' in ragione di scudi 50 per ciascuno, potevano allora mantenersi Religiosi n. 30" (ACS, p. 109).. NOTE:

1 01 1575 === Visita alla Pieve di Olginate del visitatore apostolico mons. Girolamo Ragazzoni (Regazzoni, originario di Valtorta) vescovo di Famagosta, e relative Ordinationes (Milano, Arch. Cusia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 8, q. 1). Sul Seminario di Somasca scrive: "Il Seminario in questo loco (di Somasca) piacerebbe sommamente, quando si trovasse modo che i figlioli si allevassero con bona disciplina" (Olginate, Arch. Prepos., Visite Vecchie, pag. 50; i decreti furono pubblicati dal Visitatore solo il 4 febbraio 1577). Per la chiesa di Somasca avvertiva: "Nel fare le quali cose (le dotazioni per la parrocchia, ndr.) il popolo ricordi che quei Padri vivono di piu' (sic, ma forse va letto: pie) elemosine" (Olginate, Arch. Prepos., Visite Vecchie, pag. 50v). Inoltre il Regazzoni a proposito del Seminario, nei decreti di visita di S. Maria di Celana dice espressamente: "A questa chiesa (di Celana, ndr.) sono edificate molte stantie che hora non si habitano, che sarebbero molto commode per un Seminario rurale ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visita apost., op. cit., fol. 103).. NOTE: Dal 1577 il Regazzoni fu vescovo di Bergamo.

Mancava dunque a Somasca la buona disciplina? Occorre pero' ricordare che allora la parola "disciplina" significava unicamente "regola, sistema di vita". Non si puo' nemmeno pensare che il Visitatore Apostolico lamentasse quella che si potrebbe chiamare indisciplinatezza, e nemmeno che riconoscesse in quei Padri incapacita' ad educare e particolarmente ad educare dei chierici (nella Bolla di concessione delle case della prepositura di S. Maria in Rondineto a Como, 5 ottobre 1583, Gregorio XIII diceva: 'C. R. Congregationis de Somascha cum valde idonei esse noscantur, usque iam comprobatum est, eos in istituenda iuventute, semper honeste et fructuose versatos esse ...'). Le parole del Visitatore possono quindi essere cosi' interpretate: ben collocato il Seminario a Somasca, ben affidato, ma i figlioli debbono avere una buona loro propria disciplina (diversa da quella utilizzata per i giovani religiosi somaschi con loro conviventi e piu' improntata a spirito di poverta').

1 01 1575 === Visita mons. Girolamo Regazzoni vescovo di Famagosta (1575)



"Nella parrocchia et regolare di S. Bartolomeo di Somasca: si serri la capella maggiore con la crata di ferro, et con una crata di legno un altro altare, che lo divide. Il sacro fonte si accomodi, orni et serri alla forma col sacrario app. Si serri il cimitero con una buona porta. Si provvedi di un'altra pisside d'argento indorata per le Comunioni generali. Nel resto come nei decreti generali. Nel fare le quali cose il popolo si ricordi che quei Padri vivono di piu' elemosine. Il seminario in questo luogo piacerebbe sommamente, quando si trovasse modo che i figlioli si allevassero con buona disciplina.

Nella Parochiale di santo Prothasio et Gervasio del luoco di Vercuragho: starebbe molto bene questa Parochiale alla sopradetta alla quale si trova anco al presente raccomandata poiche' e' vacante, et in quanto al juspatronato che vi si pretende sopra si havera' di conoscere decidere la causa quanto prima. Et facendosi l'unione si potra' lasciare di accomodare il sacro fonte et provedere delle cose che si ricercano per la custodia del Santissimo Sacramento imbiancando solamente la Chiesa et accomodando ornando et serando gli Altari alla forma" (Milano, Arch. Curia Arciv., Monumenta 513, Decreti particolari fatti dal Vescovo di Famagosta visitatore apost. nella Diocesi di Milano anno 1576, pag. 243; in copia in: Somasca, Arch. Casa Madre, 5-2-1, carta 48-B; A.P.Ol.: VM/I, Registro Visite vecchie, pag. 51).. NOTE:

1 01 1575 === Visita nel 1575 di S. Carlo Borromeo a Bergamo; nella descrizione della parrocchia di S. Alessandro in Colonna (Atti visita S. Carlo, vol. I, parte II, pag. 123ss) si legge: "Sub hac parrochiali ecclesia adest etiam ecclesia et domus orphanorum S. Martini" (cit. da: Lumina 1977, 233).. NOTE:

1 01 1575 === MACERATA, S.Giov.Battista: opera iniziata nel 1575 e finita nel 1871 (tipo di opera = A-Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

22 02 1575 === Macerata - S. Giovanni Battista: anno di fondazione 1575 (vescovo Galeazzo Moroni).



"Nel pio luogo di S. Gio. Battista situato nel Borgo di tal nome fuori della citta' di Macerata Provincia della Marca fu eretto l'anno 1575 alli 22 febbraio da mons. Galeazzo Moroni (Moreni? ndr.) vescovo, e dato alla nostra Congregazione che vi mando' per primo Rettore il P. D. Guglielmo de nobili Vercellese per ammaestrare gl' Orfani poveri e legitimi della citta' e territorio. La chiesa e' di fabrica positiva con tre altari. Nel 1599 alli 5 ottobre il P. Fabresco Proc. nostro Generale in vigore d'una Bolla di Clemente VIII sotti 5 agosto dell'anno stesso prese il possesso di detta chiesa e se ne rogo' publico istromento. Vi si mantenevano nel 1650 tre Religiosi ed 11 Orfanelli" (ACS, p. 109).. NOTE:

18 04 1575 === 042 "1575. In S. Biagio di Monte Citorio di Roma si congrego' il Capitolo li 18 aprile.

- Il P. D. Giovanni Scotto Preposito Generale fermossi infermo in Siena, e non potendo al Capitolo intervenire, spedi' li due Professi Don Alessandro Cimarelli genovese, e Battista Moro con l'istromento della sua elezione, e lettere indirizzate al P. Francesco da Trento ed al Capitolo, contenenti la deputazione del D. P. Francesco in suo Vicario.

- Furono conservati ed eletti alle cariche definitoriali:

D. Gio. Scotto Preposito Generale an.2,

Consiglieri D. Francesco da Trento an. 2, D. Alessandro Cimarelli an. 1,

Definitori D. Giovanni Ceffali (Coffali, Cossali? ndr.) siciliano, D. Camillo Caloni veneziano, D. Francesco Gavardo bresciano, D. Vincenzo Urgnano,

Cancelliere D. Camillo Dalico savonese.

- Furono ammessi alla professione:



D. Antonio Righini,

D. Galeazzo Giroldo,

Giampietro Riva milanese,

Giangiacomo Gironda Genovese,

Secondo Caldani d' Invrea Piemontese laico.



- Il Rev.do Prete D. Antonio Robustello supplica d'essere liberato di un obbligazione per la nostra Congregazione fatta sopra di una sua casa; e viene data autorita' al P. Generale, ed al Rettore di S. Martino di obbligar invece la casa annessa alla chiesa di S. Martino.

- Fu accettata l'opera di Lodi.

- Furono fatte altre ordinazioni, ma ritrattate nel seguente Capitolo di Pavia, S. Maiolo" (ACS, p. 107-108).. NOTE:

1 05 1575 === (ACM 1-3-20, d) Gregorio XIII assegna ai Somaschi il monastero e la chiesa di S. Maiolo in Pavia, gia' dei Cistercensi: Bolla Sacri apostolatus ministerio, 1 maggio 1575.. NOTE:

14 05 1575 === 1575, 14 maggio: "Adi' 14 magio 1575. Noi infrascritti richiesti dalla Magnifica Signora Ursula Derssi, madre tutrice et curatrice delle Magnifice Signore Perpetua et sorelle, figliole et herede del quondam Magnifico Signore Ferante d'Adda, dicemo et faciamo ampla et indubitata fede a qualsiasi persona che legera' la presente, qualmente il quondam Magnifico Signore Jeronimo d'Ada figlio del quondam Magnifico Signore Palamides, mentre che e' visuto a' sempre fatto celebrare una messa quotidiana nella chiesa di S. Margherita d'Olgina, Pieve di Garlate, ducato di Milano, doppo la morte di detto Signor Palamides suo padre, da diversi Capellani che noi havemo conosciuti, salvo pero' che e' manchato in diversi tempi qualche mese et ani per no' havere la comodita' de Capellani, quale manchamento puo' essere al giudicio nostro, in tutto d'anni sei in circa, per essere cosi' la verita' habbiamo sottoscrito la presente di propria mane il giorno et anno presente 1575.

Io Gio' Ambrosio Crotto di ani otantacinqui fazo fede.

Io Polifilo d'Ada (Polifilo d'Adda, ndr.) ricordo credo et afermo.

Io Batista Pescarenico afermo come di sopra si consente" (originale in: A.P.Ol.: OL-LG/V, cart. 1). Nota: il figlio di questo Battista Pescarenico, Pietro, e' teste interrogato il 1 ottobre 1612 in Olginate (cf. Processo di Somasca: F9, 24).. NOTE:

12 11 1575 === Lettera del vescovo di Genova del 12 novembre 1575 che chiede l'ingresso dei Somaschi alla Maddalena (Arch. Segr. Vat., Ordini Religiosi, Somaschi, vol. 2).



Lettera del vescovo di Genova



12 novembre 1575



Chiede alla Santa Sede l'ingresso dei Somaschi alla Maddalena.



"Il buon servitio il quale conosco potersi sperare dalli RR. Padri di Somasca in la chiesa della Maddalena di Genova cosi' intorno al culto divino come al governo delle anime se saranno habilitati dalla Sede Apostolica, mi fa desiderare che ne ottenghino gratia".. NOTE:

1 01 1576 === BALDASSARRI ANDREA crs.. NOTE:

1 01 1576 === Acquisti del Collegio di Somasca (1576?). [ASPSG So 48, 'originale'].. NOTE:

1 01 1576 === (Confini) Relazione del Podesta' M.A. Me... (?) di Bergamo al Senato Veneto (1576). [ASPSG So 2014e, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1576 === Decreti del Visitatore (1576). [ASPSG So 48b, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1576 === Genova - S. Maria Maddalena: anno di fondazione 1576 (Somaschi, avuta dai Teatini)



"Il Collegio di S. Maria Maddalena di Genova vicino alla strada nuova di S. Francesco fu eretto sopra le case canonicate, ed altre contigue acquistate dai Nostri. Ad istanza di mons. Cipriano Pallavicini arcivescovo di Genova e de Parrocchiani, fu la detta chiesa parrocchiale da Gregorio XIII in quest'anno a noi conceduta, con l'entrata di 30 ducatoni di Comena (?), e l'obbligo della cura d'anime e mantenimento del divin culto. L'anno 1576 alli 12 aprile, negli atti di Leonardo Chiavara (Chiovara?, ndr.) Attuario di Genova, concessero li Nostri il gius patronato di detta chiesa alli sig.ri Daniele Giambattista Spinola q.m Nicolo' e suoi successori, con obbligo a detti signori di fabbricare intieramente detta chiesa, Coro, capelle e sacristia, libreria, campanile e tutte le parti adiacenti di detta chiesa, e pagare ai PP. £. 400 annue per dote di detta chiesa, con obbligazione ai PP. di celebrare una messa cotidiana all'altar maggiore, una ebdomadaria de morti, e li giorni di domenica, martedi, giovedi e sabbato altra messa cotidiana nelle due prime capelle, e nel giorno della morte di detti due signori e loro mogli, e del P. D. Andrea loro fratello un anniversario da morto; e piu' altro anniversario ogni anno per li medesimi e loro successori. Non fu adempita la detta dotazione di £. 400, ne' fabbricata tutta le suddette parti di chiesa. Percio' nell'anno 1639 fu fatto dai Padri e dagli eredi di detti signori un nuovo istromento di dichiarazione, che li PP. potessero fabbricare, migliorare ed abbellire detta chiesa, salve le ragioni delle parti &. Il detto Collegio nel 1648 teneva di entrata netta scudi romani n. 1179:40 capaci di mantenere n. 34 Religiosi" (ACS, p. 112-113).



"S. MARIA MADDALENA E S. GEROLAMO EMILIANI. Cenni storici.

(http://www.diocesi.genova.it/territorio/vicurb03.htm#maddalena)

L' antichissima chiesa della Maddalena risaliva a prima del X secolo. Se ne ha la memoria storica nel Caffaro a proposito di un incendio del 1140. La bolla di Eugenio III del 1150 conferma i diritti che su di essa aveva San Lorenzo. Anzi diversi documenti ufficiali arcivescovili a cominciare dal 5 ottobre 1182 la confermano donata irrevocabilmente dall' Arcivescovo di Genova al preposito e al capitolo di S. Lorenzo, ai quali, in due documenti, della Maddalena si dice: "constructa in solo vestro".

Un documento ufficiale del 20 luglio 1227 dichiara di riconoscere che "ius eligendi prelatum et canonicos in dicta ecclesia (di S. Maria Maddalena) ad capitulum ianuense plenarie pertinere". Nel 1292 al 2 settembre troviamo due documenti dai quali resta confermato che la chiesa prepositurale e collegiata della Maddalena Ë dall' Arcivescovo di Genova donata al Capitolo e alla chiesa di San Lorenzo.

Nel 1480 la chiesa divenne Commenda.

Nel 1572 papa Gregorio XIII soppresse alla Maddalena i canonicati e costituÏ la Parrocchia coi suoi diritti sulla caratteristica Cappella del SS.mo Sacramento.

Dal 1572 al 1575 la chiesa fu officiata dai religiosi Teatini.

Il 26 settembre 1575 furono chiamati alla Maddalena i Somaschi; con bolla papale del luglio 1576 fu loro affidata la parrocchia e la prepositura; presero possesso il 5 ottobre 1576.

Un primo programma di lavoro di ampliamento della chiesa ebbe origine nel 1577. Fu chiesto un progetto all' architetto Giovanni Ponsello; questi lo presento nel 1581; ma per varie ragioni il suo progetto non fu mai realizzato. Per una totale trasformazione della chiesa i committenti si rivolsero al famoso Andrea Ceresola detto il Vannone che diresse personalmente i lavori. Questi ebbero inizio nell' anno 1585; nel settembre del 1587 la chiesa, ad unica navata, era finita.

Nel 1589 la costruzione vannoniana fu completata con la erezione davanti alla chiesa di un portico sorretto da colonne di marmo. Della chiesa vannoniana oggi esiste quasi nulla. Nel 1635 i padri Somaschi si orientarono verso la costruzione d' una chiesa totalmente nuova, pi- ampia e pi- lunga a tre navate, della quale Ë ignoto il progettista.

Sospesi i lavori nel 1646, furono ripresi nel 1660 e nel 1661 si poterono considerare ultimati. Le decorazioni interne si svolsero in tempi successivi: nel 1679, nel 1729 e nel 1911 quelle della facciata.

La chiesa fu consacrata il 28 settembre 1755 dall' arcivescovo Giuseppe Maria Saporiti.

Superate varie e fortunose vicende, che il P. Tentorio narra estesamente, i Somaschi poterono riprendere la loro azione evangelizzatrice con la vitalit‡ di sempre.



BIBLIOGRAFIA



Dino Punchuc, Liber privilegiorum ecclesiae januensis, 1962, documenti num. 18, 19, 114, 115, 117, 118, 120, 121, 122, 124, 164, 165, 166, 168, 179, 180, 192, 195.

P. Marco Tentorio c.r.s., I Padri Somaschi nella parrocchia della Maddalena di Genova, s.d., ma 1976.

Franco Boggero, Chiesa di S. Maria Maddalena, Genova 1979, Guide di G., num. 91 con copiosa e aggiornata bibliografia.

D.C. 192. L.D.S. I. 323 - 327. E.F.P. 170 - 171.

P. Angelo M. Stoppiglia, La chiesa della Maddalena in Genova, Genova 193O, pp. 408.

Luigi Grillo, La Chiesa della Maddalena, in "Giornale degli Studiosi" 1870 = II, pp. 151 - 152.

Graziella Colmuto, Chiese barocche liguri a colonne binate, 1970 la Maddalena, pp. 124 - 136.

T.O. De Negri, Due chiese "barocche" genovesi, S. Francesco di Paola e S. M. Maddalena, in "Bollettino Ligustico" 1977, pp. 88 - 90.

Graziella Colmuto Zanella, La chiesa di S. Maria Maddalena a Genova 1976.

A.S.G. Not. Francesco Maria Assereto fZ. 12, sc. 1298, fo. 71 sulla consacrazione della chiesa, lunedÏ 29 settembre 1755.

Giuseppe Parodi, La chiesa di S.M. Maddalena in Genova, in "La S.R." 1926, pp. 582, 595.

La Madonna degli orfani, in "La S.R." 1990, 462".. NOTE:

1 01 1576 === I Teatini a Genova, passando alla chiesa di S. Siro, cedettero ai somaschi la loro chiesa di S. Maria Maddalena - Tentorio M. crs., La chiesa di Santa Maria Maddalena di Genova. Genova 1976, pp. 3-5. NOTE:

1 01 1576 === "Nel 1576 scoppio' la peste, che indubbiamente dovette mietere vittime anche a Greghentino" (cit. in: AdL 4/1981, 615).. NOTE:

1 01 1576 === Notizie sulla Valletta e sulla Cappella di S. Ambrogio alla Rocca di Somasca (trascrizione ms. Stoppiglia da Girelli e Libro Atti, 1644 ss.). [ASPSG So 49, 'originale'].. NOTE:

1 01 1576 === Pavia - Colombina (S. Spirito): anno di fondazione 1576 (Reggente dell'Ospedale Maggiore). NOTE:

1 01 1576 === Peste del 1576, anno in cui il p. Brocco Bartolomeo crs. e il p. Gonella G.B. vengono incaricati da S. Carlo Borromeo della assistenza spirituale nella Valle di S. Martino durante questo flagello - Tentorio, Somasca (da SGM al 1850), p. 45. NOTE:

1 01 1576 === Situazione del Seminario di Somasca a circa dieci anni dalla fondazione: traccia vi e' in una relazione ufficiale del Seminario di Celana del 1585-86 che dice: "Seminarium hoc ob Ill.mo D. Card. S. Praxedis de anno 1579 translatum fuit a loco Somasche Plebis Olginati in quo per Patres Congregationis S. Maioli Papie exercebatur et scolares erant tantummodo octo vel c.a. pro quibus victus, ut dictum fuit ab Ill.mo Card. Archiepiscopo contribuebatur" (Milano, Arch. Cur. Arciv., sez. XI, vol. II, n. 27).. NOTE:

1 01 1576 === (So (segr.) 47) Nota dei beni acquistati dai PP. Somaschi (1576?). [ASPSG So 47, 'originale'].. NOTE:

1 01 1576 === Somasca: 1576. Bartolomeo Brocco curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1576 === Somasca: 1576. Ma nello stesso tempo il Cardinale impegna i capifamiglia a corrispondere al parroco e alla chiesa quanto essi solevano gia' gestire e amministrare dai tempi passati in forma collegiale diremmo oggi. Il Cardinale gia' aveva nominato il detto Padre Gonella parroco subdelegato del Vicario foraneo di Olginate perche' lo sostituisse nell' attendere alle popolazioni ' al di la' dell' Adda' mentre che durano questi accedenti di peste in quella terra (ACM 5-1-5). Religioso di grandi meriti il Padre Gonella fu poi eletto Padre Generale nel 1581. "Zelantissimo nella cura degli orfani invigilando sulla custodia dell' istituto nelle opere pie con tanta sollecitudine ed ardore che sarabbesi creduto risorto in lui l' eroico istitutore di esse Girolamo Miani" (Cevasco).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1576 === Visita apostolica di Pavia a cura del visitatore apostolico Peruzzi (Arch. Curia Vescov. di Pavia, Visitatio Apostolica 1576: f. 274r-275v S. M. Maddalena, f. 271r-273v S. Gregorio).. NOTE: Somascha 1976, 21 nota 15.

1 01 1576 === GENOVA, S.M.Maddalena: opera iniziata nel 1576 e finita nel &Mac253; (tipo di opera = P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1576 === (ACM 5-1-9, 1) Le immancabili questioni tra parroci vicini per confessione, sacramenti, partecipazioni alle riunioni, 1576-77-78.. NOTE:

1 01 1576 === (ACM 5-2-0, 1m) Decreto del Visitatore, vescovo di Famagosta (Patriarca), anno 1576 (= ASPSG So 48b).. NOTE:

12 03 1576 === Lettera del Rettore di Somasca (p. G.B. Gonella crs.) a S. Carlo del 12 marzo 1576: "... Mando li presenti tre chierici, cioe' Gio. Pedrino, Gio. del Prete et Vincenzo Somasso, principalmente per piliare ordinationi, per il desiderio che hanno di far profitto nella vigna del Signore. Li quali tutti per quanto ho potuto comprendere ne sono desiderosi confessandosi et comunicandosi spesso, et havendo anco fatto qualche profitto nelle lettere secondo la relatione fattami dal loro maestro. Et anchora per piliare il S. Giubileo ..." (Ambrosiana, F. 135, l. 135).. NOTE:

15 03 1576 === (Confini) Lettera del Senato Veneto ai Rettori di Bergamo (15 marzo 1576). [ASPSG So 2014d, 'fotocopia'].. NOTE:

15 03 1576 === (Confini) Lettera del Senato Veneto al Segr. in Milano (15 marzo 1576). [ASPSG So 2014c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 05 1576 === URGNANO (da) VINCENZO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 05 1576 === Erezione e benedizione del Convento dei cappuccini a Pescarenico.. NOTE:

7 05 1576 === 043 "1576. Fu congregato il Capitolo in S. Maiolo di Pavia li 7 maggio.

- Vennero accetti per aver voce nel Capitolo i seguenti Vocali:

Don Bartolomeo Brocco da Casale,

Don Agostino Manenti da Brescia,

Don Girolamo Tinto da Cremona,

Don Luigi Migliorini da Padova,

Don Francesco Cusi da Bellinzona,

Don Francesco Gavanti da Brescia.

- Fu accettato alla professione: Giambattista Broggio da Milano.

- D. Giovanni Scotto Prep. Generale an. 3; Consiglieri D. Francesco da Trento an. 3, D. Alessandro Cimarelli da Genova an. 2; Definitori D. Bernardino Castellani, D. Gianantonio Boffino da Milano, D. Giambattista Gonelli da Savona, D. Luigi Migliorini da Padova.

- Fu accettata e suffragata la parrocchiale di S. Siro di Alessandria supplicando alla Santa Sede di Roma li parrocchiani, senza nostro intervento.

- Fu accettata la parrocchia di S. Maddalena di Genova.

- Conceduto al prete Antonio Robustelli di disobbligarsi della promessa fatta per S. Martino di Milano obbligando invece li beni della Colombara, dove sonosi spesi i denari, e non altrimenti.

- Fu conchiuso e confermato che li Superiori dei Collegi si chiamino Proposto, il che fu determinato nel precedente Capitolo di Roma. Fu altresi' accettata l'opera di Macerata, purche' sia libera da Deputati, e di tal condizione se ne scrivi a mons. Vescovo, e non altrimenti.

- Fu risoluto di dar aiuto alla Confratgernita di Santa Maria di Loreto in Tortona, senza pigliare la cura d'anime medesima per li molti fastidi che l'anno dal Vescovo, e dal Seminario.

- Si delibero' di non tener cura dei Chierici di Piacenza.

- Che si impetrino da Roma i Privilegi delle censure e irregolarita'.

- Che si conservi la Compagnia dei Gentilhuomini di Genova, che nelle feste della Pentecoste tutti assieme vengano a far elezione del Priore, de Protettori e altri Officiali, e che si esortino li detti Protettori a convenire ogni prima domenica del mese per fare li soliti uffizi.

- Che li successori non mutino le cose stabilite da suoi Predecessori senza facolta' del P. Generale.

- Che chi non ha governo non tenga denari senza licenza del P. Generale in iscritto, e sigillata col sigillo della Religione.

- Che si accetti da Ms. Antonio Scarpone l'elemosina per le due Messe.

- Fu accettato alla professione D. Andrea de Baldessari da Soncino Cremonese.

- Fu decretato che nei Collegi non si vada a morto, se non nelle proprie parrocchie.

- Che nessuno sia ammesso alla professione, che non ahbia 2/3 dei voti in favore.

- Che non si facciano Ferraioli di vaglia, ma di panno, alti quattro dita dal collo del piede, e col collare alto tre dita &.

- Che i Laici non portino capelli aguzzi e calzoni imborsati, che la vesta sia lunga a mezza gamba col ferraiolo piu' corto quattro dita" (ACS, p. 110-112).. NOTE:

1 06 1576 === "Il padre Brocco Bartolomeo da Casal Monferrato fu curato il terzo di Somasca; si trova nel Libro de' Battesimi, il primo, nel 1576, di giugno" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.18).. NOTE:

13 06 1576 === Il Prevosto di Olginate a S. Carlo Borromeo: il rettore di Somasca (13 giugno 1576). [ASPSG So 46, 'fotocopia'].. NOTE:

23 06 1576 === (ACM 1-3-20, e) Gregorio XIII assegna ai Somaschi la parrocchia di S. M. Maddalena in Genova, gia' dei Teatini: Bolla Cupientes ecclesias universas, 23 giugno 1576.. NOTE:

11 07 1576 === BALDONI LUIGI sac. (Baldonio, Bardoni). (Cevasco 1744, †), tra i Somaschi dal 1550, nel 1566 fu uno dei cinque sacerdoti che diedero inizio alla casa di S. Maiolo, mandato a Roma nel 1568, non professo' tra i Somaschi ma nel 1570 riprese il suo ufficio nella parrocchia di S. Giovanni in Borgo a Pavia; muore nel 1576 - Somascha 1977, 117 - (Lista Biografie). NOTE:

1 12 1576 === Durante l' imperversare della mori'a di peste nel dicembre 1576, S. Carlo alleggeri' il peso del Vicariato al prevosto di Olginate De Capitani da Vimercate (Vimercati), nominando temporaneamente vicario plebano per la parte bergamasca della pieve di Olginate il p. Giovanni Battista Gonella (Gonelli) rettore del Seminario di Somasca, localita' che rimase immune dalla peste (Tagliabue M., Il Seminario di Somasca. in: Humilitas, Milano 1928-29, p. 758 nota 2 e 763).. NOTE:

1 12 1576 === Lettera del 1 dicembre 1576 di S. Carlo Borromeo al prevosto di Olginate, in cui accenna al p. Gonella Giovanni Battista crs. (Superiore in Somasca, ndr.), nominato in quell'anno vicario per la parte bergamasca della pieve di Garlate (Bibl. Ambrosiana, F 50, 1. 148). - SSGE 419, 7. NOTE:

8 12 1576 === (ACM 5-1-5, ) S. Carlo Borromeo da' la patente di Curato al p. Gonella 8 dicembre 1576, rimuovendo il precedente p. Maffeo Belloni; e il p. Gonella e' pure nominato Vicario Foraneo.. NOTE:

1 01 1577 === Borromeo Carlo, Instructiones fabricae et supellectiles ecclesiasticae libri duo. Milano 1577; ora in: Barocchi P. (a cura), Trattati d'arte del Cinquecento fra Manierismo e Controriforma. Bari 1962.. NOTE:

1 01 1577 === I parrocchiani di Vercurago a S. Carlo Borromeo: sacramenti (1577). [ASPSG So 49d, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1577 === Il Vicario Foraneo prete Francesco de Rognoni, curato di Sforzatica, incaricato della riscossione presso il clero bergamasco della tassa che S. Carlo volle a pro del Seminario di Somasca, consegno' nel 1577 al Rettore di Somasca £. 338, 11 (Milano, Arch. Sem. Maggiore, Celana, n. 1, Fondazioni e statistiche). Gli eredi del Vicario Foraneo poi, morto lui il 24 ottobre, rimettevano al p. Brocco crs. £. 95, 18.6 (Milano, Arch. Cur. Arciv., Arch. Spir. Celana).. NOTE:

1 01 1577 === Lettera al Rettore del Seminario di Milano (o al Vicario Generale di Milano) del postulante chierico Marino Colla (Cola), di Corte (ora Calolziocorte, ndr.), il quale, ritiratosi a casa, quasi al termine dei suoi studi ecclesiastici, per la peste che infestava Milano, chiedeva licenza di potersi fare ordinare a Bergamo: "Et volendo che prima sii essaminato faccia che il Sig. Prevosto (di Olginate) mi essamini overo il Rev. P. Rettore di Somascha ... Per esser vicino al Seminario di Somascha, se alla Sig. Ill.ma et Rev.ma piacesse de mandarmi in quello Seminario insino che piacera' alla maesta' divina, mi saria cosa assai gioconda et di mia contentezza, acciocche' con piu' mia facilita' possa attendere alle cose del spirito et alla santa devotione quale santamente desidero che regni nell'animo mio, et ancora alla santissima comunione unico conforto delli tribulati, et alli studi della salute quali ora piu' che mai ci doveriano esser cari et pretiosi in questi cosi' gravi travagli del corpo ... In questi nostri monti per bonta' di Dio non vi e' malo alcuno ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Carteggio Uff., vol. 20; la letterra ha la data generica dell'anno 1577; riportata da Tagliabue 1931, 30).. NOTE: Mentre la peste del 1630 penetro' nel milanese per la via di N-E (lago di Como), quella del 1576-77 vi entro' da N-O (lago Maggiore). Per questo motivo Somasca pote' restarne immune.

1 01 1577 === (ACM 5-1-5, 1) Il p. Gonella stende il primo "Status animarum" dei vicini 1577 ben 12 cartelle molto ordinate e chiare; fara' altrettanto sul libro dei battesimi e dei defunti qui conservati.. NOTE:

1 01 1577 === Olivarius F., Divi Prosperi Aquitanici episcopi Rhegiensis opera. Dvaci 1577,per Ioannes Bogardi, 17x11; antiche segnature: A.III.N°.33 (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.6; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena).. NOTE:

4 02 1577 === Furono pubblicati il 4 febbraio 1577 dal Visitatore mons. Regazzoni i decreti della Visita Apostolica fatta nel 1575 (cf. a questa data quanto dice sul Seminario di Somasca).. NOTE:

3 03 1577 === Domanda dei Benaglia a S. Carlo Borromeo per le confessioni (3 marzo 1577). [ASPSG So 49b, 'fotocopia'].. NOTE:

3 03 1577 === (ACM 5-2-0, 1n) I parrocchiani di Vercurago a S. Carlo Borromeo a proposito dei sacramenti (3 marzo 1577) (= ASPSG So 49d).. NOTE:

1 04 1577 === 044 "1577. Non si congrego' di quest'anno il Capitolo per il contaggio" (ACS, p. 114). cf. la peste iniziata il 1576.. NOTE:

1 06 1577 === Lettera del Rettore del Seminario di Somasca a S. Carlo del 1 giugno 1577: "Confesso di aver ... da Bernardo Basile a nome di prete Fr. de Rognoni Vic. For. ... a buon conto per il debito che deve il Ven. Seminario di Milano al detto Seminario di Somascha per la donzena de chierici che ivi si mantengono, scuti d'oro diecinove, manco soldi undici ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Arch. Spirit., sez. XI).. NOTE: Pare che gia' dal 1576 (cf. l'intervento di mons. Crivelli) i benefici bergamaschi venissero amministrati direttamente da Milano, e si corrispondesse al Rettore di Somasca quanto era dovuto a quel Seminario per il mantenimento dei chierici.

1 10 1577 === Ottobre 1577: una curiosa "Nota de li abusi che si comettono nelle Congregazioni mensuali" stesa dal prevosto di Olginate De Capitani da Vimercate (Vimercati, ndr.), in cui dice "Tutti li rev.di sacerdoti di questa pieve convengono volentieri alle Congregationi mensuali, eccetto il Rev.do Curato di Valmadrera per la sua vechieza e infermita' quando si fano in montagna; e il Rev.do Padre Rettore di Somascha, vice curato di quel luoco non convene ne' intende convenire: il che sara' bene che mons. Ill.mo dichiari se e' obligato venir o no, perche' noi teniamo che sia obligato a convenire" (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 2, q. 12).. NOTE:

13 10 1577 === A proposito delle lagnanze dei Deputati del Pio Luogo di S. Martino di Milano contro i Somaschi a lui indirizzate, S. Carlo risponde il 13 ottobre 1577 di "... non havere ancora tutto veduto et giudicato; ma vedrebbe torti un po' dei Padri e piu' dei deputati laici" (Ambrosiana F., 47, l. 125).. NOTE:

24 10 1577 === Olginate, Pianta della chiesa di S. Margherita, disegno di mons. Giovanni Francesco Porro fatto il 24 ottobre 1577 nella Visita Pastorale (foto in: Cazzani Eugenio, Storia di Olginate. Olginate 1979, p. 216 tav. 34).. NOTE:

24 10 1577 === "Nel 1577 (24 ottobre) abbiamo per conto di S. Carlo Borromeo la visita alla Pieve di Garlate di Don Francesco Porro" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 62).. NOTE:

28 10 1577 === "28 ottobre 1577. Visitatio S. Mariae Clusii (Chiuso, ndr.). Domus ecclesiae est contigua prout ex descriptione. Nullus adest curatus, sed ei ecclesiae inserviunt Patres loci Somaschae" (Milano, Arch. Curia Arciv., Spirituale, sez. X, vol. 8, Visite Pastorali: Olginate; in copia in: Somasca, Arch. Casa Madre, 5-2-1 alla data).. NOTE:

28 10 1577 === I Somaschi servono alla parrocchia di Chiuso (28 ottobre 1577). [ASPSG So 49c, 'fotocopia'].. NOTE:

28 10 1577 === (ACM 5-2-0, 1o) Visita Pastorale a S. Maria di Chiuso (28 ottobre 1577) (= ASPSG So 49c).. NOTE:

1 01 1578 === COCCO ORAZIO crs., prof. 1578, nell' anno 1578 era a S.DEMETRIO, NAPOLI. NOTE:

1 01 1578 === ERBA GIUSEPPE crs., prof. 1578, nell' anno 1578 era a S.MARTINO, MILANO. NOTE:

1 01 1578 === GALLO GIUSEPPE crs. - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 247 (professo nel 1578). NOTE:

1 01 1578 === SPAGNOLO GIOVANNI crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1 01 1578 === Il prevosto di Olginate nel 1578, nel trasmettere a S. Carlo la nota dei sacerdoti partecipanti al V Sinodo tenuto in quell'anno, avverte che rimanevano a casa P. Bartolomeo Brocco, Rettore di Somasca, e P. Agostino, maestro in detto luogo di Somasca (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Olginate, vol. IX).. NOTE: Non e' il p. Agostino Barili, perche' mori' a Venezia il 10 aprile 1566.

Non e' il p. Agostino Tebaldi, perche' nel 1574-79 era a Venezia all' Ospedaletto.

Forse il p. Zelo Agostino, morto nel 1588 (Biografia n. 1391)?

1 01 1578 === "Nel 1578, su indicazione di S. Carlo, all' Eremo di S. Salvatore le iniziali celle tramezzate di vimini e creta furono sostituite con celle edificate in pietra e calce. A questa ristrutturazione del convento dei Cappuccini pare abbiano contribuito anche sia Primo de Conti che suo fratello medico (fisico) Francesco" (cit. da: Molteni 2003, f. 7).



