DOCUMENTI RIGUARDANTI LA LOCALITÀ DEL LAVELLO, CON CHIESA E CONVENTO 1568 8 giugno Reverendo Sig. Priore Havendo inteso como sè divulgato che la imagine della gloriosa Virgine Maria in la vostra chiesa di Lavello debe havere operato per virtù di essa Virgine certi mirachuli al presente, il che desidero sia vero per esser cognosciuto la sua virtù et gratia, desiderando essere chiaro di tal cossa et anche per manifestare al nostro Illustrissimo Cardinale il tutto, sarete contento di darmi raguaglio del tutto appieno, et le persone che sono risanate et il nome et dove habitino, perchè dil tutto ne darò avixo al Illustrissimo Cardinale et questo quanto prima, non altro, a vostra paternità mi racomando di Olginate alli 8 giuno 1568 Di più vi contenterete el giorno del Corpus Domini venire a Garlà colli vostri padri alla processione, che cossì siè mente del Signor Vicario del Illustrissimo Cardinale. Tutto vostro prete Francesco Giussano Vicario foraneo di Garlate et Incino A.S.M.: Culto P.A, cart.2887 Fotoc. in A.P.Ol.: Me-ST/VIII, cart.1, n°4332 1568 15 giugno Reverendo padre prior salve Eri fuj mandatto a dimandar da monsignor Vicario per causa di una litera è stata scrita per .... Illustrissimo Cardinale et fu leta in presentia nostra, ora per abreviar, vostra paternità cessarà a fare nisuna sorte di novità circa le gratie riceute da quella gloriosa Madre di Cristo per fina sarà visitato et conosciuto il tutto, perchè vostra paternità à da saver che per mezio dil Sacro Concilio sua Reverendissima Signoria pol interdir il luogho per insina sarà fatto li processi di miracolj, a tal che o a torto overo a ragionj sarà de grandissimo danno vostro. Se faceste a mio consilio venereste parlar a sua Signoria et intenderesti la mente sua, si lamenta molto, et parmi habbia ragionj, de uno scrito siè ritrovato che minacia di scomunica et altri scorni contro coloro molesterano deta divotionj, però vostra paternità facia li fatj suj et tenga la penna nel calamaro, il dico per vostro bene. Dico però siè vero quanto à informato sua Illustrissima Signoria monsignor Vicario meà dato libertà abraciar la causa overo farà luj, per tanto mando il messo a posta a cavalo per esser io impedito, vostra paternità donca non lassarà sonar di festa ne manco andarà publicando lj miracolj et gratie concesse ma lassarà far al vulgo che non liè dubio che dapersè si publicarano molto bene, si ex Deo erit durabitur. Tenerà donca in memoria solum sua, venerabile prior, le gratie riceute aciò quando venerà il Vicario per fare li processi si trovj il tutto giustificatamente, non altro. di Milano alj 15 giugno 1568 Di Vostra paternità buono fratello frate Michele di Milano Indirizzata: al Reverendo padre prior dil Lavello nostro carissimo Jacobi de Gardanis Prioris conventus domina Sanctae Mariae de Lavello vallis Sancti Martini, Bergomi disctrictus, ad A.S.M.: Culto P.A., cart.2887 * Fotoc.in A.P.Ol.:ME-ST/VIII, cart.1 1568 Et se fa intendere qual mente, el me stato renferto, como molte cative linque anno ditto che li miracholi fatti in quelle persone quali sono state notifichate al populo, et sonno stati fatti per meritto de Dio, et poj per meritto de nostra dona nostra patrona, et non per vision cative, ne in sogni, ne per soffistarie, ne per far catarie de dinari, ne per simonia. Per ho anno operato per non voler se sonase campane ne far altre solemnità. Io dicho che sonno excomunichati et maledetti. Et li volio notiffichar alli nostri Signori temporali et etiam Spirituali. Et non facio il nome a nisuno, ma sie chi se vole, ne religiosi, ne secolare, senza renspetto a da procedere contra de tali como sismonici. A.S.M.:Culto P.A., cart.2887 * Fotoc.in A.P.Ol.:ME-ST/VIII, cart.1 1568 16 luglio Ex.m Informationes sunmatim habitae et asunptae per me notariums infrascriptum, ad instantia Reverendi domini fratris faciendum publicam fidem, qua... dominus Joannes de Talegio alias infirmus per multos menses votum fecit Beate Virgini Mariae in loco de Lavello et statim resanatur fuit adicta infirmitate, et primo: A domino Francisco quondam ser Caroli de Varesio, cognominato de Leuco, hospite in loco de Caloltio, qui iuramento suo interrogatus super predictis respondet: Il martedi de sera avanti la festa dila ascensione dil nostro Signore l'anno presente, venne ad allogiar a casa mia uno messer