"Le buone tradizioni nella famiglia Carpani e nella famiglia dei Conti di Crevenna, imparentate fra loro, continuarono. Fu infatti il celebre medico Francesco Conti (fratello di Primo de Conti) singolarissimo benefattore dei Cappuccini dell' Eremo di S. Salvatore, colui il quale in modo particolare contribui' al restauro della loro chiesa" (cit. da: Tentorio, Per la storia, vol. II, 1980, pag. 136).. NOTE:

1 01 1578 === (So (segr.) 51) Autentica delle reliquie del S. Sepolcro del Monte di Pieta' (sec. XVI). [ASPSG So 51, 'originale'].. NOTE:

1 01 1578 === (So (segr.) 56) Reliquie della chiesa di S. Bartolomeo (sec. XVI). [ASPSG So 56, 'originale'].. NOTE:

1 01 1578 === "Somasca nel 1578: 25 fuochi, 134 anime; 18 agricoltori, 1 zavatino, 6 dipendenti domestici, tutti maschi; dati desunti da: Arch. Stor. Curia Milanese, sez. X, Olginate, vol. XV, 1582" (in: AdL 1/1988, 91).. NOTE:

1 01 1578 === Visita Regionale Francesco Pino (ottobre 1578) [ASPSG So 55, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1578 === (ACM 5-2-0, 1p) Autentica delle reliquie del S. Sepolcro del Monte di Pieta', sec. XVI, 1578? (= ASPSG So 51); (calligrafia come ASPSG So 56).. NOTE:

1 01 1578 === (ACM 5-2-0, 1q) Reliquie della chiesa di S. Bartolomeo in Somasca, sec. XVI, 1578? (= ASPSG So 56) (calligrafia come ASPSG So 51).. NOTE:

1 01 1578 === Cuyckius Henricus, D. Ioannis Cassiani opera. Antverpiae 1578, per Christophorus Plantinus, 17x11; antiche segnature: A III 59, A.III.N°.2J (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.7; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena).. NOTE:

1 01 1578 === CASTELLANI BERNARDINO, preposito generale, bresciano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91) - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

20 01 1578 === 1578, 20 gennaio. Signor Polifilo d' Adda, priore della Confraternita di Santa Maria Assunta (1576) (originale in: A.P.Ol.: OL/VI, cart.2, n°978).. NOTE:

10 03 1578 === Nel marzo 1578 il p. Bartolomeo Brocco e' vicario foraneo di tutta la Valle di San Martino (da quando e per quanto tempo non si sa); scrivendogli il 10 marzo 1578 dalla Certosa di Garignano, S. Carlo indirizzava la lettera "Al R. nostro carissimo il Rettore di Somasca Viccario nostro nelle Pievi di Brippio e Garlate di la' d' Adda", e come vicario lo incaricava di immettere nella cura di Caprino "per modo di provvisione" prete Francesco Carabello (Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. XXXII).. NOTE: SSGE 419, 7.

Tagliabue 1931, 26.



Il 1578 e' l'ultimo anno di un Vicariato Foraneo unico in Val S. Martino; dopo, i prevosti di Brivio e di Olginate riprendono indisturbati sino al 1784 l'esercizio della loro antica giurisdizione sulle parrocchie gia' sottoposte alle rispettive Pievi.

19 04 1578 === 045 "1578. Li 19 aprile nel nostro luogo di S. Martino di Milano fu raccolto il Capitolo.

- Furono accettati per Vocali ne Capitoli li seguenti: D. Cristoforo Croce, D. Pietro Gabella, D. Antonio Bozzia da Trento.

- Vennero eletti per empir le sedie definitoriali: D. Bernardino de Castellani Preposito Generale an. 1, Vicario Generale con autorita' arbitraria al P. Generale D. Giovanni Scotto; Consiglieri: D. Giovanni Scotto an. 1, D. Luigi Migliorini an. 1; Cancelliere D. Guglielmo Toso da Pavia. Definitori: D. Giannantonio Boffino (Bottino?), D. Battista Gonelli (Gonella?), D. Girolamo Tedaldo (Tebaldo?), D. Gabriele Brocco.

- Per accettar la parrocchia di Alessandria fu risoluto che si aspettasse la risposta da Roma.

- Resto' decretato che non si prendesse la cura delle Convertite di Genova, per inopia di persone.

- Che chi andera' a Vercelli passi a veder l' Opera di Biella per poi determinare cio' che stimerassi spediente.

- Che si vada ad esaminar l' Abazia di Romagnano per sapere cio' che farsi possa.

- Fu accettato alla Congregazione Nicolo' de Julieti da Vercelli per chierico.

- Uscirono le seguenti ordinazioni:

- Che li proposti de' collegi si mutino di tre in tre anni, riserbando al P. Generale et a Capitolo la liberta' di confermarli, per cagione urgente.

- Che in S. Martino di Milano si celebrino almeno due messe.

- Che non si accetti la cura delle Orfane di Santa Catterina di Milano, e che si ringrazi Iddio Signore, che ne ha liberati da tale carico.

- Che suonato il segno d'andar al riposo, si osservi il silenzio, ne' alcuno prima della mattina entri nella camera dell'altro senza penitenza ad arbitrio del Padre Preposto. Inoltre che si osservi il silenzio a tavola, e si legga per tutto il tempo che si mangia.

- Che alle orazioni, ed uffizi non si aggiunga cosa alcuna, salvo per qualche gran bisogno, e con brevita'.

- Che in tutti i luoghi si tenga la porta serrata, e un portinario da custodirla.

- Che li sacerdoti portino li mantelli di Saglia pannata in ogni tempo, concedendosi pero' l'uso dei gia' fatti sinche' consumati sieno.

- Che li Propositi de Collegi non faccian compra ne' contratti appartenente al publico, senza l'assenso della Congregazione.

- Che ognuno si confessi dal Superiore della casa, o da un suo deputato.

- Che li sacerdoti nelle congreghe dican le colpe, cosi' li commessi presente il Rettore.

- Che senza licenza in iscritto del P. Generale da pulpiti in chiesa; potendosi pero' esercitare i Giovani nel Refettorio.

- Nel Coro si stia a sedere dicendosi i salmi, e le lezioni solamente.

- Che si benedicano le vesti, quando si accetta alcuno alla professione.

- Che ne Collegi almeno ogni due mesi si riveggano li conti alla presenza di due sacerdoti.

- Che ne Collegi si costruiscano le carceri, ne' abbia autorita' di far incarcerare che il P. Generale, e li visitatori.

- Che nessuno tenga denaro, ed altre cose in particolare senza licenza del suo P. Superiore.

- Che nessuno assuma carico da Vescovi senza licenza del P. Generale.

- Che niuno scriva lettere infamatorie, sotto le pene ad arbitrio del P. Generale e de Visitatori.

- Che nessuno scriva o riceva lettere senza licenza speciale del Superiore.

- Che si abia cura del Seminario di Pavia assegnandovi un ministro, e similmente della Accademia di Bergamo sinche' sia il tempo terminato di tale obbligazione.

- Che non essendo stata canonica la professione, si dia l'anno di probazione a Battista Stella da Bergamo ed Alessandro Rampan (Rangan?) milanese.

- Che si impetri da Roma un Conservatore per tutta la Religione, e luoghi da quella posseduti.

- Che si elegga un Procuratore Generale, che sia assistente in Roma; e fu eletto don Cristoforo Croce da Pavia.

- Che li visitatori non obblighino nelle visite a confessarsi da esso loro.

- Che li Rettori non dicano le Colpe, che nel Capitolo" (ACS, p. 116-119).. NOTE:

16 08 1578 === Il 16 agosto 1578 e' la data della professione religiosa dei primi Oblati di S. Ambrogio, voluti da S. Carlo per reggere i suoi Seminari.. NOTE:

16 09 1578 === Il 16 settembre 1578 S. Carlo non aveva ancora definitivamente trovato una sede per il suo piccolo Seminario bergamasco, mentre appare gia' presa la determinazione di levarlo da Somasca. In quei giorni viene a morte il Protonotario Apostolico prete Bernardino Cattaneo titolare di due chiericati nel territorio veneto della Pieve di Pontirolo: S. Vittore di Brambate e S. Ambrogio di Verdello Minore o Verdellino. Urge assicurare all'opera del Seminario quei due redditi prima che un atto qualsiasi di una qualsiasi autorita' intervenga ad assegnarli ad un nuovo titolare e beneficiato.. NOTE:

1 10 1578 === (ACM 5-2-0, 1p bis) Visita Regionale Francesco Pino, ottobre 1578 (p. Brocco Bartolomeo crs.) (= ASPSG So 55).. NOTE:

14 10 1578 === Lettera di Mons. Valerio (?) a S. Carlo Borromeo per l'unione dei benefici per il Seminario (14 ottobre 1578). [ASPSG So 50, 'fotocopia'].. NOTE:

1 11 1578 === Relazione sul Seminario di Somasca (nov. 1578?). [ASPSG So 53, 'fotocopia'].. NOTE:

12 11 1578 === Visita lampo ai primi di novembre 1578 di S. Carlo in Val S. Martino (per la questione del rito ambrosiano); l' Oltrocchi ci da' le tappe principali di questa visita "... inde (da Merate, ndr.) Somascham, Caprinum, Pontidam obivit, quo in loco cum Bergomensi Episcopo aliqua remotis arbitris egit ..." (Oltrocchi 1751, 405).. NOTE: Il 12 novembre S. Carlo era sicuramente ad Erve, da dove scriveva allo Speciano un vibrata lettera per una concessione fatta dalla S. Sede al Governatore di Milano ai danni del Rito Ambrosiano (Sala 1857, vol. II, pagg. 184-185 e 531 n. 2). E a Erve non ando' per questioni di rito, ma occorreva dare una salda sistemazione alla parrocchia recentemente erettasi, la quale dal 20 aprile era senza prete.

Comunque queste le tappe della visita:

a Merate, lunedi, notte 10 novembre;

a Brivio, martedi, notte 11 novembre;

a Val d' Erfo (Erve), mercoledi', notte 12 novembre;

a Somasca, giovedi', notte 13 novembre;

a San Michele, venerdi, notte 14 novembre;

a Caprino (e Celana), sabato, notte 15 novembre e 16 novembre;

a Pontida lunedi 17 novembre.

(Questi dati sono desunti da un foglietto prezioso unito a documenti relativi a queste visite di S. Carlo: Milano, Arch. Cur. Arciv., Visite past., Brivio, vol. VI).

13 11 1578 === Lettera di Mons. Valerio a S. Carlo Borromeo per l'unione dei benefici per il Seminario (13 novembre 1578). [ASPSG So 52, 'fotocopia'].. NOTE:

23 11 1578 === Lettera di Mons. Valerio nell'unione dei benefici a S. Carlo Borromeo per il Seminario (23 novembre 1578). [ASPSG So 54, 'fotocopia'].. NOTE:

24 11 1578 === Della visita lampo di S. Carlo a Somasca, dove pure mancasse la chiara affermazione dell' Oltrocchi (cf. Oltrocchi 1751, 405), ci assicura la seguente lettera del Rettore del Seminario di Somasca al Vicario Generale: "Il presente lator e' quel chierico al qual S.S. Ill.ma e R. concesse doverla apsettare costi', sino alla sua ritornata da questi paesi, il qual venuto qui da noi, rimandiamo accio' si conformi alla sua volonta' ... Da Somascha, li 24 novembre 1578" (Ambrosiana F. 144, l. 128).. NOTE:

26 11 1578 === "Pergamena originale con cui il Cardinale Arcivescovo Carlo Borromeo, con Bolla 26 Novembre 1578, applica al Seminario di Somasca i Chiericati di San Vittore di Brambate (Brembate Sotto, ndr.) e di Sant' Ambrogio di Verdello Minore (Verdellino, ndr.). Arch. Arciv. Milano, Pergamene, N. 629/377, XV: 'Cum pridem Nos tam auctoritate nostra ordinaria quam etc. ... praeter Seminarium clericorum, quod in hac urbe Mediolani per nos erectum fuit, aliud quoque Seminarium in loco somaschae, territorii seu districtus Bergomensis nostrae Mediolanensis Dioecesis erexerimus, et postmodum uno ... et altero perpetuis simplicibus beneficiis ecclesiasticis ... vacantibus, nos ... die XVI mensis Sept. proxime praeteriti dicta duo simplicia benegicia etc. ... eidem Seminario clericorum Mediolani per alias nostras litteras perpetuo univimus ... Cum autem ab eo tempore, quo dictum Seminarium Clericorum in dicto loco Somaschae ereximus et instituimus, in animo et intentione habuerimus beneficia ecclesiastica in territorio seu districtu Bergomensi nostrae Dioecesis existentia, quae Seminario uniri possent, eidem Seminario, quod in dicto loco Somaschae vel alibi in territorio Bergomensi nostrae Mediolanensis Dioecesis institutum esset, perpetuo uniendi, annectendi et incorporandi; idcirco nos tenore praesentium declaramus nostrae mentis et intentionis fuisse et esse, dicta duo beneficia ecclesiastica Clericatus primos nuncupata, ut praefertur, unita, annexa et incorporata ipsi Seminario Clericorum, quod in praedicto loco Somaschae vel alibi in territorio vel districtu Bergomensi nostrae Mediolanensis Dioecesis per nos vel pro tempore existentem Archiepiscopum Mediolanensem institutum fuerit, unire, annectere et incorporare ...'" (cit. da: Sala Aristide can., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. I, pag. 359s; si e' riportata solo la parte che direttamente interessa).. NOTE: In questo documento si ha anche notizia (per la prima ed unica volta) di due ecclesiastici "deputatorum ad res Seminari praedicti", i canonici della Metropolitana Francesco Bernardino Crivelli, e Lanfranco Reina. Ma non si puo', da questo semplice cenno, arguire della esistenza di una speciale commissione con funzioni disciplinari e di controllo da parte del Seminario Maggiore sul Seminario di Somasca. Forae i deputati ricordati hanno solo funzioni temporanee, incaricati del trasporto del Seminario da Somasca a Celana.

9 12 1578 === "Pergamena originale con cui Nicolao Deponte Doge di Venezia, con Lettera 9 Dicembre 1578, ordina al Podesta' di Bergamo di immettere e conservare i Procuratori del Seminario di Somasca nel possesso dei Chiericati di San Vittore di Brambate (Brembate, ndr.) e di Sant' Ambrogio di Verdello Minore. Arch. Arciv. Milano, Pergamene, N. 617/365, XV (cit. da: Sala Aristide can., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. I, pag. 361).. NOTE: Il vescovo di Verona, mons. Gagliardi (sollecitato il 28 novembre da S. Carlo quando aveva spedito a Venezia la richiesta della Ducale), pure da Venezia, si affretta a informare S. Carlo che "la cosa e' riuscita bene per il Seminario di Somasca" (Ambrosiana F. 153, n. 12).

1 01 1579 === BARNI BENEDETTO crs., prof. 1579, nell' anno 1579-79 era a S.MAIOLO, PAVIA. NOTE:

1 01 1579 === CAMPILLAGO FRANCESCO crs., prof. 1579, nell' anno 1579 era a MADDALENA, GENOVA. NOTE:

1 01 1579 === COSTERBOSA CLAUDIO crs., prof. 1579.. NOTE:

1 01 1579 === Montorfano Giovan Paolo cr., Modo breve et facile, utile et necessario in forma di dialogo di ammaestrare i figlioli mascoli et femine et quelli che non sanno nelle divotioni et buoni costumi del viver cristiano. In Vinegia MDLXXIX (1579), appresso Giovanni Varisco et Compagni (questo testo, conservato in rarissimo esemplare presso la Biblioteca Alessandrina di Roma (sotto il nome di: Giovan Paolo da Como, segnatura: Misc. in 8°, n. 637), contiene solo la prima parte del Catechismo del Montorfano; cit. da Guglielmoni 1983, 297). La prima edizione fu a Venezia nel 1562; una successiva edizione si ebbe in Milano nel 1756.



Il Catechismo e' diviso in tre parti:



- la parte 1° si rivolge ai "principianti e novizi della scuola di Cristo" esponendo i primi elementi della fede;

- la parte 2° approfondisce questi contenuti per quanti hanno fatto qualche profitto nell' educazione cristiana;

- la parte 3° infine riguarda gli adulti.. NOTE:

1 01 1579 === "1579, si fa la Schola nova, ossia la sala, anni 6 prima della vendita del loco di S. Francesco" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N). S. Francesco venne venduto nel 1585.. NOTE:

1 01 1579 === Cessa il Seminario di S. Carlo a Somasca e viene trasferito a Celana nel 1579. Da quest'anno si vedono nei libri contabili dei padri di Somasca gran lavori iniziati a fare "per la Schola nova".. NOTE:

1 01 1579 === "Cominciano li libri di Introito et esito nel 1579" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 3A).. NOTE:

1 01 1579 === Genova, Casa professa di S. Spirito, tenuta dai Somaschi dal 1579 al 1797 - Tentorio Marco crs., I PP. Somaschi nella Parrocchia della Maddalena di Genova. Genova 1976, 140. NOTE:

1 01 1579 === "I 'Discorsi' di padre Luigi da Granata (Sermones Aluigi y Granatensis) tradotti dallo spagnolo furono la 1° opera che usci' dalla stamperia fondata l'anno 1579 da S. Carlo Borromeo nel Seminario di Milano; per ordine del medesimo S. Carlo, ne fu mandato un esemplare a ciascun sacerdote della Diocesi di Milano" (Orlandi Andrea, Memorie di Pasturo e Bajedo in Valsassina. in: AdL 2/1991, 265 n. 76). (cf. alla data l'elenco di libri in suo possesso stilato nel 1608 dal parroco di Pasturo).. NOTE:

1 01 1579 === "Nota XI. Il Seminario di Celana ... Nell'anno 1579 fu trasportato in Celana il Seminario, che gia' prima esisteva in Somasca affidato alla direzione di quei chierici regolari, e di cui parla S. Carlo stesso nella lettera del 18 agosto 1568 all' Ormaneto" (cit. da: Sala Aristide, Biografia di San Carlo Borromeo del professor Antonio Sala, corredata di note e dissertazioni illustrative. Milano 1858, pag. 447 nota XI).

. NOTE:

1 01 1579 === Solo nel 1579, quando S. Carlo riusci' ad unire effettivamente al Seminario di Somasca altri tre chiericati (S. Vittore di Brembate Sotto, S. Ambrogio di Verdello Minore o Verdellino, S. Michele di Sabbio), acconsenti' anche a dimezzare la tassa che il clero dei benefici bergamaschi doveva dal 1573 pagare a pro del Seminario stesso.. NOTE:

1 01 1579 === Somasca: 1579. Il p. Brocco Bartolomeo con iniziativa degna di ordine e regolarita' fa iniziare i libro di Introito e Esito (2-3-4b).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1579 === Somasca: 1579. Investiti ufficialmente della parrocchia i Padri intraprendono lavori in forma piu' decisa e continua "gia' sei anni prima che si vendesse il San Francesco" (1585) si abbandona la scuola vecchia e si fabbrica quella nuova laggiu' vicino alla chiesa (6N). Anche qui forti spese per lavori diversi (6A) per muratori garzoni volte chiavi cancani porte e finestre sassi tavole e legname per finestre. Sono spese che si ripetono ogni mese (91).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1579 === "Spese per la Schuola, o sia (come credo) Noviziato dove allora facevano Schuola. Nel 1579 per aver menati sassi, per calcina, ferri da far le chiavi della volta della Schuola, avelli per il volto della Schuola fato al muratore per la fabrica della Schuola £. 40. Per travi per la Schuola, chiodi, conconi per la Schuola. Opera intorno alla Schuola nova. Sasso da metter li conconi alla Schuola. Alli muratori per la Schuola £. 42. Per sassi alle finestre della Schuola nova. Per sassi lavorati per la porta della Schuola nova. Per calcina da fabricar la Schuola nova. Per duemila quadrelli per la Schuola nova. Assi per la tavola, finestre alla Schuola nova nel 1580, al marangone per aver fatto le finestre alla Schuola nova. Per libri, con far qui da studiare" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

1 01 1579 === "Spese per libri, con far qui da studiare" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] 11a). - Biblioteca pauperum? Nel 1579 ci sono a Somasca gran lavori per la costruzione o creazione della "Schola nova".. NOTE:

1 01 1579 === GENOVA, S.Spirito: opera iniziata nel 1579 e finita nel 1797 (tipo di opera = F). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1579 === VENEZIA, Sem.patriarcale: opera iniziata nel 1579 e finita nel 1810 (tipo di opera = SD). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

15 01 1579 === Lettera del 15 gennaio 1579 del Rettore del Seminario di Somasca (p. Brocco Bartolomeo crs.) a S. Carlo: "Con il presente memoriale preghiamo quella (V.S. Ill.ma) si contenta comandar che il presente lator nostro non ritorni senza dinari per bisogno di questo Seminario. Et accio' che sia certificato dal bisogno, restiamo creditori per il passato di 300 et tante libre: oltreche' per l'avvenire bisogna comandi il simile (cioe' pagar altre lire 300, ndr.), se V.S. Ill.ma et Rev.ma non vuole la distruzione di questa povera casa; perche' molto importa la provison fatta a tempo. Facendo a questo modo non bastariano 30 scudi, nonche' venti ... Et quella (V.S. Ill.ma) non ci assegni quelli denari di Sforzatica: perche' gli siamo andati et quello R. di Osio dice non haverne scosso neppure un quattrino. Desiderando poi quella che seguitiamo sino a Pasca col detto Seminario, sii almeno contenta che ci diano a conto di 24 scudi l'uno, sapendo benissimo Lei come passano le cose di questi paesi ..." (Ambrosiana, F. 145, l. 42).. NOTE: Sembra cosi' che S. Carlo avesse assegnato e assicurasse ai PP. Somaschi di Somasca un contributo ordinario di scudi 20 per ogni alunno, contributo non certo vistoso, neppure per quei tempi: ma nessun documento permette di accertare se in esso venivano, o meno, conteggiati i redditi dei chiericati annessi, non sempre ne' puntuali ne' sicuri.



Il parroco di Osio Sopra, prete Antonio Arrigoni, era il collettore o esattore delle tasse sui benefici e dei redditi dei chiericati annessi al Seminario, dopo la morte del parroco di Sforzatica prete Francesco de Rognoni primo Vicario di quelle parrocchie bergamasche, avvenuta il 24 ottobre 1577 (Milano, Arch. Sem. Magg., Celana, I, Fondazioni e statistiche).

9 02 1579 === "Pergamena originale con cui Gregorio XIII, con Bolla 9 febbraio 1579, applica al Seminario di Celana il Chiericato di Sabio nel territorio di Pontirolo. Arch. Arciv. Milano, Pergamene, N. 635/383, XV" (cit. da: Sala Aristide can., Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo. Milano 1857, vol. I, pag. 368).. NOTE:

8 03 1579 === "1579, 8 marzo, comincia il Libro primo de esito, che si trova il Collegio di Somasca, essendo perso un altro di tre anni antecedenti. Rettore il p. Bartolomeo Brocco, terzo curato, si trova curato 3° in Somasca 21 giugno 1576, ma poi e' stato altre volte, come 19 novembre 1590 sino al 1609, e poi vicecurato sino al 1617. Fu rettore di Somasca dal 1590 sino al 1621; Gio: Calta fu fatto li 24 maggio 1621 rettor di Somasca" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.9).. NOTE:

8 03 1579 === Lettera del Rettore del Seminario di Somasca a S. Carlo del 8 marzo 1579: "... non potendo mai haver soccorso per quelli chiericati di Bergamasca ..." (Ambrosiana F. 145, l. 153).. NOTE: I Somaschi non potevano piu' disporre per il Seminario dei chiericati gia' annessi: ormai l'amministrazione era stata accentrata a Milano. Pare che gia' dal 1576 i benefici bergamaschi si amministrassero direttamente da Milano, e si corrispondesse al Rettore di Somasca quanto era dovuto per il Seminario (cf. la lettera del p. Brocco del 1 giugno 1577, alla data).

8 03 1579 === Lettera del Rettore di Somasca a S. Carlo del 8 marzo 1579 (alla vigilia del trasferimento del Seminario a Celana): "... Mandiamo il presente chierico Gio. Pietro da Giornico, perche' desidera far profitto nelle vie del Signore, et anco per esser avanti nelle lettere grammaticali meriterebbe altro luogo. Si e' diportato bene, confessato et comunicato secondo l'ordine ..." (Ambrosiana, F. 145, l. 142).. NOTE:

22 03 1579 === Il 22 marzo 1579 cadeva il Plenilunio. La prima domenica successiva sarebbe stata la domenica di Pasqua. E con la Pasqua del 1579 cessava la sua vita il Seminario di Somasca; ma non ne cessava ogni memoria. In documenti anche ufficiali, o quasi, si continuera' a parlare del Seminario di Somasca, per qualche anno. A Somasca, ancora nel 1604, si datera' un atto notarile "in domibus Seminarii Somaschae".. NOTE:

22 03 1579 === L' Oltrocchi dice, a proposito del Seminario di Somasca, che rimase affidato ai Somaschi "usque ad annum 1579, quo prope Celanam traductum est. Celanae autem degebat Celestini Ordinis Monachus (prete Bernardino Ghisleni, ndr.) S. Mariae Ecclesiam ibidem sitam administrans sed hoc amoto, successit ex oblatorum sodalitio destinatus Sacerdos Carabellus Rector" (cf. Oltrocchi 1751, pag. 93 nota a).. NOTE:

12 04 1579 === Lettera del Rettore del Seminario di Somasca (p. Bartolomeo Brocco) a S. Carlo a Milano del 12 aprile 1579, in cui sollecita: "... Siamo grandemente spinti dal bisogno di nuovo rimandar il presente nostro (latore, ndr.) da V.S. Ill.ma accio' pigli dinari per il Seminario, perche' all'altra volta non porto' che 100 lire, essendo pero' noi creditori d'altra somma. Onde preghiamo etc. ..." (Milano, Arch. Cur. Arciv., Sez. Q + II, 12, pag. 65).. NOTE: Forse i chierici si erano gia' trasferiti a Celana.

2 05 1579 === 046 "1579. Si congrego' il Capitolo in Santa Maria Bianca di Ferrara li 2 maggio.

- Fu letta una lettera di mons. Patriarca di Venezia, ed ascoltata eziandio la relazione de magnifico sig.r Giambattista Contarini, che domandava aiuto per cominciare il suo Seminario.

- Fu accetto alla professione Gio. Meloni da Como.

- Ordine che il Superiore non possa alienar cosa benche' minima della Religione e di chiesa senza la facolta' del Capitolo.

- Che il Superiore Generale non possa senza detto Capitolo far un Vicario Generale, Procuratore, e Visitatori Generali, ne' accettare niun sacerdote secolare maggiore di 40 anni, od altra persona incognita, senza assenso Capitolare.

- Che lo stesso Superiore, e vogliam dir Generale non dia luoghi a Propositi o Rettori d'ammettere alcuno alla professione in generale; ma che terminato l'anno della probazione proponerlo alla Congrega ed accettato darne ragguaglio al detto P. Generale ed attendere da lui la particolare licenza.

- Convocati 18 Vocali del Capitolo, distribuiron le cariche definitoriali come segue: D. Bernardino Castellani Prep. Generale an. 2, Consiglieri D. Gio. Scotto an. 2, D. Francesco da Trento an. 1, Vicario Generale D. Gio. Scotto an. 2; Definitori: D. Rinaldo da Salo', D. Giovanni Tedaldo, D. Luigi Migliorini e D. Gabriele Brocco. Cancelliere D. Battista Gonelli (Gonella, ndr.) da Savona.

- Decreto che il Cancelliere si elegga dal Capitolo e duri quanto il Generale.

- Fu eletto Vocale del Capitolo D. Guglielmo Pasquina da Vercelli.

- Venne risoluto che si accetti in Casa il Seminario di Tortona.

- Fu eletto Procuratore Generale in Roma il P. D. Francesco Faurio da Trento.

- Non fu accettata la permuta dei benefici semplici di Tortona, con la cura di S. Maria de Casali.

- Non fu accettato il luogo di Biella.

- Decreto che nell'accettar alla professione, nessuno abia voce nella Congregazione che non sia maggiore di anni 20.

- Che si abbruccino li scacchi, e sia gastigato chi gioca.

- Che il P. Cancelliere sia deputato a prendere possesso dei beni de nostri Professi, non esclusi pero' li Superiori locali relativamente agli effetti esistenti nella loro citta', dandone ragguaglio al detto P. Cancielliere, ed al Generale, ed al Capitolo.

- Che coloro i quali rivelaranno li segreti della Religione, o diffameranno in qual si voglia maniera siano per triennio privi di voce, e soggetti ad altre pene, secondo la qualita' del delitto da infliggersi eziandio da Superiori locali, consultando il P. Generale se la cosa fosse importante.

- Che il P. D. Francesco da Trento fabrichi alcune case presso S. Silvestro per utilita' della Religione.

- Fu accettato alla professione Giannantonio de Rossi da Genova" (ACS, p. 119-121). . NOTE:

15 05 1579 === Stipula della convenzione tra il patriarca di Venezia Trevisan e i Somaschi per assumere la direzione del neonato Seminario Patriarcale - Piva 1918, 47ss. NOTE:

2 06 1579 === "1579, 2 giugno, per condota de sassi per la schola, et per calcina per la schola, per pesi di ferro, per le ciavi della schola per il volto, £. 61" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

4 06 1579 === "Sassi e calcina per la fabbrica della Schola nova, 4 giugno 1579" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.1). E' forse la prima annotazione di spese per lavori alla Schola nova; verificare.. NOTE:

6 07 1579 === "1579, 6 luglio, al muratore per la fabbrica della schola nova £. 40" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

8 08 1579 === "1579, 8 agosto, per conconi per le porte e finestre della schola £.15" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

5 09 1579 === "1579, 5 settembre, alli muratori per la schola £. 42" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

7 11 1579 === "1579, 7 novembre, per sassi per la schola nova £. 35:10" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

1 01 1580 === PIACENTINI RINALDO crs. (Lista Biografie); - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 341 (primo preposito della Maddalena di Genova, dal 1576). NOTE:

1 01 1580 === TROTTI VINCENZO crs. (Cevasco 1744, †). NOTE:

1.01.1580 === n.n., I Somaschi a Pavia dal 1534 al 1580 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 45-107]. NOTE:

1 01 1580 === Pauperum Somaschae: Cassianus Iohannes (Cassiano), Ioannis Cassiani De institutis renuntiantium libri XII. Collationes sanctorum patrum XXIV ... Accessit regula s. Pachomij, quae a s. Hieronymo in Latinum sermonem conuersa est. Romae : ex typographia Dominici Basae, 1580 (excudebat Franciscus Zanettus). [12], 767, [1] p. ; 4¡ - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 30.12.18. NOTE:

1 01 1580 === "E' noto che nel 1580 Lecco fu infestata dalla peste, nota come la 'Peste di S. Carlo' e lo constatiamo dal calo demografico conseguente" (Losa Angelo (a cura), Appunti per la storia della parrocchia di Maggianico. in: AdL 3/1994, 117. Il testo che viene qui presentato e' la trascrizione di alcuni mss. lasciati da un sacerdote del quale non e' stato possibile trovare il nome, ospite della parrocchia di Maggianico intorno al 1950).. NOTE:

1 01 1580 === Somasca: 1580. Sopra il refettorio si fabbrica il dormitorio il granaro i tetti (4 giugno 1582 -A1-915); si comprano quadrelli a migliaia; Antonio di Beseno ci vende tre pezzi di terreno a lire 3500 con atto legale del notaio Josef Cola di Corte (91).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1580 === ALESSANDRIA, Seminario: opera iniziata nel 1580 e finita nel (tipo di opera = SD). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1580 === Mureto M. Antonio, Terentius (Opera). Antverpiae 1580, per Christophori Plantini, 17x11; antiche segnature: E X 97, E.VI.N°.17 (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.2; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena).. NOTE:

1 01 1580 === TROTTI VINCENZO, F12 (Elogia), 29. NOTE:

1 01 1580 === TROTTI VINCENZO, , F5,23. NOTE:

1 01 1580 === TROTTI VINCENZO, Nei Processi canonici, F5,23. NOTE:

16 04 1580 === 047 "1580. Il di 16 aprile nel palazzo del Seminario Parrocchiale (ma: Patriarcale!, ndr.) di Venezia fu congregato il Capitolo.

- Furono accettati ed eletti Vocali dal Capitolo D. Martino Lombardo e D. Batta. Fornasaro di Lodi.

- Furono eletti e confermati nelle cariche definitoriali: D. Bernardino Castellani Prep. Generale an. 3, Consiglieri: D. Giovanni Scotto an. 3, D. Francesco da Trento an. 2; Vicario Generale D. Giovanni Scotto an. 3; Procuratore Generale in Roma D. Francesco Faurio da Trento.

- Fu accettato alla professione Bartolomeo Loscardo da Varese.

- Vennero accettate le £. 100 in Pavia per 12 messe l'anno.

- Decreto che in tutti i nostri luoghi si reciti ogni mese un officio da morti per li defunti della nostra Congregazione.

- Che a Mons. di Alessandria si rescriva informandolo di quanto richiede intorno alla precedenza, e che si continui nel servizio di quel suo Seminario.

- Fu accettata la permuta dei nostri fitti di Alessandria con la possessione dello Spedale.

- Decreto che li definitori con il Cancelliere intervengano alle Deputazioni.

- Essendosi parlato di rientegrare li denari della Religione lasciati in Roma, fu risoluto che il P. Procuratore Generale procurasse di avere i privilegi, si servisse di detto denaro per le Bolle, ed il restante fosse applicato a S. Biagio.

- Che si procuri in Roma di aver S. Bartolomeo per Somasca.

- Che nessuno studi se non quelle scienze che saranno lui determinate, e che ciascuno renda ragione ogni anno dello studio fatto l'anno passato.

- Furono confermate le costituzioni fattesi nel Capitolo dell'anno scaduto in Ferrara.

- Decreto che chi non vorra' obbedire alla propria deputazione, sia privato d'ogni cibo, finche' si rassegni.

- Che li Superiori nella loro partenza, consegnino ogni cosa a chi lasciano nel governo della casa, portandone l'inventario sottoscritto dal detto loro Vicario al Capitolo.

- Che li confessori amministrino il sacramento della Penitenza con cotta &.

- Furono interdetti li breviarij ed officij sordorati.

- Non fu accettata l'opera di Viterbo.

- Fu data facolta' al P. D. Francesco da Trento di offrire al Sig.r Cardinale di Vercelli scudi 200 per aver un luogo in detta citta'.

- Vennero eletti definitori: D. Giannantonio Boffini da Milano, D. Battista Assaretto da Genova, D. Gabriel Brocco e D. Luigi Migliorini.

- Furono eletti Visitatori: D. Francesco Faurio da Trento e D. Luigi Migliorini da Padova.

- Ordine che si ottenga da Roma la facolta' di poter alienare una casa con 13 tavole di terra pervenute da Francesco Canviana nostro professo, per impiegar il denaro in altro luogo piu' comodo &.

- Sopra un piccol libro delgi atti Capitolari che cominciano dal 1569 a quest'anno, si trova una nota delle nostre case scritta per quel che conghietturar posso dal P. Cancelliere D. Guglielmo Toso da Pavia:



Roma S. Biagio di Monte Citorio, e gl' Orfani di S. Maria Aquario (Aquiro, ndr.),

Napoli S. Maria di Loreto,

Ferrara S. Maria Bianca,

Reggio gl' Iuscanti (gli Innocenti, ndr.),

Cremona SS. Giroldo e Vitale,

Venezia gli Orfani di S. Giovanni e Paolo,

Vicenza S. Maria della Misericordia,

Brescia la Trinita' e Misericordia,

Bergamo S. Martino,

Somasca S. Bartolomeo,

Vercelli In Betania,

Milano S. Martino, la Colombara, e Triulzio,

Pavia S. Maiolo e la Colombina,

Tortona S. Maria Piccola,

Genova S. Gio. Batta.,

Savona S. Lazaro" (ACS, p. 121-123).

. NOTE:

5 06 1580 === "1580, 5 giugno, per calcina per la schola nova, per tavole per le finestre per la schola nova, per Toffi (Sassi? ndr.) a Ciuso per la schola, chiodi per la schola, un miaro di quadretti per la schola e condotto, per 2 miliara de quadrelli per la schola tolti per lo avanti, tot. £. 67:34" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

17 12 1580 === (Confini) Informazioni circa la casetta di sanita' nel luogo della Rocca per ragioni di confini (17 dicembre 1580). [ASPSG So 2015, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1581 === BOFFA ANTONIO crs. - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1 01 1581 === COMOLI GIOACCHINO crs., prof. 1581.. NOTE:

1 01 1581 === Sansovino Francesco, Venetia citta' nobilissima etc. Venezia 1581 (ristampa anastatica: Leading Edizioni, Bergamo 2002). NOTE:

1 01 1581 === "1581, assi di lares di brazza 8 per far la scala alla Torre nella quale si poteva andar di dentro sino alla cima" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N). cf. 1760.. NOTE:

1 01 1581 === "1581. Stato anime di Olginate:



Domino Polifilo Dada (Polifilo d'Adda, nato quindi nel 1504 e morto ultracentenario nel 1616, cf. documento del 1621, ndr.), capo di casa in casa sua, mercante, anni 77.

Paulo, suo figlio, mercante, anni 42.

Batistina Caserta, sua nora, moglie de Paulo, anni 42.

Gabrielle, suo abiadego, figlio de Paulo, anni 19.

Clementina, figlia de Paulo, anni 15.

Madalena Dada, sua nora, moglie del q. Jaccomo, anni 43.

Julia, sua abiadega, figlia del q. Jaccomo, anni 19.

Francesco de (manca) suo servo, anni 13" (originale in: A.S.D.: Sez.X, Vol. 9, Q. 23-24).. NOTE:

1 01 1581 === Somasca: 1581. Francesco Gavardo curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1581 === Somasca: 1581. Geronimo o Girolamo Tinto (ottobre) curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1581 === Somasca: 1581. Torre Benaglia. I soliti guai degli edifici antichi e questo era antico di secoli gia' a quella data di acquisto. Adesso e' necessario rimediare rifare aggiustare. Si rifa' in lance la scala vecchia di legno comune ormai non piu' adatta.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1581 === GONELLA GIOVANNI BATTISTA, preposito generale, savonese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

10 04 1581 === 048 "1581. Alli 10 aprile di quest'anno fu in S. Maiolo di Pavia congregato il Capitolo, e ad istanza del sig. Camillo Lodetto e del sig. Cristoforo Castelli Procuratori deputati delli sigg. Protettori degli Orfani di Brescia, si rinonzio' a certi atti fatti in iscritura nella fondazione della chiesa della Misericordia sotto mons. Ballani vescovo, protestandosi di non voler pregiudicare ad alcuna ragione, che a detti Orfani competesse &.

- Si decreto' che il Generale si eleggesse colla pluralita' dei voti e quindi restarono nominati li seguenti: D. Giambattista da Savona de Gonelli Preposito Generale an. 1, D. Luigi Migliorini Vicario Generale, Francesco Faurio da Trento Consigliere an. 3, D. Bernardino Castellani consigliere an. 1, D. Gio. Scotto definitore, D. Alessio Cimarello definitore, D. Luigi Migliorini definitore, D. Guglielmo Tonso Cancelliere.

- Fu accettato per laico Francesco Viletto q.m Giacomo da Ressia Ducato di Savoia, e territorio d' Ausi; ammesso alla professione Nicolo' da Bergamo e Antonio Maria da Genova.

- Rifiuto delle scuole di Biella, e lasciata all'arbitrio del Generale l'accettazione degli Orfani di detta citta'.

- Elezione del Cardinal Madruzzo in Protettore della Congregazione.

- Decreto che nessuno sia ammesso allo studio, ed ordini sacri, che non siasi per un anno esercitato nel leggere lezioni.

- Che li novizi non si mandin a scuola, o far altri uffizi fuor di casa.

- Che li Proposti de Collegi sieno dal P. Generale, dalli due Consiglieri, dalli 4 definitori e dal Cancelliere eletti per vota secreta.

- Che nessuno sia ammesso alla Professione che con li due terzi dei voti 2/3 di quei Professi costituiti in ordine sacro in quel luogo &.

- Che l'elezione del Generale sia significata da un istrumento, e quella de' Rettori dal nostro Cancelliere.

- Che nessuno abbia voce in Capitolo, se non colui che sara' ammesso dagli altri Vocali.

- Che il P. Generale non possa alienar senza assenso del Capitolo i beni stabili della Religione, ne' beni mobili della chiesa.

- Che il medesimo senza il detto assenso non possa far Vicarii, Procuratori, o Visitatori Generali.

- Che nessun Professo di altra Religione si accetti: ma avendo portato il solo abito, sia accettato dal P. Generale col voto dei suoi consiglieri.

- Che nessuno tenga danari, se non chi ha amministrazione, e questi se non ai Protettori, renda conto al Visitatore ogni anno.

- Che nessuno sia ammesso alla probazione, che non sia stato sperimentato per qualche giorno salvo per urgente causa da riconoscersi dal P. Generale.

- Che chi rivela alcuna cosa del Capitolo a chi non e' Vocale, resti per 3 anni privato di voce attiva e passiva.

- Che nessuno accetti persona adulta senza facolta' del P. Generale, salvo il bisogno particolare del luogo.

- Che nessuno si confessi fuori di casa, ma dal P. Rettore o suo sostituto.

- Che li successori non mutino le cose de Predecessori senza la permissione del P. Generale, o dei Visitatori.

- Che li Proposti non faccian contratti di compera, o di vendita senza il consenso del Capitolo Conventuale.

- Che li sacerdoti ne Collegi dican le colpe alla presenza dei Professi, ma li Superiori al solo Capitolo, e li Comessi ai soli Superiori.

- Che nessuno predichi in pulpito senza la facolta' del P. Generale; e che li giovani predichino nel Refettorio.

- Che nessuno prendi carico da' Vescovi, ne' alcuna impresa senza licenza del P. Generale.

- Che non si scriva o riceva lettere senza facolta' del Superiore.

- Che si faccia l'Avvento e che si digiuni nei due giorni successivi alla Quinquagesima con il restante della Quadragesima.

- Che non s'accetti sacerdote o persona alcuna, che passi d'eta' di 40 anni, eccetto il P. Generale che dovra' presentarli al prossimo Capitolo; vietandogli d'accettar persone incognite.

- Che si ammettino agli ordini li soli professi.

- Che si elegga un Procuratore Generale, che assista in Roma per la Congregazione.

- Che il Cancelliere sia eletto da tutto il Capitolo, e se gli faccia un procura per riscuoter i beni de nostri Professi &." (ACS, p. 124-126).. NOTE:

29 05 1581 === Lettera del Rettore del Collegio S. Bartolomeo di Somasca, p. Francesco Gavardi (Gavardo) crs., a S. Carlo: "Se V.S. Ill.ma mi dara' licentia di celebrar la Messa alla Romana nelle chiese vicine al nostro Collegio di Somasca non ostante il Decreto suo, non manchero' d'essercitar il talento dattomi da N.S. in porger agiutto a quelle anime ..." (Ambrosiana F. 155, n. 119).. NOTE:

27 09 1581 === "1581, 27 settembre, per ferramenti per il Refettorio, per fighi libre 7 soldi 10, per libra uno buttiro soldi 10, per una brenta di vino £. 5:5" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

10 10 1581 === "1581, 10 ottobre, per assi brazza 8 di larice per far la scola (forse: scala! ndr.) alla Torre, al muratore per far la scala alla Torre e l'uscio" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A). cf. 1760.. NOTE:

1 01 1582 === "1582, spese fatte per il Dormitorio nuovo levando via sopra il Refettorio e cusina; spese fatte per il granaio" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

1 01 1582 === "1582, spese per il Dormitorio longo sopra al Refettorio fatto poi tramesiare da me (p. Girelli?, ndr.) per crescere una stanza" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

1 01 1582 === "(Convento del Lavello). Negli anni 1582-1589 si ha al Lavello l'ampliamento e la decorazione della chiesa. L'esterno viene movimentato da lesene e dal cornicione in cotto, come in altre chiese cinquecentesche; la fronte a capanna ebbe portale con oculo e allungate le finestre. Nel 1597 era in atto il completamento della chiesa, che doveva comprendere il campanile e il rifacimento della grande facciata ..." (cit. da: Borghi Angelo, Storia e arte ... di S. M. del Lavello, 2002, pag. 29).. NOTE:

1 01 1582 === Somasca: 1582. Torre Benaglia. Un testimone oculare annota le sue impressioni e discussioni sul sistema piu' opportuno per tali migliorie. Viene fatta una nuova scala in sassi per l' interno; si accomodano le quattro stanze sovrapposte (915). E si va avanti anno per anno spese su spese anche nei piani superiori (914 e 92). Confrontando l' altezza delle pareti esterne della chiesa e della torretta degli Amigoni si puo' ritenere che la Torre dei Benaglia raggiungesse l' altezza di metri 12 circa.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1582 === Una lunga relazione stesa nel 1582 dal prevosto di Olginate, presumibilmente in risposta ad un "Questionario" ci mette sott' occhio la situazione religioso-morale della gente della pieve: "... il clero della pieve e' buono e disciplinato, specie quello che vive al di la' dell' Adda ... ogni domenica, al pomeriggio, si tiene in chiesa la spiegazione della Dottrina Cristiana, ma in molte famiglie si nota negligenza nel mandarvi coloro che potrebbero venire ... Alla popolazione non si lascia mancare la predicazione straordinaria, anche se essa preferisce andare nelle chiese dei Religiosi per ascoltarla ...Era invalsa negli uomini la bestemmia, ma le esortazioni dei sacerdoti riuscirono ad emendarli ... La maggior parte della popolazione di questa pieve ascolta la Messa non nelle chiese parrocchiali ma in quelle dei Religiosi ... I Decreti dei Concili Provinciali o dei Sinodi diocesani e le Ordinazioni dei visitatori trovano una lenta e fredda esecuzione, particolarmente al di la' dell' Adda (lente et frigide, praecipue ultra Abduam, executionem haent) ... I Battisteri non sempre sono conformi alle prescrizioni, perche' mancano architetti a cio' preparati (cum architectos ad hoc requiratur)" (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Vimercate, vol. 9, q. 6).. NOTE:

1 04 1582 === "1582 aprile, al muratore per il Dormitorio, granaro e tetti et olio di noce" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

7 05 1582 === 049 "1582. Si congrego' il Capitolo li 7 maggio di quest'anno more solito nel Collegio di S. Maiolo di Pavia, nel quale furono eletti: D. Giambattista da Savona per il 2 anno, D. Bernardino Castellano consigliere an. 2, D. Giovanni Scotto consigliere an. 1, D. Francesco da Trento, D. Battista Gribaldo, D. Bartolomeo Brocco e D. Luigi Migliorini definitori.

- Decreto che non si ammetta alcuno alla Probazione o professione se nel luogo dove abita non e' accettato con la pluralita' dei voti. Che alli novizi si prescriva una penitenza ordinaria, e portino un cinto di corame con una sol fibbia, e senza ferro, longa sino a terra. Che nessun laico si accetti se non e' capace di essere Comesso.

- Resto' ordinato che li Vocali di nuovo fossero ballottati, e pero' esclusi dal Capitolo, vi rimanessero soltanto il Padre D. Battista da Savona Prep. Generale, e tre di quei vecchi, che in vigor del Breve di Pio V. avea acquistata voce. Questi quattro adunque cominciarano a dar la voce agli esclusi, e gli ammessi di mano in mano entrando, secondo l'ordine di professione, concorreranno ancor Essi alla elezione degl'altri. Gli eletti furono:



D. Francesco da Trento,

D. Giovanni Scotto,

D. Bernardino Castello,

D. Guglielmo Tonso,

D. Giannantonio Boffino,

D. Alessio Cimarello,

D. Alessandro de Arginis,

D. Battista Gribaldo (Gariboldo? ndr.),

D. Battista Gonelli savonese Prep. Generale,

D. Bartolomeo Brocco,

D. Martino Lombardo,

D. Guglielmo Bornati di Pasquino Vercellese,

D. Giovanni da Chiavenna,

D. Gabriele Brocco,

D. Cristoforo Croce,

D. Guglielmo Bramicelli,

D. Luigi Migliorini, D. Antonio da Trento &.



- Fu proposto d'accettar la parrocchia di S. Giacomo e Filippo di Vicenza con la direzione delle Convertite, fare una lezione di Morale due volte la settimana, e dare un Rettore al Seminario, quando sara' unito, vivente il presentaneo Vescovo; con la condizione pero' di tener in casa il sacerdote Ms. Francesco, sino alla sua morte. La determinazione fu lasciata all'arbitrio del P. Generale.

- Resto' ordinato che si cominciasse ad ufficiar la chiesa di S. Spirito di Genova, che il Superiore di questo luogo e dei Religiosi abitanti fosse il Proposto della Maddalena a tenor della Bolla; avendone di quest'anno li 30 aprile tolto il possesso il Padre D. Luigi Migliorini.

- Fu accettato nella Congregazione D. Martino Vanino da Barbarano terra sogetta a Roma &." (ACS, p. 131-132).. NOTE:

10 05 1582 === Il 10 maggio 1582 inizio' a Milano il "Concilium Provinciale Mediolanense sextum" indetto dal card. Carlo Borromeo; vi parteciparono parecchi sacerdoti della pieve di Olginate. Sappiamo anche chi furono i quattro sacerdoti che durante il Concilio ebbero la cura della pieve: prete Giovanni Testori, cappellano mercenario di Olginate; il reverendo confessore di Monte Barro, ove c' era un monastero; il reverendo Bartolomeo Brocco (Brochus) rettore e vice curato di Somasca; prete Pietro Antonio Cattaneo, cappellano di Galbiate. Come si vede, questi 4 sacerdoti erano dislocati ai quattro punti cardinali della pieve per intervenire per i casi ordinari e straordinari dell' assistenza spirituale ai fedeli (Cazzani, Storia di Olginate 1979, 119).. NOTE:

19 05 1582 === "1582, 19 maggio, calcina a soldi 28 la brenta" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

1 07 1582 === "1582, 1 luglio, per travelli, assi, canali, condotte e viveo per la strada £. 119" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

1 08 1582 === "1582, agosto, chiodi da far le onte (ante? ndr.) al Dormitorio novo" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

2 09 1582 === "1582, 2 settembre, al muratore per aver concato il dormitorio e granaro" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.10).. NOTE:

2 09 1582 === "1582, 2 settembre, al muratore per Dormitorio e granaro (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

15 10 1582 === 1582, 15 ottobre. Con l' entrata in vigore del calendario gregoriano vengono soppressi dieci giorni dal 4 ottobre si passa direttamente al 15 ottobre. I giorni che vanno dal 5 al 14 ottobre 1582 non sono mai esistiti. Molti Stati pero' non accettano subito questa riforma (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

1 01 1583 === CASTIONI DONATO crs., prof. 1583, nell' anno 1583 era a S.GEROLDO, CREMONA. NOTE:

1 01 1583 === Burchelati Bartolomeo, Epitaphiorum Dialogi septem. Venezia 1583 - esemplare in Bibl. Com. Treviso II.14.E.10. NOTE:

1 01 1583 === Castellino da Castello sac., Regola della Compagnia delli servi delli puttini in Carita'. In Brescia appresso Britannico 1583.. NOTE:

1 01 1583 === "1583, spese per far il forno nel 1583" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

1 01 1583 === Como - Collegio Gallio: anno di fondazione 1583 (papa Gregorio XIII)



"1583. Il Collegio di Rondineto, detto Gallio, situato presso la citta' di Como, vicino alle mura di detta citta' fu fondato li 15 ottobre di quest'anno da Gregorio XIII con i beni della commenda di S. Maria di Rondineto e di S. Martino concessa al sig. Cardinale Tolomeo Gallio, che ne fece libera cessione, acciocche' si fondasse, dandone il governo alla nostra Congregazione obligo d'allevar poveri figlioli, istruirli nelle lettere, e virtu' cristiane quegli che capaci ne fossero, e gli altri in altre arti: potendo detti figlioli entrarvi d'anni 10, e restarvi sino alli dieci otto. Nell'anno poi 1629 li 23 marzo si impetro' da Urbano VIII che s'ammettessero in detto Collegio figlioli per alunni non compiuti gli anni 14 per dimorarvi sino alli 22, dovendo essere tutti Chierici, e prestar giuramento in mano dell' Ordinario di perseverare in abito ecclesiastico; e che ad esso Collegio si dovesse estendere il decreto degli altri Collegi Pontifici della Chiesa di S. Maria di Rondineto si fece latr'uso, fabricandosi nella parte inferiore le scole, e nella superioreun granajo; essendosi in vece nell'anno 1635 in sito piu' comodo innalzata un altra capella simile alla Santa Casa di Loreto. Il Collegio e' di struttura quadrata con vigna annessa, due cortili, un refettorio grande, e sopra il dormitorio degli alunni. Vi sono stanze otto per li Padri, e Fratelli, oltre una saletta, ed altri quattro cameroni per li convittori, infermeria e simili. Gli Amministratori sono mons. Vescovo, il Duca d' Alvito, un canonico della Cattedrale, un Gentilhuomo della Citta', ed il P. Proposto del Collegio. Questi danno gli alimenti a sei nostri Religiosi in ragione di scudi 40 per ciascuno; ed agli alunni in ragione di tre scudi al mese. Viene lasciata a noi l'obbligazione di 3 messe cotidiane nella chiesa di Loreto, ed una nella chiesa di S. Martino membro del Collegio, benche' sia stata eretta in cura da mons. Vescovo &. Tanto ricavasi da una relazione giurata fattasi nel 1648" (ACS, p. 136-137).. NOTE:

1 01 1583 === Decreta della Visita 1595 [ASPSG So 63, 'fotocopia'].. NOTE: ACM 5-2-0-2b.

1 01 1583 === "Distributio facienda panis vel salis Pauperibus loci Caloltij, Sumaschae et aliorum locorum fiat Paroco (di Calolzio, ndr.) presente et non aliter sub pena duorum aureorum pro quolibet vice. Libri rationum elemosinarum pauperum maiori diligentia scribantur, et regantur ab officialibus deputatis, et deputandis et rationes quotannis ad presentiam Rev. Domino Prepositi et Curati redantur ..." (dai decreti fatti dopo la visita del card. Carlo Borromeo nel 1583 per la chiesa parrocchiale di S. Martino di Calolzio, cf. testo in: A.P.Ol.: VM/I, Registro Visite vecchie, pag. 109).. NOTE:

1 01 1583 === Nota delle cose che si sono evacuate dal cimitero (1583?). [ASPSG So 56c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1583 === "Nullus audeat in hac ecclesia Parochiali Vercuraghi celebrare nisi prius ab hominibus fuerint assignata Parocho celebranti et Curam animarum gerenti librae trecentum et etiam merces pro sustentatione Clerici. Interim autem clavis ecclesiae remaneat apud rectorem Sumaschae" (dai decreti fatti dopo la visita del card. Carlo Borromeo nel 1583 per la chiesa parrocchiale dei SS. Gervasio e Protasio di Vercurago, cf. testo in: A.P.Ol.: VM/I, Registro Visite vecchie, pag. 111).. NOTE:

1 01 1583 === "S. Maria al Rondineto e Collegio Gallio, Borgo di Porta Sala, Como. Il monastero, la cui fondazione e' attribuita a Giovanni Oldrado da Meda, risale al sec. XII ed e' considerato la casa madre degli Umiliati; quando questi vennero soppressi nel 1571, il complesso venne dato da Tolomeo Gallio ai Somaschi che vi aprirono un collegio per convittori e beneficiati; vi si istruirono anche, per volonta' del vescovo, chierici destinati alla diocesi. Nel 1759 vi fu fondata l' Accademia degli Indifferenti attiva fino al 1807. La vecchia chiesa mal ridotta dalle inondazioni (del Cosia, ndr.) venne abbandonata e nel 1635 ne venne costruita una nuova dedicata alla B. Vergine di Loreto; a partire dal 1755 si edifico' la chiesa attuale, a cui venne completata la facciata nel 1899. I Somaschi, soppressi nel 1810, continuarono l' attivita' educativa del collegio da 'privati'. La congregazione venne ripristinata nel 1843. Fonti e bibliografia: ACVC, Visite Pastorali Archinti e Carafino; Fondo Opera Pia Gallio; Ballarini p. 121; Tatti Dec. II, pp. 376-431; III, pp. 642 e 664; App. pp. 10, 41 e 42; Ninguarda - Monti I, pp. 00-00; A. Giussani, Il Sarcofago di S. Giovanni da Meda. in: Rivista Archeologica dell' antica Provincia e Diocesi di Como, 59-61, 1910, pp. 93-114; L. Zanoni, Gli Umiliati nei loro rapporti con l' eresia, l' industria della lana e i Comuni nei sec. XII e XIII. Milano 1911; A. Giussani, Storia Arte e Antichita' del Collegio Gallio in Como. Como 1917; G. Zonta, Storia del Collegio Gallio di Como. Foligno 1932; A.G. Della Torre Rezzonico, Il Lario. in: Larius II, 1, p. 23 e n. 6 p. 175; A. Rovi, Sulle tracce di S. Maria di ROndineto in Como: note sull' insediamento e sulla tipologia architettonica e sull' individuazione di un maestro campionese. in: Gallio Collegium Comense, 1986-87" (da: Picchi Anna, Chiese e Oratori nella Como del '600. in: Archivio Storico della Diocesi di Como, vol. 3, Como 1989, p. 138, e cartina della citta' murata a p. 134 tav. 1).. NOTE:

1 01 1583 === Vicenza - SS. Filippo e Giacomo: anno di fondazione 1603 (ma cf. ACS!) (papa Gregorio XIII)



"1583. La chiesa parrocchiale de SS. Filippo e Giacomo di Vicenza fu conceduta alla Congregazione nostra da Gregorio XIII Papa, con il reddito di scudi 60 di Camera. E' stata migliorata, anzi rifatta detta chiesa da nostri Padri. Possiede d'entrata netta scudi romani n. 401:20 bastanti a mantenere 9 religiosi. Tanto fu registrato nel 1648 &." (ACS, p. 135).



" (http://www.vicenzanews.com/a_188_IT_548_1.html) ... In Vicenza, ci dirigiamo verso corso Palladio dal quale, superato palazzo Trissino Baston, sede municipale, imbocchiamo la stradella di S. Giacomo dove sitrova l' omonima chiesa di San Giacomo: Galleria della pittura vicentina del ' 600. Attraverso la sua decorazione pittorica, essa divento' luogo ideologicamente piu' significativo della riforma religiosa, promossa dai Vescovi Matteo e Michele Priuli nella seconda meta' del XVI secolo, a conclusione del concilio di Trento per diffondere nella diocesi vicentina i principi che si ispiravano ai decreti tridentini. I Padri Somaschi, chiamati nel 1583 ad assumere la direzione delia Parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo, dettero inizio intorno al 1603 alla decorazione delle pareti e del soffitto della navata commissionando dei dipinti ad Alessandro Maganza (Vicenza, 1556?-1632),responsabile della piu' quotata bottega pittorica operante nella citta' fra il ' 500 e il' 600. Il messaggio trasmesso ai fedeli dalle tele della navata e' il seguente: attraverso le opere caritatevoli (si vedano gli episodi relativi alla vita e ai miracoli dei due santi dedicatari nei fregi), di cui la fede (ritratta nella figura femminile a destra nella controffacciata) si sostanzia e si vivifica, e attraverso la paziente sopportazione delle sofferenze fisiche dei supplizi (il riferimento e' alle scene di martirio dei santi ritratte nel soffitto), Filippo e Giacomo ottennero come ricompensa la glorificazione e la felicita' eterna. La storia delle vite dei due santi e' narrata da Alessandro e dai suoi collaboratori, fra cui si distingue il figlio Giambattista (Vicenza, 1577-1617), per mezzo di un linguaggio sobrio, comprensibile, obbediente ai precetti imposti dalla poetica artistica postridentina: echi tintoretteschi e palmeschi nella cupa intonazione del colore, nel prevalere delle ombre e negli schemi compositivi si coniugano a tipologie di impronta veronesiana. Questa prima fase fu completata con gli interventi dei pittori Maffei e Carpioni, le cui opere sono ora conservate nel Museo Civico di Vicenza. Fra il 1662 e il 1667 si aggiunsero alla primitiva chiesa il transetto e il nuovo presbiterio: ai lati dell' ingresso dell' altare maggiore furono collocati i due luminositeleri di Giambattista Maganza con scene di "Abramo e Melchisedec" e "Davide che danza di fronte all' Arca Santa", situati originariamente sulle pareti dell' antico presbiterio. Da questo momento inizio' una seconda fase di attivita' decorativa per i Somaschi: i padri chiamarono allora personaggi di spicco come Giovanni Antonio Fumiani (Venezia, 1645-1710) che realizzo', secondo i modi della corrente neoveronesiana, la "Pentecoste", situata nelsoffitto al centro del transetto; il bolognese Lorenzo Pasinelli (Bologna, 1629-1700), autore della paia con "Sant' Antonio e il bambino Gesu'" sull' altare del braccio del transetto destro; il vicentino Bartolomeo Montagna (Cittadella 1630-1704), i cui due dipinti con "Mose' che disseta gli ebrei" (sulla parete orientale del braccio sinistro del transetto) e il "San Gerolamo" (sulla parete meridionale del presbiterio) costituiscono leprove migliori e piu' intense di tutta la produzione".. NOTE:

1 01 1583 === COMO, Collegio Gallio: opera iniziata nel 1583 e finita nel &Mac253; (tipo di opera = CS). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1583 === CREMONA, S.Lucia: opera iniziata nel 1583 e finita nel 1800 (tipo di opera = F-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1583 === VICENZA, SS Filippo e Giac.: opera iniziata nel 1583 e finita nel 1774 (tipo di opera = F-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1583 === (ACM 5-2-0, 1r) Inventario dei paramenti della chiesa di Somasca (1583) (= ASPSG So 56e).. NOTE:

1 01 1583 === (ACM 5-2-0, 2b) Decreta ab Ill.mo et Rev.mo D.D. Carolo tituli Sanctae Praxedis S.R.E. Presbyteri Cardinalis et Sanctae Mediol. Ecclesiae Archiep. confecta in Visitatione Plebis Olginatis de anno 1583 (= ASPSG So 63).. NOTE:

15 03 1583 === Il card. Maffeo da Roma avverte S. Carlo con lettera del 15 marzo 1583 che "S.S. (papa Gregorio XIII, ndr.) non ama che si valga dei Regulari nel servizio delle Parrocchie" (Sala 1857, vol. II, pag. 300, n. 48).. NOTE:

16 03 1583 === Lettera di Antelmi Bonifacio del 16 marzo 1583 a S. Carlo Borromeo (originale in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 1, n. 3): "Illustrissimo et Reverendissimo Monsignor Padre Colendissimo. 18 aprile 1583. Li Clarissimi signori Procuratori di S. Marco ringratiano Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima del favore dato al Seminario Gregoriano piantato in Venetia; et le fanno sapere, che sono pronti alle'ssecutione del stabilimento preso tra lei, et il Clarissimo Donato Ambasciatore in Roma sopra il particolare servitio del Seminario di Somacho (nota: cioe' Somasca), da Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima erretto. Ricordi lei adunque il modo, ch'io lo faro' sapere a detti Clarissimi Procuratori, et ... volontieri instrumento perche' ne segui quell'effetto, che vego desiderarsi d'ambe le parti. Non sono venuto io stesso per cotesto negotio a Vostra Signori Illustrissima et Reverendissima per non le dar maggiori molestie, poi che sono informato delle sue continue et gravi occupationi. Con il core ci vengo, et con esso del continuo la riverisco. In Casa, il 16 marzo 1583. De Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima Affetionatissimo et Obbligatissimo Servitore Bonifacio Antelmi".. NOTE:

25 04 1583 === 050 "1583. Nel Capitolo di quest'anno celebrato li 25 aprile in S. Maiolo di Pavia furono eletti: D. Battista da Savona Prep. Generale an. 3, D. Giovanni Scotto Vicario Generale an. 2; Consiglieri: D. Giovanni Scotto an. 2, D. Bernardino Castellano an. 3; Cancelliere D. Guglielmo Tonso an. 3; Definitori D. Alessandro Cimarello, D. Battista Garibaldo, D. Gabriele Brocco e gli altri precedenti che tutti compongono il definitorio.

- Fu ammesso tra Vocali D. Cesare Bettone pavese; e D. Giambattista Fabreschi assente, e Procuratore Generale nel Collegio di Roma. In oltre D. Girolamo Tinto fu accettato tra Vocali del Capitolo.

- Visitatori Generali furono nominati D. Battista Garibaldo e D. Francesco da Trento.

- Ordine che li Vocali siedano in Capitolo secondo l'anzianita' della carica, ed altrove secondo la professione loro.

- Fu accettata la chiesa de SS. Filippo e Giacomo di Vicenza con le proposizioni proposte nell'anno prossimo passato, salvo di non dare il Rettore al Seminario com'era desiderio di mons. Vescovo.

- Ordine che si accetti la chiesa di S. Lucia di Cremona, spedito che sia in Roma il negozio.

- Lasciato all'arbitrio del P. Generale e dei Consiglieri di accettare il luogo detto Rondineto di Como, proposto dall' Ill.mo Sig.r Cardinale di Como; e nella stessa maniera un luogo proposto in Milano.

- Furono accettati nella Congregazione Marsiglio Meriano (Mercano?) di Oneglia, Giovanni Crisone, Pietro Triviolo da Bergamo, e Ludovico Speciani da Bergamo.

- Ammessi alla probazione D. Bartolomeo Rusticone cremonese, e Domenico de Rossi milanese.

- Accettato alla professione Agostino da Colio.

- Ordine che si venda la vigna di Roma, e si impieghino li denari, ma non in fabriche &." (ACS, p. 134-135).. NOTE:

18 05 1583 === Inventario dei paramenti (18 maggio 1583), visita mons. Gio. Maria Massi (Massa). [ASPSG So 56e, 'fotocopia'].. NOTE: ACM 5-2-0-1r.

18 05 1583 === Visita Pastorale del visitatore mons. Gio. Maria Massa (Massi) (18 maggio 1583). [ASPSG So 56b, 'fotocopia'].. NOTE: ACM 5-2-0-2a.

18 05 1583 === (ACM 5-2-0, 2a) Visita Regionale Gio. Maria Massa (18 maggio 1583, rettore p. Girolamo Tinto crs. 1581-86) (= ASPSG So 56b).. NOTE:

30 06 1583 === "2° Visita pastorale di S. Carlo Borromeo (fine giugno 1583). Appello alla concordia. Questa visita e' di particolare importanza per Galbiate perche' fu in questa occasione, il 30 giugno, che S. Carlo consacro' due altari quello maggiore e quello del Corpus domini, pronunciando un 'Discorso sulla Eucaristia'" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 63).. NOTE:

30 06 1583 === "Esortazioni di S. Carlo Borromeo a Galbiate il 30 giugno 1583, nel Discorso sulla Eucaristia. Chiede di trattare le cose di Dio con ogni onore, non lesinando in spese e sacrifici per abbellire i luoghi sacri ed in particolare il sacro altare ('... Che cosa vi impedisce di sottrarre qualche cosa alle vostre necessita' per destinare cio' all'ornamento del suo altare? Cristo vostro ospite vi chiede innanzi tutto questo: se lo amate, abbiate cura particolare per il suo altare e per il tabernacolo, sua dimora ...') ... Il raccomandare il decoro della chiesa e degli altari era per S. Carlo una espressione di fede alla quale il popolo era tenuto specie di fronte all'eresia protestante che negava il permanere della presenza reale di Cristo nella Eucaristia dopo che si termina la Messa. Bisogna accostarsi con la massima riverenza all'altare, meditando che si e' alla presenza 'di Colui che e' circondato da migliaia di angeli'" (cit. da: Panzeri Giuseppe, S. Carlo A Galbiate. Note introduttive ad una omelia del Santo tenuta a Galbiate il 30 Giugno 1583. Tipolito Cattaneo, Oggiono - Lecco, ottobre 1984, pag. 71-72).. NOTE:

1 07 1583 === Cremona - S. Lucia: anno di fondazione 1583 (Don Cristoforo Brumano)



"1583. S. Lucia di Cremona per Bolla di Gregorio XIII data nel luglio fu donata alla nostra Congregazione per rinoncia del Sig. Proposto D. Cristoforo Brumano, con una casetta, orticello, e £. 250 annue. Codesta chiesa e' parrocchiale. Il Collegio e' di struttura nuova con 36 camere oltre le oficine. L'entrata nel 1648 era di scudi romani n. 340:30 netti da mantenere 8 Religiosi" (ACS, p. 135).



"Cremona, SANTA LUCIA (p.zza S.Lucia)

La chiesa sarebbe stata costruita, secondo la tradizione, per volere della regina Teodolinda nel 621, anche se non vi sono documenti certi attestanti tale fatto. Piu' attendibile e' invece la notizia secondo la quale la costruzione sarebbe avvenuta intorno al 1120. Cio' e' dimostrato anche dai caratteri stilistici di alcune parti superstiti, come l' abside con i beccatelli allungati, tipica dell' epoca romanica cremonese. La chiesa presenta una sobria facciata in cotto ricostruita da Giuseppe Dattaro alla fine del XVI secolo, ed e' scandita da lesene binate poggianti su un alto zoccolo e con cornicione aggettante su piccole mensole. Ai lati del timpano si trovano due volute che lo raccordano con l' ordine inferiore. La sommita' e' alleggerita da pinnacoli piramidali. Al centro della facciata si apre un finestrone settecentesco, in sostituzione dell' originario rosone. L' interno si presenta a tre navate divise da pilastri. Al primo altare di destra si puo' ammirare un dipinto raffigurante S. Girolamo Emiliani e la Vergine, opera di Antonio Beltrami. L' altare maggiore presenta il Martirio di S.Lucia, opera di Angelo Massarotti. L' abside di sinistra concerva interessanti frammenti di affreschi appartenenti all' antica decorazione ducentesca. Il catino absidale presenta un' Incoronazione della Vergine, affresco ricco di elementi tardogotici attribuito ad Antonino De Ferrari e risalente alla prima meta' del XV secolo" (da Internet, via Eufrasio: http://www.cremonaonline.it/cultura/contenuti/indexxhtml/art_10854/pag_1).. NOTE:

1 07 1583 === Ordini delle putte et orfane del luogo di Santa Caterina di Porta Nuova (Milano ndr.) dati da monsigno illustrissimo e reverendissimo cardinale di Santa Prassede arcivescovo di Milano (ms. originale in: Arch. Curia Arcivesc. Milano, Sez. XII, v. 54; pubblicato in: Acta Ecclesiae Mediolanensis, III, Milano 1892, c. 1369-1389); si compone di 29 capitoletti.. NOTE:

6 07 1583 === Confesso di un pagamento (6 luglio 1583). [ASPSG So 56d, 'fotocopia'].. NOTE:

1 09 1583 === "1583, 1 settembre, per 200 copi £. 7:2" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

15 10 1583 === "1583. Si stabili' da Gregorio XIII il Collegio Gallio vicino alle mura di Como dalla parte occidentale della Citta', ed ora overnato dai Padri della Congregazione di Somasca. Godeva, come accennammo sopra, il cardinal Gallio dopo l' estinzione della Religione degli Umiliati due loro Propositure: S. Maria di Rondineto e S. Martino di Zezio nel Borgo denominato da questa chiesa S. Martino. Il Cardinale, che ad altro non mirava, che a beneficiar la sua patria, acciocche' l' entrate di queste due Propositure non cadessero dopo la sua morte in mano di qualche Prelato straniero, ma restassero a sollievo della poverta' del paese, se ne spoglio' anticipatamente, e prego' il pontefice di unirle insieme, ed incorporarle, per indi fondare un Collegio ove si educasse la gioventu' d' ottima indole, ma povera di beni di fortuna, per mancamento de' quali lascia per lo piu' di impiegarsi o nelle lettere umane, o in altri esercizi onorati ed utili a sostenere la vita nell' eta' piu' matura. Concorse Gregorio XIII nei buoni sentimenti del Cardinale, a persuasione del quale nomino' i Padri della Congregazione di Somasca al governo del nuovo Collegio, come Religiosi sperimentati, e molto a proposito per istruire la gioventu' ne' buoni costumi, e nelle lettere, come porta il bisogno di questa tenera eta'. Fu spedita questa Bolla a 15 di ottobre dell' anno corrente 1583, benche' per alcuni motivi ragionevoli non si piantasse poi subito il Collegio, e si tirasse in lungo qualche anno, come riferiremo a suo luogo" (Tatti, Annali di Como, Deca III, Appendice, 10.6).. NOTE:

15 10 1583 === Bolla "Imensa Dei providentia" di Gregorio XIII per la fondazione del Collegio Gallio in Como (traduzione italiana in: Zonta 1932, 17-20).. NOTE:

15 10 1583 === (ACM 1-3-20, b) Gregorio XIII, Bolla Immensa Dei Providentia, del 15 ottobre 1583, con cui fonda il Collegio Gallio (fotocopia della trad. it. dal libro del p. Zonta "Storia del Collegio Gallio" del 1932, cap. II, pagg. 17-20).. NOTE:

6 11 1583 === "1583, 6 novembre, per travi e quadrelli per far il forno £. 19:11" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

1 12 1583 === Netto Giovanni, Agri Tarvisini descriptio - 1583 mensis decembris. Treviso 1984 (a p. 81 descrizione di Quero e Castelnuovo; cf. testo orig.) - riportato anche da Bona Beda Paze' 1990, 680-681



(Anonimo)



Agri Tarvisini descriptio



(descrizione di Quero e Castelnuovo)



dicembre1583



(Netto Giovanni, Agri Tarvisini descriptio - 1583 mensis decembris. Treviso 1984, p. 81; riportato anche da Bona Beda Paze' 1990, 680-681)



"Di qua da Piave e' quella parte ch'e' dall'altra parte della Piave verso Monte Fenera in confine del bassanese dt dell'asolano, nella quale si contengono 20 ville, che sono Campo, Comiran, Lan, Fener, Pederuoba, Visna de Pederuoba, Vicchipan et Caurogna, Cavalea, Rovigo, Levada de Rovigo, Covolo, Riva secca, Prantige, Busco de Cian, S. Mamma et due altre che sono oltre la Piave, cioe' Vas et Segusin. Et memorabili sono Quero, Onigo et Pieve d'Onigo, perche' Quero era altre volte luogo forte sendoci la chiusa, ma fu arso da venetiani l'anno 1376 quando erano in guerra con Leopoldo duca d'Austria, che possedeva all'hora Feltre et Belluno, et poco piu' sopra Quero pur dalla sinistra ripa della Piave in confine del Feltrino ci e' Castel Nuovo de' Trivigiani detto anco Castel Nuovo di Quero, il quale fu prima robinato da venetiani l'anno 1412 con l'artiglieria et nell'ultima guerra de' venetiani con Massimiliano Imperatore, doppo esser stato hora sotto venetiani et hora sotto Massimiliano piu' di due volte fu finalmente abbruggiato da Francesi".. NOTE:

1 01 1584 === BASILLO GIOVANNI crs., prof. 1584.. NOTE:

1 01 1584 === BUSTO GIOVANNI crs., prof. 1584, nell' anno 1584 era a SEM.DUCALE, VENEZIA. NOTE:

1 01 1584 === Pauperum Somaschae: Decretales Gregorii IX - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 9.10.3. NOTE:

1 01 1584 === "1584, per condoto di sassi, quadrelli, pianelle da solar le camere. Sopra il Noviziato et sotto era la Scuola od quanto dalla Chiesa alla Sala che gli era fatta Scuola publica Donzenanti, come dicevano allora, si deduce chiaramente dal libro dell'esito" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

1 01 1584 === "1584, si compra il casello al Forno della Congregazione de Poveri da Bartolomeo Della Torre, confinante da una parte strada e da tre detta Congregazione (che sia tra la cucina presente e la cantina alta); di piu' un andito dalla parte di sopra per andar fori al fonte di Paolo Valsecchi, confina a tramontana il Torchio Defendino da mezzo giorno il venditore, Bartolomeo Benalio suddetto a levante, a ponente detta Congregazione" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

1 01 1584 === "Mi ricordo d'haver inteso da molte persone che S. Carlo essendo in visita due volte, cioe' una volta del 1574, e l'altra dell'anno 1584, tutte due le volte incenso' il Corpo del detto Beato Padre Emiliano" (teste Giovanni Angelo de Iudice, 71 anni, Processo Apost. di Milano 1624-28, cf. Summarium cap. 36 pag. 148).. NOTE: In realta' S. Carlo effettuo' queste due visite nel 1573 e nel 1583; mori' a novembre 1584.