Zuvanne de Taiechio qual stete lì a cena et a dormire, et doppo che hebbe cenato mi disse che haveva hauta una Bella Gratia dalla Benedetta Madonna nel loco di Lavello, et io interrogandolo a chè modo, mi rispose che essendo in Romagna dove lui pratica in mercatia era stato infermo per mesi disdotto in letto, et abbandonato dali medicj comme per morto, et che una notte gli venne in visione la gloriosa nostra Donna di Lavello, et se gli vodete di venirgli et portargli una imagine d'argento, et la mattina sequente si ritrovò sano et gagliardo, et che era venuto a sotisfar il voto suo discalzo dal detto luogho de Taiechio a Lavello et afar la oblatione, et hec sunt. A Togno quondam Petri dela Fola habitatore de Lavello, informationem, iuramento suo faciente hoc modo ut supra. Il martedi de sera avanti la ascensione dil nostro Signore l'anno presente, essendo a Lavello apreso li bagni di detto luogho, viddi uno messer Zuvanne de Taiechio qual ragionava con il reverendo frate Aurelio procurator dil convento di Santa Maria di Lavello, et che gli diceva che haveva hauta una grande infirmità per mesi disdotto, et che haveva speso una grande quantità de dinari, et che li medici l'havevano abbandonato per morto, et che gliera venuto in visione la Beata Virgine Maria di Lavello, et subito vodatosi di venirgli et portargli una imagine d'argento. La sequente mattina si ritrovò sano et gargliardo, et che era venuto aringratiar la Beata Virgine Maria al detto luogho di Lavello, et sotisfar il voto suo, et lo viddi discalzo, et ritornò via sano et gagliardo, et hec sunt que dicere audivit a praefato domino Joanne. Acta fuerant hec in loco de Calolcio praefate vallis Sancti Martini die XVJ menses julij 1568 indictione decima? Ego Josepfo fq. domini Jacobi Colae de Corte praefate vallis Sancti Martini publicus Bergomensis notarium praemessas informationes sic requisitur et rogatus assumpsi et in fide me subscripsi. A.S.M.:Culto P.A., cart.2887 * Fotoc.in A.P.Ol.:ME-ST/VIII, cart.1, n°4332 DOCUMENTI RIGUARDANTI LA LOCALITÀ DEL LAVELLO, CON CHIESA E CONVENTO 1568 Memoria come esendo diversi gentiliomeni et gentildonne et soj servitori et donzele de Ogiono del Monte de Brianza, erano in una barcha per venir ala gesa de Santa Maria dal Lavello, pasando per le gueie da Olzina volsino per disgratia anegare, subitto invodase ala ditta gese subitto per gratia de lo Idio et la madona Santa Maria se sonno salvati. Et fu uno grande miracholo. Erano le persone numero 23. Et questo fu adì 8 lujo 1568. Et in queste signore et gentilome vi era la signora Margarita consorte del Signor Zuan Paulo Canal gentilomo milanese, une + Notto sia qual mente, como mi Zanino de Taijegio azo renzevuto una gratia dala madona dal Lavello. In questo cioè: son stato mesi disdotto in letto cum grandissimo male perho ò doperato molti medici, non à cognosuto la mia in firmità. El me venne in visione la madona dal Lavello, et me vodete da portar una imagine de argento, et cossì lo portata. Et subito la matina seguente levette suso sanno et salvo. + Notto in qual mente, Zuan Antoni di Bazi da Chiavena, abite a Ogion, come ho un filiol per qual è per una infermità haveva perso li ogi. Et partotosi da Ogion cum el ditto suo filiolo portandolo in uno zerlo, et venendo a la madona dal Lavello. Per gratia de Dio et de la madona siè aperto li ogi, et ge vede. Cosi se apresentato ala madona dal Lavello adi 14 lujo 1568, in presentia de mi Zuan Antonio dala Cha, qual ò scritto de voluntà de sopra scritto, presente Josepo mio filiolo, et el padre fra Zuan Jacom prior, et padre fra Aurelio et fra Alesandro. E mi Zuan Antoni de la Cha scrito de voluntà del sopra scritto Zuan Antoni el qual haveva sua mojer con luj. + Sia notto e manifesto qual mente uno Gasparo da la Roncola esendo a Cremona me venne una dolia de testa grandisimma per la qual deventete sordo et sordisimo, che non senteva cossa alchuna, ne campane ne troni ne artelarie ne altri strepitti. Per ho me vodete a quella benedetta madona dal Lavello, e cossì comenzete a guarir, et son rensanato. Et son sano como era de prima. Per la qual cossa rengratio il segnore Idio et la sua benedetta madre. Et venne el giorno del Corpo de Cristo asodisfar el mio vodo, che fu adi 16 del presente 1568. A.S.M.:Culto P.A., cart.2887 Fotoc.in A.P.Ol.:ME-ST/VII, cart.1