1 01 1584 === Somasca: 1584. Un fornitore...assiduo e' Bartolomeo della Torre: carne salata e mortadella formento; il 22 gennaio 1584 vende al collegio anche un ' casello' vicino dove e' il forno del collegio (910). Nel 1584 altre spese per dormitorio e granaro (915) che forse stanno in quel casone gia' presentato dove oggi e' posta la biblioteca. In questo periodo merita di essere segnalato anche il P. Girolamo Tinto che acquista immobili: adattati e collegati entreranno a far parte del collegio e adiacenze la' su Via Fredda.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1584 === SCOTTI GIOVANNI (III), preposito generale, bresciano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

22 01 1584 === "1584, 22 gennaro, a Bartolomeo Dalla Torre, per il casello dove e' il forno, Superior padre Tinto" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

22 01 1584 === "1584, 22 gennaro, a Bartolomeo Dalla Torre per il casello dove e' il forno (p. Tinto) £. 28" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.10).. NOTE:

26 01 1584 === "1584, per il casello ove e' il Forno, dato Bartolomeo Dalla Torre q. Gervaso, li 26" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

26 01 1584 === Il p. Tinto (Tinti) Girolamo crs. rettore a Somasca acquista il 26 gennaio 1584 la "casetta del Forno" presso la torre della fam. Benaglia - Tentorio, Somasca (da S. Girolamo al 1850), p. 29. - Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] 7A. - (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 43: "Del 1584 li 26 genaro fu fatta una compra dal R. P. Girolamo Tinto all'hora rettore di questa casa di una pezza di terra casata, che si addimandava Casello al forno della nostra Religione. Sono andato pensando che l'uso sii questo, et al mio debile giuditio ho stimato esser quel luogo ove ora e' fabbricata la cantina, overo il prima detto del loco del Torcolo, o il loco delle legne, e del forno; ma questo importa poco; ho pero' voluto fare questa nota per esservi l'istromento fatto l'anno e il giorno soprascritti, quale e' posto in Archivio al cartone num.o 7").. NOTE:

26 01 1584 === "Li 26 gennaro 1584 fu fatta compra di qualche casetta, ma l'istromento citato in due luoghi in Archivio non ritrovo, comprate dal p. Girolamo Tinto rettore; al forno della nostra Religione nel libro dell'Esito primo si trova nel mese di Gennaro 1584: 24 ..." (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 8).. NOTE:

26 01 1584 === (So (segr.) 57) Acquisti di p. Girolamo Tinto (Tinti) (26 gennaio 1584). [ASPSG So 57, 'originale'].. NOTE:

15 04 1584 === 051 "1584. Nel Capitolo congregato in Pavia nel nostro Collegio di S. Maiolo li 15 aprile furono ammessi tra Vocali: D. Marcantonio Nardino, D. Girolamo Lanterio, D. Giovanni Siciliano e D. Battista Perego.

- Decreto che li fuggitivi dalla Giustizia Secolare non abbiano che tre giorni d'asilo nelle nostre Case.

- Ratifica della alienazione di certo luogo di S. Maiolo, fatta quand'era Generale dal P. Francesco da Trento; con patto che si murino tutte le aperture che riguardano l'andito, e salve le ragioni pertinenti alle Case, e Collegio di S. Maiolo.

- Ordine che volendo il Proposto delle Canelle in Tortona rinonziare ai benefizii, ed alla chiesa liberamente gli dia il vitalizio di scudi 60, e dopo la sua morte 30, a M.r Gio. Giacomo Bignora suo nipote, salvo il beneplacito Apostolico, lasciato all'arbitrio del P. Generale l'accrescere 10 o 15 scudi di vitalizio al detto nipote &.

- Che il denaro delle mansionerie di Venezia si consegnino al P. Evangelista Rettore del Seminario Parochiale da darsi al P. Generale o Visitatori ai quali resta libero di soccorrere con detti denari la madre di D. Biagio da Milano, pagando pero' prima li debiti dell'antedetto p. D. Evangelista &.

- Decreto che li Generali sieno eletti con li due terzi dei voti, e gli altri con la sola pluralita'. Le elezioni caddero sui seguenti:

D. Gio. Scotto preposito Generale,

D. Battista Savonese vicario Generale,

Consiglieri: D. Francesco da Trento, D. Alessandro Cimarelli,

Cancelliere: D. Gio. Guglielmo Tonso,

Definitori: D. Bernardino Castellani, D. Battista da Savona, D. Cristoforo Croce, D. Luigi Migliorini &.

- Ordine che il Preposito nostro di Vicenza, et il signor Contarino trattino in Vicenza di accettar il luogo de' SS. Filippo e Giacomo non concludendo cosa alcuna senza l'assenso del P. Generale.

- Che nelli Orfanotrofi non si dica l' Offico grande in chiesa, salvo dove vi e' l'obbligo della stessa chiesa.

- Che ciascuno dia tre scudi al luogo dove intervenira' per il Capitolo.

- M.r Decio napolitano fu ammesso alla professione.

- M.r Andrea Terzago da Como fu confermato della professione dalla quale avealo graziato il P. Scotto Vic. Generale.

- Per chierici ammessi al noviziato: Gio. Poianino e Gio. Senese; per laici: Francesco Ballada, Gio. da Valtellina.

- Accettati nella Congregazione: D. Ippolito Msco, D. Paolo de Rossi ferrarese e D. Giulio Cesare da Colonella.

- Visitatori eletti: D. Francesco da Trento, D. Alessandro Cimarello e D. Battista Brocco ossia Bartolomeo Brocco.

- Ordine che li denari de' Professi della Romagna sieno impiegati in S. Biagio di Roma, e degli altri in beneficio di tutta la Congregazione" (ACS, p. 137-139).. NOTE:

8 05 1584 === "1584, 8 maggio, per libro da legger a Tavola" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

1 08 1584 === "1584, 1 agosto, per quadrelli, assi e 4 legni £. 69:8" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

4 08 1584 === "1584, 4 agosto. E' stata, non si puo' negare, notabile trascuranza della Compagnia o sia Confraternita della Nunziata, che tanti differisse d' autenticare il miracolo accaduto del suo santo Crocifisso l' anno del 1529, come abbiamo narrato nel nono libro della terza Deca dei nostri Annali. Ma fu ben divina provvidenza, che tuttavia nell' anno 1584 vivessero ancora persone in Como che erano state presenti al fatto, e potessero con loro giuramento attestare la verita' del miracolo. Fu fatta pero' istanza a 4 di agosto da Giovanbattista Gallio Ministro di quella Compagnia al Vicario Generale di mons. Volpi, che era Alessandro Lucino Canonico della Cattedrale e Protonotario Apostolico, che a perpetua rimembranza del fatto si compiacesse di prendere le dovute informazioni, da chi avrebbe, come testimonio di veduta, potuto affermare un avvenimento si' degno di meraviglia. Fu accertata dal Vicario l' esposizione, e fu ordinato al Notaio della Curia Vescovile che facesse gli esami in forma giudiziale, ed autentica, acciocche' non potesse dubitare alcuno in avvenire sopra la verita' del successo; e cosi' si provvide prudentemente al mancamento trascorso; e la posterite' resto' pienamente assicurata di cio', che senza scrittura pubblica potea mettersi in dubbio" (Tatti, Annali di Como, Deca III, Appendice, 18.19).. NOTE:

4 08 1584 === "1584, 4 agosto, per altri quadrelli 1350 £. 27" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

6 10 1584 === "Il 6 ottobre 1584 mons. Speciano, scrivendo da Roma a S. Carlo, parla gia' dei 'PP. della Congregazione di Somascha' (Ambrosiana, F. 89, l. 69)" (Tagliabue 1931, 12 nota 1, in fine; a pag. 33 cita parte di questa lettera: "Havendo inteso che V.S. Ill.ma ha buona intentione verso li PP. della Congregatione di Somascha et ha qualche pensiero di dargli un luogo in cotesta citta' ... mi e' parso di ringratiare V.S. Ill.ma come faccio con tutto il cuore, certificandola che per la lunga cognitione che ho di questa Congregatione spero che Ella sia per fare opera buonissima a tirarsegli appresso ... (segue in fine un poscritto di suo pugno) L'amore che io porto a questi Padri et il desiderio che essi hanno di haver un luogo proprio costi' benche' picciolo, mi hanno mosso a supplicar V.S. Ill.ma a volerli consolare" (Ambrosiana F. 89, l. 69).. NOTE: Attenzione: il Caimo, citando questa lettera (Vita del P. Angiolmarco Gambarana ecc., cap. XX), commette un errore di data scrivendo 1574 invece di 1584.

9 10 1584 === "1584, 9 ottobre, al picaprede" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6A).. NOTE:

3 11 1584 === Lettera di Pier Francesco Cattaneo da Roma il 3 novembre 1584 a S. Carlo Borromeo (minuta in: Archivio Arciv. Milano, Sez. IX, vol. 12, n. 31): "Illustrissimo et Reverendissimo Signore padrone colendissimo. Li amministratori del Seminario di Venetia non hanno ancora mandata la procura per consentire alla pensione di 50 scuti in favore del Seminario di Somasca. Dil che io faccio istanza qui al signor Quirico Zorla loro agente, il quale dice che l'aspetta da una posta all'altra ... Di Roma, 3 di novembre 1584. Humilissimo et devotissimo servitore Pier Francesco Cattaneo".. NOTE:

3 11 1584 === Muore S. Carlo Borromeo (1538 - 3 novembre 1584 a 46 anni).. NOTE:

1 12 1584 === Gregorio XIII con la Bolla "Onnipotentis Dei" sanzionava nel 1584 con autorita' apostolica l'esistenza delle Congregazioni Mariane e concedeva alla prima di Roma del Collegio Romano il titolo di "Prima Primaria", con facolta' di associarsi le altre, ormai sparse ovunque, sotto la direzione del preposito generale della Compagnia di Gesu' - Pellegrini, Regolamento 1961, 5 nota 2.. NOTE:

1 12 1584 === Gregorio XIII con un Diploma Pontificio stabili' che non si facessero piu' Capitoli Generali nei singoli anni, ma anche al terzo anno. I Somaschi continuarono a farlo ogni anno, ma nel Cap. Generale del 1590 discussero se passare dall'annualita' alla triennalita', differendo pero' la determinazione al terz'anno (cf. ACS alla data).. NOTE:

1 01 1585 === ARCUDIO GIOVANNI crs.. NOTE:

1 01 1585 === CURZIO GIOVANNI crs., prof. 1585, nell' anno 1585 era a MADDALENA, GENOVA. NOTE:

1 01 1585 === FERRERI GUIDO crs. card., in: Statistica vol. 3 p. 132 - Statistica Stoppiglia (†) (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1585 === FRISATI MICHELE crs., prof. 1585, nell' anno 1585 era a S.MAIOLO, PAVIA. NOTE:

1 01 1585 === PEZZALI MARCO crs. (Cevasco 1744, †). NOTE: "Notatio XLV. Pezzali Marcus. In libro Fundationis Societatis Doctrinae Christianae Cremonae, asservato in Archivio S. Christophori, legitur scriptum stylo et titulis vernaculis illius temporis: '1564 a di' 25 zugno. Libro delle Ordinazioni et atti per la Confraternita di quelli, quali gratis insegnano nei di' de festa et per amor di Dio la Dottrina Christiana in Cremona alli puttini et alle figlioline, et a qualunche altra persona, che desidera impararla, ordinata et instituita essa Confraternita, over Compagnia, per l' Ill.mo et Rev.mo S.r Nicolo' Sfondrato vescovo di Cremona et sua Diocese, in esecuzione dell'ordine del Sacro Concilio di Trento stabilito l'anno 1664 (ma forse errore di trascrizione del Tadisi, per 1564, ndr.), havendo eletto a quest'opera per Priore il R.do M. Don Marco Pezzale, et per confessore il R.do M. Don Nicolo' da Vicenza, et per coadiutori li R.di M. Don Giovanni Scotti et M. Don Hippolito di Lodi'. Omnes hi quatuor, primi Fundatores et propagatores piae Congregationis et Scholarum Doctrinae Christianae, tam in urbe, quam foris, ut pluribus in locis eiusdem libri constat, fuerunt Somaschenses, degentes in Collegio S.cti Geroldi. Quin imo in eodem Collegio habita fuit prima Congregatio, seu Conventus Superiorum et Operariorum, et habitae fuerunt in eiusdem ecclesia usque per totum annum 1566, donec loco aptiori provisum fuit. Quamquam in suprascripta notatione non fit mentio patrem Pezzalium fuisse Somaschensem, tamen id expresse legitur in instrumento possessionis ab eo accepatae, utpote Priore Generali, nomine Confraternitatis, de ecclesia Sancti Christophori. Legitur etiam in alia narratione huiusmodi fundationis a Io. Hotello Camellario scripta in eodem libro pag. 75, his verbis: 'L'anno 1564 alli 25 iunio, d'ordine dell' Ill.mo et Rev.mo Nicolo' Sfondrato cescovo di Cremona, avendo fatto una cerca de omini reformati, che attendesse a detta Opera, fece elezione de un Priore Generale, qual fu uno padre Marcho Pezzale della Congregazione Somasca, nella giesa de S.to Vitale et Geroldo di Cremona, erigendo schole in volte giese della cita' etc.'. De p. Io. Scotto fit mentio in eodem libro ad annum 1583 die 26 dec. qui expresse pluribus in locis appellatur Praepositus Generalis Congregationis Somaschae. Non erubescebat ergo piissimus sacerdos, etiamsi in suprema dignitate constitutus, et annis gravissimus, pium opus exercere, et inter pueros erudiendos detineri. Proh omnimode rerum vices commutatas" (Tadisi, note mss. al Cevasco, p. 211s).

1 01 1585 === Ferreri Guido crs. (card., Biella 1537-85; monumento funebre con 1/2 busto e dedica; sua madre, Maddalena Borromeo, era zia di S. Carlo) - L' Ordine dei Chierici Regolari Somaschi nel IV Centenario dalla fondazione (1528-1928), 224. NOTE:

1 01 1585 === FERRERI GUIDO crs.: immagine in Statistica 3, 133 (statua). NOTE:

1 01 1585 === Tasconi Gregorio crs. (Tascono, ferrarese), Dialogus Triplicis Concordantiae, edito Cremonae anno 1585 apud Christophorum Draconem - Caimo 1865, ms. stampato della vita del p. Scotti p. 140. NOTE:

1 01 1585 === Maffei Giovanni Pietro sj., De vita et moribus Ignatii Loiolae, qui Societatem Iesu fundavit, libri 3. Auctore Ioanne Petro Maffeio. Excudebat Ioannes Bogardus, Duaci 1585 (tratta di Andrea Lippomano).. NOTE:

1 01 1585 === NB. Dal 1585 al 1597 c'e' una sfilza di pagamenti (fatti per quadrelli, colonne, pilastri, basi e capitelli, picaprede, cimase alle colonne, travi per il portico, al muratore a conto dela Fabrica, calcina, chiavi, ferro, per la fabbrica del portico, colonne e mezze colonne, pedestallo e cimasa, al picapreda a conto de scalini, coppi alla Torretta, ferri e chiavi da meter al solaro novo, ferrate per Refettorio e fenestrelle alla cucina, due ferrate alla Schola, portina al Refettorio, conconi 4 alla porta del Refettorio, per il solaro di sotto, per il solaro di sopra, per dormitorio e granaro, coppi per coprir la scala della torre ecc.) che non riporto ma che si trovan in: Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6B e 6C. Poi nel foglietto 6C inizia dal 1602 la serie di pagamenti per la Chiesa. Segno che tra il 1579 (anno in cui se ne va a Celana il Seminario di S. Carlo) e il 1602 i Padri hanno fatto parecchi lavori in casa, prima di intraprendere la ristrutturazione della Chiesa.. NOTE:

1 01 1585 === Somasca, Valletta/Rocca: 1585. Mentre il collegio sta nascendo e organizzandosi i Padri V. Scotti e G. Tinto vendono il San Francesco (6N): le 350 lire della vendita aiuteranno i lavori per la chiesa e per il collegio sempre fortissimi e costosissimi (2-5-43). In seguito questo come altri fondi di quei primi tempi sono soggetti a tante variazioni: si comprano vengono venduti anche piu' volte a seconda delle opportunita' e necessita'.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1585 === MILANO, S.M.Segreta: opera iniziata nel 1585 e finita nel 1810 (tipo di opera = F-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1585 === CANEPA GIACOMO, F12 (Elogia), 55, professo nel 1585. NOTE:

6 05 1585 === Nel Capitolo tenutosi il 6 maggio 1585 a S. Maiolo di Pavia, fu ordinato: "... che ciascuno per li luochi s'informi circa la vita di messer Geronimo Miani et di tutti li padri morti et cose notabili fatte nella religione nostra ...". (inizio di una Storia della Congregazione o di una Vita di S. Girolamo?) - Fonti 21, 16.. NOTE:

6 05 1585 === 052 "1585. In S. Maiolo di Pavia fu congregato il Capitolo li 6 maggio.

- D. Giovanni Scotto Prep. Generale an. 2, D. Gabriele Brocco Vicario Generale an. 1; Consiglieri: D. Alessio Cimarello an. 2, D. Bernardino Castellani an. 1; Cancelliere: D. Gio. Guglielmo Tonso.

- Definitori: D. Sebastiano Argino, D. Gabriele Brocco, D. Battista Garimboldo (Garimbaldo?) e D. Giambatta Fabreschi, con gl' antidetti &.

- Ordine che i Vocali abbiano anni 30, e sieno almen professi d' anni 3.

- Riserbata al Capitolo l' accettazion di nuovi Collegij.

- Che S. Spirito di Genova sia il Noviziato della Religione.

- Che nel dar le penitenze nel Capitolo intervengano il Padre Generale ed i Consiglieri.

- Che Pietro da Triviolo (Treviolo, ndr.) Bergamasco non possa licenziarsi dalla Congregazione, se non per qualche importante causa, e dal solo P. Generale o Visitatori.

- Che si porti la vesta serrata davanti.

- Pietro da Como fu accettato.

- Che il Vocale convinto di disonesta' resti per 6 anni privo di voce attiva e passiva.

- Che al P. Generale si dia il titolo di R.mo. Alli Superiori e Vocali di Molto Reverendo, ed agli altri Sacerdoti Reverendo D. &.

- Che si lasci il titolo di Messere, e si dica o Padre o Don tale, e che si chiamino li Laici col nome loro proprio eccettuato qualche Comesso grave, che potra' avere il titolo di Padre Comesso &.

- Che li collari delle camicie sieno alti, che piegar un dito o due si possano fuor della vesta, e che li collari de Mantelli sieno alti quattro dita.

- Fu accettato Mr. Camillo Doridani (Dovidani, Dordani?) Lodigiano, e rimesso al P. Generale D. Francesco de Ferrari Ferrarese.

- Il Beneficio di S. Leonardo della citta' di Corvetto (Cornetto?) a petizione di quel Vescovo fu accetto.

- Fu comandato nei nostri Collegi un anniversario perpetuo per li defunti e benefattori della Congregazione.

- Che nessuno vada alla porta, riceva o doni regalli senza licenza del Superiore.

- Concession fatta a D. Cesare Bettone, che lasci da godere sinche' vive alla di lui madre la sua parte &.

- Resta rivocata una licenza dal P. D. Bernardino fu Generale fatta alla madre di D. Luca Santa Maria per una vigna assegnata a S. Spirito di Genova dopo la morte di lei &.

- Data facolta' al P. D. Francesco Semini (Semino) di ricomponersi coi suoi fratelli per l' eredita' paterna e materna.

- Che il Superiore di S. Maiolo non piu' Viceproposto ma Proposto si chiami.

- Visitatori eletti don Alessandro Cimarello, don Gabriele Brocco e D. Giamb. Fabresco con l' autorita' che loro sara' data dal Padre Generale" (ACS, p. 141-143).. NOTE:

8 07 1585 === Da Sisto V il giorno 8 luglio 1585 viene concessa ai Somaschi la Parrocchia di S. Maria Segreta, della quale entrarono in possesso pero' solo il 25 ottobre 1586 (Tagliabue, 1931, 33).. NOTE:

29 08 1585 === "1585, 29 agosto, si vende il loco di S. Francesco £. 350" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

29 08 1585 === 1585 - Il 29 agosto 1585 il p. Giovanni Scotti crs. (Prep. Generale) e il p. Girolamo Tinto crs. (rettore di Somasca) vendono per £. 350 il luogo di S. Francesco ad Antonio Mezoli di Saina (Bergamo, Arch. St., Notarile, Giuseppe Cola, cart. 2014, 29 agosto 1585; copia in: ACM 2-5-43e).. NOTE:

29 08 1585 === Vendita del luogo detto di "S. Francesco" in Somasca (29 agosto 1585) (ASB, Notarile, Giuseppe Cola, cart. 2014). [ASPSG So 31o, 'fotocopia'].. NOTE:

29 08 1585 === Vendita del luogo di S. Francesco da parte del p. Scotti Giovanni Prep. Generale e p. Girolamo Tinto (Tinti) (29 agosto 1585). [ASPSG So 56g, 'fotocopia'].. NOTE:

29 08 1585 === Viene venduta dai padri il 29 agosto 1585 la "scuola" di S. Francesco di Somasca, previo acquisto di alcune abitazioni presso la torre Benaglia e la chiesa l'anno precedente - Tentorio, Somasca (da S. Girolamo al 1850), p. 29. - (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N). Ricordo che in Somasca sin dal 1579 si cominciano gran lavori per la "Schola nova".. NOTE:

12 10 1585 === Visita Pastorale (12 ottobre 1585). [ASPSG So 58, 'fotocopia'].. NOTE: L' arciprete di Milano ordina il 12 ottobre 1585 ai vicari foranei di iniziare le Visite vicariali secondo le istruzioni Sinodali.

12 10 1585 === (ACM 5-2-0, 1s) Visita Pastorale (12 ottobre 1585) (= ASPSG So 58).. NOTE:

26 10 1585 === Milano - S. Maria Segreta: anno di fondazione 1585 (Padri della Congregazione Somasca)



"Opere pie che si fanno ogni anno in Santa Maria Secreta. Primieramente ogni anno si maritano quattro putte con lire ducento l'una, per un legato fatto del 1524 dal Signore Giacomo Verga, le quali sono elette dal Rever. Curato, e da due della famiglia Verga piu' prossimi, e li dinari li sborsa la Misericordia luogo pio, & erede di detto Verga. Appresso, nella detta chiesa v'e' eretta una Capella sotto il titolo di Santo Alessio della Pissina. Questi Scolari spendono ogni anno in limosine, & officii meglio de cinque cento lire. Ancora la Compagnia del Santissimo Sacramento marita due putte, dandogli la limosina de lire cento per ciascuna, per un legato fatto dal Rev. Prete Battista Bagarotto Curato che fu di detta chiesa, & cio' si fa per la festa di S. Giovanni Battista. Questo Bagarotto rinoncio' detta Cura alli RR.PP. della Religione di Somasca, & ne presero il possesso l'anno 1585 il 26 ottobre, il che, sotto il loro governo, hanno talmente rimodernata, accresciuta & abbellita detta chiesa, che si puo' affermare che quasi l'habbino rifatta di nuovo. Oltre a quel che piu' si deve stimare, & e' che la chiesa viene hora benissimo officiata, e quivi s'attende alle confessioni, communioni, e Predicationi, a talche' con questi mezzi, e col buono esempio della vita loro la chiesa viene molto frequentata. Il detto Bagarotto morse l'anno 1585 il 7 settembre. Inoltre nella detta chiesa si maritano ogni anno il giorno di San Rocco due putte con la limosina di lire cento per putta. In vigore d'un legato fatto dall' Illustre Sign. Zenobia Visconte Maggia. Parimenti ci sono molte altre opere pie, che si fanno dalla Compagnia del Corpus Domini, nel sovenire poveri infermi della Parrocchia, & in altri bisogni e necessita', & in ristaurazione di detta chiesa" (Morigi fra Paolo, Raccolta nobilissima 1602, pag. 111-112).



"Con l' autorita' Apostolica di Sisto PP. V come dal Breve degli 8 luglio fu eretto il Collegio di S. Maria Segreta di Milano, per la rassegna del Rettore Giamb.a Bagarotto, concedendoci la chiesa con la cura d' anime e l' obbligo di pagar il quindennio. La chiesa e' dedicata alla Vergine Assunta, e come leggesi nelle storie di Milano si dice Segreta oppure Segregra dal nome della Fondatrice. Nell' anno 1648 avea d' entrata netta scudi rom. n. 1473, potendosi allora mantenere 28 persone &." (ACS, p. 143).. NOTE:

11 11 1585 === CORTE GIOVANNI BATTISTA crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1586 === ALBANO OLIVIERO crs., prof. 1586, nell' anno 1586-86 era a CASA MADRE, SOMASCA. NOTE:

1 01 1586 === BERNARDI GIOVANNI GIACOMO crs., prof. 1586, nell' anno 1586-86 era a MADDALENA, GENOVA. NOTE:

1 01 1586 === GONELLA GIOVANNI BATTISTA crs. (Cevasco 1744, †) Statistica vol. 1 p. 147 - Statistica Stoppiglia (†). NOTE:

1 01 1586 === Palma il Giovane, Pasquale Cicogna che assiste alla messa celebrata da padre Priamo Balbi (olio del 1586-87, Venezia, Oratorio dell' Ospedaletto, ai Crociferi) - cit. da: Mason Rinaldi Stefania, Un percorso nella religiosita' veneziana del Cinquecento attraverso le immagini eucaristiche. in: Gullino Giuseppe (a cura), La Chiesa di Venezia tra Riforma Protestante e Riforma Cattolica (Contributi alla Storia della Chiesa Veneziana 4). Venezia, Edizioni Studium Cattolico Veneziano 1990, 188.. NOTE:

1 01 1586 === Contarini Luigi oscr., Il vago & dilettevole giardino ove si leggono gli infelici fini di molti Huomini illustri; i vari & mirabili essempi di virtu', & i vitii de gli huomini; i fatti & la sorte de' Profeti; il nome & l'opere delle dieci Sibille; il discorso delle Muse; l'origine & l'imprese de le Amazone; i meravigliosi essempi delle donne; gli inventori di tutte le Scienze & Arti; l'origine delle Religioni & de' Cavalieri. In Vicenza, per Perin libraro & Giorgio Greco, 1586, pp. 589, copia nella Bibl. Ambrosiana (nell'origine delle Religioni parla di Girolamo e dei Somaschi; cit. dall' Albani nella fine della sua Vita di SGM del 1600).. NOTE: Contarini Luigi, nato a Venezia, vesti' il saio dei Padri Crociferi (oscr. = Ordo sanctae Crucis), onde fu detto anche "Contareno Crucifero".

1 01 1586 === GONELLA GIOVANNI BATTISTA, F12 (Elogia), 21; 2° parroco di Somasca (1570). NOTE:

5 01 1586 === Testamento di Dionora figlia di Luca (5 gennaio 1586): silenzio assoluto sullo zio Girolamo. Si trova in: Arch. St. Venezia, Sezione notarile, Testamenti, b. 1266/24 - Giullino 1987, 56. NOTE:

28 03 1586 === 1586, 28 marzo. Vicenza. Lucrezia Giulfini quondam Andrea da Verona, governatrice delle fanciulle dell' orfanotrofio della Misericordia della citta' di Vicenza, fa testamento, lascia ai fratelli Nicola, Giandomenico, Nicolo' e Camillo soldi 5 e istituisce eredi universali i padri Somaschi di Vicenza (Vicenza, Arch. St., Notarile, Francesco Cerato, b. 7803, c. 142; testo in: Rigoni Chiara (a cura), La carita' a Vicenza. I luoghi e le immagini. Ed. Marsilio, Venezia 2001, p. 254):



"Testamento di madonna Lucretia Giulfini. 1586, indictione 14 die veneris 28 mensis martii in civitate Vincentie, in burgo Pusterle, in hospitale Miseridordiae, presentibus reverendo don Gulielmo di Nobili de Borna, rectore orphanorum dicti hospitalis, magistro Gulielmo murario quondam Mafei de Valsoldo mediolanense et Martino eius filio, magistro Petro quondam Antonii Pedroti tridentini, Alovisio quondam Bernardi de Begiolis, Ioanne quondam Ioanni Petri de Romano, commorantibus in dicto hospitale, et Alovisio quondam Ludovici de Zanatis de Bulzzano, omnibus testibus ad hec habitis et proprio ore infrascripte domine testatricis rogatis. Madonna Lucretia figlia quondam del nobil huomo Andrea di Giulfini de Verona al presente esistente al governo delle orfane del sopraditto hospitale [...]. In tutti veramente li altri suoi beni mobili et immobili raggion et attion di cadauna sorte si presente come futuri ha istituido et voluto che siano li reverendi preti e chierici regulari de Somasco quali al presente si attrovano al governo et una della giesa et parochia di San Giacomo di questa citta' de Vicenza".. NOTE:

6 05 1586 === "Che ciascuno si informi della vita di Messer Girolamo Miani e di tutti i Padri morti, ed altre cose notabili della Religione" (Cap. Gen. a Pavia, S. Maiolo; cf. ACS). NOTE:

6 05 1586 === Elenco dal titolo "Sacerdotes qui ad sanctam Synodum convenire debent sub die 6 maij 1586", Sinodo indetto dal successore di S. Carlo Borromeo l'arcivescovo Gaspare Visconti; svoltosi nel Duomo di Milano, offre il quadro completo dei parroci della pieve di Olginate con i nomi di quattro cappellani:



"Rev. sac. Gio. Antonio Maria (De Capitani da) Vimercate (Vimercati, ndr.), prevosto di S. Agnese in Olginate;

rev. sac. Alfonso Amati, curato di S. Giovanni Evangelista in Galbiate;

rev. sac. Gerolamo Ruggeri (Rugherius), curato di S. ANtonio in Valmadrera;

rev. sac. Gio. Francesco Rubato, curato in Greghentino;

rev. sac. Gio. Antonio Bonanomi, curato di S. Martino di Calolzio;

rev. sac. Giacomo Brioschi, curato di S. Lorenzo in Castel Rossino;

rev. sac. Giuseppe Guarignoni, curato di S. Brigida in Lorentino;

rev. sac. Roberto Colio (Colionus), curato di S. Pietro in Carenno;

rev. sac. Gerolamo Carcano, curato di S. Maria in Chiuso;

rev. don Gerolamo Tinto, chierico regolare di Somasca, vice curato di Somasca e dei SS. Protaso e Gervaso in Vercurago;

rev. don Bernardo Fieschi, cappellano mercenario di Garlate;

rev. don Gregorio Nava, cappellano mercenario di Consonno;

rev. don Venturino Riva, cappellano di Galbiate;

rev. don G.B. Caldarini, cappellano mercenario di Sala di Galbiate" (Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 5, q. 1).. NOTE:

6 05 1586 === p. Girolamo Tinto (Tinti) curato di Somasca e Vercurago (6 maggio 1586). [ASPSG So 58b, 'fotocopia'].. NOTE:

6 05 1586 === 053 "1586. Li 6 di maggio fu unito in S. Maiolo di Pavia il Capitolo; furono eletti vocali li Padri D. Tommaso Viggioli da Savona e D. Evangelista D' Orati (Dorati) cremonese.

- D. Gio. Scotto P. Generale an. 3, D. Gabriele Brocco Vicario Generale an. 2; Consiglieri: D. Bernardino Castellani an. 2, D. Alessandro Cimarello an. 3, Cancelliere D. Guglielmo Tonso.

- Definitori oltre gli anzidetti: D. Gabriele Brocco, D. Batta. Assereto, D. Luigi Migliorini, D. Giamb. Fabresco.

- Li confessori, predicatori ed ordinandi sieno esaminati ed approvati dal Capitolo Conventuale; ed occorrendo disparere si aspetti il P. Visitatore, che dovra' anche ammettere coloro che si troveranno ne' luoghi d' Orfani, ma col consenso del Rettore, e professi dello stesso luogo.

- Che li PP. D. Alessandro Cimarello e D. Luigi Migliorini abbiano la cura d' accomodar le Costituzioni della Religione.

- Che si procuri d' aver la confermazione della Religione, e dei Privilegi massime di Gregorio PP. XIII.

- Che non si accetti chi ha portato l' abito di altra Religione.

- Furono licenziati dalla Congregazione D. Giovanni Scotto Comasco e Antonio da Scanzo Bergamasco.

- Che li non ammessi alla Religione, ossia Professione, possano tenersi per ministri.

- Che sotto pena di scomunica, senza facolta' del P. Generale nessuno levi libri assegnati ai Collegij.

- Che li Professi in abito laicale non possano ordinarsi.

- Che si osservino le cerimonie del Missale Romano.

- Che nei Collegi si legga una sacra lezione, e si tengano studenti.

- Che si dia principio alla Chiesa di S. Maiolo giusta il disegno del Cremonese.

- Che ciascuno s' informi della vita di M.r Girolamo Miani, e di tutti i Padri morti, ed altre cose notabili della Religione.

- Gio. Pino detto Poiano di Somasca, D. Ippolito Musso da Ferrara, D. Cesare Musso suo nipote, accettati nella Congregazione, e Tomaso Gabiolo rimesso nell' abito clericale.

- Pietro Vicentino laico, Pietro Veronese laico, ossia Bernardino Veronese laico, Cesare Genovese chierico, Andrea da Bergamo laico, Battista de Ferrari detto il Crema, accettati alla probazione (noviziato, ndr.). Inoltre ebbero simil grazia Battista di Albelghi, e Battista Romano laici &.

- Non fu accettato l' Archipresbiterato della Pieve di Stenta, diocesi di Ferrara.

- Proibite le armi, salvo li coltelli di un palmo, sotto pena ai Vocali di esser privi di voce per due anni; ai Superiori privi di governo per due anni, agli altri professi di carcere per un mese, ed alli non professi d' ejezione dalla Religione.

- Che nessuno senza licenza de' Superiori si porti dalle monache, sotto pena di scomunica &.

- Che li proprietarij non sieno assoluti, che dal P. Generale e dai Proposti.

- Ordinato al Visitatore ed al Rettore di Brescia di visitar il luogo di Salo', proposto dal P. Fra Mattia Capuccino (fra Mattia Bellintani, ndr.), e riferir al P. Generale, il quale coi Consiglieri possa accettarlo.

- Assenso per l' alienazione della casa del q.m Sig. Antonio Capardo (Casardo?), per isgravar dai debiti S. Biagio di Roma salve le ragioni del Collegio sopra il restante dell' eredita'.

- Che non si alieni l' orto di Piacenza.

- Che il Proposto di S. Maiolo e di S. Maria Segreta, con il Rettore di Trivulzio ricevino le £. 2 m.i dal sig. Giannantonio d' Adda, e le impieghino nel luogo di Triulzio.

- Ordine che si accetti il luogo di Gambalo', comperate che sieno le case, e il sito per un monastero presso alla chiesa, proposto dal Prop.to di S. Giorgio Monfalcone.

- Che non si faccia offerta alcuna per le messe nuove.

- Concession fata a D. Giacomo M.a da Genova di passare alli monaci di Monte Oliveto fra 3 tre mesi, e frattanto non vada a Genova, ne' a Savona sotto pena di carcere &.

- Visitatori eletti: D. Gabriele Brocco, D. Alessandro Cimarello e D. Giambattista Fabresco" (ACS, p. 144-147).. NOTE:

1 01 1587 === BOTTONI CESARE crs., in: Statistica vol. 1 p. 259 - Statistica Stoppiglia (†) (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1587 === CONTI MARCELLO crs., prof. 1587, morto , nell' anno 1587 era a SS.FILIPPO E GIACOMO., VICENZA. NOTE:

1 01 1587 === GIRONDA ANGIOLMARCO crs. (Lista Biografie); - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57. NOTE:

1-01-1587 === LANTERIO GIROLAMO crs. (Lista Biografie); Stoppiglia 1929 (Chiesa), 247; 6° parroco di Somasca (1587-88). NOTE:

1 01 1587 === SCOTTI GIOVANNI crs. (Cevasco 1744, †) Statistica vol. 1 p. 24,9 - Fava 1959 (S. Geroldo) - Statistica Stoppiglia (†). NOTE:

1 01 1587 === Scotti Giovanni crs.: immagine in Statistica 1, 24, 16 (antica tela esistente a Somasca, con scritta: "&Mac197;P.D.Ioannes Scottus brixiensis Praepositus Generalis III congr. Somaschae&Mac197;") - Fava 1959 (S. Geroldo). NOTE:

1 01 1587 === Castellino da Castello sac., Interrogatorio del maestro al discepolo. Stampata nel 1587. (Il Castellino era di Menaggio). NOTE:

1 01 1587 === Pauperum Somaschae: Coster François, De vita et laudibus deiparae Mariae virginis, meditationes quinquaginta / auctore r.p. Francisco Costero ... Antuerpiae : ex officina Christophori Plantini, 1587. - 1v.

Leg. con: De cantico Salue regina, dello stesso A.

Localizzazione: Biblioteca Forteguerriana, BCFP, Sala II.Z.33

- Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 31.6.8/9. NOTE:

1 01 1587 === "1587, per mandare D. Donato a Milano a far la professione della fede per insegnare" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a). Chi e' questo D. Donato? Un padre, un secolare? Chissa' chi lo sa? E chissa' poi se si sapra' chi e' che lo sapra'? Hic sunt leones ... ma pazienza, e avanti a catalogare quel poco che ancora si riesce a salvare. Non signatum = non exsistens! Questa e' la povera fine delle misere e difficili a leggersi carte vecchie. Ma basta saperle leggere; e per saperle leggere, occorre leggerle, leggerle, e rileggerle e rileggerle ancora. Talvolta quasi un rebus. Povera testa mia e poveri occhi miei. Poi di colpo, tac! la soluzione, e tutto diventa chiaro. Meno male.. NOTE:

1 01 1587 === Nota inviata nel 1587 dal parroco di Somasca p. Girolamo Lanterio al vicario foraneo di Olginate, sullo stato della chiesa di S. Bartolomeo.

. NOTE: Vecchia segnatura in ACM: C.I.2.



ACM 5-2-2; l'originale in Curia Vescovile a Milano e nell' Archivio parrocchiale di Olginate.

1 01 1587 === Somasca: 1587. Geronimo o Girolamo Lanterio curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1587 === SALO' , Santa Giustina: opera iniziata nel 1587 e finita nel 1774 (tipo di opera = Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1-01-1587 === (ACM 5-2-0, 2d) (pag. 1) Visita del Vicario Foraneo di Olginate alla parrocchia di Somasca (10 dicembre 1608; copia del p. Carlo Maranese del 1829).



(pag. 13) Nota delle cose richieste per la chiesa di S. Bartolomeo in Somasca (1587; copia del p. Carlo Maranese del 1829).. NOTE:

1 01 1587 === (ACM 5-2-1, 34) Indulgenza di 50 gg. per la giaculatoria "Sia lodato G.C.", 1587.. NOTE:

1 01 1587 === BOTTONI CESARE, F12 (Elogia), 35. NOTE:

1 01 1587 === SCOTTI GIOVANNI, F12 (Elogia), 23 - Fava 1959 (S. Geroldo). NOTE:

1 01 1587 === SCOTTI GIOVANNI, , F5,25;F11,IX - Fava 1959 (S. Geroldo). NOTE:

1 01 1587 === FABRESCHI GIOVANNI BATTISTA, preposito generale, barburenese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91) - divenne generale a soli 31 anni!. NOTE:

12 04 1587 === 054 "1587. Il giorno 12 aprile si congrego' il Capitolo in S. Maiolo di Pavia, intervenuti li seguenti vocali:

- D. Gabriele Brocco vic. generale, D. Bernardino Castellano, D. Gio. Guglielmo Tonso, D. Gianantonio Boffino, D. Andrea Cimarello, D. Sebastiano Argino, D. Batta Assaretto, D. Bartolomeo Brocco, D. Guglielmo da Vercelli, D. Cristoforo Croce, D. Guglielmo Bramicelli, D. Gio. da Chiavenna, D. Luigi Migliorini, D. Antonio da Trento, D. Gio. Batta Fabresco, D. Girolamo Tinto, D. Marcantonio Nardino, D. Girolamo Lanterio, D. Giovanni Siciliano, D. Battista Breso (Bres.o?), D. Battista Fornasario, D. Tomaso da Savona, D. Evangelista Dorato.

- Decreto. Che li Vocali giurino d' eleggere in Generale il piu' degno per tal officio, secondo la coscienza loro. Di non rivelare le cose trattate nei Capitoli, con pregiudizio del publico e del privato.

- Furono eletti scrutatori all' elezion del Generale: D. Guglielmo Bramicelli, D. Tomaso da Savona e D. Evangelista Dorato.

- D. Camillo Castore (Catone?, ndr.) fu accettato vocale.

- Le cariche definitoriali furono distribuite alli seguenti: D. Giambattista Fabreschi Prep. Generale, D. Alessandro Cimarello Vicario Generale, Consiglieri D. Gabriele Brocco e D. Luigi Migliorini, Cancelliere D. Evangelista Dorati, Definitori D. Alessandro Cimarello vic. gen., D. Bernardino Castellano, D. Battista Assaretto, D. Bartolomeo Brocco.

- Decreto che li Proposti e Rettori sieno eletti dal solo Definitorio.

- Che in capitolo e a mensa ciascun sieda secondo l' ordine della Professione.

- Che si accetti il luogo di Visma (Misma?, ndr.) nel Bergamasco, che ha d' entrata scudi 630.

- Che si accetti il luogo di Salo' con l' obbligo di un confessore, e due maestri, purche' vi sia speranza di piantarvi un Collegio.

- Che si accetti la parrocchiale di S. Croce in Padova, quando il Padrone assegni maggior entrata di scudi 200.

- Che coloro che non vogliono insegnar grammatica ne' arti o scienze, se vocali sieno privi di voce per due anni, e se non vocali, ad arbitrio del Generale, o sieno incarcerati per mesi tre, o per anni cinque inabilitati al vocalato.

- Data autorita' al P. Generale di trattare, e convenire per il luogo di S. Spirito in Napoli.

- Data facolta' al medesimo e al P. Visitatore di assegnare un confessore approvato dall' Ordinario alle donne sottoposte alla nostra Congregazione.

- Ordine che li Superiori non durino piu' di tre anni nel medesimo luogo.

- Che il Parroco sia eletto da Capitolo Collegiale e sia nel suo ministero sogetto al Superiore.

- Che li laici facciano la loro probazione o nel Noviziato o in qualche Collegio.

- Sieno le zimarre nere con le maniche intiere e non spezzate, e li collari sieno semplici senza vanita'; che le scarpe sieno di tre pezze senza orecchini e legami di seta, e le vesti senza bottoni; e tutti si riformino nel vestire secondo la nuova Costituzione.

- Che il P. Generale possa ammettere i laici alla professione, dopo il lor noviziato; non ostante il decreto delli 7 maggio 1582.

- Che li confessori delle putte, o donne sottoposte alla nostra Religione, non entrino in clausura senza la facolta' del P. Generale, o Visitatore, o Proposto, se non per amministrare alle inferme li Santissimi Sacramenti, e sempre con cotta e stola, e aperto l' uscio della camera; il che sara' meglio eseguito dagli altri nostri Religiosi.

- Che nessuno si presenti all' Ordinario per gli Ordini o confessioni, senza licenza del suo superiore.

- Che mons. Brumani possa abitare in S. Lucia di Cremona, secondo la permissione fattagli dal passato P. Generale di felice memoria D. Giovanni Scotto.

- Che non si prenda la cura delle donne nello Spedale di Venezia, ne la infermeria degli uomini, ne se gli mandi un altro sacerdote.

- Lasciata all' arbitrio del P. Generale la permuta di S. Giacomo di Vicenza nella chiesa e casa di S. Stefano.

- Un P. Gesuita non fu accettato alla Congregazione per il decreto fattosi nel 1586.

- Che li definitori proveggano al Seminario di Venezia secondo le condizioni accettate dal Capitolo in Ferrara del 1579.

- Che il Seminario di Alessandria non si accetti con le condizioni lette &.

- Che il P. Generale con due assistenti tratti la unione con li Padri della Pace di Brescia e loro mostri le nostre Costituzioni.

- Visitatori Generali furono eletti li PP. D. Alessandro Cimarello vic. Gen., D. Gabriele Brocco e D. Luigi Migliorini.

- Procuratore Generale eletto il P. D. Gabriele Brocco, con facolta' di sostituire.

- Fu fatta condonazione al sig. Giacomo Valerio nostro amorevole benefattore di tutto cio' che la Congregazione puo' pretendere sopra la sua eredita', per la legittima dovuta a D. Agostino di lui figlio e nostro Professo" (ACS, p. 151-154).. NOTE:

14 11 1587 === Salo' - S. Giustina: anno di fondazione 1587 (fondato da?)



"1587. Il Collegio di S. Giustina situato nella terra di Salo' diocesi di Brescia fu eretto in quest' anno li 14 novembre essendo Proposto il P. Sebastiano da Genova, con il consenso della communita', e con obligo che li Padri attendessero alle confessioni, et educazion de giovani. La chiesa e' di mediocre grandezza con 5 altari. Il Collegio e' di struttura moderna, ma la fabrica non e' compiuta. La Nuova ha 19 stanze da letto, sala, refettorio, cucina, cantina e legnara con libreria. Ha due corridoi di sopra chiusi, et un portico a pian terreno con colonne, ed un altro chiuso che conduce alla vecchia fabrica, in cui vi sono 6 altre camerette, e due stanze terrene, stallino, e cantinetta &. Nel 1648 visitato detto Collegio, si trovo' avere d' entrata netta scudi romani 374 da mantenervi 10 religiosi, che in quel tempo effettivamennte vi si trovavano &." (ACS, p. 150-151).. NOTE:

1 01 1588 === BRACALE BERNARDINO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1588 === CASTELLANI BERNARDINO crs., in: Statistica vol. 1 p. 86: - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70 - Statistica Stoppiglia (†) (Cevasco 1744, †). NOTE:

1 01 1588 === CIUFFI FELICE crs., prof. 1588, nell' anno 1588 era a S.SPIRITO, GENOVA. NOTE:

1 01 1588 === GANDOLFO GIROLAMO crs., prof. 1588, nell' anno 1588 era a S.SPIRITO, GENOVA. NOTE:

1 01 1588 === OLIVA MICHELE crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1588 === •SEMINO GREGORIO crs. (Semini), nato , prof. 1589, morto , nell' anno 1589-89 era a S.M.SEGRETA, MILANO. NOTE:

1 01 1588 === TABOR ALESSANDRO crs. (Tabbor, Thabor) (Cevasco 1744, †), professo nel 1588. NOTE:

1-01-1588 === ZALO AGOSTINO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1.01.1588 === Novelli Girolamo crs., Carme latino, Venezia 1588 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 85-68]. NOTE:

1 01 1588 === Besta G.F., Vera narratione del successo della peste che afflisse l' inclita citta' di Milano l' anno 1576. Milano 1588.. NOTE:

1 01 1588 === Cavitelli Ludovico, Lodovici Cavitelii patritii Cremonenses Annales. Quibus res ubique gestas memorabiles a patriae suae origine usque ad annum salutis 1583 breviter ille complexus est. Cremonae, apud Christophorum Draconium 1588 (ristampa anast.: ed. Forni, Bologna 1968) - Landini 18 - Somascha 2000, 5ss (Tesi Pellegrini) - De Rossi, Vita del B. Girolamo Miani, Milano 1641 (prima ed. 1630), lib. II, cap. IX in fine: "De gli stessi tre luoghi pij fondati in Bergamo dal B. Padre ne scriue anco Lodouico Cauitellio ne gli annali di Cremona sua patria, stampati in quella citta' sono presso a 40 anni, doue scriue di molte altre opere pie fatte da esso P. Girolamo nello stato di Venetia, et in Lombardia". Questa opera del Cavitelli e' stata pubblicata dal Graevius nel 1725 nel suo 'Thesaurus antiquitatum' al tomo 3, parte II, pag. 1251ss. Di seguito si riporta la parte (desunta dal Graevius, op. cit., a pag. 1543 B) relativa a SGM:



. NOTE:

1 01 1588 === Ubaldini G. B., Istoria della casa de gli Ubaldini. Firenze 1588 (su p. Ubaldini) - Fonti 13, 22. NOTE:

1 01 1588 === "1588, dato a D. Ludovico per il viaggio di Roma £. 84" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.10). Si tratta forse di Ludovico Strani? Ludovico Viscardi era morto nel 1559!. NOTE:

1 01 1588 === Somasca: 1588. Il giorno 12 di febbraio comprano 4000 agoni e 1500 lumaghe. Poi in successiva circostanza commentano che non ne vale la spesa a causa degli scarti nonostante il forte numero di buone bocche presenti ma senza frigoriferi!(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1588 === Somasca: 1588. Pietro Notari curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1588 === CASTELLANI BERNARDINO, F12 (Elogia), 22; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1588 === CASTELLANI BERNARDINO, Nei Processi canonici di Milano, F6,27; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1588 === CASTELLANI BERNARDINO, Nei Processi, F5,26; - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1588 === TABOR (Tabbor, Thabor) ALESSANDRO, F12 (Elogia), 61, professo nel 1588. NOTE:

1 05 1588 === 055 "1588. Nel Collegio di S. Lucia di Cremona il 1 maggio si congrego' il Capitolo composto dagli infrascritti Vocali:

D. Giambattista Fabresco Prep. Gen.,

D. Alessandro Cimarello vic. Gen.,

D. Bernardino Castellano,

D. Battista Asseretto,

D. Bartolomeo Brocco,

D. Marino Lombardo,

D. Battista Fornasaro,

D. Marcantonio Nardino,

D. Cristoforo Croce,

D. Guglielmo Bramicelli,

D. Girolamo Tinto,

D. Camillo Cattone,

D. Luigi Migliorini,

D. Antonio da Trento,

D. Tomaso da Savona,

D. Battista Perego,

D. Evangelista Dorato,

D. Guglielmo Tonso,

D. Antonio Boffino,

D. Sebastiano Argino.

- Fu sostituito Consigliere in luogo del P. D. Gabriele Brocco assente il P. D. Bernardino Castellano.

- Scrutatori eletti: D. Guglielmo Bramicelli, D. Bartolomeo Brocco e D. Evangelista Dorato.

- Vocali nuovi eletti: D. Francesco Semino (Semini, ndr.) e D. Gio. Dom.co Arcadio Siciliano.

- Decreto che essendo dignita' l' aver voce nel Capitolo, tutti giurassero d' aversi per legittimi, e che nel venturo Capitolo portasser ciascuno la fede autentica di legittimita', sotto pena di decadere dal Vocalato. Giurarono secondo la proposta li seguenti:

D. Bernardino Castellano,

D. Gio. Guglielmo Tonso,

D. Antonio Boffino,

D. Sebastiano Argino,

D. Battista Assaretto,

D. Bartolomeo Brocco,

D. Marino Lombardo,

D. Battista Fornasaro,

D. Marcantonio Nardino,

D. Cristoforo Croce,

D. Guglielmo Bramicelli,

D. Girolamo Tinto,

D. Camillo Cattone,

D. Luigi Migliorini,

D. Antonio da Trento,

D. Tomaso da Savona,

D. Gio. Batt. Fabresco,

D. Battista Perego,

D. Evangelista Dorato.

- Furono eletti definitoriali per l' anno 2° li seguenti:

D. Giambattista Fabresco Prep. Generale,

D. Alessandro Cimarello Vicario Generale,

D. Gabriele Brocco e D. Luigi Migliorini Consiglieri,

D. Evangelista Dorati Cancelliere.

- Definitori: D. Alessandro Cimarello, D. Bartolomeo Brocco, D. Sebastiano Argino e D. Marcantonio Nardino.

- Decreto che li Definitori possano confermarsi sino al 3° anno.

- Che il P. Generale si dia in avvenire il titolo di Molto Reverendo.

- Ordine che si procuri la spedizione de Privilegi concessi dalla felice memoria di Gregorio PP. XIII, e d' implorare dal Papa Sisto V la concessione de privilegi de Padri Teatini, che per le Bolle il P. Generale tassi le case della Religione ad. rata. &.

- Che coloro che imploreranno l' autorita' dell' Ill.mo Protettore, od altri Prelati, e Signori per fermarsi nei luoghi, sieno altrove deputati o castigati dal P. Generale.

- Dall' Accademia di Pavia, e Prediche Quaresimali di Genova, Milano ed altri luoghi, fu rimessa al Definitorio la determinazione.

- Che si accetti il luogo di Misma, purche' quel Proposto sborsi li 700 scudi per pagare le Bolle; e che si mandi in Bergamo al principio di otobre quel Padre, che aveva da leggere in Vicenza.

- Tomasso Birago ammesso alla probazione; similmente Pietro Senuese (?) laico e Ambrogio che sta negli Orfani d' Alessandria; e Rodolfo.

- Marcantonio Vicentino ammesso alla professione.

- Decreto che si accetti il luogo di Bagnolo con le citate (?) condizioni.

- Che non s' accettino figlioli nelle Accademie minori di anni 16 ne' maggiori di anni 20 si tengano.

- Che si componga l' affare del Cimitero con li parrocchiani di S. Giacomo e Filippo di Vicenza, e che il Rettore e Seminario siano soggetti al Proposto.

- Che nessuno si faccia radere, che nel giorno delle Indulgenze si serbi il nei nostri Collegi del Cardinal Borromeo e negli Orfanotrofi si dia soddisfazione ai Protettori e conservisi l' uso.

- Michel Schiavone ammesso alla probazione. Gianantonio da Milano, D. Francesco Lanterio Napolitano e Pasio Santo de Ferri Veneziano q.m Zacaria barbiere e Antonio Trippa Andrea Stella q.m Giovanni e Peregrina, Cesare Cordes Veneziano q.m Cesare e Candida, Gio. Batta Bordolano Cremonese figlio di M.r Gianantonio e Veronica de Lottenzi Camillo magna figlio di Antonio e di Cecilia, Camillo Basso Cremonese figlio di Antonina e Tuccia di Bignani.

- Visitatori eletti D. Luigi Migliorini, D. Bartolomeo Brocco e D. Girolamo Lanterio.

- Procuratore Generale fu per il 1° anno confermato D. Gabriele Brocco; e fatto decreto che detto Procuratore della Religione si elegesse dopo il Vicario Generale.

- Che le nostre Costituzioni, ne' s' intendano confermate, ne' s' implori loro la confermazione dalla Santa Sede Apostolica se non saranno approvate da tre Capitoli Generali, cominciando dal presente. E che fra tanto sieno rivedute dai Vocali che stavano in Genova &." (ACS, p. 156-159).. NOTE:

16 06 1588 === Testamento di Gio. Antonio Airoldi (16 giugno 1588) (ASB, Notarile, Giuseppe Cola, cart. 2014). [ASPSG So 31p, 'fotocopia'].. NOTE:

16 06 1588 === Testamento di Gio. Antonio Airoldi (parroco p. Notari) (16 giugno 1588). [ASPSG So 58c, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1589 === ANTONIO BENEVENTO crs.. NOTE:

1 01 1589 === BALDASSARRO nn. crs. (si tratta di Baldassarri Andrea?). NOTE:

1 01 1589 === BERGAMO RODOLFO crs., nell' anno 1588-89 era a S.M.SEGRETA, MILANO. NOTE:

1 01 1589 === BRAGGIO BATTISTA crs., nell' anno 1588-89 era a S.GEROLDO, CREMONA. NOTE:

1 01 1589 === CAVALLINI PIERANTONIO crs. (Cavallino) (Cevasco 1744, †), professo nel 1570. NOTE:

1 01 1589 === CIPPONI SANTILLO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1589 === CORNARI GIOVANNI MARIA crs., nell' anno 1588-89 era a S.MAIOLO, PAVIA. NOTE:

1 01 1589 === COSSA CESARE crs., nell' anno 1588-89 era a COLOMBINA, PAVIA. NOTE:

1 01 1589 === CREMONESE ALESSANDRO crs., nell' anno 1588-89 era a MISERICORDIA, VICENZA. NOTE:

1 01 1589 === CUOMO PIETRO crs., nell' anno 1588-89 era a S.GEROLDO, CREMONA. NOTE:

1 01 1589 === CURTIO CREMONESE crs., nell' anno 1588-89 era a S.LUCIA, CREMONA. NOTE:

1 01 1589 === FERRARESE ALESSANDRO crs., nell' anno 1588-89 era a SEM.VESCOVILE, VICENZA. NOTE:

1 01 1589 === NAPOLITANO GIOVANNI ANTONIO crs.. NOTE:

1 01 1589 === ROLINO MARCANTONIO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1589 === Bottoni Cesare crs., Observationes in Iubilaea et precipue in bullam iubilaei sanctissimi domini papae Sixti V. Placentiae 1589 - Fonti 12, 35. NOTE:

1.01.1589 === Bottoni Cesare crs., Osservationi sopra i Giubilei, Piacenza 1589 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 3-10]. NOTE:

1.01.1589 === Bottoni Cesare crs., Osservationi sopra i Giubilei, Piacenza 1589 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 51-81]. NOTE:

1 01 1589 === "Li orti della chiesa confinanti da una parte li eredi di Martino Lombardo de Benali, da altra chiesa et cimiterio, da altra strada, da altra Antonio Airoldi, a parte sedumen de Rev.di Padri tanta quanta e' nel dar la chiesa 1589. Altra pitiola terra ortiva post sedumen de detti Padri et prope locum novitiatus per eum fabricatum in quo tenetur Locus litterarum tanto quanto e' nel dar la Chiesa; questo ortivo e' posto alla sala tanto quanto e' larga la sala et andando all'insu' sino al muro di sopra de Vicini. Si compra dai Padri, anzi si cambia con Bartolomeo Benali Aurelio con pertiche di terra al Lecasco, et in oltre nella Provado data dalla vicino con la chiesa, si cambia con una pezza di terra: destra post turrim, post Ecclesiam, confinanti li detti frateli Benali da una parte, e dalla altra due li Rev.di Padri a nome (sotto Religione), a parte la Chiesa ... per fabbricar la Chiesa et allargar la abitazione e con Beneplacito Apostolico di Milano" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 3A).. NOTE:

1 01 1589 === Somasca: 1589. Alberto Bustanzio curato o parroco di Somasca.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1589 === Somasca: 1589. Fabbricata la casa verso Via Fredda (4B) dove c' e' una preziosa terra ortiva vicino al Ludus Litterarum e un' altra pure post turrim (3A).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1589 === Somasca: 1589. I capifamiglia ci provano poi presto constatano che per loro costituiva seri grattacapi continuare in quella forma con versamenti di vario genere. Allora prendono la determinazione di rinunciare alla ' loro chiesa' ai benefici da loro gestiti e mettono nelle mani dei Padri l' una e l' altra faccenda (5-1-9). Negli ultimi tempi i capifamiglia erano un po' lenti nel corrispondere questi contributi al cappellano forse per la poverta' forse per la poca organizzazione (4B). Ma in seguito il sistema funziono' con maggior regolarita' e intesa tanto che ancora nel 1650 erano in vigore alcuni versamenti.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

9 03 1589 === 1589, 09 marzo. Vicenza. La Compagnia segreta di S. Girolamo (dottore, ndr.) rinuncia al proprio oratorio esistente presso l' orfanotrofio della Misericordia dal momento che i rappresentanti di quella istituzione intendono ampliare i locali per far fronte al gran numero di orfani che vi si trovano (Vicenza, Arch. St., Notarile, Francesco Cerato, b. 8762; testo in: Rigoni Chiara (a cura), La carita' a Vicenza. I luoghi e le immagini. Ed. Marsilio, Venezia 2001, p. 254):



"Per la moltitudine de orffani et orffane che in grosso numero al presente si ritrovano nell' hospitale della Misericordia del borgo di Pusterla di questa magnifica citta', qual ogni giorno piu' va crescendo, et per necessita' dell' accomodare essi orfanelli sono astretti li magnifici signori protettori d' esso hospitale fabricare per accomodamento d' esso et desiderando, per tal causa, il loco dell' oratorio dove si raduna la compagnia secretta di Santo Girolamo, li frattelli di quella per accomodar tal pia opera si sono contentati rilassar detto oratorio a detti magnifici signori protettori, di quello partendosi perche' possino effettuare quanto ad essi povereli fa bisogno".



Notizie circa la Compagnia segreta di S. Girolamo, e suoi aderenti e gli statuti dell' orfanotrofio della Misericordia del 1565, sono reperibili in: Vicenza, Bibl. Bertoliniana, Archivio del Comune o di "Torre", b. 61 (ex libro 31), cc. 139-140, 152-155.. NOTE:

16 04 1589 === 056 "1589. In S. Croce di Triviolo (Treviolo? Trivulzio? Triulzio?, ndr.) li 16 aprile si unirono per celebrare il Capitolo li seguenti PP. Vocali:

D. Giambatta Fabresco Prep. Gen.,

D. Alessandro Cimarello Vic. Gen.,

D. Bernardino Castellano,

D. Guglielmo Tonso,

D. Antonio Boffino,

D. Sebastiano da Arginis,

D. Battista Assaretto,

D. Bartolomeo Brocco,

D. Marino Lombardo,

D. Marc.Antonio Nardino,

D. Cristoforo Croce,

D. Guglielmo Bramicelli,

D. Camillo Cattone,

D.D. Luigi Migliorini,

D. Antonio Bozzia da Trento,

D. Tomaso da Savona,

D. Francesco Semino (Semini, ndr),

D. Battista Perego

e D. Evangelista Dorato.

- In esecuzione del Decreto fattosi nell'antecedente Capitolo tutti li Padri esibirono la loro fede di legittimita', a riserva del P.D. Cristoforo Croce, per cui molti Vocali attestarono d'esser egli figlio legittimo, e naturale di Francesco Croce, e Maddalena Maggia abitanti in Pavia; ed a riserva ancora del P.D. Alessandro Cimarello, che per Breve Apostolico dimostro' d'essere stato dispensato.

- Scrutatori eletti: D. Gio. Guglielmo Tonso, D. Bartolomeo Brocco e D. Evangelista Dorati.

- D. Giambattista Fabresco Prep. Gen. an. 3, D. Alessandro Cimarello Vic. Gen. an. 3; Consiglieri: D. Luigi Migliorini e D. Gabriele Brocco an. 3; Definitori: D. Alessandro Cimarello, D. Bartolomeo Brocco, D. Marcant.o Nardino e D. Cristoforo Croce; Proc. Gen. il P.D. Gabriele Brocco an. 3 a cui fu nel Consiglierato sostituito perche' assente il P.D. Bernardino Castellano.

- Ordine che le costituzioni si discutino in quest'anno, e che possano eleggersi li non Vocali ancora in Proposti de Collegij, e quelli principalmente che si mostrano li piu' osservanti.

- Decreto che li Proposti dicano le colpe loro al P. Generale, e Visitatori alla presenza dei Vocali.

- Che non s'accetti all'abito, e Probazione, se non al Capitolo Generale che si fa ogni anno, od alla Dieta, che si fa ogni anno infra annum, se cosi' portera' il bisogno della Congregazione.

- Che con lo sborso di 50 scudi si ratifico' la rinonzia di qualonque ragione potesse pretendere da suoi Fratelli la Congregazione, per il P. D. Francesco Semini; quale rinonzia non s'intenda fatta alla madre &.

- Accettati all'abito: D. Scipione Pierio da Fermo, figlio del q.m Giacomo e Lucrezia Paccarana (Panarana? ndr.); Alessandro Tabor cittadino da Fermo, figlio q.m Francesco ed Arcangela; Gio. Giacomo Cherubini cremonese figlio di Francesco e Tardiade Barozzi, per laico. Gio Batta da Regugni q.m Domenico ed Angela Passirani di Marzelengo diocesi di Cremona per laico. Giamm.a de Zani dello stesso luogo figlio di Gio. Ant.o ed Elisabetta per laico. Michele Schiavono da Sebenico per laico; e Gio Giacomo Chalandra da Vercelli figlio di Gianant.o e di Margheritta &.

- Fu ammesso alla Professione il f. Gregorio Semino del q.m magnifico Benedetto e Maria Palisona.

- Permesso a Marc.Antonio Anselmi Cremonese di poter studiare, con decreto, non facendo profitto, che sia dal Visitatore inabilitato agl' ordini sacri.

- Prescrizione di Monsig. Vescovo di Ferrara, per introdurci nel suo Seminario, e lasciato al definitorio l'arbitrio di risolvere.

- Si rifiuta il carico d'assistere alle Vergini del Soccorso in Cremona, si risolve di rispondere a Monsignor Cavallo, ed alli Protettori secondo il parere del P. D. Luigi Migiorino (Migliorini? ndr.).

- Non si accetta di deputare un confessore alle monache di S. Sebastiano di Genova, e si risolve di dar soddisfazione a mons. Ill.mo Sauli e al suo Vicario.

- Luigi Porto Vicentino, figlio del Sig. Claudio accettato all'abito ed alla Probazione. In oltre Antonio Cherubelli figlio di Giacomo e di Claudia Bovanini Cremonese. D. Cesare Cavagna da Voghera q. Agostino. Battista de Ferrari da Savona detto il Crema.

- Fu destinato il venturo Capitolo in Pavia.

- Fu conceduta alla compagnia dell'Annonciata di Tortona un Padre ocnfessore, che nelle feste facesse ragionamenti spirituali &.

- Accettazione di una casa delle tre sorelle Vergini Sozzi del valore di L. 4000 imperiali, vicina a S. Ilario di Cremona, con obbligo che venendo dette figlie in bisogno, fossero sovvenute dai nostri Padri.

- La casa della Signora Teodora Stanga, ceduta alla chiesa di S. Lucia di Cremona con obbligo di una messa cotidiana, ottenuto pero' il beneplacito Apostolico, fu conceduto che si livellasse per L. 250 al sig. Cristoforo Schinchinello di lui Nipote, da abitarsi solamente da lui e da suoi figli legittimi e naturali, e non altrimenti.

- Accettazione di L. 150 bresciane per tre messe alla settimana, e la Salve Regina ogni sabbato in chiesa.

- Si propose se si dovea rinonziare al Magnifico Sg.r Agostino Contardo per scudi 1000 le ragioni di eredita', che appartenessero alla Religione per il P. nostro Andrea di lui figlio. Ma non esendosi sua istanza, fu lasciato l'arbotrio al P. Generale da convenire &.

- Stefano Amato di Ogiono (Oggiono, ndr.) fu accettato per laico, vista un ampia fede de suoi costumi del M.to Rev.do Mr. D. Primo de Conti.

- Ordine che nessuno possa avere piu' di un mantello, e di una zimarra, che servano nell'estate e nell'inverno, dovendosi l'altra di piu' presentare al Superiore della Casa.

- Che una copia degli Ordini de Capitoli si mandi a ciascuna Casa sa pubblicarsi.

- Che nessuno s'accetti senza lettere del P. Generale, o Visitatore o Supplenti.

- Chi visitera' donne senza necessita', e licenza del Superiore, resti privo di voce ne Capitoli; ed i Chierici sieno gastigati ad arbitrio.

- Che i Superiori non scrivano lettere ai sudditi altrui; che li medesimi leggano le lettere dei loro Religiosi.

- Che nessuno senza licenza del P. Generale doni cosa veruna ai Fratelli; ma che il tutto si mandi al Superiore da convertirsi in comun benefizio. Fuori della Congregazione sono interdetti li donativi, eccetto che alli Benefattori.

- Che scrivendosi al P. Generale, Visitatori, o Vicario Generale ciascuno si sottoscriva 'servo, e figliolo in Christo', agli eguali 'Fratello in Christo'. Il Superiore a suoi sudditi 'Servo in Christo'.

- Che si perseveri nel governo del Seminario di Venezia; ma che essendo cresciuto il numero de convittori, e non volendo il Clariss.mo che nostro sia l'emolumento, si accontenti almeno che a parte della maggior fatica s'introducano in detto Seminario altri 4 de nostri Chierici.

- Rimesso al P. Generale, ed ai Consiglieri d'accettare la Chiesa di S. Illario di Piacenza offerta dal Rev.do D. Paolo Rettor della medesima, con l'annua entrata di staja = 30 frumento, brente 15 vino, e £. 20 in denaro, con il peso di tre messe festive, 3 feriali, ed amministramento dei Sagramenti.

- Ordine che predichino nella ventura Quaresima li Padri D. Luigi Migliorino (Migliorini, ndr.) nella Maddalena di Genova, e D. Sebastiano de Arginis in S. Maria Segreta.

- Che le costituzioni restino approvate per il 2° anno, e che il P. Generale le faccia da due Vocali rivedere per la Latinita'.



- Ammessi alla Professione:



Marc. Ant.o Ferantino di Stabio, figlio di messer Menichello da spoleto e d'Angela da Stabio.

Gianmaria da Ardenghio figlio di Ms. Gio. Batta. e di Girolama da Carcano.

Girolamo Cajetano q.m Luigi mendes da Caieta, e di Antonia Rossi.

. NOTE:

18 06 1589 === "1589. Benche' il Cardinal Gallio avesse gia' piu' volte trattato col Padre Preposito Generale della Congregazione di Somasca, che allora era il p. D. Giovanbattista Gonnella (Gonnelli, ndr.) nativo di Pavia per l' erezione del Collegio Gallio in Como, e avesse ottenuto da Gregorio XIII fin l' anno 1583 la Bolla per darvi principio, come abbiam detto a suo luogo, contuttocio' si differi' sino all' anno corrente 1589 la fondazione del medesimo. La cagione di tanta dilazione non arriva alla nostra notizia. Noi tuttavia probabilmente crediamo, che provenisse in gran parte dall' essere la casa della Propositura di S. Maria di Rondineto (nella quale dovea piantarsi il Collegio) in altro stato da quello, che richiedeva la necessita' de' novelli abitatori. Fu dunque di mestieri voltar sossopra il uogo, e riformare la maggior parte delle stanze, secondo il bisogno de' Padri e de' giovani che vi doveano soggiornare. Vi si vedevano ancora molte antichita', che non si poteano accomodare al modello gia' stabilito. Tutto cio' per avventura tiro' in lungo l' intera fondazione, che per altro sarebbesi anticipata qualche anno. Adagiata per tanto in questi sei anni con ogni magnificenza piu' ragguardevole la fabbrica del Collegio, come il Cardinal Tolomeo disegnava, ma con troppo risparmio di chi ebbe l' assunto di assistere all' opera, egli fece di nuovo istanza alla Congregazione di Somasca, e a chi la governava in quel tempo, cioe' al p. D. Giovanbattista Fabresco da Barberano, di prendere il possesso del luogo. Invio' dunque il P. Preposito Generale secondo la disposizione della Bolla quattro sacerdoti, acciocche' dessero il bramato principio al Collegio. Giunsero questi a Como nel mese di giugno, accolti con ogni benignita' da mons. Ninguarda, che ordino' ai 18 dello stesso mese una processione dalla Cattedrale a S. Maria di Rondineto, alla quale anch' egli volle intervenire. Canto' poi messa il medesimo vescovo, alla meta' della quale si recito' un' orazione, e dappoi un' altra se ne recito', mentre il Prelato desinava coi PP., dopo aver dato loro il possesso del luogo. Prosegui' poscia il Cardinale a mirar con occhio benigno la Congregazione di Somasca, e a conservarle la sua protezione infinattanto che visse, soprintendendo a' vantaggi della medesima e del Collegio Gallio, ne' la nostra Congregazione giammai perdera' la memoria di si' pio Benefattore. Concorrono al governo del Collegio secondo la scritta Bolla di Gregorio XIII cinque persone col titolo d' Amministratori: il Vescovo di Como, un Personaggio della Famiglia Gallio, un Canonico della Cattedrale, un secolare Decurione della Citta', e il p. Proposito del Collegio che di tempo in tempo viene eletto e nominato dalla Religione. A questi cinque sta appoggiata la cura del temporale, e a questi soli appartiensi nominare, introdurre e licenziare i giovani dal Collegio, ne' alcuno dei primi quattro giammai, finche' vive, cessa di soprintendere all' amministrazione commessagli, se da se stesso non si ritira da questa, cedendo il luogo ad un altro. Solo il Superiore del Collegio e' sottoposto a mutazione di tre in tre anni. Ma poiche' il Vescovo e' dichiarato il supremo capo nelle Congregazioni, che tengono queste cinque persone, egli ha poscia di tempo in tempo ampliato la sua autorita', e ha ordinato che i giovani che debbonsi in questo luogo ordinare sian tutti in abito ecclesiastico, benche' la Bolla comandi diversamente; imperciocche' la mente del Cardinal Gallio era di fondare un Collegio per la povera gioventu', o ecclesiastica o secolare che fosse, e non d' ergere un Seminario, come sono obbligati i Vescovi per ordine del Concilio di Trento; e pero' il Cardinal Tolomeo opero', che il pontefice dichiarasse la sua intenzione, cioe': che se alcuno di questi giovani non fosse trovato abile ad apprender le lettere, si ammaestrasse in qualche arte meccanica, acciocche' in uscir di Collegio, avesse forma di vivere. La mente adunque del Sommo Pontefice, come ancora del Cardinale, non fu di fondare il Collegio solamente per educazion degli ecclesiastici, come suppone il volgo, che mai non lesse la Bolla, ma ancora per alimento de' secolari. Ecco le formali parole della medesima Bolla: Saranno, dice, questi fanciulli 'sub cura & gubernio unius Praepositi, & etiam Professorum Congregationis huiusmodi, qui illos ad religionem, & pietatem informent, bonisque moribus, scientiis ac disciplinis pro cuiusquisque captu instruant, & qui ad has idonei non erunt, eos mechanicas artes ediscere faciant'. Onde ben chiaramente si vede che la vera instituzione del Collegio non fu solamente per i giovani che si vogliono impiegar nelle lettere, o ancor nella vita Ecclesiastica, ma ancora per li secolari, che non sono chiamati da Dio a vestir l' abito Clericale. Ne' mons. Volpi, ne' mons. Ninguarda, finche' vissero, e ressero questa chiesa di Como, applicarono l' animo ad ergere il Seminario, secondo cio' che prescrive il Concilio di Trento; ma i vescovi lor successori servendosi della congiuntura presente, hanno operato presso la Corte di Roma, acciocche' il benefizio fatto dal Cardinal Gallio alla citta' di Como, e alla sua Diocesi per sollievo de' poveri, e principalmente degli Orfanelli, venisse ristretto ai soli Chierici. Ecco le parole della Bolla: 'Inter quos Orphani semper praeferri debeant'. Questa dichiarazione ci e' paruto ben di soggiungere per levar d' inganno quelli, che non avendo letta la Bolla pensano che il Collegio Gallio sia stato fondato per i soli Ecclesiastici" (Tatti, Annali di Como, Deca III, Appendice, 41.65-42.66).. NOTE:

9 07 1589 === (atto notarile dei tempi del p. Maranese, con cornice e greche tutto intorno; si tratta di ritrascrizione ottocentesca di documenti antichi, richiesti dal p. Maranese dopo la restaurazione della Congregazione nel 1823): Istromento di rinuncia della parrocchialita', chiesa, casa e beni parrocchiali di Somasca in favore della Congregazione (9 luglio 1589). [ASPSG So 40b, 'originale'].. NOTE:

9 07 1589 === "Renuntiatio Viciniorum terrae de Somascha Ecclesiae Sancti Bartholomei facta Patribus Congregationis, anno 1589 die 9 mensis Julii" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 8-10). Notaio Giuseppe Cola di Calolziocorte.. NOTE:

9 07 1589 === Si accetta dai padri Somaschi la Chiesa di S. Bartolomeo di Somasca essendo rettore il p. Alberto Bustanzio genovese e prep. Gen. il p. Giovanni Battista Fabresco (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] 7A).. NOTE:

9 07 1589 === (ACM 5-1-6, ) La chiesa di Somasca e' incorporata ai Padri Somaschi, a firma di p. Bustanzio Alberto; atto del 9 luglio 1589, due copie, trad. it.. NOTE:

9 07 1589 === (ACM 5-1-7, ) Altro documento: incorporazione della chiesa, casa, redditi parrocchiali precedenti: che passa tutto alla Congregazione, 9 luglio 1589. Vedi anche altri documenti nel vol. 1 degli Atti, al numero 1 e 2.. NOTE:

9 07 1589 === (ACM 5-1-9, ) I capifamiglia di Somasca ci donano la chiesa, 9 luglio 1589; fotocopia del testo lat. in Arch. St. Bergamo cart. 2014.. NOTE:

11 07 1589 === (ACM 5-1-19, ) Il Vicario Foraneo di Olginate Giuseppe Segalino accusa di aver ricevuto copia del decreto del 1589, 11 luglio.. NOTE:

28 08 1589 === "Acceptatio Ecclesiae Sancti Bartholomei Somaschae nomine totius Congregationis, anno 1589 die 28 mensis augusti" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 11). Notaio Giuseppe Cola di Calolziocorte. Accettante e' il p. Bustanzio Alberto crs.. NOTE:

28 08 1589 === (atto notarile dei tempi del p. Maranese, con cornice e greche tutto intorno; si tratta di ritrascrizione ottocentesca di documenti antichi, richiesti dal p. Maranese dopo la restaurazione della Congregazione nel 1823): Istromento di accettazione di quanto rinunciato dagli abitanti di Somasca (parrocchialita', chiesa, casa e beni ...) per parte della Congregazione (28 agosto 1589). [ASPSG So 40c, 'originale'].. NOTE:

28 08 1589 === (ACM 5-1-8, ) I Somaschi approvano e accettano l'istromento suddetto, 28 agosto 1589.. NOTE:

1-01-1590 === ALBERTI LEONARDO crs. (Lista Biografie) - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 247. NOTE:

1 01 1590 === BORELLI NICOLA crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === CALDANI SECONDO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === CAPELLUTI GIOVANNI crs., prof. 1576, nell' anno 1588-90 era a MADONNA DI LORETO, NAPOLI. NOTE:

1 01 1590 === COSTA CESARE crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === FIBONI PAOLO crs., prof. 1590, nell' anno 1590 era a S.SPIRITO, GENOVA. NOTE:

1 01 1590 === GADIO PIETRO ANTONIO crs., prof. 1590, nell' anno 1590 era a S.SPIRITO, GENOVA. NOTE:

1 01 1590 === GANDOLFO GIOVANNI PAOLO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === LORENZONI LORENZO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === MERULA GIROLAMO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === MIGLIORINI LUIGI crs. (Cevasco 1744, †), prep. gen. nel 1590; - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 325 - (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1590 === Bassano Leandro (attrib., 1590?), gia' Iacopo da Ponte (detto il Bassano), SGM (Museo Correr) - Stoppiglia, Bibliografia 1917, tav. 1. - L' Ordine dei Chierici Regolari Somaschi nel IV Centenario dalla fondazione (1528-1928), 34 - I Santuari d' Italia Illustrati 1930, copertina - Stoppiglia 1934, 255 - Zambarelli, Iconografia 1938, 75 - AA.VV., San Girolamo Miani e Venezia (IRE 1986, Carita' e assistenza a Venezia), tav. Lunardon 2 - Niero 1987, 102 (lo dice eseguito negli anni novanta del Cinquecento). NOTE: Caccia Ferdinando, Vita di S. Girolamo Miani, Bergamo 1768, a pag. t: "E' la veneta ducale un abito purpureo dei piu' maestosi d' Italia con larga stola sulla spalla usato dai nobili in vari posti e governi nel quale abito fu fatto anche il ritratto di Girolamo giovane per ornamento di Casa Miani (dipinto del Bassano, ndr.), e in tal magnifico abito si vede ancor oggi dipinto in Bergamo nell' ospedale dei poveri di S. Martino".

1 01 1590 === Bassano Leandro (attrib., 1590?), gia' Iacopo da Ponte (detto il Bassano), SGM, particolare del volto (Venezia, Museo Correr) - Netto, Lettere morte parole di vita 1977, in copertina. NOTE: Caccia Ferdinando, Vita di S. Girolamo Miani, Bergamo 1768, a pag. t: "E' la veneta ducale un abito purpureo dei piu' maestosi d' Italia con larga stola sulla spalla usato dai nobili in vari posti e governi nel quale abito fu fatto anche il ritratto di Girolamo giovane per ornamento di Casa Miani (dipinto del Bassano, ndr.), e in tal magnifico abito si vede ancor oggi dipinto in Bergamo nell' ospedale dei poveri di S. Martino".

1 01 1590 === Bassano Leandro (attrib., 1590?), gia' Iacopo da Ponte (detto il Bassano), SGM, b/n (Venezia, Museo Correr) - Netto, Lettere morte parole di vita 1977, tav.. NOTE: Caccia Ferdinando, Vita di S. Girolamo Miani, Bergamo 1768, a pag. t: "E' la veneta ducale un abito purpureo dei piu' maestosi d' Italia con larga stola sulla spalla usato dai nobili in vari posti e governi nel quale abito fu fatto anche il ritratto di Girolamo giovane per ornamento di Casa Miani (dipinto del Bassano, ndr.), e in tal magnifico abito si vede ancor oggi dipinto in Bergamo nell' ospedale dei poveri di S. Martino".

1 01 1590 === Dorati Evangelista crs. (1539-1602), Breve instrutione della vita di Ms. Girolamo Miani gentilhuomo Venetiano, Fondatore della Congregazione Somasca, intesa a voce dal M.Rev. Ms. Stefano Bertazuola Salodiense sacerdote integerrimo e di anni 82 (1590?).. NOTE: in: Sacra Rituum Congregatione, Summarium, Roma 1714, cap. 29, pp. 123-127 - cf. Processo di Pavia (cod. Correr 1350 c. 35r-35v) - la autenticita' grafica di questa Vita e' attestata nel Processo di Pavia dal p. Agostino Valerio crs. vice preposto del Collegio di S. Maiolo di Pavia - Paltrinieri la dice opera di Francesco del Conti (de' Conti), fratello di Primo - la data del 1590 e' di puro riferimento. Pare verosimile affermare che la Vita sia stata scritta dal Dorati raccogliendo ex auditu notizie dal Bertazzoli di Salo', mentre la parte finale (l' episodio di Como) raccogliendo notizie ex auditu da Francesco de' Conti. - Stoppiglia 1917, 13 (recensione) - Landini 75 - testo della Vita in: Il Santuario di S. Girolamo Emiliani (sotto il titolo errato di "La prima biografia di S. Girolamo Emiliani") Anno I, nn. 2-3, febbraio e marzo 1915 - Somascha 2000, 5ss (Tesi Pellegrini)

1 01 1590 === La chiesa di S. Bartolomeo di Somasca fu nel 1590 unita alla Congregazione di Somasca per concessione di papa Gregorio XIV.. NOTE:

1 01 1590 === Mattia Bellintani (Matthias a Salo', 1535-1611) ofmcapp., Historia Capuccina (ms.). In lucem edita a p. Melchiore a Pobladura. Roma 1950, pag. 392 (sui Somaschi) e 521 (su Battista il Moro detto l' Arabo). cf. RC 1957, 38. Le opera a stampa del Bellintani vanno dal 1573 al 1599 ca.. NOTE: Nel cap. Generale tenuto a S. Maiolo di Pavia il 6 giugno 1586 il fra Mattia da Salo' offre ai Somaschi il luogo di Salo' (cf. ACS alla data).

1 01 1590 === Somasca: 1590. Bartolomeo Brocco poi dal 1610 al 1617 Vicario di Somasca poi Curato fino al 1621(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1590 === Venezia - Seminario Ducale: anno di fondazione 1590 (papa Gregorio XIII e Senato di Venezia). NOTE:

1 01 1590 === Venezia - Seminario Patriarcale: anno di fondazione 1590 (fondato da?). NOTE:

1 01 1590 === Venezia - Trinita': anno di fondazione 1590 (Patriarca di Venezia e Procuratore della fabbrica della Chiesa della Salute)



"Salute (Fondamenta della Dogana, Campo, Fondamenta, Ponte, Rio della). Presso al luogo ove ora sorge il tempio di S. Maria della Salute eranvi anticamente un monastero ed una chiesa dedicati alla SS. Trinita', i quali nel 1256 vennero donati dalla Repubblica ai cavalieri Teutonici, in premio dell' assistenza avuta da essi contro i Genovesi. Soppresso nel 1592 da papa Clemente VIII il priorato veneto dei cavalieri suddetti, si assegnarono queste fabbriche al patriarcato di Venezia per la fondazione di un seminario di chierici, che gia' si andava piantando nel chiostro di S. Cipriano di Murano. Stettero i chierici nel nuovo ospizio fino al 1630 in cui, afflitta la citta' da fiera pestilenza, fece voto il Senato di erigere un tempio a S. Maria della Salute se avesse impetrata la liberazione dal flagello. Dileguatosi il morbo nel 1631, si volle adempiere alla promessa, e frattanto fabbricossi una grande chiesa di legno. Poscia, atterrato il monastero e la chiesa della SS. Trinita', e trasportati i chierici di nuovo a Murano, s' innalzo', dietro disegno del Longhena, il magnifico tempio che ora vediamo. E nel mentre che esso andava avanzando decreto' il Senato nel 1656 di consegnarlo ai chierici regolari della congregazione di Somasca, i quali, con disegno del medesimo Longhena, vi fecero sorgere accanto un convento, che si compi' nel 1672 contemporaneamente al tempio. Quest' ultimo poi consecrossi nel 1687. Il convento di S. Maria della Salute fu soppresso, come tutti gli altri, nei primordi del secolo presente, e nel 1817 vi si torno' a trasferire da Murano il Seminario dei chierici, che tuttora vi fiorisce. Nel giorno della B. V. della Salute il tempio ad essa dedicato visitavasi ogni anno dal doge e dalla Signoria in memoria della grazia ottenuta" (Tassini 1887).. NOTE:

1 01 1590 === LODI, S.Andrea d.orfani: opera iniziata nel 1590 e finita nel 1615 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1590 === TRENTO, Lodrone: opera iniziata nel 1590 e finita nel 1603 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1590 === VENEZIA, Semin. Ducale: opera iniziata nel 1590 e finita nel 1810 (tipo di opera = SD). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1590 === VERONA, SS.Trinita': opera iniziata nel 1590 e finita nel 1650 (tipo di opera = V). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1590 === MIGLIORINI LUIGI, F12 (Elogia), 41; - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 325. NOTE:

1 01 1590 === POCOPANI (Pocopanni, Pocopagni) FRANCESCO, F12 (Elogia), 65, professo nel 1590; - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 58 (Pocopagni). NOTE:

1 01 1590 === MIGLIORINI LUIGI crs., preposito generale, padovano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91); - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 325. NOTE:

5 03 1590 === "1590 5 marzo. Illustre et molto reverendo signore, Il reverendo Curato di Chiuso prete Battista Pirovano se bene piglio' possesso della Cura del mese de decembre 1587 vene nondomeno alla residentia se non a Pascha de Resuretione, sino al qual tempo alla detta Cura aveva servito il reverendo padre frate Serafino d' Urgnano et e' ancho stato sodisfatto come per sua confessione appare. Il detto Reverendo Pirovano ha servito dalla detta Pascha del 88 sino alli 8 di giugno del 89 che sono mesi tredici et giorni 20, aconto de lire 300 imp. l' anno con ..... uno vigneto de cavata de scudi 4 deve havere lire 342 imp. sopra le quale la vicinanza de Chiuso a pagato inmane sua lire 50 soldi 4 denari 3 come per sua confessione adi 17 aprile 1589; et in una altra parte hanno pagato al reverendo Corseto notaio Criminale della Corte Archiepiscopale come appare per sua confessione adi 13 agosto 1589, sono lire 60 imp.; et in una altra parte li hanno pagato in sua proprie mane lire 200 imp come per confesso rogato dal sig. Alessandro Aijroldo notaio Lechascho adi [manca] E piu' ha receuto ultimanti da particulari come per una lista cavata dalli vicini, sono lire 26 soldi 11 danari 3 quali tutti sono insumma lire 340 soldi 5 danari 6 computati lire 3 per il vignolo pre mese uno et giorni 20 di piu' dell' anno restera' al detto Curato per tutto il tempo della serventia fatta lire 5 soldi 14 danari 6, et essendo statto incarcerato il detto Pirovano la detta Cura e' statta senza Curato residente dal detto 8 de giugno 1589 sina alli 20 de gennaio 90 che sono mesi 7 e mezo che importano lire 77 soldi 10 nel qual tempo alla detta Cura a' servito il Prevosto per la amministratione de Sacramenti al quale sono statti pagati a ragione de scudi 2 al mese che sono scuti 15, restano di vacantia lire 97 soldi 10 delle quale ne ha da pagare lire 21 soldi 10 l' herede del q. Laurentio di Castani quali hanno golduto il vignolo et dalli 20 de gennaio sin hora a' servito per vice Curato il Reverendo Padre Rettore de Somascha in celebrar et ministrar i sacramenti (p. Bartolomeo Brocco crs., ndr.). Di Olginate il 5 marzo 1590" (A.P.Ol.:P-P/VIII, cart.1 n°592).

. NOTE:

31 03 1590 === 1590, 31 marzo. Vicenza. Il Consiglio dei Cento della citta' di Vicenza respinge la supplica inoltrata dai rappresentanti dell' orfanotrofio della Misericordia i quali, desiderando ampliare la vecchia chiesa annessa all' istituto "per la moltitudine delli orfani" ospitati, avevano richiesto la facolta' di occupare una porzione di suolo pubblico prospiciente la piazza pari a 12 piedi (Vicenza, Bibl. Bertoliniana, Archivio del Comune o di "Torre", Libro parti, vol. 865, cc. 675v-676r; testo in: Rigoni Chiara (a cura), La carita' a Vicenza. I luoghi e le immagini. Ed. Marsilio, Venezia 2001, p. 254):



"Molto magnifici signori deputati. Per la moltitudine delli orfani che si ritrovano nell' hospitale della Misericordia, la quale ogni giorno va crescendo sono stati sforzati li magnifici protettori di quel povero loco per commodo et habitazione di essi poverelli fabricar nel loco ov' era la chiesa vecchia facendone una da novo tirandosi in fuora per tale fabrica et chiesa circa dodici piedi sopra quella piazza o campo qual' e' avanti essa chiesa: pero' supplicano essi poveri riverentemente le magnificenze vostre che cio' gli concedono di poter fare, offerendosi per aggiunta di tanto obbligo anco piu' efficacemente pregare nostro signor Dio per la conservatione di questa magnifica citta' et di ciascuna delle magnificenze vostre in particolare. Die ultimo decembris 1589, suprascripta suplicatio lecta fuit in consilium centum ad omnium claram intelligentiam. Die ultimo martii 1590 ballottata fuit a magnificis dominis deputatis antescriptis et admissa cum sex eorum suffragiis uno tantum contrario cum conditione quod intervenientes pro dicto hospitali apprehendere possint tantum modo pedes decem terreni existentis apud ecclesiam suprascriptam et hoc pro tanto quanto se extendit longitudo ecclesiae predictae et non ultra et deinde proposita in consglio fuit reiecta suffragiis trigintanovem contra et pro quadragintauno".. NOTE:

3 06 1590 === (Confini) (So (segr.) 2017) Lettera dei Rettori di Bergamo al Doge di Venezia sopra la Rocchetta di Vercurago (3 giugno 1590). [ASPSG So 2017, 'originale'].. NOTE:

1 07 1590 === "Nella estate del 1590 o in quel torno (Ex proc. Mediol. test. XX) si mosse un giorno verso le ventitre' ore uno spaventosissimo temporale, che mise in terrore tutta Somasca. Vedendosi oscurata l'aria, e sentendosi tutta rimbombare da tuoni, e fulmini, ricorse tutto il villaggio uomini e femmine al lor benefico protettore ed affollatisi tutti nella chiesa di S. Bartolomeo ad alta voce e con calde lacrime invocavano il nome del Miani. Ed ecco gia' sgravarsi le nuvole e scaricare una spessa ed impetuosa gragnuola (grandine, ndr.). Ma quando altri piangevano l'inevitabile rovina delle campagne, altri seguiano a raccomandarle al servo di Dio; la grandine, non piu' alta da terra di quattro braccia, resto' visibilmente sospesa in aria, ed andata tostamente allontanandosi da Somasca per due miglia intorno intorno, cadde sopra le vicine campagne, dove fece stage delle biade mature, stese a terra le viti, sfrondo' gli alberi, lasciando illese tutte le pertinenze del privilegiato villaggio per lo spazio di due miglia per ogni parte" (Santinelli 1767, 225).. NOTE:

22 07 1590 === (Confini) (So (segr.) 2018) Lettera del Podesta' di Bergamo al Doge di Venezia sull'importanza della Rocchetta di Vercurago (22 luglio 1590). [ASPSG So 2018, 'originale'].. NOTE:

6 08 1590 === (Confini) Lettera del Senato Veneto ai Rettori di Bergamo (6 agosto 1590). [ASPSG So 2018b, 'fotocopia'].. NOTE:

6 08 1590 === (Confini) (So (segr.) 2019) Lettera del Senato di Milano ai Rettori di Bergamo: delibera in materia di Vercurago (6 agosto 1590). [ASPSG So 2019, 'originale'].. NOTE:

1 09 1590 === (Confini) (So (segr.) 2019bb) Scrittura dell' Ecc. Benaglio (settembre? 1590). [ASPSG So 2019 bb, 'originale'].. NOTE:

9 09 1590 === (Confini) (So (segr.) 2019ba) Lettera dei Rettori di Bergamo al Doge: ragioni della Rep. Veneta sulla Rocchetta di Vercurago (9 settembre 1590). [ASPSG So 2019 ba, 'originale'].. NOTE:

1 01 1591 === VERCELLI (da) GUGLIELMO crs. - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70. NOTE:

1 01 1591 === Bonifacio Giovanni, Istoria Trevisana. Treviso 1591 - al fol. 693 descrive cosi' gli strumenti della prigionia di Girolamo conservati a Treviso: "Li ceppi sono di ferro di forma lunare di grossessa di un dito, ed un ferro, o stanghetta che li chiude assai piu' grossa, et ad essi e' attaccata una Catena di lunghessa di due braccia di anelli lunghi di ferro di grossessa di mezzo dito ed un luchetto di ferro e in somma di ferro sono di forma consueta, come ancor hoggi si usano per prigionieri ..." - Stoppiglia 1934, 522. NOTE:

1 01 1591 === Morigia Paolo (1525-1604), La nobilta' di Milano. Milano 1591, l. III, c. 13 (su Primo de Conti). NOTE:

1 01 1591 === n.n., Provisioni et ordini per lo buon governo de' beni de' Luoghi Pii. Bergamo, Comin Ventura, 1591.. NOTE:

1 01 1591 === "1591. Gia' seguita sotto li 5 ottobre 1566 la separatione della parochia di S. Bartolomeo di Somasca, da quella di S. Martino di Caloltio, con l'essersi quella eretta nuova cura, & essendo passato all' Empireo il Santo Arcivescovo Carlo Borromeo, che n'haveva essequito la separatione, fatto da' popoli ricorso alla Santa Sede per la conferma di detta divisione, benignamente la f.m. di Clemente VIII con sua Bolla vi consorse, & oggi fur spedite le pontificie lettere per l'approvatione. Ex Bulla Originali" (Calvi Donato, Effemeridi sacre profane di quanto memorabile sia successo in Bergamo e territorio. Milano 1676-1677, p. 193-194). Queste notizie del Calvi vanno collegate con i documenti seguenti: Somasca, Arch. Casa Madre, 5-1-3 e 5-1-12.. NOTE:

1 01 1591 === Liber Constitutionum CC. RR. S. Maioli Papiae seu Congregationis Somaschae (Venezia 1591): - ASPSG 248.2.B - il testo stampato il Raviolo lo dice irreperibile (1957, 186) ma aggiunge che in ASPGS si conserva il volume manoscritto in pergamena, portante l'approvazione autografa del Sommo Pontefice. NOTE:

1 01 1591 === Musso Cesare crs. (a cura), Libro nel quale e' la Regola di Santo Agostino manuscritta; le nostre Costituzioni fatte dopo la bolla di Pio PP. V, et una picciola chronica dell'origine della nostra Congregazione scritta per mano del p. Cesare Musso (+ 1603, ndr.), della quale fu autore, come l'istesso Padre che la scrisse mi disse, il P. D. Evangelista Dorato (Dorati, ndr.).



Ms. esistente in Venezia, Correr, ms. Cicogna n. 2365 (n. 96?). Fotocopia in ACM 2-2-298.



Questo libretto, in piccolo formato e nitidissima calligrafia, si deve all'iniziativa del P. Dorati (p. Musso fu un semplice amanuense); e' uno degli studi preparatori per la compilazione definitiva delle Costituzioni. Dopo la Regola di S. Agostino (considerata ed accettata come statuto fondamentale dell' Ordine per il significato e l'impostazione della vita comune di chierici regolari), seguono le Constitutiones (che sono il testo di ASPSG 248-23-C), e la cosiddetta vita di S. Girolamo del medesimo testo (RC 1975, 200, 47).. NOTE:

1 01 1591 === "Noteremo ancora che, fino dal 1471, decretava il Senato che in «Campo di S. Antonio» fosse costrutto un coperto di tavole per quei poveri, i quali stanziavano sotto le volte esterne della basilica di S. Marco e del Palazzo Ducale. In rendimento di grazie all' Altissimo per la liberazione di Scutari, avvenuta nel 1474, sorgeva due anni dopo nel sito medesimo un formale ospizio dedicato a «Messer Gesu' Cristo». Qui, per legge del Maggior Consiglio, 11 marzo 1503, dovevano ricettarsi soltanto marinai, ed altri, che si avessero reso benemeriti dello stato. La prossima chiesa, che pure consecrossi nel 1503, e che chiamossi di S. Nicolo' di Bari, venne consegnata nel 1591 ai Somaschi per comodo del Seminario Ducale, trasportato allora in parte dell' ospizio di «M. Gesu' Cristo», coll' obbligo pero' a quei padri di servire nelle cose spirituali i ricoverati. Anche i suddetti edifici s' atterrarono quando si vollero formare i Pubblici Giardini" (Tassini 1887). . NOTE:

1 01 1591 === Somasca - S. Bartolomeo: anno di fondazione 1591 (Padri della Congregazione Somasca)

Nel 1591 fu spedita la bolla di unione della parrocchia alla Congregazione da papa Clemente VIII (ma datata "quinto Idus Februarii 1592" cioe' 9 febbraio! cf. Girelli 67).. NOTE:

1 01 1591 === Sul archivolto in pietra del portone che da via Fredda entra nella casa "Alla Cascina" in Somasca c'e' incisa la data "1591".. NOTE:

1 01 1591 === SOMASCA, Parr.S.Bartolomeo: opera iniziata nel 1591 e finita nel &Mac253; (tipo di opera = P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1591 === VENEZIA, Incurabili: opera iniziata nel 1591 e finita nel 1806 (tipo di opera = A). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1591 === (ACM 5-1-10, ) Ricorso a Gregorio XIV per ottenere la perpetua incorporazione della parrocchia alla Congregazione (1591). Il papa approva vivae vocis oraculo, muore pero' prima di firmare. Il suo successore firmera' appena eletto, ad occhi chiusi!. NOTE:

2 04 1591 === "Vedi instituzione pontificia che erige in parrocchia dei Somaschi la chiesa di S. Bartolomeo di Somasca, cap. ventesimo, pag. 92 dato 2 aprile 1591" (annotazione ms. sul primo risguardo di copertina del libro "Vita del servo di Dio Angiolmarco Gambarana, Venezia 1865" conservato tra i libri della Curia della Provincia Lombardo Veneta ora a Somasca, nel salone del consiglio nell'ex noviziato, segnato con vecchio timbro rotondo "C.R.S."). Ma cf. 9 febbraio 1592 (la Bolla di Clemente VIII porta la data di "Quinto Idus Februarii 1592").. NOTE:

23 06 1591 === SALINERI SALLUSTIO crs. (Salinieri Griamaldi Sallustio) (Lista Biografie). NOTE: in Atti di S. Biagio in Montecitorio (scrittura di p. Fabreschi crs.): "A di 23 giugno 1591 fu mandato un Breve di dispensa ad officia et dignitates nostrae Congregationis a Gen.a per D. Salustio Saliniero ob defectum natalium, quem patiebat, fu dispensato gratiosam.te da N.S. Gregorio XIV. La supplica segnata da S. S.ta' fu registrata &." (Grimaldi), a margine "Dispensa di Don Salustio Saliniero Genovese"; nel 1594 lo troviamo predicatore della Quaresima a Genova (col nome di Salinerio Sallustio); queste poche notizie in ASPSG, S-d-70 sub nomine "Salineri Sallustio".

10 07 1591 === "Il p. Bartolomeo Brocco rettore del luoco di Somascha, vice curato della chiesa di Sancto Bartolomeo, de anni 56, ha licentia di administrar li Santi Sacramenti dall' Ill.mo et Rev.mo Vicario Generale di Milano il 10 luglio 1591. La detta chiesa curata e' datta in titolo alla sua Religione et Congregatione di Somascha dalla Santita' di N.S. Clemente papa ottavo, l'anno primo del suo pontificato. Ha reddito di £. 180 milanesi" - Mastalli Arsenio, Memorie storiche della Diocesi di Milano, vol. V, pag. 310-313. Milano 1958 (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, trascrizione al n. 19).. NOTE:

1 01 1592 === BOVONE GIOVANNI ANTONIO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1-01-1592 === BROGGI GIOVANNI BATTISTA crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1592 === CEDRELLI GIOVANNI crs., prof. 1592, nell' anno 1592 era a S.SPIRITO, GENOVA. NOTE:

1 01 1592 === CONTI PRIMO crs. (Cevasco 1744, †). NOTE:

1-01-1592 === ROSA PROSPERO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1-01-1592 === ROSSI DIONISIO crs. (De Rubeis, De Rossi, Dionigi) (Lista Biografie) - Tentorio, S. Martino di Reggio Em. 1963, 46. NOTE:

1 01 1592 === TONELLO GIOVANNI DOMENICO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1592 === Morigia Paolo (1525-1604), Historia dell'antichita' di Milano. Venezia 1592, l. IV, c. 23 (su Primo de Conti) - Somascha 2000, 11ss (Tesi Pellegrini). NOTE:

1 01 1592 === Pauperum Somaschae: Pepin Guillaume (Guglielmo op., francese, + 1533), Rosarium aureum B. Mariae Virginis. Non solum verbi dei concionatoribus, et ecclesiarum curatis valde vtile. Verum etiam omnibus Christi fidelibus pernecessarium. Authore R. P. F. Guillelmo Pepin theologo parisiensi, ord. praedicatorum. Cui adiectum est paruum Rosarium continens Sermones septem ab eodem aeditum, quod incribitur. ... Venetia : ex typographia Ioan. Ant. Bertani, 1592. [8], 407, [1] c. ; 8¡ - Pigato in RC 1940, 26-27 - Bibl. Somasca 31.6.1. NOTE:

1 01 1592 === "1592, si acquista da Bartolomeo Lombardo de Benali, terreno per fabricar la chiesa, sacristia, et alongar la abitazione (dalla Schola nova, cosi' chiamata allora, a da poi la sala), sino alla chiesa, e sacristia tutto confinante alli orti della chiesa, a ponente, e levante lo stesso venditore, e a tramontana li Padri, et a mezzogiorno lo stesso venditore; e se gli da' in cambio la pertica del Lecasco, e pertica della Provado data a Padri come sopra nella rinuntia della chiesa. 'Tutti li stromenti legati in un libro nel Archivio del Collegio dei Padri Somaschi. Originali di Giuseppe Cola di Corte, cavata copia da Benetto Arigoni, notaro di Caprino'" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6L).. NOTE:

1 01 1592 === "Dovendosi poi, per rinovar la Chiesa (di Somasca, all'incirca a partire dal 1592, ndr.) gettare a terra quella parte dove (le ossa del B. Girolamo, ndr.) stavano riposte, furono trasportate dopo (cioe' dietro, ndr.) l'altar maggiore, dove riposarono finche' (il 15 settembre 1626, ndr.) a nome della S. Sede Apostolica furono riconosciute da mons. Mario Antonino allora vicario generale della diocesi di Milano, da mons. Giulio Cesare Visconti primicerio del Duomo di Milano e da mons. Orazio Casati protonotario apostolico" (cit. da De Rossi Costantino crs., Vita del B. Girolamo Miani, Milano 1641 (1° ed. 1630), libro III, cap. XIII).. NOTE:

1 01 1592 === Somasca: 1592. Bartolomeo Lombardo de' Benali ci vende terreni per riparare la chiesa la sacristia "alongar" le abitazioni vicine alla chiesa e in cambio riceve dai Padri vari fondi altrove anche nel Lecasco (Chiuso).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1592 === Somasca: 1592. Clemente VIII eletto il 30 gen. 1592 approva l' operato dei capifamiglia (9 febbraio) e concede l' incorporazione della chiesa ai Somaschi (5-1-11). I Padri l' avevano gia' richiesta a Gregorio XIV (1591)-(5-1-10). I Padri ricevono la donazione e ne prendono possesso (Aditio) a nome di tutta la Congregazione (5-1-13). Tra i testimoni di questo Atto figura Bartolomeo figlio di Martino Lombardo de' Benaglia la cui famiglia fin dai tempi precedenti era in ottimi rapporti con i Padri; gli Ondei gli Arigoni amici di S.G.E. Anzi in quegli stessi anni avevano venduto ai Padri i fondi ed altri beni; lo stesso Padre Bartolomeo Brocco presente in Somasca fin dal 1579 li gludicava persone molto buone. I Padri hanno voluto entrare in possesso seguendo le formalita' legali: presenza di testimoni del notaio che redige l' atto descrive la cerimonia: i Padri assieme baciano l' altare della chiesa ne aprono e ne chiudono le porte. Questi gesti erano ritenuti come la dimostrazione e la prova che ora i Padri hanno il possesso della chiesa assegnata loro da S. Carlo e riconosciuta dal Papa Clemente VIII due mesi prima (5-1-10). Ma ci voleva la piena fiducia nella divina provvidenza che quei bravi Religiosi di quel tempo avevano imparato dal Santo Fondatore per decidersi a quel passo! Conoscevano bene la situazione economica del collegio San Bartolomeo! Persino il tomo primo degli Atti della Congregazione alla data 1589 annota: "L' entrata che aveva il collegio nel 1548 non era bastante che per il mantenimento di tre soli Religiosi". Eppure seguendo i suggerimenti di S. Carlo i Padri ormai sicuri della continuita' della loro opera se ne assumono la responsabilita' agiscono con tale prudenza e saggezza da destare meraviglia. Rimediano aggiustano imbiancano muri compiono quei lavori che erano stati loro raccomandati da S. Carlo procurano paramenti e vasi sacri. Era Superiore il Padre G.B. Gonella (vedi la pagina precedente): poi a lui nominato Padre Generale nel 1581 successe Parroco e Superiore di Somasca il Padre Bartolomeo Brocco della cui santita' ed attivita' prudente ed esperta diremo piu' avanti. Vedi pag. 18. Sotto la guida di entrambi i Religiosi seppero risolvere problemi e difficolta' in modo rapido e concreto. Sono nominati terreni anche piccoli che vengono intercambiati tra i Padri e i capifamiglia sulla zona dove gia' si gestivano scuola e seminario. "Ben presto i Padri hanno ridotta a miglior forma detta chiesa".(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1592 === Somasca: 1592. Per porticati colonne chiavi con stanghette e simili attrezzature cimase travi calcina che viene da Erve e da Carenno in brente una trentina per volta. E questi due paesi continuano la fornitura sempre anche in seguito. Poi veniva cotta nel forno detto - Calchera -.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1592 === (ACM 5-3-5, 2) Clemente VIII: Bolla (Quaecumque a Sede Apostolica) 1592.. NOTE:

1 01 1592 === DE CONTI PRIMO, F12 (Elogia), 7. NOTE:

1 01 1592 === DE CONTI PRIMO, Nei Processi canonici di Milano, F6,28. NOTE:

1 02 1592 === (atto notarile dei tempi del p. Maranese, con cornice e greche tutto intorno; si tratta di ritrascrizione ottocentesca di documenti antichi, richiesti dal p. Maranese dopo la restaurazione della Congregazione nel 1823): Bolla di Clemente VIII che approva il passaggio della parrocchia di Somasca dalla gente alla Congregazione (... febbraio 1592). [ASPSG So 40d, 'originale'].. NOTE:

9 02 1592 === "Bulla Clementis VIII in qua approbat separationem Ecclesiae S. Bartholomei a Parrochiali S. Martini Caloltii et omnia ad hanc spectantia, anno 1592 quinto Idus februarii" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 12-15).. NOTE:

9 02 1592 === (ACM 5-1-11, ) Clemente VIII concede l'incorporazione suddetta in perpetuo, la presa di possesso spirituale e temporale, separata da Calolzio: Bulla Aequum reputavimus (V Idus februarii = 9 febbraio 1592). Era stato eletto papa il 30 gennaio 1592; a questa copia del documento sta unita a pag. 7 la "Aditio ad possessum" in data 3 aprile 1592 (cf. 5-1-15a).. NOTE:

9 02 1592 === (ACM 5-1-12, ) Altra copia del suddetto documento (9 febbraio 1592).. NOTE:

12 03 1592 === "Die eiusdem mensis Martii, feria 5°, post prandium circa homam 22 S.mus D.N. (Clemente VIII Aldobrandini, ndr.) vocare fecit omnes Ordinum Generales seu Religiosorum Priores, et Ministros, quibus ante Sanctitatem suam, in suo privato cubiculo genuflexis, Sanctitas Sua sermonem habuit, quid autem dixerit ignoro, quia omnes exclusi fuerunt, praeter ipsos Generales, seu Priores vocatos; cum quibus Sanctitas Sua loquutus fuit" (ms. "Diariorum caerimonialium Jo. Pauli Mucantii Romani I.V.D. et caerimoniarum magistri, tom. II", Bibl. Ap. Vat., Ms. lat. 12.317, folio 106v.) (cit. da: Sicard Ignatius sj., La Reforma de los Religiosos intentada por Clemente VIII. Pontif. Univ. Gregoriana, excerpta e dissertatione. Bogota, ed. La Pax 1954, pag. 13).. NOTE:

3 04 1592 === "Additio ad possessum Ecclesiae S. Bartholomei Somaschae nomine totius Congregationis, anno 1592 die 3 mensis aprilis" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 15). Notaio Giuseppe Cola di Calolziocorte.



"In Christi nomine amen, Die tertio mensis aprillis 1592 Indictione quinta.

In Ecclesia S. Bartholomei de Somasca vallis S. Martini districtus

Bergomi, mediolanensis Diocesis praesentibus testibus [...] Jo. Simone

et georgio fratribus q. d. Jo. Antonij de ayroldis de Somascha,

Bartholomeo q. martini lumbardi de benaliis, et Baptista q.

Johannis travaini de Saina omnibus asserentibus.

Ibi admodum R.dus D. Bartholomeus Brochus Rector loci R.dorum

D. clericorum regularium dicti loci de Somasca, vigore et ^ (a margine: ^ In executione)

unius Bullae S.mi in christo patris et D.D. Divina providentia

clementis Papae octavi, diei noni febrarij proximi

revoluti. Ibidem in praesentia ut supra ^ (sopra la riga: ^ in autentica forma) visae et lectae &. propria

auctoritate adijt possessum Ecclesiae praefatae S. Bartholomei

de Somasca, et domorum eidem Ecclesiae annexarum, nomine totius

religionis infrascriptorum R.dorum D. clericorum regularium dicti

loci Somasche sive S. maioli Papiae nuncupatorum

altare maius dictae ecclesiae osculando, campanas pulsando,

valvasque illius aperiendo et claudendo et ita et

prout in similibus fieri solitum est, et in omnibus

iuxta tenorem dictae bullae cui in omnibus relatio

habeatur, et de praedictis rogavit me notarius &.

In quorum fide &.

L.S. Gioseffo cola nodario".. NOTE:

3 04 1592 === (atto notarile dei tempi del p. Maranese, con cornice e greche tutto intorno; si tratta di ritrascrizione ottocentesca di documenti antichi, richiesti dal p. Maranese dopo la restaurazione della Congregazione nel 1823): Presa di possesso spirituale della parrocchia di Somasca (3 aprile 1592). [ASPSG So 40e, 'originale'].. NOTE:

3 04 1592 === (ACM 5-1-13, 1) Aditio ad possessum ecclesiae S. Barth. Somaschae nomine totius Congregationis, 3 aprile 1592. Arch. St. Bergamo, cart. 2015.. NOTE:

19 04 1592 === (So (segr.) 59) Cambio con i Benaglia di un pezzo di terra fatto da p. Bartolomeo Brocco (19 aprile 1592). [ASPSG So 59, 'originale'].. NOTE:

1 07 1592 === Visita di mons. Pietro Barcho (Barco) alla pieve di Olginate (luglio 1592). Le ordinationes verranno consegnate il 26 gennaio 1593 al prevosto di Olginate da recapitare ai parroci.. NOTE:

29 08 1592 === "1592, 29 agosto. Il p. Bartolomeo Brocco Rettore del Collegio di Somasca a nome della Congregazione et assenso del padre generale Allovisii Miliorini Patavini (Luigi Migliorini), et con la approvazione Apostolica della Curia di Milano, notaro Jo. Petrus Scotus notarius actuorum Cancelleriae Archiepiscopalis Mediolanensis, 5 agosto 1592, fa detto padre acquisto da Bartolomeo Benalio q. Martino, et Antonio fratelo Benali di Somasca di un pezzo di terreno in Somasca dove si dice 'post Turrim, et post Ecclesiam' tanto quanto e', che confina da coperti detto Bartolomeo, (a levante, a mezzogiorno) e dalle altre 2 li Padri di Somasca (a tramontana et a ponente poi l'orto della Chiesa avuto come sopra colla Chiesa dalla Comunita'). Per fabricar la Chiesa et alongar la abitazione (dove si e' fabricato il noviziato della Scola, o Sala sino alla Chiesa poi demolito colla torre per li materiali per la fabbrica nova) et in cambio gli anno dato una pertica di terreno al Lecasco, et altra pertica nella Provato, data dalla Comunita' colla Chiesa alli Padri, notaro Josef Cola di Corte" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 12a).. NOTE:

29 08 1592 === "Li 29 agosto 1592 si trova cambio di alcuni beni dei Padri con puoco terreno de Bartolomeo Benaglio confinante alla Chiesa et alla Fabbrica del Noviziato dei Padri per fabricar la Chiesa, e slargar alquanto la casa della Congregazione: pro construenda Ecclesia, et fabrica dicti eorum Collegii" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 8).. NOTE:

29 08 1592 === "Perche', come in altro luogo ho detto, vi e' molta gente in Somasca e poco territorio, e' necessario pagar bene quello che si compra e restar anco con obligo. Onde non e' meraviglia se quel puoco di luogo dietro il Noviziato si e' pagato assai bene e con diminuzione delle taglie fu venduto da ms. Bertholomeo de Benagli con questa conditione, oltre al pagamento, che esso e tutti gli suoi discendenti di linea masculina fussero esenti dal pagar le taglie a Padri che danno soldi dieci per testa, come appare per istromento rogato per D. Bonetto Arigoni nodaro publico sotto li 29 agosto 1592, posto in Archivio nel cartone n. 11. In questo cartone si ritrova uno scritto fatto con ms. Martino Benaglio uno dei figlioli di ms. Bartolomeo sopraditto quale per conseguenza vien ad esser esente dal pagar le taglie di sua casa. Perche' li condotti del Noviziato non aveano esito, e percio' rendevano gran fetore, li RR. Padri che erano in quel tempo di questo Collegio convennero con esso ms. Martino Benaglio che volesse concedere che i detti condotti havessero esito nel suo loco a noi contiguo, quale ms. Martino stimo' fare una gratia ai Padri e si contento', con questo pero', che dal sagrato della nostra chiesa come nostro potesse egli con una scaletta discendere, et andar nel suo luogo. La qual cosa fu concessa, ad arbitrio pero' di ambo le parti. Si' che ognuno e' padrone di annullare questo contratto. E questa e' la scrittura che in detto cartone e' riposta" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 57).. NOTE:

29 08 1592 === (So (segr.) 60) Acquisitio petia terrae retro Novitiatum quae erat Bartholomaei de Benaleis (29 agosto 1592). [ASPSG So 60, 'originale'].. NOTE:

1 01 1593 === CARDONE GIOVANNI crs., prof. 1593.. NOTE:

1.01.1593 === Rossi G. Battista crs., In universam Aristotelis logicam dilucida explanatio, Venezia 1593 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 33-13]. NOTE:

1.01.1593 === Stazzano Giacomo crs., Fioretti d' orationi. Pavia Bartoli 1593 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 85-67]. NOTE:

1 01 1593 === Morigia Paolo (1525-1604), Historia de' personaggi illustri religiosi diuisa in cinque libri ... del r.p.f. Paolo Morigi giesuato. In Bergamo : per Comin Ventura, 1593. [16], 344 [i.e. 348] p.; 50, [2] p. ; 4¡



Localizzazioni: BA0017 Biblioteca provinciale dei cappuccini di Puglia - Bari

MC0075 Bibl. com. Francesco Antolisei - San Severino Marche

MI0255 Biblioteca della Societ&Mac246; storico lombarda - Milano

MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano

MI0191 Bibl. e Arch. della ven. fabbrica del Duomo - Milano

PV0012 Bibl. della Basilica collegiata di S. Pietro Apostolo - Broni. NOTE:

1 01 1593 === n.n., Libretto per conoscer il Governo delle Scuole de Putti et Putte et come si debba orare. in: Brescia MDXCIII, p. 8 (il testo riflette senz' altro una situazione gia' precedente; si tenga presente che Girolamo Miani si reca a Brescia nel 1532 per avviare l' insegnamento del catechismo e la pratica sacramentale, e forse da lui prende inizio la famosa "Dottrina dei poveri del Duomo"). Cit. da Guglielmoni 1983, 91, nota 75.. NOTE:

1 01 1593 === "1593. Contrapponiamo al fine disgraziato di questi malandrini (i banditi della Val Cavargna che facevano razzie in Como e dintorni, presi ed ammazzati in modo rocambolesco, di cui ha narrato nel paragrafo precedente, ndr.), la divota morte corrispondente alla vita del P. Primo del Conti uno de' piu' cari e principali Compagni del Ven. Girolamo Emiliano Fondatore della nostra Congregazione di Somasca. Abbiam di lui favellato nel libro IX della nostra terza Deca. Qui solo epilogheremo le singolari virtu' di questo grand' uomo, a cui professiamo obbligazione particolare per averci nel Sacro Fonte comunicato il suo nome. Dopo il felice passaggio di Girolamo alla gloria, persevero' Primo ne' cominciati esercizi di pieta' e carita' con raro esempio di Cristiane virtu' presso tutti, e coloro principalmente che lo conoscevano per un uomo versato in molte scienze. Fu si' lontano dal compiacersi delle sue rare dottrine, che anzi ne acquisto' sempre piu' basso concetto di se medesimo. Si raffino' di maniera nell' umilta', che sempre stette costante in rifiutare le dignita', e i benefizi Ecclesiastici, e anche le Mitre, che vennegli offerte. Si astenne anche per questo dal fare la Professione con gli altri nostri primi PP. compagni suoi l' anno 1569 perocche' non credendosi degno di prendere gli ordini sacri, non voleva essere a cio' sforzato dall' ubbidienza, com' e' credibile, che sarebbe avvenuto per mettere in estimazione maggiore la sua virtu'. Non pote' tuttavia durarla sempre nel suo proponimento, perche' Nicolo' Ormanetto (Ormaneto, ndr.) Vicario Generale di S. Carlo Cardinale, e Arcivescovo di Milano, col quale avea Primo contratto stretta amicizia e confidenza, tanto disse e tanto opero', che alla fine si lascio' introdurre a prender gli ordini sacri, e finalmente il sacerdotale, benche' foss' egli in una eta' molto avanzata. Prima pero' di celebrare la sua prima Messa di piu' giorni ad un apparecchio conveniente, aggiungendo all' orazione il digiuno, ed una confessione generale di tutta la sua vita. Celebro' poi cotidianamente con gran fervore di spirito, e dopo l' Evangelio, se trovavasi in luogo di liberta', lo spiegava chiaramente al popolo, ricavando da quello sempre qualche salutevole documento piu' opportuno a chi si trovava presente. A proporzione dell' umilta' sua interna vestiva ancora l' esterno, non da nobile persona, com' egli era, ma da povero sacerdote, e viveva con molta frugalita'. Anzi avrebbe voluto assuefarsi al digiuno perpetuo in pane e acqua sola, come fece per qualche tempo, che converso' con Girolamo, ma gli contese quest' astinenza la debolezza della sua complessione. Si paleso' molto zelante della Fede Cattolica, e della riforma introdotta dal Sacro Concilio di Trento, al quale sebbene non si legge sottoscritto il suo nome, contuttocio' fu presente. Discorrea piu' volte sopra le controversie della Religione, e principalmente contro gli Eretici, e non senza frutto, come gli riusci' una volta, che fu da mons. Volpi nostro vescovo spedito nella Valtellina, perche' ivi confuto' due Ministri dell' eresia, l' uno de' quali si riconobbe de' suoi errori, e torno' al grembo della Chiesa Romana, e l' altro pure convinto dall' energia delle sue ragioni promise di abiurar l' eresia. Ebbe straordinaria corrispondenza con Gregorio XIV quand' era cardinale e vescovo di Cremona, e allora, che poi fu assunto al pontificato gli scrisse una lettera latina di congratulazione, nel fin della quale altro non gli richiese che la sua benedizione. Resto' molto edificato il pontefice della sua modestia, e rispose che tali dovevano essere veri Religiosi, che non bramavano altro dal sommo Pastore, che l' apostolica sua benedizione. Lesse la Sacra Scrittura, e la spiego' piu' volte in Milano a diversi Religiosi. Fu dotato d' una memoria felicissima ricordandosi delle materie da lui lungo tempo prima studiate, e ragionando di quelle, con chi lo ricercava di qualche difficolta', come se allora solo le avesse per le mani, e pur egli era gia' vicino a novant' anni. Furono per diligenza di Primo stampate alcune opere di Marcantonio Maioragio suo cugino germano, che fu ai suoi tempi un Orator dei piu' celebri e rinomati d' Italia, ne' mai pero' volle pubblicare alcuna cosa del suo, come l' avrebbe potuto fare con molta sua gloria; ma se n' astenne per la sua profonda umilta', contentandosi delle sole prefazioni, che fece all' opere del Maioragio da lui pubblicate. Di questa sua modestia ne fa chiara testimonianza Scipione Albano Protonotario Apostolico e Canonico della Scala in Milano suo strettissimo amico con queste precise parole: 'Scribere renuit, quia, quod scribendum erat, quotidiana operationis pagina monstravit'. Manco' Primo in eta' di novantacinqu' anni, l' anno corrente 1593; ma non sappiamo ne' il giorno ne' il mese, ne' il luogo, dove terminasse i suoi giorni, e dove avesse la sepoltura, benche' ci sembri probabile che l' avesse in Milano" (Tatti, Annali di Como, Deca Terza, Appendice, 55.93).. NOTE:

1 01 1593 === Morte e sepoltura del p. Primo de Conti. Cosi' e' narrata dal p. Paltrinieri nel libro che nel 1805 dedica a questo esimio letterato, a pag. 57: "Quanto al tempo preciso della sua morte, si fissa questa data da alcuni nel Dicembre del 1592; ma secondo il sentimento dei piu', avvenne essa nel 1593 ... Quello che si afferma concordemente da tutti coloro che parlarono della sua morte si e' che 'termino' la sua vita tutta lodevole, con fama di un gran servo di Dio, e con un fine beato. Furono celebrate le sue Esequie con molta onorificenza nella Chiesa di S. Giorgio del detto luogo di Corneno, e fu seppellito il di lui cadavere nella Cappella della B. Vergine, di ragione della di lui Casa, in un sito a parte sotto un, cosi' detto, Tombino fatto di mattoni, fuori del Sepolcro de' di lui Antenati. Nell'anno poi 1722 in cui fu demolita la detta Chiesa, per rifarne una nuova piu' grande e piu' maestosa, fu scoperto il detto Tombino, e videsi il suo Cadavere ancora intero in veste talare, e da Religioso. Il Rev. Parroco di quel tempo, Fabio Antonio Piatti, per venerazione al nome d'un uomo cosi' insigne in pieta' e in dottrina, lo fece riporre sotto l'altar Maggiore della nuova sua Chiesa' (nota: queste ultime notizie sono cavate da una lettera, che fu unita alle Memorie inedite del p. Semenzi; essa fu scritta da Giuseppe Maria del Conti di Carella al nostro P. D. Carlo del Conti in data dei 10 maggio 1759)".. NOTE:

1 01 1593 === Ordinationes (26 gennaio 1593) dopo la visita pastorale di mons. Pietro Barcho (Barco) nel luglio 1592 [ASPSG So 61, 'fotocopia'].. NOTE: ACM 5-2-0-2c.

Milano, Arch. Arciv., sez. X, vol. 13, Olginate.

1 01 1593 === "Si fabbrica il Coredore nel 1593-94, da Libro Esito primo" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 13b).. NOTE:

1 01 1593 === Somasca: 1593. "Si fabrica il coridore del lato centrale al primo piano" (soprano): segno che i lavori procedono bene (13b). La fabbrica va avanti il lato centrale si allunga dalla chiesa verso Via Fredda.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1593 === TRENTO, S.M.Maddalena: opera iniziata nel 1593 e finita nel 1803 (tipo di opera = F-P). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1593 === TRENTO, Seminario: opera iniziata nel 1593 e finita nel 1771 (tipo di opera = SD). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1593 === DORATI EVANGELISTA, preposito generale, cremonese (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

26 01 1593 === Dopo la Visita regionale fatta nel luglio 1592 a Olginate da mons. Pietro Barcho (Barco, canonico di S. Ambrogio in Milano), accolto dal prevosto De Capitani da Vimercate (Vimercati, ndr.), lo stesso prevosto consegno' il 26 gennaio 1593 ai dieci parroci della pieve le "Ordinationes seu decreta" emanati in quell' occasione; i parroci nel riceverli lasciarono scritto col proprio nome la formula "Ego ... fateor me recepisse die suprascripto ordinationes factas per Rev.um Dominum Barchium visitatorem". Per la parrocchia di Somasca le ricevette il p. Bartolomeo Brocco " curato di Somasca" (Olginate, Arch. Parr., Visite vecchie, f. 36; le Ordinationes in: Milano, Arch. Curia Arciv., sez. X, Visite Pastorali, pieve di Olginate, vol. 14, q. 6).. NOTE:

26 01 1593 === (ACM 5-2-0, 2c) Ordinationes emanate dal Visitatore mons. Pietro Barcho (Barco), canonico di S. Ambrogio in Milano, dopo la Visita fatta nel luglio 1592 alla Pieve di Olginate; consegnate al parroco di Somasca p. Bartolomeo Brocco crs. il 26 gennaio 1593 (= ASPSG So 61).. NOTE:

26 04 1593 === (ACM 1-3-8, ) Clemente VIII invia alla Congregazione Somasca un Bolla (Decet ex benignitate Sedis Apostolicae studio provenire ...) del 26 aprile 1593 con la quale concede privilegi, diritti e benefici vari (pubblicata in ACM 1-3-10 a pag. 38). In archivio sta la copia originale inviata al Procuratore somasco p. Luigi Migliorini dal Protonotario Camillo Burghesio, con timbro di ceralacca, ma di difficile lettura.. NOTE:

1 11 1593 === Nel novembre 1593 il p. Evangelista Dorati si porta in visita a Somasca - Tentorio, Dorati 1958, 17 nota. NOTE:

20 12 1593 === Pergamena Miani: contratto a Fanzuolo (Fanzolo) di Vincenzo Minotto q. Gasparo. - Museo Correr, cod. Cicogna 3423, fasc. II, 19 - RC 1962 p. 88. NOTE:

1 01 1594 === NAVONE CESARE crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1-01-1594 === SONCINO ANDREA crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1594 === Alessandro Maganza (?) (Vicenza 1548-1632), Madonna col Bambino, S. Giovannino, S. Elisabetta e Girolamo Emiliani, olio su tela 203x129 cm., provenienza: Vicenza, Chiesa di S. Maria della Misericordia; IPAB di Vicenza, inv. n. 1429; SBAS del Veneto, cat. gen. n. 05/00314435; restauro 1996.



Ciseri Ilaria, Scheda n. 15. in: Rigoni Chiara (a cura), La carita' a Vicenza. I luoghi e le immagini. Ed. Marsilio, Venezia 2001, p. 81-83 (scheda) e 82 (foto col.):



"Il dipinto proviene dalla chiesa vicentina di S. Maria della Misericordia, da cui e' stato rimosso nel 1985 insieme alle altre pale d' altare. All' epoca si trovava ancora nella medesima collocazione in cui nel 1779 lo segnalavano gli autori della "Descrizione delle architetture, pitture e scolture di Vicenza" pubblicata appunto in quell' anno: "la Tavola del secondo altare, che ha la B.V. col Bambino Gesu', S. Gio. Battista, S. Elisabetta , e in distanza S. Girolamo Miani, e' una copia di Rafael d' Urbino, fatta da un giovine Maganza, il quale cangio' solo il S. Giuseppe nel B. Girolamo Miani. Di quest' opera v' e' una stampa famosa di Nicolo' Pitau' Francese" (Baldarini 1779, I, p. 89). La tela e' infatti copia antica di un dipinto assai noto gia' nie primi decenni del Cinquecento: la "Sacra Famiglia con S. Elisabetta e san Giovannino", detta "Madonna del Divino Amore" (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte), per secoli considerata opera di Raffaello, ma oggi ricondotta dalla critica alla mano del suo allievo Giovan Francesco Penni (Leone De Castris 1995, pp. 126-127). Il quadro originario, dipinto su una tavola di dimensioni un po' piu' piccole rispetto alla copia vicentina, gode oggi di un' ampia documentazione che consente di ripercorrere la storia, dalla committenza ai passaggi di proprieta' in prestigiose collezioni, fino all' ingresso nelle raccolte del Palazzo Reale di Napoli. Scrutando all' interno di tale percorso sara' forse possibile risalire a utili indizi circa l' origine della tela veneta. Nelle "Vite" di Giorgio Vasari (1568, IV, p. 348) la "Sacra Famiglia" e' ricordata come capolavoro di Raffaello, che l' avrebbe realizzata per Lionello Pio da Carpi intorno al 1518: non a caso il paesaggio si sfondo e' caratterizzato dalla rocca del castello di Meldola, donato in quegli anni ai Pio da Carpi da papa Leone X. Successivamente al 1564, alla morte cioe' del card. Rodolfo Pio da Carpi, che l' aveva ereditata, la "Sacra Famiglia" passo' nella prestigiosa collezione dei Farnese, che ne furono proprietari fino alla prima meta' del Settecento. L' opera aveva avuto immediato successo, al punto che stando ad un' altra testimonianza vasariana (1568, V, p. 186), gia' verso il 1520 Innocenzo da Imola ne aveva tratto una copia (ora Althorp, collezione Spencer); lo stesso Giovan Francesco Penni inoltre ne esegui' subito una replica, oggi conservata nella chiesa di S. Maria di Monteverginella a Napoli (Leone De Castris 1988, p. 65). La celebrita' del dipinto e' in ogni caso attestata dalle numerose copie e derivazioni antiche che ne vennero realizzate - su tavola, su tela, a stampa o su rame - nel corso dei secoli e che si trovano ora in musei e in raccolte di tutto il mondo (Leone De Castris 1995, pp. 126-127). Con questa tela vicentina, rimasta a lungo ignorata o comunque poco considerata dagli studiosi, il nucleo derivante dalla "Sacra Famiglia" di Capodimonte viene dunque oggi ad arricchirsi di un importante esemplare. In assenza di dati documentari e' al momento presumibile che l' esecuzione del dipinto veneto sia da collocarsi intorno al 1594, anno in cui la chiesa della Misericordia venne radicalmente ristrutturata, e che la commissione sia stata affidata ad Alessandro Maganza, o a un esponente della sua bottega che potrebbe identificarsi anche con uno dei suoi giovani figli. Se l' impronta stilistica puo' contribuire ad avvalorare simile attribuzione, resta piu' problematico rapportare l' esecuzione della copia con la mancanza di dati biografici che attestino per uno di questi artisti un significativo allontanamento da Vicenza. In quegli anni infatti la tavola da replicare apparteneva gia' ai Farnese e si trovava con tutta probabilita' a Roma: qui infatti il card. Alessandro l' aveva acquistata nel novembre 1565 e sistemata nella sua camera del palazzo romano, ove e' attestata nei decenni successivi, e ove risulta ancora negli inventari del 1644 e del 1653 (Robertson 1992, p. 148; Jestaz 1994, p. 181; Bertini 1987, pp. 205, 210-211). La realizzazione della copia dovrebbe peraltro essere avvenuta direttamente dall' originale, data la quasi totale corrispondenza compositiva e cromatica e dato che le incisioni diffuse nel corso del Cinquecento presentano sfondi architettonici talora assai diversi dal dipinto. La variante piu' sostanziale e' costituita dalla sostituzione della figura di S. Giuseppe con quella di S. Girolamo Emiliani (non ancora connotato dall' aureola poiche' la canonizzazione sarebbe avvenuta nel 1767), personaggio di spicco, che aveva legato la sua attivita' vicentina proprio all' ospedale della Misericordia. Tale presenza verrebbe del resto a ribadire la committenza espressamente locale della copia, da riferirsi forse ai Trissino, famiglia che ebbe importanti legami con quella chiesa e con lo stesso Emiliani, o con piu' probabilita' ai Fortezza, il cui stemma (una colonna argentea su fondo azzurro, accostata da due leoni rampanti d' oro e sormontata da una stella a otto raggi, cf. Rumor 1899, tav. VII) coronava l' altare in cui il dipinto e' giunto fino a noi. Un' ultima particolarita' merita di essere evidenziata, quale ipotetica motivazione che porto' a desiderare per la chiesa della Misericordia una copia di quella specifica opera. L' appellativo oggi comune di questa "Sacra Famiglia" era forse gia' in uso nel XVI secolo, poiche' in una stampa anonima datata 1571 il quadro e' corredato da una lettera contenente un riferimento implicito alla "Madonna del Divino Amore" (Raphael. Son Atelier 1992, p. 292); il fatto che l' oratorio del Divino Amore di Vicenza, fondato nel 1494, ebbe sede dal 1506 proprio presso i locali dell' ospedaletto della Misericordia (Mantese 1964, III, 2, p. 68) induce quindi ad individuare un possibile legame tra l' opera e l' istituzione cui era destinata. La scelta di quel dipinto verrebbe dunque a delinearsi nel suo puntuale e duplice intento celebrativo dell' antico oratorio e del suo piu' importante patrono, con un prestigioso rimando devozionale alla Madonna del Divino Amore, della cui sacralita' Girolamo Emiliani diveniva tramite diretto per la comunita' vicentina (Bibliografia: Baldarini 1779, I, p. 89; Cevese 1993, inv. 1429)".

. NOTE:

1 01 1594 === Maganza Alessandro (Vicenza 1548-1632), Cristo e la Vergine presentano gli orfani a San Girolamo Emiliani e ai padri Somaschi; olio su tela, 290x213 cm., provenienza: Vicenza, Chiesa di S. Maria della Misericordia, pala dell'altar maggiore (IPAB di Vicenza, inv. n. 1453; SBAS del Veneto, cat. gen. 05/00314439) - Tentorio, Misericordia Vicenza 1965, 11 (Tentorio ha: Magonza!)



Dossi Maria Cristina, Scheda n. 14. in: Rigoni Chiara (a cura), La carita' a Vicenza. I luoghi e le immagini. Ed. Marsilio, Venezia 2001, p. 80 (foto col.) e 81 (scheda):



"La tela era collocata fin dall' origine sull' altare maggiore della Chiesa di S. Maria della Misericordia che faceva parte dell' orfanotrofio istituito da San Girolamo Emiliani (1486-1537), fondatore dell' Ordine dei Somaschi. In uno spazio definito da scure architetture, sono raffigurati Cristo e la Vergine che presentano al santo e ai confratelli gli orfani, a cui San Girolamo dedico' l' ultima parte della propria vita aprendo numerosi ospizi con funzioni simili a quello della Misericordia di Vicenza. L' attribuzione del dipinto ad Alessandro Maganza ha radici lontane nella tradizione critica: gia' citato con questa attribuzione dal Ridolfi (1648, p. 234), seguito poi da tutta la critica successiva, la pala costituisce uno dei capisaldi della prima e piu' interessante produzione del pittore. L' opera dovrebbe essere stata eseguita verso il 1594, data attorno alla quale la chiesa venne rinnovata (Barbarano 1761, V, p. 426): conferma in questo senso e' offerta dalle affinita' con altre opere risalenti a questi anni, come l' "Orazione nell' orto" della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, appartenente sempre all' Ordine dei Padri Somaschi e databile tra il 1589 e il 1591 (Binotto 1981, p. 44), in cui la figura di Cristo rivela notevole somiglianza con quella qui rappresentata. Un' altra opera affine per molti versi al dipinto qui trattato e' l' "Adorazione dei Magi" della chiesa di S. Domenico a Vicenza: considerata una delle prove piu' ragguardevoli nella produzione maganzesca, essa mostra un tono di colore meno vivace rispetto alle opere dei primi anni ottanta. La trattazione dei volti, soffusi di ombre leggere, e l' elegante espressivita' delle mani rimandano anche ad alcuni bei ritratti dovuti ad Alessandro ("Ritratto di Maddalena Campiglia" del Museo Civico di Vicenza e "Angelo Correr riceve dalla citta' di Vicenza la commissione ducale" di Ca' Farsetti a Venezia) databili agli stessi anni e tra le migliori testimonianze dei modi maganzeschi. Bibliografia: Ridolfi 1648, p. 234; Barbarano 1761, V, p. 426; Cevese 1993, inv. 1453".. NOTE:

1 01 1594 === "1594, spese per le colonne per il portico attaco alla Torre, e sopra anticamera alla Torre. E spese per scalini, scaletta vicino al Refettorio, tra la porta e il Refettorio. Il Refettorio vicino alla strada, che porta in Beseno. E sopra il Dormitorio" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

1 01 1594 === Caserta - S. Maria del Monte: anno di fondazione 1594 (card. Santorio e 32 confraterni e divoti). NOTE:

1 01 1594 === Il Capitolo Generale del 1594 celebrato a S. Lucia di Cremona decreta "che si trasferisca il Noviziato da Pavia a Somasca; che S. Maiolo di Pavia sia luogo di studio per i giovani professi" - Tentorio, Dorati 1958, 66 nota 45 - ACS tomo 1, parte I, c. 200. NOTE:

1 01 1594 === Somasca: 1594. Altro forte quantitativo di chiodi chiavi con le sue "stagette" per il portico vendute dalla fabbrica di Castello di Lecco (910) che pare la fornitrice per tutta la fabbrica. (Gia' allora Lecco era nota per questa specialita'?). Il lavoro prosegue in tutto il fabbricato con spese contemporanee di materiali vari: vetrate scalini pietre lavorate... (915). Si compera un cavallo per i lavori: di sei anni senza sella: a scudi 20 (92).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1594 === Somasca: 1594. Lavori per il refettorio su Via Fredda e sopra il dormitorio (6N). Fabbrica della scaletta al piano superiore quella del noviziato.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1594 === Somasca: 1594. Progrediscono i lavori del portico e del dormitorio su Via Fredda (910). Lunghe note di materiali e di spese per colonne pilastri; per dormitorio e refettorio sono pronte per finestre scale e solaio. Si paga il legnamaro il marangone il maestro per le colonne (6c). Nasce il nuovo noviziato a camere unite con la sua scala.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1594 === Somasca: 1594. Si compera un libro per lettura a tavola (910). Non fu certo una grossa spesa ma figura bene in mezzo a quelle ben forti e pesanti richieste dalla fabbrica del collegio.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1594 === Somasca: 1594. Torre Benaglia. E' coperta con coppi si aggiustano scalini finestre si rafforza con chiavi e stagette fornite dalla solita fabbrica di Castello di Lecco (915).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1594 === CASERTA, S.M. del Monte: opera iniziata nel 1594 e finita nel 1652 (tipo di opera = Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

24 04 1594 === "Accettato alla Religione Gian Domenico Bianchi Milanese" (Capitolo Generale del 24 aprile 1594 celebrato a S. Lucia di Cremona, generale p. Dorati) - ACS tomo 1, parte I, c. 201 (il futuro p. Bianchi e' l'autore del "Giardino di Somasca" ms.). NOTE:

20 05 1594 === "1594, 20 maggio, per la colonna e mezza colonna al mastro £. 69" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.10).. NOTE:

1 07 1594 === "1594, 1 luglio, dato a mastro Bernardo muratore, a conto della fabbrica del portico £. 379; al picaprede, a conto de scalini £. 31; chiodi di ferro, tolti al castello di Lecco con le sue stazzette, per il portico £. 80" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.10).. NOTE:

26 11 1594 === "1594, 26 novembre, per una chiave di ferro tolta a Lecco £. 50" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.15).. NOTE:

1 01 1595 === BENAGLIA ANDREA crs., nell' anno 1591-95 era a S.SIRO, ALESSANDRIA. NOTE:

1 01 1595 === n.n., Interrogatorio della Dottrina Christiana, Cremona MDXCV. Foto del frontespizio in: Tentorio Marco crs., Considerazioni sui catechismi della Riforma cattolica. s.l. dicembre 1992 (Volume fuori commercio), 51. NOTE:

1 01 1595 === p. Ludovico Barile (Barili) da Bergamo, agostiniano (1532-1595): uno dei migliori teologi e canonisti del suo tempo. Era imparentato col ns. p. Agostino Barili?. NOTE:

1 01 1595 === Roma - Collegio Clementino: anno di fondazione 1595 (papa Clemente VIII); fine nel 1875. NOTE:

1 01 1595 === ROMA, Coll. Clementino: opera iniziata nel 1595 e finita nel 1874 (tipo di opera = CS). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1595 === ROMA, S.Cesareo: opera iniziata nel 1595 e finita nel 1761 (tipo di opera = V). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

2 01 1595 === "1595, 2 zenar, per la pietra della sepoltura e putino" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

21 03 1595 === "1595, 21 marzo, finito di pagar la portina, e scalini della Chiesa" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11a).. NOTE:

12 08 1595 === "1595, 12 agosto, finito di pagar il picapreda per contarvi, dintorno alla Chiesa, o siano contoni, quadrelli, mattoni" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 11b).. NOTE:

13 09 1595 === "1595, 13 settembre, al Fratel Gasparo per Pavia alle ordinazioni £. 14" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.2).. NOTE:

5 10 1595 === Bolla "Ubi primum ad summi apostolatus apicem" di Clemente VIII (5 ottobre 1595) con cui erige in Roma il Collegio Clementino; il papa chiama i Somaschi "educationi juventutis ex professo et peculiari instituto vacare soliti".. NOTE:

1 11 1595 === MONTI GIROLAMO crs. fr. vicentino (De Monti) (Lista Biografie). NOTE:

1 11 1595 === I Somaschi aprono solennemente il Collegio Clementino nel Palazzo Jacovacci in Piazza Sciarra a Roma (1° sede).. NOTE:

15-12-1595 === BUSTANZIO ALBERTO crs. (Lista Biografie); 8° parroco di Somasca (1589-90). NOTE:

1-01-1596 === ARGINO SEBASTIANO crs. (Lista Biografie); - Stoppiglia 1929 (Chiesa), 342 (preposito alla Maddalena di Genova, cf. Atti Capitoli. Generali); - Tentorio 1969 (Miseric. Brescia), 57; - Stoppiglia, S. Spirito 1933, 66. NOTE:

1 01 1596 === BEMONDO DOMENICO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1596 === BUNECCHIO GIORGIO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1-01-1596 === NEGRI LUDOVICO crs. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1596 === OLIVERIO PIETRO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1596 === PONZIO CORNELIO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1596 === TESTA COSTANTINO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1596 === ZUCCOTTO GIOVANNI ANGELO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1.01.1596 === Maffioli Celio crs., Il Gerbino, tragedia, Roma 1596 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 20-44]. NOTE:

1 01 1596 === Mozzi Achille, Achillis Mucii Theatrum sex partibus distinctum. Bergamo, typis Comini Venturae MDXCVI (1596). Copia a: Bergamo, Bibl. Civ. Mai: cinq. 2/1490.. NOTE: Landini 18.

1 01 1596 === Da Lezze Giovanni (Zuane da Lezze), Descrizione di Bergamo e suo territorio, 1596 (a cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagan). Bergamo (Provincia di Bergamo) 1988, LXX, 574 p., {4} c. di tav. ill. ; 24 cm, (Collezione: Fonti per lo studio del territorio bergamasco).. NOTE: Riguardano i Somaschi:



"... Hospitale della Maddalena (Borgo S. Leonardo, Vicinia di S. Stefano): ricovero di Pazzi insipidi in numero di 48 homini e 24 putti, dotazione patrimoniale di 800 scudi.

... Orfanotrofio maschile dei poveri di S. Martino, 1532 (Borgo S. Leonardo, presso la chiesa e il convento di S. Martino): ricovero di 44 orfanelli, dotazione patrimoniale: elemosine e misericordia.

... Orfanotrofio femminile (presso la chiesa della Annunziata, Borgo S. Antonio): ricovero di 40 orfanelle, dotazione patrimoniale: elemosine e misericordia".

1 01 1596 === Locatelli Andrea da Mapello (Mapello, Bergamo, ? - Roma 1596) con istrumento rogato dal notaio Panizza lego' 6.000 scudi ai padri Somaschi di san Biagio in Monte Citorio (fondato nel 1573), con l' obbligo di dotare ogni anno di 50 scudi due zitelle indigenti e di comprovata moralita', appartenenti alla sua famiglia o della sua terra d' origine oppure di un altro luogo, ma con le qualita' richieste. Il legato fu versato dall' erede testamentario Gerolamo Locatelli sotto forma di beni stabili, censi e denari. (L' archivio e' stato donato nel 1981 alla Bibl. Civ. Mai di Bergamo da Carlo Locatelli di Valle Imagna, il quale a sua volta lo aveva acquistato dai padri Somaschi di Genova. Vi si conservano 576 fascicoli disposti in ordine cronologico (con estremi daI 1559 al 1794) disposti in 11 faldoni, dei quali il numero 10 contiene le camicie originali e il numero 11 le copie fotostatiche degli atti conservati presso l' archivio dei padri Somaschi di Genova. Inventario: Inventario dattiloscritto, redatto nel 1982 da Tiziana Sallese, privo di introduzione storico-archivistica, molto sommario, non suddiviso in serie, ma con gli atti disposti in ordine cronologico; consultabile in Salone Furietti, segnatura: Ar 32). L'atto in questione si trova in: Bibl. Civ. Mai Bergamo, cataloghi e inventari / archivi /archivi e collezioni documentarie / doti andrea locatelli.. NOTE:

1 01 1596 === Salo' - S. Benedetto: anno di fondazione 1596 (conte Sebastiano di Lodrone). NOTE:

1 01 1596 === Visita del Vicario Foraneo (gennaio 1596). [ASPSG So 64, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1596 === SALO' , S.Benedetto: opera iniziata nel 1596 e finita nel 1672 (tipo di opera = S-Ch). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1596 === FORNASARI GIOVANNI BATTISTA, F12 (Elogia), 36. NOTE:

1 01 1596 === FORNASARI GIOVANNI BATTISTA, preposito generale, lodigiano (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

1 01 1597 === Oliveri Sebastiano, Madonna assunta (olio su tela, realizzato su commisione di Francesco de Conti nel 1597, come dalla didascalia in basso a dx sul quadro "OPERA FRAN. MED. DE COMITIBUS"; Med. sta per Medicus), chiesa di S. Giorgio a Corneno (Eupilio, CO), terzo altare a dx. Il pittore ha ritratto ai piedi della Madonna la chiesa di Corneno come era nel '500 prima degli ingrandimenti settecenteschi; ritrae pure un piccolo specchio a dx con le sette palle medicee. Quattro anni prima, nel 1593, proprio in questa chiesa erano stati fati i solenni funerali a p. Primo de Conti.. NOTE:

1.01.1597 === Bramicelli Guglielmo crs., Inni che si cantano tutto l' anno alle hore canoniche nella Chiesa Romana dichiarati e tradotti in lingua italiana, Venetia 1597 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 5-2]. NOTE:

1.01.1597 === Maffioli Celio crs., Il Gerberino, tragedia, 1597 [ASPSG, C.R.S. Auctores: FT. 68-B]. NOTE:

1 01 1597 === Guidoni Pietro Bernardino (Guido Bernardino Padovano, can. reg. S. Salvatore, sacrista di S. M. Maggiore di Treviso), Dei miracoli della B. Vergine di Treviso. Treviso 1597, per i tipi di Gio. Batta Cattino - e' il "Libro Terzo dei Miracoli, poco fa stampato" come dice l' Albani nella sua Vita di Girolamo del 1600, oppure il "Quarto" cioe' il ms. 646? - Landini 18 e 77 - questo libro del Guidoni doveva essere la continuazione del Quarto Libro (il cui ultimo miracolo e' del 1590); in realta' si tratta di una selezione dei casi piu' interessanti registrati nel Quarto Libro e trascritti in italiano senza citarne la fonte. Al cap. 9° pag. 40, dopo aver narrato il miracolo della prodigiosa liberazione del Santo da Castelnuovo di Quero, aggiunge: "Di piu' si vede rappresentato con altri miracoli intorno alla Immagine di Lei che in quella citta' (di Treviso) si distribuivano intagliati in rame e con queste parole: 'Il Clarissimo Girolamo Miani Gentilhuomo Veneto miracolosamente esce di prigione di Castelnuovo'" - RC 1915, 4, 8 ("... E' una di quelle immagini di cui parla suor Caterina Veneria, priora del monastero di S. Alvise in Venezia, interrogata l'anno 1614 nel processo veneto: 'Mi ricordo che una volta fu portata da Treviso una immagine miracolosa della Beata Vergine qui al monastero da uno che ne vendeva, et attorno di essa vi erano descritte alcune lettere che raccontavano uno miracolo occorso a questo Santo padre ... e mi ricordo che detta suor Gregoria (Elena Miani, nipote di SGM, ndr.) mi disse che il miracolo di quella Beata Vergine era occorso particolarmente al detto Santo, suo Barba (zio, ndr.), cioe' al padre Girolamo Miani'. Detta tavoletta votiva ...", articolo di p. Ferioli Ferdinando crs.) - Il Guidoni fa forse riferimento all'incisione Caimotto760 (cf. il particolare Caimotto760a)?. NOTE: cit. in Summarium 1714 (elenco scrittori) pag. 32 (Guido Bernardino Padovano Canonico Regolare di S. Salvatore, libro de Miracoli della Beata Vergine di Trevigi. Ivi stampato per Giovanni Battista de Cattino 1597. Al cap. 9 pag. 40 narra il miracolo fatto da Maria in liberare il Venerabile Girolamo Miani dal carcere, e soggionge: 'Di piu' si vede rappresentato con altri miracoli intorno all' Immagine di Lei, che in quella Citta' si distribuivano intagliati in rame con queste parole: Il clarissimo Girolamo Miani Gentiluomo Veneto miracolosamente esce di prigione di Castelnuovo').

1 01 1597 === Guidoni Pietro Bernardino (Guido Bernardino Padovano, can. reg. S. Salvatore, sacrista di S. M. Maggiore di Treviso), Miracoli piu' segnalati fatti dal grande Iddio per intercessione di Maria Vergine nostra avvocata, la cui effigie e' tenuta con decente venerazione nel celebre tempio di Santa Maria Maggiore di Trevigi. Treviso ed. Evangelista Dehuchino 1597. (Fotocopia dell'originale, conservato a Treviso nella Bibl. Comun. con la segnatura: ii.14.g.16, a Treviso, S. Maria Maggiore, AP 8, 4bis; AP = Archivio Parrocchiale).. NOTE:

1 01 1597 === "1597, spese per il Refettorio a canto della scaletta; spese per il solaro di sopra novo, sopra alla cantina poi e camere tre mezzo" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

1 01 1597 === "1597, spese per il Refettorio e cucina" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

1 01 1597 === Bolla di Clemente VII con cui affida la cura della parrocchia di S. Agostino di Treviso ai Somaschi.. NOTE:

1 01 1597 === Il papa Clemente VIII Aldobrandini approva i Religiosi Chierici della Dottrina Cristiana (Dottrinari), fondati dal canonico Cesare De Bus.. NOTE:

1 01 1597 === "Si vede rapresentato con altri miracoli intorno alla immagine di Lei (Madonna Grande, ndr.), che in quella citta' (Treviso, ndr.) si distribuivano intagliati in rame sin dall'anno 1597, con queste parole: 'Il Clarissimo Girolamo Miani gentilhuomo Venetiano miracolosamente esce di prigione di Castelnuovo'. E di qua poi e' avvenuto, che quando si comincio' a dipingere il ritratto di lui nella Congregazione in diversi luoghi, s'accordarono tutti i nostri, benche' prima non si fusse trattato in qual forma dovesse essere dipinto, di farlo dipingere avanti la Santissima Vergine, overo ad un Crocifisso, ma con le manette e ceppi e la chiave, per essere stato questo miracolo al principio della nostra fondatione" (cit. da De Rossi Costantino, Vita del B. Girolamo Miani, Milano 1630, lib. I, cap. IX; cf. Caimotto).



"Si vede anche rappresentato il miracolo della liberazione di Girolamo da Castelnuovo con altri miracoli intorno all'immagine della Madonna Grande, che in Treviso si distribuivano, intagliati in rame sin dall'anno 1597 con queste parole 'Il Clarissimo Girolamo Miani gentilhuomo Venetiano miracolosamente esce di prigione di Castelnuovo'. Di qua e' poi avvenuto che quando si comincio' a dipingere il ritratto di lui in diversi luoghi della nostra Congregazione, s'accordarono quasi tutti, benche' prima non si fosse trattato in qual forma dovesse esser dipinto, di figurarlo avanti alla Santissima Vergine, ovvero al Crocifisso, ma con accanto le manette, i ceppi e la chiave, per essere stato questo miracolo il principio della nostra fondazione" (De Rossi 1630 = Borgogno 1867, 36).. NOTE:

1 01 1597 === Somasca: 1597. Lavoro per refettorio inferriate finestra per cucina su Via Fredda; chiavi con stagetta e travi per solaro pianterreno e piano soprano (9 15). Quadrelli pietra sassi: non bastano mai!(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1597 === STRANI Ludovico, F12 (Elogia), 75, professo nel 1597. NOTE:

27 01 1597 === (So (segr.) 70) Vendita di un terreno fatta da Agostino Ondei a p. Bartolomeo Brocco (27 gennaio 1597). [ASPSG So 70, 'originale'].. NOTE:

1 01 1598 === ARDIZZONI GIOVANNI ANTONIO crs.. NOTE:

1 01 1598 === BARUZIO GIOVANNI PAOLO, nato 1538, prof. 1589, morto 1598, nell' anno 1589-89 era a S.GIUSTINA, SALO' . NOTE:

1 01 1598 === BONVINO GIOVANNI crs., prof. 1598.. NOTE:

1 01 1598 === BUDIO CLEMENTE crs., prof. 1598, nell' anno 1598 era a SS.FILIPPO E GIACOMO., VICENZA. NOTE:

1 01 1598 === Stassano Giacomo Maria crs., Fioretti d'orationi, raccolti da diversi luoghi della Sacra Scrittura, et essempi di n. S. Giesu' Christo, & de Santi. Per il m. r. p. Giacomomaria Stassani Genovese, chierico regolare della Congregatione di Somasca, e dati in luce a commune vtilita' de fedeli christiani. Nuovamente ristampati. Milano, Pacifico Pontio 1598, pp. 460 (ne esiste un esemplare a Roma nella Bibl. Univ. Alessandrina, cf. il catalogo unico SBN su Internet sotto la voce "Stassani").. NOTE:

1 01 1598 === "La S. Congr. dell' Indice dei libri proibiti comanda da Roma nel 1598 una inchiesta sullo stato delle biblioteche nei conventi. Cio' dara' origine ai voll. mss. 'codd. Vatt. latt. 11266-11326'; riguarda le biblioteche dei Somaschi il ms. 'cod. Vat. lat. 11275'" (Somascha 1976, 24 con specificazione delle singole case in elenco).. NOTE:

1 01 1598 === Lugano - S. Antonio: anno di fondazione 1598 (Cattolici delle comunita' di Lugano). NOTE:

1 01 1598 === Somasca: 1598. Gia' compaiono in nota grosse spese per pietre lavorate per la chiesa (6N).(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1598 === Somasca: 1598. Per finestre anche della dispensa (917) su Via Fredda. Comperano quattro tavolini di noce per camera: poi un torchio (917) cui nel 1641 bisogna cambiare la ruota (7c). Poi nel 1623 viene comperata anche una casa vicina pagando lire 200 al signor Conti. L' uno e l' altra stavano in Via Fredda dove oggi sta "La Cascina". Il torchio fu venduto alla Fabbriceria di Calolzio ai primi del 1900.(notizia tratta da: Vanossi B., Somasca ecc., 1994).. NOTE:

1 01 1598 === Sorge al Clementino la Congregazione Mariana dell' Assunta, per i convittori piu' grandi - Zambarelli 1936 (per i piccoli cf. 1621). NOTE:

1 01 1598 === Treviso - S. Agostino: anno di fondazione 1598 (vescovo Luigi Molino alias Alvise Molin gia' arcivescovo di Zara, oriundo veneziano, poi vescovo a Treviso nel 1598)



"Gia' da tempo il vescovo Molin conosceva i Padri Somaschi, che a Venezia fin dal 1581 avevano accettato la direzione del primo nucleo di aspiranti al sacerdozio. Nessuna meraviglia che, visti i buoni risultati, abbia maturato l'idea, non appena eletto alla sede episcopale di Treviso, di affidare proprio ai Somaschi l'insegnamento e la guida del suo Seminario. Cosi' prese contatto con il Preposito Generale della Congregazione, Gio. Battista Fornasari, lodigiano, il quale col suo Capitolo Generale accetto' il piano del vescovo, cioe' di aprire a Treviso un collegio per giovani studenti, sia chierici sia laici. I primi somaschi entrarono in citta' nel 1598, provenienti da S. Maiolo di Pavia e presero possesso della chiesa di S. Agostino loro assegnata. Ora, essendo questa chiesa parrocchiale, uno o due dei 12 padri assegnati a Treviso avrebbero dovuto assumere la cura d'anime. Ben presto pero' s'accorsero che la parrocchia era povera e che il relativo beneficio (basato su 100 campi) rendeva poco, insufficiente comunque per poter gestire un collegio, e nello stesso tempo sopperire ai bisogni della stessa parrocchia. Mons. Molin trovo' ovviamente qualche difficolta' per l'opposizione da parte dei sacerdoti secolari, quelli operanti a Castelmenardo in particolare. Siccome pero' la superiorita' dei Padri Somaschi nell'ambito della docenza e dell'educazione era indiscutibile, si pote' arrivare ad un compromesso. Cosi' il vescovo in via provvisoria, riusci' a trovare una nuova sede, anche perche' l'edificio di Castelmenardo richiedeva ritocchi o riparazioni; di fatto prese in affitto, presso Porta Santi Quaranta, il Palazzo Priuli. Pare che la direzione sia stata affidata ai Padri Somaschi, l'amministrazione invece ai sacerdoti diocesani. Si sa comunque che dopo due anni i Padri Somaschi si ritirarono da Ca' Priuli. Che cosa sia avvenuto ci riesce difficile spiegare. C'erano forse malumori da parte del clero? Avevano forse i Padri troppe difficolta' nel gestire la chiesa di S. Agostino o anche nell'aprire un collegio per laici di fronte agli ostacoli posti dall'autorita' comunale? (nota: la maggior difficolta' proveniva dalle ristrettezze di carattere economico in cui si trovava la parrocchia, che era effettivamente povera; il relativo beneficio non era sufficiente per costruire e gestire un collegio; d'altra parte i frutti dell'ex lebbrosario, erano contesi, quindi sempre sub iudice; chi erano i contendenti, oltre il fisco della Dominante? Il vescovo che intendeva salvare la tavola di fondazione del Barbo, avallata dal Pontefice; il Capitolo della Cattedrale, che intendeva devolvere i ricavati per la Schola cantorum e quella dei putti del Duomo appunto, sempre secondo lo spirito della fondazione - favorire il culto liturgico -, l'autorita' comunale che d'accordo o meno con il proprio podesta', intendeva applicare quei fondi a vantaggio non solo dei putti del Duomo, ma dei ragazzi intelligenti e piu' bisognosi della citta' in genere; i Somaschi, che speravano con parte di quelle risorse di espandere la loro opera di bene e di mantenere almeno i 12 padri destinati a Treviso). Quella rinuncia provoco' qualche scompiglio. I "vecchi" docenti allora presero in mano la situazione e continuarono il loro lavoro a Ca' Priuli finche' non fossero portati a termine i lavori di adattamento a Castelmenardo; si trattava di strutturare nello stesso ambiente una nuova cappella per i chierici. Rassegnato di fronte alla situazione che si era creata, il vescovo Molin prepose all' Istituto un bravo rettore - figura che appare all'inizio del '600 - pre' Fabio Giuliani, e si interesso' parecchio dell'apprendimento a memoria del catechismo; era uscita da poco a Roma la "Dottrina Cristiana Breve" del Bellarmino, 1597. Va osservato che del catechismo i Padri Somaschi si facevano interpreti e propagandisti; il vescovo certamente si servi' di loro sia per i ragazzi della citta' come per i chierici" (Pesce, Profilo storico del Seminario di Treviso 1996, 23-26).. NOTE:

1 01 1598 === TREVISO, Sant' Agostino: opera iniziata nel 1598 e finita nel 1810 (tipo di opera = C-S). (sigla dell' Opera: A-Assistenza, C-Collegio, Ch-Chiesa, D-Diocesano, F-Formazione, P-Parrocchia, S-Seminario, V-?).. NOTE:

1 01 1598 === CORSONI EVANGELISTA, F12 (Elogia), 76, professo nel 1598. NOTE:

1 01 1598 === STASSANO GIACOMO MARIA, F12 (Elogia), 40. NOTE:

23 06 1598 === "al murator per opere alla Cappella, 23 giugno 1598" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.14).. NOTE:

1 07 1598 === "1598, luglio, dato al muratore per opere 18 alla Cappella £. 18; travi per la Cappella" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.14).. NOTE:

5 08 1598 === "1598, 5 agosto, al picapreda, prede lavorate per la Cappella £. 205". NOTE:

5 08 1598 === "1598, 5 agosto, per finito pagamento di pietre e lavorare alla Cappella £. 205" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 9.17).. NOTE:

5 08 1598 === "1598, 5 agosto, per finito pagamento di pietre lavorate alla cappella £. 205" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 6N).. NOTE:

25 08 1598 === "Il Torchio con tutto quel sito che anticamente si diceva alle Case, e' torchio di Gio: Benaglia fu comprato dal p. Bartolomeo Brocco come consta per Istromento rogato per il sig. Bonetto Arigone (Arrigoni, ndr.) nodaro pubblico sotto il di' 25 agosto 1598, posto in Archivio nel cartone al num.o 7 con un altro Istromento dove il venditore si confessa appieno soddisfatto. Perche' si torchia le grate a diversi, parmi bene porre quello, che da questo si puo' cavare ogni anno, che non sara' meno di netto £. 35" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, Suppl. Girelli pag. 151).. NOTE:

25 08 1598 === "Li 25 agosto 1598 consta per Istromento compra fatta dal padre Bartolomeo Brocco di case per prezo di £. 2250, et altre casette scoperto per £. 20 imperiali" (Somasca, Libro degli Atti, vol. 1, foglietto ms. [Valsecchi 1770ss] n. 8).. NOTE:

18 09 1598 === 1598, 18 settembre. G. F. Besta chiede alla Municipalita' di Milano un sussidio per stampare il suo volume sulla storia di Milano. In seguito al diniego della citta' l' opera - scritta intorno al 1585 - restera' manoscritta con il titolo Descrizione origine e meraviglie della citta' di Milano e delle imprese de' suoi cittadini (da: Colussi Paolo Cronologia di Milano dal 1501 al 1600; scaricata da internet: http://www.storiadimilano.it/cron/..\index.htm).. NOTE:

1 01 1599 === AGOSTINI GIACOMO (Lodrino) crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1599 === CURZIO GIROLAMO crs., prof. 1599, nell' anno 1599 era a S.CROCE DI TRIULZIO, MILANO. NOTE:

1 01 1599 === PORTESANO GENESIO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1599 === SONCINO GIROLAMO crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

1 01 1599 === TERZANO ANDREA crs. (Terzani) (Cevasco 1744, †); di Como, mori' a Venezia nel 1601.. NOTE:

1 01 1599 === TINTO GIROLAMO sr. crs. (Cevasco 1744, †), lo dice morto nel 1699! - Tinti - Tentorio 1965 (Miseric. Vicenza), 70 (rettore 1600-03); 5° parroco di Somasca (1581-86). NOTE:

1 01 1599 === VIGIER ANTONIO (poi crs.) (Vigherio, Vighierus, Viguerius) (Cevasco 1744, †), preposito della Dottrina Cristiana francese nel 1599.. NOTE: "Notatio XXVII. Viguerius Antonius. Fuit Provincialis in Gallia post unionem utriusque Congregationis. Constat ex primis exemplaribus epistolarum ad ipsum Avenionem transmissarum a p. Procuratore Generali Romae existente annis 1619, 1620, 1621, in unum codicem apud me existentem collectarum. Iacobus Marcelli in Vita P. Caesaris Bus mentionem facit de P. Vigier lib. 4 cap. 3 et 8, lib. 5 cap. 14, lib. 6 cap. 12 et 13" (Tadisi, note mss. al Cevasco, p. 181).

1.01.1599 === AA.VV., Seminarii Patriarchalis in funere Jo.Baptistae Contareni lacrymae, Venetiis 1599 [ASPSG, C.R.S. Auctores: 55-29]. NOTE:

1 01 1599 === Domis (De) Maurizio crs., Seminarii patriarchalis in funere clarissimi viri Joannis Baptistae Contarini illius et erectoris et protectoris optimi lacrimae. Venezia 1599. NOTE:

1 01 1599 === Morigia Paolo (1525-1604), Tesoro precioso de' milanesi ... con vn discorso utilissimo in lode de gl' huomini limosinieri ... raccolto con molta diligenza da frate Paolo Morigi dell' ordine de' gesuati di s. Hieronimo. In Milano : per Gratiadio Ferioli : ad instanza di Antonio de gli Antonij, 1599. [8], 150 p. ; 12¡

Localizzazioni: MI0255 Biblioteca della Societa' storico lombarda - Milano

MI0185 Biblioteca nazionale Braidense - Milano

PV0012 Biblioteca della Basilica collegiata di S. Pietro Apostolo - Broni. NOTE:

1 01 1599 === n.n., Index librorum Clericorum Regularium Congregationis Somaschae (Bibl. Ap. Vat., Vat. Lat. 11275). Situazione biblioteche somasche al 1599, Elenco in Somascha 1976, 24s:



Pavia, S. Maiolo (cc. 1-47)

Milano, S. Maria Segreta (cc. 48-61)

Treviso, S. Agostino (cc. 62-65)

Caserta, S. Maria del Monte (cc. 66-70)

Genova, S. Spirito (cc. 71-73)

Tortona, S. Maria Piccola (cc. 74-85)

Somasca, Accademia (cc. 86-95)

Vicenza, SS. Filippo e Giacomo (cc. 96-104)

Cremona, S. Lucia (cc. 105-115)

Piacenza, S. Stefano (cc. 116-135)

Venezia, Seminario Patriarcale (cc. 136-149)

Triulzio, S. Croce (cc. 150-159)

Salo', S. Giustina (cc. 160-169)

Lodrone, Seminario (cc. 170-171)

Milano, Colombara (cc. 172-177)

Ferrara, Orfanotrofio (cc. 178-179)

Salo', Accademia S. Benedetto (cc. 180-191)

Trento, Seminario (cc. 196-202)

Pavia, Colombina (cc. 209-214)

Milano, S. Martino (cc. 215-222)

Lodi, S. Andrea (cc. 223-226)

Napoli, S. Maria di Loreto (cc. 227-230)

Brescia, Misericordia (cc. 231-234)

Venezia, SS. Giovanni e Paolo (cc. 235-236)

Vicenza, Misericordia (cc. 237-238)

Siena, Innocentini (cc. 239-241)

Venezia, Incurabili (cc. 242-258)

Roma, S. Biagio Montecitorio (cc. 259-282)

Venezia, Seminario S. Marco (cc. 283-294)

Genova, S. Maria Maddalena (cc. 295-329)

Cremona, S. Geroldo (330- 347)

Como, Collegio Gallio (cc. 348-377)

Bergamo, S. Martino (cc. 390-403)

Roma, Collegio Clementino (cc. n.n.). NOTE:

1 01 1599 === A Treviso in S. Agostino i Somaschi aprono il loro Collegio.. NOTE:

1 01 1599 === Catalogo dei libri della Biblioteca di Somasca (1599). [ASPSG So 76, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1599 === "Che il Noviziato si ponga subito in Somasca giusta il decreto del Capitolo Generale del 1594" (Atti Capp. Genn., sotto l'anno 1599) - Tentorio, Dorati 1958, 66 nota 45. NOTE:

1 01 1599 === "cod. Vat. Lat. 11275.



Ordo clericorum regularium a Somascha (Somaschi).



I. Papiae (Pavia), collegium S. Maioli: (ff. 2-47) libri collegii.

II. Mediolanum (Milano), collegium S. Mariae Secretae: (ff. 49-60v) libri collegii.

III. Tarvisium (Treviso), collegium S. Augustini: (ff. 63-66v) libri collegii.

IV. Caserta, collegium a Monte: (ff. 67-70v) libri collegii.

V. Ianua (Genova), conv. S. Spiritus: (ff. 71-73v) libri bibliothecae.

VI. Dertona (Tortona), collegium S. Mariae Parvae: (ff. 74-88v) libri collegii.

VII. Somasca, academia: (ff. 86-95v) libri academiae.

VIII. Vicentia (Vicenza), collegium SS. Philippi et Iacobi: (ff. 96-101) libri collegii.

IX. Cremona, collegium S. Luciae: (ff. 102v-111v) libri collegii.

X. Placentia (Piacenza), collegium S. Stephani: (ff. 112-131) libri collegii.

XI. Venetiae (Venezia), seminarium patriarchale Venetiarum: (ff. 132-143v) libri confr. Somaschae.

XII. Trevoltium (Trivolzio), collegium S. Crucis: (ff. 144-153v) libri collegii.

XIII. Salodium (Salo'), collegium S. Iustinae: (ff. 154-163) libri collegii.

XIV. Lodrensis (Lodrone), seminarium Lodrensis: (ff. 164-165v) libri Seminarii.

XV. Mediolanum (Milano), conv. vulgo dictus LA COLOMBARA: (ff. 166-171v) libri bibliothecae.

XVI. Ferraria (Ferrara), orphanotrophium: 1 (f. 172) Ioannes Paulus Noli; 2 (ff. 172rv.174rv) libri orphanotrophii; 3 (f. 173) index librorum.

XVII. Salodium (Salo'), academia S. Benedicti: 1 (ff. 176-184v) libri biliothecae; 2 (sigillum atque subscriptio p. Evangelistae Aurati (Dorati, ndr.), rectoris academiae S. Benedicti).

XVIII. Tridentium (Trento), seminarium: (ff. 188-193v) libri bibliothecae.

XIX. Papia( Pavia), conv. Columbinae: (ff. 194v-199v) libri bibliothecae.

XX. Mediolanum (Milano), orphanotrophium S. Martini: (ff. 201-207) libri bibliothecae.

XXI. Lauda Nova (Lodi), orphanotrophium S. Andreae: (ff. 208-210v) libri bibliothecae.

XXII. Neapolis (Napoli), orphanotrophium S. Mariae Lauretanae (S. Maria di Loreto): (ff. 212-215v) libri bibliothecae.

XXIII. Venetiae (Venezia), hospitalis SS. Ioannis et Pauli: (ff. 220-221) libri bibliothecae.

XXIV. Vicentia (Vicenza), orphanotrophium S. Mariae Misericordiae: (ff. 222-223v) libri bibliothecae.

XXV. Sena (Siena), orphanotrophium SS. Innocentium: (ff. 224-226v) libri bibliothecae.

XXVI. Venetiae (Venezia), orphanotrophium et hospitalis Incurabilium: (ff. 228-235) libri bibliothecae.

XXVI bis. Venetiae (Venezia): 1 (ff. 236v-238v) Abrosius a Mediolano; 2 (f. 239rv) Nicolaus Savoltio a Bergamo; 3 (f. 240) incertus; 4 (ff. 241-242v) incertus; 5 (f. 243) incertus.

XXVII. Roma, collegium S. Blasii a Monte Citorio: (ff. 244-264v) libri biliothecae.

XXVIII. Incerta civitatis (Venetiae vel Murano?), Seminarium S. Marci: 1 (ff. 267-274) p. Magister seminarii S. Marci; 2 (ff. 276-278) Augustinus Valier.

XXIX. Ianua (Genova), collegium S. Mariae Magdalenae: (ff. 281-304) libri biliothecae.

XXX. Cremona, collegium S. Geroldi: (ff. 314-330) libri bibliothecae.

XXXI. Roma (sic per Como!, ndr.), collegium Gallio: (ff. 332-360v) libri bibliothecae.

XXXII. Bergomum (Bergamo), orphanotrophium S. Martini: (ff. 363-373) libri bibliothecae.

XXXIII. Roma, collegium Clementinum: (ff. 377-391) libri bibliothecae"



(tratto da: Lebreton M.M. - Fiorani A., Codices Vaticani latini 11266 - 11326. In Bibliotheca Vaticana MCMLXXXV (1985), pp. 65-67: cod. Vat. Lat. 11275, Ordo clericorum regularium a Somascha).. NOTE:

1 01 1599 === Fotografie del libro di Bernardino Scardeoni (con firma autografa del p. Vincenzo Trotti) conservato in BCM (1599). [ASPSG So 75, 'fotocopia'].. NOTE:

1 01 1599 === Nel 1599 il Noviziato venne finalmente trasferito a Somasca (dopo essere stato prima a Pavia, poi a S. Giustina di Salo' e poi a S. Benedetto di Salo', intanto che si procurava di mettere in ordine Somasca) - Tentorio, Dorati 1958, 17. NOTE:

1 01 1599 === Nel 1599 muore a 83 anni nel monastero di S. Alvise (S. Luigi) a Venezia suor Gregoria, al secolo Elena Miani, la nipote minore di SGM (cit. da De Rossi Costantino, Vita del B. Girolamo Miani, Milano 1630, lib. I, cap. IX); cf. l'incisione del miracolo occorso al suo Barba Girolamo alla Madonna Grande (Caimotto760).. NOTE:

1 01 1599 === Nel 1599 un senatore della famiglia Miani consegno' il ms. originale della Vita dell'Anonimo al p. Agostino Valerio crs. (allora residente alla basilica dei SS. Giovanni e Paolo. Costui lo fece pervenire al padre Generale p. Andrea Terzano crs., che decise di metterlo nelle mani dell'amico Scipione mons. Albani (canonico milanese) con l'incarico di ricavarne una prima biografia del fondatore, pubblicata effettivamente nel 1600 (cf. Processo di Pavia, 9-10: l'Albani compose la sua vita limitandosi a trascrivere il racconto dell'anonimo con l'aggiunta di poche altre notizie) - Netto 1985, 97. NOTE:

1 01 1599 === Siena, Innocentini, Catalogo della biblioteca nel 1599. in: Index librorum Clericorum Regularium congregationis Somaschae (Bibl. Ap. Vat., Vat. Lat. 11275, cc. 239-241) - Somascha 1976, 24. NOTE:

1 01 1599 === Bellarmino Politiano Roberto sj., De indulgentiis et iubileo libri duo. Parisiis 1599, per Petrus Chevarerius, 17x11; antiche segnature: H VI 1, B.T.2.n.11, H.VII.N°.19; sul frontespizio "Alexandri Pollini" (questo libro stava nel 1986 nella Biblioteca dello Studentato di S. Alessio all'Aventino in Roma, fondo antico, catalogato H.III.9; nel 2001 e' stato spostato, con tutto il fondo, in Curia Generale a Casal Morena). Alessandro Pollini e' forse quell'ingegnere che alla fine del '700 progetto' e costrui' Palazzo Pollini a Sannazzaro de' Burgondi in Lomellina?. NOTE:

1 01 1599 === TERZANO (Terzani) ANDREA, F12 (Elogia), 53. NOTE:

1 01 1599 === TERZANO (Terzani) ANDREA, preposito generale, comasco (cf. Stoppiglia Angelo Maria crs., Serie cronologica dei capp. generali e dei Prepositi generali. in: RC 1927, 86-91). NOTE:

4 05 1599 === (So (segr.) 78) Ricevute di denaro dal p. Bertolomeo Brocco (4 maggio 1599). [ASPSG So 78, 'originale'].. NOTE:

21 09 1599 === (Confini) Relazione del Capitano Renier di Bergamo al Senato Veneto (21 settembre 1599). [ASPSG So 2019c, 'fotocopia'].. NOTE:

5 10 1599 === "Nel 1599 alli 5 ottobre il P. Fabresco Proc. nostro Generale in vigore d'una Bolla di Clemente VIII sotti 5 agosto dell'anno stesso prese il possesso di detta chiesa (di S. Gio. Battista a Macerata, ndr.) e se ne rogo' publico istromento. Vi si mantenevano nel 1650 tre Religiosi ed 11 Orfanelli" (ACS, p. 109).. NOTE:

1 12 1599 === FUGAZZA VENTURA crs. fr. (Lista Biografie). NOTE:

11 12 1599 === Clemente VIII trasferisce nel Clementino anche il Collegio Illirico degli Schiavoni (fondato da Gregorio XIII nel 1578 a Loreto, trasferito poi a Roma nel Seminario Romano) - Zambarelli 1936, 12. NOTE: